Litfiba: Una ventata di rock tutto italiano 13/04/2015 Dopo il successo della Trilogia del Potere, i Litfiba tornano sul palco con il tour Tetralogia degli Elementi, che è iniziato ieri a Roma, dopo l’anteprima del 12 gennaio a Milano, e terminerà l’ 8 agosto a Brindisi. Il gruppo riporta sul palco gli album ispirati nelle sonorità e nei testi ai quattro elementi: il fuoco (El Diablo), la terra (Terremoto), l'aria (Spirito) e l'acqua (Mondi Sommersi). Sono i lavori pubblicati tra il 1990 e il 1997 quando si assiste al passaggio dall’influenza principalmente new wave, al rock, che si spinge a volte fino al metal in Terremoto, per volgersi a toni più leggeri e solari in Spirito e Mondi Sommersi.Vengono riproposti alcuni dei brani più famosi e che hanno trovato maggior consenso presso il pubblico, ma anche pezzi spesso tralasciati nelle esibizioni live. Davvero sorprendente la performance del cinquantatreenne Piero Pelù che si è esibito per quasi tre ore concedendo per due volte l’encore. Il frontman è in ottima forma, capace di coinvolgere gli spettatori, divertire, trasmettere energia e come sempre pronto a lanciare messaggi contro il razzismo, la mafia e la classe politica, sia con brevi monologhi sia durante l’esecuzione dei brani, contestualizzando in parte i testi, sempre attualissimi, alla situazione sociale e politica di oggi. Entra in scena omaggiando i Tre Allegri Ragazzi Morti indossando la maschera icona del gruppo sulle note di Resisti; dedica la canzone Ragazzo alle vittime delle forze dell’ordine e scrive con una bomboletta spray un cartello contro la mafia, esortando i suoi fan, ai quali si rivolge durante tutto il concerto con l’appellativo di “ragazzacci”, a non abbandonare mai il Peter “Punk” presente in ognuno di noi; canta Ora d’aria con il viso coperto da un men (maschera protettiva del kendo); fa riferimento ad alcuni esponenti politici con frasi e gesti non proprio lusinghieri; sul finale di Sotto il vulcano intona la musica di Je so’ pazzo, chiaro omaggio all’artista scomparso di recente; si impegna in un’improbabile lunga serie di piegamenti sul finale de Il mistero di Giulia; canta dondolandosi da una scala e fa un bagno di folla facendosi poi sollevare dai fan.La scelta dell’Atlantico come location ha assicurato un’ottima visibilità e partecipazione a tutti i presenti. Allo spettacolo è accorsa una variegata platea composta di fedeli e storici fan ma anche di giovani e giovanissimi a testimoniare forse la mancanza sulla scena attuale di un gruppo in grado di proporre una sonorità puramente rock, scevra dalle influenze indie rock, groove metal (così come intesi nell’ultimo ventennio) ed emo-core. Tirando le somme si può dire che l’evento ha offerto buona musica, un clima decisamente divertente con qualche spunto di riflessione sull’attualità e che la band, a distanza di trentacinque anni, è ancora in grado di emozionare e sa rimettersi in gioco, proponendo uno spettacolo dinamico e, come lo stesso cantante lo ha definito, al “peperoncino”. Mauro Iule unfoldingroma La scaletta: Resisti Dimmi il nome Africa Sogno ribelle Sotto il vulcano + Je so’ Pazzo Lo spettacolo A denti stretti El Diablo Dottor M Linea d’ombra Bambino Tammuria Woda Woda Ora d’aria Rawhide (cover) Siamo umani La musica fa Ragazzo Spirito Regina di cuori Soldi Il mistero di Giulia Ritmo Lacio drom