Salva la scheda come

annuncio pubblicitario
Zigolo nero
Emberiza cirlus (Linnaeus, 1766)
Codice lista italiana: 110.615.0.006.0
Priorità: 8
RARITÀ GENERALE: valore = 0: La specie non è compresa nella nuova “Lista Rossa”
italiana, non rientra nella direttiva “Uccelli” (CEE/79/409) ed è protetta soltanto
dall’allegato II della Convenzione di Berna (1979). Le popolazioni europee di Zigolo nero
sono concentrate nelle regioni nordoccidentali e meridionali del continente e il loro status
può essere considerato stabile. Recentemente è stata notata un’espansione dell’areale verso
le regioni orientali.
COROLOGIA: valore = 2: lo Zigolo nero è presente in Europa lungo la fascia costiera
dell’Atlantico e nelle regioni mediterranee (corologia mediterraneo-atlantica).
FRAGILITÀ [dimensioni della popolazione]: valore = 1: Si stima che in Europa vi siano
all’incirca 1.602.000 coppie nidificanti. Le popolazioni, concentrate in massima parte
(90%) in Spagna, Italia e Francia, sono prevalentemente residenti.
CONSISTENZA DEL POPOLAMENTO REGIONALE: valore = 2: in Lombardia la specie è diffusa
sull’Appennino pavese, mentre è presente in modo frammentario e localizzato nei settori
alpino e prealpino. Le coppie nidificanti occupano soltanto il 9,9% delle tavolette
corrispondenti al territorio regionale.
SELETTIVITÀ AMBIENTALE: valore = 3: La specie nidifica principalmente in aree
mediterranee aperte, ma ricche di arbusti ove poter nidificare e con presenza di alberi alti
che vengono utilizzati come postazioni di canto.
CRITICITÀ: valore = 1: In Italia la specie è ben distribuita a livello peninsulare, ma nelle
regioni settentrionali occupa in prevalenza le posizioni collinari e pedemontane più
xerotermiche. Essendo lo Zigolo nero a livello nazionale una specie tipica degli ambienti
mediterranei, la sua distribuzione nella nostra regione è sul limite dell’areale.
STRATEGIE DI CONSERVAZIONE: Gli interventi in questo campo devono riguardare sia il
mantenimento o il miglioramento dell’habitat [B], che le attività di monitoraggio [C].
TIPOLOGIE DI INTERVENTO: Il mantenimento o la creazione di zone ecotonali [Bc1],
l’incoraggiamento delle pratiche agricole rotazionali [Bc5] e il mantenimento o
ringiovanimento degli ambienti aperti [Bc10] sono tutte pratiche che possono favorire la
conservazione dello Zigolo nero attraverso la tutela dei suoi habitat. Soprattutto per le
popolazioni alpine e prealpine, che paiono avere una distribuzione estremamente
frammentata, sarebbe inoltre utile effettuare una continua attività di monitoraggio [C2].
COSA NON FARE: Sono da evitare la trasformazione a coltura, il rimboschimento e
l’abbandono degli ambienti aperti (prati e vigneti dei terrazzamenti collinari), ma anche un
eccessivo disturbo da parte dei turisti nelle aree di nidificazione.
FATTORI CRITICI: Distruzione dell’habitat, disturbo antropico e fluttuazioni climatiche.
Passeriforme della famiglia degli Emberizidi. Lunghezza di circa 16 cm, apertura alare di
24 cm. Il maschio ha le parti inferiori giallo limone con banda pettorale verdastra, la gola
nera e i fianchi striati. La testa è verde oliva con vertice scuro, strie giallastre sopra e sotto
l’occhio e una stria nera attraverso l’occhio. Il dorso e i lati del petto sono castani. La
femmina e i giovani sono più opachi. Nello Zigolo giallo manca la bavaglina nera;
femmine e giovani di questa specie hanno il disegno del capo molto meno accentuato.
Nello Zigolo nero il groppone è marrone olivastro, nello Zigolo giallo è color nocciola. Il
canto è una specie di trillo piatto e asciutto, vagamente metallico.
Lo Zigolo nero è una specie distribuita nell’Europa sud-occidentale e meridionale, di
norma sedentaria; abbandona, durante la cattiva stagione, i distretti più settentrionali e le
stazioni in quota. Alcuni individui possono compiere anche marcati spostamenti (dalla
Francia alla Spagna, dall'Italia alla Francia, dal Belgio alla Francia meridionale). In Italia è
presente perlopiù nei settori mediterranei. In Lombardia è particolarmente diffuso
sull’Appennino pavese, dove nidifica in incolti arbustivi, cedui radi ed ecotoni agricoli
cespugliosi alle basse e medie quote, ma anche in boschi chiusi, luoghi umidi o aree
fortemente antropizzate. Nel settore prealpino, ove la distribuzione è molto più
frammentata, è stata invece trovata in zone perilacustri e in zone collinari d’entroterra, tra
200 e 700 (sporadicamente fino a 1100) m circa, in vari tipi di ambienti (boschi a roverella,
incolti erbosi ed arbustivi, frutteti).
Per quanto riguarda le zone protette, lo Zigolo nero nidifica, con densità scarse, nei parchi
regionali dell’Alto Garda Bresciano, Colli di Bergamo, Monte Barro, Montevecchia e Valle
del Curone, Brughiera e Grigne. Le rarefatte osservazioni del versante valtellinese esposto
a sud potrebbero riferirsi a coppie nidificanti nel Parco del Bernina. Quest’area è disertata
pressoché completamente nel corso dell’inverno, mentre la popolazione del Parco di
Montevecchia appare essere almeno in parte residente. Anche l’Oltrepò Pavese risulta
occupato nel periodo invernale; osservazioni sul basso corso del Ticino o nella Lomellina
potrebbero riferirsi ad individui erratici provenienti da quest’area.
La stagione riproduttiva inizia a metà maggio. Fa due o tre covate. Il sistema nuziale è
apparentemente monogamo; raramente è stato osservato il modulo poliginico. La coppia, se
entrambi i partner sopravvivono, può rimanere legata a lungo. La femmina costruisce il
nido nel folto degli alberi, nella vegetazione arbustiva o al suolo (una coppa di erba, radici
e muschio, rivestita internamente con peli ed erbe sottili) e cova le uova. I nidiacei sono
accuditi da entrambi i partner. Sia la cova sia la fase di svezzamento durano 11-13 giorni;
dopo l'involo i giovani vengono nutriti ancora per 2-3 settimane. La muta inizia all'età di 30
giorni circa. E’ una specie granivora, la sua dieta è imperniata su semi, principalmente di
graminacee. I nidiacei al contrario hanno una dieta mista, composta da invertebrati e semi.
Il cibo viene raccolto al suolo, a volte sugli steli d'erba.
Matteo Bonetti
Bibliografia
Boano G., Brichetti P., Micheli A., 1990. Proposta di una classificazione corologica degli
uccelli italiani. II. Passeriformi e specie accidentali. Riv. ital. Orn. 60: 105-118.
Brichetti P., Fasola M., 1990. Atlante degli uccelli nidificanti in Lombardia. Editoriale
Ramperto, Brescia.
Hagemeijer E.J.M., Blair M.J., 1997. The EBCC Atlas of European Breeding Birds: Their
Distribution and Abundance. T. & A.D. Poyser, London.
LIPU e WWF (a cura di), Calvario E., Gustin M., Sarrocco S., Gallo-Orsi U., Bulgarini F.,
Fraticelli F., 1999. Nuova lista rossa degli uccelli nidificanti in Italia. Riv. ital. Orn. 69: 343.
Meschini E., Frugis S., 1993. Atlante degli uccelli nidificanti in Italia. Suppl. Ric. Biol.
Selvaggina, XX: 1-344.
Tucker G.M., Heath M.F., 1994. Birds in Europe: their conservation status. BirdLife
Conservation Series n° 3. BirdLife International, Cambridge.
Scarica