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Brano : Vita dei Cesari II (Augusto),101
Autore : Svetonio
Originale
[101] Testamentum L. Planco C. Silio cons. III. Non. Apriles, ante annum et quattuor menses quam
decederet, factum ab eo ac duobus codicibus, partim ipsius partim libertorum Polybi et Hilarionis manu,
scriptum depositumque apud se virgines Vestales cum tribus signatis aeque voluminibus protulerunt. Quae
omnia in senatu aperta atque recitata sunt. Heredes instituit primos: Tiberium ex parte dimidia et sextante,
Liviam ex parte tertia, quos et ferre nomen suum iussit, secundos: Drusum Tiberi filium ex triente, ex partibus
reliquis Germanicum liberosque eius tres sexus virilis, tertio gradu: propinquos amicosque compluris. Legavit
populo Romano quadringnties, tribubus tricies quinquies sestertium, praetorianis militibus singula milia
nummorum, cohortibus urbanis quingenos, legionaris trecenos nummos: quam summam repraesentari iussit,
nam et confiscatam semper repositamque habuerat. Reliqua legata varie dedit perduxitque quaedam ad
vicies sestertium, quibus solvendis annuum diem finiit, excusata rei familiaris mediocritate, nec plus
perventurum ad heredes suos quam milies et quingenties professus, quamvis viginti proximis annis
quaterdecies milies ex testamentis amicorum percepisset, quod paene omne cum duobus paternis
patrimoniis ceterisque hereditatibus in rem publicam absumpsisset. Iulias filiam neptemque, si quid iis
accidisset, vetuit sepulcro suo inferri. Tribus voluminibus, uno mandata de funere suo complexus est, altero
indicem rerum a se gestarum, quem vellet incidi in aeneis tabulis, quae ante Mausoleum statuerentur, tertio
breviarium totius imperii, quantum militum sub signis ubique esset, quantum pecuniae in aerario et fiscis et
vectigaliorum residuis. Adiecit et libertorum servorumque nomina, a quibus ratio exigi posset.
Traduzione
101 Augusto aveva redatto il suo testamento durante il consolato di L. Planco e di C. Silio, tre giorni prima
delle none d'aprile, un anno e quattro mesi avanti la sua morte; era scritto su due fogli, in parte di sua mano,
in parte dai suoi liberti Polibio e Ilarione ed era stato depositato presso le Vergini Vestali che lo
consegnarono insieme con altri tre rotoli ugualmente sigillati. Tutti questi documenti furono aperti e letti al
Senato. Augusto design? come eredi di primo grado: Tiberio, per la met? pi? un sesto, Livia per un terzo,
con l'obbligo per loro di portare il suo nome. Eredi di secondo grado furono: Druso, figlio di Tiberio, per un
terzo, Germanico e i suoi tre figli maschi per le parti restanti. Eredi di terzo grado furono alcuni parenti e
numerosi amici. Lasci? al popolo romano quaranta milioni di sesterzi, alle trib? tre milioni e mezzo, ai
pretoriani mille sesterzi a testa, a ciascun soldato delle coorti urbane cinquecento e trecento ai legionari.
Ordin? di pagare questa somma senza ritardo, perch? l'aveva tenuta sempre di riserva nella sua cassetta.
Fece altri lasciti d'importanza variabile, e alcuni non superavano i ventimila sesterzi; per il pagamento stabil?
un anno di tempo, scusandosi per la modestia del suo patrimonio personale e dichiarando che ai suoi eredi
non sarebbero andati pi? di centocinquanta milioni di sesterzi, perch?, sebbene negli ultimi venti anni i
testamenti degli amici gli avessero procurato quattro miliardi di sesterzi, egli li aveva quasi totalmente spesi
per lo Stato, insieme con i suoi due patrimoni e tutte le altre eredit?. Viet? che sua figlia Giulia e sua nipote,
Giulia anche lei, fossero poste nel suo sepolcro, dopo la loro morte. Per quanto concerne i tre rotoli, essi
contenevano, uno le disposizioni relative al suo funerale, il secondo il riassunto delle opere che aveva
compiuto, riassunto che chiese di incidere su tavole di bronzo e collocare davanti al suo Mausoleo, il terzo la
situazione di tutto l'Impero, vale a dire quanti soldati vi erano sotto le armi e dove si trovavano, quanto
denaro vi era nel tesoro, quanto nelle casse imperiali e quello che restava delle imposte pubbliche. Augusto
aggiunse anche il nome dei suoi liberti e dei suoi schiavi ai quali si poteva chiedere conto di tutto.