Anno scolastico 2016/17
Progetto Scuole Sicure
Ri-PARTIAMO DALLA SCUOLA
informazione e prevenzione
- esperienza di formazione globale sulla legalità -
Criteri di segnalazione in caso di maltrattamento e abuso
QUESTURA DI ROMA
Commissariato di P.S. Sezionale San Paolo
I.
II.
III.
IV.
V.
VI.
VII.
La scuola come osservatorio privilegiato
Definizione abuso e maltrattamento
Tipologie di abuso e maltrattamento
Abuso sessuale
Fattori di rischio /Fattori di protezione
Elementi giuridici: criteri di segnalazione
Indicazioni operative
La violenza sui minori è un fenomeno
trasversale: interessa tutte le fasce
sociali ed è un fenomeno molto
complesso che si inserisce spesso in un
contesto familiare di crisi.
Ruolo educativo
secondo solo alla
famiglia e alla rete
informale di sostegno
L’unico servizio
con il quale tutti i
bambini del
territorio devono
entrare in contatto
I bambini la frequentano
tutti i giorni e per molte
ore al giorno.




Eventi più frequenti di quanto si possa immaginare.
Complessità
di
questi
fenomeni/sistema
multidimensionale di analisi e intervento che
comprende diversi
livelli di azione: livello
psicosociale, clinico, giudiziario e legislativo.
l’abuso all’infanzia è un problema serio di salute
pubblica a livello internazionale di fronte al quale si
interrogano
quotidianamente
clinici,
giuristi,
operatori territoriali e ricercatori;
manca però una definizione di abuso all’infanzia
(soprattutto sessuale) sulla quale tecnici e ricercatori
prestino consenso.
Secondo la definizione dell’OMS, si configura una
condizione di abuso e di maltrattamento allorché i genitori,
tutori o persone incaricate della vigilanza e custodia di un
bambino approfittano della loro condizione di privilegio e si
comportano in contrasto con quanto previsto dalla
Convenzione Onu di New York sui Diritti del Fanciullo del
1989.
Per abuso all’infanzia e maltrattamento devono intendersi
“tutte le forme di cattiva salute fisica ed emozionale, abuso
sessuale, trascuratezza, o negligenza, o sfruttamento
commerciale o altro che comportano un pregiudizio reale
o potenziale per la salute del bambino , per la sua
sopravvivenza, per il suo sviluppo o per la sua dignità,
nell’ambito do una relazione caratterizzata da
responsabilità, fiducia e potere” (WHO, 2002)
Non esistono modelli lineari
che ci permettono di definire
un profilo tipo di bambino/aadolescente abusato/a, di
“abusante” e/o “famiglia
abusante”.
FISICO
ABUSO
PSICOLOGICO
PATOLOGIA
DELLE CURE
INCURIA
DISCURIA
IPERCURA
ABUSO SESSUALE
SINDROME DI MUNCHAUSEN
HELP SEEKER
CHEMICAL ABUSE
MEDICAL SHOPPING
S. DA INDENNIZZO PER
PROCURA
EXTRAFAMILIARE
INTRAFAMILIARE





Pedofilia
Prostituzione minorile
Pornografia minorile
Turismo sessuale
Adescamento on-line grooming
ABUSO O MALTRATTAMENTO FISICO
Si parla di abuso fisico quando
i genitori o le persone che
sono
responsabili
del/la
bambino/a
o
adolescente
eseguono o mettono il/la
bambino/a in condizioni di
subire lesioni fisiche (non
accidentali o causate
da
patologie organiche).
Sulla base della gravità delle
lesioni si fa distinzione:
- di grado lieve
- di grado moderato
- di grado severo
Localizzazioni atipiche delle lesioni (su tessuti
molli o zona retroauricolare; torace, dorso, area
genitale, caviglie…).
 Contusioni che riproducano a stampo la
morfologia del corpo contundente che le ha
provocate (mano, corda, cinghia…)
 Ecchimosi presenti in bambini che ancora non
camminino, o, in bambini più grandi, quando
localizzate nell’addome o torace
 Morsi inferti da adulti (differenza da quelli dei
bambini in cui distanza dai canini inferiore a 3 cm)
 Abrasioni , escoriazioni
 Esiti cicatriziali
 Vibige (frustate)

 Ustioni
da immersioni forzata (a calza o a
guanto)
 Ustioni da sigaretta
 Fratture multiple con diverso stadio di
evoluzione Es.secondarie a manovre di
afferramento e di costrizione;
 Traumi cranici : ematomi subdurali, frattura
cranica, emorragia intraoculare (rappresentano
dal 10 al 20% degli abusi fisici e riguardano
soprattutto bambini al di sotto dei due anni).
 Altre
manifestazioni cliniche distacchi retinici,
emorragie retiniche e preretiniche, perforazione
della membrana timpanica (da schiaffo), lesioni
viscerali (fegato, milza, reni).
 Deficit nella crescita staturo –ponderale
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Discordanza tra la versione fornita e la
gravità del danno;
Scarsa collaboratività;
Minimizzazione;
Indifferenza o eccessiva preoccupazione e
sollecitudine;
Rifiuto o riduttività nel fornire informazioni;
Richiesta di intervento medico per motivi
diversi da quello reale.
Maltrattamento Psicologico
L’abuso psicologico implica una
ripetuta modalità di comportamento o
un episodio estremo, agito da una o
più persone, che comunica al/la
bambino/a di essere sbagliato/a,
senza valore, non amato, non voluto, o
che il suo valore è legato unicamente
alla soddisfazione di bisogni altrui
(American Professional Society on the
Abuse of Children, 1995). La gravità in
questo caso è in stretto rapporto al
tipo di relazione affettiva che
intercorre tra minore e abusante e
allo status di potere che l’abusante
stesso ha all’interno della relazione.
a) rifiutare: azioni verbali e non verbali volte a
sminuire, criticare, umiliare, trattare il bambino
in modo ostile o respingente, mortificarlo o
ridicolizzarlo, etc.;
b) terrorizzare: comportamenti che minacciano di
produrre male fisico, di uccidere, di abbandonare
un bambino o di esporlo a situazioni riconoscibili
come pericolose;
c) isolare: include atti che negano in maniera
consistente per il bambino le opportunità di
soddisfare i suoi bisogni di interagire e
comunicare con coetanei o adulti in casa o fuori
di casa;
d) sfruttare/corrompere: atti che incoraggiano a
sviluppare comportamenti inappropriati e non
adattivi come mostrare, consentire o incoraggiare
comportamenti antisociali (per es., prostituzione,
spettacoli pornografici, iniziazione ad attività
criminali, abuso di sostanze, violenza o
corruzione ai danni di altri) e/o evolutivamente
inappropriati (infantilizzazione, realizzazione dei
sogni irrealizzati dei genitori, etc.);
e) ignorare: fa riferimento agli atti che ignorano i
tentativi e i bisogni del bambino di interagire
(l’essere distaccati e freddi per incapacità o per
mancanza di motivazione, interagire solo se
assolutamente necessario; etc.);
f) trascurare la sua salute fisica, mentale ed
educativa.
I
confini dell’abuso psicologico sono sfumati,
possono
confondersi
con
atteggiamenti
genitoriali inadeguati o con sistemi educativi
rigidi.
 E’ molto importante la variabile culturale.
 E’ spesso non intenzionale (ad es. assistere alla
violenza domestica tra adulti, rif. violenza
assistita).
E’ spesso cronico: più che un singolo episodio, si
registrano frequenza, persistenza e durata del
comportamento abusivo.
 Vuoto
legislativo: non corrispondenza con
categorie giuridiche.

La patologia delle cure si riferisce a quella
condizione in cui i genitori non riescono a
modulare
la
propria
condotta
in
ottemperanza con i bisogni di sviluppo (fisici,
psicologici, medici ed educativi) del/la
bambino/a
utilizzando
modalità
inappropriate e disfunzionali.
 Si suddivide in: Incuria fisica e psicologica;

Discuria; Ipercura.
Si definisce incuria il fornire scarse o carenti cure fisiche, emotive
ed affettive, insufficienti rispetto all’età e ai bisogni evolutivi del/la
bambino/a e dell’adolescente.


Fattori di
Rischio





Vaccinazioni obbligatorie non eseguite;
carie dentali, disturbi visivi o uditivi
non trattati;
disturbi organici e patologie croniche
non adeguatamente considerati e
trattati;
vestiti inadeguati all’età, al sesso, alle
stagioni in assenza di motivi oggettivi;
scarsa igiene e dermatiti recidivanti,
scabbia e pediculosi;
distorsione delle abitudini alimentari
(denutrizione/ipernutrizione) ;
sviluppo psicomotorio ritardato e
rallentamento della crescita, bassa
statura psicosociale.
Caratteristica peculiare di questi bambini è
quella di mostrare un decisivo miglioramento
sia delle condizioni fisiche sia delle
acquisizioni psicomotorie quando vengono
allontanati dalla famiglia, anche se si trovano
in una situazione sfavorevole come un
ricovero in ambiente ospedaliero.


I bambini possono apparire pigri, stanchi, di
scarso rendimento scolastico, iperattivi e con
disturbi dell'attenzione o al contrario inibiti e
tristi; si comportano a volte da
pseudoinsufficienti mentali. Sono soggetti a
frequenti infortuni domestici, spesso non
vengono mandati a scuola.
Inversione dei ruoli: il bambino assume un
ruolo genitoriale nei confronti dei propri
genitori.
Il fornire delle cure in modo inadeguato (anche
in riferimento all’età del/la bambino/a):
 richieste di acquisizioni precoci e prestazioni
superiori per età/possibilità;
 anacronismo delle cure: accudimento tipico di
fasi di sviluppo precedenti a quella effettiva;
 iperprotettività con attenzioni e
preoccupazioni eccessive che limitano il
bambino nell’apertura al mondo.
Si ha quando si attua un’eccessiva
medicalizzazione/attenzione eccessiva allo stato fisico del
bambino (comprende anche la “Sindrome di Munchausen
per procura”, il “Chemical Abuse” e il “Medical - o Doctor Shopping”).
Fattori di
rischio





Ansia legata allo stato di salute
fisica.
Assunzione impropria di medicine,
soffocamento parziale (crisi apnea).
Frequente descrizione di sintomi
fisici/malattie da parte del bambino e
dei genitori.
Conoscenza precoce di parti del
corpo e pratiche mediche.
Disturbi della percezione corporea
Dei genitori
Del bambino
La madre è più frequentemente
l'autrice dell'abuso. Sono donne
che spesso posseggono un grado
di istruzione medio-alto,
appaiono come madri sollecite e
ansiose per lo stato di salute del
Figlio e raccontano volentieri la
storia della malattia del figlio.
Spesso il loro racconto risulta
apparentemente lucido,ma con
frequenti contraddizioni. Il padre
risulta per lo più passivo e
scarsamente presente; non
interviene nell'impedire le
condotte abusanti.
Il bambino tende a colludere
con la propria madre
simulando, a sua volta, uno
stato di malattia. Le
conseguenze psicologiche
possono comprendere:
difficoltà scolastiche;
isolamento, assenza di
interazioni sociali;
percezione corporea distorta;
disturbi e ritardi nella
organizzazione della
personalità e della propria
identità.




 Riferita
a quelle situazioni in cui il/la
bambino/a è testimone di episodi di violenza
domestica.
 Per violenza domestica si intende ogni forma
di aggressione fisica, di violenza psicologica,
morale, economica, sessuale o di
persecuzione (stalking), attuata o tentata
agita all’interno di una relazione intima
presente o passata (Baldry, 2006).



Viene considerato abuso sessuale qualsiasi attività sessuale tra
un adulto ed un/a bambino/a o adolescente, che per ragioni di
immaturità psico-affettiva e per condizioni di dipendenza dagli
adulti, non è ritenuto in grado di poter compiere scelte
consapevoli o di avere adeguata consapevolezza del significato
e del valore delle attività sessuali in cui viene coinvolto.
Le attività sessuali a cui fa riferimento la norma includono sia
rapporti sessuali veri e propri, sia forme di contatto erotico, sia
atti che non prevedono un contatto diretto, come l’esporre il
bambino alla vista di un atto sessuale (abuso sessuale
assistito).
L’abuso sessuale può/deve essere differenziato dal “gioco
sessuale” valutando se sussiste un disequilibrio nel livello
evolutivo dei partecipanti e nel riscontro di un comportamento
di natura coercitiva.
 abuso
sessuale
Intrafamiliare
manifesti
mascherati (pratiche
genitali inconsuete,
abuso assistito)
Denunce infondate o falsi positivi
 abuso
sessuale extrafamiliare;
 abuso
sessuale perifamiliare
Fino ai 6 anni di età
1. Disturbi del sonno
2. Disturbo delle condotte alimentari
3. Lamentele per dolori fisici (cefalea, dolori addominali)
4. Preoccupazioni insolite, paure immotivate
6. Rifiuto nel mostrare il corpo nudo
7. Esplosioni emotive improvvise (pianto, crisi di rabbia, mutismo)
8. Isolamento familiare/sociale
9. Aggressività contro adulti/coetanei
10. Atti di autolesionismo
11. Interesse sessuali e comportamentali sessualizzati inappropriati
all'età, (fisiologiche espressioni dai 3 anni) masturbazione
compulsiva
12. Particolari caratteristiche del gioco
Dai 6 anni in poi in aggiunta ai precedenti
1. Passività, inibizione del pensiero
2. Depressione, isolamento
3. Difficoltà scolastiche
4. Oppositività, provocatorietà
5. Fughe
6. Comportamenti immaturi, regressione fasi
evolutive precedenti
7. Tentativi di suicidio
 Si
possono distinguere fattori protettivi e di rischio
individuali riguardanti la maggiore o minore vulnerabilità
personale allo stress (mediata da fattori neurobiologici,
temperamentali, affettivi, cognitivi), e ambientali, legati a
variabili quali la qualità delle relazioni di attaccamento alle
figure genitoriali, gli stress e i life event precedenti, gli
interventi psicosociali di sostegno e di supporto.

La ricerca psicosociale ha individuato gli indicatori di rischio
(intesi come «campanelli di allarme» che segnalano un rischio
relativo alla salute mentale del bambino ma non lo causano
direttamente) e i mediatori di rischio (fattori coinvolti
direttamente nel processo causale) (SINPIA, 2007, p. 23).
1)






cause sociali
famiglie isolate dal contesto sociale;
difficoltà economiche e/ lavorative,
disoccupazione;
emarginazione sociale, immigrazione, cause
religiose e razziali;
isolamento dalle rispettive famiglie d'origine;
condizioni abitative inadeguate per igiene e
spazi;
famiglia monoparentali (ragazze madri,
separazione e divorzio, vedovanze);







patologia della relazione tra i genitori;
conflitti nella coppia genitoriale con
esposizione dei figli;
età dei genitori (troppo giovane o troppo
avanzata);
inversioni dei ruoli genitoriali;
genitori con pattern di attaccamento
fortemente insicuri/disorganizzati;
promiscuità delle relazioni;
esposizione alla violenza domestica.








psicosi;
gravi disturbi di personalità (borderline);
gravi disturbi ansiosi o depressivi
(depressione post-partum);
tossicodipendenze;
alcolismo;
sociopatie;
insufficienza mentale;
gravi disabilità fisiche o sensoriali.







patologie neonatali;
malattie croniche;
disabilità fisiche e/o psichiche;
deficit di apprendimento;
disturbi del sonno, pianto notturno e diurno;
problemi delle condotte alimentari e/o
sfinteriche;
inibizione o ipercinesia
(Cicchetti e Rizley, 1981; Reder e Lucey, 1995; Montecchi,
1999; Pourtois, 2000).
1. il maltrattamento resta sommerso e non viene
individuato;
2. il maltrattamento è ripetuto nel tempo ed effettuato con
violenza e coercizione ;
3. la risposta di protezione alla vittima nel suo contesto
familiare o sociale ritarda;
4. il vissuto traumatico resta non espresso o non elaborato;
5. la dipendenza fisica e/o psicologica e/o sessuale tra la
vittima e il soggetto maltrattante è forte;
6. il legame tra la vittima e il soggetto maltrattante è di tipo
familiare;
7. lo stadio di sviluppo ed i fattori di rischio presenti nella
vittima favoriscono una evoluzione negativa (Barnett,
Manly e Cicchetti, 1993; Wolfe e Mc Gee, 1994; Mullen e
Fergusson, 1999).
SI DEFINISCE ABUSO SU MINORE:
“ OGNI MALTRATTAMENTO E ANOMALO
COMPORTAMENTO DEGLI ADULTI
LESIVO DELL’INTEGRITA’ FISICA,
SESSUALE E/O PSICHICA DI UN MINORE
CON VIOLAZIONE DELLE ESIGENZE, DEI
BISOGNI ESSENZIALI E DEI DIRITTI
DEL BAMBINO”
La segnalazione all’Autorità Giudiziaria può
essere effettuata da qualsiasi persona o
Istituzione che sia pervenuta a conoscenza di
una situazione lesiva o pericolosa per la salute
fisica o psichica di un minore
- segnalazioni in ambito civile
(situazioni di pregiudizio della salute psicofisica minore)
- segnalazioni in ambito penale
(notizie di reato)
La segnalazione assume un carattere di
obbligatorietà (in caso di notizia di reato)
qualora la persona (o Istituzione) si trovi ad
esercitare una funzione di Pubblico Ufficiale o
di Incaricato di Pubblico Servizio, così come
avviene per insegnanti ed operatori sociosanitari del Servizio pubblico (medici,
psicologi, assistenti sociali).
“Colui che esercita una funzione pubblica in ambito
legislativo, giurisdizionale o amministrativo che sia
disciplinato da norme di diritto pubblico.
In pratica chiunque svolga un pubblico servizio come
dipendente di una Pubblica Amministrazione.
Nell’ambito scolastico sono Pubblici Ufficiali i
Dirigenti Scolastici delle scuole di ogni ordine e
grado, gli Insegnanti, gli Psicopedagogisti.
Nell’ambito sanitario sono Pubblici Ufficiali tutti gli
operatori del settore pediatrico che siano dipendenti
della Pubblica Amministrazione.”
Colui che, a qualunque titolo, presta un pubblico servizio fatta
esclusione per le prestazioni d’opera meramente materiali.
Nell’ambito scolastico, sono Operatori incaricati di Pubblico Servizio
tutti gli operatori dei servizi scolastici privati (insegnanti,
educatori, dirigenti, coordinatori) nonché tutto il personale
educativo assistenziale che opera nella scuola pubblica pur
essendo assunto in convenzione o dipendente da enti privati.
Nell’ambito sanitario e dei servizi sociali complessivamente intesi, sono
Operatori incaricati di Pubblico Servizio tutti i liberi professionisti che
operano privatamente o che operano nell’ambito delle strutture
pubbliche ma con contratti libero-professionali o in convenzione.
• Art. 330 cod.civ.
Decadenza della potestà sui figli
• Art. 333 cod.civ.
Condotta del genitore pregiudizievole ai figli
• Art. 403 cod.civ.
Allontanamento
Segnalazione in ambito civile
(Tutela diretta)
L’operatore sociale e sanitario segnala il minore che a
suo parere e in base alle informazioni che sono in suo
possesso si trova in una situazione di “pregiudizio”.
Si definisce “situazione di pregiudizio” una
qualunque situazione in cui il minore mutua, dal
contesto familiare o extrafamiliare in cui è calato,
uno stato di sofferenza, disagio o carenza che può
incidere negativamente sulle sue potenzialità di
crescita e di sviluppo.

LEGGE 698/75

LEGGE 616/77




LEGGE 833/78: tutti gli operatori sociosanitari nell’esercizio
delle loro funzioni devono vigilare e assumere iniziative a
tutela del minore attivando all’occorrenza l’Autorità
Giudiziaria
LEGGE 184/83: tutti i Pubblici Ufficiali e gli Operatori
Incaricati di Pubblico Servizio sono tenuti a segnalare
all’Autorità Giudiziaria le situazioni di abbandono morale o
materiale a carico di minori
LEGGE 216/91: per le situazioni di grave rischio
l’istituzione scolastica è tenuta alla segnalazione delle
medesime.
a)
Al Responsabile del Servizio Sociale competente
b)
Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i
Minorenni, Commissariato di P.S..


Nel primo caso il Servizio Sociale provvederà ad un
accertamento; nel caso in cui i sospetti contenuti nella
segnalazione dovessero risultare confermati e non sia possibile
aiutare il bimbo con la collaborazione della famiglia, provvederà
a segnalare a sua volta alla Procura Minorile che prenderà
provvedimenti a tutela del minore.
Nel secondo caso, la Procura Minorile chiederà al Servizio Sociale
di fare un accertamento coatto (INDAGINE SOCIOAMBIENTALE)
sulla situazione familiare e a seconda degli esiti di tale
accertamento valuterà se prendere provvedimenti a tutela del
minore.
E’ bene segnalare direttamente alla Procura
presso il TRIBUNALE PER I MINORENNI le
situazioni che appaiono molto preoccupanti




La segnalazione deve essere inoltrata per iscritto e NON può
essere fatta in forma anonima.
Nella segnalazione devono essere citati e descritti tutti gli elementi
che hanno portato l’operatore a formulare l’ipotesi che il bambino si
trovi in una situazione di rischio o pregiudizio.
Quando l’operatore che rileva una situazione di disagio fa parte di
un’istituzione o una organizzazione pubblica o privata la
responsabilità della segnalazione non deve ricadere in toto sul
singolo operatore, ma dovrà essere assunta in modo collegiale
dall’istituzione stessa.
Quando viene inoltrata una segnalazione (civile), è opportuno
informare i genitori del minore.

ART. 331 C.P.P.
Tutti i Pubblici Ufficiali e gli Operatori Incaricati
di Pubblico Servizio SONO OBBLIGATI a
segnalare al Tribunale Penale o alla Polizia
Giudiziaria (Commissariato di P.S.) i reati
perseguibili d’ufficio di cui sono venuti a
conoscenza nell’esercizio delle loro funzioni.
L’art. 331del C.P.P. prevede che qualora gli Incaricati di un
Pubblico Servizio o i Pubblici Ufficiali nell’esercizio delle loro
funzioni abbiano notizia di un reato perseguibile d’ufficio,
debbano inoltrare, “senza ritardo”, denuncia scritta al Pubblico
Ministero o a un Ufficiale di Polizia Giudiziaria.
Anche gli esercenti una professione sanitaria privatamente
hanno l’obbligo di referto, ovvero l’obbligo di riferire al Pubblico
Ministero o ad un Ufficiale di Polizia Giudiziaria tutti i casi che
possono presentare i caratteri di un delitto per il quale si debba
procedere d’ufficio (artt. 365 c.p. e 334 c.p.p.).
Acquisita la notizia di reato, la Polizia
Giudiziaria riferisce a sua volta per
iscritto al Pubblico Ministero
“gli elementi essenziali del fatto e gli
altri elementi sino ad allora raccolti,
indicando le fonti di prova e le attività
compiute, delle quali si trasmette la
relativa documentazione”
(art.347 c.p.p.)
La mancata
segnalazione
costituisce reato di
omissione in atti
d’ufficio
(art. 328 c.p.)
- MALTRATTAMENTI CONTRO I FAMILIARI E
CONVIVENTI (art. 572 c.p.)
condotte non occasionali da parte di genitore o parente che
sono lesive dell’integrità fisica o psichica della persona (tali
condotte “lesive”sono state meglio definite come “quei
comportamenti che rendono abitualmente dolorose le
relazioni familiari”dalla sentenza della Corte di Cassazione
del 16.10.92).
- ABUSO DEI MEZZI DI CORREZIONE (art. 571 c.p.)
infliggere al minore, in modo non occasionale, punizioni
immotivate o che si pongono al di là dei poteri educativi
riconosciuti ai genitori (il genitore ha il dovere di educare il
figlio ma deve farlo nel rispetto della sua personalità e
senza soffocarne le potenzialità individuali).
• Qualunque attività sessuale, anche senza costrizione,
con minore di anni 10;
• Attività sessuale con costrizione fisica o psicologica o
abuso di autorità con minore di anni 14;
• Attività sessuale con minore di anni 16 se chi la
agisce è il genitore, il di lui convivente, il tutore, o altra
persona cui il minore sia affidato per ragioni di cura,
istruzione, vigilanza o custodia.
Nella segnalazione occorre esporre in forma
chiara e sintetica gli elementi osservativi che
hanno condotto al sospetto.
NON DEVONO essere contenuti
approfondimenti o giudizi circa la presunta
veridicità delle eventuali affermazioni rese dal
bambino, o circa la colpevolezza dell’adulto o
degli adulti in gioco.
Tali valutazioni vanno lasciate alla competenza
dell’Autorità Giudiziaria.
Alla Procura della Repubblica
presso il Tribunale
OPPURE
Alla Polizia Giudiziaria
o
alla Procura presso il T. d. M.
Nel caso di segnalazione penale,
NON VALE IL PRINCIPIO DI TRASPARENZA.
Chi inoltra la segnalazione NON può convocare i
genitori e informarli del sospetto di reato che
pesa su di loro;
Tali valutazioni spettano al Servizio Sociale e/o di
Neuropsichiatria infantile e di Psicologia che è stato
informato della situazione.
La telefonata NON sostituisce la segnalazione scritta.


Informazioni raccolte nell’esercizio delle
proprie funzioni (colloqui con il bambino o con i
genitori o altri parenti, confidenze fatte
spontaneamente dal bambino, ecc).
Presenza di segnali fisici o psicologicocomportamentali
(questi
ultimi
se
accompagnati da racconti o confidenze raccolta
dal bambino o dai genitori o altri parenti) di
maltrattamento o abuso notati o rilevati
nell’esercizio delle proprie funzioni.



Presenza di un sospetto “sufficientemente fondato”
Preventiva valutazione clinica e psicosociale (DIVERSA
DALLA INDAGINE GIUDIZIARIA) fondata su:
o segni fisici evidenti
o testimonianza diretta
Non inviare al T.O. segnalazioni fondate soltanto su:
o indicatori
comportamentali
non
corroborati
testimonianze dirette
o testimonianze de relato
da
Una volta inoltrata la segnalazione,
spetta al P.M. disporre gli eventuali
esami fisici in caso di presunto abuso
fisico e/o sessuale e raccogliere le
sommarie informazioni testimoniali
(S.I.T.) previa nomina del C.T.
Presenza di un indicatore fisico/comportamentale/testimoniale
Segnalazione alla Procura del T.O.
Tempestiva raccolta di S.I.T. da parte del P.M. o
della P.G. coadiuvati da consulente
(NPI, psicologo) esperto in psicologia della
testimonianza
ATTIVAZIONE DELLA RETE
Domande?
Commissariato di P.S. San Paolo
Centralino: 06/55501
Fax: 06/5550203
[email protected]
REFERENTI
PROGETTO SCUOLE SICURE
Ispettore Capo Dott. Alessio ZUCCONI MAZZINI
Cell: 3313736611 - Diretto: 06/5550243
[email protected]
Assistente Laura DE GIULI
[email protected]
Agente Frana MOSTACCI
franca. [email protected]