La trama dell’Iliade
L’Iliade è il poema dell’ira di Achille (μῆνινν Ἀχιλῆος); gli
editori alessandrini, dando all’ opera la sua forma definitiva,
ne divisero i materiali in ventiquattro libri (convenzionalmente numerati con le lettere maiuscole dell’alfabeto
greco, per cui A = Iliade I, B = Iliade II, G = Iliade III, e via
dicendo), per un totale di 15.698 esametri. L’azione
princi- pale del poema occupa un “tempo reale” di circa
50 giorni .
LIBRO I. Agamennone rifiuta il riscatto offerto da Crise, sacerdote
di Apollo, per liberare la figlia; il dio punisce gli Achei scatenando
una pestilenza; Achille e Agamennone hanno un violento
diverbio in seno all’assemblea degli Achei,in seguito al quale
Achille,offeso, decide di ritirarsi dal conflitto;Tetide, madre di
Achille, intercede presso
Zeus
perchè favorisca i Troiani
costringendo gli Achei a implorare il ritorno dell’eroe.
LIBRO II . Riuniti in assemblea,gli Achei decidono il da farsi; per
mettere alla prova l’esercito,Agamennone finge di annunciare il
ritorno in patria; Era e Atena intervengono per fermare gli Achei in
fuga, e Odisseo punisce il vile Tersite; viene passato in rassegna
l’intero esercito acheo (Çatalogo delle navi); i Troiani rispondono
schierandosi a loro volta per la battaglia.
LIBRO III . Inizia lo scontro; affrontato da Menelao, Paride Alessandro
fugge ed rimproverato da Ettore; imposta una tregua ai combattimenti
per dare luogo a un duello fra i due; Alessandro ha ancora una
volta la peggio, ma è salvato da Afrodite.
LIBRO IV: la freccia di Pandaro.
Il tempo: 22°giorno:il primo giorno della battaglia.
Il luogo: l'accampamento troiano/ L'accampamento acheo/
Il campo di battaglia.
Era e Atena non si accontentano di quest'epilogo: vogliono la
distruzione di Troia. Il troiano Pandaro, che è un eccellente arciere, su
istigazione d'Atena ferisce Menelao e viola così i patti. Gli Achei
reagiscono, Agamennone passa in rassegna l'esercito, loda i capi e
incoraggia i soldati a riprendere la lotta. Ben presto la battaglia infuria
con gravi perdite da parte di entrambi gli eserciti.
LIBRO V: le gesta di Diomede
Il tempo: 22°giorno:il primo giorno di battaglia.
Il luogo: il campo di battaglia/ L'Olimpo.
Protagonista è l'eroe greco Diomede: con l'aiuto d'Atena compie imprese
strabilianti. E' ferito da una freccia del troiano Pandaro, ma è curato dalla
dea che lo protegge e torna in battaglia, continuando ad uccidere guerrieri
nemici. Enea convince Pandaro ad attaccare nuovamente il temibile
guerriero. Pandaro è subito ucciso ed Enea è salvato solo dall'intervento
della madre Venere. Anche la dea è ferita da Diomede e corre in lacrime
sull'Olimpo, abbandonando il figlio che è messo in salvo da Apollo. Marte,
dio della guerra, si schiera a favore dei troiani contro questo guerriero che
osa colpire gli dei. I Greci sono in difficoltà, ma sono rincuorati
dall'intervento di Era e di Atena. Diomede ferisce anche Marte, che si rifugia
sull'Olimpo dove è curato da Peone, medico degli dei. Zeus rimprovera il dio,
perché ama troppo la lotta e il sangue.
LIBRO VI: Glauco e Diomede. Ettore e i suoi cari.
Il tempo: 22°giorno.
Il luogo: il campo di battaglia davanti a Troia/ L'interno della città di
Troia.
Continua senza tregua la battaglia: i Greci hanno il sopravvento e molti
Troiani cadono. Eleno, dotato di facoltà profetiche, consiglia ad Ettore, suo
fratello, di rientrare in città e di ordinare alle donne di offrire a Pallade Atena
uno splendido peplo, pregando la dea che tenga lontano dalle mura
Diomede. Intanto il licio Glauco e Diomede si affrontano in campo.
Diomede riconosce in Glauco un ospite del padre: i due si scambiano le
armi e interrompono la lotta tra di loro.
Ettore intanto giunge in città e nel sontuoso palazzo di Priamo incontra la
madre Ecuba, a cui trasmette il messaggio di Eleno. Poi si reca a casa del
fratello Paride ed Elena lo accoglie affettuosamente; Ettore rimprovera però
Paride per la sua viltà e si fa promettere che tornerà a combattere con
valore: Elena è scettica su questo proposito di Paride. Infine, Ettore corre
ansioso verso la sua casa per vedere Andromaca e il piccolo Astianatte. Li
trova presso le porte Scee. Qui, cerca di consolare la sua sposa piena di
affanni per le passate sventure e presaga dei dolori che l'attendono; ella
vorrebbe trattenere Ettore, poiché è certa che egli va incontro alla morte,
ma l'eroe, pur afflitto dal pensiero di quello che accadrà ai suoi cari quando
egli non potrà più proteggerli, torna a combattere. Lo raggiunge Paride e
insieme si recano al campo di battaglia.
LIBRO VII: il duello tra Ettore e Aiace. La tregua.
Il tempo: 23°giorno: duello e tregua/ 24°giorno: costruzione del
muro.
Il luogo: Nella tenda di Agamennone/ Sull' acropoli di Troia/ Sul
campo di battaglia/ Presso le navi achee/ Nei rispettivi accampamenti.
Ettore propone che si sospenda il combattimento e sfida a duello i capi
achei. Essi esitano ad accogliere la sfida; infine si procede tra loro a un
sorteggio che designa come avversario di Ettore, Aiace Telamonio. Il duello
dura a lungo, con alterne vicende, finché Aiace colpisce Ettore con un
enorme macigno. Scende la notte e gli araldi invitano a sospendere la
sfida. Agamennone offre un banchetto nella sua tenda ad Aiace e agli altri
capi e propone al nemico una tregua, perché i due eserciti possano
raccogliere i caduti e seppellirli. Anche Priamo raduna il consiglio dei capi,
nel quale si approva la richiesta achea e si offre la restituzione dei tesori
rubati, ma non di Elena, ostinatamente negata da Paride.
LIBRO VIII: il concilio degli dei. Lo scoramento dei Greci.
Il tempo: 25°giorno
Il luogo: l'Olimpo/ La pianura di fronte le mura di Troia.
Zeus intima a tutti gli dei, in un'assemblea sull'Olimpo, di astenersi d'ora in
avanti dall'intervenire nella guerra. Intanto inizia il secondo giorno di
battaglia; il combattimento, dapprima incerto, risulta poi favorevole ai
Troiani che avanzano sotto la guida di Ettore. Agamennone, per consiglio
di Era, cerca di incoraggiare i suoi, che sono però stanchi e sfiduciati.
Era e Atena tentano di volgere la battaglia a favore degli Achei. Si armano
di nascosto, ma Zeus le ferma, ispirando nuovo ardore ai Troiani. Zeus
conferma a Era e Atena che la strage dei Troiani continuerà fino al ritorno
di Achille sul campo di battaglia. Sopraggiunge la notte e lo scontro ha
termine; i Troiani si trovano per la prima volta nella pianura fuori le mura;
per gli Achei la situazione è veramente critica.
LIBRO IX: il rifiuto di Achille.
Il tempo: sera e notte del 25°giorno.
Il luogo: la tenda di Achille/ La tenda di Agamennone.
Agamennone non riesce a dormire. Chiama a consiglio gli Achei; chiede di
prendere atto del fallimento della guerra e di tornare in patria. Il vecchio
Nestore ricorda che la causa di tutti i loro mali fu l'offesa di Agamennone
ad Achille e propone di invitarlo a tornare in campo. Agamennone
riconosce i suoi torti e fa un elenco dei doni che può offrire ad Achille,
promettendogli in sposa una delle sua figlie.
Un'ambasceria è inviata ad Achille, che nella notte se ne sta fuori della
sua tenda, sulla riva del mare; suona per sua consolazione la cetra,
mentre Patroclo gli siede davanti, assorto nell'ascolto della melodia. Gli
ambasciatori sono accolti con affetto, ma Achille respinge le loro richieste;
non lo smuovono le parole di Ulisse, né il paterno discorso del vecchio
Fenice che fu il precettore della sua infanzia. I capi achei sono tutti
sbigottiti e sfiduciati; solo Diomede, infuriato, invita a proseguire i
combattimenti con coraggio, senza alcun rimpianto per l'assente.
LIBRO X: il tradimento di Dolone.
Il tempo: sera e notte del 25°giorno.
Il luogo: il campo troiano/ presso le navi achee.
Durante la notte, si tiene una riunione di capi achei. Per consiglio di Nestore, si
decide di inviare furtivamente dei guerrieri nel campo troiano per catturare alcuni
nemici e interrogarli sui progetti troiani. Sono scelti Ulisse e Diomede. Intanto,
nell'accampamento troiano, si svolge un consiglio analogo: Ettore vuole conoscere
i piani dei Greci. Il brutto e deforme Dolone si offre di raggiungere la nave di
Agamennone e chiede in cambio i cavalli e il carro di Achille. Ottenuta la
promessa, esce nella notte, ma è catturato da Ulisse e Diomede. Dolone tradisce
subito i suoi e descrive l'ubicazione dei Troiani nell'accampamento. In particolare,
informa Ulisse e Diomede della posizione dei Traci guidati da Reso. Dopo aver
parlato, Dolone è ucciso da Diomede. I due eroi entrano nel campo troiano,
proprio nella zona dei Traci e qui compiono una strage: muore lo stesso Reso, i cui
cavalli sono rapiti dai due Achei, che sono accolti trionfalmente dai loro compagni.
LIBRO XI: le gesta di Agamennone.
Il tempo: 26°giorno.
Il luogo: sotto le mura di Troia/ Tenda di Nestore.
La Discordia, inviata da Zeus, provoca lo scontro violentissimo dei due eserciti.
Agamennone si distingue per il suo eroismo: i Troiani ripiegano e anche Ettore si
ritira per consiglio di Zeus. Agamennone è ferito al braccio ed è costretto a
ritirarsi, favorendo la riscossa troiana con a capo Ettore. Nella lotta è colpito anche
Diomede da una freccia scagliata da Paride. Anche Ulisse, ferito, si ritira aiutato da
Aiace Telamonio.
Intanto Achille invia Patroclo ad informarsi sulle sorti della battaglia. Questi si reca
da Nestore, che gli spiega la difficile situazione dei Greci e quindi invita Patroclo a
suggerire ad Achille di permettergli di guidare i suoi Mirmidoni in campo contro i
nemici.
LIBRO XII: la battaglia intorno al muro dell'accampamento.
Il tempo: 26°giorno
Il luogo: presso il fossato che difende la muraglia delle navi.
La battaglia si svolge violenta presso il muro e il fossato a protezione delle navi
achee. I Greci si difendono accanitamente. Un prodigio, interpretato in segno
sfavorevole dall'indovino Polidamante, terrorizza i Troiani, ma Ettore incita alla
lotta e invita a trascurare questo segno. Un improvviso attacco dei Troiani guidati
da Sarpedonte, re dei Licii, è respinto. Intanto Ettore sfonda la porta e i Troiani
dilagano nel campo dei Greci, che fuggono disordinatamente verso le navi.
LIBRO XIII: assalto e difesa delle navi.
Il tempo: 26°giorno.
Il luogo: presso le navi achee.
Dopo che i Troiani hanno aperto una breccia nel muro difensivo dei Greci, la
battaglia si sposta presso le navi. Poseidone, il dio del mare, interviene in favore
degli Achei. Il combattimento si fa sempre più aspro, ma i Greci resistono.
Idomeneo e Merione rientrano nella mischia dopo essersi allontanati per
procurarsi nuove armi e compiono imprese gloriose. Muoiono o sono feriti molti
capi troiani e deve intervenire Ettore per spingere i suoi ad un altro assalto.
LIBRO XIV: il sonno di Zeus.
Il tempo: 26°giorno.
Il luogo: l'Olimpo/ Dalle navi achee alle mura di Troia.
L'assalto dei Troiani è sempre più pressante e Agamennone è scoraggiato tanto da
prospettare a Ulisse e Diomede la fuga: i due si oppongono e incitano i soldati.
Era, con l'aiuto di Afrodite e del dio Sonno, seduce Zeus, lo fa addormentare ed è
libera di portare aiuto agli Achei. Poseidone può così soccorrere più liberamente
gli Achei che si avviano alla vittoria con la valida collaborazione di Agamennone,
Diomede e Ulisse, che incitano i loro compagni. Ettore è colpito in battaglia da
Aiace Telamonio e deve ritirarsi. Un nuovo assalto degli Achei e altri duelli da loro
vinti costringono i Troiani a oltrepassare il fossato del campo.
LIBRO XV: Ultimo assalto alle navi.
Il tempo: 26°giorno.
Il luogo: l'Olimpo/ Presso le navi.
Zeus, che era stato proditoriamente addormentato da Era, si sveglia e, vista la
rotta dei Troiani, inveisce contro Era. Dopo un inutile tentativo delle dea di
provocare la ribellione degli dei contro Zeus, Iride, la messaggera dell'Olimpo, è
inviata sulla terra per ingiungere a Poseidone di lasciare la contesa. Poseidone,
malvolentieri, obbedisce; Ettore è curato da Apollo e torna in battaglia; i Troiani
prevalgono, ma sono fermati proprio davanti alle navi. Aiace Telamonio si
distingue nella difesa di esse.
LIBRO XVI: Gloria e morte di Patroclo.
Il tempo: 26°giorno
Il luogo: la tenda di Achille/ Il campo di battaglia.
Patroclo prega Achille di lasciarlo andare sul campo facendogli indossare la sua
armatura. Achille acconsente, ma gli impone di tornare da lui non appena abbia
respinto gli avversari dalle navi. Dopo la partenza di Patroclo, Achille rientra nella
tenda e prega Zeus che gli faccia tornare l'amico sano e salvo. All'arrivo di Patroclo
in campo la paura invade i Troiani che in un primo tempo lo credono Achille.
Patroclo fa strage dei nemici aiutato anche da Aiace d'Oileo, Aiace Telamonio e
Idomeneo: si delinea una grave sconfitta dei Troiani.
Il gigantesco Sarpedonte, figlio di Zeus, si scontra con Patroclo e viene da questi
ucciso; il padre degli dei, seppure addolorato, non ha potuto opporsi al destino
del figlio la cui salma fa trasportare dal Sonno e dalla Morte nella terra natia, la
Licia.
Patroclo continua a combattere; vittorioso e terribile sta però compiendo la sua
ultima impresa, poiché anche la sua morte è imminente. L'eroe insegue i Troiani
fin sotto le mura di Troia, sta per scalare le mura della città, ma è cacciato indietro
da Apollo, che appare ad Ettore per spronarlo ad affrontare Patroclo. Questi
uccide l'auriga di Ettore, Cebrione, intorno al quale divampa la lotta per il
possesso della salma.
Patroclo assale tre volte i nemici, uccidendone molti. Al quarto assalto, Apollo lo
colpisce alle spalle e lo stordisce. Prima lo ferisce il troiano Euforbo e poi Ettore
vibra il colpo mortale insultandolo. Patroclo predice al nemico la morte per mano
di Achille e muore.
LIBRO XVII: battaglia intorno al cadavere di Patroclo.
Il tempo: 26°giorno
Il luogo: campo di battaglia/ L'Olimpo/ Alle navi.
Ettore spoglia delle armi il cadavere di Patroclo, ma non riesce ad infierire sul suo
corpo per l'accorrere di Menelao e di Aiace Telamonio. Ettore intanto indossa le
armi di Achille, appena strappate a Patroclo. Si riaccende una furibonda lotta
attorno al cadavere del giovane eroe. Menelao invia Antiloco ad annunciare ad
Achille la morte dell'amico, il cui cadavere ora è protetto dagli Achei.
LIBRO XVIII: il lutto di Achille.
Il tempo: sul far della notte del 26°giorno.
Il luogo: la tenda di Achille/ Presso le navi/ Al palazzo di bronzo di Efesto.
Dopo l'annuncio della morte di Patroclo, Achille è sopraffatto dal dolore. La madre
Teti ne ode il pianto dal fondo del mare, emerge e va a consolare il figlio
disperato. Achille annuncia a Teti la sua decisione di vendicare Patroclo e la dea lo
convince ad attendere finché non gli avrà procurato una divina armatura. La salma
di Patroclo trasportata presso le navi è nuovamente contesa, finché Achille si
mostra ai Troiani che, terrorizzati da un suo triplice grido, fuggono. Per tutta la
notte gli Achei piangono sul corpo di Patroclo e Achille giura di vendicarlo. I
Troiani si preparano alla battaglia del giorno dopo, mentre Teti si reca da Efesto, il
dio del fuoco, che fabbrica per Achille una nuova armatura. E' minuziosamente
descritto lo scudo di Achille, tutto finemente cesellato. Fabbricata la corazza,
l'elmo e gli schinieri, l'armatura è completa e consegnata a Teti.
LIBRO XIX: Fine dell'ira di Achille.
Il tempo: 27°giorno.
Il luogo: la tenda di Achille/ Sul campo di battaglia.
Sul far del giorno, Teti consegna ad Achille le nuove armi. Convocata l'assemblea
dell'esercito, viene ricomposta la lite tra Achille e Agamennone che manda alla
tenda del Pelide ricchi doni e restituisce Briseide. Questa e altre donne piangono
Patroclo. Achille indossa l'armatura per la battaglia e l'esercito acheo esce in
campo. Il cavallo Xanto prodigiosamente, con voce umana annuncia all'eroe la sua
morte; Achille risponde che è ben consapevole della sua sorte, ma vuole prima
punire i Troiani.
LIBRO XX: la battaglia degli dei
Il tempo: 27°giorno.
Il luogo: l'Olimpo/ Sul campo di battaglia.
Nel concilio degli dei, Zeus assicura la sua imparzialità e permette agli altri dei di
partecipare alla battaglia e di schierarsi accanto agli eroi prescelti. Era, Atena,
Ermes, Poseidone ed Efesto si schierano con gli Achei; Ares, Apollo, Latona,
Artemide, Afrodite e Xanto con i Troiani. I numi addirittura si dispongono l'uno
contro l'altro. Intanto Apollo incoraggia Enea a scontrarsi con Achille; il Troiano sta
per essere vinto, quando Poseidone interviene a favore di Enea trasportandolo al
sicuro: è suo destino regnare sui Troiani superstiti. La furia guerriera di Achille si
scatena e c'è un primo scontro con Ettore: Apollo salva l'eroe troiano, mentre il
Pelide fa strage di nemici.
LIBRO XXI: la battaglia presso il fiume.
Il tempo: 27°giorno
Il luogo: sulle rive del fiume Xanto/ Sul campo di battaglia/ Dentro la città di
Troia.
I Troiani fuggono verso il fiume verso il fiume Xanto e alcuni si slanciano tra le
onde. Lo stesso Achille li insegue entrando nel fiume e facendo strage di nemici.
Cattura anche dodici giovanetti troiani, proponendosi di sacrificarli poi davanti al
rogo di Patroclo. Ritornato al fiume continua poi a imperversare finché il dio
Xanto, sdegnato, appare in forma umana e invita Achille ad allontanarsi. Alla
risposta negativa dell'eroe, le acque si gonfiano e diventano torbide e Achille
rischia l'annegamento, ma riesce a uscire dalle acque, che lo inseguono nella
pianura. Era chiama in soccorso Efesto che con il suo fuoco costringe le acque del
fiume a ritirarsi. Intanto scoppia una violenta battaglia tra gli dei. I Troiani
comunque sono inseguiti da Achille e a stento si rifugiano al sicuro entro le mura
della città.
LIBRO XXII: uccisione di Ettore.
Il tempo: 27°giorno.
Il luogo: la pianura di Troia, fuori dalle mura della città.
Ettore è risoluto ad affrontare Achille in duello, anche se Priamo e Ecuba lo
scongiurano di porsi in salvo e di rientrare in città. Ma Ettore non ascolta la
preghiera dei genitori e attende il nemico che si avvicina. Quando però si trova
davanti Achille, è vinto da improvviso terrore e si dà alla fuga. L'eroe greco lo
insegue e per tre volte i due compiono di corsa il giro delle mura di Troia.
Zeus ha compassione di Ettore, vorrebbe, se potesse, impedirne la morte, ma
Atena lo persuade che egli non è in grado di contrastare il Fato. Zeus interroga la
bilancia del destino, che infatti decreta la morte di Ettore. Allora anche Apollo
rinuncia a proteggere l'eroe.
Deifobo, il più caro dei fratelli di Ettore, gli promette di aiutarlo. Purtroppo a
parlare non è Deifobo, ma Atena che ne assunto le sembianze per tradire Ettore e
proteggere Achille.
Inizia così il duello. Ettore schiva il primo colpo della lancia di Achille e scaglia la
sua, che colpisce ma non fora lo scudo di Achille.
Ettore capisce di essere stato tradito dagli dei: quando si volge per chiedere a
Deifobo un'altra lancia, il fratello è scomparso. Allora si rassegna a morire
pensando alla gloria che gli tributeranno i posteri. Achille, che ben conosce le
armi indossate dal nemico, indirizza la sua lancia nell'unico punto scoperto, tra
collo e spalla. Per il troiano è la fine. Ettore morendo, supplica il nemico di aver
pietà del suo corpo e di restituirlo ai genitori, che gli offriranno un lauto riscatto,
ma Achille è sordo ad ogni richiesta. Ettore gli predice prossima la morte; e quindi
la sua anima scende nell'Ade. Il Pelide infierisce sul suo corpo, lo spoglia delle
armi, mentre gli altri Achei lo trafiggono con le loro lance; poi, legato il nemico
con una cinghia di cuoio alla sua biga, lo trascina nel sangue e nella polvere, verso
le navi. Dalle mura Priamo, Ecuba e Andromaca assistono al terribile spettacolo e
si disperano.
LIBRO XXIII: i giochi funebri per Patroclo.
Il tempo: dalla sera del 27°giorno alla sera del 29°giorno.
Il luogo: la tenda di Achille/ Il lido.
Achille trascina il cadavere davanti al feretro di Patroclo. Durante la notte,
Patroclo appare in sogno ad Achille e lo prega di seppellirlo al più presto e gli
ricorda la prossima morte. All'alba Achille fa preparare la pira, dove viene deposto
il corpo dell'amico. Presso di essa, sono sacrificati diversi animali e in più i dodici
giovani troiani catturati presso lo Scamandro. Il fuoco, appiccato, arde per tutta la
notte. I resti del defunto sono raccolti in un'urna d'oro. In onore del morto, Achille
indice dei giochi funebri e propone i premi per le singole gare: la corsa con i
cocchi, vinta poi da Diomede; la gara di pugilato, vinta da Epeo; la gara di lotta, in
cui la vittoria è assegnata a pari merito a Ulisse e Aiace Telamonio; la corsa a
piedi, vinta da Ulisse; il duello con le spade, gara vinta da Diomede; la gara del
lancio del disco, vinta da Polipete; la gara di tiro con l'arco, vinta da Merione; la
gara del tiro con l'asta, il cui premio è assegnato ad Agamennone, senza alcuna
prova, in quanto unanimemente riconosciuto come il più valente.
LIBRO XXIV: il riscatto di Ettore
Il tempo: 30°-40°giorno: sevizie sul corpo di Ettore/ 41°giorno: Teti
persuade Achille a restituire il cadavere di Ettore/ Notte del 41°giorno: Priamo si
reca da alla tenda di Achille/ 42°giorno: ritorno a Troia del cadavere di Ettore/ 42°50°giorno: costruzione della pira per bruciare il cadavere di Ettore/ 51°giorno:
sepoltura delle ceneri di Ettore.
Il luogo: Il campo degli Achei/ L'Olimpo/ Il palazzo di Priamo/ La tenda di
Achille.
Achille continua a infliggere sevizie al corpo di Ettore, finché gli dei non provano
pietà per l'eroe morto per la patria. Zeus incarica Teti di indurre il figlio a restituire
il cadavere di Ettore, poi invia Iride da Priamo, per intimargli di recarsi
all'accampamento di Achille. Priamo sceglie i doni da offrire ad Achille e si fa
allestire un carro per il trasporto del cadavere del figlio. Guidato nel campo greco
dal dio Ermes- che gli è apparso nell'aspetto di un giovane Mirmidone- Priamo,
non visto, entra nella grande casa di legno del Pelide, si getta in lacrime alle sue
ginocchia e bacia la mano di chi gli ha ucciso tanti figli. Gli rammenta il vecchio
padre Peleo e gli fa presente le proprie sventure, quindi supplica Achille di
restituirli il corpo morto di Ettore. Il Pelide si commuove, piange con Priamo e
acconsente alla sua richiesta. Poi prende il denaro offerto in riscatto; lava, unge e
veste il cadavere di Ettore, invita il re troiano a mangiare con lui e accorda una
tregua di undici giorni per la sepoltura del nemico. Vanno quindi a dormire. Ma
nella notte, Ermes sveglia Priamo e lo esorta ad affrettare la partenza per non
restare prigioniero nel campo nemico e lo aiuta a preparare il ritorno.
La salma di Ettore torna così a Troia, dove prima degli altri avvista il carro la sorella
Cassandra, che chiama a raccolta tutti i cittadini. Il corpo di Ettore viene
trasportato nella reggia e qui Andromaca, Ecuba ed Elena levano i loro solenni
lamenti. Per nove giorni si tagliano gli alberi dei boschi del monte Ida e si
trasportano i tronchi in città per la costruzione della pira su cui le fiamme, infine,
riducono in ceneri il corpo del giovane eroe. I suoi resti sono raccolti in un'urna
d'oro e sepolti sotto un alto tumulo. Segue un solenne banchetto funebre nella
reggia di Priamo.