L`arresto cardiaco non rispetta la proroga

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L'arresto cardiaco non rispetta la proroga
Il 24 marzo ricorrerà il 4° anniversario della morte di Vigor Bovolenta:
proprio in conseguenza della sua scomparsa, seguita dopo poche
settimane da quella del calciatore Pier Mario Morosini, venne
introdotto nel nostro Paese l'obbligo di dotazione dei defibrillatori
negli impianti sportivi dando tempo 30 mesi (2 anni e mezzo!) alle
società per mettersi in regola. Lo scorso 20 gennaio, scadenza del
termine, il Ministero della Salute ha INSPIEGABILMENTE prorogato di altri 6 mesi il termine per il settore
sportivo dilettantistico, tutelando la continuità delle attività delle società sportive anziché la salute degli
atleti. Lo scorso anno in Lombardia le percentuali di sopravvivenza in caso di arresto cardiaco in ambiente
extraospedaliero sono state del 12,5% ma, prendendo in esame i casi avvenuti nei soli impianti sportivi, la
percentuale sale al 50%: questa differenza è dovuta all’aumento della presenza dei defibrillatori
determinata dagli effetti del decreto ora prorogato. La pericolosità di questa scelta è stata purtroppo
confermata dalle morti di tre giovani di 9, 13 e 17 anni avvenute nelle scorse settimane in impianti sportivi
non dotati del prezioso apparecchio.
Le associazioni da tempo impegnate nella lotta contro l'arresto cardiaco e nella diffusione dei defibrillatori
hanno attivato una pagina Facebook “L'arresto cardiaco non rispetta la proroga” con la quale intendono
sensibilizzare presidenti e dirigenti delle associazioni sportive affinché si dotino al più presto del prezioso
strumento SALVAVITA, andando oltre il cinismo delle istituzioni. Nella pagina saranno ospitate anche
testimonianze e appelli di chi è stato direttamente o indirettamente toccato da un arresto cardiaco
improvviso e coinvolte tutte le associazioni sportive che hanno “a cuore” la salute dei propri iscritti in un
grande social flash-mob fotografico: atleti in tenuta sportiva stesi a terra a rappresentare le vittime di
questa assurda proroga. All’iniziativa virtuale farà seguito, sabato 26 marzo, un flash-mob nelle piazze di
molte città Italiane.
Contestualmente le associazioni proponenti chiedono al mondo politico un intervento legislativo mirato
alla liberalizzazione dell’uso del defibrillatore semiautomatico, slegandolo da obblighi formativi e
autorizzativi.
La norma dovrebbe contenere una semplice frase aggiunta all’Art. 1, comma 1 della legge 03/04/2001 n.
120, G.U. 14/04/2001 n. 88, ovvero:
Articolo 1, comma 1
E’ consentito l’uso del defibrillatore semiautomatico in sede extra ospedaliera anche al personale sanitario
non medico, nonché al personale non sanitario che abbia ricevuto una formazione specifica nelle attività di
rianimazione cardio-polmonare. “In caso di necessità e in assenza di personale addestrato, chiunque può
utilizzare un defibrillatore automatico o semiautomatico esterno”
Comitato scientifico
D.ssa Daniela Aschieri
Dr. Maurizio Cecchini
Dr. Antonio Carpagnano
Promuovono l'iniziativa le associazioni : Progetto Vita Piacenza, CecchiniCuore-Pisa, Noi non ci lasceremo
mai – Ravenna, Fondazione Giorgio Castelli-Roma, Sessantamilavitedasalvare- Progetto Vita Altomilanese,
Progetto Vita Piemonte, Progetto Vita - Sanremo, Mirco Ungaretti-Lucca, Roberto Pardini, Viareggio, Bat
Cuore-Barletta, Brianza per il Cuore – Monza, Progetto Vita Padova, Brianza 3.0, Niccotestini – Firenze,
Padova fa Battere il Cuore, Associazione Gianluca nel cuore-Corte Franca (BS), ANIS
D.ssa Daniela Aschieri, Dott. Maurizio Cecchini, Federica Lisi Bovolenta, Dott. Vincenzo Castelli, Mirco
Jurinovich, Marcello Segre, Paola Arrigoni, Stefano Ungaretti, Andrea Pardini, Dott. Antonio Carpagnano,
Laura Colombo Vago, Dott. Alessandro Zorzi, D.ssa Laura Valagussa, Andrea Enea, Morena Masini, Dott.
Andrea Ghidini Ottonelli, D.ssa Luisa Cacciavillani, Stefano Saliola
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