Immanuel
progetto filosofia.ppt
esposizione della
critica di Kant
a Elena S.
impaginazione, selezione delle immagini,
scelta e adattamento dei testi di
Giampiero Tre Re
tavola dei contenuti
Una rivoluzione copernicana
Il cielo stellato sopra di me…
Le ragioni della Critica
Critica della Ragion pura
La Critica della Ragion pratica
Esiti della rivoluzione copernicana
Eredità kantiana
Vocabolarietto kantiano
Cronologia
Schemi
-Schema della critica della ragion pura
-Giudizi e categorie
-Categorie, schemi e principi
Schede
-Newton
-Hume
-Rousseau
-Fichte
-Schopenhauer
Introduzione
una “rivoluzione copernicana” in filosofia
Per
Immanuel
Kant il problema
Kant (Königsberg,
di come il 22
soggetto
conoscente
aprile 1724possa
- 12 febbraio
cogliere1804)
formeha
e leggi che
esistono
proposto
indipendentemente
(come egli stesso da
afferma)
esso,
diventa
una rivoluzione
il problemacopernicana
di come il soggetto
del
conoscente
pensiero: pone
come queste
Copernico
forme
aveva
e queste
leggi.
messo
Maal- centro
e qui sta
immobile
la complessità
del
della
proposta
sistema kantiana
planetario
- questa
il sole, attività
che prima
del
soggetto
era concepito
non vanifica
come astro
la realtà
ruotante
esterna
(come
intorno
sealessa
nostro
fosse
globo
unaassieme
creazione
agli
soggettiva);
altri pianeti,alcosì
contrario,
Kant ha
vuole
proposto
stabilire
di e
garantire
stabilire le
il fondamento
sole condizioni
delladi possibilità di
una
conoscenza
conoscenza
neloggettiva
soggettoeche
certa. Per far
questo
conosce
occorre
e nonstabilire
nell’oggetto
i limiti di validità
entro
conosciuto.
i quali tale pretesa di oggettività della
conoscenza rimane legittima.
«Il cielo stellato sopra di me, la legge morale in me»
Dal periodo precritico alla Dissertazione (1770)

In
una
seconda
fasestudia
si verifica
un distacco
da Wolff e un
Il giovane
Kant
presso
il Collegium
avvicinamento
all’empirismo
di Hume.
A questo
periodo
Fridericianum,
allora guidato
dal
massimo
appartiene
l’incipiente
critica della
metafisicaFranz
(SogniAlbert
di un
esponente
del pietismo
dell’epoca:
visionario
spiegati
i sogni della
metafisica).
Introducedalla
il
Schultz.
Qui con
Emmanuel
riceve
un’educazione
concetto di “spazio assoluto” (Sul primo fondamento delle
forte
impronta
religiosa e morale.
regioni
nello
spazio, 1768)
unafase
prima
fasedetta
(detta
pre-critica)
suo

La In
terza
è quella
“critica”.
Kant sidel
dedica
percorso di pensiero
Kant siuniversitario
dedica a riflessioni
scrupolosamente
all’insegnamento
e scrive lesu
sue
tematiche
sul sappiamo
fuoco…).
opere
maggiori. “scientifiche”
Dagli scritti del(sui
suo terremoti,
allievo Herder
che le
sue lezioni
sono impostate
come insegnamento
Comincia
adnon
emergere
nel pensiero
di Kant il
accademico
una filosofia, mascienza
come insegnamento
a
rapportodifondamentale:
naturale-metafisica
filosofare, alla ricerca di un metodo (“zetetica”).
«Il cielo stellato sopra di me, la legge morale in me»
la “Dissertazione” del 1770
Il 1769 fu un anno particolare nella biografia intellettuale di Kant: «mi ha
portato una gran luce», scrive il filosofo. Possiamo far risalire ad allora il
definitivo abbandono del dogmatismo e l’inizio del terzo periodo del suo
pensiero, la “filosofia critica”. Nella “Dissertazione” del 1770 (De mundi
sensibilis atque intelligibilis forma et principiis) «appare ormai acquisito il punto
di vista che sarà proprio della Critica della ragion pura» (M. A. Raschini):
 Distinzione tra mondo sensibile e intelligibile; rispettivamente
“fenomeno” e “noumeno”.
 Fenomenicità come fondamento dell’esperienza
 Tempo e spazio come forme dell’attività spirituale (supposti dai
sensi)
 Autonomia dell’intelletto rispetto all’esperienza per via delle idee
pure, non astratte ma astraenti (le future categorie a priori) di cui
però prendiamo coscienza con l’atto esperienziale
 Il problema di Dio quale fondamento non fenomenico della realtà
fenomenica (Dio)
Le ragioni della “Critica”
Metafisica e scienza
Razionalismo
ed empirismo. Nel diciottesimo secolo le due
principali
epistemologiche
in crisi.
una parte
Uno deiteorie
problemi
che troviamo entrano
trattati nelle
dueDa
maggiori
la“Critiche”
rottura deldiquadro
di ontologia,
epistemologia
Kant è unitario
il rapporto
tra metafisica
e scienze ed
etica
della allora
metafisica
tradizionale
opera
soprattutto della
naturali,
considerate
i duead
campi
generalissimi
della
radicalità
della umana.
critica empiristica
di Hume.
D’altro
conoscenza
Come abbiamo
visto,
negli canto
anni
l’empirismo stesso è in crisi perché la scienza galileiana e
giovanili Kant si era avvicinato alla filosofia naturalistica
newtoniana dimostra l’esistenza di verità di fatto necessarie.
dell’illuminismo, ispirata ai successi scientifici in fisica e in
Hume e Newton. «Hume mi ha svegliato dal sonno
astronomia conseguiti da Newton procedendo dalla rinuncia
dogmatico» ebbe a dire Kant; d’altra parte Kant considerava
ricorso
principi
e spiegazioni
trascendenti
la
leal
leggi
dellaa fisica
newtoniana
oggettive
e necessarie.
In un
descrivibilità
dei
fatti.
Si
era
così
fatto
strada
in
Kant
un
certo senso, però, Kant applicherà il metodo critico alla
ideale di
metafisica
“scientifica” newtoniane,
in senso newtoniano,
ossia
struttura
logica
delle proposizioni
nel tentantativo
metafisica
costituita
entro
stessi
criteri limitativi.
diuna
legittimare
la loro
necessità
di questi
fatto sul
fondamento
di
precise leggi della ragione.
Le ragioni della “critica”
un tribunale della ragione



La ragione sottopone a critica se stessa: se non sia il
mondo “oggettivo” ad adattarsi alle strutture
Il pensiero critico kantiano può così leggersi
conoscitive dell’intelletto piuttosto che il contrario
come una conciliazione di razionalismo ed
(vedi rivoluzione copernicana in filosofia)
empirismo per la via di una radicalizzazione delle
Nella
ricercaautocritiche
di questo ideale
di scientificità
esigenze
ed autolimitanti
delladella
metafisica
confluiscono
anche altridell’affermazione
elementi della
ragione, da
un lato e, dall’altro,
formazione
filosofica
di Kant,
in particolare
lezione
di un realistico
ottimismo
circa
le capacitàladella
dell’illuminismo
filosoficoun’effettiva
tedesco (Wolff)
con il
ragione di conseguire
conoscenza
“metodo
della Nella
fondazione”,
che
consiste
nel costruire
della realtà.
filosofia
critica
kantiana
passo
passo
discorso
filosofico fondando
ogni
trovano
cosìil la
loro espressione
più matura
le
singolo
elemento
sull’accertamento
della
legittimità
istanze empiristiche e razionalistiche della
delfilosofia
precedente.
moderna. Innestando la problematica
Con
l’apporto
dell’empirismo
inglese
Kant cerca
di
posta
da Hume
sull'esigenza
fondazionale
della
superare
anche
il razionalismo
e Leibniz
(per
scuola di
Wolff,
Kant elabora di
unWolff
nuovo
concetto
i quali
la possibilità
di una realtà
data della
dalla sua
di ragione
che influenzerà
granèparte
non-contraddittorietà
formale):
la realtà
non
si riduce
speculazione successiva
a partire
dalla
filosofia
a idealistica
logica.
tedesca.
Le ragioni della “Critica”
Oggettivismo, soggettivismo e filosofia critica
Nel corso della tradizione filosofica si è sostenuto, con l’aristotelismo, che
l’oggetto percepito dai sensi propone all’intelletto delle forme universali che
in qualche modo l’intelletto astrae dagli oggetti singoli; oppure,
platonicamente, che noi possediamo già un deposito di idee innate di cui fa
parte un’idea della "pietrità", che esiste indipendentemente da questa
Quello
particolare
che Kant
pietrapone
individuale
in questione
e cheène
invece
fondaproprio
non solo
sia la
la conoscibilità
natura speculare
ma lae
passiva
stessa possibilità
dell’intelletto
di esistenza.
sia quella sua attività per cui, come voleva Hume, da una
serie
Parimenti
di impressioni
si è sostenuto
che abitualmente
che, quandosisipresentano
individuanoassociate,
nel mondosidelle
trae leggi
per
abitudine
generali, la
il nostro
tendenza
intelletto
a considerare
le conosce
quelle
per induzione
impressioni
daconnesse,
una serie senza
di casiche
nulla
particolari,
(tranneo ilperché
successo
queste
che leggi
questa
sono
abitudine
per così
ci dire
garantisce
stampate
nelnell’animo
corso della
nostra
umano,
esperienza
o ancora perché,
conoscitiva)
comeciasseriva
garantisca
Spinoza,
che gli la
oggetti
formadel
e lamondo e le leggi
che
connessione
ne regolano
delle
i rapporti
idee adegua
siano davvero
per naturale
così parallelismo
come li conosciamo.
psicofisico la
forma e la connessione delle cose.
Critica della
Ragion
Pura
giudizi sintetici a priori
«Bisogna prima di tutto cercare il segno che distingue con certezza una
conoscenza pura da una conoscenza empirica» (Kant, Ragion pura)
Una conoscenza empirica, o a posteriori, non contiene in sé il
predicato della necessità. Si può dire, al massimo: “da tutte le
esperienze finora compiute risulta essere così”. La conoscenza a
posteriori è sintetica, cioè fa una sintesi di un soggetto e di un
predicato non contenuto in esso, ma manca di universalità e
necessità.
 Una conoscenza pura, o a priori, è in sé necessaria, come le
proposizioni matematiche o il concetto di “causa”, che contiene
necessariamente il concetto di effetto. Queste mancano però di
possibilità, cioè la loro esistenza non è compresa nel loro concetto,
oppure: la loro esistenza di fatto non è necessaria affinché siano
conosciute
Per esprimere un giudizio valido, che accresca le nostre conoscenze bisogna
che da una parte sia universalmente valido, ma nello stesso tempo possibile:
un giudizio sintetico a priori, in cui il rapporto tra soggetto e predicato non
contenuto in esso sia costante e universale.

critica della ragion pura come
filosofia trascendententale
Avviata in questi termini la filosofia critica si pone come ricerca
delle condizioni di possibilità del giudizio:

«Come sono possibili giudizi sintetici a priori
(dal momento che di fatto la matematica e la
fisica li esprimono)?»
Inoltre, poiché la metafisica mostra di essere una disposizione
naturale della ragione nonostante il fatto che le sue
concretizzazioni storiche siano cadute in palesi contraddizioni:


«Com’è possibile la metafisica come
disposizione naturale?»
«Com’è possibile la metafisica come
scienza?»
Schema dell’indagine
trascendentale della conoscenza
Per rispondere alle precedenti domande occorre uno strumento
col quale procedere ad una fondazione e per così dire ad una
epurazione della ragione da quegli oggetti che non rientrano nei
suoi limiti e nelle condizioni di possibilità delle conoscenza dettate
dalle modalità di funzionamento della ragione stessa. Questo
strumento è appunto la filosofia trascendentale o scienza della
conoscenza a priori.
1
Dottrina trascendentale degli elementi
 1.1 Estetica trascendentale (il senso)
 1.2 Logica trascendentale (l’intelletto)
 1.2.1 Analitica trascendentale
 1.2.2 Dialettica trascendentale
 2 Dottrina trascendentale del metodo (disciplina, canone,
metodo e storia della Ragion pura)
DOTTRINA TRASCENDENTALE DEGLI ELEMENTI
DOTTRINA DEL METODO
Estetica trascendentale
•DISCIPLINA
(Spazio e tempo)
•CANONE
Logica trascendentale
•ARCHITETTURA
Analitica trascendentale
Dei concetti
(categorie)
•Deduzione
“metafisica”
•Deduzione
trascendenta
le
Dei giudizi
•Schematismo
•Principi
•Fenomeno/
noumeno
•STORIA
Dialettica trascendentale (Dio,
l’anima, il mondo)
Concetti
Deduzioni
paralogismi antinomie ideale
dottrina
parte
sezione
libro
Dottrina trascendentale degli elementi/1
Estetica trascendentale/1
La "filosofia trascendentale" ha il compito di stabilire le
condizioni di validità oggettiva e universale di questi
giudizi, e in tal senso si occupa non tanto degli oggetti
conosciuti quanto del nostro modo di conoscerli.
La sensibilità ci porge delle rappresentazioni, che noi
riceviamo sotto forma di sensazioni, ovvero di intuizioni
empiriche.
Lo
e il tempo
Kant non
sono già- che
dati,ci
Maspazio
il molteplice
delleper
intuizioni
empiriche
precedentemente
alla- viene
sensazione,
non
fanno
forniscono
apparenze
unificato
dalle
dueparte
dell’esperienza,
non
sonoeproprietà
delle
cose.e tempo
intuizioni
pure dello
spazio
del tempo.
Spazio
Lo sono
spazio
è "condizione
della possibilità
delle a priori
non
oggetti
di conoscenza:
sono le forme
apparenze"
(perché
qualcosa possa
apparire
mediante
le quali
noi possiamo
unificare
le nostre
all’intelletto
essa
deve
occupare
spazio)
e ilvisione
tempodella
sensazioni. In tal senso Kant si oppone alla
è "ladel
forma
senso
interno",
dell’intuizione
di noi (e
fisica
suodel
tempo,
per
cui si parlava
di uno spazio
e del assoluto,
nostro stato
interno,
e in quanto
tale di tutti
distessi
un tempo)
come
contenitore
generale
formale di tutte le apparenze in
gli"condizione
altri fenomeni.
generale".
Dottrina trascendentale degli elementi/1
Estetica trascendentale/2
I sensi esterni forniscono la “materia”
delle nostre percezioni; la “forma è
costituita dai principi a priori:
SPAZIO e TEMPO:
Nonnoi
derivano
dall’esperienza
Ciòche
percepiamo
non è
degliinoggetti
l’oggetto
sé masensibili
il suo apparire e
non lo
percepiamo
se non
Sono
necessari
inserendolo
nellapresenti
forma anche in
Sarebbero
trascendentale
spazio-tempo
assenza delle
nostre
(fenomeno)
percezioni
Lo spazio
è il principio
Il soggetto
non ne prende
trascendentale
della
che
coscienza se nongeometria
in presenza
da esso
la necessità
a priori
dellatrae
materia
fornita dai
sensidei
suoi esterni
giudizi sintetici
Il tempo è il principio
trascendentale della matematica
(basata sul contare, che implica la
successione e quindi l’intuizione del
tempo)
Dottrina trascendentale degli elementi/2
Logica trascendentale/1 (analitica)
(analitica dei concetti) giudizi e categorie/1
Tuttavia
l’esperienza
percettiva
nonrifarsi
ci permette ancora
Per capire
questa attività
occorre
di
pensare l’oggetto
di cui abbiamo
l’intuizione
empirica.
all’articolazione
kantiana
dei giudizi,
delle categorie,
Tra
colgo una
successione
di eventi (la
degliil momento
schemi e in
deicuiprincipî
(o delle
proposizioni
luce
del sole batte
sulla pietra,
la pietra
emana
calore) e
fondamentali)
dell’intelletto
puro.
Di fronte
ai dati
quello
in cui sononoi
in giudichiamo
grado di affermare
che èdilaquantità,
luce
dell’esperienza
in termini
solare
ha fatto eriscaldare
pietra,
entra in gioco,
qualità,che
relazione
modalità.laCosì
possiamo
dire,
accanto alla sensibilità, l’intelletto, che è la facoltà di
per esempio, che di fronte a noi c’è davvero una
pensare l’oggetto dell’intuizione sensibile.
pietra, che essa è una sostanza che ci appare al
L’intelletto agisce sui dati dell’intuizione (i quali,
tatto
- accidentalmente - come calda e che il calore è
ricordiamolo, ci garantiscono della realtà della nostra
causato
dai raggi
- oppure che se
questai
esperienza):
senzasolari
i dati dell’intuizione
sensibile
pietra
fosse
battuta dalla
si l’azione
pensieri
dell’intelletto
sono luce
vuoti;solare
ma senza
riscalderebbe.
Ma per
enunciare
(o attuare
dell’intelletto, senza
concetto,
le intuizioni
sonocome
cieche.
atto
mentale)
questi giudizi
dobbiamo
per così
L’attività
dell’intelletto
ordinanoi
diverse
rappresentazioni
dire
le intuizioni con
categorie.
sotto"fasciare"
una rappresentazione
comune.
Dottrina trascendentale degli elementi/2
Logica trascendentale/1 (analitica)
(analitica dei concetti) giudizi e categorie/2
Analitica trascendentale
L’oggetto intuito nella facoltà
sensoriale (la materia
apportata dai sensi e informata
dalle forme a priori pure di
spazio e tempo) viene
ricondotto a unità dalla
funzione di unità dell’intelletto.
Questa funzione di unità
corrisponde al “giudizio”,che è
appunto la riduzione (ridurre =
ricondurre) di una molteplicità
di rappresentazioni ad una
sola.
Tavola dei giudizi e delle categorie
giudizi derivano la loro materia dall’intuizione sensibile (percezione +
forme pure di spazio e tempo).
Questi
I
giudizi ricavano invece la loro forma (dunque necessità a priori) da concetti
puri a priori (categorie) che ne determinano anche la distribuzione.
giudizi
categorie
quantità
qualità
relazione
modalità
universali
particolari
singolari
affermativi,
negativi
infiniti
categorici
ipotetici
disgiuntivi
problematici
assertori
apodittici
uno
realtà
inerenza/sussistenza
possibile/impossibile
più
negazione
causalità/effetto
esistenza/non
esistenza
tutti
limitazione
reciprocità
necessità/contingenza
Dottrina trascendentale degli elementi/2
Logica trascendentale/1 (analitica)
(analitica dei concetti) Deduzione trascendentale
•Nell’intelletto è data l’unità
originaria,
non
la molteplicità,
Trovate le
categorie,
bisogna dimostrarne la validità oggettiva, operazione
perché
altrimenti
noi non
che va
sotto il nome
di “deduzione trascendentale”.
“conosceremmo”, semmai
•I concetti puri
dell’intelletto
(categorie) non possono derivare
“intuiremmo”
gli oggetti,
non solo
dall’esperienza,
per ilèfatto
che la superano (come dimostra l’esistenza di
come
fenomeni, come
di fatto,
a priori,
come quelle matematiche o fisiche).
maverità
in quanto
oggetti.
•La funzione
delKant,
giudizio non può mai venire dalla molteplicità
•Come
si vede, unificatrice
questo è per
dell’intuizione
sensibile. Essa
è propria dell’intelletto in quanto
anche
il limite dell’intelletto
umano.
intrinsecamente unità. Questa unità non è la stessa cosa della categoria
•L’io
pensoma
è un
puro pensare.
“unità”,
qualcosa
di più, che le categorie stesse suppongono. Essa è
Esso
può conoscersi
solo allorchédell’autocoscienza. L’intuizione intellettiva
l’originaria
unità trascendentale
si pone
in ha
relazione
al molteplice
che l’io
di se stesso:
l’io penso.
proveniente dall’intuizione
•Ciò si chiama “appercezione”, atto spontaneo dell’io penso.
sensibile.
schema
Dottrina trascendentale degli elementi/2
Logica trascendentale/1 (analitica)
(analitica dei giudizi) Schematismo trascendentale/1
Occorre mostrare, a questo punto, come sia possibile
che le categorie diano una rappresentazione della
realtà oggettiva, come gli oggetti si adattino alle
condizioni di conoscibilità date nell’intelletto.
La capacità di operare sintesi tramite il giudizio e la
funzione di quest’ultimo di sussumere il molteplice
dell’intuizione in concetti generali avviene, secondo
Kant, tramite schemi. Questi sono da una parte collegati
ai concetti puri (vi è uno schema per ogni categoria,
dall’altra alle intuizioni sensibili). Lo schema collega
categorie e intuizione tramite il tempo.
In altre parole, lo schema sarebbe in grado, secondo
Kant, di applicare concretamente le categorie agli
oggetti.
schema
Dottrina trascendentale degli elementi/2
Logica trascendentale/1 (analitica)
(analitica dei giudizi) Schematismo trascendentale/2
Tale
rappresentazione è lo schema trascendentale" (Critica della ragion pura, 2a
Certamente c’è qualcosa nell’intuizione di un dato oggetto, per esempio una pietra o di
ed.,
134che
sgg.).
Seguiamo
tre esempi
kantiani.
un frutto
giustifica
il passaggio
che l’intelletto
deve fare al concetto generico di pietra
e di frutto, ma altrettanto certamente la teoria kantiana non potrebbe ammettere né che
•Di
fronte
all’intuizione
un oggetto
triangolare,
per poterlo empirica
pensare(che
come
la forma
"pietra"
e la formadi"frutto"
siano già
presenti nell’intuizione
è
"cieca" senza
le forme
dall’intelletto),
né che
facciano parte
di quell’apparato
triangolo
debbo
fare provviste
astrazione
dal fatto che
sia isoscele
o scaleno;
lo schema
trascendentale
è costituito
di forme ancora
"vuote".
provvede
unache
regola
per disegnare
un triangolo
in modo da fare astrazione dalle
Benché
in alcuniparticolari.
passi sembri che Kant riservi questa questione alla psicologia empirica
sue proprietà
(la quale si occupa di come l’esperienza si svolge, non di cosa contiene), una risposta a
•Per sussumere l’intuizione di un cane singolo sotto il concetto di cane,
questo problema si può trovare nella teoria dello schematismo trascendentale. Il
l’immaginazione
deve attuare una regola che consenta di tracciare una figura di
problema di Kant è come il contenuto concreto dell’intuizione, che è apparenza e
animale
che tuttavia
dalle
proprietà
sensibili
deiin cani
immagine,quadrupede
possa essereesussunto
sottoastragga
le categorie
(forme
astratte).
Entra qui
gioco la
percepiti
nel
corso
dell’esperienza.
facoltà dell’immaginazione pura, che provvede un termine medio "il quale occorre sia
•Se
ho davanti
una
di cinque
punti ho
un’immagine
del
omogeneo,
da unagli
latoocchi
rispetto
allasuccessione
categoria, e d’altro
lato rispetto
all’apparenza,
in modo
da rendere
possibile
della categoria
Questadel cinque, debbo
numero
cinque;
perl’applicazione
renderla omogenea
con ilall’apparenza.
concetto astratto
rappresentazione
mediatrice deve
pura (priva
di tuttoper
ciò generare
che è empirico),
e
procedere schematicamente
adessere
applicare
una regola
qualsiasi
tuttavia
dev’essere
un lato
intellettuale, e d’altro lato sensibile.
numero,
sia esso da
cento
o mille.
Dottrina trascendentale degli elementi/2
Logica trascendentale/1 (analitica)
(analitica dei giudizi) Il costruttivismo kantiano
Il capitolo dello schematismo costituisce probabilmente la parte più affascinante e
Kant ritiene fondamentale questa attività dell’intelletto, ma la definisce come
promettente della proposta kantiana, e come tale è stato ripensato nel corso degli
"un’arte nascosta nelle profondità dell’anima umana". D’altra parte gli schemi
ultimi due secoli, ma paga la sua forza propositiva con il vago rimando alle
analizzati da Kant sono pur sempre schemi trascendentali, che permettono
strategie di un’arte che rimane per Kant in gran parte ancora "nascosta".
l’applicazione di concetti puri ai dati dell’esperienza. La "costruzione" della figura
Se c’è una costruzione dei concetti empirici, lo schematismo entra in azione dopo
di animale quadrupede (che richiama alla mente alcuni procedimenti studiati oggi
la percezione o interviene prima, a rendere possibile la percezione stessa? E se
dalle scienze cognitive) rappresenta certamente un passaggio dai concetti puri ai
per i concetti puri dell’intelletto (insieme agli schemi che concorrono alla loro
dati dell’intuizione, ma non è ancora la costruzione di quel quadrupede specifico
applicazione) si può pensare a una loro immutabilità e ideale oggettività, si
che è il cane (per non dire della costruzione di quel cane che potrebbe essere un
potrebbe dire lo stesso di una attività costruttiva di concetti empirici che, per
pastore tedesco o un pechinese).
esempio, deve far fronte anche alla possibilità di pensare oggetti sconosciuti
Sino a qual punto si può parlare di uno schematismo attraverso il quale si
(come per esempio una nuova specie animale o un nuovo elemento chimico)? Gli
"costruiscono" concetti empirici?
schemi dei concetti empirici dovrebbero essere perfezionabili, capaci di adeguare
nuovi dati dell’esperienza, altrimenti non ci sarebbe crescita del sapere. Lo
schematismo dovrebbe dunque essere un’arte segreta che si sviluppa e arrichisce
il decorso storico.
Dottrina trascendentale degli elementi/2
Logica trascendentale/1 (analitica)
(analitica dei giudizi) Princìpi dell’intelletto puro
L’intelletto applica
«“Quando
il sole illumina
le categorie
la pietra,
basandosi
essa sisui principî dell’intelletto puro. Non
riscalda”.
può
pensare
Questo
la pietra
è unintuita
semplice
che giudizio
come quantità estensiva, ne coglie lo stato
percettivo
termico
secondo
ed è privo
diversi
di necessità;
gradi d’intensità,
per
riesce a pensare alla pietra solo
quantoa spesso
come
sostanza
io e
che
altri
permane
abbiamoalpercepito
di sotto della variazione dei suoi stati
ciò, le percezioni
termici,
pensa la causalità
si trovanodell’azione
collegate asolare
quel in termini di successione
modo solo abitualmente.
temporale,
ritiene il fenomeno
Se dico
reale
invece:
perché
il è collegato con le condizioni
sole riscalda
materiali
dell’esperienza,
la pietra (è causa
e lo ritiene
del possibile anche in futuro perché l’ipotesi
riscaldamento)
si
accorda con le
alla
condizioni
percezione
formali
si aggiunge
dell’esperienza.
il
concetto intellettivo di causa il quale pone
una connessione necessaria fra il concetto Si è quindi passati da un giudizio
dei raggi solari e quello del calore; così il percettivo soggettivo (che richiedeva
giudizio sintetico diventa necessariamente solo il collegamento logico delle
percezioni in un soggetto pensante)
universale e quindi oggettivo, e da una
ai giudizi d’esperienza, che
semplice percezione si tramuta in
pretendono a un valore universale.
esperienza» (Kant, Prolegomeni 20).
quantità
qualità
giudizi
categorie
universali
unità
particolari
pluralità
singolari
totalità
affermativi
realtà
negativi
negazione
infiniti
limitazione
schemi
principi
numero
assioma dell’intuizione:
tutte le intuizioni sono quantità estensive
grado
anticipazione nella percezione:
in tutte le apparenze il reale possiede una quantità
intensiva
analogie dell’esperienza
relazione
categorici
sussistenza/inerenza
permanenza del reale nel tempo
permanenza della sostanza
ipotetici
causalità/effetto
successione del molteplice
successione temporale secondo causalità
disgiuntivi
reciprocità
simultaneità delle determinazioni
simultaneità secondo la legge reciproca
postulati del pensiero empirico in generale
modalità
problematic
i
possibilità/impossibilità
accordo tra la sintesi di diverse
rappresentazioni
ciò che si accorda con le condizioni generali
dell’esperienza è possibile
assertori
esistenza/non
esistenza
esistenza in un determinato tempo
ciò che è collegato con le condizioni materiali
dell’esperienza è reale
apodittici
necessità/contingenza
esistenza in ogni tempo
ciò il cui collegamento col reale è determinato da
condizioni universali dell’esperienza esiste
necessariamente
Dottrina trascendentale degli elementi/2
Logica trascendentale/2 (dialettica)
Le idee della ragione
Malgrado le notevoli differenze tra le due edizioni della prima Critica, Kant
ha stabilito che il noumeno, il sostrato dei fenomeni che ci appaiono, è una
pura idea negativa, un concetto limite.
Quello che l’intelletto può pensare, e a cui può applicare l’insieme delle
categorie, è solo l’apparenza offertaci dall’esperienza, e ogni tentativo di
estendere l’azione dell’intelletto fuori dall’esperienza è privo di senso.
Quindi quei concetti che la ragione è portata a formulare prescindendo
dall’esperienza, e che Kant chiama idee, quali il mondo come unità, l’anima
o Dio stesso, non possono essere pensati dall’intelletto. La parte della
Critica della ragion pura intitolata "Dialettica trascendentale" è la parte
distruttiva in cui Kant dimostra l’impossibilità di parlare delle idee della
ragione.
schema
Dottrina trascendentale degli elementi/2
Logica trascendentale/2 (dialettica)
L’anima e il mondo
L’idea dell’anima nasce dal tentativo di applicare
all’io penso come pura forma trascendentale la
categoria della sostanza, che invece è applicabile
solo nell’ambito dell’esperienza.
L’idea del mondo come totalità di fenomeni
(oggetto della cosmologia tradizionale) dà luogo a
veri e propri conflitti della ragione con se stessa
(antinomie della ragion pura): siccome l’idea stessa
del mondo eccede i limiti della nostra esperienza, e
quindi il nostro intelletto non può averne
conoscenza, è impossibile dimostrare (1) sia la
finitezza che l’infinità del mondo (nel tempo come
nello spazio), (2) la sua divisibilità o indivisibilità,
(3) se ci sia una causalità libera o solo una
causalità della natura, (4) se il mondo dipenda da
un essere necessario.
Dottrina trascendentale degli elementi/2
Logica trascendentale/2 (dialettica)
L’esistenza di Dio
Gli stessi argomenti valgono per la dimostrazione dell’esistenza o dell’inesistenza di Dio.
Kant riprende le tre prove fondamentali: la prova ontologica (per cui il fatto stesso di poter
pensare un essere a cui competono tutte le perfezioni, compresa dunque anche
l’esistenza, è prova della sua esistenza); la prova
cosmologica, che dalla contingenza del mondo
deduce l’esistenza di un essere necessario; la prova
fisico-teologica per cui si risale dall’ordine del mondo
al suo ordinatore. Tutte e tre richiederebbero, per
essere dimostrate, che si applicasse l’apparato
categoriale a idee che non appartengono
all’esperienza, e dunque in tutti i tre i casi l’intelletto
legifererebbe, per così dire, a vuoto. Per esempio, si
può predicare l’esistenza solo attraverso un giudizio
sintetico, applicando una categoria della modalità a
un fenomeno di cui ho intuizione; ma di un oggetto di
cui non ho intuizione non posso dire né che esista
né che non esista.
Dottrina trascendentale degli elementi/2
Logica trascendentale/2 (dialettica)
Conclusioni
•“Le condizioni di possibilità dell’esperienza sono ad un tempo le condizioni di
possibilità degli oggetti dell’esperienza”
•Dei suoi concetti a priori (categorie) l’intelletto può fare solo un uso empirico (limitato
all’esperienza), ma mai un uso trascendente (al di là dell’esperienza)
Dimostrare che le idee della ragion pura sono indimostrabili non significa negare che
•Noncostituiscono
sono possibiliper noi dei problemi. Se esse non servono per conoscere alcunché,
esse
–laquesto
psicologia
razionale
(scienza
dell’anima)
non per
cessano
di avere
un uso
regolativo: dobbiamo pensare ai fenomeni del
cosmologia
razionale
(opposta
alla fisica) di un’unica sostanza, bisogna
nostro–la
senso
interno come
se fossero
manifestazioni
–lada
teologia
razionale
(sapereall’altro
scientificamente
se Dio esista
oppure
passare
un fenomeno
naturale
come se esistesse
una unità
delno)
mondo,
bisogna pensare all’esperienza come a una perfetta unità sistematica come se tutto
dipendesse
da unlaunico
creatore.
•Non è possibile
metafisica
come scienza
Le
ideeè della
ragione
non hanno
valore conoscitivo,
maDio,
ci aiutano
a muoverci
un
•Non
possibile
fondarsi
sulla metafisica
(conoscere
il mondo,
il destino verso
dell’uomo)
orizzonte
di ricerca
per costruire
l’eticacontinua, nel tentativo di arricchire sempre più la nostra esperienza.
Dottrina trascendentale del metodo
Kant spiega pertanto l’esistenza di un bisogno naturale della metafisica,
 Nell’ultima parte dell’opera, Kant dimostra che la metafisica non
pur avendone negato la validità nella risoluzione dei suoi tre problemi
solo giunge necessariamente ad esiti autocontraddittori, ma che
fondamentali in sede di speculazione pura (cfr. Dialettica trascendentale).
esitinaturale
sono anche
gli interessi
stessi della
ragione,
Talequesti
bisogno
derivacontro
appunto
dalla relazione
che questi
tre cioè
“il possibile
(Kant).della ragione.
problemi
hannoalla
conlibertà”
l’uso pratico
primaragione,
parte Kant
intende
liberareinlarealtà
ragione
quanto la svia
LeNella
idee della
dunque,
svolgono
unadafunzione
da ciò che
non è oggetto
legittimo
speculazione.
regolativa
del sapere.
Funzione
che sidella
concretizza
nell’architettonica,
ossia
conoscenza
secondo unindividuati
sistema unitario,
 Si nell’organizzazione
tratta di applicare glidella
elementi
della conoscenza,
rispondente
ad un principio
unificante.
La “filosofia
propriamente
questo
nell’”Analitica”,
al loro uso
pratico, che
si articolaè in
tre domande:
sistema: un ideale “cosmico”. Essa ha due oggetti: ciò che è e ciò che
 «Che cosa
cosa le
debbo
fare?
Che
cosa
dev’essere,
perpossiamo
cui da unasapere?
parte siChe
avranno
scienze
della
metafisica
sperare?»
ai dei
tre costumi.
problemi teoretici: Dio, libertà e
dellaposso
natura,
dall’altrainlarelazione
metafisica
anima.
Kant
conclude la Critica della Ragion pura proponendo un ideale di
metafisica come scienza suprema applicata nei legittimi limiti della
conoscenza.
schema
Critica della
Ragion
Pratica
Premessa



Kant deve ora fondare una morale che rispetti le premesse
sistematiche e metodologiche della “Ragion Pura”. In
particolare deve fondare la legge morale nell’ambito legittimo
dell’uso pratico della ragione.
A differenza che nel suo uso speculativo, in cui la pretesa di
prescindere dall’apporto dell’esperienza si è rivelato
illegittimo, la ragione si mostrerà invece capace di esaurire in
se stessa il proprio compito nel suo uso pratico. In questo
senso l’uso pratico della ragione si rivelerà essere l’uso che
le è proprio, perseguendo il quale la ragione può
legittimamente dirsi “pura”.
La “Ragion pura pratica” si applica ai motivi determinanti
della volontà, cioè «la facoltà di produrre oggetti
corrispondenti alle rappresentazioni o di determinare se
stessa, cioè sé come causalità, verso l’attuazione degli
oggetti stessi» (Critica della Ragion pratica, Introduzione).
Dottrina degli elementi/1
Analitica
L’autonomia della volontà/1
Il concetto di autonomia è fondamentale in Kant.
«Rousseau mi ha messo sulla strada giusta» ebbe a dire
Kant, riferendosi proprio all’idea roussoviana di autonomia
I due obiettivi dell’analitica sono:
Determinare
l’autonomia effettiva della volontà dalla
ragione
Determinare i principi oggettivi e quindi universali a priori
della volontà
Dottrina degli elementi/1
Analitica
L’autonomia della volontà/2





La volontà è effettivamente autonoma rispetto alla ragione, visto che la
determinazione della ragione non è spontanea ma implica sempre uno sforzo,
cioè un dovere.
Nel determinare i principi oggettivi della volontà occorre escludere ogni
eteronomia (desiderio, piacere/dolore, sommo bene, amor proprio,
eudemonismo) quali principi determinanti della volontà.
Kant rifiuta le etiche eteronome che concepiscono il principio della moralità
secondo motivi determinanti materiali soggettivi (Montaigne, Mandeville,
Hutcheson) o oggettivi (Wolff, Crusius), e sostiene che solo un principio praticoformale, l'imperativo categorico, può garantire universalità all'agire morale.
Infatti se si cerca un principio universalmente valido, allora si cerca la forma
pura, la condizione a priori della volontà (ciò che nella critica della Ragion pura
è per analogia la forma pura dell’intuizione -spazio/tempo- e del giudizio: le
categorie).
In altre parole cerchiamo una legge che costituisca un imperativo “categorico”,
cioè universale e necessario.
Dottrina degli elementi/1
Analitica
“Tu devi!”. L’imperativo categorico
Gli oggetti della ragion pura pratica. Occorre distinguere,
all’interno del giudizio pratico gli aspetti determinati dalla
materia (“Sono in grado di far questo?”; oppure “Che utilità
ricavo nel far questo?”) da quelli puramente a priori: “E’ lecito
far questo?”. E’ solo questa legge morale “trascendentale”
che può determinare l’autonomia della libertà.
Questa legge è data dall’universalità medesima dell’agire
morale in quanto tale, cioè: «Opera in modo che la massima
della tua volontà possa valere sempre in ogni tempo come
principio di una legislazione universale». In pratica, il dovere
per il dovere. Il dovere come legge di se stesso, prescinde da
ogni altra considerazione a posteriori, ed è, in tal senso,
“puro”, un imperativo “categorico”: «tu devi!».
Non vi è null’altro che possa presentarsi come condizione di possibilità della volontà. Lo
stesso “amore di Dio”, quale ci è comandato nel Vangelo e testimoniato da Gesù, è il modo
ideale e sublime della morale razionale, ideale irragiungibile dalla creatura umana.
Dottrina degli elementi/2
Dialettica della Ragion pratica
I postulati

Dallanecessità
virtù si perviene
al postulato
dell’immortalità
Se
Dalla
e universalità
della
legge morale dell’anima.
scaturiscono
l’oggetto
dell’agire
morale è infinito,
perché
incondizionato,
allora
dobbiamo
conseguenze
necessarie,
ancorché
indimostrabili,
dette
perciò
postulare l’immortalità dell’anima sulla base dell’intenzionalità, che è
“postulati”.
Ecco comedel
si procede:
nell’uomo, all’attuazione
sommo bene
La
legge
morale
incondizionata
è il dovere
di analogamente
conseguire l’oggetto

Dalla
felicità
al postulato
dell’esistenza
di Dio:
dobbiamo
ammettere
unanel
volontà
onnipotente
e infinita capace
di conferire
l’infinitabene.
della volontà
massimo
e incondizionato
modo,
cioè il sommo
felicità
virtùanche felicità che, sebbene contraddittori in questo
Questoall’infinita
è virtù ma
La libertà è anch’essa un postulato perché l’intera vita morale sarebbe
nostro ordine limitato, non lo sono in assoluto, in quanto alla somma
impossibile senza di essa. La discrasia tra ragion pratica (che postula
virtù
compete
la massima
felicità.
l’immortalità
dell’anima,
l’esistenza
di Dio e la libertà) e la ragion pura,
incapace di dare certezza conoscitiva a questi tre postulati è giustificata da
Kant facendo appello all’esigenza di purezza della dell’agire morale. Senza
questa discrasia le azioni conformi alla legge «avverrebbero la maggior
parte per il timore, poche per la speranza, nessuna per il dovere» (Kant).
Dottrina del metodo
della ragion pura pratica
«Per
questa dottrina del metodo s’intende il modo in cui si può procurare alle
leggi della ragion pura pratica un adito nello spirito umano, un influsso sulle
massime di esso, cioè il modo di far anche soggettivamente pratica la ragione
oggettivamente pratica» (Kant).
La
seconda parte della “critica della ragion pratica” è assai breve rispetto alla prima ed
tiene il posto, come si vede, di una pedagogia morale.
Si
tratta di far diventare il giudizio secondo la legge morale qualcosa di connaturato ed
abituale all’agire individuale.
Il
valore morale non dipende dal semplice fatto di compiere un’azione conforme alla
legge ma nell’intenzione di compierla unicamente in ragione del dovere. Per Kant questa
educazione consiste dunque in un’educazione alla libertà dalla soddisfazione dei
bisogni. Agire in vista dell’intrinseca struttura di necessità razionale dell’atto morale,
infatti, dà all’uomo una gioia «proveniente da altra origine», benché l’atto non sia
compiuto, nella sua purezza col fine di conseguire tale gioia.
Esiti della rivoluzione copernicana in filosofia
religione e morale
Come abbiamo visto, Kant viene educato nell’ambito del pietismo, una
corrente del luteranesimo tedesco in cui il rapporto tra grazia e morale
posto in termini conflittuali da Lutero, è risolto insistendo sulla pietà
vissuta, e su una rigorosa pratica morale, privilegiando le ragioni del
cuore e del sentimento. Questo spiega come nella Critica della ragion
pratica Kant ricuperi sul piano della disposizione sentimentale quelle
verità religiose che il suo pensiero critico aveva definito come
indimostrabili. L’universo del noumeno, estraneo alla prima Critica,
 Queste
non
appaionodell’impegno
qui come il risultato
diventaidee
qui la
condizione
morale. di una dimostrazione
razionale ma come un postulato della ragion pratica.
 E’ nell’universo della moralità, in cui afferma la propria libertà, che
 "L’uomo
onesto quella
può ben
dire:
voglio
sia un lo
Dio"
(Critica
della
ragion
l’uomo ritrova
idea
di io
Dio
a cuiche
la vi
ragione
chiama
ma
di cui
pratica
I, 2,non
2, 8).poteva
Come dare
le idee
della ragion pura
erano condizioni
l’intelletto
dimostrazione:
la moralità
ci chiamadel
a un
progresso
conoscitivo,
così
i
postulati
della
ragion
pratica
sono
le
condizioni
progresso infinito che non sarebbe possibile senza ammettere
dell’impegno
e del nostro
infinito
La moraledella
l’immortalità morale
dell’anima,
l’esistenza
delperfezionamento.
mondo come dominio
kantiana
porta ae un
di fede
razionale,
che non
è conoscenza
libertà umana
Dioatto
come
garanzia
dell’unione
finale
di virtù e felicità.
intellettuale, ma è in ogni caso fondata a priori.

Esiti della rivoluzione copernicana in filosofia
il pensiero politico di Kant
Questa severa morale del dovere ispira anche le
concezioni politiche di Kant, che è un convinto
assertore del cosmopolitismo (unificazione politica del
genere umano) e della pace perpetua.
In questo breve scritto politico, Kant fa appello
all’universalità dell’autonomia della ragione quale
condizione di possibilità di una pace perpetua.
Le condizioni politiche di tale pace sono: la
costituzione di una federazione mondiale di regimi
repubblicani rette da un diritto cosmopolitico.
Si tratta, come si vede, di una trasposizione sul piano
delle relazioni tra collettività politiche dei gudagni
fondamentali della critica della ragion pratica:
l’autonomia, il carattere incondizionato e universale
del dovere morale.
Esiti della rivoluzione copernicana in filosofia
Il giudizio estetico


La funzione della Critica del giudizio è, come accade nella “Ragion pratica”,
quella di ricuperare sul piano del sentimento quelle verità che sul piano
dell’intelletto ci sono precluse.
Essa rappresenta un momento di cerniera tra le speculazioni
settecentesche sul gusto, una idea fondamentalmente neoclassica della
bellezza, e la visione romantica sia del genio come essere eccezionale che
del sublime come sentimento eroicamente aristocratico (di cui l’uomo rozzo
si dimostra incapace). Ma bisogna sottolinearne anche alcuni elementi che
ce la rendono forse più vicina delle due opere precedenti.
L’eredità kantiana
Idealismo tedesco, Schopenhauer
Hegel ha criticato profondamente sia le posizioni
Nel porsi come superamento dei limiti
Il problema drammatico del criticismo kantiano è come definire universale e
teoretiche che quelle concernenti la morale
di
conoscitivi
tracciati da Kant e del dualismo
oggettiva
(e
quindi
sicura)
una
conoscenza
in
cui sono forme pure dell’intelletto
Kant. Nonostante ciò, Hegel ha sempre avuto
lasciato
aperto
dalsostanza
pensiero ilcritico,
il
a
provvedere
legittimità
ai
fenomeni
intuiti:
in
buona
problema
del
una profonda ammirazione per Kant e nonromanticismo
ha
e
la
sua
massima
espressione
rapporto
fenomeno
e noumeno.
mai
negato iltra
fatto
che le problematiche
filosofica, cioè l’idealismo, prendono le mosse
Nonostante
la soluzione
deduzione (cioè fondazione) delle nostre
dell’idealismo
affondano
le loroofferta
radici nella
da Kant stesso. Nel primo periodo della
possibilità didella
conoscenza,
rimane difficile dire come le forme della soggettività
sull’oroginalità
filosofia kantiana.
filosofia
di Johan
Gottlieb Fichte
si scorge
siano garanzia di conoscenza oggettiva)
A meno
di considerare
le forme
della
l’influenza
kantiana.
Nel
passaggio
dal
Insoggettività
perfettta simmetria
col
suo
disprezzo
per
- ciò che Kant rifiuta - o l’adattamento quasi naturale della nostra
Hegel
Schopenhauer
considerainKant
il filosofo
criticismo
all’idealismo,
Fichte
vede
nell’io
mente a leggi preesistenti
natura,
o un insieme
di "stampi"
la cui
universalità
più
tuttifatto
i tempi
e da
unastati
sua posti
penso
nonnostra
solo unmente
principio
formale,
è originale
garantitadidal
che
sono
nella
dallo
stessoattivo e
personalissima
lettura
della è
contrapposizione
trase e in
della
in quanto
limitato un
legislatore della
natura
impossibileconoscitivo
dire
cherealtà
misura,
non rimanga
fenomeno e noumeno imposta la sua
dall’esistenza
in sé
della
realtà
è
divario tra fenomeno e noumeno. Tra
la cosa come
essa
è in
sé estessa,
il modocome
in cui
gnoseologia soggettivistica.
per Kant, ma anche un principio materale e
è percepita dal soggetto conoscente.
dunque di assolutezza, di infinità, di creatività
cui si deve la realtà stessa.
L’eredità kantiana
Kant e il novecento filosofico
Rispetto alle due maggiori “Critiche”, la Critica del giudizio introduce un tipo
di conoscenza ipotetica e congetturale, il cui modello potrebbe incorporare
gli elementi di costruttivismo della “Ragion pura” - nel senso che anche la
costruzione di nuovi modelli conoscitivi a opera dello schematismo
trascendentale
sarebbe
un “come
Parlando
dell’influenza
di Kant
anchese”.
sul novecento non si può dimenticare
 l’interpretazione
L’intero universo
della conoscenza
si porrebbe
sotto
il segno
di una
heideggeriana
della “Ragion
pura”.
Anche
se, per
sequenzalasempre
perfettibile
di «rimane
giudizi riflettenti,
Heidegger,
riflessione
kantiana
orientatache
nelpropongono
senso della leggi a
una natura che pare resistente a rivelarsi come cosa in sé.
comprensione del tempo ordinaria e tradizionale, il che impedisce a Kant di
 Ma questa prospettiva, ben presente in molta filosofia contemporanea, è
elaborare il fenomeno della “determinazione trascendentale del tempo” nella
certamente solo una delle suggestioni di cui siamo debitori a Kant.
struttura e nella funzione proprie di esso», in Essere e tempo Heidegger
descrive Kant come il primo e l’unico pensatore ad aver connesso
l’interpretazione dell’essere al fenomeno del tempo e ad essersi
incamminato, anche se solo per un breve tratto, sulla via della ricerca della
dimensione della temporalità.

vocabolarietto kantiano








A priori/a posteriori
Autonomia
Categorie
Concetto/giudizio
Critica/criticismo
Fenomeno/noumeno
Giudizi analitici/sintetici
Imperativo
categorico/ipotetico









Intuizione
Io penso
Limite
Materia/forma
Puro
Rivoluzione copernicana in
filosofia
Trascendentale
Tempo/spazio
Validità
Cronologia/1-4 (epistemologia)
Epistemologia
Alexander Kant,
Gottlieb
Baumgarten,
Metafisica
Immanuel
L'unico
argomento
possibile per una dimostrazione...
Immanuel
Kant,
Prolegomeni
a
ogni
futura
metafisica...
-Halle, 1739 1763
-Königsberg,
Immanuel
Kant,
Intorno
alla
forma
e
ai
principî
del mondo sensibile...
-Riga,
-Esce 1783
lascritto
Metaphysica
che
costituisce
un compendio
della filosofia
Wolff, di cui Baumgarten
uno dei
più
-Nello
precritico
Der
einzig mögliche
Beweisgrund
zu einerdiDemonstration
des Daseins èGottes
Kant,
-Königsberg,
1770 zu einer jeden künftigen Metaphysik, die als Wissenschaft wird auftreten können che
-Escono
i
Prolegomena
fervidi seguaci.
La metafisica
è caratterizzata
scienza in
delle
qualità delle
cose
conoscibili
senzae la
criticando
l'uso della
logica quale
preteso organocome
dimostrativo
metafisica,
discute
la prova
ontologica
espongono
in
modo
divulgativo,
attraverso
un
procedimento
espositivo
analitico,
il
contenuto
della
prima
fede. Ad essa eè propone
premessauna
la gnoseologia
che sidella
articola
in due
sottosezioni:
ed estetica.
La dall'idea
Metafisica di
cosmologica,
versione riveduta
prima
in cui
l'esistenza, logica
da predicato
inferito
-Kant precisando
presenta la la
dissertazione
Desintetico
mundi sensibilis
atque
intelligibilis forma
et principiis
in occasione
Critica,
funzione
del
a
priori
nel
ragionamento
sperimentale.
Nell'opera
Kant della
Baumgarten
verrà adottata
da Kant
come manuale
per lepossibilità.
sue lezioni a Königsberg.
possibile
di perfezione,
diventa
condizione
stessa della
nomina aa Hume
ordinario
di logica
e metafisica.
Distinguendo
tra conoscenza sensibile e intellettuale e articolando
riconosce
il merito
di averlo
svegliato
dal sonno dogmatico.
la prima in materia e forma, Kant individua nello spazio e nel tempo le forme pure a priori della sensibilità,
Christian August
Crusius,
Schemadei
delle
veritàdella
di ragione
necessarie
Immanuel
Kant, Sulla
distinzione
principî
teologia
naturale...
guadagnando
così il punto
di vista
critico-trascendentale.
Immanuel
Kant,
Critica
della
ragion
pura
(seconda
edizione)
-Lipsia, 1745(?), 1764
-Königsberg
-Riga,
1787
-Esceun
l'Entwurf
notwendigen
Vernunftwahrheiten.
QuilaCrusius
rifiuta ilüber
deduttivismo
della metafisica
di
-Per
concorsoder
bandito
dall'accademia
di Berlino, esce
Untersuchung
die Deutlichkeit
der
Immanuel
Kant,
Critica
della ragion
puraopera
(prima
edizione)Alla confutazione dell'idealismo problematico di
-Kant
redige
la
seconda
edizione
della
sua
maggiore.
Wolff e negader
chenatürlichen
quello di non
contraddizione
un principio
universale
di ogni
conoscenza.
Altri principî
Grundsätze
Theologie
und der sia
Moral.
In essa Kant
chiarisce
le peculiarità
metodiche
della
-Riga, maggio
1781ora quella dell'idealismo berkeleyano. Kant amplia l'introduzione e l'estetica
Descartes
si
affianca
sono infatti approfondendo
presenti nel nostro
comescritto
fondamento
conoscenza.
KantViene
discuterà
questa
dottrina
metafisica,
temiintelletto
trattati nello
L'unicodella
argomento
possibile.
inoltre
ribadita
la
-Esce la prima riscrive
edizioneladella
Kritik trascendentale
der reinen Vernunft,
la prima
delle tre celebri
critiche
di Kant,dei
in cui la
trascendentale,
deduzione
e
aggiunge
l'osservazione
generale
al
sistema
nella Ricerca
distinzione
dei metafisica
principî della
teologia
naturale. analitico e sintetico rispettivamente.
diversità
dei sulla
procedimenti
della
e della
matematica:
ragionee la
segna
a se stessadelle
i suoi
limiti e le suedipossibilità.
Conformemente al principio che la possibilità
principî
confutazione
dimostrazioni
Mendelssohn.
fondante di ogni conoscenza va ricercata nella sua forma, Kant individua gli elementi formali della
Storia di
universale
della chiariti
natura econ
teoria
deldella
cielometafisica
Immanuel Kant, Sogni
un visionario
sogni
conoscenza
(Dottrina
degli elementi)
e ne
determina
l'uso
possibile
Immanuel
Kant,
Primi
principî
metafisici
della
scienza
della
natura (Dottrina del metodo).
1755
-Königsberg, 1765
-Riga,
-Esce 1796
anonimo
dedicato
a Federico
II lo scritto di erläutert
carattere durch
scientifico
Allgemeine
Naturgeschichte
und
-Kant
redige lo escritto
Träume
eines Geistersehers,
Träume
der Metaphysik,
in cui ironizza
-Con
i
Metaphysische
Anfangsgründe
der
Naturwissenschaft
Kant
ritorna
ai
suoi
interessi
scientifici.
Theorielades
Himmels,
capolavoro
del giovane
Kant che
qui propone
la sua ipotesi
cosmogonica
sulla
contro
metafisica
di il
Wolff
e di Crusius
che vengono
assimilate
alle visioni
spiritistiche
di Swedenborg.
Attraverso
un'analisi
del
concetto
di
materia,
Kant
cerca
infatti
di
dar
conto
della
parte
pura
della
fisica
formazione del
sistemacritica,
solareKant
da una
nebulosa originaria,
affrontando
nel contempo
la questione
della con
Anticipando
la svolta
caratterizza
la metafisica
come scienza
dei limiti
della ragione
l'obiettivo
di saldare
il scritti
sistema
critica
a quello della
scienza,
una costruzione metafisica unitaria.
conciliabilità
tra
meccanicismo
e teleologia.
umana.
Come
in altri
deldella
periodo
è ravvisabile
l'influenza
di in
Rousseau.
Cronologia/2-4 (etica)
Etica
Immanuel
della ragion
pratica
ImmanuelKant,
Kant,Critica
Osservazioni
sul sentimento
del bello e del sublime
Friedrich
Heinrich
Jacobi,
David
Hume,
sulla
fede
o idealismo e realismo
-Riga,
1788
-Königsberg,
1764
-Lipsia,
-Esce
la1787
seconda
Critica di Kant,
Kritik
der des
praktischen
Nella celebre
opera di filosofia
-Escono
le Beobachtungen
überladas
Gefühl
SchönenVernunft.
und Erhabenen
che contengono
-Jacobi
pubblica
David
Hume,
über
den
Glauben,
oder
Idealismus
und
Realismus,
che
reca
in
morale
Kantindicazioni
rifiuta le etiche
eteronome che
il principio
secondo
importanti
sull'orientamento
dellaconcepiscono
prima etica kantiana.
In della
questomoralità
scritto, che
rivela
appendice
il
saggio
Sull'idealismo
trascendentale
che
avrà
una
fama
straordinaria.
Al
centro
dell'opera
motivi
determinanti
materiali
soggettivi
(Montaigne, Mandeville,
o oggettivi
(Wolff,
l'influenza
di Shaftesbury,
di Burke
e di Mendelssohn,
Kant pone aHutcheson)
fondamento
della morale
il
sta
il
tema
della
conoscenza
e
del
suo
rapporto
con
la
fede,
già
abbozzato
negli
Spinoza-Briefe.
ll
Crusius),
e sostiene
che solo eundella
principio
pratico-formale,
l'imperativo categorico, può
sentimento
della bellezza
dignità
della natura umana.
terreno
di
confronto
è
qui
la
filosofia
di
Hume
e
di
Leibniz,
ma
soprattutto la filosofia critica di Kant.
garantire universalità all'agire morale.
Immanuel Kant, Fondazione della metafisica dei costumi
Immanuel
Kant, Ladel
religione
-Riga, primavera
1785 nei limiti della semplice ragione
-Jena,
1793
-Kantprimavera
pubblica del
il suo
primo scritto (post-critico) di etica Grundlegung zur Metaphysik der
-Esce
DiePartendo
Religiondall'assunto
innerhalb der
der blossendella
Vernunft
e per il delle
contenuto
del saggio
Kant
Sitten.
cheGrenzen
la giustificazione
legittimità
prescrizioni
etiche
entra
in contrasto
conailpriori,
governo
prussiano.
In quest'opera
di filosofia
religione
risiede
in principî
Kant
muove dalla
moralità comune
perdella
innalzarsi,
conKant sostiene
che
la moralità,analitico,
lungi dall'aver
bisogno
sostegnoquale
della religione,
è da essa presupposta,
procedimento
al concetto
di del
autonomia
supremo principio
fondante.
capovolgendo così a favore della moralità il rapporto fondazionale tradizionalmente riconosciuto ai
due ambiti.
Cronologia/3-4 (filosofia della storia-politica)
Filosofia della storia - Politica
Immanuel Kant, Risposta alla domanda: che cos'è l'illuminismo?
Georg Wilhelm Friedrich Hegel, Spirito del cristianesimo e il suo destino
-Berlino,Kant,
1784Per la pace perpetua
Immanuel
-Francoforte
sul Meno, 1798 circa
-Kant redige
lo scritto1795
di filosofia della storia sull'illuminismo Beantwortung der Frage: was ist
-Königsberg,
settembre
-Nel soggiorno a Francoforte,
sotto l'influsso di Hölderlin, Hegel evolve il proprio razionalismo
Aufklärung?.
Nell'opera
Kant
caratterizza l'illuminismo
come l'uscita
dell'uomo
dallo stato
diKant
-Esce
Zum
ewigen
Frieden.
Ein
philosophischer
saggio
filosofia
della storia
in cui
kantiano in speculazione idealistica
e teologica. Entwurf,
Nell'inedito
Der di
Geist
des Christentums
und
sein
minorità, contrassegnato
dall'incapacità
di
della propria
ragione.
L'emancipazione
per
polemizza
posizione
di Rousseau.
Lavalersi
pace perpetua
- intesa
come
politica della
Schicksal,contro
in cui la
il mondo
moderno
è interpretato
come dominato
dalleunica
scissioni
Kantpratica
è attuabile
stato moderno
epolitica
a questo
proposito
egli ravvisa
in FedericolaIIcostituzione
l'iniziatore
ragion
- si nello
basa
sull'accordo
traHegel
e morale,
e richiede
tre condizioni:
(soggetto/oggetto,
singolo/universo),
affida
alla religione
cristiana,
fondata sul concetto di
di tale rinnovamento.
repubblicana
dei singoli Stati,
la federazione
amore, la comprensione
unitaria
del mondo. degli Stati tra loro, il diritto cosmopolitico.
Immanuel
Kant,
Idee di una
universale...
Immanuel
Kant,
Metafisica
dei storia
costumi
Georg Wilhelm
Friedrich Hegel,
Fede e sapere
-Berlino, 1784
-Königsberg,
-Jena, 1802 1797
-Escono
le Ideen zu
allgemeinen
Geschichte
weltbürgerlicher
Absicht
di della
Kant,virtù)
una che
-Esce
la Metaphysik
dereiner
Sitten,
articolata
due
parti in
(dottrina
del diritto
dottrina
-Nell'articolo
Glauben
oder
Wissen,
oderin
Die
Reflexionsphilosophie
der eSubjektivität,
pubblicato
sul
filosofia
della
storia
in
nove
tesi
attorno
al
principio
di
un
avvento
progressivo
del
diritto.
I
contengono
la formulazione
più sistematica
delle dottrine
di Kant.nelle
La
Kritisches Journal
der Philosophie,
Hegel riprende
le critichepolitiche
a Fichte ee giuridiche
Kant già formulate
principî
newtoniani
trattati
nella
Monadologia
sono
applicati
da
Kant
alla
condotta.
Nell'opera
metafisica
la scienzacollocandole
pura della condotta;
offre
un sistema
compiuto
doveri,
Differenzedei
fracostumi
Fichte eèShelling,
in un piùessa
ampio
contesto
storico:
le loro dei
filosofie
sono
comparel'applicazione
il tema rousseauiano
della fecondità
dellealla
passioni,
ilumana.
tema giusnaturalistico e la
indagando
dell'imperativo
categorico
realtà
infatti l'espressione di quel "principio di soggettività" che si è manifestato nella riforma protestante
contrapposizione tra società civile e naturale.
e nell'illuminismo.
Cronologia/4-4 (estetica)
Estetica
Moses
Mendelssohn,
Considerazioni
sul sublime...
Friedrich
von Schiller,
SulManuale
patetico di estetica
Johann
August
Eberhard,
-Berlino,
1757
-Germania,
-Halle,
1803 1793
- 1805
-Escono
le Betrachtungen
über Über
das Erhabene
und Naive
in den
schönen
Wissenschaften.
-Nel
saggio
di estetica
teatrale
das Patetische,
Schiller
siesprime
ispira
alle
teorie credo
-Escono i 4 volumi
dell'Handbuch
der Ästhetik,
in cui Eberhard
il proprio
Qui
Mendelssohn,
al
pari di sostiene
Shaftesbury, la
usa
i concetti estetici
delsofferenza
bello e delfine
sublime
filosofiche
Kant.
L'autore
rappresentazione
della
a se nel
estetico.
Perdilui
la bellezza
non è una che
caratteristica
oggettiva delle
cose, ma è data
descrivere
morali,
anticipando
le Osservazioni
di Kant.
Inoltre,
precorrendo
stessa non ièpersonaggi
lo
scopo ultimo
tragedia.
L'arte
tragica
per
oggetto
la tale
dall'adeguarsi
dell'oggetto
alledella
capacità
rappresentative
delha
soggetto.
Chiama
punto di
Burke,
distingue il del
bello
dal sublime e- discute
ièvari
sentimenti
che concorrono
a
rappresentazione
sovrasensibile
ciò
che
al
di
là
dell'intelletto
e
della
ragione
-e
vista "finalismo soggettivo". L'idea che scopo dell'arte sia di risvegliare le passioni piacevoli
caratterizzare
la complessità
dell'esperienza
deveper
inoltre
fornire
un dai
legame
tradil'individuo
eestetica.
il mondo,
sarà
lo più
rifiutata
cultori
estetica, Kant
incluso.tra libertà e necessità.
Immanuel
Kant,
CriticaSul
delsublime
giudizio
Friedrich von
Schiller,
-Berlino,
Libau,
1790
-Germania,
1801
-Esce
la Kritik
der Urteilskraft,
cuidas
Kant
completaSchiller
il sistema
della alle
critica
indagando
-Nel saggio
di estetica
teatralecon
Über
Erhabene
si ispira
teorie
di Kant. la
Il
funzione
relativa
facoltà
giudizio.
Distinguendo
in determinanti
e riflettenti,
sublime nasce
daldella
distacco
di del
fronte
ai fenomeni
naturali,i giudizi
travolgenti
e irresistibili,
e
concentrandosi
questi
ultimi, l'opera
si articola
in individuale.
due parti che
sono rispettivamente
rispetto
ai quali la su
mente
conserva
la libertà
di azione
L'insegnamento
della
dedicate
una sorta
critica
giudizio
e a una critica deldell'attore
giudizio tragico
teleologico.
tragedia èa una
di del
stoicismo
cheestetico
deriva dall'osservazione
nell'atto
di opporre la libera volontà alla sofferenza.
Isaac Newton
Sir Isaac Newton (Woolsthorpe-by-Colsterworth, 25 dicembre 1642 – Londra, 20
marzo 1727[1]) è stato un filosofo, matematico, fisico e alchimista inglese. Citato
anche come Isacco Newton, è considerato da molti una delle più grandi menti di tutti
Newton fu il primo a dimostrare che le leggi della natura governano il movimento della
ie
tempi.
Fu
Presidente
della
Royal
Society.
Terra
degli
altri
corpi
celesti.
Egli
contribuì
alla Rivoluzione scientifica e al progresso
Nei Principi Newton tratta lo spazio e il tempo come enti assoluti ma, come già aveva fatto
della teoria
eliocentrica.
A Newton
si deve
anchedel
la sistematizzazione
matematica
delle
Galilei,
riconosce
in una certa
misura
la relatività
moto. Egli dice infatti
che il moto
leggi
di Keplero
sul movimento
dei pianeti.
Egli
generalizzò
queste
leggi
intuendo

Universalmente
notorispettivamente
soprattutto
per ila suo
contributo
alla
meccanica
classica,
—
assoluto
si deve misurare
dei punti
immobili
ma
che,
come
scriveche
neièle
orbitenota
(come
comete)
potevano
esseredinon
solo ellittiche
agliquelle
scolaridelle
di tutto
il mondo
la "storiella"
Newton
e la mela,ma
—anche
Isaac Newton
Principia:
iperboliche
e paraboliche
contribuì
in maniera fondamentale a più di una branca del sapere. Pubblicò i

«
Non
esistono
luoghi
immobili
salvo quelli
che
dall'infinito
e perdescrisse
l'infinito la
Philosophiae
Naturalis
Principia
Mathematica
nel
1687,
nella
quale
L'opera
più
influente
di
Newton
fu
senza
dubbio
Philosophiae
Naturalis
Principia
conservano
uni rispettouniversale
agli altri, determinate
posizioni
; e così
rimangono
legge di, gli
gravitazione
e, anni
attraverso
le
sue leggi
del
moto,
creò isempre
fondamenti
Mathematica,
per
i
successivi
trecento
valido
e
attendibile
testo
scientifico
per la
immobili
e
costituiscono
lo
spazio
che
chiamiamo
immobile[10]
per
la
meccanica
classica.
Newton
inoltre
condivise
con
Gottfried
Wilhelm
Leibniz
meccanica classica. La loro pubblicazione avvenuta nel 1687 è considerata da molti la la
Questa
osticafisica
definizione
è accentuata
siavolta
dal linguaggio
dello
scienziato,
sia dalla grande
paternità
dello
sviluppo
del
differenziale.
nascita
della
moderna.
Percalcolo
la prima
la meccanica
è trattata
in modo
difficoltà
del problema.
sistematico
e geometrico-matematico, anche se per la sua formulazione con l’analisi

matematica si dovettero attendere le opere di meccanica di Eulero e quelle dell’epoca
illuminista.
David Hume
Critica
Criticadel
della
principio
sostanza
di causalità.
corporea Sul
e psichica
principio di causalità si basavano tutti quei
procedimenti
Con un analogo
di "previsione"
ragionamento
conHume
cui adcritica
un evento
l’ontologia
se ne tradizionale
fa seguire un altro
teoricamente
Per Hume ciòcollegato
di cui si al
haprecedente.
esperienza Con
sensibile
Hume
non
la ragione
è la sostanza
scoprema
di una
non "collezione
poter
di qualità
stabilire
particolari"
tra iovvero
fatti alcuna
un insieme
connessione
di stimoli
deldistinti
tipo causa-effetto,
e di sensazioni
ma empiriche
di poterla soltanto
separate provenienti
asserire
dall'esterno.
per mezzo
Ciò che
dell'immaginazione.
chiamiamo sostanza
Poiché
è dunque
i contenuti
il risultato
sensibili
di un’operazione
sono esperiti intellettuale esercitata
David
Hume
(Edimburgo,
26
aprile
1711[1]
–
Edimburgo,
25
agosto
1776)
singolarmente,
sui contenuti sensibili
in base reali
all'esperienza
che identifica
è possibile
come sostanza
affermare
lasolo
percezione
la concomitanza,
abituale
dilaunfilosofo
certo numero di
esuccessione,
storico scozzese.
ConTale
Smith
Thomas
Reid, una
delle
figure
più
sensazioni
concomitanti.
la contiguità
laAdam
regolarità
operazione
tra e
due
crea
oin
più
noi
fenomeni
l'impressione
e non
che
possono
ciò
che
esservi
identifichiamo come
prove
“sostanza”
che confermino
esista realmente
che trascozzese.
fuori
due fatti
di noi
esista
anche
qualcosa
nel
come in
una
cuirelazione
noned
percepiamo
di ilcausaquel
importanti
dell'illuminismo
Hume
è momento
considerato
il noi
terzo
più radicale
effetto
determinato
(cioèEmpiricists
una
gruppo
relazione
di contenuti
necessaria).
sensibili.
L'esempio dopo
famoso
di HumeJohn
è quello
dellaepalla
dei
British
("empiristi
britannici"),
l'inglese
Locke
l'angloda
Anche
biliardo
la George
sostanza
lanciata contro
dell'"io"un'altra:
è soltanto
per un
qualunque
amalgama
osservatore
di sensazioni.
apparirà
Se riuscissimo
sempre prima
ad eliminare ogni
irlandese
Berkeley.
una
singola
pallasensazione
che si scontra
del con
nostro
un'altra
io non(A)
resterebbe
e poi il mettersi
nulla. Hume
in moto
affermò
di quest'ultima
anche l'inutilità
(B). Il di ogni tentativo
rapporto
di dimostrare
fra A el'immortalità
B è di consequenzialità
dell'anima, inequanto
non di del
produzione.
nostro io Hume
possiamo
escluse
parlare
dunque
soltanto in presenza di
che
sensazioni.
la previsione di un fenomeno sulle premesse di un altro possa basarsi su un
ragionamento a priori, ovvero essere un'inferenza. Nessun rapporto di necessità,
d’altra
Leggeparte,
di Hume
può dedursi dalla ripetizione quanto si voglia frequente dell’esperienza (a
posteriori)
L’etica di Hume
di una èsuccessione
basata sulladi“ fatti.
legge” che prende il suo nome, la quale stabilisce l’impossibilità di
derivare proposizioni prescrittive ("dover essere", giudizi di valore) dalle descrittive ("essere", giudizi di
fatto).
Jean Jacques Rousseau
Nel
Discorso sull'ineguaglianza, illustrò il progresso e la degenerazione dell'umanità
da un primitivo stato di natura sino alla società moderna. Quando l'umanità fu

Jean-Jacques Rousseau (Ginevra, 28 giugno 1712 – Ermenonville, 2 luglio 1778) è
costretta a vivere in comunità, a causa della crescita della popolazione, subì una
stato uno scrittore,
filosofo
musicista
trasformazione
psicologica,
in eseguito
alla svizzero.
quale cominciò a considerare come la
buona
Le idee
socio-politiche
di Rousseau
influenzarono
la Rivoluzione
Francese,
lo
opinione
degli altri come
un valore
indispensabile
per il proprio
benessere.
Tuttavia,
lo sviluppo
dell'agricoltura
metallurgia,
e la conseguente
creazione
sviluppo
delle teorie
socialiste, e eladella
crescita
del nazionalismo.
La sua eredità
di
della
proprietàradicale
privata e rivoluzionario
della divisioneèdel
lavoro, portarono
a una
pensatore
probabilmente
espressa
al crescente
meglio nella sua più
Sottomettendosi
all'autorità
della
volontà
generale
del
popolo
in
quanto
entità unitaria, gli
dipendenza
reciproca
degli individui
e allasociale:
disuguaglianza
gli uomini.
celebre frase,
contenuta
nel Contratto
"L'uomo tra
è nato
libero, ma ovunque è
individui evitano di diventare subordinati alla volontà di altri individui; inoltre, in questo
in catene". Le sue teorie ebbero anche notevole influenza sul successivo
modo, ci si assicura che obbediranno alle leggi di cui saranno, essi stessi, autori collettivi.
LaRomanticismo.
conseguente condizione di conflitto tra chi aveva molto e chi poco o nulla, fece sì,
Rousseau
sostiene che
che illaprimo
sovranità
essere nelle
mani
del
popolo,
ma distingue
secondo
Rousseau,
Statodeve
fusostanziale
inventato
come
una
forma
dinatura
contratto
 nettamente
Rousseau
vedeva
una
divaricazione
tra
la
società
e
la
umana;
tra sovranità
e governo.
Il governo
incaricato
di eseguire
rispettare la
sociale suggerito
dai più ricchi
e potenti.
Difatti i èricchi
e i potenti,
tramiteeilfar
contratto
affermava
che
l'uomo
fosse,
in
natura,
buono,
un
"buon
selvaggio",
ma
che
fosse
volontà sanzionarono
generale, ed èlacomposto
un piccolo
gruppo
di ecittadini,
definiti "magistrati".
sociale,
proprietà da
privata,
lo stato
di fatto
quindi istituzionalizzarono
stato corrotto
income
seguito
dalla
civile
esocietà
vedeva
questa
come
un
prodotto
si opponeva
fortemente
all'idea
che
ilcolta;
popolo
potesse
esercitare
la propria
laRousseau
diseguaglianza
se
fossesocietà
inerente
alla
umana.
Rousseau
concepiva
la
artificiale
nocivo
per
benessere
deglisociale
individui,
portandoli
alla degenerazione
e al
propria
proposta
per
unilnuovo
contratto
come
un'alternativa
a questa forma
sovranità
tramite
un'assemblea
rappresentativa
vizio.
fraudolenta.
Christian Wolff
Per Wolff la filosofia è scienza,

Christian Wolff (Breslavia, 24
intesa
come
gennaio
1679scienza
– Halledel
sul
possibile: ma possibile è solo ciò che è pensabile, e ogni verità
Saale,
9 aprilela1754)
è statodiunLeibniz,
filosofova
tedesco.
di fatto,
secondo
distinzione
ricondotta entro le
verità di ragione. Preliminare a questa operazione è la
una
logica rigorosa,
la quale nel
per periodo
Wolff deve
fondazione
Wolff fu ildipiù
eminente
filosofo tedesco
tra
essere
basata
sul
principio
di
non
contraddizione
e
sul
Leibniz e Kant. La sua opera riguarda praticamente ogni
sillogismo,
comedottrina
metodofilosofica
rigoroso del
e deduttivo.
In base
a e
aspetto della
suo tempo,
esposta
questa fondazione logica, la filosofia si divide in teorica e
spiegata con il suo metodo matematico dimostrativopratica.
deduttivo che probabilmente rappresenta il picco della
La filosofia teorica è costituita in primo grado dall'ontologia,
illuministica
in Germania.
cherazionalità
per Wolff coincide
interamente
con la metafisica di
Aristotele
l pensiero
di Wolff
si caratterizza
perlaessere
una sorta
e della
Scolastica;
segue poi
cosmologia,
perdila
Quanto poi alla filosofia pratica, Wolff basa la sua etica
quale
egli esisistemazione
basa sulla monadologia
Leibniz, interpretando
sintesi
del pensierodifilosofico
del tempo, il
sull'intellettualismo
socratico:
la
volontà
non
può
mondo
come un orologio
automatico
impostato involere
modoche
sistematizzato
e
razionalizzato
in
un'ottica
ildefinitivo
bene, laddove
lo conosce,
e ideale
morale è quello
della
e irrevocabile,
all'atto
della creazione,
da Dio,
in base
prevalentemente
leibniziana.
perfezione.
In
ambito
economico,
Wolff
contestò
il
liberismo
al criterio della necessità che determina in modo permanente
e
dello
di ovvero
la propugnò
relazione l'intervento
fra le monadi.
In stato
base secondo
a questa un'ottica
necessità,
dispotismo
all'armonia illuminato.
prestabilita proposta da Leibniz, si svolge anche la
relazione fra anima e corpo.
Johann Gottlieb Fichte
Johann Gottlieb Fichte (Rammenau, 19 maggio 1762 – Berlino, 27 gennaio
1814) è stato un filosofo tedesco, continuatore del pensiero di Kant e iniziatore
dell'idealismo tedesco. Le sue opere più famose sono la Dottrina della scienza, e
i Discorsi alla nazione tedesca, nei quali sosteneva la superiorità culturale della
Germania incitando il suo popolo a combattere contro Napoleone.
Fichte si propone come Reinhold di dare coerenza e rigore al criticismo kantiano
riconducendolo ad un principio fondamentale.
All'origine della coscienza Fichte pone l'autointuizione dell'Io, che egli assimila all’io penso e
all'intuizione della legge morale di Kant. Essa deve essere un atto assolutamente
incondizionato, perché se fosse condizionato non sarebbe il principio primo: è quindi un
fondamento che si pone da sé; ed è un atto perché il suo essere è essenzialmente un porsi:
esso è dunque al contempo un conoscersi e un agire. Tutta la realtà finisce per risolversi
nell'Io assoluto. Anche le categorie assumono un ruolo diverso: mentre per Kant esse
avevano lo scopo di unificare il molteplice, per Fichte hanno lo scopo inverso di moltiplicare
l'Io nella sua unicità. Dal reciproco rapportarsi di soggetto e oggetto, Fichte farà così
scaturire tre principi.
1) L'Io pone se stesso 2) L'Io oppone a sé un non-io 3) L'Io oppone in sé a un io limitato un
non-io limitato
Arthur Schopenhauer
Nacque a Danzica nel 1788 in una famiglia borghese. Nel 1805, decise di dedicarsi
alla filosofia e frequentò i corsi tenuti da Gottlob Ernst Schulze a Gottinga e quelli di
Johann Gottlieb Fichte a Berlino. Nei confronti di questi, ma anche di Schelling e di
Hegel, Schopenhauer nutrì sempre disprezzo e avversione, definendo Hegel "Il gran
cialtrone".
 Nel
Schopenhauer
1809 s'iscrisse
riprende
alla facoltà
da Kant
di medicina
i concettia di
Gottinga.
fenomeno
nele1813
noumeno.
si laureò
Il fenomeno
a Jena con
è il
una
prodotto
tesi Sulla
della
quadruplice
nostra coscienza,
radice del
esso
principio
è il mondo
di ragion
come
sufficiente
ci apparee,mediante
nel 1819,le forme
pubblicò
a prioriladell'intelletto
sua opera più
(tempo,
importante,
spazio,Ilcausalità),
mondo come
mentre
volontà
il noumeno
e rappresentazione
è la cosa in sé,
che
fondamento
ebbe tuttavia
ed essenza
scarsissimo
verasuccesso
del mondo.
tra iIlsuoi
fenomeno
contemporanei
materialeeèche
dunque
incominciò
per a
ricevere
Schopenhauer
qualche attenzione
solo parvenza,
solo illusione,
vent'anni sogno,
dopo. come in molta filosofia indiana, dalla
Dopo
quale
aver
egligirato
prende
in lungo
spesso
edad
in esempio
largo l'Europa,
il mito edel
dopo
velouna
di Maya;
breve per
parentesi
questoda
il filosofo
libero
docente
tedesco
universitario
apre la suaaopera
Berlino
principale
(1820), dal
con1833
l'espressione
decise di ilfermarsi
mondo è
a mia
Francoforte sul
Meno
rappresentazione.
dove visse da solitario
Ma al di borghese,
là di questa,
celibe,
che èmisogino.
mero strumento,
La vera affermazione
necessario alla
del
pensatore
conservazione
si ebbedell'esistenza
solo a partiredella
dal 1851,
speciedata
e dello
dellastesso
pubblicazione
individuo,del
è la
volume
"cosa in sé"
Parerga
cioè il noumeno
e paralipomena,
che l'uomo
Neglidesidera
ultimi anni
conoscere
della suaper
esistenza
lenire il ebbe
doloreuna
e laristretta
miseriama
della
interessata
propria vita.
e fedelissima
Proprio perché
cerchia
l'uomo
di (come
senteegli
questa
stesso
necessità
amò definirli)
di conoscere
devoti "apostoli",
il noumeno
traegli
cui èil un
compositore
animale metafisico.
Wagner. Morì di pleurite acuta nel 1860.
critica, criticismo
(kritik, kritizismus)



Dal greco krìno, giudico, distinguo
In Kant indica l’atteggiamento filosofico che
concerne la domanda programmatica sul
fondamento di determinate esperienze, al fine chi
chiarirne le condizioni di possibilità, la validità e i
limiti.
Criticismo è la filosofia del terzo periodo di Kant,
in cui si applica sistematicamente la critica. Si
contrappone a dogmatismo, in quanto
quest’ultimo prescinde da ogni preliminare
indagine di validità del discorso.
rivoluzione copernicana in filosofia
La rivoluzione copernicana in filosofia, operata da
Kant cerca di unire profondamente le strutture
Il sistema copernicano o eliocentrico è il modello cosmologico
dell’intelletto
al dato
dell’esperienza
nel dei
processo
presentato
da Niccolò
Copernico
ne Le rivoluzioni
mondi
conoscitivo
celesti
(1543), in contrapposizione al sistema tolemaico. In esso
Terra
e gliil altri
pianeti ruotano
intorno
al Sole, immobile al
la Si
apre
problema
- posto
anch’esso
centro
delle sfera delle- stelle
fisse.siLaponga
Luna orbita
invece intorno
dall’esperienza
di come
la ragione
di
alla
Terra. aSiquel
afferma
nel Seicento,
con le importanti
fronte
campo
di conoscenze
che modifiche
apportatevi da Galilei, Kepler e Newton.
trascendono l’esperienza e a cui tuttavia la
ragione aspira (metafisica)

a priori/a posteriori
Coppia di termini intesa designare:
•la distinzione tra la dimostrazione dalla causa all'effetto e
quella dall'effetto alla causa (risalente alla Scolastica fino ad
Aristotele)
•la distinzione tra le conoscenze raggiungibili con la pura
ragione e quelle ottenibili con l'esperienza (risalente
all'empirismo inglese che ne amplia il significato).
La sistemazione canonica moderna della distinzione si ha
nell'opera di Kant.
giudizi analitici/sintetici
I giudizi si distinguono in tal modo a seconda che il
predicato sia rispettivamente contenuto o meno nel concetto
espresso dal soggetto.
• Analitici: sono puramente esplicativi,
• Sintetici: sono estensivi della nostra conoscenza
Combinando questa distinzione con quella fra a priori e a
posteriori, si ottengono tre tipi di giudizi:
• analitici,
• sintetici a priori
• sintetici a posteriori.
prova ontologica/prova cosmologica
La prova ontologica viene formulata nel secolo XI da Anselmo d'Aosta. E'
un'argomentazione a priori che inferisce l'esistenza di Dio dal concetto
di Dio, quale essere perfettissimo. Respinta dalla Scolastica, che
preferisce di norma argomenti a posteriori (come la prova teleologica),
essa conosce grande fortuna nella filosofia moderna in particolare con
Descartes e Leibniz. Viene aspramente criticata da Kant, il quale
sostiene che tale prova è contraddittoria o impossibile.
La prova cosmologica o ex possibili et necessario o a contingentia mundi
è una prova tra le più fortunate dell'esistenza di Dio. Formulata per la
prima volta da Avicenna, inferisce l'esistenza di Dio quale essere
necessario dall'esistenza del possibile inteso come ciò che non esiste
per sé ma in virtù di altro. Tale prova non viene abbandonata neppure
nel '700, che è il periodo di maggior inasprimento della polemica
antiteologica. Kant la considera una prova ontologica cammuffata.
validità

Titoli di legittimità o non legittimità di
un’esperienza, di un discorso, di
un’inferenza
limite, filosofia del

Il limite è il perimetro entro cui valgono le
leggi che la ragione impone agli oggetti da
essi conosciuti. Tali limiti tendono in Kant a
coincidere con i limiti stessi dell’umano.
materia/forma


Termini che Kant recepisce dal vocabolario aristotelico e della scolastica dove
indicano, rispettivamente, in riferimento alla sostanza: il principio dell’individuazione
e del mutamento ed il principio di universalizzabilità.
In Kant:
 In senso speculativo (materia/forma della conoscenza):
-Materia è la molteplicità caotica e mutevole del contenuto dell’impressione
sensibile, cioè di tutto ciò che proviene dai sensi e che la ragione
“processa”, sottoponendolo alle proprie leggi.
-Forma è appunto l’insieme delle modalità immutabili, fisse, attraverso cui la
materia riceve un ordine dalla ragione.
 In senso pratico (materia/forma dei principi pratici):
-Materia è «l’oggetto della facoltà di desiderare», che fa sì che si agisca allo
scopo di soddisfare l’amor proprio (eudaimonismo o utilitarismo) e dunque
non può dar luogo a leggi pratiche
-Forma è la legge morale in quanto obbliga universalemente, a prescindere
dalle preferenze personali
autonomia (Autonomie)




Dal greco “autos” (“se stesso”)+”nèmein”
(“governare”)
In Kant è la capacità della volontà di determinarsi
indipendentemente da ogni proprio desiderio ma
conformemente ad interna necessità, una legge
che coincide con l’essere stesso della ragione.
La libertà morale, in senso kantiano, s’identifica
con l’autonomia.
Eteronomia è, viceversa, ciò che ha il proprio
principio d’azione in qualcosa d’altro da sé.
puro (rein)


Indica l’a priori in generale
Indica anche una sottospecie dell’a priori,
l’assolutamente a priori, «ciò cui non è
mescolato nulla di empirico»
fenomeno/noumeno


Fenomeno: la realtà come appare alla
ragione tramite le forme a priori (gli
“occhiali” della ragione) che costituiscono le
condizioni della conoscenza umana
Noumeno: in Kant è un concetto-limite,
l’esistenza in sé della cosa, che sebbene
inconoscibile come tale, dev’essere
ammessa come ciò cui si applicano i
processi conoscitivi
trascendentale


Presso la filosofia scolastica: le tre proprietà
comuni a tutti gli enti (essere, uno e bene) ancor
più generali delle categorie aristoteliche.
In Kant “trascendentale” non esprime proprietà
ontologiche ma è riferito al tipo di conoscenza che
si applica al modo propriamente razionale
(umano) del conoscere ed alle condizioni di
possibilità comuni ad ogni conoscenza.
tempo/spazio (Zeit/Raum)


Spazio: «rappresentazione a priori, necessaria
che sta a fondamento di tutte le intuizioni
esterne».Quindi forma del senso esterno, del
disporsi delle cose nella percezione «l’una
accanto all’altra».
Tempo, forma del senso interno, del disporsi delle
cose “una dopo l’altra” nella percezione. Dunque,
in qualche modo forma di tutte le percezioni cioè,
indirettamente, anche di quelle esterne.
concetto (empirico/puro)/giudizio




Concetto: Funzione unificatrice o sintetica tipica dell’intelletto
consistente nell’ordinare e raggruppare una molteplicità di
rappresentazioni sotto un’unica rappresentazione
C. empirico: raggruppamento di rappresentazioni contenenti
materiali apportati dai sensi
C. puro (es.: categorie): raggruppamento di rappresentazioni
cui non sono mescolati materiali empirici. Prodotto
completamente dall’intelletto all’interno di sé.
Giudizio: pensare per concetti: sussumere una determinata
rappresentazione sotto una più generale avviene collegando
un concetto-predicato ad un concetto-soggetto attraverso la
copula “è”.
Io penso (Ich denke)




Anche: autocoscienza, appercezione (dal
francese: s’apercevoir, “accorgersi di”.
Centro mentale unificatore di cui sono funzioni le
categorie.
Sintesi di tutte le sintesi ha perciò un carattere
formale.
Dall’insieme delle sue caratteristiche risulta che
non si ha propriamente conoscenza dell’io penso,
bensì coscienza.
categorie



Concetti puri.
Supreme funzioni unificatrici dell’intelletto.
Le varie maniere in cui l’intelletto unifica a
priori le intuizioni empiriche.
intuizione


Modalità di conoscenza diretta della cosa.
Intuizione sensibile/intellettuale.
Rispetto alla cosa le modalità proprie della conoscenza
umana fanno sì che si possa avere solo un’intuizione
sensibile che coincide col contenuto materiale
dell’esperienza. All’interno delle strutture cognitive proprie
della ragione può aversi intuizione intellettuale solo dei
concetti puri ed in generale di ciò che la ragione stessa
produce indipendentemente dall’apporto dei sensi.
Un’intuizione intellettuale degli oggetti coinciderebbe con una
conoscenza noumenica dell’oggetto. Questa sarebbe
possibile solo ad un ente (Dio) capace di cogliere non
fenomenicamente, ma creativamente l’oggetto.
imperativo categorico/ipotetico
«Ciò
che rappresenta un’azione come necessaria per se stessa, senza
relazione con nessun altro fine».
Nel caso, invece si realizzasse quest’ultima condizione, cioè si instaurasse
una relazione tra l’azione e un qualunque fine ad essa estrinseco, noi
avremmo non un imperativo categorico ma un imperativo ipotetico.
Kant enuncia l’imperativo categorico secondo celebri formule equivalenti (cfr.
Fondazione di una metafisica dei costumi):
I. «Agisci secondo quella massima che, al tempo stesso, puoi volere
che divenga una legge universale»
II.«Agisci in modo da trattare l’umanità, sia nella tua persona sia in
quella di ogni altro, sempre anche come fine e mai
semplicemente come mezzo»
III.«Fa’ che la tua volontà, in base alla sua massima, possa
considerare contemporaneamente se stessa come
universalmente legislatrice»