prezzi, quando i dati smentiscono mister prezzi e gli addetti al

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Gli interventi prioritari che secondo la Confesercenti la
Regione deve approntare a sostegno del commercio urbano
e per incentivare il turismo siracusano
Nell’ambito della nuova legge di disciplina del commercio in Sicilia configurare “Il piano regionale di programmazione degli
insediamenti delle grandi strutture di vendita nel territorio regionale”, al fine di evitare che la tipologia distributiva delle grandi
strutture di vendita assuma una posizione dominante e di oligopolio nel mercato della distribuzione commerciale. Relativamente
agli insediamenti di grande distribuzione deve essere superata l’attuale disciplina che consente ai singoli comuni di attuare scelte
di urbanistica commerciale che vanno a incidere ben oltre il loro territorio.
Necessitano due leggi: una di disciplina del commercio su aree pubbliche: l’altra di regolamentazione delle attività di
somministrazione al pubblico di alimenti e bevande; sono urgenti i due interventi legislativi, alla luce del decreto legislativo 26
marzo 2010, n. 59, di attuazione della direttiva n. 2006/123/CE, in materia di servizi nel mercato interno.
Il sostegno ai centri commerciali naturali che rappresentano una grande opportunità per innovare il commercio in Sicilia,
proponendosi come alternativa commerciale alla GDO, e che inoltre possono consentire di valorizzare e riqualificare i centri
storici, in tal modo implementando l’offerta turistica. La misura 5 del POR Regionale deve mirare a conseguire in via esclusiva
questi obbiettivi, evitando di disperdere risorse finanziarie a supporto di progetti che non abbiano effettiva incidenza sul territorio
e sulle attività terziarie private che hanno dato vita ai consorzi di gestione dei centri commerciali naturali.
Lo svantaggio competitivo delle imprese turistiche siracusane è in misura notevole causato da una rete di trasporto ferroviario,
con annesse dotazioni infrastrutturali e logistiche, assai carente, che rende disagevole il raggiungimento dei tanti e variegati siti
di interesse turistico presenti nel territorio della provincia. Occorre:
attivare un collegamento ferroviario tra il capoluogo e l’aeroporto di Catania, che potrebbe essere realizzato, con un costo
contenuto, e in tempi relativamente brevi;
dotare di doppio binario la tratta Siracusa Messina, senza del quale i benefici della costruzione del ponte sullo stretto sarebbero di
ridotta portata, nonché il potenziamento in generale dei collegamenti, dei servizi ferroviari, e delle infrastrutture di rete.
Lo stato comatoso del trasporto ferroviario, vale a dire della principale alternativa infrastrutturale di trasporto terrestre, causa
pesanti penalizzazioni. Per andare in treno da Messina a Siracusa, e viceversa (circa 150 km), si impiegano non meno di tre ore e
mezzo.
Di progetti di alta velocità/alta capacità neanche si parla. Cresce, di contro, il numero delle soppressioni di treni, da e per
Siracusa, a breve, media e lunga percorrenza. Non e’ un azzardo ritenere che “ferrovie dello stato” intenda procedere nel
breve/medio periodo alla dismissione dello scalo ferroviario di Siracusa. Questa disastrosa prospettiva può essere scongiurata
solo con un tempestivo intervento della Regione.
Le proposte di Giliberto Linguanti esperto della
Confesercenti per le problematiche dei trasporti per
rilanciare il porto di Augusta
Gioia Tauro altro non è che un porto di transhipment, ovvero compie operazioni di trasbordo dei contenitori: da nave a banchina
a nave. Con il porto di Augusta non ha nulla a che vedere tranne che per la totale mancanza di collegamenti via terra con le
principali arterie commerciali verso la direttrice Nord. Questo però non vuol dire che Augusta non possa avere un suo sviluppo
anche senza questa primaria funzionalità.
Come più volte evidenziato descritto in precedenti articoli, Augusta ha dalla sua parte l'enorme potenzialità di ampi spazi e
fondali profondi che consentirebbero ad eventuali linee di commercio ben specifiche di trovare nel porto la loro sede naturale.
Ristrutturare le aree dismesse non operative, dando la possibilità di effettuare operazioni di lavorazione, trasformazione ed
assemblaggio di materie prime, sarebbe un'ottima opportunità di rilancio per tutta l’area ed il suo indotto anche senza la
necessità di essere collegato via terra. Inoltre, i fondali che non sono presenti in nessun altro scalo del Mediterraneo
consentirebbero alle meganavi di recente costruzione di poter approdare ad Augusta senza problemi, mentre i diretti
concorrenti si dovrebbero innanzitutto attrezzare compiendo in primis importanti lavori di escavo. Molteplici sarebbero anche le
attività extra portuali che si potrebbero attivare all'interno della struttura: dalla cantieristica per iniziare, estremizzando fino ad
una ipotetica lavorazione dei rifiuti solidi urbani per una loro riconversione e trattamento.
Tutto ciò non può concretizzarsi se lo sforzo lo si lascia unicamente sulle spalle delle Autorità locali, senza prendere in
considerazione adeguate scontistiche sulle tariffe doganali e sulle tasse in generale. Tali decisioni, però,devono partire dalla
regione e dal ministero competente, quindi deve essere un impegno comune non indifferente da parte di tutti gli attori coinvolti. Il
porto di Augusta, assieme a tutta la regione Sicilia, è una perla incastonata nel centro del Mediterraneo, ottima per i collegamenti
ed il business dello shipping tra l'oriente e l'occidente del mondo e quindi sarebbe quanto meno poco intelligente lasciarsi
sfuggire tale opportunità di sviluppo ed investimento, visto anche l'attuale stato di crisi in cui versa l'intero sistema economico
mondiale.
PREZZI: QUANDO I DATI SMENTISCONO MISTER PREZZI E
GLI ADDETTI AL PREZZIFICIO
I prezzi rilevati nella settimana del 20 dicembre, del 3 gennaio e del 10 gennaio – manca quella del 27 dicembre perché non
rilevata dal MSE- mostrano un andamento oscillante del prezzo dei prodotti petroliferi, rimarcandone la matrice internazionale
delle tendenze di fondo.
Il confronto con gli altri paesi europei, a proposito di stacco, mostra come il prezzo Italia si collochi al 10 posto in Europa per il
prezzo della benzina, nelle settimane del 20 dicembre e del 3 gennaio, e al 7 e al 5 posto, insieme alla Germania, ritenuta da
sempre più virtuosa, per il gasolio nelle settimane del 20 dicembre e del 3 gennaio.
Appare anche come Germania, Regno Unito, paesi nordici, da sempre visti come modelli di efficienza della rete per numero di
impianti e di erogati, sono costantemente, nel periodo in esame, più cari dell’Italia per il prezzo della benzina e del gasolio, senza
peraltro vantare il livello di servizio della rete italiana. Da osservare che nel periodo preso in esame- 3 e 10 gennaio- i prezzi
rilevati sono sempre stati inferiori al prezzo ottimale. Ma tant’è con buona pace dei tanti addetti al prezzificio.
Alla luce di queste osservazioni probabilmente Mistrer Prezzi e le associazioni dei consumatori dovrebbero essere più prudenti.
Il Pil rallenta nel terzo trimestre. Calo delle esportazioni in
Italia
La crescita nei paesi Ocse rallenta a +0,6% nel terzo trimestre dal +0,9% dei precedenti tre mesi. Per quanto riguarda l’Italia il Pil
rallenta da +0,5% a +0,3%, soprattutto a causa del calo delle esportazioni, che da +0,6% passano a -0,5%. Bene invece la
ricostituzione delle scorte che -0,6% passano a +0,5%, mentre i consumi privati salgono a +0,2% dal livello invariato del secondo
trimestre e i consumi del governo arretrano da +0,1% a -0,1%. In ribasso gli investimenti e cioè la formazione del capitale lordo
fisso che passa da +0,4% a +0,2%.
Quest'ultima voce ha contribuito al rallentamento del Pil dell'area Ocse, pesando solo dello 0,2% sulla crescita complessiva nel
terzo trimestre, rispetto al +0,5% dei precedenti tre mesi. I consumi privati hanno invece pesato dello 0,4% e la ricostituzione
delle scorte dello 0,3%, mentre le esportazioni hanno influito negativamente dello 0,3% sul complesso della crescita.
Nei paesi del G7 i consumi privati sono stati il traino della crescita del Pil, mentre in Giappone e negli Usa lo sono stati i consumi
privati e la ricostituzione delle scorte. Il Pil Usa e' cresciuto dello 0,6% dal +0,4% del secondo trimestre, mentre quello
giapponese e' cresciuto dello 0,7% da -0,1%. Anche in Francia la crescita, che pure e' rallentata da +0,6% a +0,3%, e' stata
trainata dai consumi privati (da +0,2% a +0,3%), mentre l'export ha agito da forte freno passando da +0,6% a -0,4%. In
Germania, infine, il Pil e' sceso da +2,3% a +0,7%, con gli investimenti in capitale fisso scesi da +1% a +0,2%. Meno accentuato
il calo dell'export da +0,5% a 0,3%.
Bankitalia: “A novembre nuovo debito record a 1.869,9
miliardi”
Nuovo record per il debito pubblico italiano: a novembre ha toccato quota 1.869,924 miliardi euro, in crescita rispetto a
1.867,384 miliardi di ottobre, mese in cui era stato registrato il precedente record in valore assoluto. Lo comunica la Banca
d'Italia. Il record del debito pubblico italiano riguarda la consistenza dello stock, ovvero il valore assoluto dello stesso, e non la
sua percentuale sul prodotto interno lordo che e' invece il parametro utile per il Patto di stabilità europeo. A novembre 2010,
rispetto al mese precedente, il debito pubblico - secondo quanto emerge dai dati della Banca d'Italia – è cresciuto di 2,54 miliardi
di euro (+0,13%). Rispetto invece a novembre 2009 il debito pubblico italiano, sempre in valore assoluto, e' cresciuto di oltre 83
miliardi di euro (+4,65%). “Ecco il record che non vorremmo mai battere, quello del debito pubblico. Invece, sottolinea il
presidente della Confesercenti, Marco Venturi, ancora una volta saliamo un ulteriore gradino dell’infinita scala del debito. Ora
siamo giunti a quota 1.869,924 miliardi di euro. Una montagna che si regge soprattutto sulla virtù degli italiani che si chiama
risparmio e su capitali stranieri che considerano il debito italiano un’opportunità di guadagno. Invertire questa tendenza non è
facile ed è comunque una strada lunga, conclude Venturi, ma bisogna pur muovere un primo passo per dare un segnale positivo ai
mercati”.
PRESSO LA CONFESERCENTI SONO APERTE LE
ISCRIZIONI PER I NUOVI CORSI ABILITANTI E PREPARATORI
CHE PARTIRANNO NEL MESE DI FEBBRAIO
Sono aperte le iscrizioni per frequentare i corsi abilitanti obbligatori per chi intende esercitare l’attività di vendita di generi
alimentari, di somministrazione di alimenti e bevande, di ristorazione, di agente e rappresentante di commercio.
Sono anche aperte le iscrizioni ai corsi preparatori obbligatori per sostenere gli esami abilitanti presso la Camera di Commercio
per chi intende esercitare l’attività di agente immobiliare.
I corsi per gli aspiranti commercianti nel settore degli alimenti, per chi intende esercitare l’attività di somministrazione e
ristorazione hanno la durata di 100 ore articolate nell’arco temporale di due mesi. Le lezioni si svolgeranno nei giorni di Lunedì,
Mercoledì e Venerdì dalle ore 15.30 alle ore 19.30.
Per quanto riguarda gli aspiranti agenti e rappresentanti di commercio e gli aspiranti agenti immobiliari i corsi hanno la durata di
80 ore articolate nell’arco temporale di due mesi. Le lezioni si svolgeranno nei giorni di Martedì e Giovedì dalle ore 15.30 alle
ore 19.30.
Chi intendesse frequentarli può recarsi presso la Confesercenti in Via Ticino n° 8 (Tel. 0931/22001) e compilare la scheda di
iscrizione entro e non oltre il 31/01/2011.
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