I promessi sposi

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CAPITOLO 8
I promessi sposi
La scelta del genere romanzesco fu nell’Italia del tempo molto coraggiosa, perché il romanzo era ritenuto inferiore e
indegno di entrare nella letteratura.
Ma con “I promessi sposi” Manzoni compie la realizzazione della nuova concezione della letteratura; in primis il
romanzo corrisponde alla poetica del vero dell’interessante e dell’utile: è vero perché rappresenta la realtà senza gli
artifici della cultura classica; è interessante perché si rivolge ad un vasto pubblico e suscita facilmente l’interesse del
lettore; è utile perché fornisce il mezzo per comunicare al lettore notizie storiche ideali politici principi morali.
Il romanzo permette allo scrittore di esprimersi con piena libertà per questo nel romanzo Manzoni rappresenta una
realtà umile, ignorata dalla letteratura classica o vista solo in una luce comica ed elegge a protagonisti due semplici
popolani (cosa che non gli era stato possibile nelle tragedie). La rappresentazione seria della realtà quotidiana è il
tratto che meglio caratterizza il moderno realismo europeo. I personaggi sono immersi nella storia e non in uno
sfondo astratto. Inoltre Manzoni rappresenta individui dalla personalità unica, inconfondibile e complessa e rifiuta
l’idealizzazione del personaggio. Per questo viene considerato l’iniziatore della tradizione romanzesca realistica
moderna.
Manzoni sceglie la formula del romanzo storico e ci offre un quadro dell’epoca del passato. I protagonisti sono
personaggi inventati di cui la storiografia non si occupa e i grandi avvenimenti storici costituiscono lo sfondo
della vicenda e compaiono in quanto vengono ad incidere nella loro vita. Lo scrupolo del vero induce il Manzo a
rendere le vicende dei personaggi inventati molto simili alla realtà. Manzoni ci fa un quadro sulla società
lombarda del Seicento sotto la dominazione spagnola. Egli si colloca nei confronti del passato su una posizione
illuminista, ovvero coglie le ingiustizie e l’irrazionalità di un epoca che secondo lui rappresenta il “trionfo della
prepotenza”. Manzoni però risale al passato per cercare le radici dell’arretratezza dell’italia presente e offre alle
nascenti forze borghesi un modello di una società da costruire. Per l’indipendenza dell’Italia sono essenziali: un
saldo potere statale che si opponga alle spinte degli interessi privati, una legislazione razionale, una politica
economica oculata e un’organizzazione sociale giusta senza i conflitti tra le classi.
Nel sistema dei personaggi troviamo esempi positivi e negativi di tutte le classi:
 Aristocrazia: Negativi: Don Rodrigo e Gertrude che vengono meno alle loro responsabilità e usano il loro
privilegio in modo oppressivo. Positivi: Cardinal Federigo.
 Popolo: Negativi: popolo di Milano violento e rivoltoso. Positivi: la rassegnazione cristiana di Lucia.
Passaggio da negativo a positivo: Innominato e Renzo che passa da un atteggiamento ribelle a un fiducioso
abbandono alla volontà di Dio.
 Ceti Medi: Negativi: Don Abbondio Azzeccagarbugli. Positivo Fra Cristoforo.
Questo ideale di società si nutre dei principi della nascente civiltà borghese liberale che però unisce e fonde la
componente laica e religiosa.
Manzoni è convinto che la religione cattolica sia l’unica vera forza riformatrice perché agisce alla radice dei mali
della società. Egli è convinto che esiste un male sociale, ma si può attenuare questo male. Perciò la società
manzoniana deve ispirarsi al liberalismo borghese e ai valori del cattolicesimo.
Manzoni fornisce alla letteratura moderna un nuovo modello di lingua letteraria, ovvero una possibile lingua
utilizzabile nella società della futura Italia unita.
Essendo il romanzo indirizzato ad un pubblico vasto non poteva essere usata la lingua della tradizione letteraria.
Ma alla scoperta della lingua migliore il Manzo arriva per gradi: dapprima trova una lingua di compromesso tra
toscano letterario, elementi di parlata viva e anche un pizzico di francese. Ma da dopo il 24 egli rinuncia a questa
lingua composita e si avvicina di più al toscano. Ma dopo il suo viaggio a Firenze scopre che la lingua italiana
unitaria è il fiorentino delle persone colte. Per questo dopo aver rivisitato a lungo il suo romanzo ed averlo
sottoposto alla critica dei fiorentini colti egli lo ripubblica nel 40.
© Federico Ferranti S.T.A.
www.quintof.com
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