Diapositiva 1

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A cura della prof.ssa
Anna La Rocca
Psicologia
IL DEVIANTE
Colui che per motivi psicologici
di disadattamento presenta
caratteristiche antisociali
Sociologia
Colui che non si conforma
alle regole e alle
consuetudini sociali
Anno accademico 2008/09
Un comportamento deviante non si può circoscrivere ad un atto trasgressivo
ma va considerato all’interno di un processo complesso, scaturito da più
fattori concatenati.
I tanti studi e le numerose ricerche sulla delinquenza minorile hanno
dato vita ad una notevole gamma di teorie fondate su vari criteri :
Aspetti fisici bioantropologici genetici
Aspetti psicopatologici e psichiatrici
Caratteristiche differenziali di ordine psicologico
Condizioni sociali
Condizioni familiari
Caratteristiche delle sottoculture di appartenenza
Configurazioni multifattoriali
A cura della prof.ssa
Anna La Rocca
I tanti fattori : fisici,psicologici, familiari, sociali,culturali,
condizionano il soggetto tutta la vita, in particolare
durante l’adolescenza.
L’adolescenza è di per sé una condizione di
rischio, caratterizzata da comportamenti
oppositivi, conflittuali e antisociali.
L’ adolescenza è un periodo di grandi trasformazioni,
di nuovi bisogni, nuove forme espressive, comunicative e
relazionali.
E’ una fase di crescita caratterizzata da grandi emozioni e forti
passioni.
E’ uno stato altalenante di sensazioni contrastanti fatte di
onnipotenza e di impotenza.
Anno accademico 2008/09
I disturbi più frequenti rilevati in giovanissimi con difficoltà
psicologiche sono:
Disturbo da deficit di Attenzione/Iperattività
esordisce prima dei 7 anni (irrequietezza,volubilità,difficoltà ad
interagire con l’altro nella relazione, nella comunicazione, nel gioco)
Disturbo della Condotta
(ripetute e persistenti aggressioni,menzogne , disobbedienze,
furti,vandalismo, drop-out scolastico,fughe da casa, abuso di alcol,
droghe, precocità sessuale)
Disturbo Oppositivi/Provocatorio
(ostilità, litigiosità,conflittualità,rilevante tra gli otto anni e i primi anni
dell’adolescenza)
Disturbo del Controllo degli Impulsi
(Incontrollabilità degli agiti , ricerca di piacere,accompagnato da sensi
di colpa a posteriore)
Disturbo Esplosivo Intermittente
(circoscritto a crisi di aggressività con perdita di controllo e causa di
atti come la Cleptomania-la Piromania)
Disturbo della Personalità si manifesta in due delle seguenti aree:
affettive, cognitive, funzionamento interpersonale ,controllo degli impulsi
In tal caso si genera un comportamento antisociale, spesso definito
sindrome di BORDERLINEIl tipo B. ha uno scarso controllo sulla realtà , può essere aggressivo ma
anche autolesivo o attratto da suicidio, a differenza dell’antisociale che
vuole affermare se stesso in modo autonomo, il B. ha un maggiore bisogno
di dipendenza.
La valutazione di un comportamento anomalo e di una sindrome
psicotica si può effettuare solo dopo aver ANALIZZATO il
soggetto tenendo conto di più variabili: cliniche, neurologiche,
somatiche sociali e ambientali.
Nella criminologia minorile l’ambiente familiare occupa un
posto di notevole considerazione e interesse,data la grande influenza
che come primo nucleo sociale questa esercita nello sviluppo del
soggetto e nella formazione della sua personalità.
Le ricerche condotte in tal senso hanno evidenziato l’importanza di
alcuni fattori nella crescita di un ragazzo quali:
Le cure materne nella prima infanzia.
La presenza della figura paterna
Gli stili educativi (eccessiva severità o permissività)
Le diverse forme di disgregazione familiare (famiglie monoparentalinuclei compositi.
Famiglia multiproblematica (membri con chiari disturbi psicosociali
-componenti inseriti in contesti delinquenziali).
In relazione alle cure materne molti studiosi hanno evidenziato
l’importanza della presenza stabile della figura materna, del suo affetto
costante, della disponibilità a soddisfare i bisogni primari del bambino .
Secondo Winnicott occorre una mamma sufficientemente buona
Erikson trova indispensabile la relazione materna per la costituzione
della fiducia di base
Bowlby ha sottolineato l’importanza di una mamma presente che
facilita il processo di attaccamento nel bambino nei primi anni di vita.
In tal modo si formano i modelli operativi interni che rappresentano
degli schemi per poter agire nelle diverse situazioni. Avere un buon
modello interno significa non perdersi d’animo quando si è in difficoltà,
tollerare le frustrazioni, reagire in maniera efficace e non nevrotica.
Al contrario se il modello non si forma si possono avere
comportamenti distruttivi, con forme di aggressività e insensibilità
affettiva.
La figura paterna ha una notevole incidenza per quanto riguarda
la formazione della coscienza etico-sociale.
Difatti un Super-Io debole mette in crisi il giovane che non riesce a
rispettare fermamente le norme sociali e facilmente può incorrere in
comportamenti devianti.
Cohen ha analizzato questo aspetto nel suo libro ”Ragazzi
delinquenti”, dove la maggior parte dei minori devianti era cresciuto
senza padre.
I coniugi Glueck in una ricerca sui ragazzi delinquenti e non , hanno
osservato che nel 1° caso mancava un legame affettivo valido in termini
di relazione e di comunicazione cosa che invece era presente nel 2°
caso.
Baldini e Gatti hanno rilevato che le privazioni emozionali precoci, la
mancanza di affetto la percezione e la consapevolezza da parte del
bambino di essere poco amato e considerato poteva scatenare forma di
aggressività di disadattamento, disagi e devianze,atteggiamenti confusi
disorientati e incongruenti.
Gli stili educativi possono essere :
Permissivo (disciplina debole)
Autoritario (disciplina punitiva)
Autorevole (fondato su: relazione, comunicazione, sostegno,
regole e valori)
Secondo i vari studiosi l’elemento più disarmante in un processo
di educazione è la mancata coerenza.
Per inviare un messaggio continuo e coerente bisogna avere
una forma costante di relazione e rapporto.
Le famiglie multiproblematiche sono quelle con situazioni
deprivate e disgregate.
Monoparentale - abbandono di un genitore
Nucleo composito - presenza di più familiari provenienti da
altre famiglie.
Famiglie con basso livello di scolarità e difficoltà lavorative.
Presenza di situazioni delinquenziali dei membri o di
qualche componente che può divenire modello negativo di
identificazione.
Albert Banbura nei suoi studi ha evidenziato l’importanza
dell’apprendimento di comportamenti violenti a seguito
dell’identificazione con i modelli che ognuno trova nel proprio
ambiente di vita .
Gli apprendimenti scriveva nel volume:Social Learning and
Personality Development possono avvenire per osservazione
di un soggetto, che agisce senza che l’osservatore debba
necessariamente agire lui stesso.
La violenza da parte di un eroe televisivo o dei videogame può
influenzare un soggetto se troppo esposto.
L’influenza dell’ambiente nell’apprendimento del giovane.
Il contesto in cui si sviluppano forme di violenza che possono sfociare in
situazioni di devianza è spesso fondamentale per modellare le azioni e le
convinzioni dei soggetti.
Stanley e Milgram nel 1965 dimostrarono come individui assolutamente
normali possono fare del male perché influenzati dal conteso.
Il loro esperimento condotto da professori universitari e studenti
volontari, evidenziò il forte condizionamento della situazione contestuale.
In questo esperimento bisognava somministrare delle scariche
elettriche ad alcuni ricercatori, che recitavano la parte degli allievi. Le
scariche elettriche erano simulate, così come le reazioni, ma i volontari
arrivarono a liberare scariche di 300-450 volt.
L’ambiente fisico e la convivenza
con soggetti delinquenti.
Le caratteristiche fisiche di un ambiente può influire
sull’aggressività.
Più un luogo è ostile impersonale sconosciuto più ci si sente
minacciati, ci si muove con timore e si cerca di avere un maggiore
controllo sull’ambiente.
La condivisione di spazi quotidiani con persone aggressive o con
delinquenti può rendere più aggressivi, perché veicola
apprendimenti violenti.
L’ambiente fisico e sociale condiziona la persona dall’esterno, andando a
costituire i fattori esogeni, che influenzano il comportamento degli
individui.
Ci sono poi i fattori endogeni, quelli psicologici , che condizionano il
soggetto dall’interno.
Freaud analizza le pulsioni di vita e morte, che sono parti della
psiche umana.
L’eros rappresenta il senso della vita e della creatività.
Thanatos inteso come distruzione, che spinge all’aggressività.
L’aggressività può torcersi contro lo stesso soggetto ma si può anche
veicolare verso una buona causa, (grinta impegno sport..)
La società impone una serie di norme che vanno a costituire il Super-Io,
che è all’origine del senso morale e nel contempo può causare angosce
e sensi di colpa.
Le pulsioni aggressive
Le pulsioni aggressive secondo Melanie Klein sono nel bambino fin
dalla nascita e vengono esteriorizzate sulla figura materna.
La parte che non riesce ad essere spostata sul soggetto esterno può
divenire causa di angoscia e dar vita a fantasmi aggressivi che si
possono spezzare con l’adolescenza.
Nel caso dei criminali non avviene perché spesso riproducono i
fantasmi di distruzione e di angoscia dell’infanzia .
Questo perché sono ossessionati da un Super Io modellato da
genitori poco amorevoli (iperprotezione, punizioni fisiche,
maltrattamenti, violenze familiari..)a cui reagiscono con angoscia e
aggressione.
La sociologia dalla prima metà dell’ottocento ha spostato l’attenzione sul
rapporto individuo – società, sulle norme sociali, sulle reazioni della
società ai comportamenti dell’individuo, cercando di capire i fenomeni della
devianza e la forma di relazione tra tale fenomeno e il sistema sociale.
In tal modo l’interesse dei vari studiosi non si è limitato all’attenzione sul
singolo individuo, sul suo ambiente familiare, ma si è esteso alla struttura
sociale, alla realtà economica, ai contest storici e ambientali.
Tra questi: Durkheim
Scuola di Chicago
Cloward e Ohlin,
Cohen
Parsons,
Merton
Lemert,
Becker,
Matza.
Il funzionalismo
Durkheim è stato il primo studioso ad affermare
che il crimine è un fenomeno normale e persino
socialmente necessario.
Secondo D. il crimine è un fatto sociale che
consente di rinforzare i confini tra ciò che è lecito e
ciò che è illecito, inoltre svolge importanti funzioni
coesive morali e di integrazione sociale non solo
rispetto al presente ma anche al passato e alla
storia.
La Scuola di Chicago pone l’accento sul rapporto di
criminalità e area urbana.
Difatti più la metropoli è ampia e complessa più aumenta la
delinquenza.
Tale teoria si basa sugli elementi quali: la densità di popolazione, la
presenza di culture diverse, l’instabilità culturale, il
deterioramento delle abitazioni, l’ insufficienza dei servizi , il
territorio disgregato, la sovrapposizione tra territorio pubblico e
privato.
Tutti elementi che esercitano una forte influenza sui comportamenti
devianti .
Queste teorie vengono anche definite:
Teorie ecologiche
Teorie delle aree naturali della delinquenza.
Le teorie ecologiche trovano riscontro attualmente, sui
dati relativi alla delinquenza giovanile.
I dati evidenziano come la quasi totalità dei minori
devianti proviene da quartieri disorganizzati e
marginali.
Marginalità urbana significa quindi mancanza di
possibilità, opportunità, marginalità rispetto alle risorse,
agli spazi, ai servizi sociali ecc..
La devianza dei minori delle classi alte è spesso celata
da forme di protezione familiare e sociale.
Area metropolitana
Innovazione commerciale
Disorganizzazione
sociale
Trasmissione culturale
Immigrazione
Aree
Shaw e Mc Kay analizzarono le aree metropolitane di Chicago e
affermarono che la concentrazione e la persistenza della
delinquenza in certe aree , corrisponde ad una precisa tradizione
culturale che viene trasmessa sottoforma di valori criminali a tutti
coloro che condividono simili spazi e valori.
Shaw et al.1929
TEORIA DELLE SUBCULTURE
Cloward e Ohlin propongono l’idea di una struttura
sociale dove persistono più opportunità differenziali
QUELLE LEGITTIME E QUELLE ILLEGITTIME.
Se il soggetto sceglie quelle illegittime ci possono essere
tre titpi di subculture:
-la subcultura criminale
-la subcultura conflittuale(vandalismi..)
-La subcultura astensionista(droga..)
Cohen nell’ambito delle subculture fa riferimento alle bande
giovanili e ai gruppi.
Secondo l’autore: le subculture sono il risultato del conflitto
tra classi basse e classi medie
La reazione al conflitto genera una formazione reattiva che
si esprime nel rifiuto dei valori dominanti e lo strutturarsi di
una cultura edonistica non utilitaristica che viene
rappresentate dalle bande nel teppismo e nel vandalismo.
ATTUALMENTE di fronte agli atti distruttivi si cerca di capire
le difficoltà relazionali affettive emotive o socializzanti del
soggetto deviante .
Teoria del controllo
Hirschi parte dal presupposto che ci sono soggetti che non deviano e
rispettano le norme , si chiede come e perché ciò avviene. La risposta
sta nel mancato legame tra l’individuo e la società.
Come mai questo legame non si è instaurato?
Il legame è composto da 4 elementi:
•l’attaccamento (mamma/genitore)
•l’impegno a conformarsi agli obiettivi,
•il coinvolgimento nelle attività convenzionali.
•Le convenzioni favorevoli al rispetto delle leggi.
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