ordinaio 7 b 2009 - Parrocchia di Campolongo

annuncio pubblicitario



ORDINARIO 7 B 2009
Dopo questa domenica sospendiamo il tempo ordinario per lasciare spazio alla
quaresima, che inizierà mercoledì prossimo, e al tempo pasquale che la seguirà.
La parola che abbiamo ascoltato ci prepara a celebrare questo tempo liturgico forte.
Il vangelo afferma che Gesù ha il potere di rimettere i peccati sulla terra.
Cos’è per noi oggi il peccato e come Gesù oggi può rimettere i peccati sulla terra?
Il profeta Isaia riferisce questa parola di Dio: Tu ti sei stancato di me, o Israele; ma
io non ricordo più i tuoi peccati. Ecco, faccio una cosa nuova e già germoglia,
come una pianta a primavera, dopo l’inverno, riprende a vivere e a portare frutto.
Siamo nel deserto e Dio aprirà in esso una strada e vi immetterà acqua abbondante.
Isaia si riferisce al ritorno del popolo dall’esilio. L’esodo dalla schiavitù appare
come strada offerta a chi non sa dove andare e acqua donata ai luoghi fatti aridi.
Se Dio libera e disseta, dona così di superare tutto in un futuro bello con lui.
Il perdono è sanare l’aridità dell’uomo e suscitare la fiducia nell’alleanza.
Così Israele, che Dio ha plasmato per sé, potrà vivere e invocare/incontrare Dio.
Dio perdona quando dimentica il passato e rende concreta una possibilità nuova.
Gesù davanti al paralitico, ai quattro uomini che, pieni di fede, lo hanno portato fin
lì e calato da un’apertura del tetto e davanti ad alcuni farisei che lo giudicavano
bestemmiatore domanda: che cos’è più facile per me, guarire il paralitico o
rimettere i suoi peccati? Gesù non attende la loro risposta ma guarisce il paralitico
per far conoscere che può rimettere i peccati sulla terra. Egli costituisce un evento.
Il peccato è qualcosa che paralizza l’alleanza con Dio e quando egli lo rimette
guarisce la paralisi dell’uomo che, stanco di Dio, si era donato a desideri vani.
Il peccato non è un corpo estraneo da estrarre ma incapacità di amare da guarire.
I farisei avevano ragione di dire che solo Dio può rimettere i peccati.
Israele conosceva due cose: 1 l’uomo deve riconoscere il suo peccato davanti a Dio
e al popolo: è l’aspetto personale, segno necessario della conversione del cuore e
condizione perché Dio rinnovi l’alleanza. 2 Dio perdona i peccati nei riti
comunitari: i sacrifici offerti per il peccato nel tempio e il capro spinto nel deserto a
morire, dopo che era stato caricato dei peccati del popolo in una liturgia solenne.
Anche nel NT peccato e perdono hanno risvolti personali e comunitari.
Gesù assume i peccati e li espia nel deserto della croce, quando inonda i peccatori
con l’acqua che zampilla dal suo costato trafitto. La Chiesa immette l’acqua che
zampilla nel deserto provocato dal peccato attraverso il sacramento del perdono.
S. Paolo scrive ai Corinzi: Dio ci ha confermati in Cristo: ci ha conferito l’unzione,
ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito. Questa triade unzione, sigillo e caparra - rimanda alla iniziazione cristiana - battesimo, cresima,
eucaristia- nella quale siamo conformati a Cristo. Domenica scorsa abbiamo
celebrato la confermazione con il vescovo. Se torniamo nell’esilio, Dio ci ravviva
questa strada e quest’acqua per vivere conformi a Cristo. Tutte le promesse di Dio,
anche quelle indicate oggi da Isaia, sono divenute sì in Cristo e nel suo corpo che è
la Chiesa. Il perdono viene donato in Cristo per mezzo del ministero della Chiesa.
Cristo è la strada nuova, perché esercita sulla terra il potere di perdonare.
La quaresima è riconoscersi nel deserto e cercare il perdono in Cristo, che toglie la
schiavitù, inonda l’aridità, orienta il cammino della vita di chi vive disorientato.
Mercoledì, nella ferialità, inizia questo tempo favorevole. Cerchiamo di esserci.
Scarica