Famiglie problematiche, minori e gruppi socialmente deboli negli interventi di prevenzione alcologica di comunità Umberto Nizzoli Azienda USL di Reggio Emilia Il tema è ancora largamente sottostimato. Il punto di vista assunto è di solito o quello generale (politico sociale) o quello del sintomo psicologico e/o organico del paziente alcolista. Si consideri invece che ad esempio circa il 40% dei pazienti dei servizi psichiatrici, un terzo degli assistiti dei servizi sociali, buona parte dei problemi dell’immigrazione sono alcol correlati. Nei 15 paesi dell’UE si stima (McNeill, 1998) che ci siano tra i 4.5 e i 7.7 milioni di bambini (6.8–11.7% di tutta la popolazione sotto i 15 anni) colpiti da problemi di alcol dei genitori. In Italia 600.000/1.000.000. A Reggio…….. Date queste prevalenze è assolutamente vitale che tutti i professionisti dispongano di strumenti e linee-guida per assistere questi bambini. Molti bambini di famiglie con problemi di alcol sono continuamente esposti a violenza domestica (Peltoniemi, 1986a & b; Sher, 1991; Velleman & Orford, 1999; Klein & Zobel, 2000); e come conseguenza riportano spesso consistenti danni (fisici e psichici). Per esempio in Germania (Klein & Zobel, 2000) 1/3 dei bambini di famiglie con problemi di alcol subiscono regolarmente vioenza o assistono a gravi episodi di violenza su stretti familiari. L’abuso (fisico, sessuale, psicologico) non è una diagnosi, ma una situazione o un evento traumatici i cui esiti clinici non sono né inevitabili né prevedibili. Interagendo con i fattori protettivi e con quelli a rischio (di quello specifico caso in esame) e con le caratteristiche individuali del minore può determinare diversi disturbi psicopatologici, tra cui (ma non solo) il PTSD La situazione di abuso è perciò uno stato complesso che va valutato in modo interdisciplinare. Il Trauma e l’Abuso, il loro ruolo nel minacciare la salute mentale ( da Health Canada, Mental Health Strategy) • • • • • • • • • • genera instabilità emotiva, paura irrazionale, perdita di speranza, perdita di fiducia orrore fino alla paralisi, umiliazione estrema odio I sintomi più ricorrenti Incubi frequenti, Condotte auto-lesive, Depressione, Attacchi di panico, Disturbo d’ansia generalizzato suicidio (idee, TS) Disturbi alimentari; Disturbo da uso di sostanze, alcolismo difficoltà a concentrarsi, ad apprendere e ad esprimersi ricorso più frequente alle cure primarie e/o in urgenza Fattori di vulnerabilità duraturi • • • • • • • Caratteristiche del minore (debolezza o disabilità) caratteristiche dei genitori caratteristiche ambientali Genitori con disturbi mentali Genitori alcoldipendenti Genitori tossicodipendenti Genitori con “doppia diagnosi” Le reazioni nei minori possono evidenziare: pensieri intensivi e ripetitivi disturbi del sonno paura del buio ansia di separazione crisi di rabbia instabilità emotiva difficoltà di comunicazione alterazioni cognitive sentimenti di colpa perdita di prospettive future depressione ansia nei più piccoli compaiono regressione, oppositività, aggressività e distruttività Occorre ricercare e riconoscere gli eventi traumatici e considerarne le implicazioni neurobiologiche e psicopatologiche nella clinica dell’alcolismo per dimensionare trattamenti adeguati e migliorarne gli esiti La gestione terapeutica di pazienti sopravissuti a traumi è particolarmente gravosa sia sul piano comportamentale (discontrollo degli impulsi, autolesività, abusi vari), sia per la fatica emozionale. E’ possibile che la costruzione di relazioni interpersonali significative con i membri dell’équipe e la relazione psicoterapica permettano di costruire esperienze di sé con l’altro non più minacciose e frammentate e che ciò possa ripristinare le funzioni integrative della coscienza e della memoria favorendone la continuità. Il Progetto Ausl di RE “Prevenzione e cura dell’Abuso ai minori” ha 2 assi di lavoro: - Team Multidisciplinare: Sensibilizza servizi e agenzie; fa consulenza a servizi e operatori; cura i casi “gravi e/o difficili” = abuso sessuale e casi gravi; fa formazione; - "Tavolo" interistituzionale”: Provincia, Comune di RE, ASMN, Procura Tribunale Ordinario, Procura Tribunale minorile, Questura, Carabinieri, Provveditorato, Pdls Rilevazione territorio provincia di Reggio Emilia Anno 2003 Tipo di maltrattamento - abuso Utenti in carico Nuovi Utenti Sospetto abuso sessuale 61 7,04% 19 7,54% Sospetto maltrattamento fisico 85 9,82% 30 11,90% 486 56,12% 112 44,44% 11 1,27% 5 1,98% Sospetta abuso psicologico 223 25,75% 86 34,13% Totale 866 100,00% 252 100,00% Sospetta negligenza-trascuratezza Sospetta ipercuria L’Ausl ha attivato (1998) anche i progetti trasversali (con i Comuni nei PdZ): Famiglie multiproblematiche, Inserimento sociale e lavorativo, Minoranze con problemi. oltre ad avere i progetti interservizi: “doppia diagnosi”e alcoldipendenza (Sert) L’ipotesi funzionalista L’uso e l’abuso di sostanze può essere compreso e trattato efficacemente se il singolo soggetto è visto nel contesto della sua famiglia o del suo nucleo stabile di vita. Questo punto di vista attribuisce un ruolo importante nel mantenimento dell’abuso individuale di sostanze ai processi interattivi del sistema familiare. (Klagsbrun e Davis, 1977) L’ipotesi funzionalista Il familiare “malato” (o dipendente) aiuta a tenere insieme la famiglia, soprattutto i genitori, permettendo loro di unirsi davanti alla sua incapacità. Se migliora o inizia a individuarsi, i genitori possono iniziare a litigare o separarsi. Tornando malato o dipendente, permette loro di riunirsi in relazione a lui. In questo senso, è un figlio leale che nega se stesso e soccorre la famiglia. È un salvatore. (M. Duncan Stanton, 1977) L’ipotesi funzionalista • L’alcol e le droghe […] aiutano a mantenere l’equilibrio dinamico, l’omeostasi della famiglia? Aiutano a etichettare un membro come inabile e incompetente, e pertanto incapace di andarsene di casa? Infine, servono come problema che unisce la famiglia a la mantiene intatta, come una catastrofe unisce le persone che la sperimentano insieme? (M. Duncan Stanton, 1979) Psicopatologia sistemico relazionale • Incrocia due aree: psicopatologia individuale e problematiche familiari • Crea una tipologia a gravità crescente del fenomeno dipendenza • A seconda della gravità, sono indicati diversi tipi di intervento terapeutico Terapia strategico-strutturale • I sintomi sono epifenomeni della struttura familiare • Il terapeuta deve entrare nel sistema (omeostatico) per squilibrarlo • L’attenzione terapeutica è sui pattern di relazione osservabili nell’interazione diretta fra i membri della famiglia Terapia strategico-strutturale • • • • Il terapeuta è molto attivo e direttivo È spesso confrontativo e provocatorio In generale lavora con l’intera famiglia Si focalizza sul comportamento immediato all’interno della seduta • Sottolinea le azioni [enactment] all’interno della seduta. Il Programma aziendale Dipendenze patologiche ha introdotto una linea-guida ai servizi (Sert e del privato sociale) perchè, ovunque possibile, la famiglia sia coinvolta nel trattamento Terapia di rete • • • • Non è una terapia della famiglia Non ha un’ipotesi causale della dipendenza Mira innanzitutto a mantenere l’astinenza Coinvolge tutte le persone interessate dei diversi sistemi sociali connessi alla persona dipendente Terapia di rete • Il terapeuta (il gruppo) è coadiuvato nel suo lavoro dai membri della rete, persone vicine al paziente e inserite nel trattamento al fine di fornirgli sostegno e aiutarlo a conseguire l’obiettivo dell’astinenza. Terapia di rete • Con il coinvolgimento attivo e il consenso del paziente, si stabilisce fra il terapeuta, il paziente e i membri della rete un patto implicito di collaborazione; la meta comune consiste nel cancellare il marchio della dipendenza e nel cercare di evitare la trappola della negazione e le ricadute. (Marc Galanter, 1995) Co-morbilità: aspetti terapeutici: “la comorbilità fra più disturbi di Asse I e quella fra un disturbo di Asse I e uno (o, più spesso, più di uno) di Asse II, è significativamente correlata ad una scarsa risposta alla farmacoterapia, ad un aumento delle ospedalizzazioni, ad un allungamento dei tempi di recupero e ad un maggiore rischio di cronicizzazione”. Vella, Aragona (2001) Prospettive • Integrazione non delle tecniche, ma delle visioni teoriche complessive • Visione non normativa delle famiglie dei soggetti dipendenti: – Esiste una pluralità di forme familiari – Esiste una pluralità di dipendenze Prospettive • Economia dei trattamenti: il minimo intervento indispensabile • Accento sull’adesione all’intervento • Lavoro con tutte le persone disponibili (ma solo quelle disponibili) nella rete sociale del soggetto dipendente Daphne, ENCARE, project: Prevenire e ridurre I danni subiti dai minori a causa della violenza familiare, dell’abuso fisico e sessuale e della trascuratezza correlati all’abuso di sostanze (in specie alcol). Aumentare l’abilità dei professionisti nel rilevare e nel curare efficacemente i bambini ed aiutarli a costruire stili di coping adeguati per gestire le relazioni con ambienti a rischio, per proteggersi dai danni e per apprendere a chiedere aiuto. Questi risultati si possono raggiungere crescendo l’attenzione dei professionisti e dei servizi (in ogni piano di azione dei servizi educativi e di aiuto va prevista questo obiettivo = crescere l’empowerment dei bambini e dare loro aiuto a chiedere aiuto). Occorre lavorare all’interno di network multidisciplinari.