Cesare Augusto: scelte politiche e propaganda La statua di Augusto

Cesare Augusto: scelte politiche e
propaganda
La statua di Augusto loricato – Musi Vaticani
Lorica - corazza di stoffa o cuoio, rivestita di
lamine metalliche,
largamente usata dai Greci e dai Romani.
Dalla battaglia di Azio, nel 31 a C, uscì vittorioso Ottaviano e
con la vittoria Augusto instaurò il suo definitivo primato in
tutto l'Impero romano. Ottaviano, celebrato il trionfo nel 29 e
onorato nel 27 a C col titolo augurale di Augusto, aveva ora
davanti a sé il compito grandioso di ordinare e riorganizzare,
sul piano politico, amministrativo, militare, religioso, gli
immensi territori dell'impero. Da uomo positivo e prudente
qual era, avendo imparato dalla lezione delle idi di marzo che
gli uomini restano a lungo fedeli alle forme anche quando la
realtà che sta dietro è mutata, rispettò del tutto le vecchie
istituzioni, rinnovandole però nelle funzioni.
Così Augusto veniva ritratto dallo storico Svetonio
Augusto evitò sempre il nome di padrone come una obbrobriosa
maledizione. Essendo lui presente come spettatore dei giochi, essendo
stato pronunciato in una rappresentazione scenica `O padrone giusto
e buono' e tutti i presenti esultanti avendo approvato come se fosse
stato detto di lui, sia respinse subito le indegne adulazioni con la
mano e con il volto, sia il giorno dopo le proibì con un editto molto
severo; dopo ciò non sopportò nemmeno di essere chiamato padrone
dai figli o dai nipoti in modo serio o scherzoso e proibì lusinghe di tale
genere anche tra loro. Non uscì mai dalla città o da qualche centro
fortificato e non entrò mai in nessun luogo se non di sera o di notte,
per non dare fastidio a qualcuno per cortesia. Durante il consolato si
mosse quasi sempre a piedi in pubblica, fuori dal consolato spesso in
una lettiga chiusa. Ammetteva anche la plebe ai ricevimenti
promiscui, accogliendo i desideri dei presenti con tale disponibilità,
che scherzosamente aveva rimproverato un tale, poiché esitava a
porgergli il suo libello, quasi come un dono a un elefante. Nel giorno
di adunanza del senato non salutò mai i senatori se non nella curia e
per giunta seduti e [li ] [salutava] singolarmente per nome senza che
nessuno gli suggerissi, anche allontanandosi salutava i senatori senza
farli alzare allo stesso modo. Fece delle cortesie a molti
scambievolmente, e non smise mai di frequentare i giorni solenni.
Scrivete almeno quindici righe di FUNZIONE SOCIALE, cercando di evidenziare
soprattutto la strategia pubblicitaria adottata da Augusto.