BIO benessere functional food x expo 2015

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FUNCTIONAL FOOD
Mariangela Rondanelli
Dipartimento di Scienze Sanitarie Applicate e Psicocomportamentali,
Sezione di Scienza dell’Alimentazione e Nutrizione Umana,
Facoltà di Medicina e Chirurgia,
Servizio Endocrino-Nutrizionale,
Azienda di Servizi alla Persona di Pavia
I CIBI FUNZIONALI
Per cibo funzionale (FF: functional food) si intende un alimento
capace di indurre vantaggi salutistici, al di là del suo contenuto
nutrizionale classicamente inteso.
In una società come la nostra che chiede vie alternative alla
medicina tradizionale per migliorare la salute e prevenire la
comparsa di malattie, l’inserimento di cibi funzionali in programmi
educazionali e nelle indicazioni comportamentali nutrizionali
diventa sempre più importante.

Backgrounder on Functional Foods. Washington, DC: International Food
Information Council Foundation; 1999.
I CIBI FUNZIONALI
I cibi funzionali contengono una sostanza o un mix di composti che
favorisce una o più funzioni dell’organismo e la prevenzione o il
trattamento di specifiche patologie: essi rappresentano pertanto
un’opportunità di grande rilievo nella medicina del futuro con
riferimento particolare alle implicazioni a carattere preventivo*.
Emerge quindi l’identificazione di cibi che combinano in modo
sinergico aspetti nutrizionali ed aspetti medico-farmacologici,
rendendo così sempre più labile la frontiera fra alimento puro e
semplice e prodotto farmacologico vero e proprio.
* Arai S. Functional foods. Nippon yakurigaku-Zasshi. 1997;110: 7-10.

Farr DR. Functional foods. Cancer Lett. 1997;114(1-2): 59-63.
 Cole
M: When food meets medicine. Food Rev. 1991;6:5-17.
I CIBI FUNZIONALI
Molti sono i termini utilizzati nel mondo anglosassone per
descrivere i prodotti naturali sviluppati per favorire la salute.
Oltre a functional food,vengono utilizzati ad esempio
“nutraceutical”, “pharmafood”, “designer food”, “vitafood”,
“phytochemical” e “foodaceutical”, medical foods,...
Per definire un functional food le condizioni essenziali che si
richiedono sono:
 è un cibo (quindi non capsule o tavolette o polvere)
 deve essere consumato come componente della dieta
quotidiana (quindi non deve essere un’integrazione)
 una volta ingerito deve presentare una funzione
peculiare, che va a regolare una particolare funzione
dell’organismo, quale ad esempio:
 migliorare le fisiologiche difese immunitarie
dell’organismo,
 prevenire specifiche patologie,
 controllare le condizioni psico-fisiche,
 rallentare il fisiologico processo di
invecchiamento.

Goldberg I. Functional foods. Chapman & Hall, New York, 1994.
I CIBI FUNZIONALI
In accordo ad un recente parere espresso dalla ADA americana
(American Dietetic Association) i cibi funzionali devono essere
considerati utili quando vengono consumati come parte di una dieta
variata, in modo regolare e in quantità tale da garantire
l’introduzione di dosi efficaci.

Position of the American Dietetic Association: functional foods. J Am Diet Ass
1999; 99:1278-1285.
IL FUTURO DEGLI ALIMENTI:
GLI ALIMENTI FUNZIONALI
1
Attualmente le molecole maggiormente studiate per rendere funzionale
un cibo sono le seguenti:
CAROTENOIDI
 a-carotene (carote)
 b-carotene (frutta e ortaggi)
 licopene (pomodori, carote)
 luteine
FLAVONOIDI
 Antocianidine (frutta)
 Catechine (tè)
 Flavoni (frutta, ortaggi)
FITOESTROGENI
 Isoflavoni (soia)
 Lignani (segale, lino, ortaggi)
TANNINI
 Proantocianidine (mirtillo,
cacao)
IL FUTURO DEGLI ALIMENTI:
GLI ALIMENTI FUNZIONALI
FENOLI
Acido caffeico (frutta, agrumi,
ortaggi)
Acido ferulico (frutta, agrumi,
ortaggi)
INDOLI, ISOTIOCIANATI,
GLUCOSINOLATI
 sulforaphane (crocifere)
SAPONINE
(soia e derivati)
PEPTIDI BIOATTIVI
 Casomorfine (latte)
 Caseinfosfopeptidi
2
IL FUTURO DEGLI ALIMENTI:
GLI ALIMENTI FUNZIONALI
FIBRE
 Insolubili (crusca)
 Solubili (frutta ed ortaggi)
 b-glucani (avena)
ACIDI GRASSI
Omega-3 (pesci)
 Acido linoleico coniugato
(formaggi)
PROBIOTICI
Microrganismi vivi:
lattobacillus casei,
bifidobacterium acidophilus,..
PREBIOTICI
 Carboidrati indigeribili
3
Attualmente il Giappone
rappresenta il leader mondiale
nello sviluppo delle tecnologie di
produzione dei “functional food”
In questa nazione
è infatti presente
una specifica
legislazione inerente
lo sviluppo,
la produzione e la messa in
commercio dei“functional food”.
II.AA.RR,. Servizio di Nutrizione
In Giappone è presente da sempre una cultura dove
gli alimenti vengono considerati una forma di
Medicina, capace di condizionare,
sia in senso positivo che in senso negativo, la salute
Il progetto “functional food” inizia nel 1984 quando
il Ministero dell’Educazione, della Scienza
e della Cultura giapponese finanzia
un progetto di ricerca
dal titolo:
“Analisi statistica e
valutazione panoramica
sulla nutrizione”
II.AA.RR,. Servizio di Nutrizio
Nel 1986 vengono riportati i primi dati
preliminari inerenti questa ricerca, la quale
individua le tre funzioni che il cibo esplica a
livello dell’organismo umano:
 la funzione primaria, la quale è rappresentata dal
valore intrinseco nutritivo del cibo stesso;
 la funzione secondaria, la quale è rappresentata
dalle caratteristiche organolettiche del cibo;
INTRODUZIONE
 la funzione terziaria, la quale è rappresentata dai
benefici che i nutrienti presenti nel cibo possono
determinare sull’organismo umano, quali ad
esempio la protezione rispetto a particolari
patologie (prevenzione dei tumori, riduzione del
rischio di patologie cardiovascolari, prevenzione o
trattamento del diabete, riduzione dell’ipertensione,
prevenzione
dell’osteoporosi,
riduzione
dell’ipercolesterolemia,…).
Si sviluppa quindi in Giappone
una specifica legislazione
inerente lo sviluppo, la
produzione e la messa in
commercio di questi cibi funzionali. Le
caratteristiche peculiari che un “functional food”
deve presentare per essere approvato dalla
legislazione giapponese e poter quindi essere
autorizzato ad avere la seguente etichetta:
“this is food for specified health use”
sono :
Farr DR. Functional foods. Cancer Lett 1997;114(1-2):59-63.
1 Giugno 1993
data di approvazione
del primo “functional food
riso ipoallergenizzante
IIAARR, Servizio di Nutrizione
e questo primato viene detenuto dal riso: infatti
il primo “functional food” legalmente approvato è
il riso ipoallergenizzante destinato ai soggetti
affetti da reazione allergica alla globina, una
frazione proteica contenuta nel riso (9). Molte
varietà di riso rientrano nella categoria dei cibi
funzionali per la fisiologica presenza nel chicco di
molecole aventi attività positive sulla salute: ad
esempio nel riso nero sono presenti elevate
quantità di antociani, molecole con spiccata
attività antiossidante.
9) Ikesawa Z, Ikebe T, Ogura H, Odajima H, Kurosaka F, Komatu H, et
al. Mass trial of hypoallergenic rice (HRS-1) produced by enzymaytic
digestion in atopic dermatitis with suspected rice allergy. HRS-1
Research Group. Acta Dermato-Venereologica 1992;176:108-12.
Ad oggi in Giappone 78 alimenti sono stati
legalmente approvati come “functional food”.
Inoltre, il Giappone ha costantemente aggiornato
la sua legislazione in merito ai “functional food”
nel 2001 e ancora nel 2005 (10).
Il Riso in oriente, ma anche in occidente è
sinonimo di cibo per la salute; pertanto per dare
un esempio della metodologia di approccio, per
valutare un cibo funzionale dalla prossima DIA,
tratteremo alcune varietà di Riso, considerando
anche la grande diffusione nel mondo di questo
prezioso alimento per la nutrizione umana.
PULA DI RISO
I prodotti con pula di riso hanno manifestato promettente efficacia
nella prevenzione di numerose patologie.
Le sostanze candidate alla responsabilità di questi effetti sono
l’inositolo (e i prodotti correlati a questa sostanza), l’acido ferulico,
il gamma-orizanolo, i tocotrienoli e gli steroli vegetali contenuti
nella pula del riso.

Xu Z, Hua N, Godber JS. Antioxidant activity of tocopherols, tocotrienols and
gamma-oryzanol components from rice bran against cholesterol oxidation
accelerated by 2,2’-azobis (2-8methylpropionamidine) dilhydrochloride. J Agric
Food Chem. 2001; 49:2077-2081.

Kerckhoffs DA, Brouns F, Hornstra G, Mensink RP. Effects on the human serum
lipoprotein profile of beta-glucan, soy protein and isoflavones, plant sterols and
stanols, garlic and tocotrienols. J Nutr. 2002; 132:2494-505.
PULA DI RISO
Le condizioni patologiche in cui un’azione preventiva e/o gli effetti
nutriceutici della pula del riso sono stati dimostrati sono numerose:
l’iperlipemia, la steatosi epatica, l’ipercalciuria, la calcolosi renale
e le patologie cardiovascolari.
Inoltre, deve essere ricordato l’effetto positivo esercitato dal
gamma orizanolo, un composto presente nella pula del riso, che è
un fitosterolo non saponificabile. Questa sostanza induce una
riduzione dei valori di colesterolo totale, di colesterolo LDL, di
Apolipoproteina B e di trigliceridi, migliorando significativamente
il rapporto colesterolo LDL/HDL e ApoB/ApoA .

Yoshino G, Kazumi T, Amano M. Effects of gamma-oryzanolo on hyperlipidemic
subjects. Current Therapeutic Research 1989;45:543-52.

Hegsted M, Windhauser MM, Lester SB, Morris K. Stabilized rice bran and oat bran
lower cholesterolo in humans. FASEB 1990;4:A368.
PULA DI RISO
Infine, vi sono evidenze iniziali di un potenziale ruolo anche nella
prevenzione della cancerogenesi. Un recentissimo studio condotto
sull’animale da esperimento ha dimostrato l’effetto preventivo
svolto dalla pula di riso fermentato dall’Aspergillus Oryzae
sull’epatocarcinogenesi indotta dalla dietilnistrosamina e dal
fenobarbital*.
* Katayama M, Sugue S, Yoshimi N, Yamada Y, Sakata K, Qiao Z, Iwasaki T,
Kobayashi H, Mori H. Preventive effect of fermented brown rice and rice bran on
diethylnitrosoamine and phenobarbital-induced hepatocarcinogenesis in male F344 rats.
Oncol Rep 2003; 10:875-880.
RISO NERO
Le antocianine, pigmenti colorati presenti in vari frutti e vegetali
come coloranti naturali, posseggono proprietà bioattive ben
definite.
Nel riso nero è stata dimostrata la presenza di elevate quantità di
antocianine, in particolare cianidina 3-glucoside e peonidina 3glucoside, riscontrate nell’aleurone per l’85% del totale delle
antocianidine contenute nel chicco intero di riso nero.

Hu C, Zawistowski J, Ling W, Kitts D. Black rice (Oryza sativa L. Indica)
pigemented fraction suppressed both reactive oxigen species and nitric oxide in
chemical and biological model systems. J Agric Food Chem 2003; 51:5271-5277.
RISO NERO
La frazione pigmentata estratta dal riso
nero ha dimostrato di possedere elevate
proprietà antiossidanti e di “scavenger”
di radicali liberi in svariati modelli
sperimentali in vitro con prevenzione
del danno del DNA e della ossidazione delle LDL*.
Inoltre, questo estratto è in grado di ridurre la formazione di
ossido nitrico, un potente produttore di radicali liberi, mediante
soppressione della sintesi di questa sostanza in macrofagi attivati,
senza indurre citotossicità*.
*
Hu C, Zawistowski J, Ling W, Kitts D. Black rice (Oryza sativa L. Indica)
pigemented fraction suppressed both reactive oxigen species and nitric oxide in
chemical and biological model systems. J Agric Food Chem 2003; 51:5271-5277.

Ichikawa H, Ichiyanagi T, Xu B, Yoshii Y, Nakajima M, Konishi T Antioxidant
Activity of Anthocyanin Extract from Purple Black Rice. J Med Food. 2001;4:211-218.
RISO NERO
Gli studi sull’attività antiossidante delle antocianine contenute nel
riso nero sono stati effettuati anche su modelli animali. Nel 2002,
un gruppo di ricercatori cinesi coordinati da Ling WH presso
l’università di Guangzhou, hanno valutato l’effetto della frazione
esterna del riso nero, in conigli trattati con dieta molto ricca in
lardo e di fatto ipercolesterolizzante (HC). Questi dati sono stati
confrontati con quanto osservato in animali trattati con dieta
normale e con un ulteriore gruppo trattato con dieta ricca in lardo
(HC) e con riso bianco.

Ling W, Cheng QX, Ma J, Wang T. Red and black rice decrease atherosclerotic
plaque formation and increase antioxidant status in rabbits. J Nutr 2001; 131:14211426.
RISO NERO
La dieta arricchita in derivato del riso nero ha indotto una
diminuzione significativa dei livelli nel siero e nel tessuto aortico di
composti espressivi di un effetto antiossidante e antiinfiammatorio
come la deossiguanoside (8-OHdG) e la malondialdeide. Mentre il
primo composto appare rispettivamente ridotto del 52% e del 44%
nel siero e nell’aorta, il secondo si riduce del 37% e del 50% nei
conigli trattati con dieta arricchita in riso nero (5 grammi per 100
grammi di frazione pigmentata del riso nero, per 2 mesi di
trattamento).

Ling W, Cheng QX, Ma J, Wang T. Red and black rice decrease atherosclerotic
plaque formation and increase antioxidant status in rabbits. J Nutr 2001; 131:14211426.
RISO NERO
Presso la Scuola di Salute Pubblica di Guangzhou, nella
Repubblica Popolare Cinese, si è dimostrata la capacità della
frazione pigmentata del riso nero di ridurre la formazione di
placche aterosclerotiche.
Questi ricercatori hanno focalizzato l’attenzione su un modello
animale spiccatamente aterogenico, caratterizzato da deficienza di
Apolipoproteina E. Gli animali sono stati divisi in tre gruppi trattati
con una dieta standard o con la medesima dieta arricchita con 5
grammi/100 grammi di frazione pigmentata del riso nero o con riso
bianco.
 Xia
M, Ling WH, Ma J, Kitts DD, Zawistowski J. Supplementation of diets with
black rice pigment fraction attenuates atherosclerotic plaque formation in
apolipoprotein E deficint mice. J Nutr 2003; 133:744-751.
RISO NERO
Il gruppo di animali nutrito con dieta arricchita in frazione
pigmentata del riso nero manifestava una componente
aterosclerotica ridotta del 48% rispetto al gruppo con dieta standard
e del 46% rispetto al gruppo trattato con dieta arricchita in riso
bianco. Anche i livelli sierici di colesterolo così come la
concentrazione di colesterolo nel tessuto epatico e nella aorta
apparivano inferiori nel gruppo trattato con dieta arricchita in
derivato pigmentato del riso nero unitamente ad un incremento
statisticamente significativo dell’HDL colesterolo ed una
diminuzione della componente LDL .
 Xia
M, Ling WH, Ma J, Kitts DD, Zawistowski J. Supplementation of diets with
black rice pigment fraction attenuates atherosclerotic plaque formation in
apolipoprotein E deficint mice. J Nutr 2003; 133:744-751.
RISO NERO
In addizione i topi trattati con derivato del riso nero manifestavano
una minor espressione dei linfociti CD4 ed una più debole
induzione della produzione di ossido nitrico, confermando quindi
che l’inibizione del danno aterosclerotico da parte della frazione
pigmentata del riso nero è attribuibile ad un miglioramento dei
sistemi di accumulo del colesterolo ed una riduzione dello stress
ossidativo e della flogosi.
 Xia
M, Ling WH, Ma J, Kitts DD, Zawistowski J. Supplementation of diets with
black rice pigment fraction attenuates atherosclerotic plaque formation in
apolipoprotein E deficint mice. J Nutr 2003; 133:744-751.
RISO NERO
Anche altri studi condotti sui ratti resi ipercolesterolemici hanno
dimostrato che un’alimentazione a base di riso nero determina un
aumento delle lipoproteine ad alta densità in associazione ad una
riduzione dell’estensione delle lesioni aterosclerotiche.
 Chen
Q, Ling W, Ma J, Mei J. Effects of black and red rice on the formation of aortic
plaques and blood lipids in rabbits. Wei Sheng Yan Jiu. 2000; 30;29:170-2.
RISO NERO
Questi dati suggeriscono che il riso nero, una varietà coltivata in
Cina da più di mille anni che fino al diciannovesimo secolo era
prodotta esclusivamente per l’imperatore e la sua corte, mentre i
poveri lo utilizzavano per gli ammalati, i bambini e le donne prima
e dopo del parto, possa manifestare benefici salutistici associati al
controllo dello stress ossidativo. Questa varietà fino a qualche anno
fa non era coltivabile in Italia, perché non adatta al clima a causa
della sua fotosensibilità ed instabilità. Il riso nero è stato quindi
incrociato con varietà locali allo scopo di ottenere un riso a
pericarpo nero adatto all’ambiente climatico italiano. E’ quindi
stato prodotto, dopo alcuni anni di lavoro per ottenere una linea
stabile dopo gli incroci artificiali, un riso nero, regolarmente iscritto
al registro nazionale con il nome “Venere” e prodotto in alcune
zone del nostro paese.
RISO ROSSO
Il riso rosso contiene procianidina acetilata,
un’antocianina con dimostrate attività
antiradicali liberi. Il riso rosso fermentato
mediante l’azione del lievito Monascus
purpureus è utilizzato in Cina sia come
cibo che come rimedio medicinale da alcune
centinaia di anni, oltre che, sotto forma di
polvere, come colorante per cibi quali formaggi, pesce e bevande
alcoliche. Attualmente numerosi studi condotti in vitro hanno
dimostrato che questo lievito presenta la caratteristica di inibire
l’attività dell’enzima HMG-CoA reduttasi, enzima coinvolto nei
meccanismi che determinano l’aumento del colesterolo.
 Oki
T, Masuda M, Kobayashi M, Nishiba Y, Furuta S, Suda I, Sato T. polymeric
procyanidins as radical-scavenging componenets in red-hulled rice. J Agrc Food
Chem. 2002; 50:7524-7529.
RISO ROSSO
Agli studi in vitro sono seguite esperienze cliniche nell’uomo, che
hanno dimostrato come l’assunzione di riso rosso fermentato per 12
settimane determini una significativa diminuzione dei livelli di
colesterolo totale, colesterolo LDL e trigliceridi ed un aumento dei
valori di HDL.
 Heber
D, Yip I, Ashley JM, Elashoff DA, Go VLW. Cholesterol-lowering effects of a
proprietary Chinese red-yeast-rice dietary supplement. Am J Clin Nutr. 1999;69:231236.

Wang J, Lu Z, Chi J, Wang W, Su M, Kou W, et al. Multicenter clinical trial of serum
lipid-lowering effects of a Monascus purpureus (red yeast) rice preparation from
traditional Chinese medicine. Curr Ther Res. 1997;58(12):964-978.
RISO ROSSO
Il pigmento rosso del riso rosso fermentato in presenza di
Monascus Purpureos fornisce monacoline capaci di inibire la
produzione di colesterolo. Tuttavia, la preparazione e produzione
di monacoline rappresenta un processo biologico che deve essere
controllato e standardizzato in termini di qualità. Heber e
collaboratori hanno recentemente analizzato presso il Center for
Human Nutrition della UCLA di Los Angeles, più campioni di riso
rosso dimostrando una marcata varietà nella quantità di monacolina
presente (da 0% a 0.58% w/w), con evidenza della completa varietà
di 10 monacoline in una sola delle 9 preparazioni testate.

Heber D, Lembertas A, Lu QY, Bowerman S, Go VL. An analysis of nine
proprietary Chinese red yeast rice dietary supplements: implications of variability
in chemical profile and contents. J Altern Complement Med 2001;7:133-9.
RISO ROSSO
Occorre quindi cautela ed attenzione nell’affrontare il problema ed
occorre standardizzare la tecnologia di preparazione del riso rosso
per garantire la disponibilità di supplementi dietetici attivi ed
efficaci e, nel contempo, limitare la produzione di sottoprodotti
negativi della fermentazione, quali la citrinina.
RISO E PREVENZIONE ONCOLOGICA
Di particolare interesse dato il significato epidemiologico e clinico
del problema, è il potenziale ruolo di componenti del riso nella
prevenzione della malattia oncologica. Adom e Liu alla Cornell
University di New York, hanno focalizzato l’attenzione sul ruolo di
fitofarmaci presenti nei cereali integrali. Molte osservazioni
epidemiologiche hanno sottolineato che il consumo di cerali integri
si associa ad una riduzione del rischio per malattie croniche, inclusi
vari tipi di tumore. Tuttavia, gli studi di settore sono complessi in
questo campo anche perché la letteratura epidemiologica ha
costantemente sottostimato questo aspetto, in virtù della assenza di
dati sul contenuto in fitofarmaci dei singoli prodotti alimentari.

Adom KK, Liu RH. Antioxidant activity of grains. J Agric Food Chem.
2002;50:6182-7.
RISO E PREVENZIONE ONCOLOGICA
La maggior parte dei composti fenolici osservati nei cereali
integrali è presente in forma legata (85% nel mais, 75% nel grano,
62% nel riso). L’acido ferulico appare il composto più frequente
nelle granaglie integre testate con componente libera, solubile e
legata, presente in rapporto di 0.1:1:1
Il mais manifesta l’attività più marcata, mentre il riso manifesta una
attività espressa in equivalenti di vitamina C per grammo di cereale
pari a 55,7 (il valore espresso per il mais è di 181.4). La quota in
fitofarmaci legati rappresenta il maggior contributo all’attività
antiossidante totale e può in parte spiegare il ruolo protettivo dei
cereali integrali, incluso il riso, nella prevenzione del cancro del
colon, di altri tumori digestivi, del cancro della mammella e della
prostata.
RISO E PREVENZIONE ONCOLOGICA
Anche gli inibitori delle proteasi che rappresentano costituenti
comuni di molti cereali ed in particolare del riso e del mais hanno
dimostrato proprietà inibenti sulla cancerogenesi sperimentale
mammaria colica e cutanea.
Molte osservazioni epidemiologiche hanno posto in evidenza che
diete ricche in questi alimenti diminuiscono la frequenza di tumori
della prostata, della mammella e del colon nell’uomo.
Pertanto l’integrazione alimentare con alimenti ricchi di inibitori
della proteasi, come il riso, può favorire la prevenzione oncologica.

Troll W, Wiesner R. Protease inhibitors: possible anticarcinogens in edible seeds.
Prostate 1983;4:345-9.
RISO E PREVENZIONE ONCOLOGICA
Gli inibitori di proteasi agiscono anche come antiossidanti in
presenza di promotori dell’oncogenesi e di effetti critici dovuti a
radiazioni ionizzanti.
Deve essere tuttavia ancora definito in modo conclusivo il reale
ruolo protettivo nell’uomo di diete ricche in questi alimenti.
RISO E PREVENZIONE ONCOLOGICA
Studi di particolare interesse sono quelli indirizzati alla valutazione
dell’effetto di una dieta ricca in riso sulla incidenza del cancro della
prostata. Una ricerca condotta su 7999 maschi giapponesi inclusi
nel progetto fra il 1965 ed il 1968 e poi monitorati sino al 1976 ha
portato alla osservazione di 174 casi incidenti di cancro alla
prostata. Il tumore prostatico non appariva associato allo stato
socio-economico, alla scolarità, al tipo di occupazione ed alla
residenza, né era associato al numero di figli, quale misura
“surrogata” della attività sessuale. Consumi elevati di riso e di tofu
erano associati ad un minor rischio di cancro della prostata. Non vi
era correlazione fra cancro prostatico e assunzione di vari nutrienti,
inclusa la quota totale di grassi e proteine.

Severson RK, Nomura AM, Grove JS, Stemmermann GN. A prospective study
of demographics, diet, and prostate cancer among men of Japanese ancestry in
Hawaii. Cancer Res. 1989;49:1857-60.
RISO E PREVENZIONE ONCOLOGICA
Questi dati nel loro insieme, benché non conclusivi, supportano in
modo considerevole il potenziale ruolo protettivo di una
alimentazione ricca in riso ed in particolare di riso integrale, nella
prevenzione delle patologie neoplastiche.
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