II Capitolo. Il rapporto tra uomo e tecnologie va inserito all’interno di un processo abbastanza complesso caratterizzato da diverse fasi. Una di queste è rappresentata dal passaggio di un tipo di società basata sull’oralità e un tipo di società basata sulla scrittura. In uno dei suoi più importanti libri i Fedro Platone evidenzia le conseguenze socio-culturali del passaggio ad una società basata sulla scrittura. Walter Ong, nella sua opera Oralità e scrittura introduce il concetto di oralità primaria, includendo quelle società ignare della scrittura e le società ad oralità secondaria che godono della presenza di tecnologie come la radio la televisione. Le società ad oralità primaria erano fortemente organizzate e stabili, in cui fondamentale risultava l’interazione tra soggetti, il collettivo. Nelle culture orali l’ordine prestabilito non veniva mai intaccato bensì le attività comunicative erano atte a riproporre sempre schemi comportamentali passati in una temporalità circolare. Il nuovo, e l’individuale era visto come un qualcosa da condannare, la mentalità di queste culture era altamente tradizionalista e conservatrice, lontano da qualsiasi sperimentazione intellettuale. Viceversa nelle società basate sulla scrittura il sapere e la conoscenza si oggettivano, diventano altro dall’individuo, questo garantiva un perdurare nei tempi riducendo così le abilità mnemoniche del soggetto. Anche queste culture erano conservatrice ma in una diversa accezione, ovvero in una concezione della cumulatività del sapere che lasciava così spazio ad altre funzioni come all’analisi critica dei testi scritti. Dunque se le società basate su l’oralità riproponevano il passato continuamente nel presente , con l’affermarsi della scrittura si perde quello che viene definito amnesia strutturale, l’analisi critica permettere di dividere il presente dal passato e di avere speranze per il futuro. Quando il suono si è oggettivato in parola scritta, anche la conoscenza si è staccata dall’esperienza. Il suono si riduce in spazio e la parola si allontano da un hic et nunc preciso, perde di immediatezza e si stabilizza quello che Rafaele Simone definisce visione alfabetica. L’informazione e la conoscenza viene ormai desunta dalla linearità di simboli visivi. Si sviluppa cosi una nuova forma di intelligenza definita sequenziale che si contrappone a quella simultanea. Ma la scrittura non ha sostituito l’oralità come poi vedremo, ha creato un ibrido. “Ogni innovazione vale a seconda della spinta sociale che la sostiene e la impone”. La stampa diventerà lo strumento tramite cui le decisioni politiche saranno portare davanti al foro. Con essa si verrà sempre più a consolidare la sfera pubblica come permanente permettendo alla vita politica di entrare nella quotidianità di numerose persone. Continuando nel processo di trasformazioni che hanno interessato i media , notiamo che già con l’avvento della fotografia permise la riproduzione artificiale della realtà determinando il venir meno dell’idea di unicità. E poi ancora il telegrafo, utilizzando per molto tempo a scopo militare permise la comunicazione a distanza istantanea stravolgendo l’ordine spazio temporale. in seguito troverà sede anche in ambito economico mentre l’uso ad un pubblico familiare sarà per molto ristretto. La telegrafia sarà il primo passo che condurrà all’introduzione della radio, la seconda è garantita dalla scoperta dell’utilizzo delle onde Herziane per poter veicolare la voce umana. Ben presto la radio diventerà il nuovo focolare domestico. La voce e con essa l’oralità si riproporranno come mezzo per la diffusione delle idee, dopo molto tempo. Sostenuto dalla stampa , negli stati uniti la radio riuscì a focalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica in moda da accrescere il numero dei radioamatori. Ciò che mancava era solo una produzione industriale pensata poi dalla Westinghouse che porterà sul mercato un apparecchio adatto alla ricezione civile. Questo nuovo medium non passerà inosservato per i sistemi totalitari, che guardava alla massa come ad un contenuto anonimo informe, facilmente plasmabile. Ed ecco che l’oralità si ripropone ancora nella sua vecchia accezione in cui il tutto prevale sulla parte, in cui la funzione critica era bandita considerata pericolosa per l’esistenza stessa della comunità. Questo incessante processo approderà poi con l’affermarsi di un altro medium : la televisione, in grado di perfezionare la funzione della radio di rappresentare la realtà affiancata da un flusso di immagini. Nonostante l’offerta di programmi non era ancora molto ampia la produzione di televisioni cresceva a dismisura. La televisione era vista come un servizio da offrire ai cittadini in modo tale da levare il grado di alfabetizzazione e il livello culturale e informativo e fornire loro intrattenimento, rientrava nel programma di wealfare . Il ritorno alle immagini stimolato da un tipo di intelligenza simultanea ebbe conseguenze molto significative in particolar modo per quando riguarda il processo di socializzazione delle generazioni. Questo processo è segnato ad oggi da nuovi strumenti informatici, che sono parte integrante della nostra quotidianità: New media. Ad oggi gli ambienti comunicativi integrano il vecchio ed il nuovo. I nuovi media sono tutti quei mezzi di comunicazione che integrano il digitale e la telecomunicazione. Possono essere considerati come un vero e proprio SISTEMA . Queste tecnologie si evolvono in maniera interdipendente dalla società , realizzando routine e sviluppandosi all’interno di esse , producendo forme istituzionalizzante e alimentando discorsi sui sistemi sociali esattamente come fa la realtà sociale costruita. COMUNICAZIONE ORIZZONTALE I processi comunicativi non sono solo il modo attraverso cui gli individui interagiscono tra loro , ma sono prodotti all’interno di una dimensione spazio temporale ben precisa, e plasmano cosi la realtà e il vissuto. Dietro all’atto comunicativo in sé ci sono altri atti comunicativi che lo influenzano . Questo significhi che l’atto comunicativo non è legato solo ad un hic et nunc preciso. Ogni esistenza umana, che sia individuale o collettiva, ha tanto una dimensione orizzontale che verticale, un presente come un passato e un futuro. Schematizzando ciò che dice Bauman, egli parla di Consociati: coloro con i quali intratteniamo una comunicazione diretta Contemporanei: con i quali pur non condividendo lo stesso spazio e non avendo un rapporto diretto, condividiamo lo stesso tempo I predecessori: in cui la relazione è unidirezionale, possiamo entrare in contatto con loro non in maniera diretta ma non ci possono rispondere I successori: sempre in un rapporto unidirezionale, sapranno di noi ma non potremmo rispondere. Il sociologo Luciano Gallino parla del ruolo della sociologia e di cosa sia la comunicazione , egli afferma che : “che si parli di co-informazione o di co-significazione all’interno di un atto comunicativo , la sociologia analizza l’influenza che i processi di comunicazione hanno sugli stati interni e sul comportamento di collettivi , in particolar modo dei grandi sistemi sociali e di come questi processi comunicativi si strutturano si evolvono ll’interno di questi sistemi sociali. Tutti questi essere popolano le nostre esistenze e sono conosciuti da noi tramite un’esperienza che può essere definita NARRATIVA. Gli studi sul modello matematico della trasmissione di informazioni fu attuato da Shannon e Weawer , in base ai quali l’atto comunicativo si articola in 3 elementi di base : EMITTENTE, CANALE E RICEVENTE. ( EMITTENTE- MESSAGGIO CODIFICAZIONE-SEGNALE, CANALERUMORE, DECODIFICAZIONE,SEGNALE RICEVUTO, RICEVENTE-MESSAGGIO RICEVUTO). Questo modello entrava in un ottica troppo meccanica, considerando il fatto che si parlasse di atto comunicativo tra individui. Escludeva il significa attribuito ad un messaggio e la sua eventuale interpretazione. Più che spiegare le teorie della comunicazione di cercò di comprendere altri elementi per capire a pieno l’atto fenomenico che si realizza tra individui. Jacobson analizzò la comunicazione verbale basata su 6 fattori e legati corrispettivamente alle 6 funzioni: MITTENTE: Funzione emotiva MESSAGGIO : Funzione poetica DESTINATARIO :Funzione conativa il modo in cui il messaggio viene interpretato. CODICE: Funzione metalinguistica codice che sia più o meno condiviso. attraversa le lingue in modo tale da trovare un CONTESTO: Funzione referenziale premette al messaggio di mettersi in relazione col mondo , assumendo così contenuti e valori differenti. CONTATTO: Funzione fàtica contatto rispetto ad un altro. l’individuo cerca di esperire se stesso. il modo in cui il messaggio viene costruito. il lavoro effettuato, lo spazio che garantisce un tipo di Ma la teoria di Jacobson si riferiva solo ed esclusivamente alla comunicazione verbale. Un'altra teoria fu elaborata dal sociologo Gallino che introdusse il concetto di SIGNIFICATO. La teoria traidica del significato, fa ricorso al termine di Campo comunicativo in cui sono presenti: Fonte Significato Messaggio Ricevente Significato che questi attribuisce al messaggio Se il significato del messaggio in tutte le sue componenti e specifiche combinazioni non corrisponde tra emittente e destinatario si parlerà di campo comunicativo di I ordine, ovvero di coinformazione. Se esiste una certa condivisione di significato allora si parlerà di campo comunicativo di II ordine, e quindi di co-significazione . Per essere a pieno utilizzata la teoria triadica del significato deve far fronte ad altri aspetti. In primo luogo le informazioni percettuali e concettuali si depositano in memoria in modo parziale, alcune sono poco stabili altre dimenticate o ancor di più rimosse , poi il messaggio viene interpretato in modo differenze a seconda degli schemi interpretativi che il soggetto presceglie in un dato momento, ed inoltre c’è la comparazione ovvero concordanze, somiglianze similitudini dell’informazione che ha il soggetto con altre informazioni. Affinchè ci sia co-significazione è necessario che queste parti, ciascuna di esse combaci perfettamente, ed è molto difficile che accada .. ecco perché è difficile delineare una vera e propria teoria della comunicazione. Comunicazione Verticale. Per parlare di comunicazione verticale è inevitabile fare riferimento al concetto di memoria collettiva. La memoria è sempre socialmente condivisa. La memoria collettiva non è un riportare a galla il passato, ma semplicemente ciò che del passato serve nel presente. Essa viene posta e analizzata sempre all’interno di un quadro sociale di riferimento. Inoltre bisogna distinguerla da un tipo di memoria storica che inizia lì dove finisce la tradizione e che uscendo così dalla memoria collettiva bisogna trascriverla per iscritto. E’ la memoria collettiva , questa sorta di comunicazione intergenerazionale che ci riconosce tanto a livello collettivo che individuale . Ogni società sviluppa una cosiddetta struttura connettiva in grado di legarci al presente,creando un universo simbolico comune di esperienze, tanto il passato all’oggi, mantenendo vivi i ricordi e le esperienze. Tale struttura basata da un lato sul vincolo di comuni regole e norme e dall’altro sul ricordo di un passato condiviso ci permettere di diventare un NOI. Ma non si può ricordare tutto. Esistono dei veri e propri criteri di selezione che agiscono tanto a livello individuale che collettivo che ci permettono di ricordare ciò che è necessario ricordare. Il termine OBLIO non è una pura dimenticanza, come la intendeva Heidegger ( dimenticare l’esserci ma dimenticare anche di dimenticare) ma l’oblio è un criterio di selezione che ci permette di ricordare ciò che può essere comunemente ricordato. Ognuno ,nonostante il passato sia fenomeno logicamente uguale , ricorda in modo diverso come afferma Halbwachs : “Non deve stupire dunque che dallo strumento comune ciascuno non tragga lo stesso spartito” L’ossessione memoriale messa in atto attraverso i media, la possibilità di poter immagazzinare tutto,svolge la funzione di non far riconosce più ciò che era essenziale ricordare per costruire una memoria collettiva ben equilibrata. Determinismo tecnologico e determinismo sociologico. Uno dei grossi problemi che la sociologia e anche della storia della comunicazione è stato quello di dover fronteggiare due modelli di interpretazione deterministici. Il determinismo tecnologico in base al quale si ritiene che lo sviluppo delle tecnologie siano il motore trainante che ha permesso l’attuarsi di molti cambiamenti sociali Il terminismo sociale sostiene che le innovazioni tecnologiche si presentano sotto spinte sociali sottostanti;solo cioè quando determinati bisogni umani determinano l’emergere e l’affermarsi di nuove tecnologie della comunicazione. Determinismo tecnologico sostiene che la tecnologia è il motore trainante che determina il mutamento della società in qualsiasi epoca. McLuhan è uno degli esponenti del determinismo tecnologico. Egli afferma che i mutamenti sociali siano stati causati da cambiamenti nei modi di comunicare , più che dal contenuto stesso, ecco perché “il medium è il messaggio”. Egli inoltre afferma che gli strumenti e le macchine presenti sulla terra sono estensioni dei sensi dell’uomo , l’errore sta nel fatto che l’uomo in questo processo abbia amplificato alcuni sensi a discapito degl’altri, alterando l’equilibrio sensoriale. Lo studioso canadese nella sua opera “Galassia Guttemberg” ricostruisce la storia dell’umanità mostrando come le tecnologie della comunicazione abbiano avuto un ruolo determinante nella strutturazione dell’organizzazione sociale e psicologica degl’individui. Possiamo ritrovare 4 fasi : Periodo tribale Età della scrittura Età della stampa Età dell’elettronica Nel periodo tribale predomina una dimensione acustica in cui i sensi vivono e convivono simultaneamente in equilibrio . E’ un mondo chiuso , caratterizzato dall’utilizzo della parola e dalla partecipazione attiva e intensa. Nell’età della scrittura invece, con l’affermarsi della scrittura fonemica l’equilibrio sensoriale si interrompe e va via via costituendosi quello che chiameremo HOMO TIPOGRAFICO. Si passa da una dimensione acustica ad una visiva . L’alfabeto scioglie il legame tra il suono e il segno determinando un tipo di pensiero astratto e lineare. Nell’età della stampa l’ascesa dell’Homo tipografico si consolida , la percezione diventa sequenziale, lineare , questo condiziona la mente e l’intero mondo sociale dell’uomo. Assistiamo col passaggio dal telegrafo alla televisione ad una ri-tribalizzazione , ritornano la dimensione acustica e l’ordine sensoriale, siamo così nell’età dell’elettronica. Secondo McLuhan ci troveremo di fronte ad una nuova forma di società di tipo comunitaria , ma dalle dimensioni allargate, tanto da poter essere chiamata VILLAGGIO GLOBALE. Mentre la stampa centralizza socialmente ma frammenta psicologicamente , i mezzi elettronici uniscono gli uomini in grandi comunità . McLuhan fa poi una differenza tra media caldi e media freddi: Medium freddo : bassa definizione , richiede attiva partecipazione e bassi contenuti informativi. ( televisione) Medium caldo: alta definizione, poca partecipazione . (radio, cinema) Determinismo sociologico Sostiene che le invenzioni tecniche siano sempre dovute alla forza della spinta sociale che la sostiene e la impone . Vengono ritenute tali nel momento in cui sono utili per qualcuno, un invenzione è tale nel momento in cui rispetta determinati bisogni sociali. Philippe Breton si interroga nel suo saggio “L’utopia della comunicazione” dei perché oggi si parli tanto di comunicazione e di come questa abbia influenzato i processi sociali e la tecnologia. La storia della comunicazione moderna risale al ‘700 in cui la libertà della comunicazione e l’utilizzo di questi mezzi erano visti come fonte di progresso. Più tardi però si è sviluppata una corrente di pensiero di impostazione utopistica che ha messo la comunicazione al centro della riorganizzazione sociale. Sicuramente le guerre di inizio secolo hanno scosso le coscienze collettive e hanno portato gli individui ad utilizzare una visione utopistica per rispondere alla perdita di significato e di certezze del tempo. Ed è proprio negl’anni 40 che si genera l’idea di una SOCIETA’ DELLA COMUNICAZIONE, in cui la comunicazione si oppone alle barbarie al razzismo proclamando così l’ascesa dell’HOMO COMUNICANS, un uomo trafitto dalle reti delle comunicazioni. Dunque in ricorso universale alla comunicazione trova radice in avvenimenti storici importanti. 3 sono le tappe che designano lo sviluppo della comunicazione : Cibernetica: insieme di discipline,o per meglio dire, una disciplina che studia i rapporti , le relazioni tra le discipline e il cui padre fu Wiener. La teoria dell’informazione di Shannon, risolve i fenomeni in reti di relazioni. Il dopoguerra , in bisogno di aggrapparti ad un valore . in un periodo così buio e vuoto in cui la comunicazione soddisfa i bisogni sociali diventando ossessione. Wiener sosteneva “le relazioni che si interpongono tra fenomeni sono più importanti di ciò che sono”. Partendo da questo presupposto Breton reinterpreta la realtà in termini di comunicazione ed informazione. “Ogni organismo è la somma delle informazioni che scambia nella rete in cui può entrare.” Dunque “TUTTO E’ COMUNICAZIONE!” In quest’ottica allora il mezzo è il fine, non più il messaggio come sosteneva McLhuan. La comunicazione non è più fatta per l’uomo ma è l’uomo ad essere fatto per la comunicazione, il mezzo funziona per sé non tiene conto dell’uomo e del suo scopo. Si pensa che i mezzi di comunicazione permettano all’uomo di comunicare meglio ,finendo per diventare la causa dell’allontanamento gli uni dagl’altri. Ad oggi viviamo una nuova xenofobia, in un mondo fatto di socialità vuota, che sbircia continuamente lo spettacolo della propria incerta esistenza.