1 RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA DEGLI EDIFICI

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RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA DEGLI
EDIFICI – UN’OCCASIONE DA NON PERDERE
Prof. Ing. Giuliano Cammarata
Il problema della riqualificazione energetica
La percentuale dei nuovi edifici è variabile fra 0,04-0,06% del parco costruito. Ciò significa che la
progettazione ex novo incide solo marginalmente sul parco costruito.
La grande maggioranza degli edifici è già costruita e di questa oltre l’80-90% non ha mai avuto
interventi di riqualificazione energetica e sono stati costruiti prima delle leggi sul
contenimento energetico.
Risulta quindi molto importante potere intervenire sull’edificato esistente con interventi mirati di
riqualificazione energetica.
In parte questa necessità si attua obbligatoriamente allorquando un edificio subisce una ristrutturazione
son superficie utile > 1000 m² o una variazione di volume superiore al 20%, come indicato dal D.Lgs.
192/05.
Tuttavia gli interventi di riqualificazione energetica si rendono opportuni nel caso in cui si desideri
ridurre anche, e soprattutto, i consumi energetici degli attuali edifici.
Si ricorderà, infatti, che un edificio costruito prima delle leggi sul contenimento energetico ha
un’efficienza energetica EPi compresa fra 150 e 250 kWh/(m².anno) e cioè di un ordine di grandezza
superiore a quella di un edificio conforma all’attuale normativa (D.Lgs. 192/05 e D.Lgs. 28/2011).
Il problema della riqualificazione energetica
Ridurre l’efficienza energetica EPi a valori variabili fra 50 e 100 kWh/(m².anno) può rappresentare un
risparmio notevole di energia e, conseguentemente, dei costi di riscaldamento.
EPi.consuntivo 
Consumi _ energia _ primaria
Sutile  anno
Appare subito evidente, infatti, la differenza dei costi di esercizio esistente fra un edificio non progettato e
costruito secondo l’attuale normativa ed uno progettato e costruito secondo l’attuale normativa.
Supponendo un costo del gasolio di 1.7 €/L e con riferimento ad un appartamento di 100 m² di superficie
utile si ha la situazione della seguente tabella.
EPi
€/(m².anno)
€/anno
250
42.5
4250
130
22.1
2210
20
3.4
340
Non occorre una laurea in economia per comprendere quanto sia grande la differenza di costo di
gestione fra un edificio non coibentato ed uno ben coibentato. Se poi si considera che il prezzo del gasolio
tende ad incrementare nel tempo si può concludere che un costo di gestione elevato potrà incidere
negativamente sulle condizioni di comfort ambientale poiché l’utenza tenderà a ridurre i tempi di
accensione degli impianti di riscaldamento per ridurre i costi.
Si vuole in questa sede presentare una casistica di possibili interventi di riqualificazione energetica per
edifici esistenti.
Incidenza dei disperdimenti energetici
L’incidenza dei disperdimenti attraverso l’involucro appare subito importante per intraprendere
qualunque azione di riqualificazione energetica.
In Tabella si ha un riepilogo dei disperdimenti per un ristorante in zona B conforme al D.Lgs. 192/05.
L’elementi 139 è una parete esterna, l’elemento 212 rappresenta i serramenti, il 602 rappresenta i
soffitti e il 713 i ponti termici.
Come si può osservare il 43,7% dei disperdimenti si ha nelle pareti (in questo caso) e il 32,2% nei
serramenti vetrati.
Incidenza dei disperdimenti energetici
Vediamo un altro caso relativo ad un albergo a cinque piani in zona climatica B, costruito negli anni
’70 senza alcun riferimento al risparmio energetico. L’albergo è a muratura portante con 80 cm di
spessore con mattoni pieni e finestre con vetro camera semplice.
Ancora una volta gli elementi disperdenti di maggior peso sono le finestre (elemento 216) con 48,2%
contro il 24,7% delle pareti.
E’ allora facile ipotizzare due possibili ipotesi di intervento:
• Aggiungere ulteriore isolante alle pareti;
• Usare infissi con minore trasmittanza.
Traendo spunto da queste osservazioni si discuteranno le strategie di intervento per la riqualificazione
energetica.
Energia primaria fornita all’Edificio
R
E
L’edificio è un sistema complesso che comprende, oltre le murature, tutti gli impianti. Nel caso di
G
impianti di riscaldamento si hanno quattro sezioni:
O
PRODUZIONE ENERGIA L DISTRIBUZIONE ENERGIA
CESSIONE ENERGIA
AREGOLAZIONE IMPIANTO
Z
I
O
N
Calcolo dell’energia primaria
L’energia primaria che dobbiamo fornire all’edificio è data dall’energia da fornire agli impianti
incrementata delle perdite di rendimento per:
• Produzione del calore (in caldaia);
• Distribuzione del calore mediante le reti di distribuzione;
• Cessione dell’energia agli ambienti mediante i terminali;
• Regolazione dell’impianto.
Si definisce rendimento globale il prodotto dei quattro rendimenti:
h g  h p hd hc h r
Pertanto l’energia primaria è data dal rapporto:
EP 
QST
hg
Ove QST è l’energia stagionale netta da fornire agli impianti ed hg il rendimento globale di impianto.
In definitiva l’energia primaria tiene conto sia degli scambi termici attraverso il mantello che
dell’efficienza complessiva dell’impianto.
Strategie di Intervento
Per edifici esistenti e già dotati di impianti di riscaldamento è possibile conoscere i costi di gestione
reali mediante l’esame delle bollette energetiche (luce, gas, gasolio, ...) esistenti.
Rapportando questi consumi alla superficie utile riscaldata (edifici residenziali) si ha un primo calcolo,
anche se grossolano, dell’Indice di Prestazione energetica EPi:
EPi.consuntivo
Consumi _ energia _ primaria

Sutile  anno
Per edifici non residenziali ci si riferisce al volume.
Da questo calcolo, tenendo conto di quanto prima detto sul calcolo dell’energia primaria, si ha una
prima idea dell’intervento che si intende effettuare.
In genere le operazioni possibili sono così classificabili:
- Interventi sull’isolamento dell’involucro;
- Interventi di sostituzione degli infissi con altri di minore trasmittanza;
- Interventi sull’impianto con la sostituzione del generatore;
- Interventi di efficientamento energetico dei componenti;
- Utilizzo di fonti energetiche rinnovabili (FER).
Vediamo singolarmente questi possibili interventi.
Interventi sull’involucro
In un edificio da riqualificare le strutture murarie sono già esistenti e gli interventi possibili sono spesso
limitati e vincolati. Se l’edificio è storico raramente è possibile intervenire sulle murature. Per altro
questo possono essere portanti e di spessore notevole (50-90 cm) con trasmittanza compreso fra 0.5 –
0.8 W/(m².K). Mediante termografia si possono individuare le zone più disperdenti sulle quali è
opportuno agire maggiormente.
Interventi sulle pareti
Se l’edificio non ha pregi storici e le pareti sono a camera d’aria allora si può pensare di aggiungere
isolante internamente all’intercapedine, ad esempio schiumando urea mediante opportuni fori
posti in alto rispetto la parete stessa.
Interventi sulle pareti
Se l'edificio non ha isolamento termico si può pensare di inserire un cappotto termico su tutte le
pareti esterne mediante l'applicazione di pannelli isolanti opportunamente protetti.
Nel caso che questa non sia possibile, così come suggerito per le coperture, si può pensare di applicare
un intonaco per esterno di tipo isolante.
Inserimento di pareti ventilate
L’isolamento esterno può essere protetto utilizzando una parete ventilata che offre il vantaggio di un
ottimo controllo dell’umidità e riduce il surriscaldamento solare per effetto della ventilazione.
Inserimento di pareti ventilate
Esempi di installazione di pareti ventilate
Interventi sulle pareti esterne
In figura si ha un esempio di intervento sulle pareti all’esterno mediante inserimento di isolante a
cappotto.
Inserimento di schermi esterni – Brise soleil meccanizzate
Isolamento sulla faccia interna delle pareti
L’isolante sulle facce interne delle pareti è una soluzione spesso dettata dalla necessità di non potere
operare sulla faccia esterna. Questa soluzione è la meno efficiente dal punto di vista termofisico ma
consente comunque una riduzione della trasmittanza delle pareti esterne.
Inserimento di schermi esterni
Inserimento di schermi esterni – Brise soleil meccanizzate
Schermi antisolari
Interventi sulle coperture
Le coperture sono spesso interessate da possibili interventi con l’inserimento di isolante sotto le
tegole o con coperture ventilate.
Interventi sulle coperture
Interventi sul pavimento
Anche sui pavimenti è possibile inserire isolante termico
Interventi sugli Infissi
Nei vecchi edifici gli infissi (solitamente a
lastra unica) incidono in maniera sensibile sui
disperdimenti totali.
La loro sostituzione con doppi o tripli vetri
camera, a seconda anche della zona
climatica, possibilmente di tipo basso
emissivo (=0.05-0.2) può ridurre la
trasmittanza da 5-7 W/(m²K) a 0.8-2
W/(m²K) con un notevole effetto sui
disperdimenti termici globali.
Questa azione è spesso la più semplice e la
più conveniente e comporta una riduzione
sensibile dell’indice di prestazione energetica.
Inoltre gli infissi a vetro – camera, come pure
l’isolamento delle pareti, apportano anche il
beneficio del miglioramento del potere
fono isolante delle facciate e quindi un
netto miglioramento del comfort acustico.
Ad esempio le finestre indicate per l’albergo
in
precedenza
hanno
le
seguenti
caratteristiche.
Interventi sugli Infissi
Si può sostituire il vetro camera 4-6-4 con
una tripla vetrata con emissività =0.05 e
gas Kripton allora si ha Uv=0.5 W/(m²K) e
l’infisso presenta i dati della tabella, cioè si
ha Ug=0.897 W/(m²K).
Questa soluzione fa passare Ug da 3.04 a
0,897 W/(m²K) con evidenti risparmi nei
disperdimenti.
In genere la sostituzione dei vetri richiede
anche il cambio degli infissi.
Quest’operazione, indipendentemente dai
costi economici, è più facilmente
perseguibile perché meno invasiva di
qualunque azione sulle pareti dell’edificio.
La scelta di vetri tripli con gas Kripton o
Argon del tipo basso emissivi garantisce sia
una bassa trasmittanza termica (< 2
W/(m²K)) che un buon fattore solare.
Sostituzione di infissi e vetrate
Interventi sui cassonetti
Nel caso si debba isolare un cassonetto già in opera, è necessario verificare le dimensioni reali di
ingombro del rullo avvolgibile ed i conseguenti spazi rimasti liberi per determinare il massimo spessore
consentito per le dimensioni del pannello isolante.
Sostituzione del Generatore
I generatori, qualora esistenti, degli edifici da riqualificare sono di solito di vecchio tipo e quindi con
efficienze non elevate e con elevati consumi.
Il cambio del generatore è probabilmente la prima azione congruente possibile. Se il generatore era a
fiamma è possibile utilizzare nuovi generatori ad alta efficienza (ad esempio a condensazione) e
sostituire l’alimentazione a gasolio con quella a gas.
La sostituzione del generatore deve tenere conto della temperatura di alimentazione dei corpi
scaldanti e della differenza di temperatura di progetto. Si ricorda, infatti, che cambiare T di progetto
e la temperatura di alimentazione (ad esempio da 80 °C a 70 °C) comporta la perdita di potenzialità dei
corpi scaldanti. Se questo cambiamento è necessario, come indicato dallo stesso D.Lgs. 192/05, allora
occorre effettuare una verifica globale sia delle potenzialità dei corpi scaldanti che del bilanciamento
delle reti di alimentazione. Nel casi sia possibile e/o necessario utilizzare una pompa di calore è in
genere necessario rivedere tutto l’impianto.
Sostituzione del Generatore – Pompa di Calore
Con la pompa di calore si hanno benefici nella riduzione di energia primaria e nella verifica del D.Lgs.
28/2011 ma occorre prevedere una alimentazione a 40-45 °C con T=5 °C, solitamente molto diversa
da quella originale.
ERES
1 

 Qusable  1 

 SPF 
In questo caso occorre sostituire i corpi scaldanti con termoventilconvettori, da utilizzare anche per il
raffrescamento estivo nel caso si utilizzi una pompa di calore reversibile, e riprogettare la rete di
distribuzione.
Le pompe di calore possono essere utilizzate anche per la produzione di acqua calda sanitaria.
L’utilizzo delle pompe di calore aiuta molto nella riqualificazione energetica degli edifici
Efficientamento dei componenti
E’ possibile intervenire su tutti i componenti di impianto utilizzando quelli più efficienti, ad esempio
circolatori, corpi scaldanti, scambiatori di calore, …
Si ricordi che nel calcolo dell’indice di prestazione energetica EPi occorre tenere conto del
rendimento globale di impianto (hg) che è il prodotto dei quattro rendimenti: di produzione hp, di
distribuzione hd, di cessione hc e di regolazione hr.
Quest’ultimo rendimento (hr) può essere molto migliorato introducendo una regolazione conforme
all’attuale normativa. Ad esempio si può utilizzare una regolazione centralizzata con sonda master e
sub master unitamente ad una regolazione di ambiente, ora obbligatorio, nei singoli corpi scaldanti
(valvola termostatica o valvola a tre vie a seconda dei casi).
Utilizzo di Fonti Energetiche Rinnovabili (FER)
Le fonti energetiche rinnovabili (FER)
sono una grande risorsa energetica che può
contribuire grandemente alla verifica dell’EPi
dell’edificio da riqualificare.
Con riferimento alle UNI TS 11300/4 e al
D.Lgs. 28/2011 si possono utilizzare una o
più tipologie di FER al fine sia di ridurre
l’EPi che di avere una Quota Rinnovabile
(QR) conforma al D.Lgs. 28/2011. Tuttavia
l’utilizzo delle FER è spesso vincolato alla
disponibilità di superfici di raccolta per i
collettori solari (termici e/o fotovoltaici). In
edifici esistenti in centri storici spesso si può
fare ben poco.
Quantomeno i collettori termici per la
produzione di acqua calda sanitaria, che
richiedono una superficie di raccolta
modesta, dovrebbero potersi installare.
Oggi è possibile utilizzare anche impianti
mini eolici e i micro cogeneratori.
Utilizzo di Fonti Energetiche Rinnovabili (FER)
I pannelli fotovoltaici possono essere inseriti nella copertura esistente in modo del tutto integrato.
Utilizzo di Fonti Energetiche Rinnovabili (FER)
I collettori solari termici possono essere facilmente inseriti in copertura.
Utilizzo di Fonti Energetiche Rinnovabili (FER)
Si possono utilizzare
impianti fotovoltaici,
se si ha la superficie
necessaria
disponibile
nell’edificio o nelle aree
di pertinenza.
Utilizzo di Fonti Energetiche Rinnovabili (FER)
Si possono utilizzare impianti fotovoltaici utilizzando le falde esistenti.
Utilizzo di Fonti Energetiche Rinnovabili (FER)
E’ possibile inserire piccoli impianti eolici (mini-eolico),
Utilizzo dei sistemi di recupero del calore
Ove possibile, soprattutto in climi rigidi, si può installare un sistema di ventilazione meccanica con
recupero di calore.
Riqualificazione energetica – Caso Esempio
Una scuola costruita negli anni ‘cinquanta è stata oggetto di uno studio di riqualificazione energetica. Si
presenta un riepilogo dei costi delle ipotesi di intervento prese in esame.
La centrale esistente
La centrale termica era composta da una caldaia per l’impianto di riscaldamento a metano da 640 kW
con vaso di espansione del tipo aperto. La regolazione elettronica presente era di tipo P-PI con sonda
master esterna e valvola atre vie in centrale termica.
Caldaia per l’acqua calda sanitaria
Per la produzione di acqua calda sanitaria era prevista una caldaia a metano da 120 kW.
Incidenza dei disperdimenti
L’edificio esistente, senza alcun intervento di ripristino, risulta in classe G
(EPi=23.3 kWh/(m³.anno) per edilizia scolastica. L’incidenza dei
disperdimenti termici delle strutture esistenti è riportato nella figura
seguente.
Intervento sulle pareti
Si è presa in considerazione l’inserimento di isolante esterno del tipo intonaco isolante
costituito da leganti idraulici a cui sono aggiunti materiali isolanti (polistirolo, polistirene,
perlite o vermiculite in granuli espansi).
E’ stata presa anche in considerazione l’inserimento di una parete ventilata con
isolamento a cappotto. L’inserimento di isolante nella faccia interna della parete può essere
effettuato con pannelli di lana di roccia e controparete in cartongesso.
Alla fine si è optato per l’inserimento di urea nelle intercapedini delle pareti in quanto
questi lavori sono meno invasivi per la scuola.
In copertura si prevede l’inserimento di strati di materiale isolante posto, ove possibile,
sull’estradosso.
Intervento sulle finestre
Si prevede di sostituire gli attuali infissi a vetro singolo con infissi con vetro camera basso
potere emissivo.
Inoltre si prevede l’installazione di guarnizioni in gomma negli infissi per incrementare la
tenuta.
Anche il cassonetto delle finestre è soggetto ad isolamento termico per evitare dannosi
ponti termici.
Intervento sull’impianto
Per effetto della riduzione del carico termico conseguente alle opere di riqualificazione sopra
indicate si è optato per la sostituzione dei generatori termici a metano con una pompa di
calore idronica da 150 kW con serbatoio da 500 L, con potenza elettrica assorbita di 45
kW trifase.
Si prevede anche la sostituzione dei corpi scaldanti esistenti (radiatori in acciaio) con
termoconvettori dotati di regolazione di ambiente con sonda termica e valvola a tre vie.
Per la produzione di ACS (calcolata in 2250 L/giorno) si è predisposto un impianto solare
termico integrato da una caldaia a gas da 15 kW.
Infine, anche per l’osservanza del D.Lgs. 28/2011, si è inserito nella copertura della scuola
un impianto fotovoltaico da 85 kW.
Risultati ottenuti
Per effetto degli interventi sopra indicati si ha un EPi= 2.4 kWh/(m³.anno) e l’edificio,
anche per effetto dell’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili e della pompa di calore, si
porta in classe A.
Valutazioni economiche
In figura seguente si ha un grafico circolare con l’incidenza economica per ciascuno degli interventi
ipotizzati. Il costo totale di tutti gli interventi è pari a € 991.843,00. L’analisi dei flussi di cassa,
compresa la vendita dell’energia elettrica prodotta con l’impianto fotovoltaico, porta ad NPV= 125.000
€. L’analisi dei tempi di ritorno è riportato in figura seguente dalla quale si evince che un intervento
globale, somma di tutti gli interventi proposti (che portano l’edificio in Classe A e conforme a tutte le
norme vigenti), ha un tempo di ritorno di 8,57 anni.
Procedure per l’analisi Costi - Benefici
Le procedure da seguire per eseguire un'analisi costi benefici sono così riassumibili:
- Definire il problema; aspetti, rimedi, metodologie;
- Definire gli obiettivi;
- Individuare gli strumenti per perseguire gli obiettivi;
- Individuare un insieme limitato di alternative tra cui lo status quo;
- Valutare le conseguenze di ogni alternativa per ogni periodo, sia in termini fisici
(input e output) che con riferimento ai costi e ai benefici corrispondenti;
- Attualizzare i costi e i benefici specificando il tasso di sconto usato e sommare
costi e benefici;
- Considerare gli aspetti distributivi;
- Analizzare il ruolo dell’incertezza;
- Interpretare i risultati.
Benefici figurativi
Un’analisi economica si basa sulla valutazione dei costi e benefici degli interventi ipotizzati. Tuttavia
non tutti i benefici sono quantificabili e monetizzabili. Alcuni di essi sono figurativi e, probabilmente,
costituiscono anche la parte più importante dei risultati ottenibili. Ad esempio sono figurativi:
- L’aumento del comfort interno per effetto dell’isolamento alle pareti. L’incremento della
temperatura superficiale interna aumenta la temperatura media radiante avvicinandola a
quella di progetto (ta=tmr);
-
L’isolamento termico delle pareti è spesso anche isolamento acustico e quindi si ottiene
un maggior potere fonoisolante delle pareti esterne, ciò che migliora i requisiti acustici
passivi degli edifici;
-
L’utilizzo di infisso a vetro camera riduce le trasmissione di calore fortemente,
specialmente se confrontate con i vecchi vetri semplici, ma aumentano anche il potere
fonoisolante delle superfici finestrate e quindi migliorano il comfort acustico;
-
L’uso di schermi esterni (fissi o mobili) riduce il soleggiamento sulle superfici interne
degli ambienti riducendo l’azione di danneggiamento (invecchiamento e scolorimento)
dei mobili, dei quadri e quant’altro colpito dalle radiazioni solari. Inoltre il fattore di luce
diurna viene riportato a valori inferiori con vantaggio (minore rischi di abbagliamento
diurno) del comfort visivo;
Benefici figurativi
- L’utilizzo di generatori termici ad alta efficienza, unitamente agli interventi
sull’involucro, riducono i consumi di energia primaria a tutto vantaggio, non solo
economico diretto sui costi di esercizio (per altro quantificabili) ma anche sulle
emissioni di CO2 e sugli effetti economici (indiretti) di riduzione delle importazioni
di prodotti petroliferi. Gli effetti di inquinamento atmosferico si riducono
notevolmente. Si tratta di vantaggi importanti per la collettività che, tuttavia, non
risultano oggi quantificabili.
- L’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, comprese le stesse pompe di calore,
riduce l’energia primaria fornita all’edificio con indubbi vantaggi, oltre che
economici, anche sull’inquinamento e sull’economia nazionale.
Da quanto esposto consegue che il tempo di ritorno o il NPV di un’analisi economica non
sono i soli riferimenti decisionali per gli interventi di riqualificazione energetica.
GRAZIE
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