L’ACQUA è una risorsa rinnovabile, le sue riserve sono continuamente reintegrate attraverso un grande ciclo naturale, ma in molte zone della Terra scarseggia. In altre zone L’ACQUA è abbondante, ma la qualità viene continuamente peggiorata dall’inquinamento e dall’incuria dell’uomo. È necessaria una nuova consapevolezza del fatto che la rarità crescente delle risorse di acqua dolce ed il cattivo uso che ne viene ancora fatto, minacciano gravemente le possibilità di uno sviluppo sostenibile del nostro pianeta. 1 Lo sviluppo sostenibile è una forma di sviluppo economico in grado di soddisfare i bisogni delle generazioni presenti senza compromettere le possibilità per le generazioni future di soddisfare i propri bisogni. Introduzione L’energia solare riscalda l’acqua di oceani, laghi e fiumi, che inizia così ad evaporare e porta alla formazione dell’umidità atmosferica. Il vapore acqueo, più leggero dell’aria, inizia a salire. A grandi altitudini la temperatura è inferiore rispetto a quella sulla superficie terrestre; di conseguenza il vapore inizia a raffreddarsi e condensare. IL CICLO DELL'ACQUA Da ciò hanno origine le nuvole. I venti trasportano le nuvole al di sopra di mari e continenti. Una volta pregne di acqua condensata, le nuvole generano varie forme di precipitazioni: pioggia, neve e grandine, che cadono direttamente nel mare oppure sulla terraferma, per rifluire poi attraverso ruscelli, torrenti e fiumi di nuovo nei mari. Nelle zone polari e in alta montagna una parte delle precipitazioni si trasforma in ghiaccio, stato in cui rimane per periodi più lunghi, per poi sciogliersi e ritornare anch’essa al mare. Da lì il ciclo ricomincia daccapo. 2 Introduzione Indice 1. MULINI AD ACQUA (Cenni storici, come è fatto , come viene utilizzato) 2. CENTRALI IDROLETTRICHE: • GLI IMPIANTI AD ACQUA FLUENTE • CENTRALI IDROELETTRICHE A SERBATOIO e a POMPAGGIO • • • • • • Tipi di dighe (Esempi di dighe nel mondo) Condotte forzate Tipi di turbine Alternatore Trasformatore Provvedimenti ambientali 3. CENTRALI MAREOMOTRICI 3 Indice Mulino ad acqua è un impianto destinato ad utilizzare l'energia meccanica prodotta dalla corrente di un corso d'acqua, condotta alla ruota del mulino tramite una canalizzazione. In epoca romana, un mulino con una ruota del diametro di 2m poteva macinare circa 180kg di grano all'ora, mentre un mulino azionato da due schiavi ne macinava solo 4kg. • Il mulino ad acqua era già noto ai Romani all'epoca di Cristo, ma fu poco usato. • Solo nell'alto Medioevo diventano le macchine più utilizzate nelle attività produttive. • In Europa l'età dei mulini inizia verso l'anno 1000: nel 1086 in Inghilterra esistevano più di cinquemila mulini ad acqua per cereali; nel 1200 compaiono i mulini a vento nelle regini ventose d'Inghilterra, Spagna e altri paesi. • L'età dei mulini finì verso il 1800, quando furono sostituiti dalla macchina a vapore. COME È FATTO • Il mulino ad acqua è costituito da una ruota con pale (ruota idraulica) fissata a un albero (asse) e mossa da una corrente d'acqua che le imprime un movimento rotatorio continuo. • Il moto viene trasmesso direttamente, o attraverso una serie di ingranaggi, a macine, seghe o altre macchine A. per la macinatura dei cereali, l'utilizzo più antico; B. per il funzionamento delle segherie, nel settore forestale; C. per azionare telai, nell'industria tessile; D. nella lavorazione dei metalli, per azionare macine, forge e martelli per forgiatura; E. per azionare delle pompe idrauliche; F. mulino per carta: dal XIII al XVIII secolo l'energia del mulino veniva utilizzata per sfibrare gli stracci e la pasta di legno con l'utilizzo di mazze e martelli dotati di punte. Segherie, macinatura dei cereali, Industria tessile Lavorazione dei metalli, Mulini dotati di più ruote idrauliche, con diametri fino a 3m, potevano macinare anche 3t di grano l'ora, una quantità sufficiente per le esigenze di 80.000 persone. Gli impianti ad acqua fluente Gli impianti con serbatoio sono caratteristici dei fiumi di pianura con portate di acqua non molto variabili nel corso dell’anno. Come sono fatti? Sono spesso formati da una traversa per lo sbarramento del corso di acqua, munita di paratoie da aprire in parte o anche totalmente per lo smaltimento delle piene o per permettere il transito delle imbarcazioni nei fiumi navigabili, eventualmente fornita anche di una scala per i pesci (quelli che risalgono il fiume). Non dispongono di alcuna capacità di regolazione degli afflussi, per cui la portata sfruttata coincide con quella disponibile nel corso d'acqua (a meno di una quota detta deflusso minimo vitale, necessari per salvaguardare l'ecosistema); Le turbine delle centrali ad acqua fluente sono azionate dall'acqua di un fiume. Il dislivello tra l'alto e il basso corso del fiume è minimo se paragonato a quello delle centrali ad accumulazione. Per contro la quantità d'acqua disponibile è maggiore. Le centrali ad acqua fluente funzionano ininterrottamente. sono caratterizzati da una maggiore elasticità di esercizio. Richiedono la costruzione di una diga e la formazione di un lago artificiale. Sono generalmente più costosi rispetto a quelli con acqua fluente. Quindi si trovano nei pressi delle montagne. Viene creato artificialmente un serbatoio d’acqua da una valle naturale. La valle viene sbarrata da una diga, così l’acqua dei torrenti si accumula formando un bacino artificiale. Le centrali idroelettriche utilizzano il salto che l’acqua compie per giungere alla centrale. L’acqua del bacino viene convogliata in tubature dette condotte forzate. Giunta alla centrale l’acqua fa girare le pale di una turbina che muove a sua volta un generatore di energia elettrica detto alternatore che trasforma l’energia elettrica in meccanica. L’energia prodotta viene mandata ai trasformatori che ne innalzano la tensione PER EVITARE DISPERSIONI Viene trasportata alle zone di utilizzazione con i cavi sorretti dai tralicci. Giunta nei luoghi di utilizzazione l’energia viene abbassata grazie a dei trasformatori riduttori. L’acqua scartata continua il suo corso nei fiumi. CENTRALI IDROELETTRICHE A POMPAGGIO Di norma ciò avviene nelle ore notturne, in modo da poter sfruttare la capacità elettrica in momenti in cui il fabbisogno energetico è ridotto. Nel momento in cui il fabbisogno energetico aumenta, l’acqua scorre dal bacino artificiale fino alle turbine della centrale idroelettrica Le centrali idroelettriche a pompaggio convogliano l’acqua in un bacino, solitamente artificiale, posto a monte. I generatori sono in grado di attivarsi in un istante. Una diga è uno sbarramento permanente su un corso d'acqua naturale che serve a creare un lago artificiale. A seconda dei materiali impiegati per la costruzione la diga può essere di calcestruzzo (o muratura), in terra, di pietrame o di materiale misto. Tipologie di dighe: Dighe a gravità Sono dighe in calcestruzzo caratterizzate da una struttura particolarmente semplice. I grandi blocchi di calcestruzzo di sezione triangolare stanno al loro posto solo grazie al peso. Possono anche raggiungere altezze elevate e sviluppi notevoli al coronamento. Viste dall'alto, le dighe a gravità sono dritte o leggermente curve e la parete rivolta verso monte è quasi verticale. Le dighe a gravità sono, generalmente, particolarmente sicure in caso di eventi naturali straordinari quali piene estreme o terremoti. Queste dighe garantiscono grande stabilità, determinata in primo luogo dal loro peso, e richiedono in generale poca manutenzione. Negli ultimi 20 anni le dighe a gravità hanno subito un grande sviluppo grazie all'invenzione del Calcestruzzo Rullato Compattato ( RCC ) tecnologia che permette di abbattere i costi e i tempi di realizzazione di queste dighe. diga svizzera, Grande Dixence diga delle tre gole Dighe a contrafforti • • • Le dighe a contrafforti, dette anche a gravità alleggerita, sono sostanzialmente una variante delle dighe a gravità. Inclinando il paramento di monte e lasciando delle cavità nel corpo della diga si sfrutta, in estrema sintesi, il peso dell'acqua per la stabilità allo scorrimento al posto del peso del calcestruzzo. Sono state realizzate diverse centinaia di dighe nel mondo di questa tipologia fino agli anni settanta-ottanta ma oggi sono poco frequenti per l'aumento del costo della mano d'opera che non è più compensato dalla riduzione dei volumi di calcestruzzo (rispetto alla diga a gravità). In generale si può dire che la maggiore complessità di realizzazione ed il leggero aumento di rischio dovuto alla concentrazione delle spinte in fondazione rende ad oggi questo tipo di diga spesso meno conveniente rispetto alle altre tipologie. • • • • Dighe ad arco e a volta La struttura è costituita da una parete in calcestruzzo arcuata in senso orizzontale, e nel caso di diga a volta, anche in senso verticale. Lo sbarramento è relativamente sottile se rapportato con la sua altezza e rispetto ai tipi di diga a gravità. I lati del corpo diga sono appoggiati direttamente ai monti ai due lati della valle e su di essi scaricano la pressione esercitata dall'acqua. Nel caso delle dighe a cupola parte della spinta viene dissipata anche verso il basso. La loro struttura è particolarmente leggera grazie alle caratteristiche di resistenza degli archi, che consentono di scaricare ai vincoli laterali (e quindi alla montagna) il carico dell'invaso. In questo schema semplificato, visto dall'alto si vede la diga(parte grigia), la spinta dovuta al bacino(frecce blu) e la dissipazione della spinta sui fianchi della montagna(frecce nere). Le dighe ad arco hanno sezioni verticali, ed orizzontali, anche molto differenti tra loro a seconda della zona della diga. • • • • Appartengono alla tipologia delle dighe in materiali sciolti (pietrame alla rinfusa, in muratura a secco). Il Regolamento Italiano Dighe impone particolari condizioni di realizzazione delle dighe in terra, prima su tutte non ammette la tracimazione attraverso l'opera stessa. La diga deve prevedere uno scarico di fondo, che permette di smaltire la portata di massima piena calcolata considerando il franco di sicurezza. Quest'ultimo deve essere più alto di 1,5 metri rispetto all'altezza della semionda di massima piena presumibile Dighe in terra La loro dimensione è dovuta solamente ai limiti di coesione della terra o roccia materiali con la quale sono costruite, quindi solamente raggiungono altezze limitate e vengono sfruttate più come strutture di contenimento che di sbarramento, ma hanno il vantaggio che la loro costruzione non è particolarmente problematica. La scelta del tipo di diga dipende essenzialmente dalla forma e dalla geologia della stretta del fiume e dai materiali da costruzione disponibili nelle vicinanze. Quando si incontra una valle stretta ed alta con rocce sane affioranti si pensa in primo luogo ad una diga ad arco (che richiede ottime caratteristiche delle rocce dei versanti). Per una valle più larga e/o con rocce fratturate si pensa ad una diga a gravità in calcestruzzo (che richiede discrete caratteristiche delle rocce in fondazione). Quando, invece, si incontrano strati di materiali sciolti (argille, sabbie, ghiaie) di grande spessore nel letto del fiume la scelta è obbligata per dighe deformabili come dighe in terra, dighe in rockfill (pietrame) con manto impermeabile in calcestruzzo o bituminonoso soluzioni intermedie tra le due. CONDOTTE FORZATE Le condotte forzate sono generalmente costituite da tubazioni metalliche in lamiera d'acciaio o in calcestruzzo armato. Sono munite in testa di organi di chiusura e sicurezza . Attraverso queste tubazioni l' acqua viene convogliata e inviata a forte pressione alle pale di una turbina, che trasforma l’energia cinetica, ottenuta dalla caduta , in energia meccanica di rotazione. Le condotte forzate possono essere anche scavate dentro la roccia per sicurezza e questioni logistiche. Ci sono numerosi tipi di turbine, le più importanti sono: 1. -la Pelton per le cadute molto alte; 2. -la Francis per i salti di media altezza; 3. -la Kaplan somigliante a una elica per i salti modesti. L'elemento essenziale della turbina è la girante, o rotore, che può essere costituita da un'elica oppure da una ruota con alette o pale variamente profilate. L'energia meccanica acquisita dal rotore viene poi trasmessa, tramite un asse, ad un generatore elettrico che prende il nome di alternatore. • • • La turbina ha il compito di trasformare l’energia cinetica (fornita da un fluido) in energia meccanica. A seconda del tipo di energia si usano diverse turbine. Gli antenati delle turbine sono i MULINI IDRAULICI KAPLAN FRANCIS PELTON La turbina funziona più o meno come l’elica di una nave: ampie pale rotanti, messe in moto dall’acqua ad alta pressione liberata attraverso una chiusa, azionano l’asse del generatore. In pratica la girante della turbina è immersa nel flusso d'acqua che fa girare le pale dell'elica. Questa turbina viene utilizzata per bassi dislivelli ma grosse portate. La turbina ideata nel XIX secolo. Il suo principio di funzionamento rispecchia quello della classica ruota a pale dei vecchi mulini. In pratica l'acqua viene convogliata nella condotta forzata la quale ha alla fine un'ugello, ossia una strozzatura che fa aumentare la velocità dell'acqua indirizzandone i filetti fluidi. Dall'ugello esce un getto d'acqua che va a colpire le pale della girante. Per aumentare l'efficienza del getto è necessario che l'ugello si trovi il più vicino possibile alla girante in modo tale da minimizzare la perdita di pressione. Per far questo i cucchiai vengono sagomati in modo opportuno con una scanalatura al centro per consentire che il getto colpisca una pala alla volta e per far si che tutta l’energia del getto non vada sprecata ma venga ceduta alla superficie del cucchiaio durante il suo movimento. Questo tipo di turbina è utilizzato per grandi dislivelli in modo tale da avere pressioni molto alte. Turbina detta centripeta in quanto il flusso dell'acqua va dall'esterno verso l'interno. Questa turbina è utilizzata per dislivelli medii, ma usava anche per dislivelli bassi, dell’ordine di qualche metro, prima dell’invenzione del sig. Kaplan. Dettaglio della girante, con in sezione una pala mobile del distributore. Il movimento della turbina alimenta un alternatore che converte l' energia meccanica in elettrica. L'energia meccanica acquisita dalla girante viene poi trasmessa a un albero motore che viene utilizzato per azionare un generatore elettrico. Alternatore Statore di un alternatore di centrale idroelettrica. E’ un generatore di corrente elettrica. È costituito da due parti fondamentali, una fissa detta statore e l'altra rotante detta rotore, su cui sono disposti avvolgimenti di rame isolati. I due avvolgimenti si dicono induttore (sul rotore) e indotto (sullo statore). Per effetto della rotazione si creano, negli avvolgimenti di, dei campi magnetici contrapposti, che danno origine a corrente elettrica alternata. Quindi, nell’alternatore si trasforma l’energia meccanica (proveniente dalla turbina) in energia elettrica, a corrente alternata. TRASFORMATORE Prima di essere convogliata nelle linee di trasmissione, l'energia elettrica passa attraverso il trasformatore che abbassa l'intensita' della corrente prodotta dall'alternatore, elevandone pero' la tensione a migliaia di Volts. L'energia elettrica cosi' ottenuta deve essere trasformata per poter essere trasmessa a grande distanza. Giunta sul luogo di impiego, prima di essere utilizzata, l'energia passa di nuovo in un trasformatore che questa volta, alza l'intensita' di corrente ed abbassa la tensione cosi' da renderla adatta agli usi domestici. Trasmissione Per essere utilizzata nelle case e nelle strade, negli uffici e nelle fabbriche, l’energia elettrica deve essere trasportata fi no ai punti di distribuzione cui sono collegati gli utenti finali. Spesso il percorso che deve compiere è di centinaia di chilometri: una vera e propria rete di trasmissione con linee elettriche – aeree o interrate – costituite da conduttori lineari isolati. Per ridurre al minimo le dispersioni di energia lungo il tragitto, la tensione dell’elettricità viene aumentata dai 30 kV (30.000 Volt) massimi della produzione, ai valori compresi tra il 120 e i 380 kV. Le linee di trasmissione di energia elettrica sono, dunque, ad alta ed altissima tensione. PROVVEDIMENTI AMBIENTALI Un’adeguata quantità d’acqua in fiumi e torrenti provvede al mantenimento delle naturali dinamiche di deflusso delle acque. Ciò è di particolare importanza per la preservazione degli spazi vitali di flora e fauna e per il mantenimento dell’importante funzione paesaggistica delle acque. Esempi di scale pesci GRIGLIE Tramite delle griglie presso le opere di presa viene raccolto il materiale trasportato dal fiume come fogliame, rami, sacchetti di nylon, bottiglie, barattoli ecc. E’ inoltre necessario regolare le attività di dissabbiamento e limitare le oscillazioni di portata. CANALI DI AGGIRAMENTO Per garantire la risalita dei pesci e della fauna acquatica, nel corso della realizzazione di una centrale idroelettrica vengono costruiti dei canali di aggiramento, le cosiddette “scale pesci”. MISURE DI RINATURALIZZAZIONE Si formano spazi per piante e animali che costituiscono un sostanziale valore ecologico, come con il ripristino delle aree lungo le sponde, l’allargamento del letto del fiume e la costituzione di nuovi spazi vitali. Deflusso Minimo Vitale “il deflusso che, in un corso d’acqua deve essere presente a valle delle captazioni idriche, al fine di mantenere vitali le condizioni di funzionalità e di qualità degli ecosistemi interessati” e che il calcolo del DMV debba essere effettuato sulla base della formula contenuta in quella stessa Delibera.» Il DMV è stato introdotto e regolamentato dal legislatore in epoca piuttosto recente (anni ’80). Tali disposizioni concorrono, nel loro complesso, alla definizione ed alla quantificazione del DMV, nonché a disegnare un iter finalizzato alla sua progressiva applicazione. Le piccole centrali idroelettriche In questi ultimi anni si è risvegliato l’interesse verso la realizzazione di impianti di piccola taglia, precedentemente trascurati in quanto ritenuti economicamente poco convenienti. L’aumento del prezzo del petrolio ha riavviato la necessità di sfruttamento delle risorse idroelettriche Tali impianti possono presentare particolari vantaggi legati alla possibilità di fornire energia elettrica a piccoli consumatori in zone remote ed in molti paesi in via di sviluppo. TRAFORMAZIONI ENERGETICHE Energia dal mare • Attualmente esiste solo un impianto per lo sfruttamento delle maree in Francia, mentre sono in corso esperimenti per lo sfruttamento del potenziale energetico delle onde nel Regno Unito, in Norvegia e in Giappone e del gradiente termico negli Stati Uniti. • L'Unione Europea ha di recente concluso uno studio che identifica circa 100 siti suscettibili di essere utilizzati per la produzione di energia elettrica dalle correnti marine. • In Italia è lo stretto di Messina ad essere stato identificato tra i siti più promettenti. E’ possibile convertire almeno cinque tipi di energia presenti nel mare: quella delle correnti, delle onde, delle maree, delle correnti di marea e del gradiente termico tra superficie e fondali. Mulini a marea Già nell’antichità si cercò di sfruttare questo tipo di energia, mediante la costruzione di "mulini a marea ". L’acqua veniva raccolta, durante il flusso, in un piccolo bacino, che veniva in seguito chiuso con una paratia. Al momento del deflusso l’acqua veniva convogliata attraverso un canale verso una ruota che muoveva una macina In questo tipo di mulino, mediante un sistema di saracinesche, che si aprono e si chiudono in relazione all'abbassamento ed innalzamento del livello del mare, si determinano delle cascatelle artificiali che fanno ruotare le mole. Le centrali mareomotrici L'energia mareomotrice è quella ricavata dagli spostamenti d'acqua causati dalle maree, che in alcune zone del pianeta possono raggiungere anche i 20 metri di ampiezza verticale. La luna esercita una forte forza d’attrazione sull’acqua della Terra. Dall’innalzamento e dall’abbassamento regolare delle masse d’acqua si ricava energia. Queste centrali accumulano l'acqua in un bacino durante l'alta marea e poi la rilasciano durante la bassa marea. L'acqua viene fatta passare in condotte forzate che la conducono in turbine collegate ad alternatori che consentono di produrre corrente elettrica. 1° SVANTAGGIO Le centrali di marea costiere hanno il limite nell'erosione che esercitano nelle coste e nella abbondante sedimentazione all'interno del bacino, per questi motivi si sta pensando a degli impianti offshore che hanno anche il vantaggio di poter modulare la produzione di energia elettrica dividendo la struttura in più bacini. Con le opportune griglie di sbarramento e data la non elevata velocità delle turbine di questi sistemi può essere salvaguardata anche la flora e la fauna all'esterno dei sistemi. In Francia , nella Bretagna, alla foce del fiume Rance, a Saint-Malo , tra il 1961 e il 1966 è stata costruita una centrale che sfrutta la marea che da quelle parti raggiunge 13,5 m di dislivello. La portata raggiunge 18.000 metri cubi di acqua al secondo e la produzione annua della centrale copre il 3 % del fabbisogno elettrico della Bretagna francese. La centrale comprende una diga in pietrame, 6 chiuse di entrata e uscita per vuotare e riempire rapidamente la foce e 24 turbine a bulbo, sviluppate appositamente. Altri svantaggi Solo poche zone sono adatte per l'installazione di questi impianti e, comunque, la potenza generata è modesta rispetto alla superficie occupata dall'impianto. Viene sfruttato lo sfasamento tra massima ampiezza di marea disponibile (la cui cadenza è prevedibile sulla base delle fasi lunari e solari) e domanda di energia nelle ore di punta. Ma nei giorni di insufficienza nell'afflusso d’acqua la produzione di elettricità cesserebbe. Vantaggi Sono impianti molto simili alle centrali idroelettriche e quindi la tecnologia è già disponibile e collaudata. SFRUTTAMENTO DELLE CORRENTI SOTTOMARINE Le correnti sottomarine, opportunamente incanalate, potrebbero generare corrente elettrica tramite delle turbine. Queste centrali sono attualmente degli esperimenti da laboratorio, anche se, in breve tempo, si potrebbe passare ad un loro utilizzo reale per la produzione di corrente elettrica Con SeaPower il primo progetto italiano Nello stretto di Messina un progetto di ricerca per lo sfruttamento dell’energia del mare, per sfruttare la sua forza anche lontano dalla costa. E’ il primo progetto di questo tipo in Italia, Nei prossimi mesi si raggiungerà la produzione di 400 KW da immettere in rete; si tratta di un piccolo passo per iniziare, visto che il Mediterraneo è solo un banco di prova e in realtà si mira a raggiungere le grandi correnti del Golfo che sviluppano un potenziale energetico pari a tre milioni di centrali nucleari