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La concentrazione
La concentrazione è la capacità di focalizzare
l’attenzione su un compito per un certo periodo di
tempo, senza essere disturbati o influenzati da stimoli
interni o esterni non pertinenti alla disciplina sportiva
praticata che richiede nell’atleta di:
Raccogliere informazioni esterne ed interne
attraverso gli organi di senso
Elaborare le informazioni attraverso il dialogo interno
Eseguire la coordinazione del movimento
rispondendo alle richieste della disciplina sportiva
La concentrazione
La concentrazione è un colloquio con se
stessi che permette di eseguire in maniera
ottimale un compito legato alle esigenze
sportive.
Permette di eliminare gli elementi di disturbo
e di modulare in maniera efficace
l’attivazione di base, adattandola alle
proprie necessità
Può essere a compito aperto (nel bascket, calcio,
ecc..), quando si tratta di sport di squadra, ed a
compito chiuso (come ad esempio nel tiro con
l’arco, tiro a piattello, golf), con livelli intermedi.
La concentrazione permette di:
 Mantenere l’attenzione
 Isolare i fattori esterni di disturbo
 Neutralizzare l’ansia pre-gara
 Modulare l’attivazione
 Facilitare la prestazione sportiva
 Coordinare lo spazio ed il tempo
 Migliorare l’autostima
Secondo CEI (2005) esiste una
consistente relazione tra
concentrazione, attivazione e
prestazione.
La prestazione è favorita da un grado di
attivazione ottimale (energizzazione
dell’organismo), tipica di ogni
individuo nella specifica situazione
prestazionale
Attivazione ottimale
Al di sotto
Risultati deteriorati
Al di sopra
Nel rapporto tra concentrazione e attivazione si
dovrà tener conto:
Sistemi fisici: includono uno stato di tensione
muscolare eccessivo, difficoltà di
respirazione, sudorazione eccessiva
Sistemi comportamentali: stati di
agitazione generalizzata, rallentamenti o
eccessivo aumento di velocità nelle
prestazioni
Sistemi psicologici:dialogo interno negativo,
pensieri intrusivi, stati emozionali, stile
attentivo ristretto.
La concentrazione è una modalità innata
o può essere appresa ed utilizzata nella
situazione agonistica?
La psicologia dello sport sostiene che l’atleta
può essere addestrato a selezionare e a
rielaborare gli stimoli provenienti dall’interno
e dall’esterno dell’organismo, attribuendo
alla persona la capacità di ignorare le
informazioni sensoriali marginali e di
prestare attenzione a quelle importanti e di
estrema rilevanza: si tratta di quella
modalità cognitiva che contraddistingue
l’atleta esperto dal principiante.
I processi di regolazione non contengono le
informazioni necessarie inerenti la
contrazione dei muscoli e la coordinazione
motoria.
Talvolta questi processi vengono ulteriormente
influenzati dalla preoccupazione o dalla paura
dell’insuccesso, elementi che tendono ad
aumentare l’impulso di porre sotto controllo
la coordinazione del movimento che agisce in
senso contrario, peggiorando l’accuratezza di
esecuzione del gesto.
I timori eccessivi, tendono a causare, a livello
cognitivo, uno spostamento dell’attenzione
verso pensieri negativi che agiscono come
distrattori
Come possiamo intervenire per
potenziare la concentrazione in
ambito sportivo ?
Tecniche di respirazione
Questa tecnica prevede una serie di esercizi
(respirazione diaframmatica e globale) in
grado di favorire il rilassamento perché
aumenta la quantità di ossigeno utilizzabile
dal sistema cardiovascolare in relazione
all’attività muscolare
Rilassamento progressivo
neuromuscolare
(rilassamento progressivo muscolare allo stato puro)
Si propone di educare l’atleta alla riduzione
volontaria del tono muscolare e indurre così
uno stato maggiore concentrazione.
Si ottiene una consapevolezza delle proprie
sensazioni della tensione psicologica e della
sua scomparsa quando i muscoli si rilassano.
Consiste in un esercizio di contrazione e
decontrazione muscolare
Gli esercizi devono essere svolti giornalmente
e progressivamente devono essere coinvolti
la maggior parte dei muscoli del corpo
I fase Posizione supina, tensione e
rilassamento (in maniera dolce) dei muscoli
delle braccia, delle gambe ecc…
Imparare la tecnica
II fase Utilizzare la stessa tecnica più
velocemente, finalizzando il rilassamento
anche per le azioni inerenti la vita
quotidiana
III fase Processo di decondizionamento.
Il soggetto, già in grado di raggiungere un
rilassamento neuromuscolare, lo
finalizza rievocando le attività che
producono uno stato d’animo negativo
per produrre sensazioni di piacevolezza
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