SECONDA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI
SEDE IRCCS “FONDAZIONE G. PASCALE”
CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA
A.A. 2009/10
CORSO INTEGRATO DI FISIOLOGIA E
SCIENZE DIETETICHE
MED. 45 SCIENZE INFERMIERISTICHE
OBIETTIVI E STRUTTURA
DEL CORSO
Dott.ssa Maria D’Urzo
[email protected]
0biettivi di apprendimento
Al termine del corso lo studente deve essere in grado di:
 Descrivere gli interventi di assistenza infermieristica per
promuovere una nutrizione e salute ottimali
 Descrivere i fattori che influenzano la nutrizione
 Descrivere le manifestazioni di alterazione della funzione
nutrizionale: (obesità, sovrappeso, sottopeso, cachessia
,ecc)
 Comprendere come sia possibile soddisfare il bisogno di
alimentarsi di un paziente non autosufficiente
 Sapere quali sono le competenze e le responsabilità
infermieristiche in caso di:
- restrizioni/integrazioni dietetiche e somministrazione di
diete speciali
- alimentazione enterale attraverso sonda nasogastrica e
gastrostomica
- alimentazione parenterale totale
Contenuti del corso
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Alimentazione e salute. Il ruolo dell’infermiere.
Gli elementi nutritivi essenziali e le loro funzioni
I principi di una corretta alimentazione – Linee Guida
Fattori che influiscono sulla nutrizione
Alterazioni delle funzioni nutrizionali (apporto
insufficiente, apporto eccessivo, aumentato fabbisogno
metabolico)
Il Processo di nursing applicato ai problemi di natura
alimentare:
- Accertamento
- Diagnosi infermieristiche e problemi collaborativi
- Pianificazione degli obiettivi
- Pianificazione degli interventi
- Valutazione dei risultati
L’organizzazione della nutrizione.
Il vassoio per il pasto: preparazione e distribuzione
 Tipi di diete: liquida, semiliquida, priva di scorie, iposodica
o asodica, ipoglicidica, aproteica, ipo o ipercalorica,
ipolipidica
 Alimentazione enterale: definizioni, indicazioni, modalità e
complicanze
 Assistenza infermieristica alla persona sottoposta a
nutrizione enterale: Applicazione, gestione e rimozione del
SNG e assistenza alla persona portatrice di SNG;
Assistenza alla persona portatrice di PEG
 Alimentazione parenterale totale: definizioni, indicazioni
 Assistenza al paziente durante l’inserimento del catetere
venoso; Mantenimento delle infusioni attraverso una vena
centrale; Sostituzione della medicazione e del deflussore
nella NPT
 L’alimentazione nel paziente oncologico
 Nutrizione
e
idratazione
artificiale:
etico/deontologica sul tema
discussione
Strumenti e metodi di valutazione
Al termine del corso si intende
valutare il raggiungimento degli
obiettivi formativi attraverso:
 Prova orale
Bibliografia
 Craven RF, Hirnle CJ. Principi fondamentali
dell’assistenza infermieristica. CEA, Milano
2007, capitolo 39 - Nutrizione
 Brunner Suddarth Nursing Medico-chirurgico
CEA Milano 2007
 I quaderni dell’infermiere n. 23 “La
Nutrizione Artificiale” IPASVI, 2008
Seconda Università degli Studi di Napoli
sede IRCCS “Fondazione G. Pascale”
CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA
A.A. 2009/10
Alimentazione e
Salute.
Il ruolo dell’Infermiere
Alimentazione e Nutrizione
 L’alimentazione ha al centro la fonte del
nutrimento cioè la natura e la quantità
degli alimenti
 La
nutrizione
concerne
la
risposta
biofunzionale a livello individuale e di
popolazione
 L’alimentazione (dieta) ottimale è il mezzo
per ottenere un buon stato di nutrizione e
salute del soggetto
Nutrirsi è fondamentale…
 Secondo l’Organizzazione mondiale
della
sanità
(OMS),
nutrizione
adeguata
e
salute
sono
da
considerarsi
diritti
umani
fondamentali, assai correlati l’uno
all’altro.
 Le attuali conoscenze scientifiche
dimostrano che l’incidenza di molte
patologie croniche è legata alla dieta
e più in generale agli stili di vita:
alimentazione e nutrizione sono tra i
più importanti determinanti di salute.
Una nutrizione corretta costituisce,
assieme a una adeguata attività
fisica e al controllo di altri fattori di
rischio, come il fumo o l’alcol, un
elemento
fondamentale
nella
prevenzione di numerose condizioni
patologiche.
Il Piano Sanitario Nazionale 2003-2005
 Il Piano sanitario nazionale 2003-2005 ha indicato
tra i dieci progetti per la strategia del cambiamento
la necessità di “Promuovere gli stili di vita salutari, la
prevenzione e la comunicazione pubblica sulla
salute” al fine di ridurre i fattori di rischio.
 Una corretta alimentazione è infatti fondamentale tra
i fattori in grado di aumentare la capacità individuale
a controllare, mantenere e migliorare lo stato di
salute.
 Oltre ad una crescente quota di
popolazione in sovrappeso, numerose
patologie sono correlate, ad esempio,
ad una alimentazione non corretta.
 Tra queste, alcuni tipi di tumori, il
diabete mellito di tipo 2, le malattie
cardiovascolari ischemiche, l’artrosi,
l’osteoporosi, la litiasi biliare, lo
sviluppo di carie dentarie e le
patologie da carenza di ferro e
carenza di iodio.
 La strategia di prevenzione deve
essere
rivolta
pertanto
all’intera
popolazione, presso la quale occorre
diffondere raccomandazioni per una
sana alimentazione in termini di
nutrienti, di scelta di profili alimentari
salutari, ma anche coerenti con le
consuetudini, che tengano conto dei
fattori culturali e socio economici.
Il Piano Sanitario Nazionale 2006-2008
LA NUTRIZIONE COME PREVENZIONE
- Consumo di frutta, verdura, proteine vegetali ed
alimenti a base di amidi preferibilmente non
manipolati, grassi vegetali, ed il controllo del
consumo totale e del peso corporeo per la
prevenzione
delle
patologie
neoplastiche
e
cardiovascolar
- L’importanza della dieta nella prevenzione di alcune
patologie o nella limitazione dei danni alla salute.
Coinvolgere maggiormente gli operatori sanitari
perché svolgano azioni concrete nel campo della
corretta informazione e dell’educazione sanitaria
Le strategie
In Italia
 GUADAGNARE SALUTE:
Programma Nazionale approvato dal Governo con il
Dpcm del 4 maggio 2007, in accordo con le Regioni e
le Province autonome, e incentrato sulla promozione
di stili di vita salutari per contrastare il peso delle
malattie croniche e far guadagnare anni di vita in
salute ai cittadini. Quattro le aree tematiche
principali: lotta all’abuso di alcool, promozione di
comportamenti
alimentari
salubri,
promozione
dell’attività fisica.
In Europa
 “THE CHALLENGE OF OBESITY IN THE WHO
EUROPEAN REGION AND THE STRATEGIES FOR
RESPONSE”
 “WHO EUROPEAN ACTION PLAN FOR FOOD AND
NUTRITION POLICY 2007-2012:
Gli obiettivi e le azioni delle politiche alimentari e
nutrizionali. Documento elaborato nel 2007 dall’OMS
In quanto professionista della salute,
operando nel settore della prevenzione
ed educazione sanitaria l’infermiere è in
grado
di
valutare,
controllare
e
promuovere una buona nutrizione.
D.M.14 SETTEMBRE 1994 N.739
PROFILO PROFESSIONALE DELL’INFERMIERE
ASSISTENZA INFERMIERISTICA
Preventiva Curativa Riabilitativa
NATURA DELL’ASSISTENZA
Tecnica Relazionale Educativa
FUNZIONI
Prevenire, Assistere, Educare singolo e
collettività
Codice Deontologico dell’Infermiere
2009
Art. 19 – L’infermiere promuove stili di
vita sani, la diffusione del valore della
cultura della salute e della tutela
ambientale,
anche
attraverso
l’informazione e l’educazione.
A tal fine attiva e sostiene la rete di
rapporti tra servizi e operatori.
 L’infermiere è il professionista sanitario
responsabile dell’assistenza infermieristica.
 L’assistenza infermieristica è servizio alla
persona, alla famiglia e alla collettività.
 Si realizza attraverso interventi specifici,
autonomi e complementari di natura
intellettuale, tecnico-scientifica, gestionale,
relazionale ed educativa.
 Gli infermieri esaminano gli stati nutrizionali
alterati (obesità, malnutrizione, …. )
 Gli infermieri insegnano ai pazienti e ai loro
familiari come adattarsi alle restrizioni
dietetiche quando sono necessarie diete
speciali.
 Gli
infermieri
sono
responsabili
di
monitorare le terapie nutrizionali, come la
Nutrizione enterale (NE) e la Nutrizione
Parenterale Totale (NPT)
Problemi nutrizionali in Ospedale
Per quei pazienti che sembrano ben nutriti
all’accettazione e di cui non si riportano
nell’anamnesi problemi alimentari, la dieta
normale
dell’ospedale
è
solitamente
adeguata; comunque anche per questi
pazienti occorrono periodiche valutazioni
per prevenire lo svilupparsi di problemi
nutrizionali.
La valutazione periodica è particolarmente
importante per i pazienti ospedalizzati da
lungo tempo.
 Per i pazienti che presentano problemi
nutrizionali
deve
invece
essere
sviluppato un programma di assistenza.
 Occorre anzitutto ricercare eventuali
carenze nutritive e indagarne le cause.
 L’insufficiente apporto alimentare è la
principale causa di malnutrizione. A
provocarlo possono concorrere l’ansia, la
paura, le terapie i trattamenti ecc.
Accertamento della nutrizione e del
metabolismo
.
RACCOGLIERE
I DATI RELATIVI ALLE
ALIMENTARI E AI BISOGNI METABOLICI
ABITUDINI
L’accertamento nutrizionale metabolico deve essere focalizzato
sull’assunzione di cibo e di liquidi, sulle alterazioni del modello
alimentare, su come i cambiamenti dietetici hanno influenzato le attività
di vita quotidiana e sullo sviluppo di problemi di salute secondari a un
alterato stato nutrizionale.
Alcune domande potrebbero comprendere alcuni dei seguenti quesiti:
Cosa ha mangiato nelle ultime 24 ore?
Quale è il suo peso abituale? È cambiato negli ultimi 6 mesi? Di quanto?
Ha qualche problema legato al gusto, alla masticazione o alla
deglutizione del cibo?
MISURAZIONE DEL PESO
GLI ELEMENTI
NUTRITIVI ESSENZIALI
Gli elementi nutritivi essenziali
 La
nutrizione
è
un
momento
fondamentale durante tutto il periodo
della vita e prevede l’introduzione dei
nutrienti essenziali che sono tutti
necessari nei processi di crescita e
sviluppo dell’organismo.
TALI NUTRIENTI ESSENZIALI SONO:






I CARBOIDRATI
I LIPIDI
LE PROTEINE
LE VITAMINE
I MINERALI
L’ACQUA
PRINCIPI
NUTRITIVI
FUNZIONE
ENERGETICA
FUNZIONE
PLASTICA
FUNZIONE
REGOLATRICE
GLUCIDI
PROTIDI
LIPIDI
SALI
MINERALI
VITAMINE
ACQUA
I carboidrati
 Sono la fonte di energia primaria, sono formati da
Carbonio, Idrogeno e Ossigeno e comprendono gli
zuccheri, gli amidi e la cellulosa.
 Si distinguono:
SEMPLICI: monosaccaridi o disaccaridi, come il
glucosio, il fruttosio e il lattosio, a rapido
assorbimento;
COMPLESSI: polisaccaridi come gli amidi della farina
e i legumi, composti da centinaia di monosaccaridi e
a lento assorbimento.
Ogni grammo di carboidrati ossidati garantisce
circa 4Kcal
I carboidrati
 Normalmente, in una persona in buona
salute si consiglia un apporto di carboidrati
con la dieta pari al 55% dell’apporto calorico
complessivo.
 Sarebbe anche consigliabile che parte dei
carboidrati introdotti sia del tipo complesso
(amidi ecc.) e del tipo indigeribile (cellulosa
ecc.), in modo da rallentare l’assorbimento e
favorire la peristalsi intestinale.
I lipidi
 I grassi o lipidi sono il secondo gruppo
importante di nutrienti.
 Includono i grassi neutri, gli oli, gli acidi
grassi, il colesterolo e i fosfolipidi.
 Sono classificati come saturi (alimenti di
origine animale) o insaturi (alimenti di
origine vegetale).
 Funzione principale è quella energetica: un
grammo di lipidi fornisce 9 Kcal.
I lipidi
 Oltre a quella energetica, le altre funzioni svolte dai lipidi
sono quelle di:
 Costruire
la
riserva
energetica
dell’organismo,
imagazzinamento nel tessuto adiposo, che viene
utilizzata al momento del bisogno;
 Fornire acidi grassi essenziali (AGE): linoleico linolenico
e arachidonico; questi acidi grassi non possono essere
sintetizzati nel nostro organismo e devono essere
introdotti con gli alimenti. Gli acidi grassi essenziali
svolgono funzioni metaboliche importanti come la
regolazione del metabolismo del colesterolo e il
mantenimento dell’integrità delle membrane cellulari;
 Veicolare le vitamine liposolubili
 Contribuire alla termoregolazione
I lipidi
 L’apporto complessivo di lipidi in una
dieta equilibrata non dovrebbe essere
superiore al 30% dell’apporto calorico.
Proteine
 Sono composti organici complessi formati da catene
di aminoacidi.
 Sono vitali per la crescita, lo sviluppo e il normale
funzionamento di quasi tutti i sistemi corporei.
 La principale funzione delle proteine include la
crescita, la regolazione delle funzioni corporee e dei
processi, la sostituzione delle proteine cellulari e
l’energia.
 Svolgono un ruolo importante nelle funzioni di
regolazione e nel sistema immunitario del corpo.
 Il catabolismo delle proteine apporta circa 4 Kcal/g.
Proteine
 L’organismo è in grado di sintetizzare quasi tutti gli
aminoacidi di cui necessita, tranne otto, che devono
essere introdotti con gli alimenti
 È difficile determinare l’esatta quota di proteine
necessarie a fornire tutti gli aminoacidi essenziali,
dal momento che esistono molte variabili.
 L’altezza ed il peso, il livello di attività, la situazione
nutrizionale e lo stato di salute sono tutti fattori che
influenzano la quota di proteine necessarie per il
benessere dell’organismo.
Vitamine
 Le vitamine sono sostanze organiche alimentari e
sono essenziali in piccole quantità per la crescita, il
mantenimento ed il funzionamento dei processi
biologici. Esse si ritrovano solo negli alimenti freschi
– vegetali e animali – e normalmente non possono
essere sintetizzate dall’organismo umano.
 Le vitamine sono raggruppate a seconda delle
sostanze nelle quali sono solubili:
 Vitamine liposolubili - vitamine A,D,E, e K
 Vitamine idrosolubili – vitamine del complesso B, C e
la biotina.
 Non hanno valore calorico, ma sono necessarie
all’organismo
come
tutti
gli
altri
nutrienti
fondamentali
Minerali
I minerali sono sostanze inorganiche, ampiamente
diffuse in natura ed essenziali per i processi
metabolici.
Si dividono in:
 MACROELEMENTI: calcio,magnesio, sodio, potassio,
fosforo, cloro, zolfo
 MICROELEMENTI: ferro, rame, iodio, manganese,
cobalto, zinco
I minerali rappresentano il 60-90% di tutto il
materiale inorganico dell’organismo e sono presenti
in ossa, denti, tessuti molli, muscoli, sangue e
cellule nervose.
I minerali agiscono sul funzionamento degli organi e
nei processi metabolici funzionando da catalizzatori
in numerose reazioni ed intervenendo in importanti
funzioni quali il controllo della reattività muscolare,
la
conduzione
nervosa,
il
mantenimento
dell’equilibrio acido-base, ecc.
Acqua
 È necessaria per mantenere una normale funzione
cellulare.
 Rappresenta circa il 70% del corpo umano.
L’assunzione è regolata dalla sensazione di sete.
 L’eliminazione avviene attraverso: urine, sudore, feci
e respirazione.
 Un adulto dovrebbe assumere circa 2 l di acqua al
giorno. Il fabbisogno di acqua è molto variabile e
dipende dall’entità delle perdite, dalla temperatura
ambientale e corporea, dalla frequenza respiratoria e
dalla quantità dei Sali introdotti con la dieta.
 Per soddisfare le diverse necessità
dell’organismo è indispensabile che tutti i
principi
nutritivi
siano
presenti
contemporaneamente nell’alimentazione.
 Considerando che i principi nutritivi sono
contenuti
negli
alimenti
in
diverse
proporzioni, sarà necessario conoscere
questi ultimi, la loro composizione, le loro
funzioni e come possono essere combinati
fra loro.
Linee guida per una sana
alimentazione
Negli ultimi decenni Istituzioni pubbliche e
Organismi scientifici hanno dato vita, nei
principali Paesi del mondo, a Linee guida o
Direttive alimentari. E nella stessa
direzione si sono mosse le principali
Agenzie internazionali che si occupano di
alimentazione e salute.
In Italia, fin dal 1986 l’Istituto Nazionale di
Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione si è
fatto carico di tale iniziativa e, con la
collaborazione di numerosi rappresentanti
della comunità scientifica nazionale, ha
predisposto e successivamente diffuso le
prime “Linee guida per una sana
alimentazione italiana”. Nel 1997 con
analoghe modalità è stata predisposta la
prima revisione, cui segue la revisione del
2003.
Nutrizione normale
La nutrizione normale si basa sui fabbisogni
alimentari giornalieri raccomandati. La
Società Italiana di Nutrizione Umana ha
stilato i livelli di assunzione raccomandati di
nutrienti (LARN) per la popolazione italiana,
che sono da ritenere sufficienti o più che
sufficienti a coprire i bisogni nutrizionali di
tutti i soggetti sani della nostra popolazione.
Nutrizione Terapeutica
La dieta terapeutica deve rispondere
ai diversi bisogni nutrizionali derivanti
dalla condizione di malattia e/o di
eccesso o deficienza nutrizionale.
Seconda Università degli Studi di Napoli
sede IRCCS “Fondazione G. Pascale”
CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA
A.A. 2009/10
I fattori che influiscono sulla
nutrizione.
Dr.ssa Maria D’Urzo
Disordini alimentari e altre condizioni di
salute influenzate dall’alimentazione
 Lo stile di vita e i comportamenti
individuali e sociali influenzano le
scelte nutrizionali e lo stato di salute
delle persone. La relazione con il cibo
è profondamente determinata da una
rete complessa di fattori diversi, tra
cui il rapporto con il proprio corpo, la
reazione a eventi traumatici, le
relazioni affettive e familiari, e molti
altri.
Fattori che influiscono sulla
nutrizione.
 FATTORI FISICI
 STATO PSICOLOGICO
 STILE DI VITA E ABITUDINI
 FATTORI SOCIALI E
CUTURALI
 RISORSE ECONOMICHE
 ABUSO DI ALCOL E DROGHE
 INTERVENTI CHIRURGICI
 …
Fattori fisici
Si tratta di fattori biologici, ossia
alterazioni per lo più dell’apparato
digerente che determinano problemi
sia nell’introduzione che nell’utilizzo
degli
alimenti
(nausea,
vomito,
gastrite, cattive condizioni della
dentatura).
Stato psicologico
Lo stato psicologico può influire sul
desiderio di una persona di mangiare.
L’ansia determina su alcune persone
un aumento del loro apporto di cibo;
altre mangiano meno.
Stile di vita e abitudini
I modelli di alimentazione sono
fortemente
individualizzati
e
determinati
dalle
preferenze
personali spesso definite durante
l’infanzia.
Fattori sociali e culturali
Cultura,
tradizioni
e
religione
caratterizzano in modo significativo i
diversi stili alimentari.
Le religioni impongono particolari
restrizioni alimentari:
essere vegetariani, non mangiare la
carne
di
alcuni
animali,
non
consumare alcolici, digiunare in
determinati periodi.
Risorse economiche
Una dieta adeguata può essere
correlata
alle
disponibilità
economiche di una persona.
Una
persona
con
modeste
disponibilità economiche ha, con
maggiore probabilità una dieta
nutrizionalmente inadeguata.
Abuso di alcol
Un ingestione cronica ed eccessiva di alcol
è in grado di alterare la nutrizione e un
apporto eccessivo può limitare la necessaria
assunzione di calorie e alimenti.
La carenza di vitamine del complesso B è
comune, in quanto queste vitamine sono
necessarie per metabolizzare l’alcol.
Gli effetti tossici dell’alcol sulla mucosa
intestinale
possono
compromettere
il
normale assorbimento dei nutrienti.
L’uso cronico di tali sostanza può inoltre
condurre a cambiamenti irreversibili delle
cellule del fegato.
Interventi chirurgici
L’intervento
chirurgico
influenza
notevolmente
il
rischio
di
deficienze
nutritive.
L’aumentata richiesta metabolica dovuta allo
stress chirurgico e alla guarigione della
ferita, unitamente all’inadeguato apporto
post-operatorio, costituiscono il
deficit
nutrizionale.
I disturbi del comportamento
alimentare
 Anoressia
e
bulimia
sono
malattie
complesse, determinate da condizioni di
disagio psicologico ed emotivo, che quindi
richiedono un trattamento sia del problema
alimentare in sé che della sua natura
psichica.
 Possono manifestarsi in persone di diverse
età, sesso, provenienza sociale, ma sono
solitamente più comuni in giovani donne in
età compresa tra i 15 e i 25 anni.
Anoressia
 Una persona diventa anoressica quando, riducendo o
interrompendo la propria consueta alimentazione,
scende sotto l’85% del peso normale per la propria
età, sesso e altezza.
 L’anoressia è conseguente al rifiuto ad assumere cibo,
determinato da una intensa paura di acquistare peso
o diventare grassi, anche quando si è sottopeso.
Spesso, una persona anoressica comincia con l’evitare
tutti i cibi ritenuti grassi e a concentrarsi su alimenti
‘sani’ e poco calorici, con una attenzione ossessiva al
contenuto calorico e alla composizione dei cibi e alla
bilancia. Frequentemente i pasti vengono evitati o
consumati con estrema lentezza, rimuginando a lungo
su ogni boccone ingerito. Il corpo viene percepito e
vissuto in modo alterato, con un eccesso di attenzione
alla forma e con il rifiuto frequente ad ammettere la
gravità della attuale condizione di sottopeso.
Bulimia



È un comportamento finalizzato alla ricerca compulsiva e
ricorrente del cibo.
Le caratteristiche tipiche del comportamento bulimico sono:
ingestione di una quantità eccessiva di cibo, a volte per un
totale di diverse migliaia di calorie, in un arco di tempo molto
stretto, per esempio nel giro di due ore, e solitamente di
nascosto da altri
la sensazione di non poter smettere di mangiare e di non
poter controllare il proprio comportamento
l’abbuffata è preceduta e seguita da uno stress emotivo molto
forte
Dopo aver mangiato in modo così eccessivo, la persona
bulimica generalmente si sente in colpa e tende a punirsi
vomitando, ingerendo pillole diuretiche e lassativi con l’intento
di dimagrire.
A lungo andare, un soggetto bulimico entra in una fase di
depressione e di disgusto verso se stesso e cerca di occultare
il proprio comportamento agli altri, anche se la propria forma
e apparenza fisica finiscono con il diventare una ossessione
permanente e con l’avere forti ripercussioni sulla propria
autostima.
ALTERAZIONI DELLE
FUNZIONI NUTRIZIONALI
Alterazioni delle funzioni
nutrizionali
Il corpo è sottoposto a continui
rinnovamenti. Se non viene fornita
un’alimentazione adatta, i tessuti
corporei non sono adeguatamente
mantenuti e l’energia non sarà
sufficiente
per
le
attività
con
conseguente sofferenza dei normali
processi corporei.
Alterazioni dello stato nutrizionale
si manifestano con:
L’indice di massa corporea
La classificazione della popolazione in base
al peso viene fatta utilizzando l’indice di
massa corporea (Bmi = body mass index,
secondo la definizione americana).
Il Bmi si
seguente:
calcola
secondo
BMI
=
peso(in
dell’altezza (in metri).
la
formula
kg)/quadrato
Sovrappeso – Obesità - Sottopeso
 Si
definisce
una
persona
in
sovrappeso se il suo indice di massa
corporea è tra 25 e 30 kg/m .
 Una persona è obesa se il suo indice
di massa corporea è di 30 kg/m o
superiore.
 Una persona è definita sottopeso se
ha un indice di massa corporea
inferiore a 18,5 kg/m o superiore.
Obesità
 Secondo l’Organizzazione mondiale della
sanità (Oms) l’obesità rappresenta uno dei
principali problemi di salute pubblica nel
mondo.
 L’obesità è una condizione caratterizzata
da un eccessivo accumulo di grasso
corporeo,
in
genere
a
causa
di
un’alimentazione scorretta e di una vita
sedentaria.
Obesità come fattore di rischio
 Obesità
e
sovrappeso
sono
condizioni associate a morte
prematura
e
ormai
universalmente riconosciute come
fattori di rischio per le principali
malattie
croniche:
malattie
cardiovascolari, ictus, diabete,
alcuni
tumori
(endometriale,
colorettale, renale, della colecisti
e della mammella in postmenopausa),
malattie
della
colecisti, osteoartriti.
 Un problema particolarmente grave
è quello dell’insorgenza dell’obesità
tra bambini e adolescenti, esposti
fin dall’età infantile a difficoltà
respiratorie,
problemi
articolari,
mobilità ridotta, ma anche disturbi
dell'apparato
digerente
e
di
carattere psicologico.
 Inoltre, chi è obeso in età infantile
lo è spesso anche da adulto:
aumenta
quindi
il
rischio
di
sviluppare precocemente fattori di
rischio di natura cardiovascolare
(ipertensione, malattie coronariche,
tendenza all’infarto) e condizioni di
alterato metabolismo, come
il
diabete
di
tipo
2
o
l’ipercolesterolemia
Nel
caso
dell’obesità,
il
trattamento principale è la
prevenzione: adottando stili di
vita
sani,
grazie
cioè
a
un’alimentazione corretta e a
un’attività fisica adeguata, si può
controllare il proprio peso ed
evitare che superi i livelli a
rischio.
Modelli intestinali alterati
 Un inadeguato apporto dietetico può
influenzare la funzione intestinale e la
sua regolarità. Ad es. se l’apporto di
fibre o liquidi è inadeguato si può
verificare costipazione.
 Se muta la regolarità intestinale di un
paziente, si può indicare il deficit
nutrizionale come il fattore causale.
Alterazioni di pelle, denti
capelli e mucose
 Le carenze di vitamine si evidenziano nello
sviluppo e nella crescita alterati di pelle,
denti, capelli e mucose.
 In caso di carenza proteica i capelli
diventano sottili, si rompono facilmente.
La pelle guarisce lentamente dalle ferite e
appare sottile e fragile. Le mucose possono
sviluppare ulcere e sanguinare facilmente.
Pausa
Nutrizione e metabolismo
Il processo infermieristico
Il processo infermieristico
Definizione:
“Il processo di assistenza infermieristica è
un metodo ordinato e sistematico per
determinare lo stato di salute della persona
assistita, specificandone i problemi, definiti
come alterazioni del soddisfacimento dei
bisogni umani, pianificando per risolverli,
iniziando e attuando il piano, e valutando
quanto è stato efficace nel promuovere il
massimo benessere e nel risolvere i
problemi identificati.
( Yura e Walsh,1988)
Le fasi del processo di assistenza
infermieristica
Accertamento
Valutazione
Diagnosi
Attuazione
Identificazione
dei risultati
Pianificazione
Percezione della salute
e gestione della salute
Valori e
credenze
Nutrizione e
Metabolismo
Sessualità e
riproduzione
Processo Infermieristico:
Coping e
tolleranza
stress
-Accertamento
- Diagnosi
- Identificazione dei risultati
- Pianificazione
- Attuazione
- Valutazione
Ruoli e
relazioni
Percezione di sé e
concetto di sé
Sonno e riposo
eliminazione
Attività ed
esercizio
Cognizione e
percezione
L’accertamento
 La presa in carico del
paziente
comincia con
l’accertamento delle sue
condizioni
 Questa
fase
è
fondamentale per definire
tutti i passaggi successivi
Accertamento
Dati soggettivi
 Identificazione del modello funzionale
Le domande dell’infermiere mirano a
comprendere il modello alimentare
del paziente, le sue preferenze in
fatto di cibo.
 L’infermiere chiede al paziente quali
sono i suoi gusti, gli orari dei pasti,
le sue abitudini circa gli spuntini, se
segue una dieta speciale e il
motivo,
se
accusa
allergie
alimentari, se limita l’apporto di
certi cibi.
 L’indagine
prevede
anche
la
conoscenza delle posizioni culturali e
religiose
del
paziente
sull’alimentazione
e
se
queste
condizionano la dieta.
 Vengono rivolte domande su chi ha le
responsabilità
in
famiglia
degli
acquisti e della cucina o se il compito
è ripartito fra più familiari.
Identificazione dei rischi
 L’accertamento nutrizionale aiuta a
identificare i pazienti a rischio di
deficienze nutrizionali.
 L’infermiere determina le conoscenze
e i valori del paziente relativi
all’alimentazione attraverso una serie
di domande.
Identificazione dei rischi
 L’infermiere identifica la presenza di
anoressia, problemi di masticazione, ulcere
alla bocca, disfagia, nausea, vomito, la loro
ricorrenza e il loro rapporto con il cibo
assunto.
 Sono evidenziati problemi di salute cronici o
acuti
che
influenzano
il
tratto
gastrointestinale.
 Sono documentate le condizioni croniche di
salute e i loro trattamenti (per es. diabete
mellito, cancro, malattie renali … )e sono
accertati i loro effetti sull’appetito e
l’apporto calorico
Identificazione dei rischi
 Viene registrata qualsiasi condizione che
alteri la deglutizione (per es. alterazione
neurologica).
 Anche
l’accertamento
dei
fattori
socioeconomici del paziente contribuisce a
comprendere possibili carenze nutrizionali.
 devono
essere
documentati
anche
l’assunzione di farmaci non prescritti, l’uso
di alcol e droghe illecite.
Identificazione delle disfunzioni
L’alterazione nutrizionale può dipendere
dall’impossibilità del paziente di comprarsi
del cibo, incapacità di prepararlo, dalla sua
volontà di mangiare, da un apporto
eccessivo di alimenti dal cattivo utilizzo dei
medesimi.
Il riscontro di una recente importante
perdita di peso senza cambiamento della
dieta, indica che vi è incapacità di
soddisfare le normali richieste nutrizionali.
Un apporto dietetico inferiore alle quantità
raccomandate aiuta ad identificare le
deficienze.
Dati obiettivi
Accertamento fisico
Osservazioni Generali
L’osservazione
generale
fornisce
importanti informazioni sullo stato
nutrizionale.
Una
persona
adeguatamente
nutrita
appare
robusta, vitale e energica.
La cute, i capelli e le unghie appaiono
sani.
Misure antropometriche
 Peso
 Altezza
 Misura della circonferenza vita e delle pliche
cutanee
 Misurazione circonferenza braccio
L’altezza e il peso sono misurati e confrontati con tavole di
misurazione standard per gruppi di età, sesso e caratteristiche
corporee.
L’indice di massa corporea in base ai valori del peso e
dell’altezza.
La misurazione delle pliche cutanee è adottata per determinare
il grasso depositato nel corpo.
La circonferenza media del braccio viene misurata nella parte
superiore dell’arto è serve a fornire informazioni sulla massa
muscolare
Caratteristiche di una persona ben nutrita
. Peso, altezza normali per l’età, costituzione corporea e
stadio di sviluppo
. Appetito adeguato
. Attiva, sveglia e capace di mantenere un’adeguata
attenzione
. Pelle e mucose sane
. Muscoli ben sviluppati senza eccesso di grasso corporeo
. Normale modello di eliminazione urinaria e intestinale
. Normale modello del sonno
. Normali livelli di emoglobina, ematocrito e proteine sieriche
.
Assenza di anomalie correlate alla dieta
 Conteggio calorie
se si sospetta un apporto alimentare inadeguato, si
conteggiano
le
calorie.
L’infermiere
registra
la
percentuale di calorie assunte per ogni cibo servito.
 Ispezione della bocca
L’infermiere osserva la condizione dei denti, delle
gengive e delle mucose. Le mucose dovrebbero essere
umide, bagnate da un’adeguata quantità di saliva. In
caso di utilizzo di protesi dentarie, va valutata la loro
funzionalità e condizione.
Valutazione della deglutizione
L’esame va effettuato quando si
sospetta una potenziale difficoltà di
deglutizione.
valutazione
logopedista
L’infermiere può avere la necessità di
valutare la capacità di deglutizione
per determinare se l’alimentazione è
sicura.
Valutazione della deglutizione
 Tale
valutazione
prevede
l’accertamento della funzione motoria
dei muscoli della faccia, orali e della
lingua; il riflesso della tosse; il
riflesso della deglutizione e il riflesso
dell’apertura della bocca.
Valutazione della deglutizione
 Accertare la funzione motoria osservando il
viso, la mandibola e la lingua, per simmetria e
forza durante i movimenti normali.
 Chiedere al paziente di tossire
al fine di valutare la vivacità e la forza del riflesso della tosse,
necessario per evitare l’intrusione di cibo nelle vie aeree.
 Accertare l’abilità a deglutire ponendo il dito
indice e il pollice sulla protuberanza laringea
del paziente chiedendogli di deglutire
se vi è il riflesso della deglutizione l’infermiere sentirà la
laringe sollevarsi.
 Verificare il riflesso dell’aperture della bocca
stimolando le pareti faringee dx e sx con un
abbassalingua
Valutazione della deglutizione




Osservare il paziente per i
seguenti segni che possono
essere
indicativi
di
difficoltà deglutitoria:
Fonazione monotona
Riduzione
dell’elevazione
laringea
durante
la
deglutizione
Anomala tosse voloantaria
Basso livello di coscienza
Paziente disfagico
Test di screening = test di deglutizione dell’acqua
Esami diagnostici e procedure
I dati biochimici possono essere usati per
confermare una diagnosi, per determinare
le modificazioni dietetiche necessarie o per
identificare le carenze nutrizionali specifiche
prima che appaiono i dati clinici.
I dati di laboratorio più utilizzati sono:
l’ematocrito, emoglobina, albumina sierica,
trasferrina sierica e la conta dei linfociti
totali.
Diagnosi infermieristiche
La
diagnosi
è
l’atto
clinico
dell’identificazione dei problemi.
Diagnosticare vuol dire analizzare le
informazioni
dell’accertamento
e
derivarne un significato.
Gli
infermieri
sono
responsabili
dell’identificazione
delle
diagnosi
infermieristiche per i loro assistiti e per
la pianificazione della gestione della
persona basandosi su di esse.
La Diagnosi Infermieristica
E’un giudizio clinico riguardante le
risposte
della
persona,
della
famiglia o della comunità a
problemi di salute / processi vitali
attuali o potenziali. La diagnosi
infermieristica costituisce la base
sulla quale scegliere gli interventi
infermieristici volti a raggiungere i
risultati di cui l’infermiere è
NANDA, 1990
responsabile
Diagnosi Infermieristiche





Le diagnosi infermieristiche identificate
dalla North American Nursing Diagnosis
Association (NANDA) per l’area della
nutrizione includono:
nutrizione inferiore al fabbisogno
nutrizione superiore al fabbisogno
disponibilità a migliorare la nutrizione
rischio
di
nutrizione
superiore
al
fabbisogno
compromissione della deglutizione
Diagnosi infermieristiche correlate






Uno stato nutrizionale alterato influenza
molte aree funzionali e può contribuire a
molti altri problemi infermieristici.
Alterazioni
del
normale
modello
di
eliminazione (stipsi, diarrea);
Deficit della cura di sé;
Aumenta il rischio di infezioni e ritarda la
guarigione delle ferite;
Alterazioni cutanee;
Alterazioni dello stato dei liquidi;
….
Identificazione dei risultati
In base agli Standards of Clinical Nursing
Practice dell’ANA (2004), l’identificazione
dei risultati si riferisce alla formulazione e
alla documentazione di obiettivi misurabili,
realistici e centrati sulla persona.
Pianificazione
Dopo
aver
determinato
le
diagnosi
infermieristiche,
stabilito
le priorità di
intervento, formulati i risultati attesi, gli
infermieri iniziano la fase di pianificazione.
La fase di pianificazione
riguarda la
preparazione di un piano di assistenza, che
diriga le attività dell’équipe infermieristica
nell’erogazione dell’assistenza alla persona.
Identificazione degli obiettivi e
pianificazione
Definite le diagnosi infermieristiche e
identificati i fattori correlati, vengono
pianificati gli obiettivi del paziente e gli
interventi di assistenza infermieristica.
Gli obiettivi sulla nutrizione:
 Assicurare un adeguato apporto
nutrizionale
 Comprensione e adesione alle modifiche
dietetiche
Attuazione
L’attuazione è la fase attiva del
processo
di
assistenza
infermieristica. Costituisce l’inizio
reale del piano, la valutazione delle
risposte al piano, la registrazione
delle azioni infermieristiche e delle
risposte dell’assistito a queste
azioni.
Attuazione
Valutazione
Stima, classificazione e giudizio.
Nella
fase
di
valutazione,
gli
infermieri scoprono perché il piano di
assistenza infermieristica ha avuto
successo o è fallito.
Promuovere un’assunzione
ottimale
 La stanza da pranzo dovrebbe essere pulita e ben
ventilata;
 Deve
essere
garantita
un’atmosfera
rilassante,
interruzioni, come trattamenti e procedure, dovrebbero
essere evitate al momento dei pasti;
 Il cibo va servito in maniera attraente e appetitosa e
alla temperatura giusta;
 Bisogna dare ascolto alle preferenze alimentari del
paziente;
 La posizione del paziente dovrebbe essere il più
possibile simile a quella fisiologica: cioè seduto su una
sedia, appoggiato su un lato del letto, o con il letto
sollevato di 90°
 Se possibile, è da preferire far consumare il pasto in
sala da pranzo, cosicché i pazienti possano conversare
se lo desiderano
Promuovere un’assunzione
ottimale
 Occorre assistere il paziente per tutto il tempo
necessario, se occorre tagliargli la carne, versargli da
bere, aiutarlo in tutte le funzioni che non riesce a
svolgere da solo;
 L’infermiere dovrebbe assicurarsi che il paziente non
riceva da familiari e amici alimenti non concessi.
 Dopo che è stata prescritta una dieta terapeutica, è
fondamentale che l’infermiere verifichi se e quanto il
paziente la segue.
 Se la dieta prescritta non va incontro alle esigenze e
ai gusti del paziente deve essere presa in
considerazione la possibilità di praticare sostituzioni
mantenendo l’equilibrio della dieta.
Interventi infermieristici nei casi di
alterazione della funzione nutrizionale
 Astensione dal cibo
 Diete speciali
 Supplementi dietetici
 Alimentazione enterale
 …..
Astensione da cibo





Il termine NPO (nulla per os) è usato quando
il paziente non può ingerire cibo o liquidi
oralmente. Evitare il cibo può essere indicato
nelle seguenti situazioni:
Tenere a riposo il tratto gastrointestinale
Per pulire il tratto gastrointestinale dal
contenuto prima dell’intervento chirurgico o
di procedure diagnostiche
Per prevenire l’aspirazione durante
l’intervento chirurgico o i in pazienti ad alto
rischio
Per dare tempo alla normale motilità
intestinale di ripristinarsi durante il periodo
postoperatorio;
Per trattare gravi stati di vomito o diarrea
Il digiuno in fase operatoria
 Il digiuno di solidi e liquidi prima
dell’anestesia generale è, da molto tempo
considerato di fondamentale importanza
per la sicurezza del paziente, al fine di
ridurre il rischio di rigurgito del contenuto
gastrico.
 Durante gli anni ’60 nel Nord America si
diffuse l’uso di mantenere il digiuno
assoluto da cibi solidi e dai liquidi dalla
mezzanotte anche se le motivazioni di base
non erano né chiare né dimostrate.
Il digiuno in fase operatoria
Qual è la durata ottimale del
digiuno preoperatorio da
liquidi e solidi?
Revisione
della
letteratura sulle
migliori evidenze
disponibili
in
merito al digiuno
preoperatorio
Il digiuno in fase preoperatoria
Per
i
pazienti
non
a
rischio,
programmati per la chirurgia d’elezione,
la prescrizione del digiuno dalla
mezzanotte, non ha alcun fondamento
scientifico. Essa deve essere sostituita
con la possibilità di bere te o liquidi
chiari fino a due ore dall’intervento. Se
il paziente è programmato per il
pomeriggio,
può
assumere
una
colazione leggera e facilmente digeribile
(tea con fette biscottate).
Diete speciali
 Una dieta regolare è ben bilanciata è supplisce
alle richieste metaboliche di una persona
sedentaria (circa 2000 cal/die)
 I menù permettono al paziente di scegliere fra
un’ampia varietà di cibi, che offrono l’apporto
delle quantità raccomandate per soddisfare il
fabbisogno giornaliero.
 L’apporto dietetico deve essere spesso alternato
per promuovere la guarigione e ripristinare la
salute.
 Gli obiettivi di un trattamento dietetico possono
essere l’aumento o la diminuzione di peso, il
mettere un organo a riposo, il rimediare a deficit
nutrizionali e il promuovere la guarigione.
Diete speciali
La modifica dietetica del gusto, della
consistenza, delle calorie o altri nutrienti
può rendersi necessaria se il paziente è
sottoposto a intervento chirurgico o ha
una situazione patologica che richiede
una dieta modificata.
Sono esempi di diete con differenti
sapori e consistenza la dieta liquida
chiara, liquida, morbida e morbida
tritata.
Diete restrittive
Una dieta può essere prescritta per
soddisfare richieste speciali in pazienti con
malattie croniche o metabolismo alterato.
Sovrappeso /obesità - dieta ipocalorica
Diabete - dieta ipoglucidica
Insufficienza renale - dieta ipoproteica
Ipertensione - dieta iposodica
Dislipidemie - diete ipolipidiche
Stipsi, diverticolosi e colite spastica - dieta
ad alto residuo
Diete restrittive
 Quando un paziente è posto a dieta
restrittiva,
occorre
educarlo
ai
necessari cambiamenti dietetici.
 Il dietista può fornire l’educazione
dietetica iniziale, e l’infermiere la
rinforza, la disponibilità di materiale
scritto aiuta in tale educazione.
Supplementi dietetici
Supplementi nutrizionali possono essere
aggiunti alle diete prescritte, specie durante
un
periodo
di
aumentata
richiesta
metabolica.
I supplementi possono essere ricchi di
proteine, vitamine o minerali.
Vengono somministrati in forma di frappè
da bere, e forniti fra i pasti tre o quattro
volte al giorno, per aumentare l’apporto
calorico e proteico.
Questa terapia si rivolge in particolare a
pazienti malnutriti o con eccessiva richiesta
metabolica da trauma, febbre, infezioni,
intervento chirurgico o cancro.
L’organizzazione della nutrizione
Accertamento
 Controllare che la dieta prescritta sia appropriata
 Valutare i bisogni nutrizionali del paziente
 Compilare l’anamnesi dietetica e determinare le
abitudini alimentari ed i cibi preferiti dal paziente
 Valutare la capacità del paziente di adeguarsi al regime
dietetico
 Controllare i seguenti parametri:
test ematochimici;
alterazioni dello stato di salute che indicano la necessità
di passare da una dieta normale a una dieta terapeutica
 Stato del tratto gastrointestinale
Pianificazione (obiettivi)
 Elaborare una dieta basata sulle necessità
individuali
 Identificare il paziente che manifesta deficit
nutrizionali
e
determinare
una
dieta
appropriata.
 Fornire l’apporto nutrizionale anche ai pazienti
che non sono in grado di consumare un pasto
per via orale
 Fornire una dieta che venga tollerata dai
pazienti sia su base fisiologica che psicologica
Interventi
 Il vassoio per il pasto: preparazione e
distribuzione
 Alimentare un paziente non
autosufficiente
Valutazione (Risultati attesi)
 Il paziente riceva una dieta adeguata
in fluidi, elettroliti, vitamine, minerali
 Viene mantenuto un ragionevole
adattamento alla dieta
 La dieta viene tollerata dal paziente
sia su base fisiologica che psicologica
Procedura:
Aiutare un adulto nell’alimentazione
Scopo
1. Mantenere lo stato nutrizionale
2. Favorire la socializzazione
Accertamento
- Accertare l’abilità fisica ed emotiva dell’assistito di alimentarsi,
- Accertare le abitudini alimentari e le preferenze;
- Rivedere l’anamnesi per le allergie alimentari
- Accertare la capacità del tratto intestinale di assorbire e
digerire la nutrizione orale (per esempio la presenza di suoni
intestinali, regolari movimenti intestinali, storie di disordini
gastrointestinali, colite …)
-Rivedere le prescrizioni mediche sulla dieta
Procedura:
Aiutare un adulto nell’alimentazione
Materiale occorrente
Materiale per l’igiene personale e per lavarsi le mani, per i
pazienti
Guanti,
Attrezzature speciali (tazze, cucchiai,protesi)
Carrello per i pasti
Attrezzature per l’igiene orale
Procedura:
Aiutare un adulto nell’alimentazione
Procedura
1. Preparare l’ambiente per il pasto
2. Preparare l’assistito per il pasto
posizione seduta se possibile
1. Lavarsi le mani
2. Controllare il vassoio per la correttezza della prescrizione
dietetica e l’identità dell’assistito
3. Porre il vassoio sul tavolino apposito
4. Assistere il paziente se necessario,(per es. tagliargli la carne,
sbucciargli la frutta, versagli da bere)
5. Permettere all’assistito di scegliere l’ordine con cui vuole
mangiare. Se ha la vista alterata, identificare il cibo sul vassoio
6. Rispettare sempre e comunque i tempi del paziente, lasciargli il
tempo di masticare e inghiottire, controllando la deglutizione
7. Alternare i cibi e le bevande
Procedura:
Aiutare un adulto nell’alimentazione
Procedura
8. Parlare con il paziente mentre mangia
9. Quando ha finito, rimuovere il vassoio
10. Aiutare l’assistito a lavarsi le mani e la faccia e eseguire
l’igiene orale dopo i pasti
11. Aiutarlo a porsi in una posizione confortevole
12. Registrare i liquidi e la quantità di pasti consumati
13. Lavarsi le mani
Registrazioni scritte:
L’alimentazione del paziente non autosufficiente
•Appetito
•Apporto di alimenti
•Tolleranza alla dieta
•Peso
•Diuresi ed evacuazione
Piano di assistenza infermieristica
La persona con nutrizione inferiore al
fabbisogno
DIAGNOSI INFERMIERISTICA
Nutrizione inferiore al fabbisogno, che si manifesta con sottopeso,
ematocrito basso e inadeguato apporto di calcio, ferro, proteine,
vitamine A e C
OBIETTIVO DELL’ASSISTITO
Deciderà una dieta adeguata, con riferimento agli standard
raccomandati dal LARN, sarà psicologicamente soddisfatto,
comprenderà facilmente e i pasti saranno relativamente facili da
preparare o ottenere
CRITERI DI RISULTATO PER L’ASSISTITO
La persona
Ottiene informazioni utili e corrette
Descrive le funzioni di base dei nutrienti
Usa una dieta che contiene adeguate quantità di tutti i nutrienti
Aumenta di peso entro i normali valori di altezza, età e sesso
Interventi infermieristici
Principi scientifici
1.
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Accertare i parametri fisici
(altezza, peso, misurazione
delle pliche cutanee) e i valori
di laboratorio
Accertare
la
capacità
dell’assistito di procurarsi il
cibo
Accertare
il
modello
motivazionale
e
l’abilità
dell’assistito di imparare e
seguire le nuove prescrizioni
dietetiche
Istruire
l’assistito
sulla
prescrizione dietetica
Fornire
materiale
di
riferimento e rispondere alle
domande dell’assistito
Accertare anamnesi familiare
diabete
2.
3.
4.
Scoprire deviazioni dai valori di
base e degli standard normali
in modo da attuare misure
correttive
Individuare possibili problemi
per minimizzare o prevenire
limitazioni finanziarie o fisiche
che contribuiscono a una dieta
inadeguata
Scoprire problemi potenziali o
prevenire
difficoltà
motivazionali
o
di
apprendimento
che
interferiscono con l’apporto
dietetico
Sensibilizzare e assistere il
paziente per aumentare le sue
conoscenze