"IL CONCERTO"
E il Liga ballò su Milano
Il rockman di Correggio nel debutto-evento del suo tour estivo: per lui allo
stadio San Siro erano in 60mila. Al centro del live quasi tutte le canzoni
del suo ultimo disco "Fuori come va"
MILANO, 6 LUGLIO 2002 - "Il Liga come Ronaldo": con questo striscione e un
tifo da stadio, questa sera, San Siro incorona "re della musica" il rockman
di Correggio, nel giorno del debutto-evento del suo tour estivo. Gli
ingredienti del trionfo ci sono tutti: 60mila fan, molti dei quali in coda
fin dal primo pomeriggio; supporter come gli Starsailor, The Alarm e Alex
Lloyd; una produzione immensa, con un palco da 144 metri disposto a emiciclo
secondo la longitudine del campo, (coperto per preservare le preziose zolle)
ed effetti speciali quasi pirotecnici; la fidata band che accompagna il
'Ligà fin dal '95 e, soprattutto, 29 canzoni, tra vecchie e nuove, per quasi
3 ore di grande rock'n'roll.
A San Siro, il tempio della sua Inter, da cui mancava dal'97, il rockman di
Correggio celebra con energia, proponendolo quasi per intero, il successo di
'Fuori come và, il suo ultimo album che ha già venduto 300mila copie e
ricorda teneramente il padre Giovanni, scomparso sette mesi fa, cui dedica
'Ho messo vià. "Chi non è tossico? La musica ti gira dentro le vene"
annuncia il maxischermo alle spalle del palco, poi parte la musica, tra cori
da stadio, con 'In pieno rock'n'roll', seguita da 'Nato per mè, entrambe
dall' ultimo ellepì, e 'Ho perso le parolè, già nella colonna sonora di
'Radio Freccià, il primo film girato da Ligabue.
Poi, in un ping-pong tra passato e presente, è la volta della storica 'Sulla
mia stradà, delle nuove 'Voglio volerè, 'Eri bellissimà, dei successi 'Si
viene e si và, 'Quella che non seì, 'Ho messo vià, 'Libera uscità, Hit di
'Da zero a diecì, il secondo e ultimo film del Liga regista, e della
pacifista 'Il mio nome è mai piu", accompagnata da un intervento in video di
Gino Strada, il chirurgo fondatore di Emergency, l' associazione cui il trio
Liga-Jova-Pelù aveva devoluto i ricavi del singolo.
Tra una canzone e l' altra, il rocker si improvvisa predicatore e dispensa
pillole di 'Liga pensierò, come scegliere tra subire la vita o sognarla e
rischiare, introduzione a 'Voglio volerè, o una interpretazione sul
concepimento di una nuova vita, prosaicamente illustrata prima di 'Si viene
e si và.
San Siro si scatena appena partono le note di 'A che ora è la fine del
mondò, si rilassa con la nuova 'Ti sentò, sotto una pioggia di coriandoli
argentati, canta e balla 'L' odore del sessò, 'Piccola stella senza cielò,
esulta su 'Libera nos a malò e su 'Vivo o morto o x'. 'Non è tempo per noì
urlano i 60mila del Meazza (e domani, per la seconda data, non dovrebbero
essere molti meno), mentre il Liga, infaticabile, attraversa il campo su un
ponte meccanico che lo porta in una torretta in mezzo alla folla e i suoi
musicisti si accomodano su quattro pedane poste agli angoli opposti del
palco. L' entusiasmo e i cori restano alti anche per 'Vivà, 'Una vita da
medianò, 'Questa è la mia vità, 'Tutti vogliono viaggiare in primà, gli hit
'Tra palco e realtà, 'Balliamo sul mondò.
Un momento di meritata pausa per Liga e la sua band (Mel Previte e Fede
Poggipollini alle chitarre, Robby Pellati alla batteria e percussioni, Rigo
Righetti al basso e Fabrizio Simoncioni al piano e tastiere) e si riattacca
con i bis, canzoni che uno stadio intero intona a memoria: 'Certe nottì,
'Salviamoci la pellè, 'Chissà se in cielo passano gli Whò.
'Urlando contro il cielò chiude la prima, trionfale, tappa del ritorno alla
dimensione stadio di Ligabue, che domani raddoppia al Meazza e il 15 luglio
sarà all' Olimpico di Roma. Dopo gli stadi, partirà il tour che toccherà
altre quattordici città italiane, e si chiuderà il prossimo 18 Settembre
all' Arena di Verona, dove il cantante-regista-scrittore ritorna a tre anni
esatti di distanza dai due magnifici concerti del 1999 "
"Sessantamila fan al concerto di San Siro"
Ligabue, certe notti da sogno
tra intimismo e rock duro
dal nostro inviato
di PAOLO ZACCAGNINI
MILANO - La musica? In crisi. Di valori. Identità. Vendite. Ma se uno si
chiama Luciano Ligabue, è serio, onesto, lavoratore, non ha mai rinunciato
al suo mondo, inciso dischi ottimi, ha cose importanti da dire, la gente
accorre - tra ieri e oggi, la replica, passeranno in oltre 100mila allo
stadio di San Siro - e si emoziona e commuove. Si diverte. Scalpita. Urla.
Balla. Canta. Gode. Da pazzi. Aggiungete alle 29 canzoni in quasi 3 ore di
show un superallestimento - 6 gru, perfetta amplificazione, schermo lungo 60
metri, come il nudo palco, 5 tappeti di luci posati sulle tribune, una
pedana meccanica semovente, già dei Rolling Stones, lunga più di 40 metri
che lo porta nel cuore del pubblico più 2 passerelle che arrivano alle
curve - e capirete meglio il successo di Ligabue, all'Olimpico il prossimo
15 luglio (40mila i biglietti già venduti) quindi girerà l'Italia fino al 18
settembre, l'Arena di Verona.
Già contenti, nonostante il caldo canicolare, per le esibizioni, iniziate
alle 17, dell'australiano Andrew Lloyd, i gallesi Alarm e gli inglesi
Starsailor - i 60mila presenti ieri sono esplosi appena Ligabue con Mel
Previte e Federico Poggi Pollini, chitarre, Robby Pellati, batteria e
percussioni, Rigo Righetti, basso, e Fabrizio Simoncioni, piano e tastiere,
ha attaccato, tra fuochi d'artificio, gru che salgono nel cielo, le note di
Can't stop falling in love, tecnici indaffarati, clangori metallici: arriva
l'amico-manager Claudio, spunta un uomo nero con gli occhiali, si strappa il
vestito, è Ligabue. Siamo In pieno rock'nd'roll. Seguita da Nato per me e la
triste Ho perso le parole.
Col tempo Ligabue ha sempre più preferito l'intimismo all'irruenza degli
esordi springsteeniani: ha fatto bene a far sentire Sulla mia strada, Voglio
volere, Eri bellissima, Si viene e si va, Quella che non sei e Ho messo via,
dedicata al padre Giovanni, che lo spingeva a non suonare ma gli regalò la
prima chitarra, morto lo scorso dicembre, fino all'anarchica Libera uscita
dal film Dazeroadieci. Scorrono video e per la rinnovata Il mio nome è mai
più, contro l'infame guerra, spunta il volto dell'amico interista Gino
Strada, medico di Emergency. Brividi veri.
A che ora è la fine del mondo è velocissima, Ti sento fa ragionare, Luciano
picchia un gong invitando al «San Siro Disco Club» dove, piacevolmente
dance, spuntano L'odore del sesso, Piccola stella senza cielo, Libera nos a
malo e Vivo morto o x. Pura energia. Spunta il ponte, sembra una grinfia
rossa. Luciano raggiunge la pedana e lì, acustiche e da lacrime, sgorgano
Non è tempo per noi, Viva e Una vita da mediano. Epiche.
Come, fuochi d'artificio e gruppo al massimo, Questa è la mia vita. E Tutti
vogliono viaggiare in prima, l'osceno oggi dove ognuno non sta al suo posto,
Tra palco e realtà successo e quotidianeità mentre dal primo album, del '90,
deflagra Balliamo sul mondo, le originarie spensieratezza e allegria, il
tutto arricchito da furibondi fraseggi chitarristici.
Riposo. E ventricoli squarciati. Certe notti. Poi... Salviamoci la pelle.
Magari guardando in sù, Chissà se in cielo passano gli Who, per
chiudere...Urlando contro il cielo. Così riaffermando quanto il rock sia
divertimento e svago, certo, ma anche coesione, amicizia, lotta,
fratellanza. Poesia. Si sciama esausti, ebbri, nell'afosa notte meneghina
sulle note di What a wonderful world, che meraviglioso mondo. Quello che
regala Ligabue. "
"Ligabue re di San Siro"
Oltre 65 mila fan nello stadio Meazza per assistere al concerto di Luciano
Ligabue. Dalle 15, in poi, orario di apertura dei cancelli, il pubblico si è
ammassato all'interno dello stadio di San Siro
di Vera Martinella
MILANO - Ligabue chiama e Milano risponde in massa: lo Stadio Meazza si è
trasformato in un'enorme discoteca sotto il cielo, in una rovente serata di
emozioni intensissime e di ottima musica.
Nessun incidente, grazie a una perfetta organizzazione. L'amministrazione ha
predisposto un efficace servizio d'ordine e potenziato i mezzi verso lo
stadio, così che, sia all'inizio che alla fine del concerto, i fan hanno
potuto spostarsi comodamente. All'interno dello stadio, poi, un'impeccabile
vigilanza, attenti equipaggi medici, e numerosi punti di ristoro.
Il caldo pomeriggio dei fan è iniziato alle 15, quando si sono aperti i
cancelli ed il prato è stato letteralmente preso d'assalto. Poi tutti hanno
atteso con ordine l'esibizione del Liga, intrattenuti dal rock vivace dei
The Alarm, seguiti da Alex Lloyd e dagli Starsailor. Intanto il pubblico
affluisce costantemente: imponente lo scenario per chi arrivava per lo
spettacolo. Il pubblico è composto da migliaia di ragazzi, molti
giovanissimi, ma non mancavano i trentenni, rumorosamente sparpagliati lungo
tutto lo stadio.
Un palco "futurista", lungo quanto l'intero campo, con i cameramen disposti
su bracci allungabili sospesi sopra la folla e ben tre schermi giganti. Un
pubblico numerosissimo, colorato e caldo composto da tante età diverse, da
qualche famiglia e molte coppie, ma soprattutto da gruppi di ragazzi
provenienti da tutto il nord Italia e non solo, che la giornata se l'erano
programmata da tempo.
Ligabue arriva puntuale alle 21, dopo che le luci del palco hanno dato i
primi segnali e la sua band ha attaccato le prime note di In pieno rock'n'
roll. Lo accoglie un boato, che non si spegnerà più per due ore e mezza
ininterrotte. Il maxi-schermo centrale alterna i primi piani di Ligabue alle
inquadrature della sua storica band, ad alcuni video ed a scritte che
riprendono i titoli delle canzoni del nuovo album, Fuori come va?
La scaletta segue un filo preciso, quello del messaggio che Ligabue lancia
ad ognuno dei presenti: la musica come linguaggio universale, ma allo stesso
tempo come qualcosa che ognuno può usare come preferisce.
Ligabue dedica Ho messa via al padre da poco scomparso, manda un video di
Gino Strada che ripete "Basta vittime, basta guerre" e subito dopo intona Il
mio nome è mai più, incisa con Jovanotti e Piero Pelù, i cui incassi
andarono ad Emergency.
Corre instancabile lungo tutti i 60 metri di palco. Suona in assolo. Canta
tutti i brani nuovi e molti dei suoi amatissimi vecchi, come Certe notti,
Viva!, Non è tempo per noi, che vedono San Siro illuminarsi di mille
accendini, fino ai saluti finali, accompagnati dalle note di Urlando contro
il cielo. "
"Ligabue, 60.000 fan in deliro nel concerto milanese"
E' la notte del rocker di Correggio: fan in delirio e lo stadio trasformato
in una discoteca. Atmosfere roventi tra vecchi successi e le note del nuovo
album Fuori come va?
di Olga Piscitelli
MILANO - Una pedana di ferro lunga mezzo campo, e sopra, Ligabue che
imbracciata l'acustica intona Non è tempo per noi con la voce sopraffatta da
un coro di 60mila fan. Scintille di fuoco sulle elettriche di Questa è la
mia vita, immagini a colori di un trionfo annunciato. E' la notte di
Ligabue, a San Siro. Il rocker di Correggio, ritrova nello stadio milanese,
la stessa rovente atmosfera del concerto-evento targato giugno 1997.
Stesso stadio, stesso pubblico di adolescenti e non solo, scatenati sotto il
palco e sugli spalti. Sulle note di vecchi successi e delle canzoni
dell'ultimo Fuori come va?, 260.000 copie vendute alla fine di aprile.
Per il suo ritorno al Meazza , Liga che inaugura a Milano il nuovo tour
estivo ha portato una produzione imponente. Dal palco lungo 60 metri, con il
mega-schermo e pedane sulle curve, il cantautore-regista ha lasciato che il
campo dello stadio milanese si trasformasse in un'enorme discoteca a cielo
aperto. E intanto correva la musica de Il mio nome è mai più introdotta
dalla voce di Gino Strada di Emergency. Poi ha innaffiato di coriandoli
argentati il pubblico, cantando Ti sento. E dispensato momenti di
commozione, con Ho messo via, dedicata a Giovanni Ligabue, classe 1930, che
non c'è più.
Giostrato su una sapiente regia delle luci, lo spettacolo si regge anche sui
movimenti e l'espressività di Liga e della sua band. Cantautore e musicisti
si spostano lungo la pedana raggiungendo le curve. Liga suona un enorme
gong, poi correndo chiude in un ideale abbraccio tutto il suo pubblico.
Finale trascinante con i classici più famosi, da Balliamo sul mondo a Certe
notti fino a Urlando contro il cielo. Sugli spalti gli striscioni del suo
pubblico: " Sei come Ronaldo"; "Liga non importa dove andiamo, ma grazie a
te viaggiamo". E chiosa della serata (si replica sabato sera) "Da zero a
dieci: stanotte dieci e lode". "