DR. CARLO ALBERTO RONCO MEDICO-CHIRURGO Spec. in PSICHIATRIA Spec. in MEDICINA LEGALE e delle ASSICURAZIONI TRIBUNALE di MODENA CONSULENZA TECNICA MEDICO-LEGALE D'UFFICIO in tema di L. 6/2004 relativa alla CAUSA CIVILE promossa da A.C., T.E. L.M., RICORRENTI (Avv. M.G. SCACCHETTI) contro A. C.S., BENEFICIARIA (Avv. ti M. GROSOLI, S. LAURIA) su A.C.S. G. Tut. : Dott. STANZANI Causa civile A./ A. L. 6/2004 R.G. n. c. 1313/2006 Conferimento incarico: 6.07.2006 41100, (MO) - Corso Canal Chiaro, n. 26, Scala C - Tel. 059/211524 C.F. RNC CLL 46R12 C983G e-mail: [email protected] P. IVA 00380360362 I fatti e le ragioni della seguente Consulenza medico-legale e psichiatrica d'Ufficio. Le signore A. C., nata a Milano il 26.06.1954, residente in Collecchio di Parma, T.E. L.M., nata a Roma il 25.11.1983, residente in Roma, nella loro qualità rispettivamente di sorella e figlia della signora A. C.S., nata a Milano il 04.05.1964, residente in Modena, Piazza Mazzini n. 40, tel. 059/24.48.04, rappresentate e difese nel presente giudizio dall'Avv. Maria Grazia Scacchetti, elettivamente domiciliate presso il suo studio in Modena, Via Modonella n. 80, tel. 059/24.31.57 premesso che “la sig.ra A.C.S., di anni 41, da circa dieci anni risiedeva nella città di Modena, unitamente alla figlia T. B.M. (nata a Milano il 3.10.1993), avuta da una relazione sentimentale con il sig. T. Antonio ai tempi in cui la stessa risiedeva a Milano; la sig.ra A. da molti anni soffriva, con intensità variabile, di disturbi dovuti alla dipendenza da sostanze stupefacenti ed alcoliche che non le consentiva più di provvedere alla cura dei propri interessi ed affari, né di mantenere rapporti affettivi stabili con i suoi familiari, tanto meno con la figlia minore B.M.; la signora A. C., infatti, già a partire dagli anni ottanta, aveva pressoché costantemente fatto uso di droghe, alcool e farmaci di varia natura, dei quali era progressivamente diventata dipendente e consumatrice abituale. già in passato, più di una volta, la sig.ra A. era stata ricoverata in cliniche private per tentare percorsi di disintossicazione che mai si erano conclusi con definitivo successo; l'abuso di tali sostanze aveva portato la signora A. a tenere C.T.U. - DOCUMENTO LEGALE - PAGINA 2 una condotta disdicevole sotto molteplici aspetti, tra cui in primis quello relativo al comportamento nei confronti dei suoi prossimi congiunti, nonché, sotto il profilo economico, alla totale noncuranza nei confronti del denaro; riguardo a quest'ultimo aspetto, è bene sottolineare come la signora A. proveniva da una famiglia piuttosto facoltosa. Alla morte dei genitori, avvenuta a breve distanza l'uno dall'altra (il padre era deceduto nell'agosto del 1998 e la madre nel febbraio del 1999), la medesima si era, pertanto, trovata a gestire una ricchezza personale di alcune decine di milioni di euro, tra beni immobili, liquidità, azioni ed obbligazioni, gioielli ed opere d'arte di ingente valore; la sregolatezza di vita tenuta dalla sig.ra A. C.S. aveva portato alla drammatica conseguenza che ella, con sempre più rilevanti quanto ingiustificati esborsi mensili di decine di migliaia di euro, aveva pressoché esaurito tutto il patrimonio di provenienza ereditaria; la sig.ra A. risultava essere ancora proprietaria praticamente solo dell'unità immobiliare dove viveva (pur di rilevante valore), sita in Modena, Piazza Mazzini n. 40, oltre ad alcuni appartamenti in città, in corso di cessione, il cui ricavato, peraltro, sarebbe stato appena sufficiente per estinguere i debiti contratti dalla stessa con alcuni Istituti di credito cittadini; la signora A. C.S. non aveva mai lavorato e, per indole, aveva sempre avuto un rapporto difficile con le questioni economiche, non essendosi di fatto mai preoccupata della congruità tra spese e disponibilità, dilapidando così nel corso degli anni l'intero suo patrimonio ... all'origine di tali difficoltà vi era sempre stata l'incapacità della sig.ra A. di adeguare le proprie uscite alle effettive disponibilità presenti in banca, sino ad accumulare rilevantissimi scoperti di conto corrente, poi ripianati con la vendita di qualche bene mobile od immobile… praticamente tutti gli assegni erano stati C.T.U. - DOCUMENTO LEGALE - PAGINA 3 emessi a vuoto (molti di questi erano stati poi coperti dopo la presentazione, per evitare il protesto, con fondi ricevuti dalla sorella sig.ra A. C., altri, erano stati protestati; …anche le operazioni immobiliari che la sig.ra A. C.S. aveva tentato di porre in essere in questi anni per impedire di dilapidare completamente la propria ricchezza non erano andate a buon fine; nel corso del 2003, la sig.ra A. C.S. aveva stipulato un contratto preliminare per l'acquisto di n. 5 appartamenti in corso di edificazione in provincia di Modena del valore complessivo di circa 1.500.000,00 euro, con l'intento di rivenderli in un secondo momento, speculando sul maggior prezzo; dopo aver pagato la prima delle rate pattuite (di 400.000,00 euro circa), la medesima, a causa delle centinaia di migliaia di euro nel frattempo spesi non si sa come, non era più stata in grado di adempiere alle ulteriori obbligazioni assunte e si era vista costretta a risolvere consensualmente il contratto con una perdita netta di circa 200.000,00 euro… Quanto sinora esposto dimostrava inequivocabilmente l'incapacità della signora A. nella gestione dei propri rapporti patrimoniali, di qualunque genere e natura, e di conseguenza l'inidoneità alla tutela e salvaguardia dei propri interessi economici, e (soprattutto) di quelli della figlia; essendo la signora A. genitore esclusivamente affidataria della figlia dodicenne T. B.M., con conseguente compito di gestire anche la situazione economica-finanziaria della minore, che era titolare di un proprio ingente patrimonio (di alcuni milioni di euro) lasciatole dai nonni materni… non poteva sottacersi il rischio, anche solo potenziale, qualora l'amministrazione dei beni della minore continuasse ad essere affidata alla signora A.; la già difficile situazione nella quale si trovava la sig.ra A. aveva subito ultimamente un deciso tracollo dovuto alla sempre più invasiva dipendenza da C.T.U. - DOCUMENTO LEGALE - PAGINA 4 sostanze stupefacenti ed alcoliche; in particolare, in data 27 gennaio 2006, in occasione di una delle numerose crisi nelle quali sempre più spesso era di recente incorsa la sig.ra A., per impedirle di compiere gesti drammatici (più volte minacciati) e per salvaguardare la salute psico-fisica della figlia (allora con lei residente), si era reso necessario l'intervento della forza pubblica la quale aveva sottoposto la medesima a TSO (trattamento sanitario obbligatorio) per cui era stata ricoverata presso il Policlinico di Modena, Reparto Diagnosi e Cura , per circa un mese (sino al 24 febbraio 2006); …la Responsabile dell'Area Età Evolutiva Educativa Territoriale e sostegno alla Genitorialità, Dott. ssa Rita Bondioli, con comunicazione del 20.2.2006 aveva segnalato alla Procura presso il Tribunale per i Minorenni ai sensi dell'art. 403 c.c. la sistemazione della minore B.M. T. alla zia C. A.… in esito alle risultanze delle suddette indagini e previa acquisizione dell'istanza del Procuratore della Repubblica del 21.02.2006, il Tribunale per i Minorenni, con decreto provvisorio del 3.04.2006, in via provvisoria ed urgente aveva sospeso la sig.ra A. C.S. dalla potestà sulla figlia ed aveva affidato la minore al Comune di Modena collocandola presso la zia materna a Parma, dove la minore risiedeva da oltre tre mesi ed aveva ripreso a frequentare la scuola… in conclusione, stante le patologie sopradescritte afferenti la persona della signora A. C.S., ritenendo che la stessa non fosse in grado di provvedere alla cura dei propri affari e all'espletamento di tutte quelle attività necessarie alla gestione del patrimonio”, in data 8.05.2006 ricorrevano presso il Giudice Tutelare del Tribunale di Modena, affinché, volesse provvedere alla nomina di un Amministratore di Sostegno in favore della signora A. C.S., conferendo all'Amministratore di C.T.U. - DOCUMENTO LEGALE - PAGINA 5 sostegno così nominato tutti i poteri tanto di ordinaria che di straordinaria amministrazione sul patrimonio mobiliare ed immobiliare della beneficiaria. Nell’udienza del 6.07.2006, la beneficiaria interrogata dal Dott. STANZANI, Presidente-Giudice Tutelare del Tribunale di Modena, dichiarava di “opporsi nel modo più assoluto al procedimento, ritenendosi in grado di autodeterminarsi pienamente sulla gestione del patrimonio; che i rapporti con la figlia maggiore erano molto allentati; che il fatto che il Tribunale dei minori di Bologna le avesse tolto la potestà sulla figlia minore le precludeva qualsiasi gestione od interferenza sul patrimonio di quest’ultima”. Aggiungeva che “era vero che in un periodo particolarmente delicato della sua vita aveva fatto uso di stupefacenti ma che l’episodio era chiuso; non faceva più uso di stupefacenti o abuso di alcool e seguiva una terapia per evitare di ricadere in situazioni del genere; che era proprietaria dell’appartamento in cui abitava a Modena e non aveva altri immobili; possedeva oggetti di valore (quadri, gioielli) nonché importi liquidi intorno ai 100.000 euro ma di cui non ricordava l’importo preciso”. Nella stessa udienza del 6.07.2006 il Dott. STANZANI, avendo disposto Consulenza Tecnica medico-legale d'Ufficio, pose a me Dott. Carlo Alberto Ronco, Psichiatra e Medico Legale, dopo il giuramento di rito, il seguente quesito: “Descriva il C.T.U. quale siano allo stato attuale le capacità di autodeterminarsi della persona tanto con riferimento ai comportamenti del vivere corrente quanto alla scelta di gestione del suo patrimonio; specifichi se sia o meno opportuna sempre nella logica della persona stessa che venga limitata alla sig.ra A. C.S. la capacità di agire ed in caso di risposta affermativa per quali atti o serie di atti e con quali modalità (assistenza o per rappresentanza)”. C.T.U. - DOCUMENTO LEGALE - PAGINA 6 Al C.T.U. fu concesso termine fino al 10.08.2006 per l’espletamento della C.T.U. e consegnati in visione i fascicoli processuali; in seguito furono comunicate le nomine della Dott. ssa M. G. Ciliberti a CTP dei ricorrenti e del Dott. A. Vasta a CTP della beneficiaria. Il Dott. A. Vasta, psichiatra della beneficiaria, interrogato in data 13.07.2006 dal Dott. STANZANI così rispose: “…conobbi l’A. nel gennaio di quest’anno quando fu ricoverata coattivamente. Presentava due sindromi: maniacale, la prima, la cui manifestazione più evidente era quella di un disordine comportamentale nel rapporto col danaro; anoressica, la seconda, che per essere usualmente tipica dell’età giovanile aveva caratteristiche abbastanza anomale. Avvenne che entrambe le sindromi fossero molto legate ad uso di cocaina e seppure con minore incidenza ad abuso d’alcool. Il ricovero durato un mese circa ebbe l’esito di portare ad un sostanziale azzeramento delle sindromi, dimostrazione questa del fatto di quanto erano state connesse all’uso di cocaina e di alcool. Finito il ricovero ho seguito privatamente l’A. che vedo mediamente per poco più di un’ora ogni 2-3 settimane. La persona sta mantenendo l’equilibrio raggiunto all’esito del ricovero, sicché ipotizzo che non continui a fare uso di cocaina o abuso d’alcool. Siamo in presenza di un soggetto con un’indubbia labilità caratteriale strutturale che, lo dice l’esperienza , tende a tradursi nella ricerca di emozioni forti ed improvvise; questa persone tendono a manifestare reazioni depressive da cui è usuale che cerchino di uscire facendo uso di sostanze eccitanti”. Previo avviso delle parti, l'indagine peritale ha avuto inizio, in data 15.07.2006 e sono proseguite in data 19 e 22.07.2006, alla presenza della Dott. ssa M. G. Ciliberti, presso l’abitazione della beneficiaria. C.T.U. - DOCUMENTO LEGALE - PAGINA 7 ANAMNESI L’anamnesi è stata desunta dai dati biografici raccolti dalla viva voce della P. e dalla documentazione clinica agli atti. FAMILIARE: nucleo familiare d’origine piacentino. Il padre, industriale, è deceduto a 77 anni (nell'agosto del 1998) per neoplasia; la madre, pensionata, è deceduta a distanza di pochi mesi, a 74 anni, nel febbraio del 1999. La sorella, primogenita, C., vivente, in b. c. g. FISIOLOGICA: secondogenita di due figlie, nata a termine da parto eutocico, ha avuto i primi atti psicofisici di norma. Scolarità: diploma di maturità classica. Coniugata e divorziata due volte, ha avuto le due figlie (E., nata nel 1983 e B.M., nata nel 1993), fuori del matrimonio ma regolarmente riconosciute. Benestante, casalinga non ha dovuto mai espletare attività lavorative. Abuso di potus e occasionalmente di sostanze (cannabis, cocaina). PATOLOGICA Ricorda i comuni esantemi infantili. Riferisce di essere stata appendicectomizzata nell’infanzia ed isterectomizzata per fibromatosi uterina. Epatopatia cronica C, pregressa B in età imprecisata. Indicativo è quanto emerge dalla documentazione clinica. 1. 27.01/24.02.2006 Università di Modena, Clinica Psichiatrica “… si dimette in data 24/02/06 la sig.ra C.S. A. ricoverata in Psichiatria 1, in data 27/01/06, in regime di TSO poi trasformato in volontario in data 02/02/06 e dimessa con diagnosi di Abuso di cannabis, cocaina e alcool (ICD-9 305.21; 305.61; 305.01), Disturbo affettivo (maniacale) da sostanze (ICD-9 296.43), Anoressia nervosa (ICD-9 307.1), C.T.U. - DOCUMENTO LEGALE - PAGINA 8 Epatopatia cronica C, pregressa B (ICD-9 070.54). Nel corso del ricovero le condizioni psicopatologiche sono andate progressivamente migliorando. La pz. si presenta lucida, vigile, orientata e collaborante. Il tono dell'umore appare ora eutimico. Non alterazioni a carico della forma o del contenuto del pensiero, né errori dispercettivi. Buoni il ritmo sonno-veglia. La paziente si presenta motivata a proseguire le cure a domicilio e ha optato di essere seguita dal Dott.Vasta in libera professione. Durante la degenza è stata eseguita consulenza gastroenterologica che ha consigliato EGDS che la pz. ha rifiutato; è stata inoltre consigliata ecografia addome completo e color-doppler. È stata eseguita consulenza endocrinologica che ha messo in evidenza un ipopituitarismo verosimilmente causato dallo stato carenziale della paziente. Sono stati eseguiti i seguenti accertamenti: Esami ematochimici: si segnalano valori lievemente elevati di GGT e Fosfatasi Alcalina; RPR e TPHA: negativi;ECG: tachicardia sinusale. Diagnostica epatiti: HbcAb, HbeAb, Anticorpi anti virus Delta, Anti HCV positivi. HCV-RNA negativo. Tossicologico urine (ingresso): positività per cannabinoidi e cocaina ANA Test: negativo. Assetto ormonale ipofisario: ipopituitarismo. A domicilio si consiglia di proseguire con la seguente terapia: Depakin chrono 500: 1 compressa ore 8-21 Sereprile: 1 compressa ore 8-14, Nozinan 100 mg: 1 compressa ore 21”. 2. 20.02.2006 Comune di Modena, Settore Politiche sociali e sanitarie Richiesta di TSO: Oggetto: segnalazione Alla Procura della Repubblica Presso il Tribunale per i Minorenni Bologna. Grave pregiudizio della minore T. B.M., nata C.T.U. - DOCUMENTO LEGALE - PAGINA 9 a Milano in data 3.10.1993. Con rif. al decreto del 28/03/01.Prot. 326/00 1263 Cron. “Con la presente siamo a comunicarvi che codesto Servizio Sociale è stato contattato telefonicamente in data 6.02.2006 dalla Dott. ssa Po’ del Reparto di Diagnosi e Cura del Policlinico di Modena rispetto alla segnalazione del ricovero della sig.ra A. C.S., nata a Milano il 04.05.1964, madre della minore T. B.M.. Tale ricovero avvenuto in data 27.01.2006 con trattamento sanitario obbligatorio, in seguito divenuto volontario, è stato richiesto dalla zia materna della minore, sig.ra A. C., dopo aver ricevuto una telefonata della nipote che riferiva di essere stata cacciata dalla casa dalla madre, fuori di sé. B.M. aveva espresso forte preoccupazione circa le condizioni psico-fisiche della mamma già telefonicamente alla zia nei giorni precedenti; tuttavia in data 27 gennaio la situazione che si presentava era drammatica. La sig.ra A. C. si recava quindi presso il Servizio di Salute Mentale per richiedere un intervento d'urgenza dopo aver constatato di persona le condizioni della sorella. La sig.ra A. C.S. appariva visibilmente sottopeso e " in preda ad un delirio". A1 momento dell'arrivo del Simap e del Corpo della Polizia Municipale era presente anche l'avvocato di famiglia, Dott. Bertelli Gianluca. Come si evince dal verbale del Corpo di Polizia Municipale, la minore è stata affidata temporaneamente alla zia, sig.ra A. C. ( nata a Milano il 26/06/54) residente a Collecchio C.A.P. 43044 (Parma) in Strada Provinciale per Sala Bagazza, n. 13. La sig.ra A. vive con il marito e tre figli rispettivamente di 18, 24 e 29 anni. Dopo alcuni giorni di ospitalità della nipote, su espresso desiderio della madre, La sig.ra A. C. ha provveduto a garantire la frequenza scolastica di B.M.. La minore è stata così trasferita dalla Scuola Media privata Sacro Cuore di Modena ed iscritta presso una scuola media del luogo in seconda classe. Ai momenti C.T.U. - DOCUMENTO LEGALE - PAGINA 10 l'indirizzo della scuola non è stato ancora comunicato alla madre di B.M. al fine di salvaguardare la serenità della nipote. In data 07/02/06 e in data 16/02/06 la scrivente ha contattato i medici che hanno in cura la sig.ra A., Dott. ssa Po' e Dott. Vasta i quali riferiscono di disturbi alimentari e tossicofilia. In data odierna gli stessi hanno comunicato che è stato concesso alla sig.ra A. un permesso di due giorni e dovrebbe rientrare in reparto sabato alle ore 16.30. Tale permesso e l'avvicinarsi delle dimissioni da Diagnosi e Cura ha indotto l'avvocato Bertelli Gianluca, avvocato di famiglia della stessa signora C.S., in data 15/02/06 a prendere contatto con questo Servizio segnalando la ferma intenzione della piccola B.M. di non rientrare a Modena presso la madre e la condizione di grave rischio per l'incolumità psico-fisica della bambina qualora fosse stata costretta a ricongiungersi con lei. L'avvocato ha altresì riferito che la signora C.S. avrebbe espresso l'intenzione di riprendersi Bianca al più presto. Al fine di comprendere la reale situazione della minore, il Servizio scrivente ha convocato in data 16/02/06 la zia materna sig.ra A. C. e la minore stessa. La signora C. ha brevemente esposto la condizione della sorella C.S. riferendo che abuserebbe di psicofarmaci e di sostanze stupefacenti e alcoliche fin dall'adolescenza alternando periodi di maggior controllo e di stabilità ad altri in cui emergono gravi problemi d’equilibrio psicologico. Ella ha riferito quindi di essersi assunta la responsabilità della segnalazione rispetto al ricovero coatto al fine di aiutare la sorella e tenuto conto del grave pregiudizio nei confronti della nipote che è apparsa impaurita e terrorizzata al momento dell'arrivo della zia, pregandola di non abbandonarla. C.T.U. - DOCUMENTO LEGALE - PAGINA 11 Dopo una prima visita in clinica e alcune telefonate successive, la sig.ra A. C. ha affermato che la sorella avrebbe espresso il desiderio di non volerla più sentire telefonicamente, né vederla. L'avvocato di famiglia, sentito telefonicamente dalla sig.ra A. C., avrebbe riferito che la sig.ra C.S. nella mattinata odierna si sarebbe rivolta a lui per chiedere soldi, mentre non avrebbe chiesto notizie della figlia. La sorella ha chiarito che non intende ostacolare i rapporti madre - figlia, né intende presentare istanza a codesto Tribunale rispetto all'affidamento di B.M.. Essa riconosce che adesso non sia possibile pensare ad un rientro di B.M. presso la madre e che l'attuale situazione possa essere tutelante nell'attesa delle determinazioni del T. M. A questo proposito riferisce che il padre, signor T., ha presentato istanza urgente di affido. A parere della zia la disponibilità della propria famiglia, la consensualità del padre e la piena adesione della bambina all'affido presso gli zii garantiscono una condizione di tutela per la minore stessa. La signora C. riferisce di ottimi rapporti con il padre di B.M.: la zia ha avvertito immediatamente il padre dell'accaduto e ha favorito gli incontri tra lui e la figlia presso l'abitazione di Collecchio. Al momento della prima visita del padre la minore ha espresso il desiderio di rimanere presso la zia. volontà che il padre ha rispettato dal momento che egli vive solo a Milano e durante la settimana lavora. Da tempo, infine, i rapporti col padre erano saltuari e legati alla " volubilità" della madre che li permetteva o li ostacolava senza tenere conto né delle disposizioni giudiziarie né dei bisogni della bambina. In queste tre settimane la figlia si è recata dal papà, a Milano, durante due fine settimana. A fronte della nostra perplessità circa la mancata segnalazione da parte dei familiari di B.M. alle Autorità Giudiziarie rispetto alla situazione di grave C.T.U. - DOCUMENTO LEGALE - PAGINA 12 pregiudizio in cui la bambina avrebbe vissuto per tanti anni, la sig.ra A. C. ha riferito che i nonni materni si sarebbero sostituiti alla signora C.S. fino all'epoca del loro decesso, avvenuta 7 anni fa. Ha riferito che le disponibilità economiche della sorella le hanno consentito di avvalersi di più avvocati che avrebbero sempre frenato la volontà del padre di produrre istanza di modifica dell'affidamento della bambina. Al termine del colloquio con la zia abbiamo accolto il desiderio di B.M. di essere ascoltata. B.M. è apparsa coerente nella descrizione e nel racconto di numerosi episodi, ha esternato la propria sofferenza rispetto ad una mancanza di riconoscimento della propria persona e identità. Ha riferito che in casa non poteva mai parlare, spesso la mamma la chiudeva a chiave in camera perché non doveva disturbare. B.M. ha raccontato la propria paura e il terrore che la mamma potesse picchiarla se non avesse fatto ciò che voleva lei. Ha espresso forte repulsione per il continuo abuso da parte della madre di sostanze alcoliche (vino), spesso portati da uomini che frequentavano la madre, di droghe, tranquillanti e pillole per dimagrire. Nei giorni precedenti il ricovero del 27/01/06 B.M. ha sentito spesso la mamma ripetere che voleva comprare una pistola e ha vissuto con il timore che potesse ucciderla. Non ha mai parlato con nessuno, né con il padre, né con gli insegnanti per paura. Solo nelle ultime settimane si è aperta con la zia alla quale avrebbe detto continuamente che "mamma sta male, il medico la può curare, ma il suo carattere è quello e nessuno glielo cambia". B.M. ha ripetuto più volte che la mamma l'avrebbe accusata di cose false senza alcun motivo plausibile. Ha riferito di non riuscire a dormire durante la notte perché la madre dormiva di giorno mentre lei era a scuola e di notte la C.T.U. - DOCUMENTO LEGALE - PAGINA 13 televisione era sempre accesa a tutto volume. Di notte è capitato che spaccasse la televisione con un bicchiere di vino oppure c'erano rumori dovuti alla presenza di qualcuno con la madre Ha riferito di una notte in cui la madre aveva lasciato aperte completamente tutte le porte, compresa quella d'ingresso, e le finestre ed era andata in Farmacia a comprare le pillole. La minore ha espresso profonda delusione rispetto al disinteresse della madre nei propri confronti, ella non l'avrebbe mai accompagnata a scuola, né avrebbe mai parlato con gli insegnanti; "non sa nemmeno che classe faccio". Ha riferito che era costretta a recarsi a scuola molto in anticipo e di dovere aspettare un'ora per l’apertura. "Ho dovuto farle da madre, le dicevo di non bere, di non prendere le pillole". Rispetto all'attuale permanenza presso la zia la minore ha detto: "mi sembra di vivere in una vera famiglia". La zia è rimasta sorpresa dalla capacità della bambina di esprimere con lucidità il disagio vissuto per anni. B.M. esprime ora la propria opinione e il suo pensiero e dice che ciò le sarebbe sempre stato negato dalla madre. La zia ha riferito di aver avuto in passato un rapporto con la nipote abbastanza superficiale, ciò nonostante è parsa consapevole delle sue esigenze, capace di accoglierla e proteggerla. Esprime la volontà di aiutare la sorella nel suo percorso di recupero e nel ripristino dei rapporti con la figlia. B.M. ha dichiarato che la mamma "rovina la vita a me come ha fatto con mia sorella" riferendosi ad E., oggi ventiduenne che vive a Roma. Anche la zia materna riferisce del rapporto disastroso tra la sig.ra A. C.S. e la figlia maggiorenne. La bambina nel corso dell'incontro si è mostrata visibilmente sofferente e angosciata all'idea del ritorno con la madre, ha detto "se mi obbligano a tornare C.T.U. - DOCUMENTO LEGALE - PAGINA 14 a Modena stavolta non ce la posso più fare. Sono troppi anni che sto soffrendo". Era spaventata dal "permesso sanitario" avuto dalla signora perché a suo parere la madre non avrebbe fatto più rientro in clinica e avrebbe impedito a chiunque di aiutarla. Nell'attesa di incontrare i due genitori ( col padre un incontro è previsto per domani, con la madre si attende il rientro presso la Clinica psichiatrica)e di comprendere quali siano le loro capacità e intenzioni si ritiene necessario un provvedimento urgente che protegga e tuteli la minore, salvaguardando l'attuale condizione di serenità di B.M.". ESAME PSICHICO La paziente accede al colloquio con andatura spedita, abbigliata in modo elegante con lunghi capelli fluenti. La mimica un po’ tesa, lo sguardo mobile ed attento. Piuttosto inquieta, collabora all’inizio di malavoglia all'indagine peritale e non allenta mai la sua guardia difensiva. Lucida ed orientata nel tempo e nello spazio, la p. non mostra grossolani disturbi della coscienza e della vigilanza. Interrogata sui fatti per cui si procede risponde in modo svogliato, talvolta elusivo, sostenendo la sua solita tesi difensiva già ribadita di fronte al Magistrato: ritiene ormai del tutto superfluo ripetersi. La sua memoria di fissazione e rievocazione appare integra, nonostante improvvise perplessità e qualche smagliatura di chiara matrice difensiva; quella di rievocazione è sufficientemente conservata. Anche il campo delle senso-percezioni è indenne. Non si apprezzano errori psicosensoriali. Non si possono escludere in passato (in occasione di abuso di sostanze). C.T.U. - DOCUMENTO LEGALE - PAGINA 15 L'ideazione, in genere apparentemente pigra, sembra improvvisamente risvegliarsi quando la p. è stimolata durante il colloquio peritale su particolari tematiche per lo più inerenti le sue vicende sentimentali: quasi una “telenovela”. Permane però sempre un costante atteggiamento di distacco e d'indifferenza nei confronti degli altri. Soggetto precocemente emancipato, la pz. presenta tuttora una personalità con tratti disarmonici: testarda, orgogliosa, diffidente, con esagerata autostima, ha imparato fin dall'infanzia a difendersi dal mondo (spesso ostile che lo circonda), ma spesso con mediocre potere critico e previsionale. Non a caso riferisce di essere stata sottoposta già a 15 anni ad un terribile stress per il sequestro di persona del padre Pur essendo ( a suo dire) scarsamente suggestionabile ha spesso finito per "cacciarsi nei guai" per motivi sentimentali. Facile è la sua tendenza alla deresponsabilizzazione, ma non al vittimismo. Infatti, il racconto delle sue turbolenze sentimentali ricalca in genere il motivo del “caso” o della "fatalità”, raramente della colpa degli altri", e non è permeato da autentiche tematiche deliranti di tipo persecutorio. Non si osservano disturbi di tipo dissociativo o compulsivo. L'affettività, invece, è piuttosto compromessa: l'umore è piuttosto labile, in genere disforico, tendenzialmente irritabile. La pz. nega in ogni caso la sua propensione a "scaldarsi facilmente", anche se qualcuno le pesta i piedi. Per lo più, lascia correre… I sentimenti sono, però, piuttosto sbiaditi, anche nei confronti delle due figlie: la grande, vivendo lontano col padre, le è del tutto sfuggita; della seconda sa poco, in quanto ci ha pensato la sorella C., dopo il suo ricovero, ad allontanarla da mesi… C.T.U. - DOCUMENTO LEGALE - PAGINA 16 Non sa ormai più nulla degli uomini importanti della sua vita, né sembra particolarmente interessata. Più validi sembrano, invece, i rapporti con la dinastia dei suoi bulldog, che convivono con lei e dai quali non si separa in pratica mai. Per fortuna ora c’è una coppia dello SRI LANKA che li accudisce anche in casa. Poverini, sono molto delicati e col caldo hanno bisogno di molta attenzione". Sostanzialmente indifferente alla perizia psichiatrica sembra subirla più che viverla. Una sorta di fastidio estivo. Minimizza, ma senza insistere, i suoi disturbi fisici che hanno recentemente minato la sua autonomia e nega di aver bisogno di cure. Anche se (a suo dire) segue scrupolosamente le cure dello psichiatra, queste non incidono granché sul suo stile di vita. Ogni tanto "anche se va in crisi", nega di aver fatto ultimamente abuso di sostanze. Per lei hanno rappresentato in passato un'esperienza alternativa gratificante, ma non si ritiene di certo una tossicodipendente. In quanto al suo presunto abuso di alcool, quasi indispettita, ammette solo di pasteggiare con ottimo Champagne. Preferibilmente in compagnia di amici. Infine, per quanto riguarda i suoi attuali problemi economici e patrimoniali si è trattato solo di una montatura in un periodo sfortunato… Si è sempre saputa e sa gestirsi magnificamente da sola. Come per tutto il resto, non ci sono problemi. Senso di colpa e di malattia, in fondo, non le sono proprio congeniali. DISCUSSIONE CLINICA E MEDICO-LEGALE Non è facile inquadrare sotto il profilo psichiatrico-forense il caso dell’A.. Si tratta nel caso specifico, di una donna di 42 anni, soggetto con personalità disarmonica, molto irrequieta, che ha cercato di rendersi presto autonoma assolvendo precocemente a compiti cui non era preparata. Dopo una serie di C.T.U. - DOCUMENTO LEGALE - PAGINA 17 complesse vicende familiari, ed aver avuto due matrimoni (con relativi divorzi e due figlie fuori dal matrimonio) è riuscita a sperperare una fortuna patrimoniale. L'anamnesi personale depone quindi per una sicura vulnerabilità psichica; non è invece presente una sicura noxa patogena di rilievo, (esogena od endogena), ai fini peritali, prima dell'abuso dell’alcool e di sostanze stupefacenti. L'attuale impegno epatico, in soggetto con epatopatia cronica C (e pregressa B) non giustificato da altre cause apparenti è stato probabilmente riesacerbato dall'azione tossico-dismetabolica dell’alcool, mentre è indubbio il danno psichico, (anomalie caratteriali, disturbi dell'affettività), accentuato dalla spiccata propensione per alcool e sostanze stupefacenti (abuso di sostanze secondo il DSM-IV) in una personalità di base certamente disturbata. A causa dell’anoressia ed il peggioramento psico-fisico dell’ultimo anno è stato necessario il suo ricovero presso la Clinica psichiatrica dell’Università di Modena in data 27.01.06, in regime di TSO, in seguito trasformato in volontario in data 2.02.06. Nel corso del ricovero le condizioni psicopatologiche sono andate progressivamente migliorando. Gli esami ematochimici hanno segnalato valori lievemente elevati di GGT e Fosfatasi Alcalina; HbcAb, HbeAb, Anticorpi anti virus Delta, Anti HCV positivi. HCV-RNA negativo; positività per cannabinoidi e cocaina; ANA Test: negativo. L’assetto ormonale ipofisario ha messo in evidenza ipopituitarismo di probabile genesi carenziale da tiamina (vitamina B1). Dimessa il 24.02.2006 con diagnosi di “Abuso di cannabis, cocaina e alcool; Disturbo affettivo (maniacale) da sostanze, Anoressia nervosa, Epatopatia cronica C, pregressa B” è stata seguita privatamente dal Dott. Vasta con Terapia a base di Depakin, Sereprile, Prozac. C.T.U. - DOCUMENTO LEGALE - PAGINA 18 Nel caso specifico si può, quindi, parlare in base ai dati anamnestici e clinici, di pregresso Abuso di cannabis, cocaina e alcool in un soggetto con Disturbo narcisistico di personalità (complicato da Disturbo affettivo maniacale da sostanze, Anoressia nervosa, epatopatia cronica C, pregressa B). Prima di affrontare la complessa tematica medico-legale mi sembra opportuno fornire qualche cenno esplicativo su tale disturbo strutturale della sua personalità F60.8 Disturbo Narcisistico di Personalità (301.81) (secondo il DSM-IV-TR). Caratteristiche diagnostiche La caratteristica essenziale del Disturbo Narcisistico di Personalità è un quadro pervasivo di grandiosità, necessità di ammirazione, e mancanza di empatia, che comincia entro la prima età adulta ed è presente in una varietà di contesti. Gli individui con questo disturbo hanno un senso grandioso di autostima. Essi abitualmente sovrastimano le proprie capacità, ed esagerano i propri talenti, apparendo spesso vanagloriosi e presuntuosi. Possono spensieratamente presumere che gli altri attribuiscano lo stesso valore ai loro sforzi, e possono risultare sorpresi quando non giungono le lodi che si aspettano e che sentono di meritare. Spesso nel giudizio esagerato dei propri talenti è implicita una sottostima (svalutazione) dei contributi di altri. Sono spesso assorbiti da fantasie di illimitati successo, potere, vivacità, bellezza, o di amore ideale. Possono rimuginare sul "ritardo" di ammirazione e privilegi, e paragonarsi favorevolmente con persone famose o privilegiate. Gli individui con Disturbo Narcisistico di Personalità credono di essere superiori, speciali o unici, e si aspettano che gli altri li riconoscano come tali. Possono pensare di dover frequentare o di sentirsi capiti solo da persone C.T.U. - DOCUMENTO LEGALE - PAGINA 19 speciali o di condizione sociale elevata, e possono attribuire qualità di "unico", "perfetto", o "dotato" a coloro che frequentano. Gli individui con questo disturbo credono che le loro necessità siano speciali e al di fuori della comprensione delle persone ordinarie. La loro autostima è aumentata (cioè, "rispecchiata") dal valore idealizzato che attribuiscono a coloro che frequentano. Sono inclini ad insistere per avere soltanto le persone più importanti (medico, avvocato, parrucchiere, istruttore), ad affiliarsi alle "migliori" istituzioni, ma possono svalutare le credenziali di chi li delude. Gli individui con questo disturbo generalmente richiedono eccessiva ammirazione. La loro autostima è quasi invariabilmente molto fragile. Possono preoccuparsi di quanto si stanno comportando bene e di quanto siano giudicati favorevolmente dagli altri. Questo spesso si trasforma nella necessità di costante attenzione e ammirazione. Possono aspettarsi che il loro arrivo sia accolto con grandi feste, e sono stupiti se gli altri non bramano ciò che essi possiedono. Possono costantemente ricercare complimenti, spesso con gran fascino. È evidente un senso di diritto, nelle aspettative di questi individui, di trattamenti speciali. Si aspettano di essere soddisfatti, e quando questo non accade sono sconcertati e furiosi. Questo senso di diritto insieme alla mancanza di sensibilità per i desideri e le necessità degli altri possono sfociare nello sfruttamento degli altri cosciente o involontario. Si aspettano che sia loro data qualsiasi cosa vogliono, o di cui sentono di avere bisogno. Per esempio, questi individui possono aspettarsi grande dedizione dagli altri, e possono abusarne senza riguardo per le conseguenze sulle loro vite. Tendono a formare amicizie o relazioni sentimentali solo se sembra che l'altra persona possa favorire i loro propositi, o altrimenti se ciò aumenta la loro C.T.U. - DOCUMENTO LEGALE - PAGINA 20 autostima. Spesso usurpano privilegi speciali e risorse straordinarie che credono di meritare perché sono così speciali. Gli individui con Disturbo Narcisistico di Personalità generalmente mancano di empatia, e hanno difficoltà a riconoscere i desideri, le esperienze soggettive e i sentimenti degli altri.. Possono presumere che gli altri siano totalmente assorbiti dal loro benessere. Tendono a discutere le proprie preoccupazioni con dettagli inappropriati e prolissi, mentre sono incapaci di riconoscere che anche gli altri hanno sentimenti e necessità. Sono spesso sprezzanti e impazienti con altri che parlano dei propri problemi e preoccupazioni. Quando vengono riconosciuti, i bisogni, i desideri o i sentimenti degli altri possono essere visti in modo denigratorio, come segni di debolezza o vulnerabilità. Chi si pone in relazione con gli individui con Disturbo Narcisistico di Personalità tipicamente trova freddezza emotiva e mancanza di interesse reciproco. Questi individui sono spesso invidiosi degli altri, o credono che gli altri siano invidiosi di loro Possono invidiare agli altri successi e proprietà, sentendo di meritare di più quei risultati, ammirazione o privilegi. Possono svalutare aspramente i contributi di altri, particolarmente, quando quegli individui hanno ricevuto riconoscimento o lode per i loro successi. Comportamenti arroganti e superbi caratterizzano questi individui. Spesso manifestano un atteggiamento snob, sdegnoso, o condiscendente. Per esempio, un individuo con questo disturbo può lamentarsi della "scortesia" o "stupidità" di un cameriere maldestro, o concludere una visita medica con una valutazione condiscendente del medico. JASPERS ha affermato che si tratta di persone che vogliono comparire più di quello che sono. Weibrecht, nel suo classico Trattato di psichiatria, inserendoli tra le personalità psicopatiche, li ha definiti “avidi di considerazione”: spesso essi vogliono essere di più o diversi da quello che possono essere. Da ciò C.T.U. - DOCUMENTO LEGALE - PAGINA 21 derivano i più svariati conflitti; non senza ragione questi soggetti sono persone artificiose, fittizie, dalla sola facciata, mancanti di un nucleo, dietro i numerosi e mutevoli drappeggi ed è stata sottolineata la loro non-verità. Desiderosi di essere ammirati, di mettersi ad ogni costo in vista; sono facilmente colpiti da « fenomeni di carenza ». A suo avviso, fra gli avidi di sentirsi valorizzati, dotati di vivace intelligenza e di cultura, si trovano talora degli “uccelli del paradiso” dall'apparenza affascinante, che sono in realtà inattendibili e incapaci di legare autenticamente. Manifestazioni e disturbi associati La vulnerabilità dell'autostima rende l'individuo con Disturbo Narcisistico di Personalità molto sensibile alle "ferite" dovute alle critiche o alla frustrazione. Sebbene possano non dimostrarlo esternamente, la critica può tormentarli, e può lasciarli umiliati, avviliti, vanificati e svuotati. Possono reagire con sdegno, rabbia, o contrattaccare con insolenza. Tali esperienze spesso conducono a ritiro sociale, o ad una parvenza di umiltà che può mascherare e proteggere la grandiosità. Le relazioni interpersonali sono tipicamente compromesse a causa dei problemi derivati dalle pretese, dalla necessità d’ammirazione, e dal relativo disinteresse per la sensibilità degli altri. Sebbene l'ambizione arrogante e la sicurezza possano portare a risultati elevati, le prestazioni possono essere distrutte dall'intolleranza alla critica o alla sconfitta. Talvolta il funzionamento professionale può essere molto basso, riflettendo l’avversione ad accettare il rischio in situazioni competitive o di altro tipo nelle quali è possibile una sconfitta. Sentimenti persistenti di vergogna o di umiliazione, e l'autocritica che li accompagna, possono associarsi con ritiro sociale, umore depresso e Disturbo Distimico o Depressivo Maggiore. Al contrario, periodi prolungati di grandiosità possono associarsi con un umore ipomaniacale. Il Disturbo Narcisistico di C.T.U. - DOCUMENTO LEGALE - PAGINA 22 Personalità è anche associato con l'Anoressia Nervosa e con i Disturbi Correlati a Sostanze (specialmente con la cocaina). I Disturbi di Personalità Istrionico, Borderline, Antisociale e Paranoide possono risultare associati con il Disturbo Narcisistico di Personalità. Tipi del genere sono facilmente esposti al pericolo dell’abuso d’alcol o di sostanze quando gli insuccessi, le delusioni o l'incombente vecchiaia fa trapelare la vera situazione o quando, anche temporaneamente, si rendono conto della loro realtà a forza di delusioni. Diagnosi differenziale La caratteristica più utile nel discriminare il Disturbo Narcisistico di Personalità dai Disturbi Istrionico, Antisociale e Borderline di Personalità, i cui stili interattivi sono rispettivamente frivolo, insensibile, e bisognoso, è la grandiosità caratteristica del Disturbo Narcisistico di Personalità. La relativa stabilità dell'immagine di sé, così come anche la relativa mancanza d’autodistruttività, impulsività e preoccupazioni d’abbandono, aiutano a distinguere il Disturbo Narcisistico di Personalità dal Disturbo Borderline di Personalità. L'eccessivo orgoglio per i successi, una relativa mancanza di manifestazioni emotive, e il disprezzo per la sensibilità degli altri, aiutano a distinguere il Disturbo Narcisistico di Personalità dal Disturbo Istrionico di Personalità. Sebbene gli individui con i Disturbi Borderline, Istrionico e Narcisistico di Personalità possano richiedere molta attenzione, quelli con Disturbo Narcisistico di Personalità specificatamente richiedono il desiderio di essere ammirati. Gli individui con i Disturbi Antisociale e Narcisistico di Personalità condividono una tendenza ad essere testardi, disinvolti, superficiali, sfruttatori e non empatici. In ogni modo, il Disturbo Narcisistico di Personalità non include necessariamente caratteristiche di impulsività, aggressività e disonestà. La sospettosità e il ritiro sociale di solito di- C.T.U. - DOCUMENTO LEGALE - PAGINA 23 stinguono quelli con Disturbo Schizotipico o Paranoide di Personalità da quelli con Disturbo Narcisistico di Personalità. Quando queste qualità sono presenti in individui con Disturbo Narcisistico di Personalità, derivano principalmente dal timore che vengano rilevati imperfezioni o difetti. La grandiosità può emergere come parte di Episodi Maniacali o Ipomaniacali, ma l'associazione con l'alterazione dell'umore o la compromissione funzionale distinguono questi episodi dal Disturbo Narcisistico di Personalità. Il Disturbo Narcisistico di Personalità deve essere distinto da una Modificazione della Personalità Dovuta ad una Condizione Medica Generale, nella quale i tratti emergono a causa degli effetti diretti di una condizione medica generale sul sistema nervoso centrale. Deve anche essere distinto dai sintomi che possono svilupparsi in associazione con l'uso cronico di sostanze (per es., Disturbo Correlato a Cocaina). Tornando al caso dell’A., un simile Disturbo di personalità, certamente strutturato da molto tempo, ed aggravato dall’uso o abuso d’alcool e sostanze stupefacenti, ha inciso negativamente sulla sua capacità d'autodeterminazione, rendendola progressivamente più suggestionabile nei confronti di amici non disinteressati e nello stesso tempo refrattaria a curarsi (nonostante i suoi reiterati tentativi e promesse). Più agevole appare quindi la valutazione medico-legale della capacità di agire dell’A., poiché, alla presenza del quadro clinico di fondo, vi è una compromissione della sua capacità di intendere e di volere tale da giustificare, il provvedimento di un Amministratore di Sostegno, ai sensi della L. 6/2004, art. 1. Infatti, tale provvedimento è a mio parere l'unica possibilità tutelativa temporanea nei confronti della A. onde impedire che una sua eventuale C.T.U. - DOCUMENTO LEGALE - PAGINA 24 "gestione" autonoma, abbia per lei ( e per la figlia minore) ripercussioni a livello personale e patrimoniale sfavorevoli nel presente e nell’immediato futuro. Senza dimenticare che nel caso specifico le ragioni dell’assistenza, nonostante il miglioramento psico-fisico evidenziato negli ultimi mesi sembrano ancora prevalere su quella della rappresentanza. Di qui, l’importanza della scelta ad hoc dell’Amministratore di Sostegno per meglio conciliare le esigenze giuridiche con quelle terapeutiche. Infatti, nel presupposto che la L. 6/2004 privilegi la tutela della persona su quella del patrimonio, tale scelta, a mio avviso, è condizionata dall’esigenza di non scompensare il precario equilibrio psichico della A.. Per tale motivo, la figura dell’Amministratore di Sostegno, almeno nel periodo iniziale, non dovrebbe essere percepita come ostile dalla beneficiaria; e difficilmente potrebbe ricoprirne il ruolo la sorella ricorrente (già da lei disconosciuta): “semplicemente non l’accetterebbe”. Al contrario, la presenza di una figura da lei ritenuta affettivamente più rassicurante sul piano assistenziale o almeno neutra, potrebbe essere meglio accettata dall’A. (che appare tuttora velleitaria nel voler gestire da sola il suo patrimonio) e probabilmente fornire migliori garanzie di tutela alla persona ed al patrimonio della beneficiaria. Trattandosi di soggetto ad alto rischio di recidive (con grave nocumento del suo residuo asse patrimoniale e soprattutto nei confronti della figlia minore, T. B.M.) il cui consenso informato ad un adeguato trattamento socio-sanitario protratto nel tempo è, per forza di cose, quanto mai effimero; sottoposto, di fatto, ad un regime di DOPPIA DIAGNOSI di pregresso “Abuso di cannabis, cocaina e alcool” e “Disturbo narcisistico di C.T.U. - DOCUMENTO LEGALE - PAGINA 25 personalità” con le sequele somatiche e distimiche correlate in soggetto con Epatopatia cronica C, pregressa B (che prevede a sua volta complesse esigenze terapeutiche e duplice intervento assistenziale, alcotossicologico e psichiatrico), mi sembra doveroso segnalare, che l’eventuale provvedimento di tutela temporanea ai sensi della L. 6/2004, art. 1, per avere un’autentica efficacia, debba essere normato ancora in modo piuttosto rigido (soprattutto per la rappresentanza) e presupponga cautelativamente una durata non inferiore ad un anno. D. S. M. - IV VALUTAZIONE MULTIASSIALE ASSE I DISTURBI CLINICI Abuso di cannabis, cocaina e alcool (ICD-9 305.21; 305.61; 305.01), Disturbo affettivo (maniacale) da sostanze (ICD-9 296.43), Anoressia nervosa (ICD-9 307.1), ASSE II DISTURBI DI PERSONALITA' F60.8 Disturbo Narcisistico di Personalità (301.81) ASSE III CONDIZIONI MEDICHE GENERALI, (CODICI ICD-9) Epatopatia cronica C, pregressa B (ICD-9 070.54). ASSE IV PROBLEMI PSICOSOCIALI ED AMBIENTALI Perdita parziale dell'autonomia fisica; dissesto patrimoniale; ASSE V VALUTAZIONE GLOBALE DEL FUNZIONAMENTO LAVORATIVO, (S.V.G.F.S.L.): 55 (attuale); 40 (anno scorso). C.T.U. - DOCUMENTO LEGALE - PAGINA 26 SOCIALE E CONCLUSIONI A. C.S. affetta da “pregresso Abuso di cannabis, cocaina e alcool in un soggetto con Disturbo narcisistico di personalità (complicato da Disturbo affettivo maniacale da sostanze, Anoressia nervosa, epatopatia cronica C, pregressa B, ipopituitarismo), si trova, per infermità, in modo temporaneo, nelle condizioni previste dall’art. 1, L. 6/2004. Per le complesse esigenze terapeutiche e duplice intervento assistenziale (tossicologico e psichiatrico) dovuti all’attuale DOPPIA DIAGNOSI di “pregresso Abuso di cannabis, cocaina e alcool” e “Disturbo narcisistico di personalità” con sequele somatiche correlate, mi sembra doveroso segnalare, che l’eventuale provvedimento di tutela temporanea ai sensi della L. 6/2004, art. 1, per avere un’autentica efficacia, debba essere normato ancora in modo piuttosto rigido (soprattutto per la rappresentanza) e preveda cautelativamente una durata non inferiore ad un anno. MODENA, 7.08.2006 IL CONSULENTE TECNICO D'UFFICIO (DR. CARLO ALBERTO RONCO) C.T.U. - DOCUMENTO LEGALE - PAGINA 27