Gabriele Bonazzi legge “La morte di Ettore” dal libro XXII dell'Iliade, (traduzione di Maria Grazia Ciani) “Può sembrare inusuale che per celebrare il Settantesimo Anniversario della Liberazione si sia scelto di leggere il testo di Omero sulla morte di Ettore e sul precedente duello con Achille contenuto nel libro XXII dell' Iliade. Ma la sciagura di quella morte, i lutti che entrano nella casa di Priamo e di Ecuba, lo strazio di Andromaca (anch'essa votata a un terrificante destino di schiavitù se non proprio di morte); insomma la spietatezza e la ferocia di un'umanità priva di senno e attratta unicamente dalla vendetta e dal fanatismo calzano a pennello con lo spirito di lacerante tragedia, di guerra fratricida, di atti senza pietà e pianti e urla a stento soffocate, che la Resistenza ha vissuto prima di approdare alla quiete dolorante e attonita (il tripudio non deve sviare) dei giorni della Liberazione, della speranza per noi in un mondo migliore e soprattutto nella fine dei lutti, delle tribolazioni e dei fucilati. Parve allora che nulla di tutto quello strazio si sarebbe mai più ripetuto. Si è ripetuto: i duelli, le vendette, le imprecazioni e gli scempi tornarono non molto tempo dopo: nei Balcani, in Medioriente, nelle carceri dei dittatori dell'Asia, delle Americhe, dell'Africa. Un cumulo dei cadaveri ancora insepolti in ogni angolo del pianeta beve la luce del giorno e le tenebre della notte, epifania indecente per noi che guardiamo senza vedere. E i Priamo, le Ecube, le vedove e gli orfani continuano a vegliare ancora oggi le spoglie dei loro cari, trapassati dalle spade taglienti, dalle pallottole, dal fuoco devastatore dei carnefici. La ricorrenza della Liberazione non ha dunque esaurito il suo senso: essa continua ancora a mostrarci il riso di Satana nello scempio non della democrazia (a cui siamo ormai abituati) ma delle speranze e delle vite sconciate attorno al perimetro vasto del mondo, proprio come quella di Ettore che, abbandonato dal favore degli dei e ingannato da Atena che gli si presenta sotto le spoglie di Deifobo per incitarlo al duello, cade colpito dalla lancia di Achille e il suo corpo, trascinato orrendamente dal carro del vincitore verso le navi dei Greci, sotto le porte di Troia, viene imbrattato dalla polvere e dalle ferite”. GABRIELE BONAZZI Gabriele Bonazzi (ex docente di filosofia) si è sempre occupato di teatro come allestitore, come interprete e come scrittore, ma senza la passione per la formazione dei giovani (o di chiunque abbia voluto ascoltarlo) tutto questo non avrebbe avuto luogo. Al suo attivo ha varie pubblicazioni (una storia di Bologna, pièces teatrali, saggi) e numerose letture pubbliche di autori quali Brecht, Leopardi, Schnitzler e molti altri ancora, nell'arco di oltre quarant'anni. Nell’occasione di questa serata, occasione già occorsa in questo stesso luogo nell'aprile del 1996, l’interprete vuole ricordare che Achille e Ettore, sfiniti, combattono ancora e che il destino presto stroncherà la vita di quest'ultimo (e di molte altre vite). E lo scempio dura sotto i nostri occhi. Ancora. CENTRO CIVICO QUARTIERE RENO SALA FALCONE E BORSELLINO VIA BATTINDARNO 123, BOLOGNA GIOVEDÌ 23 APRILE 2015 ORE 21,00