“Quando le api scompariranno all’uomo resteranno solo quattro anni di vita” A.Einstein Il 40% degli alveari italiani è sparito: è allarme. Colpa dei pesticidi. I piccoli insetti non sono solo i produttori del miele, ma sono i responsabili primari della perpetuazione delle specie vegetali e della conservazione dell’ecosistema. L’ape è un insetto, come la formica e la farfalla, perché ne ha le caratteristiche essenziali e comuni. Hanno il corpo ben distinto in 3 parti: -Capo -Torace -Addome Ai lati del capo sono collocati due grossi occhi composti, a superficie sfaccettata; organi della vista sono anche altri 3 occhi semplici, disposti a triangolo, situati alla sommità del capo. Sviluppatissimo è il senso della vista. L’apparato boccale è costituto da 2 mandibole, che servono come organi di presa: la ligula, per lambire e aspirare il nettare; la borsa melaria, in cui il nettare si trasforma in miele. Sul torace sono situati due paia di ali. Quando l’ape è in volo, e non è appesantita dal carico di polline, la sua velocità media è di 25 km orari. Sulla faccia ventrale del torace vi sono 3 paia di zampe coperte di peli. E’ unito al torace da un sottile peduncolo, è formato da 10 segmenti. Su alcuni di essi sono situate quattro paia di ghiandole che producono la cera (api operaie); le femmine sull’ultimo segmento recano un pungiglione il quale serve per difendersi dai nemici iniettando un veleno. 1) :con cui chiudono le cellette mentre avviene la trasformazione della crisalide in insetto perfetto. 2) :densa sostanza zuccherina, di alto valore nutritivo anche per l’uomo, che le api producono elaborando, attraverso la digestione, il nettare dei fiori; è nutrimento per operaie e maschi, per larve e crisalidi. 3) :alimento molto più nutriente del miele, riservato alla larva dell’ape regina, elaborato e secreto da una ghiandola dell’ape operaia. 4) :sostanza resinosa, ricavata dai germogli di alcune piante (pioppi) che le api usano come stucco per turare le fessure dell’alveare. Ogni comunità di api è divisa in tre caste ed è costituita da decine di migliaia di individui( da 20 a 50 mila), le cui attività sono regolate da una precisa suddivisione delle funzioni: alla regina, che è la sola femmina feconda, è affidato il compito di deporre le uova, dalle quali nasceranno tutte le api della colonia; ai maschi, i fuchi, quello di fecondare la regina; le operaie, femmine infeconde, presente in decine di migliaia, svolgono tutte le attività sociali. La regina ha dimensioni maggiori rispetto alle operaie differenziandosi per l’addome lungo e affusolato e per il colore della peluria che la riveste. La regina è molto longeva e può vivere fino a 5-6 anni. In primavera la regina compie il volo nuziale, durante il quale viene fecondata dal fuco. Può deporre sino a un milione di uova, dalle quali nasceranno femmine se le uova saranno fecondate oppure maschi se non saranno fecondate. Il loro è piuttosto tozzo; posseggono grandi occhi e mancano di pungiglione. Vengono nutriti dalle operaie poiché non riescono a succhiare il nettare a causa della particolare conformazione della bocca. Il loro compito è strettamente connesso alla riproduzione. Svolgono un compito molto importante: quello di assicurare l’impollinazione incrociata delle specie visitate. Soltanto loro posseggono gli apparati di raccolta del polline, le ghiandole produttrici di cera e le ghiandole per produrre la pappa reale. Ogni operaia ricopre gradualmente diversi incarichi, distribuiti in relazione all’età. Le api comunicano informazioni con la danza. Le api esploratrici eseguono: danza circolare sei il cibo è nei pressi dell‘alveare eseguendo movimenti in senso orario e antiorario per alcuni secondi; danza dell’addome se la fonte del cibo è lontana eseguendo movimenti tanto più lenti quanto più lontano è il cibo; Con tali danze le esploratrici riescono a fornire indicazioni esatte alle bottinatrici. Suono Può anche costituire un mezzo di comunicazione per questi insetti: le esploratrici, con la vibrazione delle ali producono brevi segnali sonori, la cui durata è proporzionale alla distanza del cibo. Se le api diventano troppe numerose per la capienza dell’arnia la comunità si divide in due schiere: una di queste sciamerà fuori dal nido seguendo la vecchia regina, mentre al’interno dell’arnia la prima nuova regina che vede la luce trafigge col pungiglione le rivali ancora chiuse nelle cellette. In alcuni casi, due regine, nate contemporaneamente, lottano fra loro assistite dalle operaie. Lo sciame uscito dall’alveare turbina per la campagna, mentre alcune staffette partono alla ricerca del luogo adatto per costruire un nuovo nido sicché riposandosi formano il cosiddetto glomere, appeso al ramo di un albero.