La trama dell’Iliade L’Iliade è il poema dell’ira di Achille (μῆνινν Ἀχιλῆος); gli editori alessandrini, dando all’ opera la sua forma definitiva, ne divisero i materiali in ventiquattro libri (convenzionalmente numerati con le lettere maiuscole dell’alfabeto greco, per cui A = Iliade I, B = Iliade II, G = Iliade III, e via dicendo), per un totale di 15.698 esametri. L’azione princi- pale del poema occupa un “tempo reale” di circa 50 giorni . LIBRO I. Agamennone rifiuta il riscatto offerto da Crise, sacerdote di Apollo, per liberare la figlia; il dio punisce gli Achei scatenando una pestilenza; Achille e Agamennone hanno un violento diverbio in seno all’assemblea degli Achei,in seguito al quale Achille,offeso, decide di ritirarsi dal conflitto;Tetide, madre di Achille, intercede presso Zeus perchè favorisca i Troiani costringendo gli Achei a implorare il ritorno dell’eroe. LIBRO II . Riuniti in assemblea,gli Achei decidono il da farsi; per mettere alla prova l’esercito,Agamennone finge di annunciare il ritorno in patria; Era e Atena intervengono per fermare gli Achei in fuga, e Odisseo punisce il vile Tersite; viene passato in rassegna l’intero esercito acheo (Çatalogo delle navi); i Troiani rispondono schierandosi a loro volta per la battaglia. LIBRO III . Inizia lo scontro; affrontato da Menelao, Paride Alessandro fugge ed rimproverato da Ettore; imposta una tregua ai combattimenti per dare luogo a un duello fra i due; Alessandro ha ancora una volta la peggio, ma è salvato da Afrodite. LIBRO IV: la freccia di Pandaro. Il tempo: 22°giorno:il primo giorno della battaglia. Il luogo: l'accampamento troiano/ L'accampamento acheo/ Il campo di battaglia. Era e Atena non si accontentano di quest'epilogo: vogliono la distruzione di Troia. Il troiano Pandaro, che è un eccellente arciere, su istigazione d'Atena ferisce Menelao e viola così i patti. Gli Achei reagiscono, Agamennone passa in rassegna l'esercito, loda i capi e incoraggia i soldati a riprendere la lotta. Ben presto la battaglia infuria con gravi perdite da parte di entrambi gli eserciti. LIBRO V: le gesta di Diomede Il tempo: 22°giorno:il primo giorno di battaglia. Il luogo: il campo di battaglia/ L'Olimpo. Protagonista è l'eroe greco Diomede: con l'aiuto d'Atena compie imprese strabilianti. E' ferito da una freccia del troiano Pandaro, ma è curato dalla dea che lo protegge e torna in battaglia, continuando ad uccidere guerrieri nemici. Enea convince Pandaro ad attaccare nuovamente il temibile guerriero. Pandaro è subito ucciso ed Enea è salvato solo dall'intervento della madre Venere. Anche la dea è ferita da Diomede e corre in lacrime sull'Olimpo, abbandonando il figlio che è messo in salvo da Apollo. Marte, dio della guerra, si schiera a favore dei troiani contro questo guerriero che osa colpire gli dei. I Greci sono in difficoltà, ma sono rincuorati dall'intervento di Era e di Atena. Diomede ferisce anche Marte, che si rifugia sull'Olimpo dove è curato da Peone, medico degli dei. Zeus rimprovera il dio, perché ama troppo la lotta e il sangue. LIBRO VI: Glauco e Diomede. Ettore e i suoi cari. Il tempo: 22°giorno. Il luogo: il campo di battaglia davanti a Troia/ L'interno della città di Troia. Continua senza tregua la battaglia: i Greci hanno il sopravvento e molti Troiani cadono. Eleno, dotato di facoltà profetiche, consiglia ad Ettore, suo fratello, di rientrare in città e di ordinare alle donne di offrire a Pallade Atena uno splendido peplo, pregando la dea che tenga lontano dalle mura Diomede. Intanto il licio Glauco e Diomede si affrontano in campo. Diomede riconosce in Glauco un ospite del padre: i due si scambiano le armi e interrompono la lotta tra di loro. Ettore intanto giunge in città e nel sontuoso palazzo di Priamo incontra la madre Ecuba, a cui trasmette il messaggio di Eleno. Poi si reca a casa del fratello Paride ed Elena lo accoglie affettuosamente; Ettore rimprovera però Paride per la sua viltà e si fa promettere che tornerà a combattere con valore: Elena è scettica su questo proposito di Paride. Infine, Ettore corre ansioso verso la sua casa per vedere Andromaca e il piccolo Astianatte. Li trova presso le porte Scee. Qui, cerca di consolare la sua sposa piena di affanni per le passate sventure e presaga dei dolori che l'attendono; ella vorrebbe trattenere Ettore, poiché è certa che egli va incontro alla morte, ma l'eroe, pur afflitto dal pensiero di quello che accadrà ai suoi cari quando egli non potrà più proteggerli, torna a combattere. Lo raggiunge Paride e insieme si recano al campo di battaglia. LIBRO VII: il duello tra Ettore e Aiace. La tregua. Il tempo: 23°giorno: duello e tregua/ 24°giorno: costruzione del muro. Il luogo: Nella tenda di Agamennone/ Sull' acropoli di Troia/ Sul campo di battaglia/ Presso le navi achee/ Nei rispettivi accampamenti. Ettore propone che si sospenda il combattimento e sfida a duello i capi achei. Essi esitano ad accogliere la sfida; infine si procede tra loro a un sorteggio che designa come avversario di Ettore, Aiace Telamonio. Il duello dura a lungo, con alterne vicende, finché Aiace colpisce Ettore con un enorme macigno. Scende la notte e gli araldi invitano a sospendere la sfida. Agamennone offre un banchetto nella sua tenda ad Aiace e agli altri capi e propone al nemico una tregua, perché i due eserciti possano raccogliere i caduti e seppellirli. Anche Priamo raduna il consiglio dei capi, nel quale si approva la richiesta achea e si offre la restituzione dei tesori rubati, ma non di Elena, ostinatamente negata da Paride. LIBRO VIII: il concilio degli dei. Lo scoramento dei Greci. Il tempo: 25°giorno Il luogo: l'Olimpo/ La pianura di fronte le mura di Troia. Zeus intima a tutti gli dei, in un'assemblea sull'Olimpo, di astenersi d'ora in avanti dall'intervenire nella guerra. Intanto inizia il secondo giorno di battaglia; il combattimento, dapprima incerto, risulta poi favorevole ai Troiani che avanzano sotto la guida di Ettore. Agamennone, per consiglio di Era, cerca di incoraggiare i suoi, che sono però stanchi e sfiduciati. Era e Atena tentano di volgere la battaglia a favore degli Achei. Si armano di nascosto, ma Zeus le ferma, ispirando nuovo ardore ai Troiani. Zeus conferma a Era e Atena che la strage dei Troiani continuerà fino al ritorno di Achille sul campo di battaglia. Sopraggiunge la notte e lo scontro ha termine; i Troiani si trovano per la prima volta nella pianura fuori le mura; per gli Achei la situazione è veramente critica. LIBRO IX: il rifiuto di Achille. Il tempo: sera e notte del 25°giorno. Il luogo: la tenda di Achille/ La tenda di Agamennone. Agamennone non riesce a dormire. Chiama a consiglio gli Achei; chiede di prendere atto del fallimento della guerra e di tornare in patria. Il vecchio Nestore ricorda che la causa di tutti i loro mali fu l'offesa di Agamennone ad Achille e propone di invitarlo a tornare in campo. Agamennone riconosce i suoi torti e fa un elenco dei doni che può offrire ad Achille, promettendogli in sposa una delle sua figlie. Un'ambasceria è inviata ad Achille, che nella notte se ne sta fuori della sua tenda, sulla riva del mare; suona per sua consolazione la cetra, mentre Patroclo gli siede davanti, assorto nell'ascolto della melodia. Gli ambasciatori sono accolti con affetto, ma Achille respinge le loro richieste; non lo smuovono le parole di Ulisse, né il paterno discorso del vecchio Fenice che fu il precettore della sua infanzia. I capi achei sono tutti sbigottiti e sfiduciati; solo Diomede, infuriato, invita a proseguire i combattimenti con coraggio, senza alcun rimpianto per l'assente. LIBRO X: il tradimento di Dolone. Il tempo: sera e notte del 25°giorno. Il luogo: il campo troiano/ presso le navi achee. Durante la notte, si tiene una riunione di capi achei. Per consiglio di Nestore, si decide di inviare furtivamente dei guerrieri nel campo troiano per catturare alcuni nemici e interrogarli sui progetti troiani. Sono scelti Ulisse e Diomede. Intanto, nell'accampamento troiano, si svolge un consiglio analogo: Ettore vuole conoscere i piani dei Greci. Il brutto e deforme Dolone si offre di raggiungere la nave di Agamennone e chiede in cambio i cavalli e il carro di Achille. Ottenuta la promessa, esce nella notte, ma è catturato da Ulisse e Diomede. Dolone tradisce subito i suoi e descrive l'ubicazione dei Troiani nell'accampamento. In particolare, informa Ulisse e Diomede della posizione dei Traci guidati da Reso. Dopo aver parlato, Dolone è ucciso da Diomede. I due eroi entrano nel campo troiano, proprio nella zona dei Traci e qui compiono una strage: muore lo stesso Reso, i cui cavalli sono rapiti dai due Achei, che sono accolti trionfalmente dai loro compagni. LIBRO XI: le gesta di Agamennone. Il tempo: 26°giorno. Il luogo: sotto le mura di Troia/ Tenda di Nestore. La Discordia, inviata da Zeus, provoca lo scontro violentissimo dei due eserciti. Agamennone si distingue per il suo eroismo: i Troiani ripiegano e anche Ettore si ritira per consiglio di Zeus. Agamennone è ferito al braccio ed è costretto a ritirarsi, favorendo la riscossa troiana con a capo Ettore. Nella lotta è colpito anche Diomede da una freccia scagliata da Paride. Anche Ulisse, ferito, si ritira aiutato da Aiace Telamonio. Intanto Achille invia Patroclo ad informarsi sulle sorti della battaglia. Questi si reca da Nestore, che gli spiega la difficile situazione dei Greci e quindi invita Patroclo a suggerire ad Achille di permettergli di guidare i suoi Mirmidoni in campo contro i nemici. LIBRO XII: la battaglia intorno al muro dell'accampamento. Il tempo: 26°giorno Il luogo: presso il fossato che difende la muraglia delle navi. La battaglia si svolge violenta presso il muro e il fossato a protezione delle navi achee. I Greci si difendono accanitamente. Un prodigio, interpretato in segno sfavorevole dall'indovino Polidamante, terrorizza i Troiani, ma Ettore incita alla lotta e invita a trascurare questo segno. Un improvviso attacco dei Troiani guidati da Sarpedonte, re dei Licii, è respinto. Intanto Ettore sfonda la porta e i Troiani dilagano nel campo dei Greci, che fuggono disordinatamente verso le navi. LIBRO XIII: assalto e difesa delle navi. Il tempo: 26°giorno. Il luogo: presso le navi achee. Dopo che i Troiani hanno aperto una breccia nel muro difensivo dei Greci, la battaglia si sposta presso le navi. Poseidone, il dio del mare, interviene in favore degli Achei. Il combattimento si fa sempre più aspro, ma i Greci resistono. Idomeneo e Merione rientrano nella mischia dopo essersi allontanati per procurarsi nuove armi e compiono imprese gloriose. Muoiono o sono feriti molti capi troiani e deve intervenire Ettore per spingere i suoi ad un altro assalto. LIBRO XIV: il sonno di Zeus. Il tempo: 26°giorno. Il luogo: l'Olimpo/ Dalle navi achee alle mura di Troia. L'assalto dei Troiani è sempre più pressante e Agamennone è scoraggiato tanto da prospettare a Ulisse e Diomede la fuga: i due si oppongono e incitano i soldati. Era, con l'aiuto di Afrodite e del dio Sonno, seduce Zeus, lo fa addormentare ed è libera di portare aiuto agli Achei. Poseidone può così soccorrere più liberamente gli Achei che si avviano alla vittoria con la valida collaborazione di Agamennone, Diomede e Ulisse, che incitano i loro compagni. Ettore è colpito in battaglia da Aiace Telamonio e deve ritirarsi. Un nuovo assalto degli Achei e altri duelli da loro vinti costringono i Troiani a oltrepassare il fossato del campo. LIBRO XV: Ultimo assalto alle navi. Il tempo: 26°giorno. Il luogo: l'Olimpo/ Presso le navi. Zeus, che era stato proditoriamente addormentato da Era, si sveglia e, vista la rotta dei Troiani, inveisce contro Era. Dopo un inutile tentativo delle dea di provocare la ribellione degli dei contro Zeus, Iride, la messaggera dell'Olimpo, è inviata sulla terra per ingiungere a Poseidone di lasciare la contesa. Poseidone, malvolentieri, obbedisce; Ettore è curato da Apollo e torna in battaglia; i Troiani prevalgono, ma sono fermati proprio davanti alle navi. Aiace Telamonio si distingue nella difesa di esse. LIBRO XVI: Gloria e morte di Patroclo. Il tempo: 26°giorno Il luogo: la tenda di Achille/ Il campo di battaglia. Patroclo prega Achille di lasciarlo andare sul campo facendogli indossare la sua armatura. Achille acconsente, ma gli impone di tornare da lui non appena abbia respinto gli avversari dalle navi. Dopo la partenza di Patroclo, Achille rientra nella tenda e prega Zeus che gli faccia tornare l'amico sano e salvo. All'arrivo di Patroclo in campo la paura invade i Troiani che in un primo tempo lo credono Achille. Patroclo fa strage dei nemici aiutato anche da Aiace d'Oileo, Aiace Telamonio e Idomeneo: si delinea una grave sconfitta dei Troiani. Il gigantesco Sarpedonte, figlio di Zeus, si scontra con Patroclo e viene da questi ucciso; il padre degli dei, seppure addolorato, non ha potuto opporsi al destino del figlio la cui salma fa trasportare dal Sonno e dalla Morte nella terra natia, la Licia. Patroclo continua a combattere; vittorioso e terribile sta però compiendo la sua ultima impresa, poiché anche la sua morte è imminente. L'eroe insegue i Troiani fin sotto le mura di Troia, sta per scalare le mura della città, ma è cacciato indietro da Apollo, che appare ad Ettore per spronarlo ad affrontare Patroclo. Questi uccide l'auriga di Ettore, Cebrione, intorno al quale divampa la lotta per il possesso della salma. Patroclo assale tre volte i nemici, uccidendone molti. Al quarto assalto, Apollo lo colpisce alle spalle e lo stordisce. Prima lo ferisce il troiano Euforbo e poi Ettore vibra il colpo mortale insultandolo. Patroclo predice al nemico la morte per mano di Achille e muore. LIBRO XVII: battaglia intorno al cadavere di Patroclo. Il tempo: 26°giorno Il luogo: campo di battaglia/ L'Olimpo/ Alle navi. Ettore spoglia delle armi il cadavere di Patroclo, ma non riesce ad infierire sul suo corpo per l'accorrere di Menelao e di Aiace Telamonio. Ettore intanto indossa le armi di Achille, appena strappate a Patroclo. Si riaccende una furibonda lotta attorno al cadavere del giovane eroe. Menelao invia Antiloco ad annunciare ad Achille la morte dell'amico, il cui cadavere ora è protetto dagli Achei. LIBRO XVIII: il lutto di Achille. Il tempo: sul far della notte del 26°giorno. Il luogo: la tenda di Achille/ Presso le navi/ Al palazzo di bronzo di Efesto. Dopo l'annuncio della morte di Patroclo, Achille è sopraffatto dal dolore. La madre Teti ne ode il pianto dal fondo del mare, emerge e va a consolare il figlio disperato. Achille annuncia a Teti la sua decisione di vendicare Patroclo e la dea lo convince ad attendere finché non gli avrà procurato una divina armatura. La salma di Patroclo trasportata presso le navi è nuovamente contesa, finché Achille si mostra ai Troiani che, terrorizzati da un suo triplice grido, fuggono. Per tutta la notte gli Achei piangono sul corpo di Patroclo e Achille giura di vendicarlo. I Troiani si preparano alla battaglia del giorno dopo, mentre Teti si reca da Efesto, il dio del fuoco, che fabbrica per Achille una nuova armatura. E' minuziosamente descritto lo scudo di Achille, tutto finemente cesellato. Fabbricata la corazza, l'elmo e gli schinieri, l'armatura è completa e consegnata a Teti. LIBRO XIX: Fine dell'ira di Achille. Il tempo: 27°giorno. Il luogo: la tenda di Achille/ Sul campo di battaglia. Sul far del giorno, Teti consegna ad Achille le nuove armi. Convocata l'assemblea dell'esercito, viene ricomposta la lite tra Achille e Agamennone che manda alla tenda del Pelide ricchi doni e restituisce Briseide. Questa e altre donne piangono Patroclo. Achille indossa l'armatura per la battaglia e l'esercito acheo esce in campo. Il cavallo Xanto prodigiosamente, con voce umana annuncia all'eroe la sua morte; Achille risponde che è ben consapevole della sua sorte, ma vuole prima punire i Troiani. LIBRO XX: la battaglia degli dei Il tempo: 27°giorno. Il luogo: l'Olimpo/ Sul campo di battaglia. Nel concilio degli dei, Zeus assicura la sua imparzialità e permette agli altri dei di partecipare alla battaglia e di schierarsi accanto agli eroi prescelti. Era, Atena, Ermes, Poseidone ed Efesto si schierano con gli Achei; Ares, Apollo, Latona, Artemide, Afrodite e Xanto con i Troiani. I numi addirittura si dispongono l'uno contro l'altro. Intanto Apollo incoraggia Enea a scontrarsi con Achille; il Troiano sta per essere vinto, quando Poseidone interviene a favore di Enea trasportandolo al sicuro: è suo destino regnare sui Troiani superstiti. La furia guerriera di Achille si scatena e c'è un primo scontro con Ettore: Apollo salva l'eroe troiano, mentre il Pelide fa strage di nemici. LIBRO XXI: la battaglia presso il fiume. Il tempo: 27°giorno Il luogo: sulle rive del fiume Xanto/ Sul campo di battaglia/ Dentro la città di Troia. I Troiani fuggono verso il fiume verso il fiume Xanto e alcuni si slanciano tra le onde. Lo stesso Achille li insegue entrando nel fiume e facendo strage di nemici. Cattura anche dodici giovanetti troiani, proponendosi di sacrificarli poi davanti al rogo di Patroclo. Ritornato al fiume continua poi a imperversare finché il dio Xanto, sdegnato, appare in forma umana e invita Achille ad allontanarsi. Alla risposta negativa dell'eroe, le acque si gonfiano e diventano torbide e Achille rischia l'annegamento, ma riesce a uscire dalle acque, che lo inseguono nella pianura. Era chiama in soccorso Efesto che con il suo fuoco costringe le acque del fiume a ritirarsi. Intanto scoppia una violenta battaglia tra gli dei. I Troiani comunque sono inseguiti da Achille e a stento si rifugiano al sicuro entro le mura della città. LIBRO XXII: uccisione di Ettore. Il tempo: 27°giorno. Il luogo: la pianura di Troia, fuori dalle mura della città. Ettore è risoluto ad affrontare Achille in duello, anche se Priamo e Ecuba lo scongiurano di porsi in salvo e di rientrare in città. Ma Ettore non ascolta la preghiera dei genitori e attende il nemico che si avvicina. Quando però si trova davanti Achille, è vinto da improvviso terrore e si dà alla fuga. L'eroe greco lo insegue e per tre volte i due compiono di corsa il giro delle mura di Troia. Zeus ha compassione di Ettore, vorrebbe, se potesse, impedirne la morte, ma Atena lo persuade che egli non è in grado di contrastare il Fato. Zeus interroga la bilancia del destino, che infatti decreta la morte di Ettore. Allora anche Apollo rinuncia a proteggere l'eroe. Deifobo, il più caro dei fratelli di Ettore, gli promette di aiutarlo. Purtroppo a parlare non è Deifobo, ma Atena che ne assunto le sembianze per tradire Ettore e proteggere Achille. Inizia così il duello. Ettore schiva il primo colpo della lancia di Achille e scaglia la sua, che colpisce ma non fora lo scudo di Achille. Ettore capisce di essere stato tradito dagli dei: quando si volge per chiedere a Deifobo un'altra lancia, il fratello è scomparso. Allora si rassegna a morire pensando alla gloria che gli tributeranno i posteri. Achille, che ben conosce le armi indossate dal nemico, indirizza la sua lancia nell'unico punto scoperto, tra collo e spalla. Per il troiano è la fine. Ettore morendo, supplica il nemico di aver pietà del suo corpo e di restituirlo ai genitori, che gli offriranno un lauto riscatto, ma Achille è sordo ad ogni richiesta. Ettore gli predice prossima la morte; e quindi la sua anima scende nell'Ade. Il Pelide infierisce sul suo corpo, lo spoglia delle armi, mentre gli altri Achei lo trafiggono con le loro lance; poi, legato il nemico con una cinghia di cuoio alla sua biga, lo trascina nel sangue e nella polvere, verso le navi. Dalle mura Priamo, Ecuba e Andromaca assistono al terribile spettacolo e si disperano. LIBRO XXIII: i giochi funebri per Patroclo. Il tempo: dalla sera del 27°giorno alla sera del 29°giorno. Il luogo: la tenda di Achille/ Il lido. Achille trascina il cadavere davanti al feretro di Patroclo. Durante la notte, Patroclo appare in sogno ad Achille e lo prega di seppellirlo al più presto e gli ricorda la prossima morte. All'alba Achille fa preparare la pira, dove viene deposto il corpo dell'amico. Presso di essa, sono sacrificati diversi animali e in più i dodici giovani troiani catturati presso lo Scamandro. Il fuoco, appiccato, arde per tutta la notte. I resti del defunto sono raccolti in un'urna d'oro. In onore del morto, Achille indice dei giochi funebri e propone i premi per le singole gare: la corsa con i cocchi, vinta poi da Diomede; la gara di pugilato, vinta da Epeo; la gara di lotta, in cui la vittoria è assegnata a pari merito a Ulisse e Aiace Telamonio; la corsa a piedi, vinta da Ulisse; il duello con le spade, gara vinta da Diomede; la gara del lancio del disco, vinta da Polipete; la gara di tiro con l'arco, vinta da Merione; la gara del tiro con l'asta, il cui premio è assegnato ad Agamennone, senza alcuna prova, in quanto unanimemente riconosciuto come il più valente. LIBRO XXIV: il riscatto di Ettore Il tempo: 30°-40°giorno: sevizie sul corpo di Ettore/ 41°giorno: Teti persuade Achille a restituire il cadavere di Ettore/ Notte del 41°giorno: Priamo si reca da alla tenda di Achille/ 42°giorno: ritorno a Troia del cadavere di Ettore/ 42°50°giorno: costruzione della pira per bruciare il cadavere di Ettore/ 51°giorno: sepoltura delle ceneri di Ettore. Il luogo: Il campo degli Achei/ L'Olimpo/ Il palazzo di Priamo/ La tenda di Achille. Achille continua a infliggere sevizie al corpo di Ettore, finché gli dei non provano pietà per l'eroe morto per la patria. Zeus incarica Teti di indurre il figlio a restituire il cadavere di Ettore, poi invia Iride da Priamo, per intimargli di recarsi all'accampamento di Achille. Priamo sceglie i doni da offrire ad Achille e si fa allestire un carro per il trasporto del cadavere del figlio. Guidato nel campo greco dal dio Ermes- che gli è apparso nell'aspetto di un giovane Mirmidone- Priamo, non visto, entra nella grande casa di legno del Pelide, si getta in lacrime alle sue ginocchia e bacia la mano di chi gli ha ucciso tanti figli. Gli rammenta il vecchio padre Peleo e gli fa presente le proprie sventure, quindi supplica Achille di restituirli il corpo morto di Ettore. Il Pelide si commuove, piange con Priamo e acconsente alla sua richiesta. Poi prende il denaro offerto in riscatto; lava, unge e veste il cadavere di Ettore, invita il re troiano a mangiare con lui e accorda una tregua di undici giorni per la sepoltura del nemico. Vanno quindi a dormire. Ma nella notte, Ermes sveglia Priamo e lo esorta ad affrettare la partenza per non restare prigioniero nel campo nemico e lo aiuta a preparare il ritorno. La salma di Ettore torna così a Troia, dove prima degli altri avvista il carro la sorella Cassandra, che chiama a raccolta tutti i cittadini. Il corpo di Ettore viene trasportato nella reggia e qui Andromaca, Ecuba ed Elena levano i loro solenni lamenti. Per nove giorni si tagliano gli alberi dei boschi del monte Ida e si trasportano i tronchi in città per la costruzione della pira su cui le fiamme, infine, riducono in ceneri il corpo del giovane eroe. I suoi resti sono raccolti in un'urna d'oro e sepolti sotto un alto tumulo. Segue un solenne banchetto funebre nella reggia di Priamo.