Restauro di Palazzo Rosselmini come uffici Il palazzo, situato in via

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Restauro di Palazzo Rosselmini come uffici
Pisa 1985
Gabriella Ioli Carmassi
Il palazzo, situato in via Santa Maria, la strada che congiunge l'Arno con piazza dei
Miracoli, è il risultato di molti ampliamenti intorno a un nucleo centrale medievale, di cui
rimangono poche tracce nascoste dagli intonaci, anche se chiaramente denunciate dalla
irregolarità dell'impianto planimetrico e dal forte spessore di alcune murature.
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Un intervento degli inizi del XIX secolo, attribuito all'architetto pisano Alessandro Della
Gherardesca, ha conferito un aspetto unitario all'edificio, con una lunga facciata neoclassica
e un grande scalone a due rampe parallele dalle pareti e dalla volta affrescate.
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L'imbiancatura di gran parte delle superfici intonacate e il frazionamento dell'edificio in
appartamenti, causato da un impoverimento dei modi d'uso e da una lunga fase di
abbandono del piano nobile, utilizzato per cinquant'anni come magazzino per la vendita di
mobili usati, avevano ridotto l'edificio in precarie condizioni, anche se la struttura, gli infissi
di buona fattura, i pavimenti alla veneziana e in cotto, risultavano ben conservati. Abbiamo
persino provato l'emozione di aprire e fotografare, per la prima volta dopo circa ottanta anni,
una stanza riccamente decorata che conservava ancora il tappeto sopra il pavimento di
mattoni, le tende, l'impianto elettrico a fili di seta e interruttori di vetro, una grande quantità
di mobili, suppellettili e oggetti di uso quotidiano accatastati come in una tomba egizia.
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La notevole dimensione dell'edificio, risparmiato da recenti trasformazioni, consente di
apprezzare con maggiore precisione la logica compositiva degli spazi interni di una
residenza nobiliare sette-ottocentesca caratterizzata da una complessa concatenazione di
stanze voltate e dipinte, collegate da infilate di porte. Appare evidente la capacità degli
antichi architetti di ottenere un effetto di ordine da spazi dalla forma irregolare, per di più
decorati per fasi successive con stili molto diversi tra loro.
Il progetto è stato condizionato in maniera determinante dal particolare rapporto contrattuale
che legava la nostra committenza alla proprietà. La società informatica Tecsiel infatti ha
ricevuto in affitto l'intero edificio, a partire da un primo lotto costituito dal piano nobile,
impegnandosi a realizzare i lavori di restauro e l'impiantistica necessari per l'utilizzazione
degli spazi come uffici. La temporaneità dell'uso e la complessità della rete impiantistica
necessaria per questo tipo di destinazione ha obbligato ad adottare un pavimento
galleggiante capace di nascondere l'inestricabile groviglio di canalizzazioni che non era
possibile incassare nei pavimenti e nelle murature. Questa soluzione ha reso necessario
studiare un giunto di raccordo tra pavimenti e murature, che sembrano non essere toccate
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dal piano mobile, e apparecchi specifici in corrispondenza di finestre e gradini in modo che
l'artificio risulti poco apprezzabile. Le porte in legno, rimosse e depositate in una delle
stanze dell'edificio, sono state sostitute da leggerissimi infissi in ferro, ottone, legno e vetro,
trasparente o latte, in modo da raccordarsi con gentilezza al contesto.
I servizi igienici sono stati ricavati da ritagli e sgabuzzini, perfezionando gli spazi originali
con rivestimenti di tessere vetrose, stucco a finta pietra, infissi e finiture in ottone, vetro
latte e specchio. Una scala di collegamento tra piano terra e primo piano, priva di una
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rampa, è stata completata con un cavalletto formato da due ringhiere sbieche di quadrelli e
tondini di acciaio, che sostiene gli scalini in lamiera rivestiti di moquette beige.
Come negli altri edifici ristrutturati l'intervento più considerevole è stato rappresentato dal
consolidamento degli intonaci e degli stucchi, dalla scopertura e dal restauro delle
decorazioni, la cui ricchezza conferisce a questo intervento una particolare qualità.
I lavori di restauro hanno consentito di riportare alla luce gli affreschi neo-egizi, conservati
quasi integralmente sotto la carta da parati applicata ai primi del Novecento. Le parti
mancanti sono state integrate con stucco neutro in tono con i colori delle pareti, mentre è
stata conservata la decorazione più recente della volta, che ricopre altri affreschi.
Informazioni
Progetto: Gabriella Ioli Carmassi
Collaboratori:
Collaborazione grafica: Eliseo Frediani
Strutture: Brunetto Cartei
Impianti:
cronologia: 1985
Imprese: Filippi, Caponi, Fratta
Committenti: TECSIEL
Foto: Mario Ciampi
CARMASSI STUDIO DI ARCHITETTURA
Indirizzo: Borgo Santi Apostoli, 19 – 50123 Firenze – Tel./Fax: 055 295034 / 055 283591 – E-mail: [email protected]
Web: www.carmassiarchitecture.com
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