LE API
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GATTUSO S.
Le api vengono così classificate:
Tipo artropodi.
Classe insetti.
Ordine imenotteri.
Famiglia apidi.
Genere apis.
Specie mellifica.
Nel nostro paese la razza più diffusa è l’apis mellifica ligustica o ape italiana
Le api sono insetti sociali, cioè vivono in colonie numerose
EVOLUZIONE.
Molto tempo fa le api non erano insetti sociali ma erano dei predatori con il
tempo le api hanno cambiato le loro abitudini, hanno formato famiglie
numerose e sono diventate vegetariane, insomma si sono evolute ed hanno
cominciato a “lavorare” per procurarsi il cibo. Le api sono impollinatici con il
compito di portare il proprio polline nei fiori di altre piante della stessa specie e
permettere così la riproduzione.
L’APE E L’UOMO.
Il rapporto tra l’uomo e gli insetti non è mai stato facile, alcuni sono una
vera calamità per i danni causati in agricoltura, a volte perché sono stati
responsabili della trasmissione di malattie le api sono però una rapa
eccezione l’uomo, infatti, ha sempre avuto un occhio di riguardo per loro
e non solo perchè producono il miele.
Dopo il periodo romano però, l’agricoltura è stata trascurata le api
venivano allevate in alveari di legno, terracotta, paglia impastata con il
fango e sughero. Spesso le api venivano uccise per raccogliere il miele e
la cera.
A partire dalla metà dell’ottocento importanti scoperte e invenzioni
cambiarono l’apicoltura.
Tra le invenzioni più importanti l’uso dell’arnia con favi mobili fu quella
che decreto l’inizio dell’apicoltura moderna.
E seguendo la sua natura che l’ape riempie l’alveare di miele per
cibarsene d’inverno, si riproduce con la sciamatura l’apicoltore sfrutta il
naturale istinto dell’ape ad accumulare il miele e prelevarne la parte in
eccesso per le proprie necessità.
LA CASA DELLE API.
La casa delle api è l’alveare l’alveare è costituito da vari favi hanno la forma
appiattita, a semicerchio allungato, e vengono costretti uno accanto all’altro ogni
favo e suddiviso su entrambi i lati, in tantissime celle esagonali perfettamente
regolari, All’interno delle celle allevano le larve e conservano il miele e polline. Le
dove ci sono le larve è il miele maturo vengono chiuse con un sottile tappo di
cera, l’opercolo non tutte le celle sono uguali le celle dove vengono allevati i
maschi (fuchi) sono un po’ più grandi di quelle destinate alle api operaie quelle
costruite per raccogliere le nuove regine (celle reali sono ancora più grandi
nell’alveare tutto è sempre in ordine e perfettamente pulito.
Ci sono infatti, delle operaie, le spazzine, che si occupano di ripulire i favi le api
usano una speciale sostanza “la propoli”per disinfettare le celle.
Oggi ci sono apicoltori che allevano le api in arnie che hanno la forma di una
scatola e sono divise in due parti.
Il nido: dove le api allevano le larve e conservano le riserve di cibo, miele
e polline.
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-Il melario: dove le api immagazzinano il miele.
Le api nel periodo in cui c’è abbondanza di nettare riempiono di miele tutto lo
Operaia al 21°
giorno
COME SONO FATTE LE API.
Tutte le api nascono da piccole uova deposte dalla regina. Quando sono “cuccioli”
hanno la forma di piccoli vermetti bianchi. Dopo, sempre all’interno delle celle,
diventano delle pupe, sono bianche non hanno le api e le zampette.
Sono abbozzate. Durante questa fase occupano tutto lo spazio della cella non
mangiano e stanno ferme infine con la metamorfosi assumono l’aspetto di insetto
adulto come tutti gli insetti anche le api hanno il corpo suddiviso in tre parti: il
capo, il torace e l’addome. Nel capo ci sono gli occhi, le antenne e la bocca le
antenne servono per sentire i sapori, gli odori, la temperatura e l’umidità. La
bocca ha una forma adatta a “leccare ed “aspirare” il nettare dei fiori nel torace ci
sono le api, usate per volare ma anche per raffreddare l’alveare quando fa troppo
caldo. L’addome non ha appendici (zampe o ali) contiene il tubo digerente e i vari
organi. In fondo all’addome si trova il pungiglione, l’arma di difesa delle api.
Quando l’ape punge, il pungiglione rimane conficcato nei tessuti della vittima e
l’ape muore. Le api pungono solo per difendere la loro famiglia o loro stesse.
APE REGINA, OPERAIE E FUCHI.
Le api sono insetti sociali che vivono in colonie composte da 50-60000
individui ci sono tra questi l’ape regina che ha il compito di fare le uova.
Le api operaie femmine che non fanno le uova e si dedicano alla cura della
prole, alla ricerca del cibo e altre esigenze.
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fuchi, che i maschi della famiglia e sono qualche centinaio.
api operaie: femmine che non fanno le uova, e si dedicano alla cura
della prole, alla ricerca del cibo ed a tutte le altre esigenze della famiglia.
regina
fuco
operaia
L’APE REGINA.
La regina nasce da uova fecondate che vengono deposte nelle celle reali. A
differenza delle altre api, le regine, vengono nutrite con pappa reale per
tutta la durata dello stato larvale. Grazie a questo crescono di più delle
operaie e sono capaci di fare le uova. Impiegano sedici giorni a diventare
insetti adulti. Da grandi sono lunghe da 17 a 20 millimetri. Depongono fino
a 2000 uova al giorno. Escono dall’alveare solo per scegliersi il marito o per
cambiare casa.
Un alveare sprovvisto di regina è destinato a morire in breve tempo.
Le regine vivono in media 4-5 anni.
I FUCHI.
I fuchi sono i maschi delle api sono più grandi e tozzi delle
operaie
Sono lunghi circa 15 millimetri, e hanno anche le ali più
lunghe. I fuchi nn sono in grado di procurarsi da soli da
mangiare e devono essere mantenuti dalle operaie.
Si possono difendere. Per diventare insetti adulti ci mettono
24 giorni. Nell’arco di una stagione, di solito,
in un alveare vengono allevate diverse migliaia di fuchi.
Il loro compito è quello di accoppiarsi con una regina,
durante il volo nuziale.
LE API OPERAIE.
Le api operaie sono lunghe 12-13 millimetri nascono da uova fecondate,
perfettamente uguali a quelle delle regine queste uova vengono
deposte in celle più piccole di quelle reali e nutrite con pappa reale solo
i primi quattro giorni di vita. Il resto del periodo larvale mangiano polline
e miele.
Per diventare insetti adulti impiegano 21 giorni la durata della vita.
Di un ape operaia può variare da 30 giorni a 6 mesi.
LE API OPERAIE : UNA VITA DI DURO LAVORO.Le operaie cambiano
molte volte lavoro durante la propria vita fino a quattro giorni di età si
occupano della pulizia dell’alveare. Dal quarto al decimo giorno nutrono
le larve (api nutrici) dal decimo al sedicesimo giorno si occupano della
costruzione e riparazione dell’alveare ( api ceraiole o muratrici) dopo si
occupano di ricevere il polline (api spazzine) ed il nettare portato dalle
api bottinatrici, della difesa dell’alveare (api guardiane o sentinelle).
Infine dalla terza settimana di vita, al culmine della loro carriera
diventano bottinatrici con il compito di raccogliere il polline, il nettare,
l’acqua e tutto quello che serve alla famiglia.
L’IMPOLLINAZIONE.
• Gli insetti che si nutrono di nettare, e che quindi
trasportano il polline sono chiamati pronubi. Le api,
quindi, giocano un ruolo spesso fondamentale per
favorire l’impollinazione e sono gli insetti pronubi più
importanti. Questo è dovuto ad alcune loro particolari
caratteristiche
• la folta peluria che ricopre il loro corpo, che facilita
l’adesione dei granuli di polline.
• L’elevato numero di fiori visitati in un giorno.
• La “fedeltà” a una specie dall’inizio alla fine della sua
fioritura.
• Capacità di comunicare alle compagne, danzando, la
posizione è l’entità di una sorgente nettarifera.
UN ANNO CON L’ALVEARE / 1
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L’attività delle api, dipende dalla temperatura esterna, dal clima, dalla lunghezza
delle giornate e dalla presenza dei fiori. Con la temperatura esterna inferiore a 10
gradi le api non sono in grado di volare durante l’inverno le api restano
nell’alveare. Addossate l’una alle altre formano il glomere, una palla di api con al
centro la regina.
Al centro del glomere si raggiunge una temperatura di 35 gradi. In inverno nelle
giornate serene, durante le ore più calde, le api escono a turno dall’alveare
puliscono la loro casa e al calare della temperatura riformano il glomere. Con
l’avvicinarsi della primavera le giornate si allungano, la temperatura cresce, nei
prati sbocciano i primi fiori le api, trovano qualche fiore e tornano alla loro casa
con il nettare e comunicando la localizzazione dei fiori con una speciale danza.
Con questo riescono a dire alle sorelle dove trovare il cibo. Anche la regina è
influenzata da questo cambiamento: nutrita in abbondanza ricomincia a deporre le
uova. È aumentata l’attività all’interno dell’arnia ricomincia il lavoro per l’apicoltore.
È il momento di aprire l’alveare per controllare che la regina deponga le uova, che
le scorte siano sufficienti per nutrire le api e le giovani larve. L’alveare si riempie di
miele, uova, nuove api.
UN ANNO CON L’ALVEARE / 2
Arriva per l’apicoltore il momento di fornire alle api i melari, i magazzini dove esse
depositeranno le scorte di miele.Siamo nel pieno della bella stagione le api lavorano
instancabilmente, i melari vengono riempiti, il numero di api aumenta ( 50 – 70000).
Per l’apicoltore si avvicina il momento della smielatura cioè il prelievo dei melari e
l’estrazione del miele.
Per le api si avvicina un momento particolare, la sciamatura in conseguenza di
particolari condizioni interne all’alveare le api allevano una nuova regina la vecchia
regina esce dall’arnia con metà delle operaie, si cerca un'altra casa e fonda un nuovo
alveare. Nasce poi la nuova regina. Passati alcuni giorni nei dintorni dell’arnia per
orientarsi e irrobustire le sue ali dopo di che sarà pronta per il volo di accoppiamento.
Tornata a casa sarà lei la nuova regina è inizierà subito il suo compito di deporre le
uova.
L’apicoltore, quando vede lo sciame che subito dopo la partenza si ferma vicino al
vecchio alveare formano una palla di api, lo fa entrare in un arnia vuoto, aiutandosi
con l’affumicatore. Ottiene così una nuova famiglia di api. Il prelievo dei melari
avviene allontanando le api dai favi spostandole con delicatezza usando una
speciale spazzola. Alcuni apicoltori utilizzano per questa operazione un soffiatore a
motore, che come un grosso ventilatore fa volare via le api dal melario. Una volta
raccolto il miele l’apicoltore riporta i melari vuoti alle api che immagazzineranno il
successivo raccolto.
UN ANNO CON L’ALVEARE / 3
• L’apicoltore deve continuare nelle operazioni di controllo
degli alveari e eventualmente spostare gli alveari su
nuovi pascoli per le api, e preparare il miele per la
vendita. L’operazione di spostare gli alveari dove ci sono
fioriture abbondanti si chiama nomadismo apistico.
• Finchè durante la nuova stagione ci sono fiori e le api
lavorano. Sono con il caldo dell’estate piena, con l’arrido,
che secca la vegetazione le api rallentano la loro attività.
Durante l’autunno l’apicoltore controlla che le api
immagazzinano nel nido il cibo che permetterà loro
nutrirsi durante l’inverno.
API E IMPOLLINAZIONE.
• L’aumento della quantità di prodotto ottenuto in presenza
delle api e della qualità del prodotto per le specie
ortofrutticole, e enorme sono tantissime le piante
coltivate che hanno bisogno delle api.
• -Piante da frutto : melo, pero, susino ciliegio,
albicocco,
• mandorlo, pesce, kaki, castagno, lampone, fragola,
mirtillo, mora.
• -Piante orticole : cavolo, rapa, ravanello, asparago,
cipolla, melone, cocomero, cetriolo, zucca.
• -Piante foraggere da semina:
• Trifoglio , erba medica, veccia, fava, lupinella, zucca,
meliloto, colza, ravizzone, girasole, grano saraceno, lino.
FLORA APISTICA.
• Gli insetti non sono attratti dai fiori solo per la loro bellezza, ma
perché all’interno troveranno la loro fonte di sostentamento, il
nettare è proprio durante la raccolta del nettare che le api si
imbrattano le zampe e l’addome con il polline, ed, è proprio mentre
succhiano il nettare da un altro fiore. Il nettare è una sostanza dolce
e profumata prodotta nei fiori che, quindi, viene usata come merce
di scambio. Il nettare a seconda del fiore che lo produce deve avere
profumi e sapori diversi. Le api diversamente da tutti gli altri insetti
non mangiano direttamente il nettare ma arricchiscono con sostanze
prodotte dal loro corpo, è lo trasformano in miele. Il miele ottenuto
rispecchia così le caratteristiche del nettare, e quindi dei fiori da cui
proviene.
• Le specie nettarifere più importanti sono la robinia (acacia), il
castagno, l’erica, il girasole, la sulla, il rosmarino e molte altre.
I PRODOTTI DELLE API.
• Le api con il loro lavoro quotidiano ci offrono
diversi prodotti tutti molto importanti:
• il miele.
• la pappa reale.
• la propoli.
• il polline.
• il veleno.
• la cera.
Il propoli
IL MIELE.
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Il miele è il più conosciuto prodotto dalle api.
Viene prodotto a partire dal nettare che le api raccolgono sui fiori, oppure
dalla melata, una sostanza zuccherina presente sulle gemme e sulle foglie.
Il nettare viene rielaborato dalle api tramite l’azione di sostanze chimiche
dette enzimi. La trasformazione si completa nelle cellette del favo. Una volta
maturo le api chiudono ermeticamente le cellette con un tappo di cera e i in
questo modo il miele può essere conservato per molto tempo. Il nettare di
cui è composto il miele può essere prevalentemente di un tipo di fiore, in
questo caso si dice che il miele è monoflorale e prende il nome della
pianta relativa, quindi abbiamo il miele di acacia, di castagno ecc. Se invece
le api visitano più fiori e nessuno prevale è detto millefiori. Il colore del
miele dipende dal nettare e può andare dal giallo chiarissimo al marrone
scuro. Il miele è liquido quando l’apicoltore lo estrae dai telaini, col passare
del tempo tende a solidificare (si dice cristallizzare) la cristallizzazione è
un fenomeno naturale che dipende dal tipo di miele. Diverse sono le
sostanze chimiche è composto il miele: le principali sono gli zuccheri, ma ce
ne sono molte altre.
COMPOSIZIONE DEL MIELE.
• -Zuccheri 75% (glucosio e fruttosio saccarosio)
• - acqua 17%
• - altre sostanze 8% (acidi, sali minerali,
sostanze azotate, enzimi vitamine)
• Il suo utilizzo quotidiano è consigliabile a tutti ma
soprattutto ai bambini, agli sportivi e agli anziani.
E un alimento che viene assorbito
immediatamente dall’organismo e quindi
fornisce energia prontamente disponibile. Inoltre
come dolcificante è migliore dello zucchero.
I PRODOTTI DELLE API “MIELE”
• vediamo come può essere utilizzato il miele.
• A colazione nel latte come dolcificante o spalmate sul
pane.
• A pranzo e a cena come ingrediente di numerose ricette
sia dolci che salate.
• Prima di dormire nella tisana da solo a cucchiaiate.
• È molto importante, quando acquistiamo un vasetto di
miele, essere sicuri della sua genuinità.
• Non tutti i mieli danno le stesse garanzie. La garanzia
migliore è quello di acquistare il miele direttamente da
chi lo produce.
VI SONO ALCUNE ANALISI CHE
VENGONO FATTE SUL MIELE:
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analisi dei pollini
misurazione dell’umidità
indice diastatico
idrossimetilifurtoflorale
filt- test (impurità presenti
analisi sensoriale (valutazione visiva,
collettiva)
• gustativa e tattile)
LA PAPPA REALE
• La pappa reale è il cibo dell’ape regina.
• È una sostanza gelatinosa di colore bianco che
viene prodotta dalle api operaie e che viene
utilizzata per alimentare l’ape regina durante
tutto l’arco della sua vita e le api operaie nei
primi tre giorni di vita.
• È un alimento di eccezionale valore, un
concentrato di sostanze vitali molto utili per
l’organismo umano.
COMPOSIZIONE PAPPA REALE
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La pappa reale è costituita da:
acqua 69%
residuo secco 30,20%
il residuo secco è composto da:
proteine 48,22%
zuccheri 38,8%
grassi 10,4%
ceneri 2%
vitamine 0,11%
LA PROPOLI
• La propoli è raccolta dalle gemme di diverse
piante. Le api la elaborano e la utilizzano per
costruire delle barriere di difesa, ma anche
come antibatterico all’interno dell’alveare. La
propoli è composta da resine e balsami, ma
conviene anche oli essenziali e cera.
• La propoli viene utilizzata dall’uomo in campo
medico, ma anche per produrre vernici e
ultimamente come antiparassitario in agricoltura.
• L’apicoltore raccoglie la propoli raschiando
l’interno dell’arnia.
IL POLLINE
• Il ruolo del polline all’interno dell’alveare è fondamentale.
• Le api lo raccolgono sui fiori, lo impastano con il nettare e lo
trasportano nelle cellette. Esso verrà utilizzato per l’alimentazione
delle larve di ape operaia e di fuco. A partire dal terzo giorno di vita.
• COMPOSIZIONE DEL POLLINE
• Acqua 16%
• Proteine 70%
• Amminoacidi liberi 22%
• Zuccheri semplici 37%
• Altre sostanze 5%
• Il suo contenuto proteico e vitaminico lo rende un alimento
estremamente utili anche per l’uomo, in particolare per i bambini e
per gli anziani come ricostituente. Per raccogliere il polline,
l’apicoltore utilizza delle speciali trappole a griglia da applicare
all’esterno dell’arnia. Una volta raccolto il polline, va essiccato per
permetterne la conservazione.
LA CERA
• È prodotto di particolari ghiandole presenti sul corpo dell’ape. Viene
utilizzata per la costruzione dei favi. È composta essenzialmente da
grassi e il suo colore va dal bianco, al bruno. L’apicoltore raccoglie
la cera durante la smielatura. Oggi la cera viene usata
principalmente dagli apicoltori per la produzione di fogli cerei, ma è
molto richiesta dall’industria farmaceutica è cosmetica.
• COMPOSIZIONE DELLA CERA
• esteri di acidi cedosi 70%
• esteri sterolici 1%
• acidi grassi liberi 14%
• idrocarburi 12,5-16%
• acqua 1-2%
• altre sostanze 1-5%
• la cera è una sostanza insolubile in acqua.
IL VELENO
• Il veleno che le api usano per difendersi
può venire raccolto è utilizzato dall’uomo
per proprietà curative è per le malattie
reumatiche. Le punture delle api possono
anche essere pericolose e provocare gravi
allergie.