IL PROCESSO A PITAGORA Dall’impossibilità alla certezza 4 maggio 2009 – Roma, Liceo Scientifico “Galileo Galilei” Professor Frege: “Cos’è per voi il numero? Per i Pitagorici il numero è l’“arché”, l’origine di tutto, è inteso come l’elemento ordinatore della realtà, è il limite contrapposto all’illimite, l’ordine contrapposto al disordine. Anche i numeri razionali (le frazioni) non erano considerate come unità a sé stanti, ma come un rapporto o una relazione fra numeri interi. Ma qualcosa di imprevedibile venne a sconvolgere questo equilibrio: i numeri irrazionali.” “Per numero irrazionale intendiamo una quantità illimitata, aperiodica, non esprimibile sotto forma di frazione”. Ma qual è la vera natura dei numeri irrazionali? "È fama che colui il quale per primo rese di pubblico dominio la teoria degli irrazionali sia perito in un naufragio, ciò perché l'inesprimibile e l'inimmaginabile avrebbero dovuto essere sempre celati. Perciò il colpevole, che fortuitamente toccò e rivelò questo aspetto delle cose viventi, fu trasportato al suo luogo d'origine e viene in perpetuo flagellato dalle onde” (Euclide) 540 a.C. - Sparta, al cospetto dei cinque Efori. Eforo: “Pitagora, sei accusato di aver assassinato Ippaso. Cosa hai da dire a tua discolpa? ” Pitagora: “Io, miei giudici, non ho alcuna colpa, sono stati gli dèi a volerlo, e la sua “υβρισ” ha sancito il suo destino. Egli aveva osato infrangere “l’armonia del mondo”. Eforo: “L’armonia del mondo?” Pitagora: “Sì, esattamente …” “Saprete di certo che molti pensatori prima di me avevano tentato di definire la materia elementare di cui l’universo è costituito. Talete, la identificò con l’acqua, fonte di vita. Anassimandro, mio maestro, sostenne che tale elemento avrebbe dovuto essere tangibile e incommensurabile. Anassimene concluse che dovesse trattarsi dell’aria. Eraclito del fuoco. Secondo me questo non sta al di là della capacità di comprensione umana. Non percepibile per mezzo di uno dei sensi, ma capace di coinvolgerli tutti. La sostanza primordiale è il numero.” E.: “Continuo a non capire...” P.: “Per spiegarmi meglio, allora, vi riferirò il modo in cui l’ho scoperto.” “Un giorno, passando davanti alla fucina di un fabbro, improvvisamente la mia attenzione venne catturata da alcuni suoni che provenivano dall’interno: nel battere contro l’incudine diversi martelli producevano una cacofonia disordinata ed assordante. E tuttavia il clangore metallico sembrava ammorbidirsi e fondersi in un unico suono gradevole. Così decisi di scoprire la ragione del fenomeno…” “Il motivo per cui ciò accadeva divenne chiaro: quando i pesi relativi dei diversi martelli che colpivano le incudini si trovavano tra loro in un rapporto particolare (2:1, 3:2 o 4:3), le note prodotte si legavano tra loro creando armonie meravigliose, dolci e simili a campane. C’era qualcosa di concreto in queste fuggevoli concordanze. Non era un semplice riverbero, ma melodie che appartenevano ad un mondo ordinato.” P.: “Da allora capii che tutto è numero. Anche gli dèi, i corpi celesti, l’animo umano lo sono. Avevo trovato il principio della caotica matassa dell’universo, o così sembrava…” E.: “E quale ruolo ha Ippaso in questi eventi?” “Vedete, Ippaso ha voluto opporsi agli stessi dèi, e contrastare questi principi. Egli ha cercato di dimostrare l’esistenza dell’“alogon”, ciò che è inesprimibile per mezzo dei numeri. Ma l’unico modo di affermare che una cosa non esiste è dimostrare che non esiste. Questo passaggio tuttavia, ha un prezzo elevato, in quanto esige una dimostrazione, una dimostrazione di impossibilità.” E.: “Sarà sicuramente qualcosa difficile da mettere in atto e da comprendere.” P.: “E invece no. Ippaso tentò di dimostrare che non esiste nessun numero che, elevato al quadrato dia come risultato 2.” E.: “Potresti, allora, mostrarci come ci riuscì, Pitagora?” P.: “Sì, certo.” “Supponiamo che esista una frazione a/b il cui quadrato sia uguale a 2. Dunque si avrà a2/b2 = 2. a e b sono primi tra loro, vale a dire che non hanno un divisore in comune. Dunque a e b non possono essere tutt’e due pari. Se a2/b2 = 2, è ovvio che a2 =2b2” “Dunque a2 è un numero pari, poiché uguale a un doppio. Ora solo il quadrato di un numero pari è pari. Quindi a è un doppio, per esempio, del numero c. Vale a dire a = 2c Torniamo all’uguaglianza iniziale: a2 = 2b2 e proviamo a sostituire a con 2c.” “Otteniamo (2c) 2 = 2b2 Dunque 4c2 = 2b2, e quindi 2c2 = b2. In cui b2 è uguale a un doppio, allora b è pari. Ora, da un lato, a e b non possono essere entrambi numeri pari; dall’altro, a e b sono tutt’e due pari. Impossibile! Qual è la causa di tale assurdità?” E.: “…” P.: “Qual è la causa di tale assurdità? La mia ipotesi: esiste una frazione il cui quadrato è pari a 2.” “Consideriamo un quadrato il cui lato misura 1. Dividiamolo in due; Otteniamo due triangoli rettangoli isosceli uguali, in cui l’ipotenusa comune dei due triangoli è la diagonale del quadrato.” “Sappiamo che il quadrato costruito sull’ipotenusa è uguale alla somma dei quadrati costruiti sui due cateti. Ma il quadrato dell’ipotenusa coincide con il quadrato della diagonale. Insomma: quadrato della diagonale = 12 + 12 = 2 La lunghezza della diagonale di un quadrato di 1 è un numero il cui quadrato è 2. Ma questo numero non esiste.” “Se un numero rappresenta il quadrato, nessun numero ne potrà rappresentare la diagonale. La diagonale e il lato sono “incommensurabili”. Osservate la figura. Si vede forse che la diagonale e il lato sono incommensurabili? No! Nessun indizio può “metterci la pulce nell’orecchio”. E.: “Che cosa significa esattamente incommensurabile?” P.: “Che significa esattamente incommensurabile? Il lato e la diagonale di uno stesso quadrato non ammettono unità di misura comuni. Se un numero è misura dell’uno non può esserlo dell’altro. Questo equivale a sostenere che è impossibile conoscerli tutt’e due al contempo.” E.: “Allora tu, Pitagora, accusi Ippaso di aver portato disordine nell’universo che tu credevi basato sull’ordine dei numeri.” P.: “Esattamente.” E.: “E furono queste la cause che ti portarono ad assassinarlo?” P.: “Non ho mai ammesso di aver compiuto una così empia azione …” 4 maggio 2009 – Roma, Liceo Scientifico “Galileo Galilei” Professor Frege: “I numeri irrazionali e la loro incommensurabilità hanno sempre affascinato i matematici, da Pitagora sino ai giorni nostri.” Per definire geometricamente le radici quadrate dei numeri interi, Teodoro escogitò un metodo geometrico semplice ma efficace, denominata “spirale di Teodoro”. E D F C G A B H I L COSTRUIAMO ADESSO SULL’ IPOTENUSA DEL TRIANGOLO COSTRUIAMO TRIANGOLO PRECEDENTE UNUN ULTERIORE RETTANGOLO ISOSCELE TRIANGOLO RETTANGOLO PROCEDENDO ALLA STESSACON I CATETI DI 1 CM L’IPOTENUSA AVENTE PER CATETI MANIERA OTTENIAMO TUTTI DEL PRECEDENTE E GLI TRIANGOLO ALTRI RADICALI. UN APPLICANDO LATO DI 1 CMIL PER IL TEOREMA DIESSA. PITAGORA TEOREMA DI PITAGORA PERPENDICOLARE AD L’IPOTENUSA Ѵ1^2 + 1^2 AVREMO CHE SARà: IL LATO = BDѴ2= Ѵ (Ѵ2)^2+1^2= Ѵ3 “Nel 1897 il matematico Alfredo Capelli introdusse le classi contigue, con le quali sono stati definiti i numeri irrazionali.” “Consideriamo √2. E’ facile intuire che 12<√2<22, ma 22=4>2; quindi 1<√2<2 Per meglio determinare la posizione di √2 all’interno di questo intervallo, consideriamo i quadrati dei numeri decimali compresi tra 1 e 2;” 1,1^2=1,21<2 1,2^2=1,44<2 1,3^2=1,69<2 1,4^2=1,96<2 1,5^2=2,25>2 “Abbiamo così 1,4<√2<1,5 Allo stesso modo se consideriamo i quadrati dei numeri decimali compresi tra 1,4 e 1,5 si ha 1,412<√2<1,422 Così proseguendo indefinitamente, avremo 1,414<√2<1,415 1,4142<√2<1,4143” E’ possibile effettuare un’approssimazione di √2 mediante un foglio elettronico “Potremo così schematizzare all’interno di una tabella i valori ottenuti.” APPR. PER DIFETTO APPR.PER ECCESSO ERRORE MAX 1 2 1 1,4 1,5 1/10 1,41 1,42 1/100 1,414 1,415 1/1000 1,4142 1,4143 1/10000 1,,41421 1,41422 1/100000 √2 1 1,4 1,5 1,41 1,42 1,414 1,415 1,4142 1,4143 2 “Questo procedimento può essere ripetuto all’infinito I due insiemi dei valori approssimati per difetto e per eccesso e per difetto prendono il nome di classi.” C1 = 1; 1,4; 1,41; 1,414; 1,4142….. C2 = 2; 1,5; 1,42; 1,415; 1,4143….. “Verifichiamo ora le due classi C1 e C2 godono delle seguenti proprietà: a) Ogni numero di C1 è minore di ogni numero di C2 cioè le classi sono separate. b) E’ sempre possibile determinare due numeri, uno della seconda e uno della prima classe, tali che la loro differenza sia minore di un prefissato numero ε positivo e piccolo a piacere, cioè le due classi sono indefinitamente ravvicinate. Due classi che soddisfano queste proprietà sono dette contigue. “Un altro irrazionale “famoso ” è π definito come il rapporto tra la circonferenza e il diametro di un cerchio, o anche come l'area di un cerchio di raggio 1.” “Π oltre ad essere irrazionale è anche un numero trascendente, come è stato dimostrato da Ferdinand von Lindemann nel 1882. Questo significa che non ci sono polinomi con coefficienti interi o razionali di cui π è radice. Di conseguenza, è impossibile esprimere π usando un numero finito di interi, di frazioni e delle loro radici.” Nell’antichità una delle migliori approssimazioni è stata quella di Archimede. Ottenne tale risultato approssimando arbitrariamente bene il cerchio, dall'interno e dall'esterno, con poligoni regolari inscritti e circoscritti. Con lo stesso procedimento Archimede espose un metodo con il quale approssimare arbitrariamente bene il rapporto tra circonferenza e diametro di un cerchio dato (rapporto che ora indichiamo con π). Così trovò che: 3+10/71 < π< 3+ 10/70 e cioè: 3,1408 <π < 3,1428 “Una delle più recenti approssimazioni di π che ha permesso il calcolo di 1.241.100.000.000 cifre decimali fu effettuata nel 1949 per mezzo di un programma di calcolo ideato dal matematico ungherese Von Neumann.” Ogni riferimento a fatti e persone realmente esistite è puramente casuale. L'espressione "numerus irrationalis" è stata introdotta da Gerardo da Cremona (1114–1187) Friedrich Ludwig Gottlob Frege (Wismar, 8 novembre 1848 – Bad Kleinen, 26 luglio 1925) è stato un matematico, logico e filosofo tedesco, padre della logica matematica moderna e della filosofia analitica. Riferimenti bibliografici: Il teorema del Pappagallo – Denis Guedj Temperamento, Storia di un enigma musicale – Stuart Isacoff Scritto e diretto da: Carlotta Belviso Denise De Scisciolo Cecilia Di Florio Nina Martorana Cristina Urbano