funzione

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parte quinta
Lo sviluppo:
la gerarchia funzionale della mente
13 - 18
10 - 13
6 - 10
3-6
0-3
neocorticale
limbico
rettiliano
cervello
ambiente
sé
non sè
stimoli
categorizzazione
reti correl. sé-non sè
oggetti
funzione
memoria
Sviluppo strutturale delle funzioni
cervello
sé
ambiente
non sè
(variazione1)
reti correl. sé-non sè
(ereditarietà1)
stimoli
(selezione1)
Sviluppo organizzativo delle funzioni
cervello
ambiente
sé
non sè
stimoli
(selezione1)
(variazione1)
(selezione2)
categorizzazione
reti correl. sé-non sè
(ereditarietà1=variazione2)
oggetti
funzione
(ereditarietà2)
memoria
Sviluppo strutturale ed organizzativo delle funzioni
“Ogni funzione, nel corso dello sviluppo del bambino,
fa la sua apparizione due volte, prima sul piano
sociale, poi su quello psicologico; dapprima tra le
persone, come categoria interpsichica, poi all’interno
del bambino, come categoria intrapsichica. Cosicchè
potremmo dire che diventiamo noi stessi attraverso
gli altri, e ciò si riferisce non solo alla personalità nel
suo complesso ma anche alla storia di ogni singola
funzione.”
Lev Vygotskij
La costruzione della percezione
• La maturazione del sistema rettiliano è il sostegno strutturale
necessario per la comparsa della prima, in termini evolutivi,
funzione mentale: la percezione, associata all’espressione delle
motivazioni rettiliane.
• Gli stimoli di varia natura fisica sono rilevati in modo specifico
dai vari sistemi di decodifica sensoriale (fase della variazione dello
sviluppo strutturale della percezione) e la connessione tra le varie
aree sensoriali consente di rilevare la correlazione temporale tra i
diversi stimoli; contemporaneamente, l’attività motoria consente di
rilevarne la correlazione spaziale (fase della selezione dello sviluppo
strutturale della percezione).
organismo
ambiente
sé
(s. vegetativo)
non sè
(s. sensomotorio)
reti correl. sé-non sè
stimoli
La costruzione della percezione
• La progressiva differenziazione delle reti sensomotorie e la
progressiva stabilizzazione dell’interconnessione tra esse e gli
stati vegetativi correlati ai bisogni vitali, sono fenomeni
ampiamente esperienza e tempo-dipendenti (fase dell’ereditarietà
dello sviluppo strutturale della percezione; fase della variazione
dello sviluppo dell’organizzazione della percezione)
organismo
ambiente
sé
(s. vegetativo)
non sè
(s. sensomotorio)
reti correl. sé-non sè
percezione
stimoli
La costruzione della percezione
• sul versante sensomotorio (non sé) l’attivazione di una (un
insieme di) rete tra tutte quelle formatesi in risposta ad uno (un
insieme di) stimolo (fase della selezione dello sviluppo
dell’organizzazione della percezione) consente la discriminazione
e generalizzazione di un insieme di stimoli dallo sfondo
complessivo: categorizzazione dell’oggetto (fase dell’ereditarietà
dello sviluppo dell’organizzazione della percezione)
organismo
ambiente
sé
(s. vegetativo)
non sè
stimoli
(s. sensomotorio)
cat. percettiva
reti correl. sé-non sè
percezione
oggetto
La costruzione della percezione
• sul versante relativo alle reti di correlazione tra le sezioni
deputate alla regolazione omeostatica (sé) e le sezioni
sensomotorie (non sé) l’attivazione di una (un insieme di) rete tra
tutte quelle formatesi in risposta ad uno (un insieme di) stimolo
consente la stabilizzazione degli schemi sensomotori idonei a
soddisfare le esigenze connesse alla vita vegetativa: memoria
procedurale (fase dell’ereditarietà dello sviluppo
dell’organizzazione della percezione)
organismo
ambiente
sé
non sè
(s. vegetativo)
stimoli
(s. sensomotorio)
cat. percettiva
reti correl. sé-non sè
percezione
memoria procedurale
(schemi vegetativo-sensomotori)
oggetto
La costruzione della percezione
• La funzione percettiva, in quest’ottica, esprime l’attività
dell’intero sistema considerato, attività squisitamente
sensomotoria intrinsecamente carica di riferimenti edonici
(lungo un continuum di “benessere-malessere”), connessi al
grado di soddisfazione-insoddisfazione dei bisogni della vita
vegetativa (cfr. gli “affetti vitali” di Stern; le “emozioni di fondo”
di Damasio; le “emozioni primordiali” di Denton)
• Nella fase evolutiva prevalentemente “percettiva” (0-6 mesi) l’
“oggetto” ambientale primario è costituito dal caregiver, che
media la relazione tra i bisogni del bambino e gli oggetti
ambientali adattivi (connessi all’alimentazione, alla
termoregolazione, al ciclo sonno-veglia): significatività della
sintonizzazione bambino-caregiver
La percezione del volto
• Sotto le 6 settimane: occhi come unico oggetto
• Verso la 10a settimana: discriminazione parti dell’occhio (sclera,
pupilla) e sopracciglia
• Verso la 12a settimana: occhi, sopracciglia, naso
• Verso la 20a settimana: occhi, sopracciglia, naso, bocca
• Verso la 24a settimana: occhi, sopracciglia, naso, bocca, capelli
Percezione e risonanza vegetativo-sensomotoria
• L’ “appaiamento percezione-azione” (perception-action coupling)
consiste nella tendenza automatica a sincronizzare le proprie
espressioni facciali e posturali, la voce, i gesti, con quelli di
un’altra persona, entrando così in risonanza, in modo non
consapevole, con l’altro (Preston & De Waal, 2002). Tale
sintonizzazione automatica consente al soggetto percipiente di
attivare in sè le risposte somatiche ed autonomiche dell’altro e
fonda il processo di risonanza sensomotorio-vegetativa tra sé e
l’altro. Questo meccanismo è innato, attivo già nelle prime fasi di
vita (Hobson 2002, Rochat & Striano 2002).
• L’adulto tende automaticamente ad imitare il bambino
(sintonizzazione), e tale sintonizzazione stimola nel bambino la
sintonizzazione tra il suo stato interno e lo stato interno
dell’adulto (risonanza).
costruzione delle funzioni mentali
(direttrice bottom-up)
selezione
variazione
ereditarietà
selezione
variazione
etc.
rappresentazioni funzione C
ereditarietà
nessi combinatori
selezione
rappresentazioni funzione B
nessi combinatori
rappresentazioni funzione A
variazione
La costruzione dell’emozione semplice
• La maturazione del sistema limbico costituisce il sostegno
strutturale necessario per la comparsa della seconda, in termini
evolutivi, funzione mentale: l’emozione semplice, associata
all’espressione delle motivazioni limbiche.
• Seguendo il modello di Edelman, l’emozione semplice emerge
dai nessi combinatori tra le diverse rappresentazioni percettive
(fase della variazione dello sviluppo strutturale dell’emozione
semplice).
• Il tipo di nessi dipende dalla particolare processazione effettuata
dal sistema limbico sull’attività delle strutture rettiliane:
riverberazione al tempo t1 sulle strutture rettiliane e corticali
degli stimoli inviati da queste strutture al tempo t0 al sistema
limbico
La costruzione dell’emozione semplice
• I nessi combinatori tendono, quindi, a consolidare le
rappresentazioni dotate di maggior costanza in un dato intervallo
temporale (fase della selezione dello sviluppo strutturale
dell’emozione semplice)
• L’entità relazionale che emerge dai nessi tra le rappresentazioni
percettive fonda la memoria (fase dell’ereditarietà dello sviluppo
strutturale dell’emozione semplice) tra l’attività
viscerosensomotoria del soggetto (relazione tra rappresentazioni
vegetative maggiormente costanti in un dato intervallo temporale)
e il corpo della figura di accudimento (oggetto ambientale
maggiormente costante in un dato intervallo temporale) in un
dato contesto ambientale.
organismo
sé
(s. veget.sensomot.)
correlazione sé-non sè
ambiente
non sè
(oggetti)
oggetto
La costruzione dell’emozione semplice
• La tendenza innata all’azione (motivazione) propria del livello
limbico, è la vitale necessità, soprattutto nei primi tre anni di vita,
della vicinanza del bambino alla figura di accudimento (Bowlby).
• All’interno della dinamica relazionale madre-bambino la
componente edonica connessa allo stato vegetativo del
precedente livello funzionale si differenzia in elementi discreti,
espressione dell’attivazione viscerale associata alle tendenze
motorie relative all’avvicinamento (gioia) o all’allontanamento
(rabbia, seguita dalla paura e poi dalla tristezza) della madre.
• Con il progressivo accumulo di stati visceromotori differenziati
(fase della variazione dello sviluppo dell’organizzazione
dell’emozione semplice) si costituisce un repertorio dalla cui
selezione, grazie all’interazione attuale, emergerà l’emozione
semplice associata al riconoscimento dell’altro nell’interazione
sostenuta dall’attaccamento (ereditarietà dello sviluppo
organismo
ambiente
sé
non sè
(s. veget.sensomot.)
(oggetti)
correlazione sé-non sè
emozione semplice
oggetto
La costruzione dell’emozione semplice
• Nel nuovo processo categorizzante, le sezioni relative alle aree
sensomotorie discrimineranno e generalizzeranno l’oggetto
ambientale dotato di maggiore costanza spaziotemporale rispetto
ai bisogni di attaccamento: percezione degli individui e del
contesto (soprattutto percezione attività mimico-motoria figura di
accudimento).
organismo
ambiente
sé
non sè
(s. veget.sensomot.)
oggetto
(oggetti)
cat. emoz. semplice
correlazione sé-non sè
emozione semplice
individui
La costruzione dell’emozione semplice
• le sezioni relative alle reti di correlazione discrimineranno e
generalizzeranno gli schemi di attivazione vegetativa e
sensomotoria connessi alla sintonizzazione, o meno, tra sè e la
figura di accudimento.
• per effetto della sintesi rappresentativa, si costituiscono gli
schemi viscero-motori propri della memoria episodica.
organismo
ambiente
sé
non sè
(s. veget.sensomot.)
oggetto
(oggetti)
cat. emoz. semplice
correlazione sé-non sè
emozione semplice
memoria episodica
(schemi viscero-motori)
individui
Emozione semplice e risonanza visceromotoria
• Studi di neuroimaging funzionale (Carr, Iacoboni, Dubeau,
Mazziotta, Lenzi, 2003) rilevano che durante i compiti di
osservazione o di imitazione di immagini di diverse emozioni, si
registra, analogamente all’espressione in prima persona delle
stesse emozioni, un’attivazione simultanea nelle aree di MNS,
dell’insula (area corticale primaria della rappresentazione
viscerale, che ha connessioni con i neuroni specchio e con il
sistema limbico) e dell’amigdala (area del sistema limbico
responsabile dell’attivazione vegetativo-viscerale propria delle
emozioni). Questi meccanismi giocano probabilmente un ruolo
basilare nel “contagio emozionale” (Hartfield, Cacioppo, Rapson,
1994), cioè nell’attivazione automatica in sé stessi dello stato
emotivo dell’altro.
Emozione semplice e risonanza visceromotoria
• Nell’interazione madre-bambino i dati di neuroimaging (Lenzi et
al. 2008) indicano che nelle madri l’osservazione di fotografie di
volti di bambini esprimenti emozioni attiva le regioni suddette,
un’attivazione la cui intensità è massima se il volto è quello del
proprio bambino.
• In caso di volti con espressioni ambigue si rileva l’attivazione
anche delle aree corticali motorie, probabile espressione di uno
sforzo interpretativo associato alla preparazione di un’azione.
Emozione semplice e risonanza visceromotoria
• La risonanza nella madre dello stato viscerale del bambino sarà
associato all’attivazione motoria della madre nei confronti del
bambino (allontamento-avvicinamento) -es. piantoallontanamento-;
• Il bambino associerà il proprio stato viscerale con lo stato
motorio della madre costruendo il tal modo la risonanza emotiva
con la madre -es. pianto-allontanamento madre; inibizione
pianto-vicinanza madre-
Risonanza percettivo-emotiva e condivisione
dell’intenzionalità
• Grazie alla risonanza propria dei fenomeni percettivi ed
emotivi si costituiscono rappresentazioni (del rapporto con
l’oggetto e del rapporto tra sé e l’altro) condivise tra adulto e
bambino.
• All’interno di tale condivisione rappresentazionale, la
condivisione da parte dell’adulto dell’attenzione posta dal
bambino ad oggetti e situazioni sosterrà la progressiva
costruzione della richiesta, da parte del bambino, della
condivisione dell’attenzione rispetto all’oggetto (percezione) e
alla relazione con l’altro (emozione semplice), fondamento per
l’intenzionalità condivisa tra sé e l’altro.
L’attenzione congiunta e l’indicare
• fino a 9-12 mesi il bambino ha un’interazione diadica con l’
“oggetto” (cose o persone)
• tra i 9 e i 12 mesi compare la capacità di attuare interazioni
triadiche (sé-altro-oggetto) sostenute dall’attenzione congiunta
sé-altro
• nello stesso periodo compare il gesto dell’ indicare (gesto
ritualizzato per convenzionalizzazione tramite imitazione
adulto?) sia come atto imperativo che dichiarativo
• l’indicare è gesto proprio della specie umana (assente
nell’autismo)
Bisogni evolutivi e funzioni genitoriali
età
motivazioni (bisogni)
funzioni genitoriali
Bisogni evolutivi e funzioni genitoriali
età
0-3
motivazioni (bisogni)
attaccamento
esplor., predaz., territor.
funzioni genitoriali
Lo studio dell’attaccamento: la Strange Situation
madre si allontana
madre ritorna
bambino indifferente
A
bambino indifferente
bambino piange
B
bambino contento
bambino piange
C
bambino piange
bambino disorganizzato
D
bambino disorganizzato
Stili di attaccamento e stili di accudimento
Sé vulnerabile
Altro accudente
attaccamento evitante
A
accudimento indisponibile
attaccamento sicuro
B
accudimento disponibile
attaccamento resistente
C
accudimento imprevedibile
D
accudimento disorganizzato
attaccamento disorganizzato
Rappresentazione della relazione di attaccamento
Sé vulnerabile
Altro accudente
A
Sé inaccettabile - con - l’Altro - indisponibile
B
Sé amabile - con - l’Altro - disponibile
C
D
Sé incontrollabile - con - l’Altro - imprevedibile
Sé spaventato/spaventante - con - l’Altro spaventato/spaventante
Disorganizzazione dell’attaccamento e
strategie controlling
• nei bambini con disorganizzazione dell’attaccamento si rilevano
stili di relazione tesi a “controllare” la figura di accudimento
• gli stili di relazione sono costituiti da un atteggiamento accudente
o agonistico o seduttivo verso la figura di aacudimento
• tali stili possono essere considerati espressione dell’attivazione
dei sistemi motivazionali dell’accudimento o agonistico o
sessuale, la cui attivazione precoce è l’espressione sia del
fallimento dell’attaccamento sia dell’attivazione di tali sistemi da
parte del caregiver
Attaccamento, risonanza e “altruismo” nel
bambino
• L’assimilazione, tramite imitazione per risonanza, di schemi di
relazione fondati sull’accudimento della madre nei confronti
del bambino è la matrice del comportamento altruistico
rilevabile nei primi tre anni di vita del bambino (Tomasello
2009), comportamento prevalentemente espresso tramite
l’accudimento verso gli adulti (“inversione di ruolo”).
Risonanza e imitazione
• Due modalità qualitativamente diverse dell’ imitazione (cfr.
Rizzolatti 2006)
• Imitazione rispecchiante: capacità di replicare un atto
osservato, atto che già appartiene al repertorio motorio esperito
dal soggetto
• Imitazione mimica: capacità di apprendere un atto osservato,
atto che non appartiene al repertorio motorio esperito dal
soggetto
Imitazione rispecchiante
• Il soggetto imita riproponendo l’atto osservato come
un’immagine allo specchio (braccio dx-braccio sx)
• Prevale l’operazione di assimilazione al proprio
comportamento del comportamento osservato
• È prevalente l’attenzione all’obiettivo dell’azione osservata
piuttosto che al comportamento dell’altro (favorita da
interazione faccia a faccia – come in uno specchio)
• L’attivazione dei neuroni specchio è elevata in questo tipo di
imitazione
• Prevale nella prima infanzia
Imitazione mimica
• Il soggetto imita riproponendo l’atto osservato nella stessa
prospettiva spaziale del soggetto osservato (braccio dx-braccio
dx)
• Prevale l’operazione di accomodamento al comportamento
dell’altro del proprio comportamento
• E’ prevalente l’attenzione al comportamento dell’altro
piuttosto che all’obiettivo (favorita dall’essere spazialmente
accanto all’altro)
• L’attivazione dei neuroni specchio è bassa (elevata nella preSMA che ri-combina atti motori in nuove sequenze)
• Prevale nella seconda infanzia
Bisogni evolutivi e funzioni genitoriali
età
0-3
motivazioni (bisogni)
attaccamento
esplor., predaz., territor.
funzioni genitoriali
protezione
Bisogni evolutivi e funzioni genitoriali
età
motivazioni (bisogni)
3-6
agonismo
0-3
attaccamento
esplor., predaz., territor.
funzioni genitoriali
protezione
La costruzione dell’emozione semplice
• Intorno ai 3 anni, preceduto e stimolato dal comportamento
dell’adulto teso ad inibire e/o orientare l’aumentato
comportamento esplorativo del bambino, inizia la maturazione
del sistema agonistico (la “terribile età del ‘no’”)
• L’obiettivo proprio del sistema agonistico è la definizione
dell’ordine di accesso ad un bene, che successivamente, in
particolare nella fase di socializzazione con i coetanei, acquisisce
lo statuto di sistema teso a definire la dominanza-sottomissione
nelle relazioni interpersonali.
La costruzione dell’emozione semplice
• All’interno della medesima processualità esaminata per
l’attaccamento, si costruiscono le emozioni semplici associate
all’agonismo: la rabbia (espressione dei tentativi di rimozione
dell’ostacolo al raggiungimento dell’oggetto e/o alla definizione
della dominanza); la gioia (raggiungimento oggetto e/o
definizione dominanza); la tristezza (mancato raggiungimento
oggetto e/o definizione della sottomissione)
Stili agonistici: risonanza e attaccamento
• Come per la determinazione dello stile di attaccamento, anche
per la determinazione dello stile agonistico del bambino un
ruolo centrale è svolto dai meccanismi di risonanza, che
sostengono l’imitazione, sviluppati nel rapporto con i genitori,
nonché dall’osservazione delle dinamiche agonistiche
intrafamiliari
• Altra variabile significativa è la gestione della vulnerabilità
connessa alla sconfitta, le cui radici attengono al sistema
dell’attaccamento (nei bambini ‘sicuri’ prevale l’attenzione
all’oggetto della contesa; nei bambini ‘insicuri’ prevale
l’attenzione alla definizione della dominanza/sottomissione
nella contesa)
Tipologie descrittive dell’agonismo
dominante
sensibile al contesto
gregario
persecutore/vittima
Agonismo e comportamento “egoistico”
• Intorno ai tre anni si assiste alla drastica riduzione del
comportamento “altruistico” del bambino (Tomasello 2009)
che sarà limitato alle persone e/o situazioni in cui il bambino
ha sperimentato l’altruismo rivolto verso sé stesso
• Tale modificazione del comportamento altruistico è
conseguenza della maturazione del sistema agonistico
Bisogni evolutivi e funzioni genitoriali
età
motivazioni (bisogni)
3-6
agonismo
0-3
attaccamento
esplor., predaz., territor.
funzioni genitoriali
orientamento
protezione
Costruzione delle funzioni mentali
(direttrice top-down)
etc.
rappresentazioni funzione C
nessi combinatori (disgiuntivi)
rappresentazioni funzione B
coscienza
(di A)
nessi combinatori (disgiuntivi)
rappresentazioni funzione A
coscienza
(di B)
Emozione semplice, mente episodica e
coscienza primaria
• con l’emozione semplice compare il primo livello riflessivo del
sistema, connesso alla categorizzazione della funzione percettiva,
che consente la discriminazione del rapporto tra sé e l’oggetto,
fenomenicamente espresso dalla capacità di modulare il
comportamento con l’oggetto (gioco).
• la consapevolezza di sé consentita dalla coscienza primaria
(Edelman) o nucleare (Damasio) si limita all’episodico e fugace
riferire a sé le percezioni prodotte nell’interazione con l’oggetto.
E’ un tipo di consapevolezza che continuamente si produce e
continuamente si dissolve.
• centrale nella formazione di questo processo è la capacità, da
parte dell’adulto, di attuare l’attenzione congiunta con il
bambino
funzione
rappresentazione
emozione
semplice
séconl’altro
ri-rappresentazione
sé-con-l’oggetto
percezione
séconl’oggetto
coscienza
c. primaria
costruzione delle funzioni mentali
(direttrice bottom-up)
selezione
variazione
ereditarietà
selezione
variazione
etc.
rappresentazioni funzione C
ereditarietà
nessi combinatori
selezione
rappresentazioni funzione B
nessi combinatori
rappresentazioni funzione A
variazione
organismo
ambiente
sé
(s. visc.mot.)
non sè
(individui)
correlazione sé-non sè
emozione complessa
individui
La costruzione dell’emozione complessa
• La maturazione del lobo frontale ventromediale costituisce il
sostegno necessario per la comparsa della terza, in termini
evolutivi, funzione mentale: l’emozione complessa, associata alla
maturazione della motivazione affiliativa gruppale
• Secondo il modello di Edelman, l’emozione complessa deve
emergere dai nessi combinatori tra le diverse rappresentazioni
dell’emozione semplice (fase della variazione dello sviluppo
strutturale dell’e.c.)
• Il tipo di nessi dipende dalla particolare processazione svolta dal
lobo frontale ventromediale rispetto alle attività proprie del
sistema limbico.
• E’ plausibile immaginare che lo sviluppo di tali nessi sia
costituito da tappe susseguentesi lungo lo sviluppo dell’e.c., i cui
primordi insorgono intorno ai due anni di età per poi maturare
lungo tutta la seconda infanzia.
La costruzione dell’emozione complessa
• Una prima tappa consiste probabilmente semplicemente in un
aumento della capacità della memoria episodica, per cui una serie
di episodi può essere ordinata in una sequenza temporale
(evento), processo forse attribuibile al giro del cingolo (Damasio
1999).
• Dall’età di tre anni i bambini sono promotori del rispetto delle
regole dei giochi (Tomasello 2009), indipendentemente dal
riferimento ad un’autorità o all’aspettativa di reciprocità (presente
anche nel gioco solitario), comportamento che segnala la
tendenza ad organizzare il comportamento secondo sequenze
temporalmente ordinate di azioni. Della stessa natura la tendenza
ad ascoltare ripetutamente racconti senza omissioni o aggiunte, la
visione ripetuta stesso cartone animato, etc.
La costruzione dell’emozione complessa
• Nella rappresentazione di eventi la rappresentazione della
relazione tra sé e l’oggetto acquisisce particolari caratteristiche
rispetto alla rappresentazione permessa dalla rappresentazione di
episodi propria dell’e.s.
• In primo luogo, nell’evento lo stesso oggetto è inserito in contesti
diversi, il che sul piano sensomotorio è correlato alla percezione
dello stesso oggetto da prospettive spaziali diverse, di cui solo
una, necessariamente, è frutto dell’attualità e le altre sono frutto
dell’attivazione della memoria (riconoscimento allo specchio -2
anni-; superamento “test della falsa credenza”/”teoria della
mente” -3-4 anni)
La costruzione dell’emozione complessa
• In secondo luogo, l’evento è una rappresentazione dinamica
(“filmica” rispetto alla “fotografia” dell’episodio), in cui elementi
posti in primo piano al tempo t1 possono fungere da elementi di
sfondo nel tempo t2 e viceversa.
• Tale dinamica richiede che la percezione dell’oggetto al tempo t1
subisca un’inibizione per volgersi ad elementi di sfondo al tempo
t2 e viceversa.
• L’inibizione dell’attività sensomotoria è ciò che caratterizza in
modo specifico l’attività del lobo frontale ventromediale
(“soppressione della risposta” e “sensibilità al contesto”; prima
manifestazione evolutiva è controllo sfinterico -2-3 anni)
La costruzione dell’emozione complessa
• La maturazione di questi processi comporta la progressiva
capacità di regolare il proprio comportamento avendo come
riferimento il contesto nel quale è inserito l’oggetto
• La sensibilità al contesto da parte del bambino è fortemente
sollecita, e preceduta, dalla comparsa della dimensione
“normativa” nel comportamento genitoriale (l’età delle regole)
che sollecita l’attenzione del bambino sulle conseguenze
contestuali delle azioni sull’oggetto (osservanza/trasgressione
regole sociali)
• Altro elemento attivante la sensibilità al contesto, nonché
l’esercizio di una serie di azioni prolungate nel tempo all’interno
di regole socialmente condivise, è l’inizio dell’attività scolastica.
La costruzione dell’emozione complessa
• in tal modo il bambino apprende ad associare il comportamento
sostenuto dalle dinamiche interindividuali diadiche connesse
all’attaccamento, all’accudimento e all’agonismo, agli effetti di
accoglienza/rifiuto del contesto gruppale in cui quel
comportamento è espresso (fase della selezione dello sviluppo
strutturale dell’e.c.)
• Si formano le reti di correlazione (fase dell’ereditarietà dello
sviluppo strutturale dell’e.c.) tra lo schema corporeo (l’entità
rappresentativa che emerge dai nessi tra i diversi schemi
visceromotori che si susseguono nell’evento) e il gruppo di
appartenenza -il “noi”- (l’entità rappresentativa che emerge dai
nessi tra i diversi individui che i susseguono nell’evento)
La costruzione dell’emozione complessa
• Nella memoria di eventi sono implicitamente inscritte le regole
dell’interazione tra sé e gli altri che caratterizzano il tipo di
organizzazione del gruppo di appartenenza (variabilità culturale
dell’e.c.)
• L’accumulo progressivo della memoria di eventi è un processo
lento (fase della variazione dello sviluppo organizzativo dell’e.c.)
dipendente dalla ricchezza dell’articolazione sociale del gruppo
di appartenenza, dalla cui selezione, connessa all’attualità
dell’esperienza interattiva gruppale, emergerà il riconoscimento
dell’organizzazione del gruppo di appartenenza (fase
dell’ereditarietà dello sviluppo organizzativo dell’e.c.)
organismo
ambiente
sé
(s. visc.mot.)
non sè
individui
(individui)
cat. emoz. complessa
correlazione sé-non sè
emozione complessa
gruppo
La costruzione dell’emozione complessa
• Sul versante relativo al “sé” si costituisce la rappresentazione
dello schema corporeo, inscindibilmente connessa alla memoria
di eventi.
• Con la costituzione dello schema corporeo la rappresentazione
tipicamente modulare e parallela propria degli schemi
viscerosensomotori si arricchisce della rappresentazione unitaria,
e dinamica, propria dello schema corporeo (che si costituisce
nella contemporanea convergenza di dati multisensoriali interni)
organismo
ambiente
sé
non sè
(s. visc.mot.)
individui
(individui)
cat. emoz. complessa
correlazione sé-non sè
emozione complessa
memoria di eventi
(schema corporeo)
gruppo
La costruzione dell’emozione complessa
• La rappresentazione di sé propria delle e.c., costituita dallo
schema corporeo, è associata alla percezione di sé “dall’esterno”
(autosservazione esterna di sè; percezione di sé in III persona) –
cfr. rappresentazione di sé nella memoria di e.c.• Fenomeni correlati all’autoosservazione esterna di sé:
- emancipazione del comportamento dal vincolo della risposta
diretta agli stimoli: comparsa dell’attività mimica (ripetizione
gesti e posture per attivazione endogena del comportamento,
sostenuta dall’attivazione endogena della memoria);
- capacità di porsi dal punto di vista dell’altro: piena maturazione
imitazione mimica; fondamento empatia (verso appartenenti
gruppo); capacità di produrre menzogne,
La costruzione dell’emozione complessa
- capacità di autoregolare l’attività visceromotoria: “esercizio”
autoregolazione viscerale;
- capacità di modulare il comportamento nei rapporti diadici:
emancipazione (relativa) dal “contagio emotivo”;
- condivisione dell’intenzionalità gruppale: apprendimento modelli
condivisi di azione volti verso un fine comune (giochi di
squadra); riverberazione cooperazione nelle dinamiche
interindividuali diadiche
Emozione complessa e risonanza
• Il fenomeno della risonanza pone il quesito della differenziazione
tra l’attività neuronale espressione dell’azione del soggetto e
attività neuronale espressione della percezione da parte del
soggetto dell’azione altrui.
• In generale, l’attività dei neuroni specchio è di intensità doppia
nell’azione effettuta rispetto all’osservazione dell’azione altrui;
inoltre nell’azione effettuata sono attive altre aree cerebrali
sostanzialmente silenti nell’azione osservata. Tali elementi
fondano la distinzione neurobiologica tra azioni proprie e azioni
altrui nell’attività percettiva ed emotiva.
• Con la comparsa dell’emozione complessa il processo di
differenziazione sé-altro all’interno della risonanza propria del
sistema nervoso si articola ulteriormente
Emozione complessa e risonanza
Gli studi di imaging indicano un coinvolgimento della giunzione
temporoparietale (TPJ), nella differenziazione sé-altro
(Blakemore, Frith, 2003; Jackson, Decety, 2004). Tale area
associativa riceve informazioni dal talamo, dalle aree visive,
somatiche, uditive e dal sistema limbico; inoltre possiede
connessioni reciproche con la corteccia prefrontale e i lobi
temporali. Queste connessioni fanno sì che questa regione abbia
un ruolo primario nei processi relativi all’elaborazione delle
informazioni multisensoriali dell’immagine del corpo (Blanke,
Arzy, 2005; Benton, Sillvan, 1993). Numerosi dati empirici
sostengono che TPJ svolga un ruolo specifico nell’agency per la
distinzione fra azioni self-producted e azioni others-producted
(Farrer, Frith, 2002; Chaminade, Decety, 2002; Decety,
Chaminade, Grezès, Meltzoff, 2002; Ruby, Decety, 2001)
Emozione complessa, mente mimica e
coscienza estesa
• con l’emozione complessa compare il secondo livello riflessivo
del sistema, connesso alla categorizzazione della funzione
emozionale semplice, che consente la discriminazione del
rapporto tra sé e l’altro.
• la consapevolezza di sé consentita dalla coscienza estesa
(Damasio) è fortemente vincolata alla concreta interazione con il
contesto gruppale di appartenenza.
funzione
rappresentazione
emozione
complessa
sénelgruppo
emozione
semplice
percezione
ri-rappresentazione
coscienza
sé-con-l’altro
c. estesa
sé-con-l’oggetto
c. primaria
séconl’altro
séconl’oggetto
Bisogni evolutivi e funzioni genitoriali
età
motivazioni (bisogni)
6-12
affiliazione concreta
(cooperazione)
3-6
agonismo
0-3
attaccamento
esplor., predaz., territor.
funzioni genitoriali
orientamento
protezione
Tipologie descrittive dell’affiliazione
(concreta)
leader di potere
- affiliazione subordinata al potere
leader di consenso - affiliazione flessibile
gregario
- affiliazione subordinata all’accoglienza
emarginato
- affiliazione instabile
Bisogni evolutivi e funzioni genitoriali
età
motivazioni (bisogni)
funzioni genitoriali
6-12
affiliazione concreta
(cooperazione)
rispecchiamento
3-6
agonismo
0-3
attaccamento
esplor., predaz., territor.
orientamento
protezione
costruzione delle funzioni mentali
(direttrice bottom-up)
selezione
variazione
ereditarietà
selezione
variazione
etc.
rappresentazioni funzione C
ereditarietà
nessi combinatori
selezione
rappresentazioni funzione B
nessi combinatori
rappresentazioni funzione A
variazione
La costruzione del linguaggio
• La maturazione del lobo frontale dorsolaterale è il sostegno
strutturale necessario per la comparsa della quarta, in termini
evolutivi, funzione mentale: il linguaggio, associato
all’espressione della motivazione affiliativa sociale
• in accordo con lo schema edelmaniano, la costruzione del
linguaggio si fonda sul rilievo di nessi combinatori tra le
rappresentazioni dell’emozione complessa
• in questa processazione il ruolo del lobo frontale dorsolaterale è
correlato all’ordinare in sequenze prolungate l’attività
sensomotoria
La costruzione del linguaggio
• ma la produzione linguistica accompagna, sin quasi dal loro
emergere, tanto la funzione percettiva che quella emozionale
semplice
• evolutivamente, l’attività vocale accompagna l’attività
sensomotoria connessa alla categorizzazione percettiva
(lallazione); poi, in concomitanza con la maturazione del sistema
sensomotorio (deambulazione, controllo sfinterico) la produzione
vocale inizia, grazie alla sintonizzazione interindividuale con
soggetti dotati di linguaggio, a strutturarsi nella produzione delle
parole
Lo sviluppo del linguaggio
• Intorno ai 12 mesi comparsa prime parole
• Primo stadio (18 mesi): frasi composte da 1-2 parole
• Secondo stadio (2 anni e mezzo): ipergeneralizzazione regole
(“aprito” invece di “aperto”)
• Terzo stadio (3 anni e mezzo): domande e negative
• Quarto stadio (4-5 anni): nuove frasi (combinazione di parti
relative a frasi già note) e accostamento frasi tramite
congiunzione
La costruzione del linguaggio
• Secondo la “teoria motoria del linguaggio”, l’apprendimento del
linguaggio si fonda sull’imitazione dei “gesti sonori” con i quali
sono prodotti i fonemi
• In questo apprendimento, un ruolo significativo è svolto dalla
modellazione, da parte dell’adulto, della vocalizzazione del
bambino, facilitata dall’uso da parte dell’adulto dello stile
comunicativo del bambino (“motherese”: cadenza lenta, toni
acuti, iperarticolazione vocali, semantica e sintattica semplici)
La costruzione del linguaggio
• quindi, per la produzione delle parole e l’accumulo di un lessico è
sufficiente ipotizzare un aumento, proprio della specie umana,
delle capacità della corteccia frontale verso i sistemi
visceromotori della vocalizzazione (Deacon): la comunicazione
linguistica si produrrebbe inizialmente come semplice effetto
collaterale, di tipo associativo, della funzione percettiva ed
emozionale semplice del bambino immerso in una comunità
linguistica.
• ciò significa che la semantica si svilupperebbe come elemento
primario e implicito della comunicazione linguistica (Edelman),
come se fosse una caratteristica ‘percettiva’ dell’oggetto
(Vygotskji).
La costruzione del linguaggio
• In questo semplice incapsulamento simbolico-linguistico
dell’attività percettiva ed emotiva si realizza un implicito
apprendimento dei concetti, cioè di entità rappresentative astratte
fondate sul rilievo dei nessi combinatori tra gli elementi
relativamente costanti e unitari della variabile e multiforme realtà
fenomenica
La costruzione del linguaggio
• con la maturazione dell’emozione complessa la produzione
linguistica può essere declinata nella percezione degli eventi e, in
tal modo, i nomi (oggetti) e i verbi (azioni) si articolano in
sequenze che rinviano all’ordine delle regole che sostengono il
rapporto tra oggetti e azioni, regole che rimandano alla
successione temporale degli episodi.
• la sintassi, in tal modo, si svilupperebbe inizialmente in modo
implicito, come effetto collaterale della funzione dell’emozione
complessa.
• Con la declinazione della produzione linguistica nell’attività
propria dell’e.c. inizia il vero e prorio processo di costruzione del
linguaggio, inteso come capacità di ordinare sintatticamente la
produzione simbolico-linguistica.
organismo
sé
(schema corp.)
non sè
(gruppo)
correlazione sé-non sè
linguaggio
ambiente
gruppo
linguistico
La costruzione del linguaggio
• La produzione concettuale investe la rappresentazione propria
dell’e.c. (schema corporeo-gruppo), formando in tal modo
- l’identità corporea, entità concettuale che emerge dai nessi
combinatori astratti tra i diversi schemi corporei correlati ai
diversi eventi,
- il mondo sociale, entità concettuale che emerge dai nessi
combinatori astratti tra i diversi contesti gruppali correlati ai
diversi eventi
- la condensazione propria della simbolizzazione linguistica
rispetto alla mimica consente alla memoria di combinare
molteplici eventi in una sequenza temporalmente ordinata: la
narrazione
organismo
sé
ambiente
gruppo
linguistico
non sè
(schema corp.)
(gruppo)
cat. linguistica
correlazione sé-non sè
concetti
linguaggio
società
memoria narrativa
(identità corporea)
La costruzione del linguaggio
• L’ordinamento della relazione tra sé e il mondo effettuato dal
linguaggio tramite la narrazione è frutto dei processi impliciti di
negoziazione sociale attinenti alle regole astratte che consentono
la sintonizzazione sociale del comportamento individuale (Bruner
1986, 1990)
• Il comune riferimento alla narrazione costituisce, quindi, il
veicolo dell’intenzionalità socialmente condivisa (il “noi”
sociale).
• L’intenzionalità socialmente condivisa è connessa a doppio filo
con il riconoscimento sociale, che consente all’individuo di
categorizzare i rapporti interpersonali senza la necessità di una
prolungata interazione interpersonale
• L’emancipazione della categorizzazione dal vincolo dell’azione
è, quindi, la caratteristica propria della funzione linguistica
La costruzione del linguaggio
• L’emancipazione dall’azione della simbolizzazione linguistica è,
comunque, relativa, come segnalato dall’attivazione delle aree
cerebrali relative agli schemi motori evocati nella produzione e
nell’ascolto delle frasi (“semantica incorporata”, Gallese 2005)
La costruzione del linguaggio
• Il riferimento costituito dalla narrazione investe
l’autoosservazione esterna di sé propria dell’e.c., fondando il
“dialogo interno” -che si costituisce dalla progressiva
incorporazione del dialogo esterno (Vygotskij 1934, 1960)tramite cui il sè osserva, dialogando, il sé.
• Grazie al linguaggio quell’iniziale processo immaginativo
connesso al rilevare le associazioni tra oggetto e contesto proprio
dell’e.c. (fondamento del “pensiero magico” della seconda
infanzia) si arricchisce grazie alla formazione di rappresentazioni
evocate semplicemente ascoltando le esperienze altrui: la
rappresentazione si arricchisce di scenari possibili, pur se
vincolati, in questa fase evolutiva, alla collezione di frammenti di
dialogo esterno.
Linguaggio e risonanza
• Gli studi di neuroimaging segnalano che l’identificazione verbale
delle emozioni costituisce un fattore critico per la riduzione del
contagio emotivo e la costituzione dell’empatia (il linguaggio
costituisce il riferimento all’elemento ‘terzo’, condiviso, della
relazione diadica -> amplificazione differenziazione sè-altro
all’interno della relazione sé-altro; empatia aumenta nel rapporto
con soggetti con cui sono state sperimentate interazioni
cooperative e si riduce con soggetti con cui sono state
sperimentate interazioni agonistiche).
Linguaggio , mente mitica e coscienza secondaria
• con il linguaggio compare il terzo livello riflessivo del sistema,
connesso alla categorizzazione della funzione emozionale
complessa, che consente la discriminazione del rapporto tra sé e il
gruppo, fenomenicamente espresso dalla capacità di modulare il
proprio comportamento nei diversi contesti gruppali.
• la consapevolezza di sé consentita dalla coscienza secondaria
(Edelman) è fortemente vincolata alla ricchezza delle narrazioni
prodotte dalla comunità di appartenenza.
I neuroni specchio nei primati non umani
• i neuroni dell’area premotoria codificano schemi di
azione (atti motori diversi per medesimo scopo):
categorizzano il fine dell’azione
• nell’area premotoria F5 delle scimmie (regolazione
programmi motori per la mano) -omologa all’area di
Broca dell’uomo- i neuroni si attivano anche per
azioni compiute con la bocca
• il 20% dei neuroni si attiva non solo quando il
soggetto esegue un’azione verso uno scopo ma anche
quando il soggetto vede un altro soggetto compiere
un’azione verso il medesimo scopo o quando sente i
suoni prodotti dall’azione di un altro soggetto verso il
medesimo scopo: “neuroni specchio”
Corteccia frontodorsolaterale e neuroni specchio
• i neuroni specchio scaricano con schemi di attivazione
differenziata per i differenti scopi di una medesima
azione (spostare per mangiare; spostare per riporre)
• nella differenziazione scopi per una medesima azione è
centrale la percezione del contesto (alta attivazione se
azione contestualizzata; bassa se decontestualizzata)
• oltre che in sede frontale si rilevano neuroni specchio
anche in sede parietale
Neuroni specchio ed apprendimento per
emulazione
• la percentuale dei neuroni specchio che scaricano
quando la scimmia osserva l’azione di un
conspecifico è alta se l’azione rientra nel proprio
repertorio comportamentale, bassa se l’azione non vi
rientra: apprendimento con prevalenza
dell’assimilazione a sé dell’azione dell’altro
(emulazione)
• assenza di attivazione per azioni mimate (senza
oggetto)
Neuroni specchio, uomo ed imitazione
• l’uomo è in grado di riprodurre un’azione che non
rientra nel proprio repertorio comportamentale: nella
“simulazione incarnata” rientra la capacità di
accomodare il proprio comportamento a quello
dell’altro (imitazione)
• attività neuroni specchio è alta per azioni proprie,
bassa per azioni osservate, molto alta per “imitazione
rispecchiante” (allo “specchio” e verso obiettivo
concreto)
Neuroni specchio, uomo ed imitazione
• nell’ “imitazione mimica” (riproposizione gesti e
senza obiettivo concreto) attivazione neuroni
specchio assai bassa
• nell’ “imitazione mimica” probabile intervento dei
“neuroni specchio super” (area premotoria
supplementare: congiunge azioni semplici in
sequenze complesse)
• l’imitazione rispecchiante (assimilazione) precede
evolutivamente quella mimica (accomodamento)
Neuroni specchio, uomo e linguaggio
• la disattivazione transitoria area di Broca provoca
deficit dell’imitazione
• si attivano nell’osservazione dei gesti iconici (contenuto
del discorso-mimica dell’azione) e non dei gesti di
pulsazione (ritmo del parlante)
• nell’ascolto e nella lettura si attivano i neuroni specchio
relativi ai programmi motori dell’azione descritta o
evocata (“cognizione e semantica incorporate”)
funzione
linguaggio
emozione
complessa
emozione
semplice
percezione
rappresentazione
ri-rappresentazione
coscienza
sénellasocietà
sé-nel-gruppo
c. secondaria
sé-con-l’altro
c. estesa
sé-con-l’oggetto
c. primaria
sénelgruppo
séconl’altro
séconl’oggetto
Bisogni evolutivi e funzioni genitoriali
età
motivazioni (bisogni)
12-18
affiliazione simbolica
6-12
affiliazione concreta
(cooperazione)
3-6
agonismo
0-3
attaccamento
esplor., predaz., territor.
funzioni genitoriali
rispecchiamento
orientamento
protezione
Tipologie descrittive dell’affiliazione
(simbolica)
subordinata al potere
differenziata
subordinata all’appartenenza
instabile
Bisogni evolutivi e funzioni genitoriali
età
motivazioni (bisogni)
funzioni genitoriali
12-18
affiliazione simbolica
riconoscimento
6-12
affiliazione concreta
(cooperazione)
rispecchiamento
3-6
agonismo
0-3
attaccamento
esplor., predaz., territor.
orientamento
protezione
La costruzione dell’autocoscienza
• La maturazione dei sistemi di connessione intrasistemica
costituisce il sostegno strutturale necessario per la comparsa della
quinta, in termini evolutivi, funzione mentale: l’autocoscienza,
associata all’espressione della motivazione affiliativa sociale.
• in accordo con lo schema edelmaniano, la costruzione
dell’autocoscienza si fonda sulla processazione dell’attività
linguistica.
• In questa processazione, la specificità propria della maturazione
intrasistemica sarebbe costituita dalla capacità di ricombinare gli
elementi propri delle lunghe sequenze concettuali che sostengono
la narrazione
organismo
sé
non sè
(identità corp.)
(concetti)
correlazione sé-non sè
autocoscienza
ambiente
oggetto
culturale
La costruzione dell’autocoscienza
• è ipotizzabile che l’autocoscienza si fondi sulla revisione,
sintatticamente organizzata, della narrazione (Dennett), cioè su
una sorta di autoriflessività linguistica del linguaggio.
• quest’autoriflessività è enormemente facilitata dalla concreta
esteriorizzazione della narrazione, veicolata dagli oggetti culturali
e massimamente rappresentata dalla scrittura (Jaynes, Donald).
• Sin dalla nascita il bambino è immerso in un mondo disseminato
di oggetti culturali e, come per il linguaggio, inizialmente il
bambino semplicemente utilizza gli oggetti culturali come
semplici oggetti del mondo.
Neurobiologia della lettura
• Connessione aree visive con aree del linguaggio
• Organizzazione percezione visiva
- area visiva primaria: attivazione per stimoli definiti (tratti con
inclinazioni specifiche) – campo recettoriale retinico ristretto
- area visiva secondaria: attivazione per combinazioni di stimoli
definiti (due tratti con inclinazione specifica) – campo
recettoriale più ampio
- corteccia temporale inferiore: attivazione per forme (contorni
-> invarianza oggetto -> simmetria) – campo recettoriale
retinico assai ampio
Neurobiologia della lettura
“l’invenzione della scrittura si fonda sull’utilizzazione della
capacità del s.n.c. di riconoscere in modo invariante le forme
tramite la configurazione dei contorni dell’oggetto –
riciclaggio neuronale”
“nell’evoluzione della scrittura si assiste alla progressiva
semplificazione delle forme”
Stanislas Dehaene
Neurobiologia della lettura
• riconoscimento visivo della forma: regione occipitotemporale ventrale
-
porzione ventrale: case, paesaggi (periferia campo visivo)
porzione intermedia-ventrale: volti (fovea campo visivo)
porzione intermedia-laterale: parole (fovea campo visivo)
porzione laterale: oggetti, strumenti (periferia campo visivo)
Neurobiologia della lettura
Modello gerarchico del riconoscimento scrittura
(Dehaene)
- V1 (bilat.): barre singolarmente orientate
- V2 (bilat.): combinazioni barre orientate (rilevatori elementari
contorni)
- V3 (bilat.): combinazioni di rilevatori elementari contorni
(forme semplici singole)
- V8 (bilat): combinazioni di forme semplici singole (A->a)
(identità astratta forma)
- solco occip-temp sx: combinazioni di forme astratte (unione 2,
3 lettere)
- solco occip-temp sx: combinazioni di combinazioni (morfemi)
Neurobiologia della lettura
connessione tra aree del riconoscimento della forma
e aree del linguaggio: fascicolo longitudinale inferiore
- via fonologica (indiretta): alle aree deputate analisi suoni
(temp. sup.) e articolazione suoni (front. inf.) – forma<->suono
(grafema<->fonema)
(prevale in lingue con ortografia trasparente: lettera<->suono
costante -italiano-)
- via lessicale (diretta): alle aree deputate analisi significato
(temp. media, front. inf.) – forma<->significato
(prevale in lingue con ortografia opaca: lettera-:suono
dipendente altre variabili -cinese, inglese, francese-)
Contributo delle due vie alla lettura
La via fonologica prevale nella lettura ad alta voce, per le parole
regolari e per quelle nuove
La via del significato prevale nella lettura muta, per le parole
irregolari e per quelle frequenti
La costruzione dell’autocoscienza
• Il mondo concettuale proprio della funzione linguistica (fase della
variazione dello sviluppo strutturale del linguaggio) tramite la
revisione sintattica subisce una selezione fondata sul rilievo di
nessi combinatori attinenti a regole relazionali di vario tipo
(inclusione/esclusione, disgiunzione/congiunzione, correlazione,
causalità, etc.) il cui esito è la costruzione del significato, entità
rappresentativa astratta emergente dalle reti di articolazione tra i
concetti.
• La costruzione del significato pone, quindi, sullo sfondo il
riferimento concreto su cui si radica il concetto, e pone in primo
piano la relazione di tipo logico (sintattico) tra i concetti, per cui
l’autocoscienza emancipa la rappresentazione della relazione
corpo-mondo dal vincolo della dimensione spazio-temporale.
La costruzione dell’autocoscienza
• Grazie all’emancipazione dalla dimensione spaziotemporale, il
mondo dei significati costituisce il riferimento “immobile” che dà
ordine, costanza e continuità, alla regolazione del quotidiano,
multiforme e variabile, movimento di sé nel mondo.
• Si costruiscono in tal modo l’identità personale, entità
rappresentativa stratta emergente dai nessi di articolazione logica
tra i concetti attinenti all’identità corporea, e il mondo culturale,
entità rappresentativa astratta emergente dai nessi di articolazione
logica tra i concetti attinenti al mondo sociale (fase
dell’ereditarietà dello sviluppo strutturale dell’autocoscienza)
La costruzione dell’autocoscienza
• Nel mondo astratto proprio dell’autocoscienza, teso a
categorizzare ciò che è concretamente esperito emancipandolo
dalle coordinate spaziotemporali proprie dell’esperienza, si
costruisce il pensiero paradigmatico (Bruner 1986) che tende,
grazie alla revisione sintattica del pensiero narrativo, a
formalizzare l’articolazione della relazione tra sé e il mondo in
leggi e teorie.
• La memoria propria del pensiero paradigmatico è concretamente
depositata nei prodotti culturali per cui il locus di tale memoria è,
in senso stretto, extrabiologico (Vygotskij 1934, Donald 1991), e
sono i processi di istruzione formale a dotare il bambino delle
operazioni necessarie per acquisire le modalità di accesso e di
interpretazione dei codici simbolici dei prodotti culturali.
La costruzione dell’autocoscienza
• Per lungo tempo il bambino, quindi, apprende il mondo dei
significati che costituiscono l’esito dei processi di negoziazione
sociale della generazione dei propri genitori.
• Solo dopo che la memoria ha raggiunto un’estensione tale da
garantire la varietà del mondo dei significati (fase della
variazione dello sviluppo organizzativo dell’autocoscienza), il
dialogo interno può esercitare una selezione sintattico-logica di
quei significati, dando luogo a nuovi significati, e, quindi a nuovi
concetti (fase dell’ereditarietà dello sviluppo organizzativo
dell’autocoscienza).
• Ciò si evidenzia nell’adolescenza, periodo nel quale
l’immaginazione del precedente periodo evolutivo si arricchisce
della creatività (inevitabilità della crisi transgenerazionale)
La costruzione dell’autocoscienza
• Espressioni della comparsa dell’autocoscienza: neologismi
(espressione di nuovi concetti condivisi dalla comunità di
adolescenti), autoregolazione dell’identità corporea in riferimento
a copioni di ruolo condivisi dalla comunità di adolescenti
(abbigliamento, acconciature, etc.), produzione narrativo-poetica
(riflessività ricombinante sulla produzione linguistica), crisi
psicotiche (perdita del senso di appartenenza a sé del proprio
corpo e delle proprie attività mentali come effetto
dell’oggettivazione di sé propria dell’autocoscienza)
La costruzione dell’autocoscienza
• I processi creativi che caratterizzano l’adolescenza sono radicati e
stabilizzati dai processi di canonizzazione dipendenti dalla
negoziazione socioculturale necessari per la costruzione del
significato.
• Il primo referente di tale canonizzazione è la generazione dei
propri pari, referente la cui significatività in questa fase evolutiva
è sostenuta dalla maturazione sessuale e dalla matura possibilità
di attuare rapporti paritetici (amicizia).
• Il secondo referente è la generazione dei genitori, per cui, in
ultima analisi, la canonizzazione di nuovi significati attiene ad
una dinamica intergenerazionale
La costruzione dell’autocoscienza
• E’ in questo processo intergenerazionale che l’autocoscienza
alimenta l’intenzionalità culturalmente condivisa su cui si fonda il
“noi” transgenerazionale.
organismo
sé
non sè
(identità corp.)
(concetti)
ambiente
oggetto
culturale
cat. cosciente
correlazione sé-non sè
significati
autocoscienza
cultura
memoria teoretica
(identità personale)
Autocoscienza, mente teoretica e coscienza
• con l’autocoscienza compare il quarto livello riflessivo del
sistema, connesso alla categorizzazione della funzione
linguistica, che consente la differenziazione del rapporto tra sé e
la società, fenomenicamente espresso dalla capacità di modulare
il proprio comportamento nei diversi contesti sociali.
Neuroni specchio e affiliazione socioculturale
• i neuroni specchio si attivano maggiormente durante
l’osservazione di soggetti appartenenti al proprio gruppo
socioculturale rispetto all’osservazione di soggetti
appartenenti a gruppi socioculturali diversi dal proprio
• idem nell’ascolto di discorsi sintonici o meno con i
valori relativi alla propria appartenenza socioculturale
Coscienza e risonanza
• empatia aumenta nei confronti di individui aventi
medesima appartenenza socioculturale del soggetto: la
cultura consente la percezione della similarità a sé nei
confronti di individui sconosciuti.
funzione
rappresentazione
coscienza
sénellacultura
linguaggio
emozione
complessa
emozione
semplice
percezione
ri-rappresentazione
coscienza
sé-nella-società
autocoscienza
sé-nel-gruppo
c. secondaria
sé-con-l’altro
c. estesa
sé-con-l’oggetto
c. primaria
sénellasocietà
sénelgruppo
séconl’altro
séconl’oggetto
funzione
relazione
coscienza
sénellacultura
identità
sé-nella-società
linguaggio
emozione
complessa
emozione
semplice
percezione
sénellasocietà
sénelgruppo
séconl’altro
séconl’oggetto
persona
mente-coscienza
autocoscienza
m. teoretica
sé-nel-gruppo
personaggio
c. secondaria
m. mitica
sé-con-l’altro
individuo
c. estesa
m. mimica
sé-con-l’oggetto
soggetto
c. primaria
m. episodica
Lo sviluppo della mente
struttura
motivazioni
comportamento
relazione
funzione
categorizzazione
memoria
età
proiezioni
frontali
sovraindividuale
affiliazione
culturale
relazione
con la
cultura
coscienza
significato
leggi
15-20
lobo frontale
dorsolaterale
sovraindividuale
affiliazione
sociale
relazione
con la
società
linguaggio
concetto
storie
11-14
lobo frontale
ventromediale
sovraindividuale
affiliazione
gruppale
relazione
con il
gruppo
emozione
complessa
gruppo
eventi
4-10
cervello
limbico
interindividuale
attaccamento;
accudimento;
agonismo
rapporto
episodico
con il consimile
emozione
semplice
consimile
episodica
1-3
cervello
rettiliano
intraindividuale
predazione;
esplorazione;
territorialità
interazione
ciclica
con gli oggetti
percezione
oggetto
procedurale
O-1
Funzioni mentali e rappresentazioni
della relazione corpo-mondo
funzione
rappresentazione
“corpo”
rappresentazione
“mondo”
coscienza
identità personale
significati
linguaggio
identità corporea
concetti
emozione complessa
schema corporeo
gruppo
emozione semplice
schema viscero-motorio
individui
percezione
schema vegetativosensomotorio
oggetti
funzione
categorizzazione
temporalità
percezione
oggetto
istante
emozione semplice
associazione oggettocontesto
episodio
emozione complessa
relazione tra oggetto e evento
contesto
linguaggio
sequenza della
relazione tra oggetti e
contesti
storia
coscienza
legge della sequenza
della relazione tra
oggetti e contesti
atemporale
(teoria)
Lo sviluppo della mente
• le diverse funzioni mentali si costruiscono
evolutivamente, emergendo dall’interazione
tra il corpo e il mondo (fisico, interpersonale,
socioculturale).
• al termine del processo evolutivo, le diverse
funzioni mentali hanno tra esse un rapporto
di reciproca e parziale associazione e
dissociazione.
complessità rappresentazione
del corpo
complessità rappresentazione
del mondo
COSCIENZA
linguaggio
emozione
percezione
regolazione della relazione corpo-mondo
complessità rappresentazione
del corpo
complessità rappresentazione
del mondo
coscienza
linguaggio
EMOZIONE
percezione
regolazione della relazione corpo-mondo
complessità rappresentazione
del corpo
complessità rappresentazione
del mondo
COSCIENZA
linguaggio
emozione
percezione
regolazione della relazione corpo-mondo
multisignificatività della relazione corpo-mondo
il rapporto con l’oggetto-mela
funzione
significato
percezione
oggetto commestibile,di forma rotonda, color
rosso-verde, consistenza media, gusto dolce
emozione semplice
oggetto mediatore di offerta di cura, di richiesta di
cura, di contesa
emozione complessa
oggetto mediatore di pacificazione, di coalizione,
di rapporti collaborativi (produzione, commercio)
linguaggio
oggetto-simbolo di sensualità, di trasgressione
(peccato)
coscienza
oggetto di natura vegetale (frutto)
“Per comprendere il mistero della natura della mente bisognerà
passare dalla filosofia all’embriologia, con un salto singolare
ma necessario.
A quel punto saremo in grado di ritornare, attraverso la
biologia, alla filosofia”.
Gerald Edelman
Livelli organizzativi
del metodo scientifico
• paradigma: identificazione delle diverse credenze
relative alla mente
• metateoria: identificazione delle diverse
articolatorie dei concetti relativi alla mente
logiche
• teoria: identificazione dei diversi modelli relativi alla
mente
Livelli organizzativi
del metodo scientifico e della mente
• paradigma:
(linguaggio)
narrazioni
socialmente
condivise
• metateoria: analisi logico-sintattica della narrazione
(autocoscienza)
• teoria: elemento di connessione tra attività percettiva e
autocoscienza
“Alla base di stati intenzionali stanno chiaramente
stati neurali, ma l’attribuzione diretta di stati mentali
alle operazioni del cervello stesso piuttosto che a una
persona può suscitare solo confusione.”
Gerald Edelman
“La mente si forma ed emerge cerebro-culturalmente,
in e attraverso il linguaggio che è necessariamente
sociale e, per il tramite della mente, la cultura di una
società si imprime letteralmente nel cervello. In altre
parole inscrive in esso le sue strade, i suoi percorsi,
i suoi incroci.
Possiamo dire: la cultura è nella mente che è nella
cultura.”
Edgar Morin
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