Nascita di San Giovanni Battista
Pittore veneto del XVII
Dott.ssa Marisa Patrizia Messina
LA SINDROME FETO ALCOLICA
Dalla diagnosi al trattamento: quali azioni per la prevenzione
10 NOVEMBRE 2016
Sala Odeion, Museo dell’Arte Classica Gipsoteca, Università Sapienza - Roma, P.le Aldo Moro, 5
Prevenzione
Art. 3.8 - Codice Deontologico
“L’ostetrica/o si impegna a promuovere
la salute globale e riproduttiva della donna fornendo
un’informazione corretta, appropriata e
personalizzata rispetto agli stili di vita.”
Art 1., legge 10 Agosto 2000, n. 251
“L’ostetrica/o svolge
con autonomia professionale
attività dirette alla prevenzione,
alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva,
utilizzando metodologie di pianificazione per obiettivi
dell’assistenza, incentivando modelli di assistenza personalizzata.”
Prevenzione
Art. 3.9 - Codice Deontologico
“L’ostetrica/o nel rispetto dei programmi di salute
multidisciplinari, integra le attività di sua competenza a
quelle degli altri professionisti
e si impegna a fornire informazioni complete e corrette
sui programmi di
prevenzione,assistenza/cura,riabilitazione e
palliazione,
utilizzando metodologie di comunicazione efficaci e
favorenti i processi di comprensione della persona.”
Prevenzione primaria
A chi è rivolta?
E’ rivolta alle giovani donne in età fertile
con stili di vita sociale che tendono al consumo e all’abuso di alcol
non considerandone il rischio in gravidanza.
Abitualmente l’assunzione sconsiderata di bevande alcoliche
comporta un
aumento del rischio di contrarre
malattie sessualmente trasmesse e gravidanze indesiderate, con
un aumentato accesso al pronto soccorso ostetrico ginecologico per
prescrizione di terapia contraccettiva d’urgenza e di violenze
sessuali.
Prevenzione secondaria
A chi è rivolta?
E’ rivolta alle donne gravide che assumono alcol
che devono prendere coscienza del danno che l’alcol causa al prodotto del
concepimento.
Queste donne devono essere inserite in un programma di aiuto, che le conduca
fuori dalla dipendenza, costituito da un’equipe multidisciplinare dove
l’ostetrica/o riveste un ruolo fondamentale.
Art. 4.1 - Codice Deontologico
“L’ostetrica collabora con altri professionisti della salute di cui riconosce lo
specifico apporto, integrandosi nel lavoro di equipe.”
Art. 4.2 - Codice Deontologico
“Il rapporto tra colleghi ed altri professionisti ed altri operatori sanitari si ispira a
principi di reciproco rispetto e collaborazione nell’esercizio professionale
indipendentemente dai ruoli ricoperti.”
Obiettivi della Prevenzione
 Sensibilizzare le donne e i loro partner anche in fasi precedenti la gravidanza e
il personale sanitario;
 Indagare sul consumo alcolico della gestante per riconoscere tempestivamente
un’eventuale
gravidanza
a
rischio
alcol
correlata.
Le domande dovrebbero essere formulate in maniera generica all’interno di
un’indagine sui consumi alimentari: dal nostro studio sperimentale (trattato in
seguito) è emerso che un questionario con domande di questo tipo riesce ad
indagare in modo più approfondito il consumo alcolico;
 Informare le donne in gravidanza e i loro partner sul rischio rappresentato
dall’alcol per il nascituro.
L’ostetrica rappresenta una delle figure professionali più appropriate per questo
compito.
Prevenzione
In alcuni Paesi, primo fra tutti gli
USA, sono stati avviati, già da vari
anni, studi epidemiologici intensivi
che hanno cominciato
a evidenziare la pericolosità
sociale del consumo
di alcol in gravidanza.
In Italia, i dati epidemiologici rilevano
47‰ casi di FASD, di cui l’ 8 ‰ FAS.
Prevenzione primaria e secondaria
Art. 2.3 - Codice Deontologico
“L’ ostetrica/o riconosce il valore della ricerca.
Si impegna nella promozione e nella realizzazione della
ricerca, della sperimentazione clinica e assistenziale
ponendo particolare attenzione a quella di genere nel
rispetto dei diritti inderogabili della persona.”
Studio Sperimentale
Descrizione del campione
Nazionalità delle puerpere
Il campione comprende
123 puerpere,
di diversa età e
nazionalità,
non selezionate,
che hanno soggiornato nel
reparto di ostetricia
da dicembre 2013 a
febbraio 2014.
Lo studio è stato condotto presso il Dipartimento di
Ginecologia e Ostetricia del Policlinico Umberto I di Roma
per l’elaborazione di una tesi sperimentale.
Studio Sperimentale
Materiali e metodi
Per effettuare lo studio sulla valutazione dei consumi di alcol in
gravidanza abbiamo distribuito alle puerpere un questionario
composto in tre parti:
 Nella prima parte sono stati raccolti dati
generali sulla paziente;
 Nella seconda parte sono state indagate le
abitudini alimentari della donna durante la
gravidanza;
 La terza parte comprendeva T-ACE e AUDIT e
una domanda sul consumo di alcol prima della
gravidanza.
Studio Sperimentale
Materiali e metodi
Quesiti diretti sul consumo di bevande alcoliche possono
indurre a negare tale consumo.
Per questo motivo, le domande sul consumo di alcol sono state
inserite anche all'interno di un'indagine sui consumi alimentari
in gravidanza.
ESEMPIO
Studio Sperimentale
Risultati
INFATTI
Il 64,3% delle donne che avevano
dichiarato di non aver mai bevuto
alcol durante la gravidanza
nell’ambito di una domanda diretta
(AUDIT),
hanno risposto invece
positivamente alla domanda
indiretta sul consumo di alcol
inserita nell’indagine sui consumi
alimentari in gravidanza.
Studio Sperimentale
Risultati
 Il 72,4% delle donne
del nostro campione
ha dichiarato che
consumava bevande
alcoliche prima della
gravidanza.
 Di queste il 43,8%
ha continuato a bere
alcolici durante la
gravidanza.
Studio Sperimentale
Risultati
 Il 31,7% delle donne del
nostro campione ha dichiarato di
aver consumato bevande
alcoliche durante la gravidanza;
 Di queste il 97,4% ha
affermato di bere meno di 1 U.A.
per occasione.
BEVE ALCOLICI
NON BEVE ALCOLICI
31,7%
68,3%
 Il 53,9% del campione ha dichiarato di sentire l’effetto dell’alcol
dopo più di 2 U.A. per occasione - Tolleranza alcolica (T- ACE).
 Consuetudine nel bere da parte delle donne.
Studio Sperimentale
Risultati
MA
Non esiste una dose
minima di alcol che
possa essere considerata
sicura durante la
gravidanza!
Studio Sperimentale
Risultati
L’opinione pubblica tende ad associare il problema della FASD all’assunzione di
bevande superalcoliche,
sebbene possa risultare pericolosa per il feto anche una moderata assunzione
di birra e di vino.
Dal nostro studio, è emerso che
la bevanda alcolica “preferita”
dalle donne durante la gravidanza
è il vino, seguito dalla birra.
Il consumo di vino, anche se
moderato, sembrerebbe legittimato
in ambito medico/scientifico, data la
sua utilità nella prevenzione delle
malattie cardiovascolari.
Il vino rosso, infatti, continua ad
essere citato in maniera positiva in
molte riviste a carattere scientifico,
mentre poco o nulla si scrive sui suoi
effetti dannosi in gravidanza.
Anche se…
Le Linee Guida per una sana alimentazione italiana, pubblicate dall’Istituto
Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN) nel 2003,
raccomandano di evitare il consumo di alcol nell’età evolutiva, in gravidanza e
durante l’allattamento.
Il Royal College of Obstetricians and Gynaecologists (RCOG) afferma che l’unico
modo per essere assolutamente certi che il bambino non sia danneggiato da alcol
è non bere bevande alcoliche.
La Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) ha
ritenuto opportuno affiancare Assobirra nella campagna di
informazione per prevenire i danni fetali legati al consumo di
alcol in gravidanza, il cui progetto ha già ricevuto
l’apprezzamento e il sostegno del Ministero della Salute.
Conclusioni - Il ruolo dell’ostetrica /o: quale prevenzione primaria e secondaria?
L’ostetrica/o nell’esercizio della sua attività deve far sì che sia noto alle pazienti e al
loro nucleo familiare che:
 una donna che pianifica una gravidanza dovrebbe astenersi preventivamente
dal consumo di alcol;
 non esiste una dose minima di alcol che possa essere considerata sicura
durante la gravidanza;
 l’alcol può danneggiare il prodotto del concepimento già a partire dalle
primissime settimane di gravidanza e può aumentare il rischio di difetti al
nascituro;
 i danni al feto dovuti all’esposizione prenatale di alcol non sono curabili;
 una donna in gravidanza che ha già consumato alcol dovrebbe smettere di
bere;
 i difetti alla nascita correlati all’alcol sono completamente prevenibili
evitando di consumare alcolici.
Conclusioni - Il ruolo dell’ostetrica /o: quale prevenzione primaria e secondaria?
Art. 3.3 - Codice Deontologico
“L’ostetrica/o si attiva per garantire
un’assistenza scientificamente validata ed appropriata ai livelli
di necessità.
Si impegna nella tutela e nella sorveglianza
dei processi fisiologici della
sessualità, della fertilità e della salute riproduttiva
della donna e della coppia.”
Conclusioni - Il ruolo dell’ostetrica /o: quale prevenzione primaria e secondaria?
L’ostetrica può e deve fare prevenzione nello svolgimento della
sua attività in tutte le fasi evolutive della donna,
dal menarca alla menopausa,
sia sul territorio che in ambiente ospedaliero.
E’ dunque importante che a livello universitario questa
prevenzione sia inserita nella formazione delle ostetriche e delle
altre professioni sanitarie
affinché vengano sviluppate e rafforzate competenze in materia.
Nascita di San Giovanni Battista
pittore veneto del XVII
Dott.ssa Marisa Patrizia Messina
LA SINDROME FETO ALCOLICA
Dalla diagnosi al trattamento: quali azioni per la prevenzione
10 NOVEMBRE 2016
Sala Odeion, Museo dell’Arte Classica Gipsoteca, Università Sapienza - Roma, P.le Aldo Moro, 5