copia Eto Cervia Mo 2008

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IL CANE:
etologia di un mammifero
domestico
Lazzarini Cesare, Macrì Roberta
MEDICI VETERINARI
SPECIALISTI IN ETOLOGIA APPLICATA E BENESSERE DEGLI
ANIMALI DA AFFEZIONE
[email protected]
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ETOLOGIA


Studio del comportamento degli animali
applicando i metodi propri delle scienze
naturali.
Compiti dell’etologia sono la descrizione
del comportamento e la sua spiegazione
secondo diversi punti di vista: funzionale,
causale, ontogenetico, filogenetico.
Filogenesi e ontogenesi
Canis lupus
Canis familiaris
Per filogenesi si intende la storia evolutiva
di una specie o di un gruppo di specie
viventi o estinti.
Filogenesi ed ontogenesi
Per ontogenesi si intende l’insieme
sequenziale delle varie fasi dello sviluppo
nel ciclo vitale di un organismo.
ETOLOGIA
Uno dei principi base dell’etologia moderna è
che le caratteristiche comportamentali speciespecifiche contengono una componente
ereditaria e per questo possono essere
confrontate tra le diverse specie al pari delle
caratteristiche morfologiche.
ETOGRAMMA
Costituisce il catalogo completo e dettagliato del
repertorio comportamentale naturale di una specie
animale.
BIORITMI
E SONNO
COMPORTAMENTO ALIMENTARE
COMPORTAMENTO SESSUALE
COMPORTAMENTO MATERNO
SVILUPPO DEL COMPORTAMENTO
 COMUNICAZIONE E STRUTTURA SOCIALE
APPRENDIMENTO
Definizione di mammifero
Classe di Vertebrati caratterizzati dalla
presenza, nelle femmine, di ghiandole
mammarie, dal corpo solitamente rivestito
di peli, da respirazione polmonare e
circolazione sanguigna doppia e completa
(Zingarelli, 1986).
Caratteri distintivi dei mammiferi


CONFORMAZIONE OSSEA
CONDIZIONE DI OMEOTERMIA
L’omeotermia richiede un adeguato isolamento
dall’ambiente e, da un punto di vista
comportamentale, di complesse cure parentali nei
confronti di una prole che per lungo tempo non
dispone di efficaci sistemi di termoregolazione
(prole inetta)
Comportamento materno e
cure parentali



La maggior parte delle specie multipare sono anche
carnivore e per questo meno soggette ai rischi di
predazione degli ungulati unipari.
Ad una prole numerosa corrisponde una maggiore
immaturità dei soggetti alla nascita, rispetto alle
specie unipare. I cuccioli di cane e gatto, ad esempio,
dipendono totalmente dalla madre per un lungo
periodo di tempo.
Le iterazioni madre-figlio si prolungano per un lungo
periodo di tempo determinando profondi effetti
sullo sviluppo del comportamento.
Sviluppo comportamentale del
cane
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PERIODO NEONATALE: 0-14 gg
PERIODO DI TRANSIZIONE: 14-21 gg
PERIODO DI SOCIALIZZAZIONE: dalla 3a-4a
alla 12a-14a settimana di vita
PERIODO GIOVANILE: 6-9 mesi
MATURITA’ SOCIALE: 18-36 mesi
ETA’ ADULTA: 24-36 mesi
Sviluppo comportamentale del
cane
PERIODO SENSIBILE

PERIODO DI SOCIALIZZAZIONE: dalla 3a-4a
alla 12a-14a settimana di vita


Rappresenta il periodo più importante ai fini
dello sviluppo del comportamento.
Sino alla 14a settimana i cuccioli familiarizzano
con il resto della cucciolata, con la madre, le
persone, l’ambiente circostante ed i nuovi
stimoli che vengono presentati.
Patologie legate ad alterazione
delle fasi di sviluppo

Sindrome da privazione sensoriale

Depressione da distacco precoce

Sindrome ipersensibilità-iperattività
Legge Regionale 17 febbraio 2005 n. 5
NORME A TUTELA DEL BENESSERE ANIMALE
Art. 3:
”Chiunque adibisca alla riproduzione un
animale da compagnia deve tenere conto delle sue
caratteristiche fisiologiche e comportamentali, così da
non mettere a repentaglio la salute ed il benessere
della progenitura o dell'animale femmina gravida o
allattante.
Nel rispetto delle esigenze etologiche di specie, è fatto
divieto di allontanare dalla madre i cuccioli di cane e
di gatto al di sotto dei due mesi di età salvo per
necessità certificate dal veterinario curante.”
Domesticazione e
addomesticamento


Con il termine “domestico” si intendono
popolazioni che attraverso una selezione
artificiale operata dall’uomo hanno acquisito
caratteristiche
morfologiche,
fisiologiche,
comportamentali e genetiche tali da differire dai
progenitori selvatici.
Con il termine “addomesticato” si intendono
individui resi docili e trattabili, ma il cui processo
riproduttivo non comporta una selezione
intenzionale.
Domesticazione e genetica
Accanto ad una interpretazione classica basata su
reperti fossili, che fa risalire la nascita dei primi
cani domestici ad un periodo compreso tra il
14.000 ed il 20.000 a.C., recenti indagini condotte
a livello di DNA mitocondriale ipotizzano che
l’inizio del processo di domesticazione del cane
possa essere fatto risalire a più di 100.000 anni fa.
Domesticazione e genetica


Un recente studio confermerebbe come le prime
tracce genetiche del processo di domesticazione
risalgano a circa 135000 anni fa
(Vila et al., 1997).
Lo studio ha analizzato il mtDNA di 162 lupi
(rappresentativi di 27 popolazioni provenienti
dall’Europa, dal Medio Oriente, dal Nord
America e dall’Asia), di 140 cani
(rappresentativi di 67 razze), di 5 coyote e di 12
sciacalli di tre differenti varietà.
Domesticazione e genetica

Il metodo che Vila e collaboratori hanno utilizzato è
stato quello del cosiddetto “orologio molecolare”.

Con il passare del tempo, due specie che riconoscono
un progenitore comune si differenziano geneticamente
sempre di più. Il numero di sostituzioni nucleotidiche
tra le due specie può essere utilizzato per stimare
quando avvenne la prima differenziazione.

L’orologio molecolare utilizzato è stato quindi
calibrato basandosi sulle differenze di mtDNA
esistenti tra lupi e coyote che, in base ai reperti fossili,
si differenziarono circa un milione di anni fa.
Domesticazione e genetica


Vila e collaboratori hanno quindi confermato come il
lupo possa essere considerato il solo progenitore
selvatico del cane e che le prime differenziazioni tra le
due specie, all’interno del materiale genetico preso in
considerazione, risalgono a 135000 anni fa.
L’analisi del materiale genetico dimostrerebbe che la
maggior parte della popolazione canina mondiale deriva
da popolazioni di lupi originarie dalle regioni orientali
del continente Asiatico, da sottopopolazioni del quale
derivano anche gli aplotipi Europei e del Sud Est
Asiatico.
Domesticazione e
caratteristiche sociali


Durante la domesticazione i cani sono stati
soggetti, oltre che a pressioni selettive rivolte
alla loro morfologia, anche ad una selezione che
ne ha modellato le capacità cognitive in ambito
sociale.
I cani hanno dimostrato di possedere una abilità
addirittura
superiore
agli
scimpanzè
nell’interpretare i segnali di comunicazione non
verbale umani (Hare et al., 2002).
Domesticazione e
caratteristiche sociali


L’osservazione del comportamento umano è una
modalità di apprendimento, nella specie canina,
più rapida rispetto a quello per prove ed errori
(Pongracz et al. 2001).
L’organizzazione della struttura sociale del lupo
e la capacità di osservare e comprendere il
comportamento degli altri membri del branco, fu
conservata nel cane ed estesa alla nostra specie,
favorendo l’adattamento alle società ed al
comportamento umano (Pongracz et al. 2003).
Posture Corporee
Postura eretta: fiducia in sé, l’animale
che minaccia vuole sembrare più grande,
mostra le sue armi
 Postura abbassata: il cane dubita di sé o
prova paura
 Postura corporea bassa ed armi (denti) in
vista: postura intermedia, paura ma
minaccia di morso

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