I CRAMPI MUSCOLARI. E. Arcelli Non è per niente raro che – soprattutto nei periodi più caldi dell’anno – i calciatori siano colpiti da crampi muscolari. Il crampo é una contrazione di un muscolo (o da un gruppo di muscoli) che è dolorosa, che é involontaria, che di solito dura da poche decine di secondi ad alcuni minuti e che è prevalentemente localizzata al polpaccio, più raramente ai piedi, alla parte posteriore o anteriore della coscia o in altre sedi. Il crampo dell’atleta determina di solito l’interruzione dell’attività che si sta compiendo e talvolta il definitivo abbandono di essa. Si verifica soprattutto quando la produzione di sudore è abbondante e dura a lungo e/o negli atleti che sono affaticati per il fatto di avere svolto un’attività che, in rapporto a quello che è il loro grado di allenamento, è molto intensa e/o molto prolungata. Qualche volta è stata anche data la colpa all’uso di abbigliamento o di accessori che ostacolano la circolazione in un arto, per esempio ad elastici troppo stretti dei calzettoni o dei parastinchi. Se è vero che esistono malattie che rendono più frequenti i crampi, è anche vero che i calciatori che ne sono colpiti sono di solito del tutto sani, senza alcun tipo di patologia ai muscoli o al sistema nervoso e senza problemi circolatori. Il fatto stesso che il crampo sia più frequente quando la temperatura è elevata (nello sport, del resto, si parla anche di “crampo da calore”) e in coloro che hanno perso grandi quantità di acqua e di minerali (magari anche a causa di una diarrea), ad ogni modo, fa capire quanto possano essere importanti i disturbi del bilancio elettrolitico. Si tende di solito a dare importanza agli squilibri degli elettroliti stessi, soprattutto a quelli del sodio, ma anche del cloro, del magnesio e del calcio, o da parte di alcuni studi all’abbassamento del rapporto sodio/potassio o all’aumento dell’ammonio. Si tenga presente che una variazione nel contenuto del sodio nell’organismo non è necessariamente accompagnata da un analogo cambiamento della concentrazione di esso nel sangue. Lo stesso vale di frequente per gli altri elettroliti che, dunque, risultano quasi sempre nella norma ad un prelievo di sangue eseguito dopo la partita in quei giocatori che, per esempio, hanno sofferto di crampi nel corso del match da poco portata a termine. I giocatori più predisposti ai crampi, ossia coloro che – a parità del grado di allenamento e delle condizioni ambientali – hanno una più spiccata tendenza ad incorrervi, in ogni caso, sudano verosimilmente più degli altri e in genere assumono dosi minime o inadeguate di minerale nella loro dieta quotidiana. Può perciò avere un ruolo fondamentale ciò che, specie nei periodi più caldi dell’anno, viene assunto nel corso della competizione o dell’allenamento oppure nelle fasi di recupero fra una seduta e l’altra. E’ vero che la disidratazione fa aumentare la sete e spinge dunque a bere; ed è vero altresì che certi soggetti tendono ad assumere in abbondanza proprio i cibi che contengono le sostanze di cui sono più carenti (chi ha perso molto sodio, per esempio, dà spesso la preferenza ai cibi salati). Non tutti i calciatori, però, avvertono questa fame selettiva e non tutti, dunque, ricorrono spontaneamente a cibi o a bevande che sono i più adatti al ripristino del perfetto bilancio idrico e salino dell’organismo. Per recuperare l’acqua persa, c’è chi, per esempio, ricorre a bevande o a frutti (come all’anguria o al melone) che di acqua ne contengono di certo una grande quantità, ma che hanno bassissime concentrazioni in sodio e, soprattutto, bassissimi rapporti sodio/potassio. Lo squilibrio elettrolitico dell’organismo tende così a peggiorare. Poiché è difficile credere che le conoscenze sul contenuto in minerali delle diverse bevande e dei diversi alimenti siano possedute da tutti i calciatori (sono pochi anche i medici che le hanno…), l’utilizzo delle bevande specifiche per sportivi può costituire la via più comoda per prevenire i crampi. Se l’accumulo di ammonio nei muscoli durante lo sforzo ha un ruolo nell’insorgenza dei crampi, molto efficaci sono gli aspartati, contenuti in alcune di tali bevande. La prevenzione dei crampi, in ogni caso, passa anche attraverso l’utilizzo di metodiche di allenamento più corrette per qualità e durata, ma anche più adatte alle condizioni ambientali nelle quali ci si troverà a giocare; fra le altre cose, esse fanno sì che l’organismo impari a sudare meglio e, di conseguenza, a perdere meno minerali.