I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO IN ETA’ EVOLUTIVA S.C. di NPI – ASL CN 1Savigliano Fossano Saluzzo D.ssa Francesca Ragazzo Programma Cercheremo di capire: quando possiamo parlare di disturbi del comportamento quali sono cosa li determina come si manifestano cosa possiamo fare Parleremo di… Definizioni terminologiche Criteri diagnostici Elementi di neuroanatomia, neurofisiologia, neurochimica, neuropsicologia Strategie pedagogiche Definizione “comportamento” Comportamento come modo di agire e reagire di un organismo messo in relazione con altri o con l’ambiente ovvero L’insieme delle manifestazioni esteriori di un individuo corrispondenti a determinate situazioni psicologiche (personalità) Definizione di PERSONALITA’ La personalità è un concetto tipicamente dinamico. Gli esseri umani affrontano, durante tutto l’arco della loro vita, alcuni nodi cruciali di passaggio necessari per evolvere una maturazione psicofisica adeguata al contesto sociale. Definizione di PERSONALITA’ La personalità si considera formata da due componenti fondamentali: il temperamento e il carattere • Temperamento: insieme delle tendenze innate, geneticamente determinate, dell’individuo a reagire agli stimoli ambientali con determinate modalità anziché altre. • Carattere: complesso unitario e organizzato di forme di vita psichica, che dà un'impronta particolare al comportamento dell'individuo. Come tale il carattere è una struttura risultante da una costante interazione tra individuo e ambiente. Temperamento • • • • • • • Livelli di attività Intensità o grado di energia in una risposta Persistenza o capacità di attenzione Necessità della presenza di altri Qualità dell'umore: irritabilità, facilità a turbarsi o a mostrare emozioni Adattabilità o capacità di adeguarsi ai cambiamenti Caratteristiche dei bioritmi: fasi veglia-sonno, alimentazione, evacuazione Carattere Il carattere si riferisce alle differenze degli individui basate sull’apprendimento e la relazione tra sé e gli altri. È ciò che noi facciamo di noi stessi intenzionalmente. (Cloninger, 1996) TEMPERAMENTO + CARATTERE = PERSONALITA’ comportamento personalità temperamento carattere DISTURBO Un disturbo è una “disfunzione dannosa” (Wakefield 1992) • é caratterizzato da deficit grave o mancanza di adattamento (meccanismi funzionali evolutivi) • produce un danno all’individuo (maggiore mortalità o morbilità o deterioramento delle pricipali attività vitali) • Spesso ha un correlato “neurobiologico” Disturbi del comportamento Difficoltà di controllo e di gestione delle proprie emozioni Compromessa capacità di conformare il proprio comportamento alle richieste dell'ambiente Scarsa capacità di prendere in considerazione il punto di vista altrui Bisogno impellente di soddisfazione delle proprie necessità con pretesa di priorità su tutto e su tutti Rendimento scolastico al di sotto delle competenze intellettive Aggressività,rabbia,oppositività,provocazione,trasgressione delle norme sociali e morali Diagnosi in Psichiatria La diagnosi categoriale, anche se utile per la sua praticità, presenta in psichiatria grossi problemi di validità. Quasi sempre i disturbi psicologici si distribuiscono in un continuum. I disturbi psicologici sono dimensionali e non categoriali (possiamo essere più o meno depressi, più o meno ansiosi..). Le diagnosi in psichiatria spesso scivolano le une nelle altre lungo dimensioni psicopatologiche. Normale/patologico Tutto dipende da dove tracciamo la linea sul continuum Tutti abbiamo qualche tratto di un “disturbo”, ma i soggetti “diagnosticati” si collocano all'estremo DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ADHD DOP DC DISTURBO OPPOSITIVO PROVOCATORIO DISTURBO DELLA CONDOTTA DDAI (Disturbo da Deficit dell’Attenzione/Iperattività) = ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) Di chi parliamo…soggetti che: • • • • • • • • • Hanno comportamenti problematici, sono irrequieti Hanno disturbi del sonno e/o dell’alimentazione Passano da una attività all’altra senza portarla a termine Hanno reazioni imprevedibili ai richiami, litigano con i compagni Fanno i “bulli”...quando vogliono qualcosa non riescono ad aspettare e ...non si arrendono, Non ricordano quello che diciamo loro, sono disordinati, perdono tutto Hanno difficoltà scolastiche, fanno errori Hanno comportamenti pericolosi Sono spesso puniti e diciamo loro ”fai attenzione” frequentemente Bambini che: • • • • Corrono instancabili Passano da un gioco all’altro Perdono i loro giochi Lasciano la merenda a metà e non ricordano dove • Entrano a forza nei giochi di altri bambini • Parlano con tutti Tutti i bambini “normali” presentano uno o più di questi aspetti nell’arco del loro sviluppo e spesso sono delle qualità che permettono di apprendere e di crescere E allora……. Qual ‘ è il confine tra • “normalità” • “problematicità” • “difficoltà” • “disturbo” Tra Bambino INDACO (genio) e Bambino ADHD (“disfunzionale”)? Tutti i bambini possono occasionalmente e in contesti particolari, presentare questi comportamenti Ma Alcuni bambini li presentano in modo Pervasivo e Persistente in tutti i contesti e in tutte le attività : questo comportamento interferisce in modo significativo con il loro funzionamento globale Dubbi ,domande,leggende • • • • • • • • Esiste? E’ un’invenzione dei Medici? E’ un modo per “sanitarizzare” i bambini vivaci E’ un’invenzione per “ridimensionare”i bambini che non si adeguano al conformismo sociale E’ l’ultima scoperta della Società “normalizzante” Sono solo ragazzi maleducati,senza regole La colpa è dei genitori…… E’ un interesse delle case farmaceutiche…. Un po’ di storia • Still (1900) bambini con deficit nel controllo morale bambini con deficit nell’inibizione della volontà condizione fisica non lesionale, ma anormale disturbo specifico dello sviluppo Disordine di Condotta su base costituzionale Inefficacia delle punizioni Evoluzione del l'etichetta diagnostica Non adesione alle condotte sociali: problema morale Disfunzione cerebrale minima/sindrome del bambino iperattivo Adhd Disturbo dello sviluppo dell'autocontrollo (in futuro..) Dimensioni sintomatologiche cardine dell’ADHD Deficit di attenzione Iperattività DISORGANIZZAZIONE Impulsività ADHD Definizione “provvisoria”,sicuramente in futuro cambierà, perchè e “riduttiva” e fuorviante L'attenzione e l'iperattività sono “epifenomeni” non sempre presenti ed il nucleo problematico/patologico è molto più complesso: Disturbo dell'autocontrollo disturbo della “percezione” del tempo,incapacità di attendere Adhd sintomi Difficoltà di mantenere l'attenzione Facile distraibilità Difficoltà nel controllo degli impulsi Eccessiva attività Difficoltà nel seguire le regole e le direttive Eccessiva variabilità nelle risposte alle situazioni Attenzione Capacità di focalizzare,cioè portare e mantenere nel focus attentivo gli stimoli presenti nell’ambiente esterno e di organizzare risposte appropriate Tipi di attenzione • Attenzione sostenuta :sforzo attentivo prolungato nel tempo • Attenzione selettiva: capacità di focalizzare le cose rilevanti ed ignorare i distrattori • Attenzione divisa: mantenere un impegno attentivo di egual peso su due cose • Shift attentivo: spostare l’attenzione da un compito all’altro con prevalenza alternata distraibiltà Il problema non è tanto il ditrarsi ma la difficoltà/impossibilità a ritornare su quello che stavano facendo (shift) Non riescono a portare avanti le attività a lungo come gli altri Non riescono a prestare attenzione alle spiegazioni di argomenti che non interessano e sono distratti da qualsiasi cosa risulti più stimolante ed interessante in quel momento Controllo impulsi Danno le risposte senza riflettere prima che la domanda sia completata Vogliono ciò che vogliono quando lo vogliono Non sopportano l'attesa Non riescono a bloccare i pensieri che non sono collegati al compito che stanno svolgendo.. Disturbo della capacità di inibire le reazioni immediate e utilizzare l'autocontrollo nel presente e nel futuro Non si è sviluppata la capacità di spostare l'attenzione dal qui e ora al futuro Vuole fare quello che gli fa piacere e che gli interessa al momento, scappa da ciò che non lo soddisfa,dà grande importanza alla soddisfazione immediata Per lui è sempre adesso futuro Molte delle azioni che noi facciamo sono pianificate pensando al futuro. Loro agiscono senza “previsione” perchè vivono nel presente. Questi bambini non sono in pace con loro stessi Gradualmente prendono consapevolezza di non essere quello che vorrebbero essere,di non avere il controllo che hanno gli altri su quello che devono fare, di non riuscire ad essere quei bambini che gli adulti vorrebbero. Sono incapaci di gestire l'autocontrollo e la volontà Il disturbo deriva da una scarsa attività di una zona del cervello che quando è funzionante, ci fornisce i mezzi migliori di inibizione del comportamento,di organizzazione,di autoregolazione, di capacità di previsione. Questa difficoltà causata dalla scarsa attività del cervello è dannosa ,insidiosa,e disastrosa per l'impatto che sulle abilità di una persona nel gestire gli impegni giorno per giorno e questo determina un indebolimento del modo in cui il comportamento si dirige versi il futuro della vita PERCHE’? Intermezzo di neuroscienze NEUROBIOLOGIA • Genetica • Anatomia • Neurochimica (neurotrasmettitori) GENETICA • Genoma • Cromosomi • Gene • Locus GENE • Sequenza di DNA codificante (esoni) • Esistono sequenze non codificanti • Non tutte le sequenze codificanti si esprimono e possono coordinare l’espressione genica • In genere codificano proteine (macromolecole) • MUTAZIONE: singolo cambiamento nella sequenza del DNA ENDOFENOTIPI Indici quantitativi del rischio di malattia: marcatori intermedi tra fenotipo clinico e subtrsato biologico neuroanatomia Migrazione neuronale Mediatori chimici • • • • Acetilcolina Noradrenalina Dopamina Ac.-idrossibutirrico (GABA) • Serotonina • Peptidi neuroattivi network Ipotesi interpretative (I) Circuito ganglio-cortico-basale Incapacità di inibire una risposta inappropriata,improvvisa, a favore di un’altra appropriata ma non immediatamente disponibile Ipotesi interpretative (II) Circuito talamo-cortico-basale Il bambino tende a scegliere piccole ricompense immediate invece che maggiori ma ritardate, Prevale l’ ”ora” rispetto al “poi” Ipotesi interpretative (III) • Circuito cortico –cerebellare Deficit di integrazione motoria-percettivotemporale Non sa definire la giusta sequenza di movimenti con cui eseguire una certa azione finalizzata Non sa valutare la dimensione temporale in rapporto al compito da svolgere L’ ADHD è un disturbo neurocomportamentale a: – – – – – eziologia complessa base neurobiologica marcata componente genetica colpisce milioni di individui d’ambo i sessi persiste durante l’adolescenza e l’età adulta in una elevata percentuale di casi – può condizionare impatti negativi su molteplici aree di funzionamento Disturbo da Deficit dell’Attenzione/Iperattività Disturbo evolutivo dell’autocontrollo di origine neurobiologica che interferisce con il normale svolgimento delle comuni attività quotidiane: andare a scuola, giocare con i coetanei, convivere serenamente con i genitori e, in generale, inserirsi normalmente nella società Autocontrollo/Autoregolazione Capacità • Ad impegnarsi in attività senza distrarsi • A ricordare gli obiettivi delle proprie azioni • A compiere i passi necessari per raggiungerli • Si acquisisce con la crescita (nella 1°infanzia funzione svolta dall’ambiente esterno) Si impara a: • Mantenere lo sforzo necessario per raggiungere un obiettivo • Modulare le risorse attentive necessarie al controllo della propria azione • Tenere a bada gli impulsi che allontanano dall’obiettivo • Accettare una gratificazione che non arriva subito • Stare fermi Difficoltà di autoregolazione (I) Comportamento motorio: • • • Difficoltà a star seduto,composto ,fermo E’ goffo,riesce poco nelle attività motorie coordinate Comportamento motorio avventato o pericoloso Difficoltà di autoregolazione (II) Comportamento con gli altri: • Scarsa abilità collaborativa • Non rispetto delle regole nei giochi e nelle consegne • Interpretazioni negativa di interazione neutre o positive Difficoltà di autoregolazione (III) Pianificazione e soluzione dei problemi: • difficoltà a individuare un percorso solutivo,a cambiarlo ad attuarlo • non riconoscono il materiale utile allo scopo Difficoltà di Autoregolazione (IV) Organizzazione e controllo dei processi cognitivi: • problemi nel controllo della memoria di lavoro • difficoltà nel metodo di studio • scarso uso di strategie Difficoltà di autoregolazione (V) Concentrazione ed attenzione sostenuta • difficoltà nella selezione delle informazioni rilevanti di un testo,nel rispetto delle consegne,nel mantenimento prolungato dell’attenzione,nel completamento del lavoro Difficoltà di autoregolazione (VI) Motivazione e fiducia nello sforzo e nell’impegno: • Scarso impegno • Poca motivazione a scuola • Non sa allocare le energie necessarie Difficoltà di autoregolazione (VII) Impulsività • • • • Precipitoso Fatica ad aspettare per parlare Non pianifica prima di parlare o scrivere Disordinato nell’esposizione e nel foglio Difficoltà di autoregolazione (VIII) Gestione delle emozioni: • Scoppi di rabbia • Fatica a tollerare il “no” e l’attesa • Fatica a tollerare i richiami Difficoltà di autoregolazione (IX) Autostima: • Autostima poco modulata • Senso di sé come cattivo bambino/studente • Ruolo di bullo come gratificante Comportamento governato da regole Di norma il nostro comportamento è controllato da direttive ed istruzioni e non da quello che accade intorno a noi. Loro agiscono”senza compito” guidati dagli eventi..mancanza di autoistruzioni Adhd e famiglia Non è l'ambiente familiare cattivo a determinare l'adhd, ma i geni che genitori e figli hanno in comune Non è provato che solo una causa “sociale”(carenze di cure,ambiente stressante,genitori inadeguati..) possa determinare l'adhd Eziologia DDAI COMPONENTE INNATA • Genetica • Neuroanatomia • Neurochimica • Neurofisiologia • Neuropsicologia COMPONENTE APPRESA • No regole o routine domestiche • Ambiente caotico • Atteggiamento frettoloso e impulsivo • Mancato insegnamento del saper aspettare • Esperienze negative per aver atteso • Gratificazione della frettolosità “come per altri disturbi è presumibile che i fattori genetici determinino la predisposizione per il disturbo, mentre l’attivazione di tale predisposizione sia modulata anche da fattori ambientali” I FATTORI AMBIENTALI INFLUENZANO L’ESPRESSIONE E L’ESPRESSIVITA’ DEL DISTURBO!! Eziologia genetica molecolare – I geni associati alle manifestazioni di ADHD comprendono • Geni per il trasportatore e per il recettore di dopamina • Gene per il trasportatore di serotonina – Molti bambini con polimorfismo del gene non sono affetti da ADHD e molti bambini con ADHD non presentano nessuno dei polimorfismi conosciuti Eziologia neuroanatomia •Alcune aree del SNC presentano dimensioni inferiori alla media: – Encefalo (4%): lobo frontale destro (8%) – Gangli della base (6%) Normalizzazione (18 anni) – Cervelletto (12%) Più evidente (18 anni) •Le differenze in volume: – Si manifestano presto ( 6 anni) – Sono correlate alla gravità dell’ADHD – Non sono influenzate dal trattamento farmacologico – Non sono influenzate dalle comorbidità Eziologia Neurofisiologia Riduzione di metabolismo / flusso ematico in • Lobo frontale • Corteccia parietale • Striato • Cervelletto Aumento di flusso ematico / attività elettrica in • Corteccia sensomotoria Attivazione di altre reti neuronali Deficit nella focalizzazione neuronale Eziologia fattori biologici acquisiti –Esposizione intrauterina ad alcool o nicotina –Nascita pretermine e basso peso alla nascita eziologia L'area orbitofrontale e le sue connessioni con il caudato e il cervelletto ci aiutano a tenere a freno il comportamento, mantenere l'attenzione, inibire le risposte, gestire le emozioni e la motivazione, utilizzare il linguaggio interiore per le autoistruzioni Network DOPAMIN ERGICO Lobi frontali Programmazione ed esecuzione dei comportamenti complessi Sono collegati con le aree che regolano le emozioni e la motivazione Controllano • Attenzione sostenuta • Memoria a breve termine • Pianificazione • Correzione degli errori Funzioni esecutive Abilità che ci consentono di coordinare le funzioni cognitive,assicurando flessibilità di comportamento, distribuzione di risorse attentive e pianificazione delle azioni necessarie a raggiungere uno scopo Funzioni esecutive Funzioni cognitive superiori deputate all’esecuzione di qualsiasi compito cognitivo e motorio attraverso una sequenza cognitiva: • Inibizione stimoli e risposte non funzionali • Capacità di automonitoraggio,di valutare e di correggersi • Programmazione di processi decisionali Funzioni esecutive sistema cognitivo di controllo e di esecuzione che guida l’azione e il comportamento umano Funzioni esecutive • Queste competenze sono controllate dalle regioni anteriori del cervello( lobi frontali e nuclei della base) • Esiste un processo di “apprendimento”che sembra far maturare queste zone che sono geneticamente predisposte per svolgere queste funzioni In conclusione: “Evidenze genetiche e neuro-radiologiche : disturbo neurobiologico che coinvolge circuiti cerebrali che collegano la corteccia prefrontale, i nuclei della base, il sistema mesolimbico, il cervelletto e che si manifesta come alterazione dell’elaborazione delle risposte agli stimoli ambientali” ereditarietà La caratteristica dell'inibizione comportamentale o dell'autocontrollo rappresenta un continuum di una capacità umana e differiamo in quello che ereditiamo di essa così come differiamo in quel che ereditiamo di peso,altezza, ecc. Alcuni geni sono stati individuati: (Novelty seeking :D4RD) Epidemiologia Dal 3% al 10 % della popolazione pediatrica Secondo i diversi studi e metodologie Diagnosi (I) Durata i sintomi devono durare da almeno 6 mesi Età dell’esordio alcuni sintomi devono essere comparsi prima dei 6-7 anni di età Deficit funzionali i sintomi devono causare una significativa compromissione (sociale, scolastica, lavorativa) Diagnosi (II) Pervasività il conseguente deficit funzionale deve essere presente in diversi contesti, almeno due (es. scuola, lavoro, casa) Discrepanza i sintomi sono più intensi rispetto a quanto atteso in bambini della stessa età o QI Esclusione i sintomi non devono essere attribuibili esclusivamente ad altri disturbi mentali Diagnosi clinica Neuropsichiatra infantile/Psicologo Colloquio con i genitori Valutazione cognitiva Test Neuropsicologici (memoria,attenzione,pianificazione,impulsività) Scale/questionari specifici (CPRS,CTRS,SDAG,SDAI) Diagnosi Differenziale Vivacità fisiologica Problemi situazionali, ambientali, famigliari. Inadeguato supporto scolastico (lieve ritardo o, viceversa, particolare vivacità intellettiva per programmi scolastici standard) Alterato supporto ambientale, sociale, familiare (ambiente caotico, relazioni intrafamiliari disturbate, abbandono, abuso) Osservazione comportamentale L’ADHD può non evidenziarsi • In situazioni altamente strutturate L’ADHD peggiora • In situazioni non strutturate • Durante attività ripetitive • In situazioni nuove • In situazioni noiose • Quando il paziente è impegnato in attività interessanti • Quando il paziente viene seguito individualmente • In un contesto controllato e sorvegliat • Quando vengono elargite frequenti ricompense • In presenza di molte distrazioni • Con sorveglianza minima • Quando si richiede attenzione sostenuta o sforzo mentale • Durante attività al proprio ritmo ADHD • • • • • • Va differenziato ma può associarsi a: Disturbo specifico di apprendimento Disturbo oppositivo-provocatorio Disturbo d’ansia Disturbo della condotta Sintomatologia ticcosa Disturbo dell’umore Comorbidità ADHD tic disturbo oppositivo provocatorio (ODD) 40% 14% disturbi condotta MTA Cooperative Group: Arch Gen Psychiatry, 1999 umore 11% 4% DSA Equivoci frequenti in relazione all’ADHD • Il bambino ADHD non riesce a prestare attenzione a nulla. • Il bambino ADHD è sempre distratto e iperattivo. • Un bambino ADHD è dispettoso e si oppone sempre a quanto gli viene proposto. • I bambini ADHD sono maleducati. • L’ADHD scompare con l’età. DECORSO DEL DISTURBO Psicopatologia dello sviluppo NEONATI/ BAMBINI 1-3 anni Variazioni temperamentali, disturbi della regolazione e limitato adattamento sociale in associazione con l'interazione genitore/bambino Possibile predittore del DDAI DECORSO DEL DISTURBO Psicopatologia dello sviluppo BAMBINI IN ETÀ PRESCOLARE (3-6 anni) – Ridotta intensità e durata del gioco – Irrequietezza motoria – Problemi associati ed implicazioni • • • • Disturbi dello sviluppo Oppositività-provocatorietà Problemi di adattamento sociale Aggressività ADHD IN ETÀ PRESCOLARE (3-6 anni) Sintomi e problemi da comorbidità • Bambini difficili da gestire • Crisi di collera • Disturbo oppositivo-provocatorio (DOP) • Disturbi specifici dello sviluppo • linguistico • motorio • Disturbi dell’attaccamento • Genitori esausti • Ritardata acquisizione dei prerequisiti scolastici DDAI IN ETÀ PRESCOLARE (3-6 anni) Problemi specifici nella diagnosi/diagnosi differenziale • La diagnosi è più difficile poiché • alcuni criteri diagnostici sono meno applicabili • la richiesta di compiti attentivi è inferiore in età prescolare • i sintomi possono essere mascherati da un comportamento oppositivo o da problemi di interazione genitori-bambino • È particolarmente utile l’osservazione comportamentale DECORSO DEL DISTURBO Psicopatologia dello sviluppo BAMBINI DI SCUOLA ELEMENTARE (6-12 anni) – Distraibilità – Irrequietezza – Comportamento impulsivo e dirompente – Problemi associati ed implicazioni •Disturbi specifici di apprendimento •Comportamento aggressivo •Bassa autostima •Ripetizione di classi •Rifiuto da parte dei compagni/coetanei •Rapporti familiari difficili DECORSO DEL DISTURBO Psicopatologia dello sviluppo ADOLESCENTI (13-17 anni) – Difficoltà nella pianificazione e organizzazione – Inattenzione persistente – Riduzione dell'irrequietezza motoria – Problemi associati •Comportamento aggressivo, antisociale e delinquenziale •Abuso di alcool e droghe •Problemi emotivi ADHD IN ADOLESCENZA Modifica dei sintomi e dei problemi da comorbidità Maggiore gravità di sintomi/problemi da comorbidità Comportamento antisociale • Specialmente in DDAI+DOP/ DC Conflitti genitori-adolescente Impatto di sintomi depressivi Problemi comportamentali e di apprendimento a scuola Condotte pericolose / ricerca di sensazioni DDAI IN ADOLESCENZA Problemi specifici nella diagnosi/ diagnosi differenziale Sintomi principali più difficili da diagnosticare (soprattutto quando il problema principale è l’inattenzione) Alcuni criteri diagnostici sono meno applicabili I sintomi DDAI possono essere mascherati da disturbi della condotta, disturbo borderline della personalità, disturbi affettivi, disturbo da uso di sostanze Sintomi aggiuntivi da comorbidità I resoconti di genitori/insegnanti sono meno attendibili/validi DECORSO DEL DISTURBO Psicopatologia dello sviluppo ADULTI (18 anni o più) – Sintomi residui – Problemi associati: •Altri disturbi mentali •Comportamento antisociale/ delinquenza •Scarso successo nella carriera scolastica e professionale DECORSO DEL DISTURBO Crescenti complicazioni Solo DDAI Età Disturbo Bassa autostima oppositivo Comportamento Scarse attitudini Disturbo distruttivo sociali dell'umore Disturbate Problemi di Comportamento relazioni familiari apprendimento provocatorio Comportamento antisociale Allontanamento dalla scuola Abuso di sostanze stupefacenti Disturbo di condotta Demotivazione Difficoltà di apprendimento DECORSO DEL DISTURBO Deficit psicosociali Sintomi nucleari Deficit funzionali Sé Inattenzione Iperattività Impulsività + Portano a Comorbidità psichiatriche Disturbi dirompenti del comportamento (disturbo della condotta e disturbo oppositivo-provocatorio) Disturbi di ansia e dell’umore Bassa autostima Incidenti e danni fisici Fumo / abuso di sostanze Delinquenza Scuola/ lavoro Difficoltà accademiche/ risultati insoddisfacenti Difficoltà lavorative Casa Stress familiare Difficoltà come genitori Società Scarse relazioni interpersonali Deficit di socializzazione Difficoltà relazionali IMPLICAZIONI • L’ADHD è – Frequente – Interferisce con la vita quotidiana – E’ un peso per l’individuo, la famiglia e la società – E’ spesso complicato da ulteriori problemi È importante riconoscere e trattare precocemente il DDAI Aree di intervento inattenzione famiglia impulsività iperattività scuola Disturbi associati Deficit funzionali coetanei Interventi orientati al bambino • Famiglia : gestione della relazione e del comportamento • Insegnanti: gestione della classe, del comportamento,dell’apprendimento • Psicologi/Riabilitatori: training sulle capacità attentive,sull’impulsività,autoconsapevolezza , autostima • Medici :terapia farmacologica Interventi orientati ai care giver • Parent training ( individuale o di gruppo) • Teacher training Trattamento PSICOEDUCATIVO- ABILITATIVO prevede la stimolazione di specifiche competenze non presenti nel repertorio comportamentale del bambino (avvalendosi anche delle ricerche in ambito neuropsicologico) Scopi e obiettivi del trattamento psicoeducativo/abilitativo – – – – Ridurre i sintomi ADHD Ridurre i sintomi in comorbidità Ridurre il rischio di ulteriori complicazioni Favorire più consapevolezza nel paziente e nell’ambiente rispetto al disturbo – Adattare l’ambiente ai bisogni del paziente – Migliorare le capacità di adattamento tra paziente e contesto (genitori,insegnanti,coetanei) Terapia farmacologica Quando ? La decisione di usare i farmaci si basa su: Severità dei sintomi Risultati negativi nei precedenti interventi terapeutici psico-educativi Eventuale presenza di una comorbilità Efficacia degli interventi • Interventi sul comportamento a scuola – Efficacia a breve termine dimostrata • Parent training – Efficacia a breve termine dimostrata – Scarsa efficacia a lungo termine, specie in bambini con disturbo oppositivo-provocatorio • Psicoterapia con il paziente – se di tipo comportamentale : Efficacia a medio termine • Farmacoterapia – Efficacia a breve termine dimostrata – Efficacia a lungo termine documentata solo fino a 2 anni Efficacia degli interventi 80 68 70 56 Percentuale 60 50 40 30 34 25 20 10 0 Trattamento standard CBT MED MED + CBT Studio MTA farmacoterapia • Ritalin (stimolante-dopaminergico) • Strattera ( noradrenergico) Farmacoterapia effetti collaterali più frequenti STIMOLANTI NORADRENERGICI Cefalea Mal di stomaco Diminuzione dell’appetito Insonnia Capogiri Diminuzione dell’appetito Vertigini Dermatiti Dispepsia La maggior parte degli effetti collaterali sono transitori Perchè trattare con i farmaci? Gli stimolanti e lo Strattera sono i trattamenti più efficaci disponibili per l'ADHD La loro sicurezza è ben consolidata Miglioramenti nel 70% dei casi, normalizzandone il 50% Facilità di somministrazione Si possono utilizzare a lungo termine Utili dove non ci sono caregivers Prescrizione farmacologica regolamentazione (I) • 8 Marzo 2007 - Agenzia Italiana del Farmaco – autorizzazione all’immissione in commercio di Metilfenidato Cloridrato (Ritalin) e Atomoxetina (Strattera) • 19 Aprile 2007 – regolamentazione dell’immissione in commercio: Determinazione A.I.C./N n. 876 per “Ritalin” (cpr 10 mg) ; Determinazione n. 437/2007 per “Strattera” (cps 5-10-18-25-40-60 mg) Prescrizione farmacologica regolamentazione (II) • Indicazioni terapeutiche: trattamento del disturbo da Deficit dell’Attenzione con Iperattività (DDAI) nei bambini a partire dai 6 anni di età e negli adolescenti, come parte di un programma di trattamento multimodale • Condizioni e modalità di impiego: diagnosi e piano terapeutico dei Centri Specialistici individuati dalle Regioni; inserimento nel PHT Prontuario della distribuzione diretta • Monitoraggio accuratezza diagnostica e appropriatezza d’impiego: istituzione di un Registro Nazionale ADHD presso l’ ISS Registro Nazionale ADHD OBIETTIVI • Monitorare la terapia farmacologica • Verificare sicurezza e appropriatezza terapeutica, • Controllare gli effetti a medio e lungo termine • Raccogliere dati epidemiologici DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ADHD DOP DC DISTURBO OPPOSITIVO PROVOCATORIO DISTURBO DELLA CONDOTTA disturbi da comportamento dirompente •Disturbo oppositivo provocatorio •Disturbo della condotta Disturbo oppositvo-provocatorio • Comportamento ricorrente negativista, ostile,di sfida senza gravi violazioni delle norme sociali • Due aspetti prevalenti: collericità tendenza a infastidire e irritare deliberatamente gli altri D.O.P. Sintomi principali : Va in collera Litiga con gli altri Sfida attivamente Si rifiuta di rispettare le regole Accusa gli altri dei propri errori Suscettibile Arrabbiato e rancoroso Dispettoso e vendicativo D.O.P. • Tutti i bambini possono attraversare periodi “oppositivi” • Circa il 5% presentano una franca patologia • L’evoluzione dipende dalla gravità del disturbo e dalle caratteristiche dell’ambeinte di sviluppo ,dalle esperienze di vita Disturbo della condotta Modalità continue di violazione dei diritti fondamentali degli altri,delle norme,e delle regole morali e sociali Quattro categorie di violazioni • Condotta aggressiva che reca danno a persone,animali o cose • Azioni che recano danno alla proprietà altrui • Frode o furto • Gravi e persistenti violazioni delle regole Attenzione! non va confuso il comportamento antisociale dei ragazzi ( circa il 40% ne presentano qualche aspetto) con il DC che è presente in circa il 10%% della popolazione sotto i 18 anni. cause • • • • Fattori biologici Fattori parentali Fattori socioculturali Fattori emotivi e relazionali Eziologia multifattoriale “complessa” grazie