Memoria
Dott.ssa Maria Riello
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La memoria è la capacità del cervello di conservare
informazioni.
Le fasi principali nell'elaborazione della memoria
sono:
La codifica: l'elaborazione delle informazioni
ricevute.
L'immagazzinamento: la creazione di registrazioni
permanenti delle informazioni codificate.
Il richiamo: il recupero delle informazioni
immagazzinate, in risposta a qualche sollecitazione.
Si possono classificare i tipi di memoria in base ad
almeno due criteri:
La persistenza del ricordo.
Il tipo di informazioni memorizzate.
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Il più diffuso criterio di classificazione della memoria si basa sulla
durata della ritenzione del ricordo, e identifica tre tipi distinti di
memoria: la memoria sensoriale, la memoria a breve termine, e la
memoria a lungo termine.
Si parla memoria sensoriale quando si è in presenza di un
processo in grado di memorizzare informazioni sensoriali (uditive,
visive, tattili, ecc...) per la durata di pochi secondi o pochi
millisecondi.
È possibile dimostrare empiricamente l'esistenza di magazzini di
memoria sensoriale come:
l'after images (visiva);
la visual persistence (visiva);
la memoria iconica (visiva)
la memoria ecoica (uditiva)
Alcune delle informazioni contenute nella memoria sensoriale,
possono passare, opportunamente codificate, nella memoria a
breve termine, che può conservarle fino a pochi minuti. Alcune
delle informazioni contenute nella memoria a breve termine,
possono passare nella memoria a lungo termine, che può
conservarle per giorni o tutta la vita.
La memoria a breve termine (MBT), anche
chiamata memoria primaria o attiva, è quella parte di
memoria che si ritiene capace di conservare una
piccola quantità di informazioni chiamata span (tra i
5 e i 9 elementi) per una durata di 20 secondi circa. È
contrapposta alla memoria a lungo termine, capace di
conservare una quantità potenzialmente infinita di
informazioni. La memoria a lungo termine
(abbreviata in MLT) è definita come quella memoria,
contenuta nel cervello, che ha una durata variabile da
qualche minuto a decenni. I primi modelli di
funzionamento della memoria dividevano la stessa in
tre 'magazzini', contrapponendo la memoria a lungo
termine alla memoria sensoriale, che trattiene per
brevissimo tempo le informazioni sensoriali in arrivo,
e alla memoria a breve termine che trattiene per pochi
minuti un numero di informazioni medio di 7
elementi.
La memoria a lungo termine può essere suddivisa in:
Memoria dichiarativa (o esplicita): riguarda le informazioni
comunicabili e che vengono richiamate consciamente.
Memoria procedurale (o implicita): riguarda le informazioni
relative a comportamenti automatici.
La memoria dichiarativa può essere ulteriormente suddivisa in
memoria episodica, che riguarda le informazioni specifiche a
un contesto particolare, come un momento e un luogo, e
memoria semantica, che riguarda idee e affermazioni
indipendenti da uno specifico episodio. Per fare degli esempi,
il ricordo della trama di un romanzo o di un film riguarda la
memoria episodica, mentre ricordarsi il nome dei personaggi
dello stesso romanzo o film riguarda la memoria semantica.
La memoria autobiografica è un caso particolare della
memoria episodica, che riguarda episodi realmente avvenuti
al soggetto stesso.
La memoria procedurale riguarda invece soprattutto le abilità
motorie e fonetiche, che vengono apprese con il semplice
esercizio e utilizzate senza controllo attentivo volontario.
Sindrome di Korsakoff (nell'alcoolismo cronico). I
pazienti con sindrome di Korsakoff conservano una
buona memoria per le esperienze precedenti
all'insorgere della malattia, ma hanno perso la
capacità di trasferire le loro esperienze attuali nella
memoria a lungo termine. Molto dell'odierna
conoscenza sulla memoria è derivato dallo studio
clinico dei disturbi della memoria.
La perdita di memoria è chiamata amnesia. Ci sono
molti tipi di amnesia. Può essere anterograda (quando
non è più possibile apprendere e ricordare eventi
dopo l'evento lesivo) o retrograda (quando vengono
cancellate memorie relative ad anni precedenti
rispetto alla data della lesione).
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L'amnesia anterograda, però, non preclude completamente la
capacità di chi né è colpito di apprendere, infatti alcuni tipi di
appredimento (spaziale, riconoscimento, stimolo-risposta)
sono comunque conservati ed il vero danno avviene a livello
della memoria dichiarativa o esplicita.
L'amnesia anterograda è spesso associata ad amnesia
retrograda.
Tra i disturbi della memoria annoveriamo:
La paramnesia, cioè la falsificazione della memoria attraverso
una distorsione del ricordo.
L'ipermnesia, che è un'esagerata ritenzione amnestica.
l'allomnesia, ovvero i ricordi falsati
l'amnesia, ovvero la dimenticanza transitoria o definitiva di
tutto o parte del contenuto della memoria
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l'ecmnesia, ovvero la trasformazione di ricordi in
esperienze attuali
L'immagine eidetica, cioè un ricordo visivo vissuto
talmente vividamente da sembrare un'allucinazione.
Il ricordo paravento, cioè un ricordo che a livello
conscio è tollerabile ma che nasconde,
inconsciamente, un evento traumatico.
La rimozione, cioè la dimenticanza inconsapevole di
eventi considerati inaccettabili.
La letologia, che è la temporanea incapacità di
ricordare un nome proprio o di un oggetto.
Oggettivamente che la memoria declina con l'età,
comunque essa può continuare a funzionare
normalmente se la si aiuta. Negli anziani
l'apprendimento e la capacità di memoria nel loro
insieme persistono abbastanza normali. Svariati
ricercatori stimano che la memoria inizi a diminuire
poiché una persona smette di utilizzare i metodi
abitualmente adoperati in passato per ricordare con
migliori risultati. L'abilità non sfruttata viene perduta.
E' opportuno sottolineare che in alcuni soggetti
anziani normali si può palesare un disturbo
della memoria correlato all'età che però non
compromette lo svolgimento delle abituali
attività; è dunque fondamentale non
drammatizzare. Allorché una persona accusa
disturbi di memoria che ostacolano la
possibilità di vita autonoma o che riguardano
le informazioni importanti è necessario
rivolgersi al medico curante.
Esistono metodi ed esercizi che possono
aiutare a mantenere giovane la memoria
oppure a bilanciarne le lacune. Innanzitutto è
necessario avere interesse a ciò che si vuole o
si deve ricordare: la memorizzazione non è un
fatto meccanico, ma richiede partecipazione
attiva, anche emotiva, a ciò che si vuole tenere
in mente: è più facile dimenticarsi di ciò che
non si vuole ricordare.
L'attenzione e la concentrazione sono
altrettanto necessari ad attivare i meccanismi
cerebrali della memoria e dell'apprendimento;
per questo anche le condizioni ambientali, in
cui si apprende, e il tempo, che a questa
attività si dedica, hanno una grossa
importanza: sarà sempre più difficile ricordare
cose lette in fretta, magari in un ambiente
rumoroso, e disturbati da altri stimoli.
L'attenzione e la concentrazione sono
altrettanto necessari ad attivare i meccanismi
cerebrali della memoria e dell'apprendimento;
per questo anche le condizioni ambientali, in
cui si apprende, e il tempo, che a questa
attività si dedica, hanno una grossa
importanza: sarà sempre più difficile ricordare
cose lette in fretta, magari in un ambiente
rumoroso, e disturbati da altri stimoli.
E' importante poi l'esercizio. L'esercizio può essere
costituito da riassunti di letture o di programmi
televisivi mentalmente o ad alta voce, almeno una
volta al giorno; un'alternativa è la ripetizione, che
ricorda i tempi della scuola, di filastrocche, poesie o
storielle. La creazione di collegamenti tra nomi,
oggetti o fatti, oppure la loro trasposizione in
immagini, colori o numeri richiedono l'elaborazione
del contenuto di una cosa da ricordare e costituiscono
un altro metodo diffusamente impiegato per facilitare
il ricordo. In alternativa è utile aumentare interessi ed
attività in modo da esercitare indirettamente e
spontaneamente anche la memoria.
Con l'invecchiamento la persona tende a selezionare
le informazioni provenienti dall'esterno e ciò rende
più difficile apprendere elementi estranei alle aree
alle quali si è limitato il suo comportamento. Al
contrario, la capacità di apprendere elementi nuovi
pertinenti a tali aree si mantiene ed aumenta. Come
afferma Cesa-Bianchi, "diminuiscono le possibilità di
comprendere situazioni nuove rispetto all'universo
personale dove l'anziano ha ritagliato la propria realtà
esistenziale, e quelle di apprendere modalità nuove di
affrontare i problemi. Ma persistono le possibilità di
conoscere meglio il proprio spazio di vita, di
apprendere modalità più funzionali per operare al suo
interno e, infine, di prospettare soluzioni nuove dei
problemi."