DR. CARLO ALBERTO RONCO
MEDICO-CHIRURGO
Spec. in PSICHIATRIA
Spec. in MEDICINA LEGALE e delle ASSICURAZIONI
TRIBUNALE di MODENA
CONSULENZA TECNICA MEDICO-LEGALE D'UFFICIO
in tema di L. 6/2004
relativa alla CAUSA CIVILE promossa da
A.C., T.E.
L.M., RICORRENTI
(Avv. M.G. SCACCHETTI)
contro
A. C.S., BENEFICIARIA
(Avv. ti M. GROSOLI, S. LAURIA)
su
A.C.S.
G. Tut. : Dott. STANZANI
Causa civile
A./ A.
L. 6/2004
R.G. n. c. 1313/2006
Conferimento incarico: 6.07.2006
41100, (MO) - Corso Canal Chiaro, n. 26, Scala C - Tel. 059/211524
C.F. RNC CLL 46R12 C983G e-mail: [email protected] P. IVA 00380360362
I fatti e le ragioni della seguente
Consulenza medico-legale e psichiatrica d'Ufficio.
Le signore A. C., nata a Milano il 26.06.1954, residente in Collecchio di Parma,
T.E. L.M., nata a Roma il 25.11.1983, residente in Roma, nella loro qualità
rispettivamente di sorella e figlia della signora A. C.S., nata a Milano il
04.05.1964, residente in Modena, Piazza Mazzini n. 40, tel. 059/24.48.04,
rappresentate e difese nel presente giudizio dall'Avv. Maria Grazia Scacchetti,
elettivamente domiciliate presso il suo studio in Modena, Via Modonella n. 80, tel.
059/24.31.57
premesso che

“la sig.ra A.C.S., di anni 41, da circa dieci anni risiedeva nella città di
Modena, unitamente alla figlia T. B.M. (nata a Milano il 3.10.1993), avuta da
una relazione sentimentale con il sig. T. Antonio ai tempi in cui la stessa risiedeva
a Milano;

la sig.ra A. da molti anni soffriva, con intensità variabile, di disturbi dovuti
alla dipendenza da sostanze stupefacenti ed alcoliche che non le consentiva più
di provvedere alla cura dei propri interessi ed affari, né di mantenere rapporti
affettivi stabili con i suoi familiari, tanto meno con la figlia minore B.M.;

la signora A. C., infatti, già a partire dagli anni ottanta, aveva pressoché
costantemente fatto uso di droghe, alcool e farmaci di varia natura, dei quali era
progressivamente diventata dipendente e consumatrice abituale.

già in passato, più di una volta, la sig.ra A. era stata ricoverata in cliniche
private per tentare percorsi di disintossicazione che mai si erano conclusi con
definitivo successo; l'abuso di tali sostanze aveva portato la signora A. a tenere
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una condotta disdicevole sotto molteplici aspetti, tra cui in primis quello relativo
al comportamento nei confronti dei suoi prossimi congiunti, nonché, sotto il
profilo economico, alla totale noncuranza nei confronti del denaro;

riguardo a quest'ultimo aspetto, è bene sottolineare come la signora A.
proveniva da una famiglia piuttosto facoltosa. Alla morte dei genitori, avvenuta a
breve distanza l'uno dall'altra (il padre era deceduto nell'agosto del 1998 e la
madre nel febbraio del 1999), la medesima si era, pertanto, trovata a gestire una
ricchezza personale di alcune decine di milioni di euro, tra beni immobili, liquidità, azioni ed obbligazioni, gioielli ed opere d'arte di ingente valore;

la sregolatezza di vita tenuta dalla sig.ra A. C.S. aveva portato alla
drammatica conseguenza che ella, con sempre più rilevanti
quanto
ingiustificati esborsi mensili di decine di migliaia di euro, aveva pressoché
esaurito tutto il patrimonio di provenienza ereditaria;

la sig.ra A. risultava essere ancora proprietaria praticamente solo
dell'unità immobiliare dove viveva (pur di rilevante valore), sita in Modena, Piazza
Mazzini n. 40, oltre ad alcuni appartamenti in città, in corso di cessione, il cui
ricavato, peraltro, sarebbe stato appena sufficiente per estinguere i debiti
contratti dalla stessa con alcuni Istituti di credito cittadini;

la signora A. C.S. non aveva mai lavorato e, per indole, aveva sempre
avuto un rapporto difficile con le questioni economiche, non essendosi di fatto mai
preoccupata della congruità tra spese e disponibilità, dilapidando così nel corso
degli anni l'intero suo patrimonio ...

all'origine di tali difficoltà vi era sempre stata l'incapacità della sig.ra
A. di adeguare le proprie uscite alle effettive disponibilità presenti in banca, sino ad
accumulare rilevantissimi scoperti di conto corrente, poi ripianati con la vendita
di qualche bene mobile od immobile… praticamente tutti gli assegni erano stati
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emessi a vuoto (molti di questi erano stati poi coperti dopo la presentazione, per
evitare il protesto, con fondi ricevuti dalla sorella sig.ra A. C., altri, erano stati
protestati;

…anche le operazioni immobiliari che la sig.ra A. C.S. aveva tentato di
porre in essere in questi anni per impedire di dilapidare completamente la propria
ricchezza non erano andate a buon fine; nel corso del 2003, la sig.ra A. C.S. aveva
stipulato un contratto preliminare per l'acquisto di n. 5 appartamenti in corso di
edificazione in provincia di Modena del valore complessivo di circa
1.500.000,00 euro, con l'intento di rivenderli in un secondo momento, speculando
sul maggior prezzo; dopo aver pagato la prima delle rate pattuite (di 400.000,00
euro circa), la medesima, a causa delle centinaia di migliaia di euro nel
frattempo spesi non si sa come, non era più stata in grado di adempiere alle
ulteriori obbligazioni assunte e si era vista costretta a risolvere consensualmente
il contratto con una perdita netta di circa 200.000,00 euro…

Quanto sinora esposto dimostrava inequivocabilmente l'incapacità della
signora A. nella gestione dei propri rapporti patrimoniali, di qualunque genere e
natura, e di conseguenza l'inidoneità alla tutela e salvaguardia dei propri
interessi economici, e (soprattutto) di quelli della figlia; essendo la signora A.
genitore esclusivamente affidataria della figlia dodicenne T. B.M., con
conseguente compito di gestire anche la situazione economica-finanziaria della
minore, che era titolare di un proprio ingente patrimonio (di alcuni milioni di
euro) lasciatole dai nonni materni… non poteva sottacersi il rischio, anche solo
potenziale, qualora l'amministrazione dei beni della minore continuasse ad essere
affidata alla signora A.;

la già difficile situazione nella quale si trovava la sig.ra A. aveva subito
ultimamente un deciso tracollo dovuto alla sempre più invasiva dipendenza da
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sostanze stupefacenti ed alcoliche; in particolare, in data 27 gennaio 2006, in
occasione di una delle numerose crisi nelle quali sempre più spesso era di
recente incorsa la sig.ra A., per impedirle di compiere gesti drammatici (più
volte minacciati) e per salvaguardare la salute psico-fisica della figlia (allora con
lei residente), si era reso necessario l'intervento della forza pubblica la quale
aveva sottoposto la medesima a TSO (trattamento sanitario obbligatorio) per cui
era stata ricoverata presso il Policlinico di Modena, Reparto Diagnosi e Cura ,
per circa un mese (sino al 24 febbraio 2006);

…la Responsabile dell'Area Età Evolutiva Educativa Territoriale e
sostegno alla Genitorialità, Dott. ssa Rita Bondioli, con comunicazione del
20.2.2006 aveva segnalato alla Procura presso il Tribunale per i Minorenni ai
sensi dell'art. 403 c.c. la sistemazione della minore B.M. T. alla zia C. A.…

in esito alle risultanze delle suddette indagini e previa acquisizione
dell'istanza del Procuratore della Repubblica del 21.02.2006, il Tribunale per i
Minorenni, con decreto provvisorio del 3.04.2006, in via provvisoria ed
urgente aveva sospeso la sig.ra A. C.S. dalla potestà sulla figlia ed aveva
affidato la minore al Comune di Modena collocandola presso la zia materna a
Parma, dove la minore risiedeva da oltre tre mesi ed aveva ripreso a frequentare
la scuola…

in conclusione, stante le patologie sopradescritte afferenti la persona
della signora A. C.S., ritenendo che la stessa non fosse in grado di provvedere alla
cura dei propri affari e all'espletamento di tutte quelle attività necessarie alla
gestione del patrimonio”,
in data 8.05.2006 ricorrevano presso il Giudice Tutelare del Tribunale di
Modena, affinché, volesse provvedere alla nomina di un Amministratore di
Sostegno in favore della signora A. C.S., conferendo all'Amministratore di
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sostegno così nominato tutti i poteri tanto di ordinaria che di straordinaria
amministrazione sul patrimonio mobiliare ed immobiliare della beneficiaria.
Nell’udienza del 6.07.2006, la beneficiaria interrogata dal Dott. STANZANI,
Presidente-Giudice Tutelare del Tribunale di Modena, dichiarava di “opporsi
nel modo più assoluto al procedimento, ritenendosi in grado di autodeterminarsi
pienamente sulla gestione del patrimonio; che i rapporti con la figlia maggiore
erano molto allentati; che il fatto che il Tribunale dei minori di Bologna le avesse
tolto la potestà sulla figlia minore le precludeva qualsiasi gestione od interferenza
sul patrimonio di quest’ultima”. Aggiungeva che “era vero che in un periodo
particolarmente delicato della sua vita aveva fatto uso di stupefacenti ma che
l’episodio era chiuso; non faceva più uso di stupefacenti o abuso di alcool e
seguiva una terapia per evitare di ricadere in situazioni del genere; che era
proprietaria dell’appartamento in cui abitava a Modena e non aveva altri
immobili; possedeva oggetti di valore (quadri, gioielli) nonché importi liquidi
intorno ai 100.000 euro ma di cui non ricordava l’importo preciso”.
Nella stessa udienza del 6.07.2006 il Dott. STANZANI, avendo disposto
Consulenza Tecnica medico-legale d'Ufficio, pose a me Dott. Carlo Alberto
Ronco, Psichiatra e Medico Legale, dopo il giuramento di rito, il seguente
quesito:
“Descriva il C.T.U. quale siano allo stato attuale le capacità di autodeterminarsi
della persona tanto con riferimento ai comportamenti del vivere corrente quanto
alla scelta di gestione del suo patrimonio; specifichi se sia o meno opportuna
sempre nella logica della persona stessa che venga limitata alla sig.ra A. C.S. la
capacità di agire ed in caso di risposta affermativa per quali atti o serie di atti e
con quali modalità (assistenza o per rappresentanza)”.
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Al C.T.U. fu concesso termine fino al 10.08.2006 per l’espletamento della C.T.U.
e consegnati in visione i fascicoli processuali; in seguito furono comunicate le
nomine della Dott. ssa M. G. Ciliberti a CTP dei ricorrenti e del Dott. A. Vasta
a CTP della beneficiaria.
Il Dott. A. Vasta, psichiatra della beneficiaria, interrogato in data 13.07.2006
dal Dott. STANZANI così rispose: “…conobbi l’A. nel gennaio di quest’anno
quando fu ricoverata coattivamente. Presentava due sindromi: maniacale, la
prima,
la cui manifestazione più evidente era quella di un disordine
comportamentale nel rapporto col danaro; anoressica, la seconda, che per essere
usualmente tipica dell’età giovanile aveva caratteristiche abbastanza anomale.
Avvenne che entrambe le sindromi fossero molto legate ad uso di cocaina e
seppure con minore incidenza ad abuso d’alcool. Il ricovero durato un mese circa
ebbe l’esito di portare ad un sostanziale azzeramento delle sindromi,
dimostrazione questa del fatto di quanto erano state connesse all’uso di cocaina e
di alcool. Finito il ricovero ho seguito privatamente l’A. che vedo mediamente per
poco più di un’ora ogni 2-3 settimane. La persona sta mantenendo l’equilibrio
raggiunto all’esito del ricovero, sicché ipotizzo che non continui a fare uso di
cocaina o abuso d’alcool. Siamo in presenza di un soggetto con un’indubbia
labilità caratteriale strutturale che, lo dice l’esperienza , tende a tradursi nella
ricerca di emozioni forti ed improvvise; questa persone tendono a manifestare
reazioni depressive da cui è usuale che cerchino di uscire facendo uso di
sostanze eccitanti”.
Previo avviso delle parti, l'indagine peritale ha avuto inizio, in data 15.07.2006 e
sono proseguite in data 19 e 22.07.2006, alla presenza della Dott. ssa M. G.
Ciliberti, presso l’abitazione della beneficiaria.
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ANAMNESI
L’anamnesi è stata desunta dai dati biografici raccolti dalla viva voce della
P. e dalla documentazione clinica agli atti.
FAMILIARE: nucleo familiare d’origine piacentino. Il padre, industriale, è
deceduto a 77 anni (nell'agosto del 1998) per neoplasia; la madre, pensionata, è
deceduta a distanza di pochi mesi, a 74 anni, nel febbraio del 1999. La sorella,
primogenita, C., vivente, in b. c. g.
FISIOLOGICA: secondogenita di due figlie, nata a termine da parto eutocico, ha
avuto i primi atti psicofisici di norma.
Scolarità: diploma di maturità classica.
Coniugata e divorziata due volte, ha avuto le due figlie (E., nata nel 1983 e B.M.,
nata nel 1993), fuori del matrimonio ma regolarmente riconosciute. Benestante,
casalinga non ha dovuto mai espletare attività lavorative. Abuso di potus e
occasionalmente di sostanze (cannabis, cocaina).
PATOLOGICA
Ricorda i comuni esantemi infantili. Riferisce di essere stata appendicectomizzata
nell’infanzia ed isterectomizzata per fibromatosi uterina. Epatopatia cronica C,
pregressa B in età imprecisata.
Indicativo è quanto emerge dalla documentazione clinica.
1. 27.01/24.02.2006 Università di Modena, Clinica Psichiatrica
“… si dimette in data 24/02/06 la sig.ra C.S. A. ricoverata in Psichiatria 1, in data
27/01/06, in regime di TSO poi trasformato in volontario in data 02/02/06 e
dimessa con diagnosi di
Abuso di cannabis, cocaina e alcool (ICD-9 305.21; 305.61; 305.01),
Disturbo affettivo (maniacale) da sostanze (ICD-9 296.43),
Anoressia nervosa (ICD-9 307.1),
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Epatopatia cronica C, pregressa B (ICD-9 070.54).
Nel
corso
del
ricovero
le
condizioni
psicopatologiche
sono
andate
progressivamente migliorando. La pz. si presenta lucida, vigile, orientata e
collaborante. Il tono dell'umore appare ora eutimico. Non alterazioni a carico
della forma o del contenuto del pensiero, né errori dispercettivi. Buoni il ritmo
sonno-veglia. La paziente si presenta motivata a proseguire le cure a domicilio e
ha optato di essere seguita dal Dott.Vasta in libera professione.
Durante la degenza è stata eseguita consulenza gastroenterologica che ha
consigliato EGDS che la pz. ha rifiutato; è stata inoltre consigliata ecografia
addome completo e color-doppler. È stata eseguita consulenza endocrinologica
che ha messo in evidenza un ipopituitarismo verosimilmente causato dallo stato
carenziale della paziente.
Sono stati eseguiti i seguenti accertamenti:
Esami ematochimici: si segnalano valori lievemente elevati di GGT e Fosfatasi
Alcalina; RPR e TPHA: negativi;ECG: tachicardia sinusale.
Diagnostica epatiti: HbcAb, HbeAb, Anticorpi anti virus Delta, Anti HCV
positivi. HCV-RNA negativo.
Tossicologico urine (ingresso): positività per cannabinoidi e cocaina
ANA Test: negativo. Assetto ormonale ipofisario: ipopituitarismo.
A domicilio si consiglia di proseguire con la seguente terapia: Depakin chrono
500: 1 compressa ore 8-21 Sereprile: 1 compressa ore 8-14, Nozinan 100 mg: 1
compressa ore 21”.
2. 20.02.2006 Comune di Modena, Settore Politiche sociali e sanitarie
Richiesta di TSO: Oggetto: segnalazione Alla Procura della Repubblica Presso il
Tribunale per i Minorenni Bologna. Grave pregiudizio della minore T. B.M., nata
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a Milano in data 3.10.1993. Con rif. al decreto del 28/03/01.Prot. 326/00 1263
Cron.
“Con la presente siamo a comunicarvi che codesto Servizio Sociale è stato
contattato telefonicamente in data 6.02.2006 dalla Dott. ssa Po’ del Reparto di
Diagnosi e Cura del Policlinico di Modena rispetto alla segnalazione del ricovero
della sig.ra A. C.S., nata a Milano il 04.05.1964, madre della minore T. B.M..
Tale ricovero avvenuto in data 27.01.2006 con trattamento sanitario obbligatorio,
in seguito divenuto volontario, è stato richiesto dalla zia materna della minore,
sig.ra A. C., dopo aver ricevuto una telefonata della nipote che riferiva di essere
stata cacciata dalla casa dalla madre, fuori di sé. B.M. aveva espresso forte
preoccupazione circa le condizioni psico-fisiche della mamma già
telefonicamente alla zia nei giorni precedenti; tuttavia in data 27 gennaio la
situazione che si presentava era drammatica. La sig.ra A. C. si recava quindi
presso il Servizio di Salute Mentale per richiedere un intervento d'urgenza
dopo aver constatato di persona le condizioni della sorella. La sig.ra A. C.S.
appariva visibilmente sottopeso e " in preda ad un delirio". A1 momento
dell'arrivo del Simap e del Corpo della Polizia Municipale era presente
anche l'avvocato di famiglia, Dott. Bertelli Gianluca. Come si evince dal verbale
del Corpo di Polizia Municipale, la minore è stata affidata temporaneamente
alla zia, sig.ra A. C. ( nata a Milano il 26/06/54) residente a Collecchio C.A.P.
43044 (Parma) in Strada Provinciale per Sala Bagazza, n. 13. La sig.ra A. vive
con il marito e tre figli rispettivamente di 18, 24 e 29 anni.
Dopo alcuni giorni di ospitalità della nipote, su espresso desiderio della madre,
La sig.ra A. C. ha provveduto a garantire la frequenza scolastica di B.M.. La
minore è stata così trasferita dalla Scuola Media privata Sacro Cuore di Modena ed
iscritta presso una scuola media del luogo in seconda classe. Ai momenti
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l'indirizzo della scuola non è stato ancora comunicato alla madre di B.M. al fine
di salvaguardare la serenità della nipote.
In data 07/02/06 e in data 16/02/06 la scrivente ha contattato i medici che
hanno in cura la sig.ra A., Dott. ssa Po' e Dott. Vasta i quali riferiscono di
disturbi alimentari e tossicofilia. In data odierna gli stessi hanno comunicato che
è stato concesso alla sig.ra A. un permesso di due giorni e dovrebbe rientrare in
reparto sabato alle ore 16.30.
Tale permesso e l'avvicinarsi delle dimissioni da Diagnosi e Cura ha indotto
l'avvocato Bertelli Gianluca, avvocato di famiglia della stessa signora C.S., in
data 15/02/06 a prendere contatto con questo Servizio segnalando la ferma
intenzione della piccola B.M. di non rientrare a Modena presso la madre e la
condizione di grave rischio per l'incolumità psico-fisica della bambina qualora
fosse stata costretta a ricongiungersi con lei. L'avvocato ha altresì riferito che la
signora C.S. avrebbe espresso l'intenzione di riprendersi Bianca al più presto.
Al fine di comprendere la reale situazione della minore, il Servizio scrivente ha
convocato in data 16/02/06 la zia materna sig.ra A. C. e la minore stessa. La
signora C. ha brevemente esposto la condizione della sorella C.S. riferendo
che abuserebbe di psicofarmaci e di sostanze stupefacenti e alcoliche fin
dall'adolescenza alternando periodi di maggior controllo e di stabilità ad altri in
cui emergono gravi problemi d’equilibrio psicologico. Ella ha riferito quindi di
essersi assunta la responsabilità della segnalazione rispetto al ricovero coatto
al fine di aiutare la sorella e tenuto conto del grave pregiudizio nei confronti della
nipote che è apparsa impaurita e terrorizzata al momento dell'arrivo della zia,
pregandola di non abbandonarla.
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Dopo una prima visita in clinica e alcune telefonate successive, la sig.ra A. C.
ha affermato che la sorella avrebbe espresso il desiderio di non volerla più
sentire telefonicamente, né vederla.
L'avvocato di famiglia, sentito telefonicamente dalla sig.ra A. C., avrebbe riferito
che la sig.ra C.S. nella mattinata odierna si sarebbe rivolta a lui per chiedere
soldi, mentre non avrebbe chiesto notizie della figlia. La sorella ha chiarito che
non intende ostacolare i rapporti madre - figlia, né intende presentare istanza a
codesto Tribunale rispetto all'affidamento di B.M..
Essa riconosce che adesso non sia possibile pensare ad un rientro di B.M.
presso la madre e che l'attuale situazione possa essere tutelante nell'attesa delle
determinazioni del T. M. A questo proposito riferisce che il padre, signor T., ha
presentato istanza urgente di affido. A parere della zia la disponibilità della
propria famiglia, la consensualità del padre e la piena adesione della bambina
all'affido presso gli zii garantiscono una condizione di tutela per la minore stessa.
La signora C. riferisce di ottimi rapporti con il padre di B.M.: la zia ha avvertito
immediatamente il padre dell'accaduto e ha favorito gli incontri tra lui e la figlia
presso l'abitazione di Collecchio. Al momento della prima visita del padre la
minore ha espresso il desiderio di rimanere presso la zia. volontà che il padre
ha rispettato dal momento che egli vive solo a Milano e durante la settimana
lavora. Da tempo, infine, i rapporti col padre erano saltuari e legati alla "
volubilità" della madre che li permetteva o li ostacolava senza tenere
conto né delle disposizioni giudiziarie né dei bisogni della bambina.
In queste tre settimane la figlia si è recata dal papà, a Milano, durante due
fine settimana.
A fronte della nostra perplessità circa la mancata segnalazione da parte dei
familiari di B.M. alle Autorità Giudiziarie rispetto alla situazione di grave
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pregiudizio in cui la bambina avrebbe vissuto per tanti anni, la sig.ra A. C. ha
riferito che i nonni materni si sarebbero sostituiti alla signora C.S. fino all'epoca
del loro decesso, avvenuta 7 anni fa. Ha riferito che le disponibilità
economiche della sorella le hanno consentito di avvalersi di più avvocati che
avrebbero sempre frenato la volontà del padre di produrre istanza di modifica
dell'affidamento della bambina.
Al termine del colloquio con la zia abbiamo accolto il desiderio di B.M. di essere
ascoltata.
B.M. è apparsa coerente nella descrizione e nel racconto di numerosi
episodi, ha esternato la propria sofferenza rispetto ad una mancanza di
riconoscimento della propria persona e identità. Ha riferito che in casa non
poteva mai parlare, spesso la mamma la chiudeva a chiave in camera perché non
doveva disturbare. B.M. ha raccontato la propria paura e il terrore che la mamma
potesse picchiarla se non avesse fatto ciò che voleva lei. Ha espresso forte
repulsione per il continuo abuso da parte della madre di sostanze alcoliche (vino),
spesso portati da uomini che frequentavano la madre,
di droghe,
tranquillanti e pillole per dimagrire.
Nei giorni precedenti il ricovero del 27/01/06 B.M. ha sentito spesso la mamma
ripetere che voleva comprare una pistola e ha vissuto con il timore che
potesse ucciderla. Non ha mai parlato con nessuno, né con il padre, né con
gli insegnanti per paura. Solo nelle ultime settimane si è aperta con la zia alla
quale avrebbe detto continuamente che "mamma sta male, il medico la può
curare, ma il suo carattere è quello e nessuno glielo cambia".
B.M. ha ripetuto più volte che la mamma l'avrebbe accusata di cose false senza
alcun motivo plausibile. Ha riferito di non riuscire a dormire durante la notte
perché la madre dormiva di giorno mentre lei era a scuola e di notte la
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televisione era sempre accesa a tutto volume. Di notte è capitato che spaccasse la
televisione con un bicchiere di vino oppure c'erano rumori dovuti alla presenza di
qualcuno con la madre Ha riferito di una notte in cui la madre aveva lasciato
aperte completamente tutte le porte, compresa quella d'ingresso, e le finestre ed
era andata in Farmacia a comprare le pillole.
La minore ha espresso profonda delusione rispetto al disinteresse della madre nei
propri confronti, ella non l'avrebbe mai accompagnata a scuola, né avrebbe mai
parlato con gli insegnanti; "non sa nemmeno che classe faccio". Ha riferito che era
costretta a recarsi a scuola molto in anticipo e di dovere aspettare un'ora
per l’apertura. "Ho dovuto farle da madre, le dicevo di non bere, di non
prendere le pillole".
Rispetto all'attuale permanenza presso la zia la minore ha detto: "mi sembra di
vivere in una vera famiglia". La zia è rimasta sorpresa dalla capacità della
bambina di esprimere con lucidità il disagio vissuto per anni. B.M. esprime ora la
propria opinione e il suo pensiero e dice che ciò le sarebbe sempre stato negato
dalla madre.
La zia ha riferito di aver avuto in passato un rapporto con la nipote abbastanza
superficiale, ciò nonostante è parsa consapevole delle sue esigenze, capace di
accoglierla e proteggerla. Esprime la volontà di aiutare la sorella nel suo
percorso di recupero e nel ripristino dei rapporti con la figlia.
B.M. ha dichiarato che la mamma "rovina la vita a me come ha fatto con mia
sorella" riferendosi ad E., oggi ventiduenne che vive a Roma. Anche la zia
materna riferisce del rapporto disastroso tra la sig.ra A. C.S. e la figlia
maggiorenne.
La bambina nel corso dell'incontro si è mostrata visibilmente sofferente e
angosciata all'idea del ritorno con la madre, ha detto "se mi obbligano a tornare
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a Modena stavolta non ce la posso più fare. Sono troppi anni che sto soffrendo".
Era spaventata dal "permesso sanitario" avuto dalla signora perché a suo parere
la madre non avrebbe fatto più rientro in clinica e avrebbe impedito a chiunque di
aiutarla.
Nell'attesa di incontrare i due genitori ( col padre un incontro è previsto per
domani, con la madre si attende il rientro presso la Clinica psichiatrica)e di
comprendere quali siano le loro capacità e intenzioni si ritiene necessario un
provvedimento urgente che protegga e tuteli la minore, salvaguardando l'attuale
condizione di serenità di B.M.".
ESAME PSICHICO
La paziente accede al colloquio con andatura spedita, abbigliata in modo
elegante con lunghi capelli fluenti. La mimica un po’ tesa, lo sguardo mobile ed
attento. Piuttosto inquieta, collabora all’inizio di malavoglia all'indagine peritale e
non allenta mai la sua guardia difensiva. Lucida ed orientata nel tempo e nello
spazio, la p. non mostra grossolani disturbi della coscienza e della vigilanza.
Interrogata sui fatti per cui si procede risponde in modo svogliato, talvolta
elusivo, sostenendo la sua solita tesi difensiva già ribadita di fronte al Magistrato:
ritiene ormai del tutto superfluo ripetersi.
La sua memoria di fissazione e
rievocazione appare integra, nonostante improvvise perplessità e qualche
smagliatura di chiara matrice difensiva; quella di rievocazione è sufficientemente
conservata.
Anche il campo delle senso-percezioni è indenne. Non si apprezzano errori
psicosensoriali. Non si possono escludere in passato (in occasione di abuso di
sostanze).
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L'ideazione, in genere apparentemente pigra, sembra improvvisamente
risvegliarsi quando la p. è stimolata durante il colloquio peritale su particolari
tematiche per lo più inerenti le sue vicende sentimentali: quasi una “telenovela”.
Permane però sempre un costante atteggiamento di distacco e d'indifferenza
nei confronti degli altri.
Soggetto precocemente emancipato, la pz. presenta tuttora una personalità
con tratti disarmonici: testarda, orgogliosa, diffidente, con esagerata autostima, ha
imparato fin dall'infanzia a difendersi dal mondo (spesso ostile che lo circonda),
ma spesso con mediocre potere critico e previsionale. Non a caso riferisce di
essere stata sottoposta già a 15 anni ad un terribile stress per il sequestro di
persona del padre Pur essendo ( a suo dire) scarsamente suggestionabile ha spesso
finito per "cacciarsi nei guai" per motivi sentimentali. Facile è la sua tendenza alla
deresponsabilizzazione, ma non al vittimismo.
Infatti, il racconto delle sue
turbolenze sentimentali ricalca in genere il motivo del “caso” o della "fatalità”,
raramente della colpa degli altri", e non è permeato da autentiche tematiche
deliranti di tipo persecutorio. Non si osservano disturbi di tipo dissociativo o
compulsivo.
L'affettività, invece, è piuttosto compromessa: l'umore è piuttosto labile, in
genere disforico, tendenzialmente irritabile. La pz. nega in ogni caso la sua
propensione a "scaldarsi facilmente", anche se qualcuno le pesta i piedi. Per lo
più, lascia correre…
I sentimenti sono, però, piuttosto sbiaditi, anche nei
confronti delle due figlie: la grande, vivendo lontano col padre, le è del tutto
sfuggita; della seconda sa poco, in quanto ci ha pensato la sorella C., dopo il suo
ricovero, ad allontanarla da mesi…
C.T.U. - DOCUMENTO LEGALE - PAGINA 16
Non sa ormai più nulla degli uomini importanti della sua vita, né sembra
particolarmente interessata. Più validi sembrano, invece, i rapporti con la dinastia
dei suoi bulldog, che convivono con lei e dai quali non si separa in pratica mai.
Per fortuna ora c’è una coppia dello SRI LANKA che li accudisce anche in casa.
Poverini, sono molto delicati e col caldo hanno bisogno di molta attenzione".
Sostanzialmente indifferente alla perizia psichiatrica sembra subirla più che
viverla. Una sorta di fastidio estivo. Minimizza, ma senza insistere, i suoi disturbi
fisici che hanno recentemente minato la sua autonomia e nega di aver bisogno di
cure. Anche se (a suo dire) segue scrupolosamente le cure dello psichiatra, queste
non incidono granché sul suo stile di vita. Ogni tanto "anche se va in crisi", nega di
aver fatto ultimamente abuso di sostanze. Per lei hanno rappresentato in passato
un'esperienza alternativa gratificante, ma non si ritiene di certo una
tossicodipendente. In quanto al suo presunto abuso di alcool, quasi indispettita,
ammette solo di pasteggiare con ottimo Champagne. Preferibilmente in
compagnia di amici.
Infine, per quanto riguarda i suoi attuali problemi economici e patrimoniali
si è trattato solo di una montatura in un periodo sfortunato…
Si è sempre saputa e sa gestirsi magnificamente da sola.
Come per tutto il resto, non ci sono problemi.
Senso di colpa e di malattia, in fondo, non le sono proprio congeniali.
DISCUSSIONE CLINICA E MEDICO-LEGALE
Non è facile inquadrare sotto il profilo psichiatrico-forense il caso dell’A..
Si tratta nel caso specifico, di una donna di 42 anni, soggetto con personalità
disarmonica, molto irrequieta, che ha cercato di rendersi presto autonoma
assolvendo precocemente a compiti cui non era preparata. Dopo una serie di
C.T.U. - DOCUMENTO LEGALE - PAGINA 17
complesse vicende familiari, ed aver avuto due matrimoni (con relativi divorzi e
due figlie fuori dal matrimonio) è riuscita a sperperare una fortuna patrimoniale.
L'anamnesi personale depone quindi per una sicura vulnerabilità psichica; non è
invece presente una sicura noxa patogena di rilievo, (esogena od endogena), ai fini
peritali, prima dell'abuso dell’alcool e di sostanze stupefacenti. L'attuale
impegno epatico, in soggetto con epatopatia cronica C (e pregressa B) non
giustificato da altre cause apparenti è stato probabilmente riesacerbato dall'azione
tossico-dismetabolica dell’alcool, mentre è indubbio il danno psichico, (anomalie
caratteriali, disturbi dell'affettività), accentuato dalla spiccata propensione per
alcool e sostanze stupefacenti (abuso di sostanze secondo il DSM-IV) in una
personalità di base certamente disturbata.
A causa dell’anoressia ed il peggioramento psico-fisico dell’ultimo anno è stato
necessario il suo ricovero presso la Clinica psichiatrica dell’Università di
Modena in data 27.01.06, in regime di TSO, in seguito trasformato in volontario
in data 2.02.06. Nel corso del ricovero le condizioni psicopatologiche sono andate
progressivamente migliorando. Gli esami ematochimici hanno segnalato valori
lievemente elevati di GGT e Fosfatasi Alcalina; HbcAb, HbeAb, Anticorpi anti
virus Delta, Anti HCV positivi. HCV-RNA negativo; positività per cannabinoidi e
cocaina; ANA Test: negativo. L’assetto ormonale ipofisario ha messo in evidenza
ipopituitarismo di probabile genesi carenziale da tiamina (vitamina B1).
Dimessa il 24.02.2006 con diagnosi di “Abuso di cannabis, cocaina e alcool;
Disturbo affettivo (maniacale) da sostanze, Anoressia nervosa, Epatopatia
cronica C, pregressa B” è stata seguita privatamente dal Dott. Vasta con Terapia
a base di Depakin, Sereprile, Prozac.
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Nel caso specifico si può, quindi, parlare in base ai dati anamnestici e
clinici, di pregresso Abuso di cannabis, cocaina e alcool in un soggetto con
Disturbo narcisistico di personalità (complicato da Disturbo affettivo maniacale
da sostanze, Anoressia nervosa, epatopatia cronica C, pregressa B).
Prima di affrontare la complessa tematica medico-legale mi sembra opportuno
fornire qualche cenno esplicativo su tale disturbo strutturale della sua personalità
F60.8 Disturbo Narcisistico di Personalità (301.81) (secondo il DSM-IV-TR).
Caratteristiche diagnostiche
La caratteristica essenziale del Disturbo Narcisistico di Personalità è un
quadro pervasivo di grandiosità, necessità di ammirazione, e mancanza di
empatia, che comincia entro la prima età adulta ed è presente in una
varietà di contesti.
Gli individui con questo disturbo hanno un senso grandioso di autostima.
Essi abitualmente sovrastimano le proprie capacità, ed esagerano i propri
talenti,
apparendo
spesso
vanagloriosi
e
presuntuosi.
Possono
spensieratamente presumere che gli altri attribuiscano lo stesso valore ai
loro sforzi, e possono risultare sorpresi quando non giungono le lodi che si
aspettano e che sentono di meritare. Spesso nel giudizio esagerato dei
propri talenti è implicita una sottostima (svalutazione) dei contributi di
altri. Sono spesso assorbiti da fantasie di illimitati successo, potere,
vivacità, bellezza, o di amore ideale. Possono rimuginare sul "ritardo" di
ammirazione e privilegi, e paragonarsi favorevolmente con persone famose
o privilegiate.
Gli individui con Disturbo Narcisistico di Personalità credono di essere
superiori, speciali o unici, e si aspettano che gli altri li riconoscano come tali.
Possono pensare di dover frequentare o di sentirsi capiti solo da persone
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speciali o di condizione sociale elevata, e possono attribuire qualità di
"unico", "perfetto", o "dotato" a coloro che frequentano. Gli individui con
questo disturbo credono che le loro necessità siano speciali e al di fuori della
comprensione delle persone ordinarie. La loro autostima è aumentata (cioè,
"rispecchiata") dal valore idealizzato che attribuiscono a coloro che
frequentano. Sono inclini ad insistere per avere soltanto le persone più
importanti (medico, avvocato, parrucchiere, istruttore), ad affiliarsi alle
"migliori" istituzioni, ma possono svalutare le credenziali di chi li delude.
Gli individui con questo disturbo generalmente richiedono eccessiva
ammirazione. La loro autostima è quasi invariabilmente molto fragile.
Possono preoccuparsi di quanto si stanno comportando bene e di quanto
siano giudicati favorevolmente dagli altri. Questo spesso si trasforma nella
necessità di costante attenzione e ammirazione. Possono aspettarsi che il
loro arrivo sia accolto con grandi feste, e sono stupiti se gli altri non
bramano
ciò
che essi
possiedono. Possono
costantemente
ricercare
complimenti, spesso con gran fascino. È evidente un senso di diritto, nelle
aspettative di questi individui, di trattamenti speciali. Si aspettano di essere
soddisfatti, e quando questo non accade sono sconcertati e furiosi. Questo senso di
diritto insieme alla mancanza di sensibilità per i desideri e le necessità degli altri
possono sfociare nello sfruttamento degli altri cosciente o involontario. Si
aspettano che sia loro data qualsiasi cosa vogliono, o di cui sentono di avere
bisogno. Per esempio, questi individui possono aspettarsi grande dedizione dagli
altri, e possono abusarne senza riguardo per le conseguenze sulle loro vite.
Tendono a formare amicizie o relazioni sentimentali solo se sembra che l'altra
persona possa favorire i loro propositi, o altrimenti se ciò aumenta la loro
C.T.U. - DOCUMENTO LEGALE - PAGINA 20
autostima. Spesso usurpano privilegi speciali e risorse straordinarie che credono
di meritare perché sono così speciali.
Gli individui con Disturbo Narcisistico di Personalità generalmente mancano di
empatia, e hanno difficoltà a riconoscere i desideri, le esperienze soggettive e i
sentimenti degli altri.. Possono presumere che gli altri siano totalmente assorbiti dal
loro benessere. Tendono a discutere le proprie preoccupazioni con dettagli
inappropriati e prolissi, mentre sono incapaci di riconoscere che anche gli altri
hanno sentimenti e necessità. Sono spesso sprezzanti e impazienti con altri che
parlano dei propri problemi e preoccupazioni. Quando vengono riconosciuti, i
bisogni, i desideri o i sentimenti degli altri possono essere visti in modo
denigratorio, come segni di debolezza o vulnerabilità. Chi si pone in relazione con
gli individui con Disturbo Narcisistico di Personalità tipicamente trova freddezza
emotiva e mancanza di interesse reciproco.
Questi individui sono spesso invidiosi degli altri, o credono che gli altri siano invidiosi di loro Possono invidiare agli altri successi e proprietà, sentendo di meritare
di più quei risultati, ammirazione o privilegi. Possono svalutare aspramente i
contributi di altri, particolarmente, quando quegli individui hanno ricevuto
riconoscimento o lode per i loro successi. Comportamenti arroganti e superbi
caratterizzano questi individui. Spesso manifestano un atteggiamento snob,
sdegnoso, o condiscendente. Per esempio, un individuo con questo disturbo può
lamentarsi della "scortesia" o "stupidità" di un cameriere maldestro, o
concludere una visita medica con una valutazione condiscendente del medico.
JASPERS ha affermato che si tratta di persone che vogliono comparire più di
quello che sono. Weibrecht, nel suo classico Trattato di psichiatria, inserendoli
tra le personalità psicopatiche, li ha definiti “avidi di considerazione”: spesso
essi vogliono essere di più o diversi da quello che possono essere. Da ciò
C.T.U. - DOCUMENTO LEGALE - PAGINA 21
derivano i più svariati conflitti; non senza ragione questi soggetti sono persone
artificiose, fittizie, dalla sola facciata, mancanti di un nucleo, dietro i
numerosi e mutevoli drappeggi ed è stata sottolineata la loro non-verità.
Desiderosi di essere ammirati, di mettersi ad ogni costo in vista; sono
facilmente colpiti da « fenomeni di carenza ». A suo avviso, fra gli avidi di
sentirsi valorizzati, dotati di vivace intelligenza e di cultura, si trovano talora degli
“uccelli del paradiso” dall'apparenza affascinante, che sono in realtà inattendibili e
incapaci di legare autenticamente.
Manifestazioni e disturbi associati
La vulnerabilità dell'autostima rende l'individuo con Disturbo Narcisistico di
Personalità molto sensibile alle "ferite" dovute alle critiche o alla frustrazione.
Sebbene possano non dimostrarlo esternamente, la critica può tormentarli, e può
lasciarli umiliati, avviliti, vanificati e svuotati. Possono reagire con sdegno,
rabbia, o contrattaccare con insolenza. Tali esperienze spesso conducono a ritiro
sociale, o ad una parvenza di umiltà che può mascherare e proteggere la
grandiosità. Le relazioni interpersonali sono tipicamente compromesse a causa
dei problemi derivati dalle pretese, dalla necessità d’ammirazione, e dal relativo
disinteresse per la sensibilità degli altri. Sebbene l'ambizione arrogante e la
sicurezza possano portare a risultati elevati, le prestazioni possono essere
distrutte dall'intolleranza alla critica o alla sconfitta. Talvolta il funzionamento
professionale può essere molto basso, riflettendo l’avversione ad accettare il rischio
in situazioni competitive o di altro tipo nelle quali è possibile una sconfitta.
Sentimenti persistenti di vergogna o di umiliazione, e l'autocritica che li
accompagna, possono associarsi con ritiro sociale, umore depresso e Disturbo
Distimico o Depressivo Maggiore. Al contrario, periodi prolungati di grandiosità
possono associarsi con un umore ipomaniacale. Il Disturbo Narcisistico di
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Personalità è anche associato con l'Anoressia Nervosa e con i Disturbi Correlati a
Sostanze (specialmente con la cocaina). I Disturbi di Personalità Istrionico,
Borderline, Antisociale e Paranoide possono risultare associati con il Disturbo Narcisistico di Personalità.
Tipi del genere sono facilmente esposti al pericolo dell’abuso d’alcol o di
sostanze quando gli insuccessi, le delusioni o l'incombente vecchiaia fa
trapelare la vera situazione o quando, anche temporaneamente, si rendono
conto della loro realtà a forza di delusioni.
Diagnosi differenziale
La caratteristica più utile nel discriminare il Disturbo Narcisistico di Personalità
dai Disturbi Istrionico, Antisociale e Borderline di Personalità, i cui stili
interattivi sono rispettivamente frivolo, insensibile, e bisognoso, è la grandiosità
caratteristica del Disturbo Narcisistico di Personalità. La relativa stabilità
dell'immagine di sé, così come anche la relativa mancanza d’autodistruttività,
impulsività e preoccupazioni d’abbandono, aiutano a distinguere il Disturbo
Narcisistico di Personalità dal Disturbo Borderline di Personalità. L'eccessivo
orgoglio per i successi, una relativa mancanza di manifestazioni emotive, e il
disprezzo per la sensibilità degli altri, aiutano a distinguere il Disturbo
Narcisistico di Personalità dal Disturbo Istrionico di Personalità. Sebbene gli
individui con i Disturbi Borderline, Istrionico e Narcisistico di Personalità possano
richiedere molta attenzione, quelli con Disturbo Narcisistico di Personalità
specificatamente richiedono il desiderio di essere ammirati. Gli individui con i Disturbi Antisociale e Narcisistico di Personalità condividono una tendenza ad essere
testardi, disinvolti, superficiali, sfruttatori e non empatici. In ogni modo, il
Disturbo Narcisistico di Personalità non include necessariamente caratteristiche di
impulsività, aggressività e disonestà. La sospettosità e il ritiro sociale di solito di-
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stinguono quelli con Disturbo Schizotipico o Paranoide di Personalità da quelli
con Disturbo Narcisistico di Personalità. Quando queste qualità sono presenti in
individui con Disturbo Narcisistico di Personalità, derivano principalmente dal timore che vengano rilevati imperfezioni o difetti. La grandiosità può emergere come parte di Episodi Maniacali o Ipomaniacali, ma l'associazione con l'alterazione
dell'umore o la compromissione funzionale distinguono questi episodi dal Disturbo Narcisistico di Personalità.
Il Disturbo Narcisistico di Personalità deve essere distinto da una Modificazione
della Personalità Dovuta ad una Condizione Medica Generale, nella quale i tratti
emergono a causa degli effetti diretti di una condizione medica generale sul sistema
nervoso centrale. Deve anche essere distinto dai sintomi che possono svilupparsi
in associazione con l'uso cronico di sostanze (per es., Disturbo Correlato a
Cocaina).
Tornando al caso dell’A., un simile Disturbo di personalità, certamente strutturato
da molto tempo, ed aggravato dall’uso o abuso d’alcool e sostanze stupefacenti, ha
inciso negativamente sulla sua capacità d'autodeterminazione, rendendola
progressivamente più suggestionabile nei confronti di amici non disinteressati e
nello stesso tempo refrattaria a curarsi (nonostante i suoi reiterati tentativi e
promesse). Più agevole appare quindi la valutazione medico-legale della capacità
di agire dell’A., poiché, alla presenza del quadro clinico di fondo, vi è una
compromissione della sua capacità di intendere e di volere tale da giustificare,
il provvedimento di un Amministratore di Sostegno, ai sensi della L. 6/2004, art. 1.
Infatti, tale provvedimento è a mio parere l'unica possibilità tutelativa
temporanea nei confronti della A. onde impedire che una sua eventuale
C.T.U. - DOCUMENTO LEGALE - PAGINA 24
"gestione" autonoma, abbia per lei ( e per la figlia minore) ripercussioni a livello
personale e patrimoniale sfavorevoli nel presente e nell’immediato futuro.
Senza dimenticare che nel caso specifico le ragioni dell’assistenza,
nonostante il miglioramento psico-fisico evidenziato negli ultimi mesi sembrano
ancora prevalere su quella della rappresentanza.
Di qui, l’importanza della scelta ad hoc dell’Amministratore di Sostegno
per meglio conciliare le esigenze giuridiche con quelle terapeutiche.
Infatti, nel presupposto che la L. 6/2004 privilegi la tutela della persona su
quella del patrimonio, tale scelta, a mio avviso, è condizionata dall’esigenza di
non scompensare il precario equilibrio psichico della A.. Per tale motivo, la
figura dell’Amministratore di Sostegno, almeno nel periodo iniziale, non dovrebbe
essere percepita come ostile dalla beneficiaria; e difficilmente potrebbe ricoprirne
il ruolo la sorella ricorrente (già da lei disconosciuta): “semplicemente non
l’accetterebbe”.
Al contrario, la presenza di una figura da lei ritenuta affettivamente più
rassicurante sul piano assistenziale o almeno neutra, potrebbe essere meglio
accettata dall’A. (che appare tuttora velleitaria nel voler gestire da sola il suo
patrimonio) e probabilmente fornire migliori garanzie di tutela alla persona ed
al patrimonio della beneficiaria.
Trattandosi di soggetto ad alto rischio di recidive (con grave
nocumento del suo residuo asse patrimoniale e soprattutto nei confronti
della figlia minore, T. B.M.)
 il cui consenso informato ad un adeguato trattamento socio-sanitario
protratto nel tempo è, per forza di cose, quanto mai effimero;
 sottoposto, di fatto, ad un regime di DOPPIA DIAGNOSI di pregresso
“Abuso di cannabis, cocaina e alcool” e “Disturbo narcisistico di
C.T.U. - DOCUMENTO LEGALE - PAGINA 25
personalità” con le sequele somatiche e distimiche correlate in soggetto
con Epatopatia cronica C, pregressa B (che prevede a sua volta
complesse esigenze terapeutiche e duplice intervento assistenziale, alcotossicologico e psichiatrico),
mi sembra doveroso segnalare, che l’eventuale provvedimento di tutela
temporanea ai sensi della L. 6/2004, art. 1, per avere un’autentica efficacia,
debba essere normato ancora in modo piuttosto rigido (soprattutto per la
rappresentanza) e presupponga cautelativamente una durata non inferiore
ad un anno.
D. S. M. - IV
VALUTAZIONE MULTIASSIALE
ASSE I
DISTURBI CLINICI
Abuso di cannabis, cocaina e alcool (ICD-9 305.21; 305.61; 305.01),
Disturbo affettivo (maniacale) da sostanze (ICD-9 296.43),
Anoressia nervosa (ICD-9 307.1),
ASSE II
DISTURBI DI PERSONALITA'
F60.8 Disturbo Narcisistico di Personalità (301.81)
ASSE III CONDIZIONI MEDICHE GENERALI, (CODICI ICD-9)
Epatopatia cronica C, pregressa B (ICD-9 070.54).
ASSE IV
PROBLEMI PSICOSOCIALI ED AMBIENTALI
Perdita parziale dell'autonomia fisica; dissesto patrimoniale;
ASSE V VALUTAZIONE GLOBALE DEL FUNZIONAMENTO
LAVORATIVO, (S.V.G.F.S.L.):
55 (attuale); 40 (anno scorso).
C.T.U. - DOCUMENTO LEGALE - PAGINA 26
SOCIALE E
CONCLUSIONI
A. C.S. affetta da “pregresso Abuso di cannabis, cocaina e alcool in
un soggetto con Disturbo narcisistico di personalità (complicato da
Disturbo affettivo maniacale da sostanze, Anoressia nervosa, epatopatia
cronica C, pregressa B, ipopituitarismo), si trova, per infermità, in modo
temporaneo, nelle condizioni previste dall’art. 1, L. 6/2004.
Per le complesse esigenze terapeutiche e duplice intervento assistenziale
(tossicologico e psichiatrico) dovuti all’attuale DOPPIA DIAGNOSI di
“pregresso Abuso di cannabis, cocaina e alcool” e “Disturbo narcisistico
di personalità” con sequele somatiche correlate, mi sembra doveroso
segnalare, che l’eventuale provvedimento di tutela temporanea ai sensi della L.
6/2004, art. 1, per avere un’autentica efficacia, debba essere normato ancora in
modo piuttosto rigido (soprattutto per la rappresentanza) e preveda
cautelativamente una durata non inferiore ad un anno.
MODENA, 7.08.2006
IL CONSULENTE TECNICO D'UFFICIO
(DR. CARLO ALBERTO RONCO)
C.T.U. - DOCUMENTO LEGALE - PAGINA 27