Ciberspazio • • • • • • • • • Spazio sociale. E’ possibile dalla presenza di reti telematiche digitali. Comunicazione distribuita (molti-molti). Presenza di comunicazione sincrona oltre che asincrona. Passaggio dai media testuali ai quelli visuali con aggiunta di potenzialità non verbali (segni paralinguistici legati alla visione e alle metafore della realtà). Creazione di comunità virtuali a sostituzione/integrazione/rafforzamento di quelle reali. Adattamento alle caratteristiche del medium. Comportamenti disfunzionali. Sovraccarico informativo. Le 3 dimensioni del Ciberspazio • Fisico: il ciberspazio è una rete di computer in grado di comunicare e interagire tra loro. – Implica l’esistenza di una tecnologia sia nei nodi della rete (i computer) sia nei cammini (canali) della rete stessa. – Tutti nodi della rete devono essere identificati in modo univoco. – La tecnologia deve essere in grado di offrire una velocità e capacità di trasmissione adatta anche all’esigenze della trasmissione di testi multimediali. – Alcuni nodi della rete interagiscono molto pesantemente con altri, quindi hanno caratteristiche e funzioni molto diverse. – La rete deve essere affidabile. • Simbolico: il ciberspazio è una rete di relazioni attuate da soggetti intenzionati a relazionare tra loro. Il tipo e il modo dipendono molto dal contesto. – Il concetto di identità reale. – Il concetto di identità virtuale. – Luogo di incontro mascherato dalle identità che ciascuno decide di assumere. – L’identità virtuale (non controllata) consente azioni che normalmente nessuno agirebbe. • Pragmatico: uso che ne viene fatto. Strette relazione con le dimensioni fisica e simbolica perché l’uso che viene fatto dipende dall’affordance dell’artefatto e i significati che esso è in grado di veicolare. • E’ fondamentale l’usabilità dell’interfaccia. • La possibilità di raggiungere lo scopo in tempi e modi soddisfacenti. • La possibilità di produrre emozioni che sono in grado di far procedere o terminare il processo comunicativo. CMC (Computer Mediated Communication) Problemi di base: • percezione di sé stessi e degli altri; • effetti di una comunicazione in grado di raggiungere istantaneamente qualsiasi luogo in modo semplice per l’utente; • comunicazione basata quasi interamente sul testo, dunque priva di comportamenti e codici non verbali; • mancanza di informazioni relative alla propria identità e ad un'accentuazione dell'anonimato che può portare a comportamenti antisociali. • La CMC si può considerare una conversazione virtuale, cioè una conversazione che manca di elementi normativi o regole che garantiscano un’interazione efficace. Teorie – RSC (Reduced Social Cues) • • • • • Indicatori sociali ridotti: vede l’interazione sociale via Internet come un’interazione limitata a causa della ridotta “capacità di banda” (cioè la quantità di informazioni veicolabili nell’unità di tempo), con conseguente mancanza di alcuni importanti canali comunicativi che supportano quello verbale. La limitazione è intrinseca al medium comunicativo stesso e riduce gli elementi relazionali nel processo comunicativo perché priva degli elementi metalinguistici della comunicazione faccia a faccia. E’ stata riferita ai media testuali che essendo ridotti sono adatti ai limiti del mezzo ma non sono in grado di sostenere efficacemente le relazioni interpersonali. Discontinuo coinvolgimento emozionale (tanto all’inizio ma si può spegnere improvvisamente). Conseguenze: – Isolamento dalle regole sociali, quindi libertà da critiche e controlli. – Tendenza alla violazione delle regole a causa della mancanza di controllo e conseguente possibilità di comportamenti disfunzionali/asociali. – I media testuali non sono in grado di reggere a fondo e nel tempo i rapporti interpersonali. – A livello più ampio possono favorire la democrazia grazie all’effetto equalizzatore (democratico?) sulle norme sociali e una maggiore partecipazione dei soggetti alle decisioni. Teorie – SIDE (Social Identity De-Individual) Model • • • • • • • Modello di identità sociale de-individualizata (distinzione tra identità personale e identità sociale). Rifiuta l’effetto equalizzatore di RSC. Distinzione tra “media richness” e capacità di trasmissione indici sociali, quindi, indipendenza tra quantità di informazione trasmessa e quantità di indici sociali perché questi possono essere notevolmente compressi o assunti da altri contesti. Riferimenti a “identità sociale” e “auto-categorizzazione”. Diversi sé formati da identità personale e identità sociale convivono e sono rivelati dal contesto (diversi ruoli sociali utilizzati a seconda delle occasioni). Se il medium non permette Identità personali allora si può pensare ad Identità sociali, le norme sociali assumono molta importanza per determinare il tipo d’identità di riferimento. Utilizzo di simboli sociali di potere noti e condivisi. Se il contesto inserisce i singoli individui come attori allora acquisisce importanza la loro identità personale; se il contesto enfatizza l’identità sociale allora gli attori osservano particolarmente le norme e regole del gruppo al quale fanno riferimento. Due sono gli effetti che si possono realizzare sugli individui, secondo le norme sociali: comportamenti tanto asociali (bassa osservanza delle norme sociali) e comportamenti ipersociali (alta osservanza delle norme sociali). – Le norme sociali sono molto importanti in questo approccio e sono determinanti per il tipo d’identità di riferimento. Per tale modello il “sociale” è parte della propria identità per cui non dipende dalla presenza di altri attori né dalla larghezza di banda del medium usato per la comunicazione. • la de-individuazione conduce a una sopravvalutazione delle appartenenze sociali: chi riceve un messaggio tende a categorizzare il proprio interlocutore, spesso, per mancanza d’informazioni. – Teorie - SIP (Social Information Processing) • Si adatta alle comunità virtuali (Rheingold). – Adattamento dei soggetti che hanno già rapporti tra loro e vogliono instaurare relazioni interpersonali sfruttando le opportunità offerte dal medium che stanno usando (adattamento delle strategie comunicative alle possibilità del medium). – La CMC non è una comunicazione fredda e impersonale, ma possiede caratteristiche che tendono a "sovraccaricarla" di contenuti sociali, tanto da poter essere definita "iperpersonale “ – Condizioni: • Motivazione (curiosità, impegno, interessi condivisi) • Costruzione di impressioni dagli indizi rilevati da altri. • Capacità di veicolare informazioni relazionali. • Disponibilità di tempo per comunicare. (volontariato???) • Se questo avviene allora: – Si abbassa il livello di formalità. – Aumenta il numero e la durata dei contatti. – Si espone anche la propria identità personale.