Prof. Diego Manetti
Filosofia
AGOSTINO D’IPPONA
La vita
Nascita e origini
Nacque nel 354 d.C. a Tagaste, in Africa
Il padre, Patrizio, è legato al paganesimo ed è un piccolo proprietario terriero
La madre, Monica, è una cristiana fortemente credente e praticante (fede semplice, non
approfondita o capace di offrire adeguate spiegazioni razionali).
Studi compiuti
Studia retorica a Cartagine (370/371)
La sua formazione culturale si realizza per intero nella lingua latina (conosce poco il greco)
Cicerone è per lui un grande modello
La professione
A Milano tenne la carica di professore e dopo aver superato profondi travagli spirituali si convertì al
cristianesimo (386)
In questo periodo conosce una donna a cui si lega e dalla quale ha un figlio (Adeodato)
Il battesimo
Nel 387 Agostino riceve il battesimo dal vescovo di Milano, Ambrogio, il quale aveva un ruolo non
piccolo, anche se indiretto, nella conversione (cfr. infra)
Il post-battesimo
Agostino decide di lasciare Milano e di fare ritorno in Africa
Rientrato a Tagaste, vende tutti i beni e fonda una comunità religiosa
Nel 391 a Ippona diviene sacerdote e aiuta il vescovo Valerio nella predicazione; fonda inoltre un
monastero
Morto il vescovo Valerio, Agostino è acclamato dal popolo quale vescovo successore (395)
Le sue opere
Durante gli anni successivi al 391 scrive le sue opere più importanti Le Confessioni, De Trinitate,
De Civitate Dei
Conduce diverse battaglie contro eretici e scismatici, attraverso le sue stesse opere e tramite
interventi pubblici
Con la sua tenace opera e il suo pensiero, Agostino opera una svolta decisiva nella storia della
Chiesa e del pensiero occidentale
La morte
Muore nel 430, mentre i vandali stanno assalendo la città
Prof. Diego Manetti
Filosofia
L’evoluzione spirituale
Nella formazione spirituale e nel pensiero filosofico e teologico di Agostino furono decisive le
seguenti fasi:
1. La prima figura che incise profondamente sull’animo di Agostino fu la madre Monica, la quale
con la sua ferma fede gettò le basi per la conversione del figlio. Le verità di Cristo viste
attraverso la forte fede della madre furono il punto di partenza dell’evoluzione spirituale di
Agostino. Una fede così semplice come quella materna non soddisfa però la fine intelligenza di
Agostino, in ricerca della verità.
2. Il secondo incontro fondamentale fu con l’Ortensio di Cicerone, un’opera che lo colpì
profondamente, “convertendolo” alla filosofia come ricerca della verità, a partire dall’idea che
solo nella sapientia risiede la vera felicità. Apprezzando in particolare la ricca prosa
ciceroniana, Agostino incontrò ancora più difficoltà nella lettura della Bibbia, assai meno
pregevole dal punto di vista stilistico e letterario.
3.
A 18 anni abbracciò il Manicheismo, che sembrò offrirgli una dottrina di salvezza razionale
capace di far altresì posto a Cristo.
Il Manicheismo è una religione eretica fondata dal persiano Mani nel III sec. d. C., implicante:
(a) un acceso razionalismo
(b) un forte materialismo
(c) un radicale dualismo tra Bene e Male come principi morali, ontologici e cosmologici. La
lotta del Bene contro il Male è descritta con abbondante uso di narrazioni fantastiche.
4. In continua ricerca, si staccò dal Manicheismo perché
(a) non adeguatamente razionalista, cioè capace di rendere ragione delle proprie affermazioni, e
(b) incapace di spiegare il problema del male: come possono esserci due principi originari?
Come possono essere separati e contrapposti al tempo stesso?
Pur preservando un’opzione materialistica di fondo (per sentirsi parte della realtà) aderì allo
Scetticismo: non si sentì però di proseguire questo approccio perché:
(a) negli scritti scettici – come in quelli manichei – non trovava il nome di Cristo,
(b) rinunciare alla ricerca della verità non era quello che appagava un animo inquieto come il
suo e
(c) perché gli scettici si contraddicono nell’affermare che si deve dubitare di tutto (almeno di
dubitare sono infatti certo: dubito, ergo sum)
5. Fece quindi l’incontro con il Neoplatonismo. I testi neoplatonici gli rivelano la realtà
dell’immaterialità e la non-realtà del male. Il pensiero platonico, ripreso da Plotino (III sec. d.
C.) gli permette di recuperare istanze razionali perse con lo scetticismo e di valorizzare la mente
le componenti spirituale dell’uomo e ideale della realtà.
6. Infine a Milano l’incontro risolutivo avviene con il vescovo Ambrogio, che insegna ad
Agostino il modo corretto di leggere la Bibbia: il metodo allegorico permette infatti ad Agostino
di scorgere le verità più profonde celate sotto racconti apparentemente fantastici, rozzi e
popolari.
La lettura di San Paolo gli permise poi di apprendere il senso della fede e della grazia del Cristo
Redentore.
Prof. Diego Manetti
Filosofia
Fede e filosofia nel pensiero di Agostino
Agostino fu il primo pensatore cristiano ad attuare una matura sintesi tra fede, filosofia e vita,
ritenendo che la fede avrebbe tratto chiarezza dalla ragione (“credo ut intelligam”) e viceversa la
fede avrebbe completato la ricerca razionale (“intelligo ut credam”).
Riesce a possedere una nuova ottica con la quale osservare il mondo e l’uomo: l’uomo non è più
visto infatti come singola e generica individualità (come era invece concepito dai Greci classici) ma
il concetto di uomo viene elaborato da Agostino sulla base del ruolo della volontà, soprattutto
durante il periodo della conversione.
Approfondendo il concetto di voluntas Agostino vede nella persona il riflesso della Trinità di Dio:
l’uomo è imago Dei (immagine di Dio) nei modi di conoscere, dell’essere e dell’amare.
Il conoscere tende alla verità ed essa si identifica con Dio: ne consegue che la maggior parte delle
dimostrazioni agostiniane dell’esistenza di Dio sono dimostrazioni dell’esistenza della verità.
Agostino non accetta in toto la gnoseologia platonica, ma ne rifiuta la teoria della reminiscenza
(anamnesi) sostituendola con quella dell’illuminazione: Dio, come nella creazione ci fa partecipi
dell’essere, così pure della verità, essendo Egli stesso (fonte della) Verità.
A questa prova dell’esistenza di Dio come Verità se ne aggiungono altre, riprese dalla teologia
classica:
(a) quella che dalla perfezione (relativa) e dall’ordine del mondo risale al suo divino Artefice;
(b) quella basata sul “consensus gentium” (se tanti popoli ci credono, allora Dio esiste);
(c) quella “ex gradibus”, risalente dai diversi gradi di bene presenti nel mondo al Bene in sé.
Da queste prove deriva una concezione di Dio inteso come Essere, Verità, Bene che si può
esprimere sia nelle forme della teologia negativa, sia nell’attribuzione a Lui di tutto il positivo che
c’è nel creato, liberato e svincolato dai limiti del negativo.
Agostino affermò l’identità sostanziale delle tre Persone divine. Ciò significava che Dio, in senso
assoluto, è sia Padre, sia Figlio sia Spirito Santo, e che essi sono inseparabili nell’essere e che
operano inseparabilmente. Tuttavia queste tre Persone sono distinte, non dal punto di vista della
sostanza ma della “relazione”, per cui il Padre ha il Figlio ma non è il Figlio, il Figlio ha il Padre
ma non è il Padre, e così pure per lo Spirito Santo.
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Filosofia
Il problema del male
Agostino considera il problema del male secondo tre punti di vista:
(1) dal punto di vista metafisico il male non esiste, ma esistono solo gradi inferiori di essere
rispetto a Dio, Sommo Bene (ripresa del tema neoplatonico dell’Uno-Bene e del male come
assenza progressiva del bene a mano a mano che da esso ci si allontana come dal Sole o da una
fonte di luce)
(2) dal punto di vista morale il male nasce dalla cattiva volontà che, anziché tendere al Bene, tende
a beni inferiori
(3) dal punto di vista fisico il male è una conseguenza del peccato originale e comunque può avere
un significato catartico (di purificazione) in vista della salvezza
La tematica del male morale porta in primo piano il concetto di voluntas, facoltà che Agostino
considera autonoma dalla ragione. La ragione conosce e la volontà sceglie e può scegliere anche
contro la ragione. Tuttavia la ragione raggiunge la perfezione e la libertà quando non fa il male, ma
in ciò ha bisogno della grazia.
Le due città
Agostino spiega anche il rapporto di esistenza tra due città che derivano da due amori
contrapposti: l’amore di sé (cupiditas), che è principio di male, e l’amore di Dio (charitas), che è
principio del bene.
L’insieme degli uomini che amano Dio forma la città celeste; l’insieme degli uomini che amano se
stessi o le cose terrene formala città terrena. Entrambi i cittadini dei due gruppi occupano la terra:
l’uomo celeste come un pellegrino, quello terreno come un dominatore.
La storia ha andamento progressivo e lineare: il traguardo sarà il giudizio universale, dove il primo
cittadino verrà salvato e il secondo condannato.
Prof. Diego Manetti
Filosofia
IL PERCORSO FILOSOFICO
1. ORTENSIO (Cicerone)
Si avvicina alla filosofia
2. MANICHEISMO (Fede razionale)
a) razionalismo
b) materialismo
c) dualismo Bene vs Male
Il Manicheismo non spiega il problema del male, per cui si rivolge allo
3. SCETTICISMO
a) non risponde allo spirito di ricerca di Agostino
b) si contraddice: dubito, ergo sum
4. NEOPLATONISMO (Plotino, III sec dC)
a) rivalutazione della mente
1. verità matematiche
2. concetto di uguaglianza
b) in interiore homine inhabitat veritas
c) conoscenza
1. di ciò che non muta
2. rientra in te e trascendi te stesso: fino a Dio, “colui che è”
5. CONVERSIONE
a) ritorna a Dio
b) Ambrogio
1. lettura allegorica della Bibbia
(da cui si era allontanato dopo l’Ortensio)
2. Battesimo (387 dC)
c) il Male come assenza di bene 1. male metafisico
2. male morale / la grazia (Pelagio: grazia come atto dovuto)
3. male fisico
d) la felicità
1. avere ciò che si desidera
2. le cose transeunti si possono perdere (paura, metus)
3. bisogna desiderare le cose che non si possono perdere
4. DIO (desiderare/conoscere/possedere)