LA DIGA ENEL DI MALGA BISSINA La valle di Daone, nel Trentino sud occidentale, negli anni ’50 subì una radicale trasformazione con la costruzione di grandi dighe e centrali per l’utilizzazione idroelettrica del bacino del fiume Chiese. In quell’angolo di natura, fino allora di una bellezza incontaminata, si riversarono oltre duemila operai, si disboscò, si fecero brillare le rocce, si macinarono i massi di granito, si costruì una grande centrale idroelettrica sotto la montagna, una diga in località Morandin, una a malga Boazzo e una a malga Bissina, a 1.788 metri di altitudine. Fin dagli anni ’20 la Società Elettrica Bresciana aveva cominciato a “studiare” la valle, e nel 1926 era pronto il primo studio di massima dell’ingegner Angelo Omodeo; nel 1949 fu data la concessione per la derivazione delle acque del fiume Chiese. Nel 1950 il primo progetto fu in gran parte modificato, in base a nuove indagini topografiche, geologiche e ideologiche, dall’ingegner Claudio Marcello, che ideò l’impianto così come poi fu realizzato, e diede anche il proprio nome agli elementi cavi che costituiscono la diga di calcestruzzo a gravità alleggerita di Bissina. L’ impianto idroelettrico utilizza l’acqua del fiume Chiese, dall’ invaso della diga di malga Bissina a 1.788 metri di altitudine, alla centrale di malga Boazzo, con un salto massimo di 650 metri e una portata massima derivabile di 19,5 mc/sec. Dall’invaso di malga Boazzo l’acqua scende poi con un salto di 738 m alla centrale di Cimego, con una portata massima derivabile di 35 mc/sec. La capacità utile dell’invaso di Bissina è di 60 milioni di metri cubi; la costruzione della diga, realizzata dall’impresa Lodigiani di Milano, iniziò nel maggio del 1955 e terminò nel novembre del 1957. Il collaudo ci fu nel 1962. Alta 84 metri nel punto massimo, e lunga 563 metri, la diga è costituita da 22 elementi cavi separati da giunti permanenti, con 2 spalle a gravità massiccia in sponda destra e sinistra. Fondata interamente su tonalite, una roccia molto compatta, la diga di Bissina ha un volume di 443 mila metri cubi, e gli inerti per il calcestruzzo sono stati estratti da una cava di tonalite nelle vicinanze. Dopo quel periodo di sconvolgimento, ora la valle è tornata ai silenzi di un tempo, ad una natura ancora splendida, con in più l’attrazione delle imponenti dighe, che da qualche anno l’Enel apre al pubblico. (fonte: buildlab.com)