«…evitare le emozioni è una delle attività principali della nostra mente…» A. Ferro DCA (disturbi del comportamento alimentare): disagio caratterizzato da un alterato rapporto con il cibo e con il corpo, a cui si associano problemi psicologici. ANORESSIA BULIMIA BINGE EATING (ALIMENTAZIONE INCONTROLLATA) DCA NON ALTRIMENTI SPECIFICATI Coinvolge le donne più degli uomini in un’età compresa fra i 10 e 25 anni (maschio:femmina=2:8); È un problema prevalentemente dei paesi occidentali e di epoca recente. «Anoressia» (mancanza di appetito) è un Termine fuorviante: infatti la fame è molto forte, accentuata dalle carenze nutritive. L’anoressica ha pensieri pervasivi e ossessivi sulla forma del proprio corpo e sulla paura di ingrassare. Il comportamento alimentare è rigido, controllato, ossessivo. Anorexia hysterica (Lasègue, 1874) 1. 2. 3. 4. rifiuto di mantenere il peso corporeo al di sopra o al peso minimo normale per l'età e la statura; intensa paura di acquistare peso o diventare grassi, anche quando si é sottopeso; alterazione del modo in cui il soggetto vive il peso o la forma del corpo, o eccessiva influenza del peso e della forma del corpo sui livelli di autostima, o rifiuto di ammettere la gravità dell'attuale condizione di sottopeso; nelle femmine, dopo il menarca, amenorrea, ovvero l'assenza di almeno 3 cicli mestruali consecutivi. La diminuzione del peso è perseguita attraverso la dieta, il digiuno e l’esercizio fisico. Avvengono regolarmente crisi bulimiche e/o condotte di eliminazione quali l’autoinduzione del vomito, l’uso di lassativi, diuretici. In alcuni casi, le condotte di eliminazione sono attuate anche in assenza di crisi bulimiche, per l’introduzione di modeste quantità di cibo. RESTRITTIVA CON ABBUFFATE/CONDOTTE ELIMINATORIE La fase iniziale dell’anoressia nervosa è quasi sempre caratterizzata dalla negazione della malattia, con l’assenza di consapevolezza dei propri comportamenti disturbati e delle proprie difficoltà, non ritenendo di avere problemi e anzi considerando il proprio comportamento logico e coerente. Il rapporto con i familiari diventa teso e difficile, talvolta francamente ostile; altre volte sono rigidi, formalmente corretti e l’atmosfera è carica di aggressività latente. Il comportamento alimentare è disordinato, caotico, ossessivo 1. 2. Ricorrenti episodi di «abbuffate» caratterizzate dai seguenti aspetti: Mangiare in un definito periodo di tempo (ad es. 2 ore), una quantità di cibo significativamente maggiore di quello che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso tempo ed in circostanze simili. Sensazione di perdere il controllo durante l’episodio (ad es. sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o a controllare cosa e quando si sta mangiando). Comportamenti compensatori inappropriati: vomito autoindotto, abuso di lassativi, diuretici; digiuno o esercizio fisico. Le abbuffate e le condotte compensatorie si verificano entrambe in media almeno 2 volte la settimana, per 3 mesi. I livelli di autostima sono indebitamente influenzati dalla forma e dal peso corporei. Assenza di una diagnosi preesistente di anoressia nervosa. Comportamento che va dalle grandi abbuffate (binge) spesso in solitudine, seguite da vomito autoindotto, lassativi ecc. allo scopo di riportare tutto alla «situazione di partenza, all’ordine». CON CONDOTTE DI ELIMINAZIONE Compensate dal digiuno o dall’esercizio fisico smodato. SENZA CONDOTTE DI ELIMINAZIONE Il peso corporeo non subisce brusche variazioni, ma viene comunque controllato. Le caratteristiche di personalità sono simili all’anoressica; l’esordio è simile ma il decorso differente. La bulimia è più frequente nelle grandi aree urbane e si sviluppa con un picco tra i 18-19 anni Vengono assunte grandi quantità di cibo (al di fuori del normale), compresi quelli proibiti (dal soggetto). Durante l’abbuffata si avverte la perdita di controllo e alterazione della coscienza. Si vivono, sensi di vergogna e di colpa. L’innesco può essere dovuto ad uno stato emotivo (es. rabbia, noia, ansia) o l’ingestione di un cibo proibito. Può essere programmata; spesso si consuma la notte e può durare anche ore con cicli vomitaremangiare. Il DAI , traduzione del termine Binge Eating Disorder, è caratterizzata da ricorrenti episodi di alimentazione impulsiva in assenza dell’uso regolare di comportamenti compensatori. Il problema principale di questo disturbo è caratterizzato da ricorrenti ingestioni di grandi quantità di cibo scelto con cura ed assenza di condotte compensatorie successive. La ripetizione di tale comportamento determina lo sviluppo di una graduale dipendenza ed un conseguente significativo aumento ponderale. Episodi ricorrenti di abbuffate compulsive Gli episodi di abbuffate compulsive sono associati ad almeno tre dei seguenti caratteri: - mangiare molto più rapidamente del normale - mangiare fino ad avere una sensazione dolorosa di troppo pieno - mangiare grandi quantità di cibo pur non sentendo fame - mangiare in solitudine a causa dell’imbarazzo per le quantità di cibo ingerite - provare disgusto per sé, depressione o intensa colpa dopo aver mangiato troppo Le abbuffate compulsive suscitano disagio e sofferenza Le abbuffate compulsive avvengono, in media, almeno due giorni la settimana per almeno 6 mesi La semplice obesità non compare nella classificazione dei DCA, poiché non ne è stata accertata l’associazione costante con alcuna sindrome psicologica o comportamentale. Tuttavia il problema del comportamento alimentare investe anche questa patologia che è caratterizzata da inadeguata assunzione di cibo. Il 30% dei pazienti obesi ha un disturbo da alimentazione incontrollata. L'Italia è ai primi posti in Europa per il numero di bambini in sovrappeso e i dati sono destinati a peggiorare in quanto in Europa il sovrappeso in età scolare cresce al ritmo di circa 400.000 casi l'anno. Dal 30 al 60 % dei bambini obesi mantengono l'eccesso ponderale in età adulta e presentano, più frequentemente del previsto, alterazioni metaboliche e complicanze rispetto all'obesità che si manifesta in età adulta. Oltre 1/3 di bambini tra i 6 e i 9 anni risulta in sovrappeso o obeso (34,1%), Nella fascia tra i 10 e i 13 anni il sovrappeso riguarda il 25,4% dei ragazzi, Nell’adolescenza (13-17 anni) i valori precipitano al 13,9%. Non sono noti agenti eziologici specifici per i DCA. È invece ormai universalmente riconosciuta la multifattorialità che caratterizza questi disturbi. Nello sviluppo dei DCA possono essere implicati numerosi fattori predisponenti: Fattori individuali (psicologici e biologici); Fattori familiari; Fattori socio-culturali. Vari eventi di vita stressanti possono concorrere a far precipitare la malattia, eccone alcuni: SEPARAZIONI E PERDITE ALTERAZIONI DELL’OMEOSTASI FAMILIARE MINACCE ALLA STIMA DI SE’ MALATTIE FISICHE L’INIZIO DI UNA DIETA LA PUBERTA’ Elemento fondamentale è la percezione di una minaccia di perdita di controllo e/o autostima. La reazione è una concentrazione sul corpo, sul peso, sulla dieta come campo privilegiato nel quale recuperare un sentimento di dominio e di valore. Sono sostanzialmente di due tipi: 1. GUADAGNI SECONDARI (attenzione dei familiari, evitamento di situazioni angosciose, ecc.); 2. EFFETTI BIOLOGICI E PSICOLOGICI DEL DIGIUNO (atteggiamenti e comportamenti alterati nei confronti del cibo, modificazioni emotive e sociali, modificazioni cognitive, modificazioni fisiche). Fattore irrinunciabile nel trattamento dei DCA è l’integrazione di più figure professionali tra cui il medico, lo psichiatra, lo psicologo e il dietista. Il trattamento può avere caratteristiche diverse a seconda della gravità della patologia: 1. RIABILITAZIONE PSICO-NUTRIZIONALE IN REGIME DI RICOVERO 2. TRATTAMENTO INTEGRATO AMBULATORIALE 3. PSICOTERAPIA INDIVIDUALE 4. TERAPIA DI GRUPPO 5. TERAPIA FARMACOLOGICA