IL RUOLO DEI MASS MEDIA SUL
FENOMENO DELL’IMMIGRAZIONE,
LUOGHI COMUNI
SULL’IMMIGRAZIONE.
L’indagine. “Ci invadono”:
ecco i luoghi comuni sui
migranti
L’Italia è prima nell’indice di ignoranza
Ipsos-Mori sull’immigrazione. Molti
italiani credono che nel Belpaese un terzo
della popolazione sia composta da
immigrati (in realtà sono il 7%) e che il
20% dei residenti sia musulmano, mentre
gli islamici sono il 4%. Ci sono pericolose
falsità messe in circolazione cui ribattere
con l’evidenza dei fatti.
Una delle migliaia di immagini che
quotidianamente invadono i nostri
mezzi di comunicazione
Sono troppi
FALSO
• L’Italia e l’Europa, che
stanno attraversando
una lunga crisi, non
hanno bisogno di
immigrati che rubano
lavoro soprattutto ai
giovani e ai lavoratori
meno qualificati.
VERO
• Diverse ricerche
demografiche hanno
ipotizzato uno scenario
U.E. senza affluenza di
stranieri tra il 2010 e il
2030. Risultato, una
perdita di 33 milioni di
persone in età lavorativa
fra i 28 Stati membri,
una riduzione del 25%
dei giovani tra i 20-30
anni un incremento del
29% fra i 60-70 anni.
Sono un peso
FALSO
VERO
• I migranti minano i
nostri sistemi di welfare
perché hanno famiglie
più numerose, sono più
poveri e sono più a
rischio di perdita
dell’occupazione.
• Nel 2012 i contribuenti
stranieri hanno inciso per
il 5,6% sul PIL. L’INPS
incassa dai contribuenti
degli immigrati 7 miliardi,
ma solo 26 mila lavoratori
stranieri non comunitari
usufruiscono di una
pensione previdenziale in
Italia e 38 mila ricevono
una pensione di tipo
assistenziale .
I soldi ai rifugiati
FALSO
VERO
• I rifugiati ricevono ogni
giorno 30 euro dallo
stato, insieme con vitto,
alloggio, biancheria,
abbigliamento e servizi
vari.
• Chi viene ospitato nei
centri ha diritto
normalmente a una
scheda telefonica per
chiamare la famiglia e a
una diaria di €2,50, il
più delle volte caricata
sulle chiavette per
distributori di bibite o
bevande calde.
I luoghi comuni….
Come sfatare il mito dei
migranti che portano malattie
Quello dello “straniero untore” permette di giustificare
paure e ritrosie nei confronti dell'accoglienza, e dimentica
che, a costituire la prima causa di morte per i migranti
sono ancora i viaggi in mare.
Secondo la direttrice dell’ufficio europeo
dell’Organizzazione mondiale della sanità la percentuale di
migranti “che arrivano in stato di salute compromesso, e si
tratta di patologie dell’apparato cardiocircolatorio, mentale
o legate allo stato di gravidanza, ma per lo più sono ferite
dovute a incidenti”.
Questo dato è stato confermato anche da un report di
medici per i diritti umani. Tra i motivi di ricovero le cause
infettive si trovavano “agli ultimissimi posti”.
Nonostante questo, ci sono in particolare alcune patologie
contagiose di cui si parla con toni allarmistici come legate alla
questione immigrazione: HIV, tubercolosi, scabbia, sifilide.
Secondo l’Oms, “la prevalenza di infezione da HIV è
generalmente bassa tra le persone provenienti dal Medio
Oriente e Nord Africa. Quindi, vi è un basso rischio che l’HIV
sia portato in Europa dai migranti provenienti da questi
paesi”.
Va considerato, poi, che molti contraggono il virus dopo
l’arrivo in Europa. Lo sostiene l’Oms, ha mostrato come tra il
35 e il 49% dei migranti provenienti dall’Africa che vivono con
HIV in Francia ha probabilmente acquisito il virus dopo aver
lasciato il continente d’origine.
Una percentuale elevata di migranti contrae l’infezione
qui da noi, anche perché un soggetto malato non si mette in
viaggio – e che viaggio!
In generale, l’Oms individua i problemi di salute più
frequenti di rifugiati e migranti in ferite accidentali, ipotermie,
bruciature, malattie gastrointestinali, cardiovascolari, legate alla
gravidanza, diabete e ipertensione.
Gli individui più vulnerabili, come i bambini, sono inclini a
infezioni respiratorie e malattie gastrointestinali a causa delle
cattive condizioni di vita, dell’igiene non ottimale e delle
privazioni cui sono sottoposti durante la migrazione.
Quello di cui certamente soffrono i migranti sono le “ferite
invisibili” dovute alla guerra e alla tortura.
Tra i richiedenti asilo si registrano tassi più alti di psicosi,
depressione, disturbi post traumatici da stress, disturbi d’ansia,
somatizzazione.
Associare l’arrivo dei migranti al ritorno di malattie
sconosciute o debellate è una storia che fa sempre parecchia
presa sulla popolazione.
Secondo l’Oms i problemi di salute di rifugiati e migranti sono
simili a quelli del resto della popolazione, mentre il rischio di
importazione di agenti infettivi esotici e rari è estremamente
basso.
Tre stereotipi da sfatare
sugli immigrati.
Un’accoglienza a cinque stelle.
Sono molti i giornalisti che si sono impegnati per
smentire la favola dell’accoglienza in prima classe, è vero
che alcune volte i rifugiati sono ospitati in alberghi e
pensioni, ma si tratta di situazioni eccezionali e non certo
lussuose.
L’accoglienza dei rifugiati dovrebbe infatti svolgersi
all’interno del sistema Sprar, gestito dal Servizio Centrale/
ANCI con fondi del ministero dell’Interno.
Quando i posti Sprar non sono sufficienti (com’è
accaduto sistematicamente negli ultimi anni), entra in
gioco il sistema di accoglienza straordinaria (Cas).
E visto che questa accoglienza deve costare non più di
35 euro al giorno per persona, potrà trattarsi di hotel
dignitosi, ma non lussuosi.
L’indennità di 35 euro al
giorno
Per chi ancora non fosse convinto della necessità di spendere 35 euro al
giorno in accoglienza, sarà utile analizzare il report del ministero
dell’Interno sull’accoglienza di migranti e rifugiati, nel quale è evidenziato
come oltre un terzo della cifra pagata nel 2014 sia rappresentata dal costo del
personale.
Molti migranti e rifugiati dispongano di un cellulare. Il cellulare è molto
utile per comunicare con la famiglia, e non solo.
Grazie allo smartphone, infatti, i migranti scambiano informazioni “di
servizio” legate al viaggio e ai possibili rischi.
Inoltre, è solo grazie alle immagini catturate di nascosto che sappiamo
delle torture cui i migranti sono sottoposti mentre attendono di imbarcarsi.
Ecco perché il cellulare è un bene utile per i migranti. Ecco che la
mancanza di una rete a cui connettersi spinge i profughi a protestare o a
ricercare wifi aperti.
Invece di puntare sul potenziamento delle infrastrutture o sugli accordi
con le compagnie telefoniche, alcuni amministratori preferiscono adottare
decisioni miopi e non risolutive.
Invadono e danneggiano i
nostri paesi
Come abbiamo visto, i posti per l’accoglienza ordinaria sono
pochi rispetto alle esigenze reali. 500 profughi in un ex residence
semi-abitato; 300 rifugiati in una caserma dismessa….
In alcuni casi i sindaci coinvolti hanno cercato di affrontare
la situazione in modo propositivo, in altri la chiusura è stata
totale.
Diversi sono gli esempi di integrazione e, in molti casi, i
profughi hanno contribuito a valorizzare il territorio,
organizzando insieme alle cooperative locali start-up agricole.
Per sdebitarsi dell’accoglienza i rifugiati hanno tenuto corsi di
lingua gratuiti per gli italiani.
A Milano sono numerose le iniziative di pulizia della città
che hanno coinvolto i profughi. E’ stato lanciato, inoltre, un
progetto di lavori utili, che prevede la collaborazione dei
rifugiati con alcune cooperative locali per la promozione
turistica della zona, contribuendo a mappare il territorio per
percorsi ciclabili e a tradurre in diverse lingue le audioguide.