Le patologie psichiatriche
distress correlate
PROF.DANIELA ALLIANI
stress
 È un termine inglese usato in ingegneria per indicare
la tensione interna di un materiale.
 Lo stressor è la forza che agisce tentando di
deformare il materiale.
 Il termine stress è entrato nel linguaggio psicologico
intorno agli anni ‘50 per indicare lo stato di tensione
interna provato da individui esposti a situazioni
negative acute o prolungate che producevano un
trauma
mobbbing
 Termine inglese usato in etologia da K.Lorenz per descrivere un atteggiamento
di minaccia ed aggressione messo in atto da stormi di uccelli verso animali
grandi e potenzialmente minacciosi.
 Può essere tradotto come accerchiamento minaccioso.
 In Italia il termine mobbing identifica le ripetute
vessazioni in ambito lavorativo.
 Vessare, dal latino vexare, significa scuotere, agitare,
molestare, creare un danno ingiusto
intenzionalmente
Distress ed eustress
 Siamo organismi in continua evoluzione e
cambiamento.
 Ogni forza/evento/situazione che induce un
cambiamento è uno stressor.
 Se il cambiamento è positivo/vantaggioso per il
soggetto si parla di eustress
 Se il cambiamento è negativo/svantaggioso per il
soggetto si parla di distress
Disturbi da distress
 Post traumatic stress disorder acuto e cronico.
 Disturbo dell’adattamento:
con umore depresso
con ansia
con disturbi della condotta
misto
Acuto e cronico
PTSD: il trauma
 DISTURBO DA STRESS che insorge dopo un
TRAUMA.
 Per trauma intendiamo ogni evento che agisce
da spartiacque per l’individuo nel senso che egli
individua un sé prima e un sé dopo il trauma diversi
tra loro.
 “prima ero ottimista, non avevo paura…ora vedo
pericoli ovunque…..”
PTSD:Eventi traumatici
 il PTSD fu diagnosticato, all’inizio, nei veterani USA della II guerra





mondiale, poi in quelli della guerra di Corea e del Vietnam.
I medici, gli psichiatri venivano interpellati per una strana sintomatologia o
meglio per il presentarsi di un disagio psichico nei soldati che tornavano da
situazioni di guerra molto cruente.
Era logico aspettarsi che i sopravvissuti, rientrati a casa, si sentissero
fortunati e individualmente vittoriosi per il fatto stesso di essere vivi e
interi.
Invece erano disturbati dalle esperienze traumatiche vissute. Prima della
guerra erano in un modo e dopo erano diversi. Non riuscivano a scacciare
dalla mente certe immagini, non accettavano che il compagno non fosse
tornato, si sentivano in colpa per essere sopravvissuti, non riuscivano a
riadattarsi alla routine quotidiana,
Non riuscivano a concentrarsi sul lavoro, sussultavano al minimo
scoppiettio, reagivano con aggressività o violenza al minimo stimolo
negativo, la notte avevano continui incubi.
E questi disturbi duravano mesi.
PTSD
 Inizialmente venivano considerati causa di trauma
solo gli eventi che mettevano a rischio la vita del
soggetto sia come singolo che come collettività:
 catastrofi naturali come terremoti, alluvioni ecc.
 catastrofi provocate dall’uomo: guerre e attentati
 Gravi accidenti del singolo:precipitazioni, scontri
automobilistici, incidenti sul lavoro, amputazione di arti, ma anche
trapianti d’organo o malattie invalidanti ad esito infausto.
 Oggi anche situazioni/eventi che ledono gravemente
la fiducia in sé e nel mondo significativo.
Salute e malattia
 La definizione di salute dell’OMS fino al 1952 era:
 “la salute è l’assenza di malattia”
 La definizione attuale è:
 “il completo benessere psicofisico”.
 Così ogni evento che mina il completo benessere sia
fisico che psicologico dell’individuo, che provoca
distress o traumi è potenzialmente motivo di
malattia fisica o disagio psicologico.
Il disagio psicologico nel lavoro
 Le situazioni/eventi che minano il mantenimento del
completo benessere psicofisico e della fiducia in sé possono
essere motivo di disagio psicologico e psicosomatico.
 In questo si inserisce il danno da mobbing.
 Essere o sentirsi accerchiati in modo minaccioso, essere o
sentirsi isolati, maltrattati, perseguitati, demansionati e sviliti
nel proprio ambiente lavorativo, per un tempo prolungato di
almeno sei mesi, può produrre una iniziale reazione
d’allarme( attacca o scappa) seguita da frustrazione per
l’impossibilità di riuscire a modificare la situazione interna ed
esterna che può condurre ad un ripiegamento su se stessi, alla
riduzione della concentrazione, a comportamenti di
evitamento della situazione temuta, fino alla
depressione/autoesclusione, o ad un aumento della
aggressività auto ed eterodiretta per acting-out.
Esempi di eventi stressanti:
 Divorzio
 Tradimento del coniuge
 Separazione
 Sfratto
 Licenziamento
 Problemi lavorativi
 Grave offesa
 Lutto non traumatico
 Perdita economica
 Diagnosi medica
 Mobbing
I DISTURBI DELL’ADATTAMENTO:
criteri diagnostici
 Lo sviluppo di sintomi emotivi o
comportamentali in risposta ad uno o più fattori
stressanti identificabili che si manifesta entro 3
mesi dall’insorgenza del fattore o dei fattori
stressanti.

1.
2.
Questi sintomi o comportamenti sono
clinicamente significativi come evidenziato da
uno dei seguenti:
Marcato disagio che va al di là di quanto
prevedibile in base all’esposizione al fattore
stressante
Compromissione significativa del
funzionamento sociale o lavorativo
(scolastico)
PTSD
 Perché non tutte le persone che subiscono dei traumi
sviluppano dei disturbi di rilevanza psicologica?
 Esistono o no delle risposte specifiche della mente
umana ai traumi?
 Esistono dei fattori protettivi o aggravanti la risposta
psicologica al trauma?
Il modello diatesi - stress
Fattori biologici
Fattori psicologici
Fattori interpersonali e psicosociali
Fattori di rischio biologici:
Predisposizione genetica alla vulnerabilità
Predisposizione biologica non genetica
Alterazioni biologiche seguenti a
precedenti esposizioni a traumi
Secondo True e Lyons (1999) almeno il
30% dei sintomi di PTSD hanno basi
genetiche
Fattori di rischio psicologici:
Storia di attaccamento “disfunzionale”
Precedente storia di esposizione ad eventi
traumatici e stressanti
Precedenti disturbi psicologici, precedenti
trattamenti psicologici o psichiatrici
Vulnerabilità alla depressione
Fattori di personalità
PTSD
Anche fattori sociali e culturali giocano un ruolo
importante nella genesi e nell’espressione clinica delle
conseguenze dei traumi, per il significato attribuito
all’evento stesso
Una variabile importante è anche costituita dalla
presenza o assenza e dall’entità del supporto sociale a
disposizione della vittima dopo l’esperienza
traumatica.
FATTORI IMPLICATI NELLO SVILUPPO
E NEL MANTENIMENTO
 Tipo di evento stressante
 Variabili della vittima
 Risposta soggettiva all’evento stressante
 Supporto e risorse sociali
L’assunzione implicita che le persone che non
sviluppano un disturbo psichiatrico abbiano
superato bene l’esperienza traumatica è non
dimostrata e poco verosimile: le conseguenze
psichiche che una esperienza traumatica può
lasciare non solo possono esprimersi attraverso
configurazioni sintomatologiche diverse dal
Disturbo da Stress Post-Traumatico e dai Disturbi
dell’Adattamento, ma anche non risultare degne
di nota dal punto di vista della attuale nosologia
psicopatologica ma nondimeno essere rilevanti o
limitanti per la persona
PTSD
 I disturbi da stress vanno collocati in un continuum tra
reazioni normali e non, piuttosto che una variabile
dicotomica da diagnosticare. Molti soggetti, pur non
soddisfacendo strettamente i criteri per una diagnosi di
PTSD, possono infatti avere una compromissione del
funzionamento e un bisogno di assistenza al pari di chi
viene diagnosticato.
L’essere umano è un animale sociale
 La improvvisa rottura o alterazione dei rapporti
interpersonali che costituiscono la matrice sociale di
un individuo ha sempre profonde ripercussioni sul
suo funzionamento sia biologico sia psicologico
Cotugno, 1999
Conseguenze di un evento stressante (per
esempio lutto o mobbing):
 Modificazioni permanenti della personalità
 Ansia e depressione
 Abuso di sostanze e farmaci
 Maggiore affluenza ai servizi sanitari
 Astenia, cefalee, dolori toracici, disturbi gastrointestinali,




cardiovascolari, maggiore suscettibilità alle infezioni
Compromissione delle relazioni familiari e sociali
Difficoltà nella concentrazione
Disturbi del sonno
Disturbi dell’alimentazione
I meccanismi psicologici di risposta al
trauma
 Gli esseri umani vivono in un mondo “senza
etichette” per cui il lavoro fondamentale della mente
umana è quello di “apporre etichette” al mondo
circostante, al fine di costruire una mappa che possa
orientarci in una realtà non codificata “a priori”
(Edelman, 1999)
PTSD
 In questo processo di “costruzione di senso” le nuove
esperienze vengono continuamente confrontate e
integrate negli schemi cognitivo-affettivi già esistenti.
 Esperienze troppo bizzarre o spaventanti o dolorose
possono non essere integrate nella coscienza superiore e
rimanere in uno stato di elaborazione “subcosciente”
PTSD
 L’esperienza traumatica è tale in quanto la nuova
situazione che ci si trova a fronteggiare supera le
capacità di dare un senso all’esperienza stessa
PTSD
 In tale prospettiva, l’aspetto psicologico essenziale
del trauma è costituito dalla perdita di fiducia che
esista un ordine e una continuità nell’esperienza
soggettiva.
PTSD da mobbing:che fare
 Il PTSD si risolve spontaneamente, di norma, a distanza di circa 3 mesi




dalla cessazione dello stimolo traumatico o stressor; il tempo necessario
può aumentare in base a magnitudo dell’evento, durata nel tempo della
situazione e tratti di personalità dell’individuo.
Epidemiologicamente si stima che sviluppi il PTSD il 20% degli individui
esposti a trauma.
R= M x S: la reazione a un evento è uguale alla magnitudo
dell’evento moltiplicata per la soggettività dell’individuo indicando
con ciò che di fronte a grandi eventi anche una personalità salda può
sviluppare il PTSD così come una personalità maladattiva può svilupparlo
anche per eventi minimi.
Per la diagnosi e la correlazione tra eventi e PTSD è indispensabile valutare
l’intensità dell’evento scatenante e diagnosticare eventuali disturbi e tratti
maladattivi di personalità dell’individuo.
La cura potrà consistere nell’agire verso la causa esterna o nel lavorare sulle
modalità di coping,e capacità di resilienza dell’individuo o verso entrambe.
I tratti di personalità
 Sia il ruolo di mobber che di mobbizzato sembrano
appartenere a individui con tratti simili di
personalità: passivo-aggressivo, isterico, paranoide.
 Il leit-motive di entrambi è l’eccessiva carica di
gratificazione messa nel lavoro e il bisogno/ricerca di
approvazione esterna.
 Per entrambi l’ambiente lavorativo è il terreno in cui
si gioca la partita più importante.
 L’orizzonte diviene come ristretto a questo solo
ambiente e il resto perde di importanza e
significatività.
In conclusione:
Anche eventi percepiti come
potenzialmente destabilizzanti,
come vessazioni in ambito
lavorativo, possono essere trattati
come traumatici, pur non essendolo
in teoria perché non minano la vita
ma solo la qualità di questa, se
producono un vissuto traumatico
nel soggetto.