Schizofrenia: cause, sintomi, terapie Che cos`è La schizofrenia è

Schizofrenia: cause, sintomi, terapie
Che cos’è
La schizofrenia è una malattia psichica caratterizzata da disturbi del pensiero, del comportamento e
dell'affettività.
I disturbi del pensiero interessano sia il modo in cui esso si manifesta, sia il contenuto del pensiero
stesso.
Quanto al modo si ha un aumento o una riduzione della velocità di associazione di idee; perdita del
filo del discorso (deragliamento); illogicità; incapacità di ragionare in modo astratto e metaforico
per fare riferimento soltanto a cose e situazioni concrete (per esempio i modi di dire sono presi alla
lettera).
Quanto al contenuto sono caratteristici i deliri (di persecuzione, di gelosia, di grandezza, religiosi,
ipocondriaci), ossia convinzioni – spesso bizzarre – che non sono intaccate da qualsiasi
dimostrazione di falsità. Frequentemente sono accompagnati da allucinazioni uditive e talora anche
visive od olfattive.
Attualmente si considera la schizofrenia non un'unica malattia, ma una classe di disturbi, i cui
sintomi caratteristici si possono presentare in vario modo.
A seconda del tipo di sintomi che prevale si può così distinguere tra schizofrenia paranoide,
catatonica, disorganizzata eccetera.
Cause
Si ritiene che lo sviluppo della schizofrenia dipenda da una molteplicità di fattori, tra i quali
sicuramente rientra una componente genetica.
Il rischio di malattia nella popolazione generale infatti è pari all’1 per cento, mentre tra i gemelli
identici (monozigoti), se uno dei due è affetto da schizofrenia, il rischio che anche l'altro la sviluppi
è del 45 per cento.
La componente genetica, che coinvolge peraltro molti geni, fornisce però soltanto una
predisposizione alla malattia su cui intervengono fattori ambientali di stress.
Sintomi più comuni
Allucinazioni, deliri, discorsi “disorganizzati”, gravi disturbi del comportamento (nel vestiario,
nelle abitudini, disturbi del sonno, scoppi di pianto o di riso frequenti e inappropriati).
Compaiono poi disinteresse, assenza, disturbi dell'attenzione e delle capacità intellettive, mancanza
di contatto visivo, indifferenza affettiva, scarse risposte emotive, mutismo, catatonia.
I sintomi sono generalmente suddivisi in due classi: quelli cosiddetti “positivi” (deliri, allucinazioni,
disturbi del pensiero) e quelli “negativi” (distacco emotivo, assenza di motivazione, inadeguatezza
del comportamento).
Complicazioni
Tra i pazienti schizofrenici è elevato il rischio di tentato suicidio (50 per cento) e di suicidio (10 per
cento).
Probabile anche l’instaurarsi di dipendenza da alcol e droghe, nonché la compromissione delle
relazioni sociali e di lavoro.
Cure
La terapia, che è volta al controllo e alla miglior gestione possibile della malattia, è in primo luogo
farmacologica.
Si utilizzano i farmaci antipsicotici (neurolettici), suddivisi in convenzionali (clorpromazina,
aloperidolo, flufenazina, eccetera), che permettono di controllare i sintomi positivi, ma non quelli
negativi; e i cosiddetti atipici (risperidone, clozapina, olanzapina, quetiapina) che hanno una certa
efficacia anche su questi ultimi.
Il ricovero ospedaliero, temporaneo, è necessario nel caso di deliri o allucinazioni gravi, e di rischio
di suicidio.
Uno dei problemi della terapia è la tendenza del paziente a interrompere i trattamenti a causa di
deliri, effetti collaterali o sfiducia. Ciò comporta il rischio di ricadute in episodi psicotici acuti e di
un peggioramento della situazione.
Tra gli effetti collaterali più comuni dei farmaci ci sono secchezza della bocca, stitichezza,
sonnolenza, aumento di peso, disturbi alla vista.
Possono presentarsi anche problemi motori come rigidità, tremori, spasmi muscolari e, sia pur
raramente, la più grave discinesia tardiva.
Vanno considerati parte della cura anche i programmi di riabilitazione psicosociale, dato che chi li
frequenta prosegue più facilmente le cure farmacologiche, gestisce meglio la malattia e consegue
una migliore qualità di vita.
Quando consultare il medico
La diagnosi precoce permette un miglior controllo della malattia, che esordisce più spesso nella
tarda adolescenza e nella prima fase dell'età adulta, anche se alcune forme si manifestano in età
adulta.
L'esordio può avvenire improvvisamente con un episodio psicotico acuto (deliri, allucinazioni), ma
spesso è preceduto da un periodo in cui la persona si chiude in se stessa, appare sempre meno
interessata al mondo circostante, lascia senza motivo amici e relazioni sentimentali, interrompe la
scuola o perde il lavoro.
Segnali di cambiamento di comportamento di questo tipo possono essere campanelli d'allarme.
Purtroppo se l'esordio è precoce, molti di questi segnali possono essere scambiati per normali crisi
dell'età adolescenziale. In genere per avere una diagnosi certa è necessario un periodo di
osservazione di sei mesi.