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Comunicato n. 9
7 febbraio 2006
Ministero della Salute
UFFICIO STAMPA
Al via progetto-pilota per prevenzione arresto cardiaco
Parte a Roma un progetto-pilota del Ministero della Salute, per verificare l’efficacia della
prevenzione dell’arresto cardiaco, con defibrillatori a bordo di taxi urbani. Si tratta di un’iniziativa
che assume estrema importanza, alla luce dei numeri. Ogni anno, infatti, l’arresto cardiaco colpisce
50.000 persone, solo il 2% delle quali sopravvive: una quota significativa (fino al 30%) di questi
decessi è prevenibile con la defibrillazione cardiaca.
Il progetto è sviluppato con la Società URI–Taxi 3570, l’ARES, l’Agenzia Regionale
Emergenza Sanitaria 118 del Lazio, la ASL RM/A (reparto di Cardiologia dell’Ospedale San
Giacomo) e l’Associazione Insieme per il Cuore Onlus, che già hanno esperienza di defibrillazione
con il progetto Tridente Vita. Il Ministero della Salute sostiene finanziariamente il programma e
partecipa alle attività di monitoraggio.
“Abbiamo deciso di sostenere questo progetto – spiega il ministro della Salute, Francesco
Storace – perché l’intervento immediato, nei casi di arresto cardiaco, è decisivo per salvare vite
umane. E la collaborazione con tassisti, in questo ambito, può rivelarsi fondamentale. Ovviamente, i
tassisti volontari si sottoporranno a uno specifico addestramento, al termine del quale saranno
installati 80 defibrillatori sui taxi del 3570, cui perverranno le chiamate di emergenza da parte del
118, che riceve le richieste dei cittadini. La presenza costante delle macchine sul territorio dovrebbe
rendere disponibile l’intervento di defibrillazione entro pochissimi minuti dalla chiamata al 118,
con un’elevata capacità di prevenire la morte cardiaca. Si tratta di una sinergia innovativa, alla
quale il Ministero ha ritenuto di dover dare il suo pieno contributo”.
La conduzione tecnico-scientifica del programma, che sarà operativo già dal mese di marzo
di quest’anno, è affidata alla Cardiologia dell’Ospedale San Giacomo ASL RM/A in continua
sintonia con l’ARES. E’ prevista un’intensa attività di monitoraggio dei processi e dei risultati, così
da consentire una valutazione scientifica già a sei mesi dall’inizio del progetto. Un comitato
scientifico valuterà, poi, i dati raccolti. Se i risultati raccolti saranno positivi, si proporrà
l’estensione dell’esperienza sul territorio nazionale.
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