Nessun titolo diapositiva - Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il

annuncio pubblicitario
Fraternità e sviluppo economico: utopia o giusta
prospettiva?
Alessandra Smerilli
University of East Anglia e Auxilium
12 Luglio 2012
Occhi nuovi
✤ Per uscire dalla crisi c’è bisogno di occhi nuovi che guardino
in modo diverso alla situazione che stiamo vivendo,
intravvedendo le nuove possibilità.
✤ Si superano le crisi, che in tal modo diventano opportunità,
solo attraverso innovazioni, come la storia ci insegna.
✤ E siccome quella che stiamo vivendo è una crisi culturale,
abbiamo bisogno di un nuovo modo di leggere la società e
l’economia.
12/07/12
SMERILLI//2
L’economia del dono…
12/07/12
SMERILLI//3
Caritas in Veritate 34
sviluppo
umano
fraternità
12/07/12
• Lo sviluppo economico, sociale e
politico ha bisogno
• se vuole essere autenticamente
umano
• di fare spazio al principio di gratuità
come espressione di fraternità
SMERILLI//4
Partiamo dalle tre parole
sviluppo
fraternità
economia
• Il principio
dimenticato
• Tutta la
persona,
tutte le
persone
• Oikos nomos
12/07/12
SMERILLI//5
Perché la fraternità nel mercato?
Il mercato, se c’è fiducia reciproca e
generalizzata, è l’istituzione economica che
permette l’incontro tra le persone
(CV 35)
12/07/12
SMERILLI//6
L’evoluzione della scienza economica
✤ Tutto ciò che ha a che fare con dono, gratuità, fraternità…
✜ Deve stare, rispetto al mercato
e alla sfera economica prima,
dopo, o comunque fuori
✜ nella scienza economica si è venuta via via affermando
l’idea che la gratuità o la reciprocità siano categorie
‘inefficienti’, in quanto creano attriti al modo normale di
procedere del mercato.
12/07/12
Il peccato originale di Adam Smith
✤ Non è dalla benevolenza del macellaio, o da quella
del birraio o del fornaio che noi ci attendiamo il
nostro pranzo, ma dal loro interesse personale. Ci
rivolgiamo non al loro senso di umanità ma al loro
interesse [self-love], e non parliamo mai loro delle
nostre necessità ma dei loro vantaggi (Smith
1976[1776], p. 26).
12/07/12
indipendenza
✤ Il messaggio nascosto in questo brano è il voler
sottolineare l’indipendenza dalla “benevolenza dei nostri
concittadini” come una virtù positiva associata alla nuova
forma di socialità introdotta dall’economia di mercato.
✤ Le relazioni di mercato ci permettono di soddisfare i nostri
bisogni senza dover dipendere dall’amore degli altri,
poiché dipendendo tutti impersonalmente e anonimamente
dalla “mano invisibile” del Mercato (con la M grande),
non dipendiamo personalmente da alcuno, non dobbiamo
incontrarci in modo personale (e potenzialmente doloroso)
con nessuno
12/07/12
✤ Invece, qualunque azione che si proponga
come scopo diretto quello di promuovere il
bene comune produrrà effetti perversi per
l’impresa e per la società.
✤ Da questo teorema scaturisce poi anche un
corollario: “Non ho mai visto fare qualcosa
di buono da chi pretendeva di
commerciare per il bene comune” (La
ricchezza delle nazioni, 1776, p. 456).
12/07/12
L’insidia
✤ “La gratuità è meno essenziale della giustizia per
l’esistenza della società. La società può sussistere
senza gratuità”
✤ “La società civile può esistere tra persone
diverse…sulla base della considerazione dell’utilità
individuale, senza alcuna forma di amore o di reciproco
affetto”
✤ Pareto e le azioni logiche
✤ Wicksteed e il ‘non-tuismo’
12/07/12
✤ La società civile può funzionare e svilupparsi senza gratuità
✤ Il contratto di mercato è un buon sostituto del dono
✤ Il dono lega… il contratto libera
✤ Attenzione: L’economia come tutte le scienze umane vive il
problema della doppia ermeneutica: ciò che si teorizza,
poiché si teorizza sulla persona, in qualche modo va a
cambiare il modo di essere della persona. Una serie di
esperimenti mostra, per esempio, che il modo di
comportarsi di fronte alle scelte è diverso a seconda che a
compiere quelle scelte siano persone che abbiano studiato
economia o meno.
12/07/12
✤ La modernità ci ha lasciato in eredità l’idea in base alla
quale per avere titolo di accesso al club dell’economia sia
indispensabile mirare al profitto ed essere animati da intenti
esclusivamente autointeressati…in caso contrario ci si
dovrebbe accontentare di far parte della sfera del sociale
(Zamagni)
12/07/12
LA TRAGEDIA DEI BENI COMUNI
12/07/12
SMERILLI//14
L’era dei beni comuni
•
Il più grande cambiamento della società globalizzata e postmoderna è la centralità dei beni comuni, che stanno
diventando la regola non l’eccezione.
•
Oggi la qualità dello sviluppo dei popoli e della terra dipende
sicuramente da scarpe, frigoriferi e lavatrici (i classici beni
privati), ma molto più da beni (o “mali”) comuni come i gas
serra, dall’acqua, da cui dipendono poi anche cibo, scarpe,
frigoriferi ….
12/07/12
“The tragedy of the commons”
✤Nel 1968 il biologo Hardin pubblicò su Science un
importante articolo, The tragedy of the commons.
✤La tesi era semplice: se l’umanità non limita la libertà
individuale, faremo presto la fine degli abitanti
dell’Isola di Pasqua: distruggeremo (nel mondo
globalizzato) i beni comuni dai quali dipende la vita
della specie umana (e del pianeta)
✤Quando si ha a che fare con i beni comuni (commons),
se ciascuno segue soltanto i propri interessi, rischia,
senza volerlo e senza accorgersene, di segare giorno
dopo giorno il ramo su cui siamo tutti seduti.
✤Perché?
12/07/12
Vantaggio individuale, costo sociale
✤ Noto è il suo esempio del pascolo comune e libero, dove
ogni contadino porta a pascolare le proprie mucche.
✤ La scelta che massimizza la libertà e l’interesse individuale
è quella di aumentare di una unità il bestiame al pascolo,
poiché il vantaggio individuale è + 1, mentre la diminuzione
dell’erba è soltanto una frazione di – 1 (1/n, poiché il danno
si ripartisce su tutti gli altri n contadini che usano quel
pascolo).
12/07/12
Falsa percezione
✤ E’ come se gli utilizzatori del pascolo nel compiere le
proprie scelte non considerassero la riduzione del bene
comune (erba del pascolo) che il loro consumo produce:
✜ Non si considera la “criticità” del bene comune e si vede
soltanto l’incentivo individuale
✜ Solo quando si supera una soglia critica, arriva la
percezione individuale ma è spesso troppo tardi, poiché
succede che, paradossalmente, aumenti ancor di più la
corsa all’accaparramento di quella risorsa che è sempre
più scarsa.
12/07/12
Un esempio
✤ Anna e Bruno sono due pescatori dello stesso lago. Sono già nella
fase in cui si rendono conto di aver superato la soglia critica, ed il
pesce sta finendo. Come ragioneranno?
✤ Entrambi sanno che:
✜ se limitano entrambi la propria pesca, i pesci del lago potranno
riprodursi di nuovo e loro avere pesce in futuro (hanno un costo di
breve periodo, il limitarsi, ma ottengono un beneficio futuro: 3 punti
ciascuno)
✜ se non limitano la pesca in breve tempo il pesce sarà troppo scarso
per tutti (ottenendo 2 punti ciascuno).
✜ se l’altro (Anna) non limita la pesca e Bruno la limita, Bruno rinuncia
al poco pesce oggi e non avrà pesce neanche domani (perché gli
altri, Anna, nel frattempo lo esauriscono), e Anna avrà un vantaggio
individuale di breve (perché pescherà anche il pesce di Bruno).
Inoltre, se Anna fosse l’unica a non ridurre la pesca (e tutti gli altri
pescatori sì), lei avrebbe solo vantaggi (di breve e di lungo) senza
costi: Anna otterrebbe 4 punti (dove 4>3, cioè vantaggi collettivi
senza costi individuali), ma …
▬ Bruno otterrà 1 punto: solo costi di breve e di lungo (e 1<2)
12/07/12
La tragedia dei commons
Anna/Bruno
Si limita
Non si limita
Si limita
3,3
1,4
Non si limita
4,1
2,2
12/07/12
Che faranno i due pescatori?
Lim
Lim
3,3
N
4,1
Bruno
Anna
Lim
N
1,4
Bruno
N
12/07/12
2,2
I due non si limiteranno
✤Ciascuno dei due pescherà troppo, e con questo si
arriverà presto alla fine della risorsa comune (2,2).
✜ Che fare allora?
✜ La storia dell’umanità (come ci insegna anche la premio
Nobel E. Ostrom) è anche la storia dei tentativi, micro e
macro, per riuscire a cooperare e non distruggere le
risorse comuni (ma sempre sostenendo dei costi: è qui
sta la tragedia!).
✜ Ma la storia dell’umanità (e delle comunità, e delle
imprese …) ci mostra anche che in molti casi non si è
capaci di cooperare e si distruggono i beni comuni.
12/07/12
✤ Quando abbiamo a che fare con i beni comuni non abbiamo
alcuna garanzia che la ricerca prudente, innovativa, creativa
e responsabile dell’interesse individuale da parte dei singoli
separatamente produca anche il bene comune e la
ricchezza delle nazioni.
12/07/12
SMERILLI//23
PER UNA ECONOMIA CIVILE
12/07/12
SMERILLI//24
Confronto
Smith
Genovesi
✤ che ciò che accomuna
gli esseri umani è la
propensione scambiare
e a barattare
✤ che ciò che distingue gli
esseri umani dalle altre
specie animali è il
reciproco diritto-dovere
di soccorrersi, di aiutarsi:
12/07/12
Genovesi
✤ L’uomo è un animale naturalmente socievole: è un dettato
comune. Ma non ogni uomo crederà che non vi sia in terra
niun animale che non sia socievole. [...] In che dunque
diremo l’uomo essere più socievole che non sono gli altri?
[... è il] reciproco dritto di esser soccorsi, e
consequentemente una reciproca obbligazione di
soccorrerci nei nostri bisogni (Lezioni, I, cap. 1, §§ XVI,
XVII).
✤ A questa quasi impossibilità, ch’è negli uomini di possedere
tutte le virtù, e alla proprietà, che hanno di possedere
ognun’uno alcuna, s’ingegna, ed aspira di rimediare la
invenzione della vita civile [...] La qual cosa mostra la vera
essenza della vita civile essere uno scambievole soccorso
delle virtù, e della facultà naturali, che gli uomini si danno
l’un l’altro, al fine di conseguire l’umana felicità (1710).
12/07/12
SMERILLI//26
Mercato
Smith
✤ Mutuo vantaggio
Genovesi
✤ Mutua assistenza
✤ (centrato su di me)
✤ (centrata sull’altro)
12/07/12
SMERILLI/CRIVELLI /27
Smith
✤ l’estendersi del mercato
porta con sé le virtù civili,
come l’onestà e la
correttezza, per cui le
sue raccomandazioni di
politica economica
prevedono la costruzioni
di ponti e canali perché il
commercio si possa
estendere.
12/07/12
Genovesi
✤ Vede la fede pubblica (la
fiducia condivisa) come
l’anima del commercio, e
non come la sua
conseguenza. Egli
raccomanda, livello di
politica economica, di
costruire canali morali,
perché le vie di
comunicazione, da sole
non fanno sviluppare il
commercio
SMERILLI/CRIVELLI /28
✤ “La più bella, ampia, soda strada, la via Appia…se fia
infestata dalla paura, dalla schiavitù, dalla rabbia,
dall’avaria, dalla penitenza, dalla miseria, non vi vedrete
pure le fiere trapassare” (Genovesi, Lezioni di commercio, o
sia di economia civile, volume II)
12/07/12
SMERILLI//29
Toniolo economista civile
✤ Su questa linea si pone anche Toniolo, il quale afferma che
il progresso della ricchezza consista nell’incivilimento, e che
non si possano dare risposte su cosa siano l’utile e il
benessere “senza il concetto dei fini dell’individuo, della
società, dello Stato, della civiltà” (Trattato di economia
sociale).
✤ Nel suo trattato di economia sociale del 1907 egli definisce
l’economia come “la scienza che studia la società umana,
rivolta con la sua attività a procacciare e usufruire la
ricchezza per tutti gli scopi legittimi dell’esistenza, affine di
riconoscere l’ordine razionale positivo di utilità… e
dirigerne l’applicazione al migliore bene comune”
12/07/12
SMERILLI//30
Pareto
✤ Pareto, contemporaneo di Toniolo, sostiene che
l’economista studia le azioni logiche (sorrette da una
razionalità strumentale) “ripetute in gran numero per
procacciarsi le cose che soddisfano ai gusti loro”.
✤ “Io faccio tutto il mio corso di economia politica senza
adoperare il termine valore… cerco una teoria che invece
accolga e figuri i fatti economici
12/07/12
SMERILLI//31
✤ Oggi nei libri di economia studiamo ancora Smith e Pareto,
ma non c’è traccia di Genovesi e di Toniolo
12/07/12
SMERILLI//32
LA SFIDA
12/07/12
SMERILLI//33
✤ "La dottrina sociale della Chiesa ritiene che possano essere
vissuti rapporti autenticamente umani, di amicizia e di
socialità, di solidarietà e di reciprocità, anche all'interno
dell'attività economica e non soltanto fuori di essa o « dopo
» di essa. La sfera economica non è né eticamente
neutrale né di sua natura disumana e antisociale. Essa
appartiene all'attività dell'uomo e, proprio perché umana,
deve essere strutturata e istituzionalizzata eticamente"
(36)
12/07/12
La sfida
✤ Da limoncello al modo
di preparare il pranzo
alle relazioni, all'etica, alla qualità del cibo,
a ciò che faccio in cucina
quando nessuno mi vede ...
✤ La grande sfida che abbiamo davanti a noi… è di
mostrare, a livello sia di pensiero che di
comportamenti, che …nei rapporti mercantili il
principio di gratuità e la logica del dono come
espressione della fraternità possono e devono
trovare posto entro la normale attività
economica. (CV 36)
12/07/12
Lo sviluppo economico, sociale e politico ha bisogno,
se vuole essere autenticamente umano, di fare
spazio al principio di gratuità come espressione
di fraternità (CV 34)
La vita economica ha bisogno del contratto, per
regolare i rapporti di scambio tra valori equivalenti,
ma ha bisogno anche…di opere che rechino
impresso lo spirito del dono (37)
12/07/12
Occorre che nel mercato si aprano spazi per attività
economiche realizzate da soggetti che liberamente
scelgono di informare il proprio agire a principi
diversi da quello del puro profitto, senza per ciò
stesso rinunciare a produrre valore economico.
Le tante espressioni di economia che traggono
origine da iniziative religiose e laicali dimostrano
che ciò è concretamente possibile. ( 37)
12/07/12
Quale fraternità?
12/07/12
SMERILLI//38
Ma cosa è la gratuità?
(La verità dell’amore)
✤ Sono consapevole degli sviamenti e degli svuotamenti
di senso a cui la carità è andata e va incontro…
✤ In ambito sociale, giuridico, culturale, politico,
economico, ossia nei contesti più esposti a tale pericolo,
ne viene dichiarata facilmente l’irrilevanza a
interpretare e dirigere le responsabilità morali. (2)
12/07/12
“dono” sinonimo di “gratuità”
Non è gratis
Non è il regalo
Non è filantropia
12/07/12
Gratuità
abbiamo a che fare con la gratuità tutte le volte che
un comportamento ha un valore in sé e non è solo
mezzo per qualcos’altro.
Quando si attiva la dimensione della gratuità la
strada da percorrere è importante come la meta da
raggiungere.
La condizione sufficiente perché si possa parlare di
gratuità è l’orientamento intenzionale dell’azione
verso il bene
12/07/12
Essa non è associata ad un “che cosa” si fa, o
ad una classe di azioni (altruistiche, ad
esempio); è piuttosto un “come”, una modalità
o una dimensione dell’azione, che può
accompagnare vari contenuti.
In un linguaggio antico si potrebbe parlare di
gratuità anche come di un “trascendentale”,
cioè di una dimensione dell’essere, come il
bello o il buono
12/07/12
«Ma ad Auschwitz ho notato spesso un
fenomeno curioso: il bisogno del “lavoro
ben fatto” è talmente radicato da
spingere a far bene anche il lavoro
imposto, schiavistico. Il muratore
italiano che mi ha salvato la vita,
portandomi cibo di nascosto per sei
mesi, detestava i tedeschi, il loro cibo,
la loro lingua, la loro guerra; ma quando
lo mettevano a tirar su muri, li faceva
dritti e solidi, non per obbedienza ma
per dignità»
12/07/12
Espressione di fraternità
✤ La fraternità ha la sua radice nell’Umanesimo, ma dalla
modernità (Economia compresa) è stata vista come un male
da combattere al fine della costruzione di una società civile
composta da persone uguali e libere.
✤ L’idea di fraternità presente all’alba della modernità era
legata alla famiglia patriarcale e ineguale, che non era
compatibile né con la libertà né tantomeno con
l’uguaglianza (i fratelli nella famiglia di ancient régime non
erano uguali tra di loro, tantomeno le sorelle rispetto ai
fratelli).
12/07/12
SMERILLI//44
Libertè, egalitè, fraternitè
✤ Tutti e tre i principi da loro annunciati erano da costruire nel
mondo nuovo, compresa la fraternità, che non era quella
ineguale della famiglia naturale, ma una nuova fraternità
politica, che non c’era ancora.
✤ I tre principi vanno presi assieme, e che quindi non si
accetta più una fraternità senza libertà e uguaglianza (che
era proprio quella fraternità ineguale e illiberale contro la
quale, a partire da Hobbes, i moderni hanno reagito).
✤ La fraternità aggiunge allora la dimensione di rapporto, di
legame, di reciprocità, di una certa idea di comunità alla
nuova società di persone libere e uguali: solo il principio di
fraternità dice relazione personale, poiché quello di libertà e
di uguaglianza dicono status individuale, anche senza il
bisogno di un rapporto personale con l’altro.
12/07/12
SMERILLI//45
✤ la fraternità, se presente in una società libera e ugualitaria,
fa sì che i membri si sentano parte di un destino comune,
che sviluppino una cultura della communitas e non
dell’immunitas, che tra di loro si affermino sentimenti di
simpatia e di affetto, senza che tutto questo entri in conflitto
con la libertà e con l’eguaglianza di tutti e ciascuno.
✤ Al tempo stesso la fraternità non è l’amicizia, dove il
rapporto “personale” viene inteso in modo esclusivo, elettivo
e non transitivo. La fraternità è invece transitiva tra i membri
di una comunità, aperta non solo al “tu” ma anche al “lui”
che non conosco personalmente ma che sento fratello in
senso civile.
12/07/12
SMERILLI//46
✤ La fraternità fa sì quindi che un insieme di individui possano
dar vita ad un popolo, ad una comunità, ad un’impresa
legata da relazioni di reciprocità, non solo di mutuo
interesse (contratti), ma anche, come ci ricordano Genovesi
e la tradizione dell’Economia Civile del Settecento, di
“mutua assistenza”.
12/07/12
SMERILLI//47
La fraternità dei moderni
✤ Aperta e includente
✤ Si differenzia dal mutuo vantaggio e diventa mutua
assistenza quando è aperta alla categoria della gratuità
vulnerabile
12/07/12
SMERILLI//48
Visione standard
✤ Quando Anna scambia
con Bruno non ha come
intenzione il vantaggio di
Bruno, ma soddisfa i
bisogni di Bruno come
mezzo per raggiungere i
propri obiettivi
✤ Bene comune effetto non
intenzionale
12/07/12
fraternità
✤ Relazione al tempo
stesso mutuamente
vantaggiosa e
genuinamente sociale
✤ Contratto come team
temporaneo: impegna
ciascun partner a
svolgere la propria parte
per un obiettivo comune
SMERILLI/CRIVELLI /49
Con lo sguardo della fraternità
✤ Chi è l’imprenditore?
✤ Cooperative e inserimento svantaggiati
✤ Microfinanza
✤ Ordinarie relazioni di lavoro
12/07/12
SMERILLI//50
conclusione
✤ Dopo la prima enciclica sulla carità e la seconda sulla
speranza, potevamo attenderci la terza sulla fede.
✤ Così è stato, poiché solo una visione dell’uomo,
un’antropologia che crede la persona fatta a immagine di un
Dio comunione, con impresso made in trinity nel suo
essere, può raccogliere l’invito alla gratuità anche in questo
mondo, in quest’economia.
✤ Su questa scommessa antropologica risiede anche la
speranza che l’economia annunciata possa non essere
un’utopia (un non luogo), ma un eutopia (un buon luogo), il
luogo dell’umano.
12/07/12
✤ «Non sono le encicliche in quanto tali che cambiano la
storia e la vita delle persone. E’ la testimonianza di chi
opera a far sì che la forza di una enciclica possa essere una
forza di cambiamento della storia».
12/07/12
La via d’uscita dalle crisi è camminare su di un crinale
✤ Saper avanzare sospesi nel paradosso tra il “già” e il “non
ancora”.
12/07/12
Scarica