Allegato 2 SCHEDA PER LA PRESENTAZIONE DEI PROGETTI DI ALTERNANZA SCUOLA/LAVORO A.S. 2011/2012 1 Istituto scolastico proponente: (indicare la denominazione dell’istituto) I.T.C Macedonio Melloni Codice Meccanografico: In caso di ISS indicare l’ordine di scuola a cui si riferisce il progetto (Liceo, Tecnico, Professionale) : □ LICEO ■TECNICO □ PROFESSIONALE Progetto di singola scuola Progetto di rete di scuole 2 sì ■ sì □ no □ no □ Nel caso di rete descriverne la composizione: SCUOLA CAPOFILA ALTRE SCUOLE * con la presentazione di questa scheda il dirigente scolastico della scuola capofila dichiara sotto la propria responsabilità che il Collegio docenti della propria scuola e delle altre scuole eventualmente coinvolte nella rete hanno approvato il progetto 3 Titolo del Progetto Le nuove leve operative del marketing: social, viral e culturale 4 Indirizzo di studi cui si riferisce il progetto Igea 5 Studenti (indicare per ogni progetto il numero di studenti a cui si rivolge) Classe III Classe IV Classe V Nr. studenti 24 6 7 Il progetto si effettua: Per classi intere Per gruppi di studenti provenienti da classi diverse TOT sì ■ sì □ no □ no ■ Tipologia del progetto: (barrare la voce corrispondente) ■Alternanza in Azienda □ Impresa formativa simulata sostenuta dall’Azienda partner □ Progetto di ricerca e sviluppo commissionato dall’Azienda partner 1 Allegato 2 8 Aziende o associazioni coinvolte nel progetto LEN SOC COOP – AZIENDA TUTOR E-Project S.r.l Arte e Bottega s.n.c B-SIDE COMMUNICATION S.R.L Avanzini S.r.l Startec S.r.l Studio Ghiretti S.r.l LEN TEC SOC COOP Sinext S.p.a Pagliettini S.r.l 9 Eventuale Centro di Formazione accreditato che collabora al progetto Irecoop Parma via al Collegio Maria Luigia, 17 43121 Parma 10 Scheda progetto Motivazione dell’idea progettuale 2 Allegato 2 In un contesto che presenta sempre più prodotti standardizzati, proliferano i tentativi di creare scenari magici attorno alle merci spingendo i consumatori ad acquisti basati sui sensi. Il mercato nel quale ci troviamo giornalmente impegnati in qualità di consumatori si mostra sempre più ai nostri occhi come un teatro nel quale vanno in scena prodotti similari e con identiche performance, oggetti sempre più standardizzati che necessitano di essere collocati in scenari speciali. È difficile allora creare attorno ad una merce un universo esperenziale che la renda appetibile e desiderabile. In questa prospettiva si moltiplicano oggi le leve del marketing attraverso le quali i professionisti della pubblicità cercano di costruire esperienze e storie in grado di rendere ogni prodotto diverso e migliore da un altro. Le aziende e i retailer non possono perdere altro tempo, il livello di guardia è stato superato e occorre innovare non solo grazie alla tecnologia ma anche attraverso nuove strategie e visioni più ampie rispetto alla relazione con il cliente. I dati delle ricerche (Popai, Deloitte, 1to1lab) confermano, se ancora ve ne fosse bisogno, tale situazione di urgenza: il 70% delle scelte del marchio si compie nel punto vendita, il 68% delle decisioni d’acquisto non è programmato, il 73% acquista in cinque o più canali (anche internet), solo il 5% rimane fedele a un marchio di prodotti, il 26% è fedele a una insegna media, il 45% dello shopping time è dedicato agli acquisti, il resto è esplorazione, metà dello shopping time è svolto in condizione di forte ansia. Questi dati forniscono un’idea di come il punto di vendita sia molto di più di un semplice contenitore, è un luogo dove si deve fare la spesa ma dove si apprendono molte informazioni nuove sui prodotti. La concentrazione di stimoli è altissima, al punto che un normale ipermercato può indurre lo shopper a sviluppare in una trentina di minuti centinaia di interazioni e di decisioni con un notevole sforzo cognitivo. Il punto di vendita crea engagement ma anche ansia e spesso il passaggio dal primo stato al secondo avviene in modo repentino, accrescendo ancor di più lo stress da acquisto. Maria Grazia Cardinali, professoressa di marketing di Università Parma, nel libro “Shopper Marketing” si concentra utilmente sul tema dell’ innovazione dei formati distributivi arrivando a dire che questa si realizza nel momento in cui i retailer riescono ad assumere un ruolo di marketing e il marketing diventa una dimensione strategica. Qualche retailer lo sta già facendo, la Cardinali ne parla indicando alcune tendenze dell’ innovazione commerciale. 1) La prima riguarda la nascita di nuovi format distributivi specializzati per soddisfare bisogni complessi e che offrono, per esempio, solo prodotti biologici orientati ai piatti pronti, focalizzati sui prodotti tipici, ecologici che riflettono l’impegno dell’insegna nei confronti delle problematiche ambientali. Tali luoghi svolgono molteplici funzioni: da luoghi di acquisto ma anche meeting point per tutti coloro che condividono lo stesso sistema di valori. 2) L’ affermazione di nuovi format che soddisfano i bisogni specifici di gruppi di consumatori, come punti di vendita destinati principalmente ai single con prodotti confezionati per una o due persone, oppure altri rivolti principalmente agli anziani, con nuovi servizi per facilitare il processo di acquisto di tali consumatori. 3) Poi vi sono i punti di vendita ibridi, che combinano caratteristiche di canali diversi. Per esempio, gli iper discountizzati, i super di convenienza, i discount di marca, i mini-iper di prossimità sono solo alcuni esempi che dimostrano come la logica dei format sia ormai in via di pensionamento a favore di modelli commerciali più adattabili all’ambiente. Quindi nuovi formati più flessibili e adattabili all’ambiente che riducono la complessità cognitiva della shopping experience perché comunicano in modo più semplice e pertinente i propri contenuti. Questa è la sfida che le marche e le insegne devono affrontare, meglio se insieme e su progetti specifici. La posta in gioco è alta, non solo sul piano della competizione diretta tra le insegne e tra le marche ma nella capacità di essere credibili e affidabili agli occhi e al cuore dei clienti. Le considerazioni appena emerse si riferiscono in particolare al commercio e alla realtà dei punti vendita (sia al dettaglio che della GDO). Questo ci permette di capire che anche queste realtà, come quelle imprenditoriali, necessitano delle tecniche del marketing per differenziarsi e competere. 3 Allegato 2 Il progetto “Le nuove leve operative del marketing: social, viral e culturale” candidato permetterà di fornire agli studenti gli strumenti che, in particolare con l’ausilio delle nuove tecnologie, oggi si è in grado di disporre. SOCIAL MEDIA MARKETING: I Social Media rappresentano oramai un canale di comunicazione irrinunciabile per le aziende. Le loro funzionalità e la loro popolarità, infatti, forniscono ai brand l’opportunità di avvicinarsi ai propri clienti da pari, instaurando con loro discussioni e confronti volti a svelarne i bisogni e necessità. Per le aziende, infatti, esporsi su un social media è un’arma a doppio taglio che deve essere maneggiata con cura e con perizia. Se, da una parte, la possibilità comunicativa risulta potenziata esponenzialmente, lo stesso vale per gli eventuali commenti negativi da parte della platea raggiunta, con il rischio di dare il via a un riverbero negativo in grado di mettere in ginocchio l’immagine di un’intera organizzazione. I social media, oggi, sono le “piazze” più affollate del mondo. Qui si tiene la maggior parte delle discussioni online; qui si tengono confronti e dibattiti grazie a gruppi tematici e di approfondimento. Per questo motivo i social media sono anche il luogo in cui vengono veicolate molte decisioni d’acquisto: come detto prima, i social media rappresentano delle vere e proprie piazze (come le antiche agorà greche) virtuali. Oramai quindi le grandi aziende, ma anche le PMI, non possono più prescindere dal presidiare con una comunicazione adeguata, queste piattaforme. VIRAL MARKETING: Il Viral Marketing è una strategia di marketing che se ben utilizzata permette di far arrivare il proprio messaggio a molte persone, molto velocemente e spendendo poco. In concreto una campagna di Viral Marketing punta a promuovere un prodotto/servizio "inducendo" la gente a parlare di esso. In una campagna di promozione di questo tipo è possibile avere una curva di diffusione del messaggio di tipo esponenziale. Il meccanismo di diffusione del messaggio in una campagna di viral marketing è molto simile ai meccanismi di diffusione dei virus su Internet. In generale quando un virus contagia un PC, tale PC diffonderà il virus ad altri PC, ogni macchina contagiata diffonderà a sua volta il virus ad altre macchine. Il termine "Viral Marketing o Marketing Virale" scelto per questa strategia indica la somiglianza di propagazione con quella dei virus. Come si può creare una campagna di viral marketing? In generale si crea una rete di marketing virale concedendo liberamente un proprio prodotto/servizio e con esso una "ad copy" (un proprio contatto dei link, un email ecc..). Il pacchetto "prodotto + ad copy" ha la caratteristica di poter essere passato liberamente ad altre persone e queste a loro vota potranno continuare la diffusione. In questo modo l’aziende riesce a passare il messaggio di marketing contenuto nella "ad copy" a molte persone, molto velocemente e con pochi sforzi. MARKETING CULTURALE Il settore artistico e culturale ha sempre guardato con diffidenza al marketing ed in genere a tutto ciò che facesse riferimento ad un approccio economico alla cultura. Oggi, però, le aziende culturali attraversano una fase di grandi cambiamenti per il concorso di numerosi fattori, che hanno portato ad una rivalutazione del ruolo del marketing in questo settore. Il settore culturale ha preso coscienza del ruolo determinante che il marketing può avere, per conferire dignità di bene economico alle opere d’arte e parziale autonomia alle istituzioni, fornendo a queste gli strumenti per l’acquisizione di maggiori fondi, per la definizione di criteri di pianificazione strategica e di gestione delle risorse. Tutto ciò è realizzabile a condizione che il marketing divenga elemento integrante della struttura e della filosofia delle organizzazioni culturali. E’ importante sottolineare come l’obiettivo del marketing culturale sia non tanto di soddisfare qualsiasi bisogno del pubblico, quanto di incoraggiare quest’ ultimo a conoscere le iniziative artistiche. Il progetto candidato tratterà le tecniche e le strategie degli aspetti di marketing appena descritti. 4 Allegato 2 Fasi e articolazione del progetto Una prima fase del progetto prevede lo svolgimento di 30 ore d’aula su tematiche inerenti le competenze tecnico professionali relative alle diverse applicazioni del marketing (social, viral, culturale), comprendenti ore di formazione teoriche, ore di simulazione di casi e ore di preparazione studenti. Una seconda fase del progetto prevede lo svolgimento di 120 ore di esperienza formativa in azienda Durata totale in ore: 30 ore di aula e 120 in azienda Struttura organizzativa Ore di preparazione (in aula – dl nr. 77/2005) 30 Ore in azienda 120 Durata totale in ore 150 Competenze, abilità e conoscenze da acquisire nel percorso di alternanza in coerenza con quelle indicate dalle linee guida e dalle indicazioni del riordino COMPETENZE Strutturare le corrette strategie Social Media Utilizzare i Social Media per aumentare il business aziendale Utilizzare gli strumenti di visibilità e indicizzazione su motori di ricerca Organizzare una campagna di marketing virale Comprendere l’idea-virus Organizzare la rete di “influenzatori” Scegliere le reti di comunicazione Utilizzare gli strumenti del marketing per valorizzare prodotti/servizi/culturali ABILITA’ Consolidare ed integrare su “Social Media” la presenza on line aziendale Saper definire strategicamente su quali strumenti strutturare una strategia Monitorare, incentivare le conversazioni on line sul Brand aziendale Saper generare contenuti partecipativi, emozionali in formati testo, video, immagini Fare promozione virale Progettare e distribuire un contenuto virale Scaturire un effetto virale sulle campagne promozionali Gestire e valorizzare i Beni culturali attraverso le strategie di marketing Promuovere i prodotti/servizi culturali 5 Allegato 2 CONOSCENZE S.E.M e S.E.O Marketing Facebook for business L’attenzione al cliente Social Media (strumenti, dinamiche) Conoscere gli strumenti: blogging, microblogging, social Network, siti di condivisione file. Comprendere le caratteristiche specifiche di SMM Social Media Marketing e le regole fondanti da seguire, il linguaggio informale e le possibilità di marketing relazionale, esperienziale ed emozionale. Pianificare una strategia 2.0 Comprendere le caratteristiche specifiche dello strumento principe di Social Network, condizioni e termini di utilizzo, limiti commerciali e pubblicazione contenuto Le innovazioni del Viral Marketing Cos’è il Viral Marketing Le tre fasi del Viral Marketing: Le caratteristiche di una buona “idea-virus” Gli strumenti a disposizione per diffondere una campagna virale Imprese culturali e marketing Il marketing culturale ed artistico Il consumo di prodotti culturali Il mercato della cultura Componenti e caratteristiche del prodotto culturale La promozione dei prodotti culturali: Definizione – Strumenti - Funzioni Pianificazione e controllo del processo di marketing Attività previste per il percorso in azienda Attività di affiancamento del personale nel settore marketing e nelle organizzazioni/enti culturali, ma anche nelle agenzie di organizzazioni di eventi culturali. Gli studenti potranno occuparsi dello sviluppo di campagne di marketing, della cura del sito web e del blog aziendale, della raccolta e gestione dati e della gestione della rete di vendita Attività previste per il percorso a scuola Attività formativa in aula frontale e in laboratorio di informatica. Le lezioni saranno tenute da consulenti esperti, i quali alterneranno la parte in aula frontale ad una parte svolta in laboratorio di informatica, per permettere agli studenti di eseguire le esercitazioni proposte dal docente, nella creazione per esempio di un blog. Nella parte frontale, i docenti utilizzeranno lavagne a fogli mobili, video proiettore e la connessione alla rete Internet, inoltre lasceranno agli studenti le dispense relative alla parte teorica Modalità di accertamento delle competenze Griglie di valutazione in itinere e finali, osservazioni ed auto-osservazioni dello studente, simulazioni. Scheda di valutazione del tutor aziendale, scheda di autovalutazione dello studente, verifica del prodotto e dell’operato. 6 Allegato 2 Modalità di certificazione delle competenze Dichiarazione delle competenze conseguite nel percorso di alternanza sottoscritto dal tutor scolastico, dal tutor aziendale e dal Dirigente scolastico. 11 Il progetto prevede: Tutor scolastico (indicare funzione e compiti) Progettazione, realizzazione e monitoraggio del progetto. Mantenimento dei rapporti con:studente, scuola, consiglio di classe, tutor aziendale. Individuazione aziende per stage, contatti con tutor aziendali, predisposizione della documentazione insieme al tutor aziendale (progetto di tirocinio, patto formativo, convenzioni). Valutazione delle competenze acquisite dallo studente insieme all’istituto ai fini della certificazione congiunta. Tutor aziendale (indicare funzione e compiti) Progettazione, realizzazione e monitoraggio del progetto. Supporto di esperienza per lo studente. Gestione di eventuali problemi con l’azienda ospitante. Predisposizione insieme al tutor scolastico della documentazione (progetto di tirocinio, patto formativo, convenzioni). Inserimento dell’alunno nella struttura aziendale e affiancamento durante l’esperienza. Contatti con il tutor scolastico al fine di monitorare l’esperienza. Valutazione delle competenze acquisite dallo studente insieme all’Istituto ai fini della certificazione congiunta. 7 Allegato 2 Coordinamento (indicare soggetti e compiti) La fase di coordinamento del progetto, viene svolta dal tutor scolastico congiuntamente, dove opportuno, al tutor aziendale e ha la funzione di definire le caratteristiche dei percorsi, predisporre la documentazione e la strumentazione per pianificare e coordinare le varie fasi del progetto, monitorare, modellizzare e diffondere le esperienze. Il coordinamento, nella persona del turo scolastico ha il compito di: assicurare la continuità del progetto per tutta la sua durata coordinare le attività all’interno della scuola garantire il rispetto di standard condivisi mantenere i rapporti con tutti i partner di progetto curare il monitoraggio delle diverse esperienze e delle diverse fasi dell’alternanza partecipare alla coprogettazione dei percorsi in alternanza in collaborazione con i soggetti direttamente coinvolti Tutor scolastico: Maria Spasimina Traclò Tutor aziendali: Beatrice Chierici/Elisa Caccamo 8 Allegato 2 Monitoraggio (indicare soggetti, modalità e indicatori di efficacia) L’attività di monitoraggio rappresenta uno strumento fondamentale per sostenere il processo di miglioramento continuo del sistema di alternanza scuola lavoro, permettendo l’ analisi delle attività e delle ripercussioni della stessa sullo studente ed in generale sulle realtà scolastica. La fase di monitoraggio permette di individuare gli interventi correttivi al fine di trarne utili indicazioni, sia per apportare correzioni in itinere all’attività, sia per le successive fasi di programmazione. Sarà compito del tutor scolastico congiuntamente al tutor aziendale di svolgere le attività di monitoraggio in itinere. In base alle relazioni del tutor e ad eventuali segnalazioni di docenti e allievi circa la frequenza, il gradimento dello stage, la qualità dell’attività di docenza, la gestione finanziaria, il tutor scolastico e il tutor aziendale apporterà le necessarie azioni correttive e/o preventive per migliorare il percorso formativo. L’attività di monitoraggio sarà svolta in relazione a diversi fattori: l’efficacia delle azioni e della strategia, i punti di forza e debolezza, i possibili interventi migliorativi, le opportunità, e gli aspetti di replicabilità e trasferibilità delle competenze. La pratica valutativa relativa al progetto avrà il suo focus nelle singole fasi di attuazione dello stesso, per le quali saranno tenuti sotto controllo, in particolare: - gli studenti - le risorse impegnate - i metodi utilizzati - le attività realizzate - i risultati ottenuti Attraverso la fase di monitoraggio, si intende: - dare trasparenza all’intero processo - attivare un dispositivo di controllo dell’intero processo che permetta interventi tempestivi e funzionali alle esigenze di progetto - valutare i risultati di progetto e le relative ricadute occupazionali. Gli oggetti della valutazione: -L’apprendimento, in termini di competenze acquisite -La parte formativa, in termini di gradimento -Gli esperti, in termini di competenza, chiarezza di esposizione, tecniche e metodologie utilizzate, qualità/quantità materiale fornito. -Lo stage, in termini di efficienza dell’attività svolta in azienda e inerenza la progetto Gli indicatori di efficacia: Indicatori di prodotto e di processo Le competenze acquisite in aula e in azienda I risultati ottenuti Gli strumenti di valutazione: Verifiche finali Test, questionari, esercitazioni, role playing Durante tutto il percorso, grazie al monitoraggio ed alle verifiche finali, si ha la possibilità di verificare se l’attività formativa progettata, in relazione ai bisogni in entrata concordati sia con il tutor scolastico che con il tutor aziendale, risponde agli obbiettivi previsti. Tutor scolastico: Maria Spasimina Traclò Tutor aziendali: Beatrice Chierici/Elisa Caccamo 9 Allegato 2 12 Risultati attesi del percorso Al termine del percorso, gli studenti avranno acquisito le capacità che permettono di strutturare le corrette strategie Social Media fornendo competenze variegate che coinvolgono aspetti tecnici (utilizzo degli strumenti, visibilità e indicizzazione su motori di ricerca,), di approccio relazionale (comunicazione di contenuti in ambito emozionale, esperienziale e ricreativo), di modalità di presentazione (aspetto grafico e fruibilità) e di divulgazione (Social tools e diffusione virale di contenuti). Gli studenti saranno anche in possesso di una panoramica completa per la costruzione di un’efficace campagna di marketing virale: dal concepimento dell’idea-virus all’organizzazione della rete di “influenzatori”, dalla scelta delle reti di comunicazione al monitoraggio dei risultati. Gli studenti saranno in grado di utilizzare gli strumenti del marketing anche per valorizzare prodotti, servizi ed idee in grado di soddisfare le esigenze proprie del mercato culturale. 13 Polizza di assicurazione per gli studenti ed i tutors (Infortuni e R.C): INFORTUNI UNIPOL n. 60739438 RESPONSABILITA CIVILE UNIPOL n. 60739441 14 La scuola ha presentato altri progetti che usufruiranno di ulteriori finanziamenti? sì □ no ■ Se sì, indicare la tipologia del progetto e la provenienza dei finanziamenti: 15 Data delibera Collegio Docenti: 09/11/2011 10 Allegato 2 Allegati: preventivo di spesa dichiarazione di volontà di collaborazione tra partners altro (specificare) Il Dirigente Scolastico che firma in calce dichiara che il progetto e la relativa realizzazione è prioritariamente conforme alle norme generali relative all’alternanza scuola-lavoro di cui al D.Lgs. 15 aprile 2005 n. 77 ed alle eventuali successive correzioni ed integrazioni del medesimo, possibili ai sensi dell’art. 1 comma 5 della Legge 12 luglio 2006, n. 228, nonché conforme alle Linee Guida per la progettazione e la realizzazione dei percorsi di alternanza scuola-lavoro per l’a.s. 2011-2012, di cui all’Allegato 1 dell’Invito a presentare progetti di alternanza scuola-lavoro per l’a.s. 2011/2012 – Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna. Parma, 26/01/2012 IL RESPONSABILE DI PROGETTO IL DIRIGENTE SCOLASTICO Traclò Maria Spasimina Rosa Gabriella Orlandi 11