SOMMARIO 1. INTRODUZIONE .................................................................................................................................................... - 2 2. COME SI È SCOPERTO FOXL2 ......................................................................................................................... - 3 3. ANALISI COMPARATIVA DEGLI ORTOLOGHI DI FOXL2 ............................................................................. - 3 4. LOCALIZZAZIONE ED ESPRESSIONE DI FOXL2 .......................................................................................... - 5 5. TOPI K.O. PER FOXL2.......................................................................................................................................... - 6 6. SPETTRO DELLE MUTAZIONI DI FOXL2 IN PAZIENTI CON BPES ........................................................... - 7 7. ESPANSIONE DEL TRATTO POLIALANINICO E AGGREGAZIONE ........................................................... - 8 7.1 COSA SUCCEDE A FOXL2? .............................................................................................................................. - 10 8. DELEZIONE DEL TRATTO POLI-ALA E AGGREGAZIONE......................................................................... - 14 9. STOP CODON PREMATURI IN FOXL2 E AGGREGAZIONE ...................................................................... - 14 9.1 STOP CODON PREMATURI E NMD ..................................................................................................................... - 14 9.2 TRANSLATION READ-THROUGH ......................................................................................................................... - 16 9.3 EXON SKIPPING.................................................................................................................................................. - 16 9.4 RI-INIZIO DELLA TRADUZIONE A VALLE DELLO STOP CODON PREMATURO ........................................................ - 17 9.5 COSA SUCCEDE A FOXL2?.............................................................................................................................. - 17 10. AGGREGAZIONE E PATOGENESI ................................................................................................................ - 18 11. RIPETIZIONI ED EVOLUZIONE ...................................................................................................................... - 20 11.1. ORIGINI MOLECOLARI DELLA RAPIDA E CONTINUA EVOLUZIONE MORFOLOGICA ........................................... - 20 11.2 VARIAZIONI NELLE RIPETIZIONI POSSONO PORTARE A DRASTICHE MODIFICAZIONI FENOTIPICHE ................. - 22 11.3 FATTORI TRASCRIZIONALI CONTENENTI RIPETIZIONI ....................................................................................... - 22 11.4 CONCLUSIONI ................................................................................................................................................... - 24 13. BIBLIOGRAFIA ................................................................................................................................................... - 26 - 1. Introduzione FOXL2 è un gene di 2.7 Kb localizzato sul cromosoma 3q23, costituito da un singolo esone che codifica per una proteina di 376 aminoacidi, appartenente alla famiglia dei fattori trascrizionali forkhead/winged helix. Questa famiglia si caratterizza dall’avere un tipico dominio forkhead di legame al DNA formato da 100 aminoacidi specifici; molti membri si sa essere coinvolti nell’embriogenesi dei vertebrati e alcuni sono implicati in disordini dello sviluppo nell’uomo. Oltre al dominio forkhead, la proteina FOXL2 contiene un tratto di poli-alanina il cui ruolo non è ancora ben noto. ATG stop Forkhead polyAla Questo gene è di particolare interesse poiché recentemente si è scoperto che mutazioni dominanti sono responsabili della BPES (blefarofimosi-ptosi-epicanto inverso), una rara sindrome genetica di cui esistono due tipi: il tipo I caratterizzata da malformazioni craniofacciali, difetti agli occhi e insufficienza ovarica precoce (POF: premature ovarian failure) e il tipo II caratterizzata da isolate malformazioni craniofacciali. FOXL2 è il primo gene autosomico umano le cui mutazioni dominanti sono coinvolte nella POF (Cocquet et al., 2002). Fig 1 fenotipo classico della sindrome BPES di tipo I; i difetti oculari sono presenti sia nella prima che nella seconda generazione. -2- 2. Come si è scoperto FOXL2 Si è arrivati alla scoperta del gene FOXL2 attraverso studi di linkage in famiglie con BPES di tipo II, i quali hanno portato all’identificazione di una regione localizzata sul cromosoma 3q22-q23; studi successivi sulle famiglie con BPES di tipo I hanno evidenziato come anche in questo caso il locus responsabile fosse sul cromosoma 3q22-q23, indicando la possibilità che lo stesso gene mutato sia responsabile di entrambe i fenotipi. Una volta identificata la regione si è eseguito un clonaggio posizionale, sfruttando l’esistenza di pazienti con lo stesso fenotipo e portatori di una traslocazione bilanciata t(3:7) e si è proceduti con la caratterizzazione del gene identificato: FOXL2 (Crisponi et al., 2001). Fig 2 mappa fisica della regione coinvolta nella BPES. Rappresentazione schematica della posizione di FOXL2 e del gene a valle C3orf5 nella regione contenente il punto di rottura dei pazienti con la traslocazione bilanciata. 3. Analisi comparativa degli ortologhi di FOXL2 Per studiare l’evoluzione della regione codificante di FOXL2, la sequenza nucleotidica e aminoacidica di FOXL2 è stata comparata in uomo, capra, topo e fugu (pesce palla) (Cocquet et al., 2002). È stato utilizzato il metodo di Li, il quale consiste nell’effettuare una stima del numero di sostituzioni sinonime per sito sinonimo (Ks) e del numero di sostituzioni non sinonime per sito non sinonimo (Ka) per poi farne il rapporto Ka/Ks: questo è un ottimo indicatore della presenza di pressione selettiva a livello della proteina. Ka/Ks <1 è indice di una forte selezione dominante purificatrice, mentre Ka/Ks>1 indica una selezione positiva diversificatrice. Due sequenze per volta sono state comparate codone per codone e sono state contate il numero di transizioni e transversioni per ognuna delle tre categorie di siti. Successivamente è stato applicato il metodo a due parametri di kimura come correzione per i multiple hits e si sono calcolate le sostituzioni sinonime e non sinonime. -3- Box1: il metodo a due parametri di kimura queste correzioni servono per correggere l’andamento della curva che si ottiene mettendo in grafico la distanza genica con la distanza tra due sequenze; si ottiene infatti una curva a saturazione che va divisa in tre parti: nella prima è possibile effettuare la ricostruzione della filogenesi, nella seconda anche, ma a patto di usare delle correzioni, mentre nella parte del plateau è impossibile a causa delle retromutazioni che diventano sempre più probabili. Queste correzioni si basano sulla probabilità di osservare una data sostituzione tenendo conto anche di tutte le altre possibilità che possono essere accadute; se osservo dunque una sostituzione A>T questa potrà essere frutto di un singolo cambiamento o di due mutazioni distinte A>C>T. Ad ognuna di queste possibilità viene affibiata una probabilità diversa per correggere l’errore. La sequenza aminoacidica si è rivelata molto simile tra i mammiferi (circa 96%) e questo è stato confermato dal rapporto Ka/Ks molto basso ottenuto per l’intero ORF, suggerendo che FOXL2 è sotto una selezione purificatrice. Fig 3 analisi comparativa delle sequenze degli ortologhi di FOXL2. nella tabella sono riportati i rapporti Ka/Ks. Gli asterischi rappresentano i siti maggiormente conservati. Nel fugu il tratto polyala è assente mentre negli altri mammiferila sua lunghezza è molto conservata, indicando che anch’essa è sotto pressione selettiva. -4- 4. Localizzazione ed espressione di FOXL2 Il pattern di espressione di FOXL2 è stato studiato sia a livello di mRNA che di proteina in diverse specie. In uomo, topo e capra FOXL2 è stato trovato solo nello sviluppo delle palpebre e nell’ovario fetale e adulto mentre non è stato trovato a livello dei testicoli in nessuno stadio. La sua localizzazione proteica è nucleare, il che è in linea con il suo putativo ruolo di fattore trascrizionale (Crisponi et al., 2001; Cocquet et al., 2002). Fig 4 immunoistochimica effettuata con anticorpi contro il C-terminale di FOXL2 su una sezione di palpebra umana durante il suo sviluppo. FOXL2 è espresso nel mesenchima primordiale circostante il bulbo oculare suggerendo un ruolo nello sviluppo dei muscoli extra-oculari, consistente con il fenotipo della BPES (Oley and Baraitser, 1988). È stato dimostrato che FOXL2 è espressa nello sviluppo delle palpebre nell’uomo: essa è localizzata nella regione del mesenchima primordiale coinvolto nello sviluppo delle palpebre (Cocquet et al., 2002). Immagini di risonanza magnetica hanno evidenziato in pazienti affetti da BPES l’assenza o l’ipotrofia del muscolo levatore superiore della palpebra (Dollfus et al., 2003). Gli autori suggeriscono che FOXL2 possa essere coinvolto nello sviluppo di questo muscolo. L’espressione ovarica di FOXL2 nei mammiferi comincia presto nello sviluppo, prima dell’inizio della follicologenesi e persiste fino all’età adulta. L’espressione è ristretta alle cellule somatiche: le cellule follicolari hanno una forte espressione, un po’ meno le cellule stromali mentre nessuna espressione è presente nelle cellule germinali (Cocquet et al., 2002). In studi recenti si è visto come l’mRNA di FOXL2 sia presente sia nelle cellule della granulosa che in alcuni oociti nell’ovario del topo fetale e adulto (Loffler et al., 2003). Bassi -5- livelli di mRNA di FOXL2 sono stati trovati nei testicoli di capra e topo ma non è stata trovata nessuna traccia della proteina (Pailhoux et al., 2001; Cocquet et al., 2002); questo può essere causa o di livelli troppo bassi per essere rilevati o frutto di modificazioni posttrascrizionali o frutto di regolazione post-traduzionale. È interessante notare che il trascritto murino di FOXL2 è anche espresso a livello della pituitaria e sembra essere coinvolto nella sua organogenesi (Treier et al., 1998). Molte proteine forkhead sono responsabili del differenziamento nello sviluppo per poi essere riciclati per il controllo del metabolismo nell’adulto. L’espressione somatica ovarica di FOXL2 nei mammiferi comincia presto nello sviluppo e persiste fino all’età adulta, suggerendo un duplice ruolo: per prima cosa potrebbe governare il differenziamento nelle cellule somatiche ovariche, e più avanti potrebbe essere coinvolto nel mantenimento e nella funzione adulta dell’ovario. 5. Topi K.O. per FOXL2 E’ stato eseguito un doppio knock out per FOXL2 e un knock in di lacZ nello stesso locus per poter vedere i territori di espressione del gene (Smith et al.,2004). Successivamente si sono eseguite analisi istochimiche allo stadio di 2, 8 e 16 settimane dalla nascita. Il fenotipo ovario che emerge in topo in seguito a knock out per FOXL2 rispetto al wild type è una totale assenza di proliferazione delle cellule della granulosa, le quali erano quelle che mostravano una più forte espressione della proteina; si osserva inoltre un’apoptosi massiva estesa a tutto l’ovario. Fig 5 immagini istologiche rappresentative degli ovari mutanti omozigoti wild type e FOXL2 2, 8 e 16 settimane dalla nascita. -6- lacZ a 6. Spettro delle mutazioni di FOXL2 in pazienti con BPES Sono state analizzate 53 mutazioni di FOXL2 le quali sono poi state suddivise in classi in base alla tipologia (De Baere et al., 2003). Fig 6 spettro delle mutazioni diFOXL2. Il gruppo A-D rappresenta le proteine tronche; A: senza forkhead domain, B:con dominio parziale, C:con dominio ma senza il tratto poli-ala, D: con dominio completo e tratto poli-ala. Il gruppo E rappresenta i frameshift, il gruppo F mutazioni in frame, il gruppo G mutazioni missense. I due hotspots mutazionali sono riquadrati e a fianco sono mostrate le percentuali: da notare come il 30% sono dovute ad espansione del tratto poli-ala. -7- Il 47% (25/53) di tutte le mutazioni di FOXL2 portano a frameshift, il 34% (18/53) sono mutazioni in frame, di cui la maggior parte dovuta a espansione del tratto poli-ala (16/53). Il 13% sono nonsense e il 6% missense, di cui una parte localizzati nel dominio forkhead. Inoltre, due microdelezioni contenenti FOXL2 e altri geni sono state riscotrate in pazienti con BPES, oltre alla traslocazione bilanciata già menzionata. Le famiglie esaminate e prese in considerazione per questi studi sono estremamente eterogenee a livello di fenotipo e trasmissione della patologia; ad esempio, riporterò nel dettaglio le mutazioni e i relativi fenotipi delle prime due classi. La prima serie di mutazioni appartengono al gruppo D. Di particolare interesse è l’unica e nuova mutazione 1059C→G trovata in una famiglia in cui la madre, affetta da BPES di tipo II, trasmette la malattia alla figlia, affetta da BPES di tipo I. questo è il primocaso in cui ci sono entrambe i tipi di BPES nella stessa famiglia ma causati dalla stessa mutazione (variabilità fenotipica intrafamiliare). La seconda serie di mutazioni appartiene al gruppo E. è interessante notare come l’inserzione 1041-1042insC, che prima veniva riscontrata in una famiglia con BPES di tipo II, una famiglia con tipo sconosciuto e un paziente con sintomi variabili, sia stata trovata in una famiglia con BPES di tipo I. Questa è la prima mutazione che porta a entrambe le forme in famiglie diverse (variabilità fenotipica interfamiliare). Quanto emerge anche da studi clinici è dunque una sovrapposizione di fenotipo tra le due forme di BPES e una grande variabilità (De Baere et al., 2001). 7. Espansione del tratto polialaninico e aggregazione È stata confermata da questi studi l’esistenza di un hotspot mutazionale nella regione dell’espansione poli-ala, responsabile del 30% delle mutazioni nell’ORF, la quale porterebbe principalmente al manifestarsi della BPES di tipo II. Esistono sei altri geni con un tratto poli-ala, la cui espansione oltre una soglia critica avrebbe come conseguenza lo sviluppo di diverse sindromi. -8- Fig 7 Esempi di geni contenenti tratti poli-ala; sono rappresentati inoltre il numero di espansioni e le relative patologie. La funzione del tratto poli alaninico non è ancora chiara, tuttavia esistono evidenze di come il numero di residui di alanina siano strettamente conservati in uomo,capra, topo e ratto, suggerendo l’esistenza di costrizioni funzionali o strutturali (Cocquet et al., 2002). In alcuni fattori trascrizionali il tratto poli-ala, che forma α-elica, ha un ruolo repressorio dei geni target (Han and Manley, 1993). Studi predittivi della struttura secondaria di FOXL2 hanno dimostrato che è presente anche in questo caso una struttura ad α-elica in corrispondenza del tratto poli-ala. Tuttavia prima di giungere a conclusioni occorrono altri studi. Il fenomeno dell’espansione poli-ala non è l’unico: esistono infatti patologie neurodegenerative associate ad espansioni da triplette in cui la tripletta in questione può essere diversa. Un esempio è rappresentato dalla Corea di Hungtinton, neuropatologia ad insorgenza tardiva causata da un espansione di poli glutammina nella proteina hungtintina, la quale forma aggregati che interferiscono con le normali funzioni celebrali a livello di spine e dendriti. Un altro esempio è la distrofia miotonica in cui l’espansione CTG provoca aggregazione internucleare della proteina coinvolta e accumulo di una proteina CUG-binding protein -9- responsabile di alcuni splicing alternativi e relativa alterazione di proteine importanti che sono responsabile del fenotipo multisistemico. In molte di queste patologie si assiste al fenomeno dell’anticipazione, ovvero all’aggravarsi dei sintomi predittivi della patologia nel corso delle generazioni, dovuta all’espansione che aumenta in modo esponenziale una volta superata una certa soglia di instabilità. L’espansione è dovuta a fenomeni di slippage replication della polimerasi o ad appaiamento incorretto. Polymerase slippage, illegitimate recombination Anticipazione Espansione Fig 8 Illustrazione schematica del fenomeno dell’anticipazione e della relativa espansione di triplette. 7.1 Cosa succede a FOXL2? Le espansioni da triplette sono molto frequenti tra fattori trascrizionali e altre proteine nucleari, tuttavia la loro funzione resta ancora dubbia. Recenti studi evidenziano come l’espansione oltre una certa soglia porti a misfolding, aggregazione e degradazione della proteina, suggerendo che patologie associate all’espansione da triplette possano rientrare nella classe di disordini causati da proteine misfolded. Il corretto folding è una tappa cruciale per una corretta attività biologica della proteina ed è sottoposta ad un rigido - 10 - controllo molecolare. Proteine che non foldano correttamente vengono riconosciute e rapidamente degradate. Fig 9 chaperoni molecolari possono intervenire nel folding e nella degradazione di proteine misfolded. Attraverso l’associazione con i gruppi idrofobici esposti, i chaperoni Hsp70/40 promuovono il folding delle proteine neosintetizzate; alternativamente, possono facilitare il riconoscimento di proteine misfolded e indirizzarle verso la loro ubiquitinizzazione attraverso CHIP (E3), e successivamente alla degradazione attraverso il proteasoma 26S. In alcuni casi, tuttavia, le proteine misfolded formano aggregati e/o causano un’attivazione eccessiva della macchina degradativa, portando a una disfunzione cellulare e,conseguentemente, alla patologia. È stato dimostrato da Caburet (Caburet et al., 2004) che l’espansione poli-ala nel gene FOXL2 induce la formazione di aggregati intranucleari e a mislocalizzazione della proteina dovuta all’estensiva aggregazione citoplasmatica. Hanno transfettato cellule COS-7 con un costrutto contenente un vettore di espressione per il cDNA di FOXL2 contenente 14 ripetizioni ala (Wt) e uno mutato con 24 ripetizioni entrambi fusi a GFP e hanno osservato come in entrambe i casi vi fosse localizzazione intranucleare. M1 FOXL2 ORF GFP GFP - 11 - La fluorescenza nucleare osservata nel wt non è omogenea ma non si può parlare di aggregati poiché sono state trovate piccoli aggregati puntiformi solo nel 6.9% delle cellule wt FOXL2-Ala14 GFP transfection of COS-7 cells DAPI GFP merge Nuclear Fluorescence, non homogeneous but not aggregated Fig 10 aggragazione di FOXL2 con poli-ala espanso. Colonna a sinistra: colorazione del nucleo, DAPI; centro: proteina di fusione con GFP/FITC; destra: merge. Nel mutante invece si osservano aggregati nucleari nel 30% dei casi. FOXL2-Ala24 GFP dapi gfp GFP Merge - 12 - Il dato più interessante è che, mentre nel wt si è osservata una modesta presenza di fluorescenza a livello citoplasmatico (< 3%), nel mutato più dell’80% della fluorescenza era citoplasmatica e sottoforma di aggregati. L’aggregazione di Ala24-GFP, che si pensa inizi nel citoplasma, è così forte che può venir impedito il trasporto intranucleare, lasciando i nuclei pressochè privi di fluorescenza. È stata saggiata la possibilità che vi fosse interferenza della GFP nell’aggregazione di FOXL2 espanso, perciò sono state eseguite altre trasfezioni simili utilizzando al posto della proteina di fusione una localizzazione tramite immuno-fluorescenza con anticorpi diretti contro la proteina. I risultati hanno escluso la possibile interferenza del GFP e hanno concluso che l’effetto primario dell’espansione del tratto poli-ala di FOXL2 è l’aggregazione nucleare e la mislocalizzazione di questo fattore trascrizionale a causa degli aggregati citoplasmatici. È stato inoltre dimostrato che l’aggregazione citoplasmatica in seguito ad espansione poliala è una caratteristica comune ad altri fattori trascrizionali (Albrecht et al., 2004). Fig 11 espressione delle proteine Hoxd13, Hoxa13, Runx2 e Sox3 wt e mutate in cellule Cos-1. Le cellule sono state trasfettate transientemente, le proteine colorate con opportuni anticorpi (verde, pannello superiore), mentre i nuclei con colorazione DAPI (blu). Il pannello inferiore mostra il - 13 - merge. Le proteine wt localizzanonel nucleo, mentre quelle mutate formano aggregati nel citoplasma. Le ripetizioni di alanina brevi (+7) sono prevalentemente localizzate nel nucleo e ben tollerate dalla cellula, mentre le espansioni più lunghe (> +10) sono tossiche e principalmente citoplasmatiche. Questo è in accordo con i dati clinici che dimostrano una correlazione tra lunghezza dell’espansione e gravità del fenotipo e della penetranza. 8. Delezione del tratto poli-ala e aggregazione È stato dimostrato come, non solo l’espansione del tratto poli-alaninico porti ad aggregazione, ma anche la delezione dello stesso (Moumnè et al., 2005). Anche questa volta sono stati fatti studi di trasfezione in cellule cos-7 di mammifero e si è visto che nel 20% dei casi si osservava aggregazione intranucleare, contro il 4% delle trasfezioni con il gene wt con 14 alanine. 9. Stop codon prematuri in FOXL2 e aggregazione Un tipo di mutazioni possibili a livello del DNA sono le mutazioni non senso, le quali sono responsabile della presenza di uno stop codon prematuro nella ORF; a questo proposito l’organismo può intervenire in diversi modi per cercare di ovviare al problema: 9.1 Stop codon prematuri e NMD L’NMD (Non-sense Mediated mRNA Decay) è un fenomeno di degradazione di mRNA contenenti stop codon prematuri; il meccanismo d’azione è rivolto a mRNA spliced ma non è ancora chiaro nei suoi dettagli poiché, nonostante sia un processo bloccato da inibitori della traduzione (processo che si ritiene essere citoplasmatico!), i livelli di mRNA sono già molto bassi nel nucleo. Inoltre, poiché il processo si verifichi, la mutazione PTC (premature terminator codon) deve essere a più di 50 nucleotidi dall’ultima exon junction e richiede un introne a valle; questo probabilmente per essere sicuri di non confondersi con lo stop fisiologico. Ad oggi si ritiene che l’NMD, descritto solo per geni con molti esoni, si verifichi - 14 - a livello della membrana perinucleare, dove avverrebbe una prima scansione dell’mRNA prima che inizi la traduzione vera e propria. L’NMD ha un ruolo importante nel prevenire la formazione di proteine tronche anomali causate dallo stop codon prematuro, le quali potrebbero portare a casi di dominanze negative; davanti a questa prospettiva, la soluzione migliore per l’organismo è, spesso, quella di degradare la proteina per evitare potenziali anomalie. Un esempio classico è quello del locus β-globinico e delle talassemie. Le β talassemie sono patologie causate da un difetto quantitativo di catene β (esistono anche le α talassemie e riguardano il locus α globinico) dovuto a mutazioni di diverso genere e sono per la maggior parte recessive. Se la mutazione è di tipo PTC, a seconda che essa avvenga sull’ultimo esone o prima, c’è la possibilità di avere forme dominanti di talassemia: se la mutazione è nell’ultimo esone non porta a NMD e di conseguenza avrò la formazione di un dominante negativo, mentre se essa avviene prima dell’ultimo esone, l’NMD mi garantisce la degradazione e di conseguenza la forma recessiva. Nonsens mutations in the -globin gene PremRNA mRNA protein mRNA degradation by Nonsens Mediated Decay (NMD) Toxic truncated protein = dominant negative effect Dominant -thalassemia No toxic protein = null allele Recessive -thalassemia Fig 12 esempio illustrato del fenomeno dell’NMD e della diversa conseguenza patologica nel caso esso avvenga oppure no. L’NMD tuttavia in questo caso è stato scartato come possibile ulteriore responsabile dell’aggragazione dal momento che FOXL2 ha un solo esone. - 15 - 9.2 Translation read-through Anche questo è un meccanismo che può intervenire quando si hanno mutazioni PTC e consiste nel riconoscere uno stop codon come sense codon permettendo così alla traduzione di non interrompersi. AUG mRNA Full protein Fig 13 esempio illustrato del fenomeno della translation read-through È un processo che avviene principalmente nei virus ma che può essere riprodotto, seppur con bassa efficienza (< 10%), nell’uomo grazie ad alcuni antibiotici come ad esempio la gentamicina. L’importanza di questo fenomeno si sta rivelando utile per curare patologie come la fibrosi cistica o la distrofia di duchanne da stop codon; in questi casi, trattando con antibiotico, interferisco con le funzioni del ribosoma il quale non riconosce lo stopcodon come tale, ma come sens codon. Ovviamente verrà inserita una mutazione, ma in questo modo evito la degradazione dell’mRNA e permetto la produzione di un 3% circa di proteina che, in questi casi gravi, è comunque già sufficiente. 9.3 Exon skipping Un altro metodo adottato dall’organismo per aggirare la presenza di uno stop è il NAS (Non-sense Alterated Spliced). Questo meccanismo sfrutta la possibilità di effettuare splicing alternativi usando siti criptici o altri siti di splicing diversi dal consensus, con lo scopo di eliminare l’esone contenente lo stop codon per exon skipping. Il problema è che spesso l’uso di siti criptici ha come conseguenza la ritenzione di pezzi di introni o l’eliminazione di pezzi di esoni con la conseguente possibilità di frameshift. questo fenomeno sicuramente avviene nel nucleo poiché riguarda lo splicing ed è possibile abolirlo cambiando il frame di lettura. Anche in questo caso la possibilità di avere NAS è esclusa vista la natura del gene in questione. - 16 - AUG Pre-mRNA mRNA Internally deleted protein Fig 14 esempio illustrato del fenomeno dell’exon skippin 9.4 Ri-inizio della traduzione a valle dello stop codon prematuro Con questo meccanismo si ha un primo inizio di traduzione fino ad incontrare lo stop codon prematuro; qui la traduzione si interrompe per poi riprendere a valle dello stop prematuro fino allo stop fisiologico. In questo modo ottengo una proteina che ha solo l’Nterminale e una proteina tronca priva dell’N-terminale. Quest’ultima potrebbe essere funzionale nella migliore delle ipotesi oppure un’antagonista. AUG AUG mRNA Peptide N-term + protein lacking the Nterm Fig 15 esempio illustrato del ri-inizio della traduzione a valle dello stop prematuro 9.5 Cosa succede a FOXL2? Per un gene come FOXL2, costituito da un solo esone, la presenza di stop codon può portare a tre conseguenze possibili: 1) formazione di una proteina tronca mancante del Cterminale, 2) read-through, 3) ri-inizio della traduzione a valle dello stop. Il fenomeno del read-throug porta alla produzione di bassi livelli di proteina full-lenght mentre il - 17 - meccanismo del ri-inizio della traduzione forma un oligopeptide corrispondente all’Nterminale e una proteina mancante dell’N-terminale. È stata dunque esaminata la possibilità che entrambe i fenomeni potessero intervenire in caso di mutazioni nonsense in FOXL2 (Moumnè et al., 2005) attraverso esperimenti di trasfezioni ed è stato dimostrato che viene prodotta una proteina troncata nella parte Nterminale a causa del fenomeno della ri-iniziazione della traduzione. Sorprendentemente, la proteina troncata formava aggregati nucleari e parzialmente localizzava nel citosol; inoltre è stato dimostrato che la proteina tronca era in grado di ritenere una frazione della proteina wt sotto forma di aggregati intranucleari. Per dimostrare quanto detto, cellule di mammifero cos-7 sono state trasfettate con un vettore di espressione che portava FOXL2, con uno stop codon prematuro, fusa a GFP al C-terminale. Osservazioni dirette attraverso microscopio a fluorescenza mostrano che la proteina di fusione viene prodotta e questo dimostra che la regione a valle dello stop può venire tradotta. Inoltre, la fluorescenza osservata non era diffusa come previsto, ma presentava aggregati intranucleari in tutte le cellule trasfettate e decorazioni caratteristiche a livello citoplasmatico. Il comportamento anomalo di questa proteina ha fatto sospettare che probabilmente non fosse stata tradotta l’intera sequenza della proteina di fusione ma, a causa dello stop prematuro, fosse stata tradotta una proteina tronca all’N-terminale. Questa ipotesi è stata confermata con analisi di western blot; studi sulla sequenza di FOXL2 hanno evidenziato come vi fossero 8 AUG in frame all’N-terminale perciò è stato semplice calcolare a priori la putativa lunghezza della proteina tronca e confermarne il peso attraverso western blot. Per essere sicuri che la ri-iniziazione della traduzione avvenisse proprio all’AUG65, si è trasfettato un costrutto con la delezione dei primi 64 codoni di FOXL2 e, come atteso, si sono osservati aggregati intranucleari e decorazioni citoplasmatiche. 10. Aggregazione e patogenesi I target fino ad ora conosciuti del fattore trascizionale FOXL2 sono: 1. recettore dell’ormone rilasciante le gonadotropine (Elsworth et al., 2003) 2. STAR – steroid acute regulatory protein (Pisarska et al., 2004) 3. aromatasi (Pannetier et al., 2006). Per indagare sugli altri potenziali target di FOXL2, sono stati usati DNA chips e PCR quantitativa per comparare i trascrittomi delle cellule granulosa-like overesprimenti o no - 18 - FOXL2 (Batista et al., 2007). Questa analisi ha rivelato che mediatori infiammatori, regolatori apoptotici e trascrizionali, geni coinvolti nel metabolismo del colesterolo e geni codificanti enzimi e fattori trascrizionali coinvolti nella detossificazione dalle specie reattive dell’ossigeno erano up-regolati. D’altra parte, FOXL2 down-regolava la trascrizione di diversi geni coinvolti nella proteolisi, nella trasduzione del segnale e nella regolazione della trascrizione. È stata successivamente condotta un analisi bioinformatica per discriminare tra i potenziali promotori target attivati o repressi da FOXL2. Chemokines (inflamatory processes) Signal transduction Keratin-associated proteins FOXL 2 Pregnancy-specific glycoproteins Peptidases and metallopeptidases Transcription factors Transcription factors Fig 16 classificazione funzionale dei potenziali target di FOXL2 Inoltre, è emerso che i promotori di geni fortemente attivati da FOXL2 sono ricchi di siti di binding per il forkhead domain, suggerendo una possibile interazione diretta di FOXL2. A questo punto è aperta la speculazione sui possibili ruoli dei geni regolati da FOXL2 per capire in che modo questi potrebbero essere causa di patologie in caso di alterata regolazione. È possibile che geni responsabili di processi infiammatori possano essere legati all’ovulazione, così come geni deputati al metabolismo dei ROS e alla regolazione dell’apoptosi intervengano nell’invecchiamento dell’ovaio. Ulteriori studi in questa direzione sono volti a far luce sui reali target in vivo di FOXL2; saranno necessari esperimenti di Chromatin immuno precipitation (ChIP) e ChIP on chip - 19 - sull’intero genoma. Inoltre sarebbe interessante capire cosa succede all’espressione dei geni target di FOXL2 in caso di mutazioni. 11. Ripetizioni ed evoluzione 11.1. Origini molecolari della rapida e continua evoluzione morfologica La rapida generazione di nuove specie osservate nel mondo vivente è il risultato di un incredibile variabilità genetica, specialmente di quei geni coinvolti nello sviluppo “morfologico”. È stato proposto, in accordo con la comunità scientifica, che mutazioni in cis di elementi regolatori di geni dello sviluppo è alla base della diversità e della complessità osservata; l’esempio più classico è rappresentata dai geni della famiglia Hox, i quali definiscono principalmente il body plan durante lo sviluppo. Tuttavia, l’efficienza di questi rari eventi di mutazione potrebbe essere questionabile se rapportato alla velocità con cui si osservano variazioni morfologiche. Di particolare interesse è il caso delle specie domestiche, dove la selezione artificiale ha portato ad un incredibile variabilità in poco tempo. Analisi di DNA mitocondriale suggeriscono come il cane abbia una divergenza rispetto al lupo di circa 135.000 ya (Vila et al., 1997); da qui sarebbe iniziato un processo a più riprese di separazione e incroci selettivi tra cane e lupo, probabilmente imposto dal cambiamento di stile di vita dell’uomo, il quale passò da nomade e sciacallo, ad una vita sedentaria, la quale è culminata con la scoperta dell’agricoltura. Questa selezione artificiale ha generato più di 200 specie diverse di cane in un tempo molto breve sulla scala evolutiva. In un paper recente, Fondon e Garner (Fondon and Garner, 2004) hanno dimostrato l’esistenza di un metodo genetico alternativo che potrebbe partecipare ad incrementare la diversità nell’evoluzione: hanno mostrato come la variazione della lunghezza dei tandem repeats nelle sequenze codificanti di geni dello sviluppo siano associate a cambiamenti morfologici nelle diverse specie di cane. Nelle sequenze codificanti, la variabilità nella lunghezza dei tandem repeats produce diversi polimorfismi, i quali sono conseguenza di una contrazione o espansione di ripetizioni aminoacidiche (Wren et al., 2000). Questo sarebbe terreno fertile per la selezione naturale, la quale avrebbe molto materiale diverso su cui agire. È interessante notare, inoltre, che studi genomici hanno mostrato come proteine contenenti repeats, specialmente Alanina, Prolina, Glicina e Serina, siano frequentemente - 20 - coinvolte nello sviluppo (Nakachi et al., 1997; Karlin et al., 2002). Inoltre, le proteine Hox costituiscono la famiglia più ricca in poly-alanine repeats del proteoma umano (Lavoie et al., 2003). Fondon e Garner hanno ipotizzato che la grossa variabilità nella morfologia dei cani possa essere il risultato di un’alterazione relativamente recente della lunghezza delle tandem repeats nei geni dello sviluppo. Per cercare di dimostrarlo, gli autori hanno esaminato le sequenze di tandem repeats nelle regioni codificanti di alcuni geni dello sviluppo in diverse specie di cani, e comparato i polimorfismi in queste sequenze con la variabilità morfologica interspecifica. In assenza di mutazioni “purificatrici” come espansione e contrazione, una tandem repeat pura andrebbe incontro a “degradazione” per l’accumulo di mutazioni puntiformi, mentre l’espansione e la contrazione di repeats hanno l’effetto di rimuovere le imperfezioni dalla sequenza ripetuta. Evidenze di una recente alterazione nel numero di ripetizioni in un locus possono essere osservate comparando la sequenza di loci ortologhi ripetitivi. Per fare ciò hanno sequenziato 36 regioni codificanti contenenti repeats di cani domestici, ortologhe di 17 geni umani coinvolti nello sviluppo craniofacciale; successivamente hanno comparato la purezza della sequenza con l’omologa ripetizione nell’uomo. La loro ipotesi è che, se l’intensa selezione per variazioni morfologiche nei cani domestici è dovuta ad una recente variazione nella lunghezza delle ripetizioni, si osservi nei cani una maggiore purezza nelle ripetizioni rispetto all’uomo. Fig 17 la purezza è stata calcolata dividendo il numero di basi che devia dalla canonica unità di ripetizione per la lunghezza totale della ripetizione e sottraendo da uno. - 21 - Il risultato è che, per 29 dei 36 loci comparati, la sequenza delle ripetizioni nei cani ha minor interruzioni rispetto all’uomo ed è quindi più pura. Ora, se parte della capacità di rapida diversificazione morfologica nei cani domestici è mediata dalla diversa lunghezze delle tandem repeats in alcuni geni, allora si dovrebbe osservare una variazione interspecifica della lunghezza. Quello che hanno scoperto Fondon e Garner attraverso altri studi di comparazione è che, effettivamente, la maggior parte delle variazioni alleliche osservate erano dovute alla diversa lunghezza delle ripetizioni. Se un gene può portare diverse ripetizioni, sarebbe interessante vedere se particolari combinazioni di diversa lunghezza siano in linkage disequilibrium nell’evoluzione come aplotipi stabili; questi aplotipi potrebbero riflettere diversità fenotipiche selezionabili. La selezione artificiale e il processo della domesticazione potrebbe aver contribuito a fissare gli aplotipi responsabili di caratteristiche fenotipiche più consone all’esigenza dell’uomo. 11.2 Variazioni nelle ripetizioni possono portare a drastiche modificazioni fenotipiche La variazione della lunghezza delle sequenze ripetute nel gene Runx-2, gene chiave nella regolazione del differenziamento degli osteoblasti, è stato investigato da Fondon e Garner, i quali hanno trovato un associazione con cambiamenti morfologici quantitativi. Gli autori hanno costruito un modello 3-D al computer di crani di 20 cani, campionando una grossa variabilità morfologica. Essi hanno trovato una correlazione tra la morfologia craniofacciale e la lunghezza delle due ripetizioni omopolimeriche in Runx-2 (poliAla e poliGln); più precisamente, la correlazione positiva è stata migliorata quando hanno calcolato il rapporto poliGln/poliAla. Questa correlazione è stata attribuita alla possibile modulazione dell’attività di Runx-2 attraverso un dominio attivatorio poliGln in opposizione a uno repressorio poliAla. Interessante notare come il fenotipo più estremo, cioè quello con il rapporto poliGln/poliAla più basso, è molto simile al fenotipo clinico della displasia cleidocraniale (CCD), sindrome umana causata da un aploinsufficienza di Runx-2. Inoltre, una forma intermedia di CCD familiare è causata da una espansione di 10 triplette nella ripetizione poliAla: questo conferma l’associazione tra una maggior lunghezza della ripetizione poliAla e una minor attività del gene Runx-2. - 22 - Fig 18 modello ipotetico per spiegare l’impatto della variazione nella lunghezza delle ripetizioni sull’attività trascrizionale del gene Runx-2. l’attività trascrizionale del gene Runx-2 sarebbe frutto di un bilancio tra i due domini attivatorio e repressorio; un alto rapporto poliGln/poliAla implica un aumento della trascrizione per l’effetto attivatorio di poliGln, mentre un aumento di poliAla tende a diminuire i livelli di Runx-2, probabilmente a causa della formazione di aggregati e alla conseguente mislocalizzazione del fattore trascrizionale in maniera lunghezza dipendente. 11.3. Fattori trascrizionali contenenti ripetizioni Nei vertebrati a sangue caldo, le proteine contenenti ripetizioni sono spesso fattori trascrizionali implicati nello sviluppo (Huntley et al., 2004). Queste proteine sono arricchite in alcuni aminoacidi come Alanina, Prolina e Glicina e molti studi hanno confermato che il loro open reading frame ha un elevato contenuto in GC (Nakachi et al., 2004). È noto che isocore ricche in GC correlano con un elevato tasso di ricombinazione, oltre che con una replicazione precoce e un alto tasso di geni; questo potrebbe giocare un ruolo nell’alterazione della lunghezza delle ripetizioni (MontoyaBurgos et al., 2003). In base a quanto detto, ci sia spetta che fattori trascrizionali altamente trascritti e contenenti ripetizioni siano codificati da geni in comparti ricchi in GC. Tuttavia, questi geni appartengono a diversi contesti in mammiferi, rispetto che in pesci per esempio, e potrebbero evolvere differentemente. Nello specifico, per fattori trascrizionali contenenti tratti poli-alaninici, è stato dimostrato che la lunghezza media delle repeats è maggiore in animali a sangue caldo che in quelli a sangue freddo (Lavoie et al., 2003). Probabilmente nei pesci la vita acquatica impone costrizioni maggiori sulla morfologia, restringendo la possibilità di mantenere nuovi alleli. - 23 - 11.4. Conclusioni I risultati descritti da Fondon e Garner mostrano come l’espansione e la contrazione delle ripetizioni in geni coinvolti nello sviluppo possano portare ad una rapida generazione di nuovi alleli con effetti morfologici. Questi dati, che sembrerebbero essere una reminiscenza dell’ipotesi di Goldsmith, andrebbero tuttavia interpretati in una chiave di riconciliazione tra il Darwinismo classico e la teoria degli equilibri punteggiati di Eldredge e Gould. Goldsmith, nel 1940, ipotizzò che, ad un certo punto nella storia, per caso nascesse un mostro fortunato, cioè un individuo che, da una generazione all’altra, avesse acquisito un carattere vantaggioso in grado di aumentare moltissimo la sua fitness e rendere capace l’individuo di per sé di dare origine a speciazione. Questo può essere vero in alcuni casi e per alcuni geni (e il lavoro di Fondon e Garner potrebbe essere un esempio), tuttavia non è corretto estendere il concetto in generale e pensare che la speciazione inizi a seguito di singole mutazioni per qualsiasi gene. Le conclusioni tratte da questi studi potrebbero servire, invece, per trovare il collante tra due visioni apparentemente discordanti, ma che in realtà così opposte non sono. Secondo il Darwinismo filetico, nuove specie si formano per lento accumulo di piccole modificazioni (anagenesi), facendo della macroevoluzione un estensione della microevoluzione. La teoria degli equilibri punteggiati sostiene, invece, che non ci siano forme intermedie, e che la speciazione proceda discretamente, alternando lunghi periodi di stasi (l’equivalente dell’anagenesi per Darwin) a periodi di cambiamento repentino. Per i darwinisti più estremi, la teoria degli equilibri punteggiati sembra pura eresia, ed è stata a lungo affiancata all’ipotesi di Goldsmith; tuttavia bisogna tener presente che Eldredge e Gould, essendo paleontologi, ritengono che la “punteggiatura”, per quanto veloce, si realizzerebbe in una scala di milioni di anni, e non nell’arco di una generazione, perciò questa visione non è sovrapponibile a quella i Goldsmith. Inoltre essi sostengono l’ipotesi di Goldsmith solo per alcuni geni, ad esempio per i geni Hox e le trasformazioni omeotiche. Un altro punto rilevante è il ruolo della mutazione e della selezione naturale nell’evoluzione molecolare. Ad oggi esistono ancora visioni contrastanti sull’effettivo contributo delle mutazioni nell’evoluzione, per quanto possa sembrarci inaccettabile; inoltre, si sta ancora cercando di trovare una risposta alla domanda: “quale è la maggior forza che guida l’evoluzione molecolare?”. Entrare in queste discussioni sarebbe troppo lungo, tuttavia quello che si può concludere alla luce di quanto discusso in questa relazione è che esiste una pressione mutazionale sulla composizione aminoacidica; la presenza di zone ricche di - 24 - GC differenti nei diversi vertebrati, può essere interpretata come una mutazione direzionale, la quale si riflette sul contenuto aminoacidico, ad esempio aumentando i livelli di proteine come: alanina (GCU, GCC, GCA, GCC) e glicina (GGU, GGC, GGA, GGG), con le conseguenze viste. Quindi, lo studio dell’evoluzione molecolare ha mostrato che esiste una più ampia gamma di variabilità a livello molecolare/genetico tra gli organismi su cui forze evolutive possono agire, e che i livelli su cui si può intervenire nell’evoluzione sono molteplici; questo permette di avere un panorama che si estende oltre alla sola selezione naturale, la quale resta comunque la principale forza evolutiva in grado di dirigere l’evoluzione dei fenotipi degli organismi. - 25 - 13. Bibliografia 1. Albrecht AN, Mundlos S, 2004. Hum Mol Genet 13 : 2351-2359 2. Batista F, Veitia RA, 2001. PNAS, vol. 104: 3330-3335 3. Boras K, Hamel PA 2002. J Biol Chem 227:1120-1127 4. Caburet S, Demarez A, Moumne L, De Baere E, Fellous M, Veitia RA, 2004. J Med Genet 41 :932-936 5. Cocquet J, De Baere E, Fellous M, Veitia RA. 2003. Cytogenet Genome Res 101 :206-211 6. Cocquet J, Pailhoux E, De Baere E, Fellous M, Veitia RA. 2002. J Med Genet 39 :916-921 7. Crisponi L, Pilia G et al., 2001. 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