Diapositiva 1 - Liceo Classico Tito Livio Padova

Telmo Pievani
Department of Biology
[email protected]
Liceo Classico «Tito Livio»
Padova, 8 febbraio 2017
I NEMICI DI DARWIN
(quello che Darwin ha veramente detto
sulla lotta per la vita…)
1. Turbo-capitalismo darwiniano?
1851: Individualismo – Libera
iniziativa – Laissez Faire
1851: La “dura disciplina della
Natura”: effetto purificante e
perfezionante
1851: “Sopravvivenza del più adatto”
1851: Evoluzione = Progresso (leggi
di natura ed evoluzione sociale)
Herbert Spencer
(1820 – 1903)
Politica ed economia «darwiniane»?
-
-
Selezione naturale = Individualismo. La
disuguaglianza si fonda sul fatto che alcuni individui
sono più produttivi di altri, essendo discesi da
individui del Paleolitico più produttivi. Tale
produttività porta vantaggi a tutta la società ed è
sbagliato deprimerla.
Facendo concorrere gli egoismi in un regime di libero
scambio, la lotta senza quartiere dell’evoluzione
genera anche istinti cooperativi. L’uomo libero
solidarizza per natura, senza bisogno “di uno Stato
che decide ogni minimo dettaglio della nostra vita e
si attacca come una gigantesca pulce alla schiena
della nazione” (M. Ridley, 1996, ed. it. cit. p. 328).
Naturalità della
diseguaglianza
Solidarietà solo
spontanea e
volontaria
• Secondo lo scienziato della
politica Larry Arnhart
(Darwinian Conservatism,
2005), la selezione darwiniana
avrebbe forgiato “una natura
umana” che prevede: la
proprietà privata, il libero
mercato senza intervento
statale, le tradizioni morali
conservatrici …
• Secondo lo scienziato della
politica Larry Arnhart
(Darwinian Conservatism,
2005), la selezione darwiniana
avrebbe forgiato “una natura
umana” che prevede: la
proprietà privata, il libero
mercato senza intervento
statale, le tradizioni morali
conservatrici …
… (e tutti i rimanenti punti dell’agenda
del Partito Repubblicano USA).
E’ più darwiniano
essere di destra o di sinistra?
- Economista Paul H. Rubin: l’ordinamento politico ed
economico degli Stati Uniti è il più consono alle nostre
attitudini evolutive, compresa la monogamia e il valore
adattativo delle religioni.
-Tutto ciò avviene benché gli umani siano predisposti
geneticamente a limitare la libertà altrui, perché così
funzionava il loro cervello da cacciatori-raccoglitori abituati a
vivere in piccoli gruppi asfittici “a somma zero”.
-Marxisti, socialisti e no-global approfittano di questa eredità
biologica retriva, alimentata dall’invidia sociale. “Nel mondo di
oggi, a differenza che nel mondo evoluzionistico, la maggior
parte delle persone benestanti diventano tali perché è
produttiva e crea benefici per gli altri e, quindi, il desiderio
di punire o penalizzare i ricchi è fuorviante”
(La politica secondo Darwin, ed. it. cit. p. 48).
Esportare la superiorità statunitense
•
Nonostante i rigurgiti di giustizialismo egualitario
insiti nel nostro cervello dell’età della pietra, grazie
ai geni sopravvissuti dei giovani maschi paleolitici
ribelli, la libera iniziativa trionferà e capiremo “la
superiorità della società occidentale, soprattutto
statunitense, nel soddisfare i desideri umani”
(Rubin, p. 356).
•
La democrazia e la società occidentale vanno
magnanimamente esportate: “Questo vantaggio si
estende a molte sfere. In Occidente non dovremmo
temere di promuovere questo vantaggio e di aiutare
gli altri nei loro tentativi di emulare i nostri
successi” (p. 356).
PSICOLOGIA EVOLUZIONISTICA
(Leda Cosmides, John Tooby, 1997-2005)
Principle 1. Il cervello funziona come un computer e i suoi circuiti sono
progettati per generare comportamenti che sono appropriati rispetto alle
circostanze ambientali.
Principle 2. I nostri circuiti neurali sono progettati dalla selezione naturale
per risolvere problemi che i nostri antenati hanno dovuto affrontare durante la
nostra storia evoluzionistica di specie.
Principle 4. Circuiti neurali differenti sono specializzati per risolvere
problemi adattativi differenti (l’evoluzione è problem-solving)
Principle 5. I nostri crani moderni
ospitano cervelli dell’età della
pietra (Ambiente di Adattamento
Ancestrale).
Che cosa ne avrebbe pensato
Charles R. Darwin?
«In un giornale di Manchester
mi sono ritrovato bellamente
preso in giro: si diceva che
avrei dimostrato che il diritto è
del più forte, che anche
Napoleone III ha ragione e che
ha ragione ogni commerciante
imbroglione!»
(Lett. 4 maggio 1860)
2. Il darwinismo sociale di Darwin
«La natura gronda sangue
dai denti e dagli artigli»
(Alfred Tennyson)
IL LATO GLADIATORIO DELLA VITA:
Dietro “il volto della natura splendente di felicità” (OdS, p. 131) si nascondono
distruzione, spreco e carestia. Ogni essere vivente è cibo per qualcun altro. La
competizione è ovunque, tanto nella foresta lussureggiante quanto nel deserto.
L’estinzione è un fenomeno normale.
«Quale guerra tra insetto e
insetto, tra insetti, lumache e altri
animali contro gli uccelli e gli
animali da preda! Tutti tendenti a
moltiplicarsi, tutti divorantisi a
vicenda o traendo alimento dagli
alberi, dai loro semi e germogli e
dalle altre piante che prima
rivestivano quel terreno,
ostacolando in tal modo lo
sviluppo degli alberi!» (p. 142)
Condizioni per «struggle for life»
Avviene principalmente all’interno di ciascuna specie (dove è più violenta), ma
anche tra specie diverse.
B) E’ una lotta tra organismi fra loro, ma anche tra gli organismi e le condizioni
fisiche dell’ambiente.
C) Non è soltanto lotta, ma anche dipendenza e interdipendenza. L’ECONOMIA
DELLA NATURA (N.B. Darwin non usa mai l’espressione «sopravvivenza del
più forte»!)
A)
«Quando riflettiamo su questa lotta, possiamo consolarci con la piena
convinzione che la guerra della natura non è incessante, che la paura è
sconosciuta, che la morte è in genere rapida, e che gli individui vigorosi,
sani e felici sono quelli che sopravvivono e si moltiplicano». (p. 145)
Attenzione però: “lotta per l’esistenza” va intesa
“in un senso lato e metaforico” (p. 132)
Non implica necessariamente una “guerra” in senso antropomorfico, bensì “la
reciproca dipendenza degli esseri viventi” e le rispettive capacità di vivere bene e
di lasciare discendenza in un regime di competizione biotica (con altre specie) e
abiotica (in habitat difficili). Dunque “lotta per l’esistenza” ha un’accezione estesa:
è un CONCETTO ECOLOGICO.
ERNST HAECKEL, 1866, «ECOLOGIA»:
“l’insieme di conoscenze che riguardano
l'economia della natura; l’indagine del
complesso delle relazioni di un animale con il
suo contesto sia inorganico sia organico,
comprendente soprattutto le sue relazioni
positive e negative con gli animali e le piante
con cui viene direttamente o indirettamente a
contatto. In una parola, l’ecologia è lo studio
di tutte quelle complesse relazioni alle
quali Darwin fece riferimento come alle
condizioni della lotta per l’esistenza”.
La natura è una “rete di rapporti complessi”
“Molti casi mostrano quanto siano
complessi e imprevisti (complex
and unexpected) i controlli e i
rapporti tra gli esseri viventi che
devono lottare insieme in uno
stesso paese” (p. 139)
Piante e animali sono “legati insieme da una
trama di relazioni complesse” (p. 141)
CHE COSA LEGA IL GATTO E IL TRIFOGLIO?
Alcune specie di piante (la viola del pensiero e il
trifoglio violetto) devono la loro sopravvivenza
alla presenza di insetti specifici, i bombi, la cui
visita è necessaria per il trasporto del polline e
per la fecondazione. Altri insetti, pur simili ai
bombi, non possono svolgere la stessa funzione
per quelle specie vegetali, a causa della loro
forma e del loro peso. Ma i bombi sono cacciati
dalle arvicole, e queste a loro volta dai gatti.
Pertanto, più gatti significa meno arvicole, più
bombi e dunque più piante: “Perciò è verosimile
che la presenza in gran numero di un felino
possa determinare in una regione la frequenza di
certi fiori, mediante l’intervento in primo luogo dei
topi e poi delle api!” (p. 141).
Anche «selezione naturale» è metaforico
«Indubbiamente, nel senso letterale della parola, il termine selezione
naturale è erroneo; ma chi ha mai criticato i chimici quando parlano di
affinità elettive dei vari elementi? Tuttavia non si può dire in senso stretto
che l’acido elegga la base con cui si combina meglio. Si è detto che io
parlo di selezione naturale come di una potenza attiva o di una divinità, ma
chi mai muove obiezioni a un autore che disserta sull’attrazione della
gravità come della forza che regola i movimenti dei pianeti? Tutti sanno
che cosa significano e implicano tali espressioni metaforiche, che sono
quasi necessarie per ragioni di brevità». (p. 147)
IL LINGUAGGIO NATURALE UMANO E’ TELEOLOGICO
(CONTRO-INTUITIVITA’ DELLA TEORIA)
Difficile non personificare la «Natura»
«E’ altresì molto difficile evitare di personificare la parola Natura, ma per
Natura io intendo soltanto l’azione aggregata e il risultato di numerose
leggi naturali, e per leggi la sequenza di eventi da noi accertati. Per chi ha
un minimo di familiarità con l’argomento tali obiezioni superficiali saranno
del tutto trascurabili». (p. 147)
NATURA: l’insieme
dei fenomeni e degli
effetti prodotti da
sequenze regolari di
eventi accertabili
scientificamente.
NON E’ UN
MODELLO PER
GIUDIZI MORALI.
Obs. 1: Exponential
growth of populations
Obs. 2: The balance of
populations
Ded. 2: Differential
survival
Ded. 1: Struggle for
existence
Obs. 4: Individual
diversity
Ded. 3: Differential
reproductive
success, over
generations: change
within populations.
Obs. 3: Limited resources
Obs. 5: Heredity of a
part of the individual
variation
Ded. 4: (Principle of
divergence) Descent
with Modifications
Obs. 6: Variation is not
externally directed
«Adaptation»? «Evolution»?
«Chance»?
(* Ernst Mayr)
DARWIN E LE RAZZE UMANE
Il gentiluomo vittoriano: “At some future period, not very distant
as measured by centuries, the civilised races of man will
almost certainly exterminate and replace throughout the
world the savage races” (Descent of man).
EPPURE…
“It may be doubted whether any character can be named,
which is distinctive of a race and is constant ... they graduate
into each other, and ... it is hardly possible to discover clear,
distinctive characters between them ... As it is improbable that
the numerous, and unimportant, points of resemblance,
between the several races of man, in bodily structure and
mental faculties (I do not here refer to similar customs) should
all have been independently acquired, they must have been
inherited from progenitors who had these same characters”
(ibid.)
?
IL CONTINUISMO POPOLAZIONALE DI DARWIN:
LE RAZZE NON SONO CLASSIFICABILI
“Man has been studied more carefully than any other animal, and
yet there is the greatest possible diversity amongst capable judges
whether he should be classed as a single species or race, or as two
(Virey), as three (Jacquinot), as four (Kant), five (Blumenbach), six
(Buffon), seven (Hunter), eight (Agassiz), eleven (Pickering), fifteen
(Bory St. Vincent), sixteen (Desmoulins), twenty-two (Morton), sixty
(Crawfurd), or as sixty-three, according to Burke. This diversity of
judgment does not prove that the races ought not to be ranked as
species, but it shews that they graduate into each other, and that it
is hardly possible to discover clear distinctive characters between
them” (Ibid.).
UNA MISCELA DI: pregiudizi vittoriani diffusi; ambiguità; incertezze;
liberalismo e progressismo filantropico paternalista; evoluzione
biologica ed evoluzione culturale ...
L’evoluzione delle «razze» umane
• MONOGENESI (discendenza comune da unico ceppo)
• SELEZIONE SESSUALE (meccanismo diversificante)
Né colpe, né assoluzioni:
Darwin è uomo del suo tempo
- Una libera e pacifica competizione fra individui è salutare per la
società: eliminare tutti i «vincoli all’affermazione del talento»
(primogenitura, inalienabilità dei patrimoni, celibato
ecclesiastico, etc);
- Gli individui viziosi e inconcludenti farebbero bene a non fare
figli;
- I progressi della medicina tendono a indebolire le popolazioni
umane.
MA ANCHE:
- Negare l’aiuto ai deboli comporterebbe un «deterioramento della
parte più nobile della natura umana» (simpatia);
- L’evoluzione umana interferisce con le dure leggi della natura;
- Le nazioni più progredite sono quelle che smettono di
sopraffarsi e di sterminarsi l’un l’altra;
- Il progresso della civiltà è dovuto in parte a fattori biologici
ereditari e in parte all’educazione, all’esempio e alle leggi;
- Dubbi sull’idea di Progresso.
3. I tanti darwinismi sociali
“Ogni partito trova in Darwin
quello che desidera”
(Giovanni Canestrini, 1894)
(prima occorrenza, 1880: “Le darwinisme social”, Emile Gautier)
FENOMENO COMPOSITO ED ETEROGENEO (A. La
Vergata):
Versione liberista, solidarista, statalista conservatore,
nazionalista, militarista, pacifista, socialista, anarchico,
femminista.
Lotta fra: individui; gruppi; classi sociali; Stati; razze; nazioni.
Repertorio di concetti e argomenti già esistenti: ex. razzismo;
progressionismo
VS – Reazione contraria: ANTI-DARWINISMO SOCIALE DI
WILLIAM JENNINGS BRYAN (democratico, pacifista, antiimperialista; Processo Scopes 1925) Dai “darwinismi” alla teoria
di Darwin.
Spencer era lamarckiano! (uso e
disuso; ereditarietà dei caratteri
acquisiti)
Adattamento = conseguenza
dell’interazione diretta fra
organismo e ambiente.
La selezione naturale darwiniana
è un fattore secondario.
Herbert Spencer
QUELLO CHE DARWIN PENSAVA DI SPENCER…
«Non credo che la conoscenza delle opere di
Spencer abbia avuto qualche influenza
sul mio lavoro. Il metodo deduttivo con cui egli
tratta ogni argomento è assolutamente
contrario alla mia mentalità. Le sue conclusioni
non mi convincono mai; e ogni volta, dopo aver
letto una sua discussione, mi vado ripetendo:
‘ecco un argomento che richiederebbe sei anni di
lavoro’. Le sue generalizzazioni fondamentali
(che qualcuno ha ritenuto d’importanza pari a
quella delle leggi di Newton!) forse sono molto
importanti filosoficamente, ma non sembrano utili
da un punto di vista rigorosamente scientifico.
Esse hanno il carattere di definizioni anziché di
leggi naturali e non servono a prevedere che
cosa accadrà nei vari casi particolari. (ivi)».
(DW, Autobiografia, p. 90)
4. Il pluralismo darwiniano
“A un esame approfondito, il concetto di darwinismo
sociale si rivela ambiguo e fuorviante. Infatti le idee di
Darwin furono usate per sostenere una grande
varietà di opinioni sociali e politiche. Inoltre, molte di
queste varietà avevano ben poco di darwiniano,
poiché vi svolgevano un ruolo decisivo soprattutto
forme di spencerismo e di lamarckismo. I concetti
darwiniani furono spesso interpretati alla luce della
visione predarwiniana della vita come cimento,
sforzo, miglioramento attraverso la sofferenza”.
(Antonello La Vergata, Colpa di Darwin?, 2009, p. 93)
DW1: LA TEORIA SCIENTIFICA
DELL’EVOLUZIONE DI DARWIN (e suoi
aggiornamenti oggi)
?
DW2: IL DARWINISMO SOCIALE DI
DARWIN
DW3: LE INTERPRETAZIONI SOCIALI E
POLITICHE DI DW1 E DW2
Siamo una
scimmia assassina
o una scimmia empatica?
VS
Ex. refusal of unequal exchange
Il dilemma di Darwin
«In virtù di questa lotta per la vita, le
variazioni, per lievi ch’esse siano e da
qualsiasi causa provengano, purché siano
utili in qualche modo agli individui di una
specie nei loro rapporti infinitamente
complessi con gli altri organismi e con le
condizioni fisiche della vita, tendono alla
conservazione di questi individui, e a
trasmettersi ai loro discendenti. Anche
questi ultimi avranno così maggiori
probabilità di sopravvivere, perché, tra i
molti individui che nascono periodicamente
da ogni specie, soltanto un piccolo numero
può sopravvivere». (OdS, p. 131)
E ALLORA L’ALTRUISMO?
NS applied to families or
groups, not only individuals
“There can be no doubt that a tribe
including many members who, from
possessing in a high degree the spirit of
patriotism, fidelity, obedience, courage,
and sympathy, were always ready to give
aid to each other and to sacrifice
themselves for the common good, would
be victorious over most other tribes; and
this would be natural selection”
LA SELEZIONE PUO’ AGIRE A PIU’ LIVELLI
«Quel determinato sciame che in tal modo
avrà costruito le migliori celle con il
minimo lavoro e il minimo consumo di
miele nella secrezione della cera avrà
avuto più successo e avrà trasmesso i suoi
istinti economici recentemente acquisiti a
nuovi sciami, che a loro volta avranno
avuto le migliori possibilità di successo
nella lotta per l’esistenza» (OdS, p. 330)
But, when human instinctual sociality evolves
in “the highest part of man’s nature”, struggle
for existence and natural selection lose in the
end their agency:
“The moral qualities are advanced, either
directly or indirectly, much more through
the effects of habit, the reasoning
powers, instruction, religion, &c., than
through natural selection.”
the role of CULTURAL EVOLUTION
Scimmia assassina o
scimmia empatica?
Cambiare domanda!
Grazie!