Valorizzazione dei beni pubblici e sostenibilità degli interventi
Questioni ambientali nella gestione del territorio: strumenti e casi studio nel territorio cremonese
Cremona, 9 giugno 2006
I PAESAGGI ATMOSFERICI
di Luigi Mariani
Università degli Studi di Milano
Dipartimento di Produzione vegetale
[email protected]
Lavoro sviluppato nell’ambito delle attività didattiche del Master in Ingegneria del
Suolo e delle Acque del Politecnico di Milano – Sede di Cremona
Luke Howard e la scoperta delle nubi
Il 18° secolo fu epoca di grandi classificatori. In particolare risalta l’opera
di Linneo, il quale sviluppò il sistema tassonomico ancor oggi in uso per
piante e animali.
A quella temperie si ispirò idealmente Luke Howard per creare il
sistema internazionale di classificazione delle nubi, presentato in una
conferenza a Londra nel 1802 e con una pubblicazione del 1803.
In sostanza quando usiamo termini come cirro, cumulo o strato
ricorriamo al sistema di Howard, chimico per professione e meteorologo
per passione, il quale amava iniziare le sue conferenze divulgative con la
frase
“come pesci sul fondo di un oceano siamo
insensibili alla maggior parte di quanto passa
sopra le nostre teste...”, frase che nella sua icasticità ci
induce a riflettere sul nostro spesso superficiale rapporto con l’atmosfera
e i suoi fenomeni.
APPROCCIO CLIMATOLOGICO CLASSICO
Mira all’analisi di un territorio individuando le variabili meteoclimatiche (radiazione solare, temperatura, precipitazioni,
vento, copertura nuvolosa, ecc.) intese come risorse o vincoli
per le attività umane.
Alle radici di tale approccio sta la logica utilitaristica tipica del
pensiero occidentale, le cui tracce si reperiscono ad esempio:
•nei Meteorologica di Aristotile
•nelle Naturales questiones di Seneca
•nel Vangelo di Luca.
•Nella climatologia moderna, da von Humbolt in avanti
di norma al climatologo sfugge la dimensione
paesaggistica dei fenomeni che indaga
CHE BISOGNO C’E’ DI PARLARE DI
PAESAGGI ATMOSFERICI ?
Fenomeni meteorologici e clima = componenti
essenziali del paesaggio
es: quando si fa marketing di un prodotto legato a un
territorio (un vino, un prodotto agroalimentare, una località
turistica, ecc.)
ad esso si associa inevitabilmente il
paesaggio di quel territorio e dunque anche i fenomeni
atmosferici.
Cielo, addio... (Milano, Università di Milano Bicocca, 5 aprile 2005, ore 15.0)
Altocumuli lenticolari (Milano, dalla Facoltà di Agraria verso Nord, 3 febbraio 2005, ore 8.15)
Sole al tramonto con cielo velato per cirrostati (Quarto, PC, 26 febbraio 2005 ore 17.30)
Wallpaper di windows xp
OBIETTIVO DI QUESTO LAVORO
Cercare una strada per definire un paesaggio atmosferico
in base a:
- climatologia statica e dinamica
- meteorologia alla diverse scale
- fenomeni caratteristici
Esempio riferito alla provincia di Cremona.
PERCHE’ CLIMATOLOGIA DINAMICA
L’atmosfera si caratterizza per i moti incessanti (circolazione
alle diverse scale) che hanno la loro ragione prima nella
necessità di riequilibrare
lo scompenso energetico fra
equatore e poli (l’atmosfera è responsabile dell’80% del
riequilibrio, mentre il restante 20% compete agli oceani).
Pertanto una climatologia che trascuri la “dinamica” è come
una fisiologia umana che non consideri la circolazione
sanguigna.
Questa affermazione potrà apparire banale ma occorre
ribadirla per contrastare l’affermarsi - nell’ambito scientifico e
nell’immaginario popolare - di una visione riduzionistica a
base chimica (tanta CO2 tanta temperatura) che non rende
certo onore alla complessità di un sistema che conosciamo
ancora in ridottissima misura.
Nuvolosità e fenomeni
Il riferimento per la classificazione sono le normative
internazionali dell’OMM per nuvolosità e fenomeni ->
- atlante internazionale delle nubi (quaderno WMO n. 407)
- fenomeni meteo (codifiche WMO -> reperibili ad esempio
in http://badc.nerc.ac.uk/data/surface/code.html)
La classificazione delle nubi in base all’altezza
Da Fea, modificato
Clima e paesaggio
Ancoraggi in ambito meteo-climatico
gli scritti di Luke Howard
il testo di fisica dell'atmosfera di Dutton (1986)
Mariani e Sturani (1998)
Ancoraggi alla storia dell’arte
Il cielo (e il realismo) nella storia dell’arte…
Ancoraggi alla storia dell’arte
L’adorazione dei magi
(Benozzo Gozzoli, 1459)
Ancoraggi alla storia dell’arte
Madonna Litta
(Leonardo da Vinci, 1491 c.a.,
Hermintage, S. Pietroburgo)
Ancoraggi alla storia dell’arte
Dal 1508 (anno in cui
venne
dipinta
la
Tempesta) si rivela in
vari
casi
possibile
interpretare in chiave
realistica
le
nubi
proposte dagli artisti
nelle loro opere, fatto
questo in grado di
aprire nuovi ed inediti
spazi
di
interdisciplinarietà.
Ancoraggi alla storia dell’arte
Studio
sulle
nuvole
(Constable
1822)
Ancoraggi alla storia dell’arte
alluvione a
Port-Marly
(Sisley,1876)
Ancoraggi alla storia dell’arte
Il bacino
d’Argenteuil
(Monet,
1874)
INQUADRAMENTO CLIMATICO DEL TERRITORIO
PROVINCIALE DI CREMONA
CLIMATOLOGIA STATICA
Mesoclima padano (clima mesotermo con precipitazioni
ben distribuite nel corso dell’anno e con estate molto calda Cfa - secondo la classificazione di Koeppen del 1918)
Clima di transizione fra clima Europeo e clima
Mediterraneo (lo dimostra il regime precipitativo a 2
minimi).
CLIMATOLOGIA DINAMICA
Pianura Padana = grande catino con una sola
apertura verso est -> caratteri di elevata stabilità alle
masse d'aria della pianura -> (i) in inverno un elevata
frequenza di nebbie e gelate associate a fenomeni di
inversione termica nei bassi strati e (ii) in estate l’elevata
disponibilità di energia per i fenomeni temporaleschi.
Principale
contributo
alle
precipitazioni
della
provincia: dovuto al flusso perturbato meridionale prodotto
da depressioni atlantiche in transito da Ovest verso Est. In
tali condizioni possono svilupparsi depressioni secondarie sul
Golfo di Genova con tipico effetto volano.
Un certo effetto sul quadro precipitativo dell'area è dovuto
anche ad altre depressioni mediterranee (es: depressioni
africane).
INVENTARIO DI FENOMENI
FENOMENO
CARATTERI DISTINTIVI
ALTOSTRATI
ALTOCUMULI
BRINATE
CIRRI,
CIRROCUMU
LI
E
CIRROSTRATI
FOEHN
FAVONIO
O
FULMINI
GALAVERNA
FENOMENI METEOROLOGICI
CIRCOLAZIONE CARATTERISTICA
FREQUENZA DEL FENOMENO, EFFETTI SUL
ASSOCIATI
PAESAGGIO
Coltre nuvolosa grigiastra o bluastra,
Agli
altostrati
non
sono
associate
Le stutture circolatorie in grado di produrre
Queste nubi sono composte di acqua liquida (stato
di aspetto striato, fibroso o uniforme
precipitazioni.
altostrati sono diverse. Ad esempio si ha
sopraffuso) e di cristalli di ghiaccio. Il colore più o meno
e che risulta sottile al punto da
genesi di tali nubi in occasione dello
intenso dipende tanto dalla composizione quanto dall’altezza
lasciar vedere il sole. Altezza della
scorrimento di aria calda in quota che precede
del sole e dal periodo dell’anno.
base fra 2000 e 6000 m
l’arrivo di un fronte caldo.
Banco, distesa o coltre di nubi
Agli altocumuli non sono associate
Le stutture circolatorie in grado di produrre
Queste nubi sono composte di acqua liquida (stato
bianche, grigie o bianco-grigie,
precipitazioni.
altocumuli sono svariate. Altocumuli
sopraffuso) e di cristalli di ghiaccio. Il loro colore, dal bianco
aventi generalmente ombre proprie e
lenticolari
particolarmente
belli
si
al grigio madreperlaceo al rosa, dipende tanto dalla
composte di elementi (lamelle, rotoli,
determinano ad esempio in condizoni di
composizione quanto dall’altezza del sole e dal periodo
ciotoli, ecc.) che per la maggior parte
foehn
dell’anno.
hanon larghezza comrpesa fra 1 e 5
gradi (da 1 a 3 dita a braccio teso).
Altezza della base fra 2000 e 6000 m
Formazione di cristalli di ghiaccio su
Di solito si verificano con cielo sereno o poco
Le brinate estese si registrano in genere nel
La brinata non è in sé un evento dannoso ed anzi la
oggetti
in
coincidenza
con
nuvoloso mentre la presenza di nubi compatte
periodo fra ottobre e aprile, con rischio
liberazione di calore sensibile dovuta a ocondensazione e
temperature dell’aria inferiori a 0°C
e spesse fa regredire il fenomeno.
climatico significativo fra la seconda decade
ghiacciamento del vapore acqueo compensa in piccola parte
di ottobre e la prima di aprile. Brinate estese
il raffreddamento degli organi vegetali dovuto alla gelata. La
seguono in genere ad irruzioni fredde con
sua cattiva fama è legata al fatto che è spesso è sintomo della
apporto di masse d’aria polare continentale
gelata. Le brinate producono effetti cromatici notevoli
(aria siberiana) o artica.
soprattutto dopo l’alba, quando i cristalli di ghiaccio
riflettono la luce solare.
Nubi alte (base ad altezza superiore a
Il soleggiamento è solo parzialmente
All’origine dei cirri stanno fenomeni
Nubi bianche e senza ombre proprie, presentano cromatismi
6000 m). L’altezza fa si che siano
smorzato da tali tipi di nubi, che non sono in
circolatori diversi. Ad esempio le velature di
assai vari in funzione sia della composizione sia dell’altezza
composte unicamente di ghiaccio.
grado di dar luogo a precipitazioni. Da
cirri si hanno in occasione di scorrimenti di
del sole.
rilevare come fenomeno particolare la caduta
aria calda in quota mentre cirri sono generati
di cristalli di ghiaccio dai cirri. Tali cristalli
dal disfacimento di nubi cumuliformi
creano scie lunghe alcune centinaia di metri
convettive.
prima di sublimare scomparendo molto prima
di giungere al suolo.
aria limpida e tempo ventoso; vento
Altocumuli, lenticolari e non.
Veloci correnti settentronali, spesso associate
La presenza di foehn si verifica mediamente 25 giorni l’anno
moderato da settentrione con rinforzi
ad un promontorio anticiclonico atlantico in
al limite settentrionale dlel provincia e 15 giorni l’anno al
in folate. In occasione del foehn si
espansione verso l’arco alpino, investono le
limite meridionale, sul Po.
assiste a sensibile aumento della
Alpi ove la massa d’aria è soggetta ad un
Cielo sereno limpido, di un azzurro intenso. Gli altocumuli si
temperatura con associato un forte
fenomeno termodinamico cartteristico che ne
caratterizzano per sfumature madreperlacee legate alla
calo dell’umidità relativa.
modifica profondamente le caratteristiche
compresenza di acqua e ghiaccio. Il cromatismo di tali nubi
rendendola calda ed asciutta.
varia al variare dell’ora del giorno
Scariche elettriche fra nubi e suolo.
Da distinguere dai lampi (scariche
fra nube e nube)
Manicotti di ghiaccio si sviluppano su
tronchi, rami o altri oggetti.
Gli accumuli possono talora assumere
un peso tale da produrre caduta di rami
o alberi.
Cumulonembi (vedi voce “rovesci”)
(vedi voce “rovesci”)
Perché il fenomeno abbia luogo occorre la
presenza di vento. Sul territorio cremonese si
tratta di un evento raro.
Le condizioni meteo che provocano questi
fenomeni sono tutte riconducibili alla
presenza di precipitazioni a temperature
inferiori a zero gradi centigradi ed in presenza
di vento sostenuto.
I fulmini ed il tuoni ad essi associati sono un tipico effetto dei
veloci moti verticali che si registrano nei cumulonembi e che
determinano la separazione delle cariche elettriche.
In presenza di galaverna il paesaggio assume caratteristiche
uniche specie quando la luce del sole gioca con gli arabeschi
prodotti dal ghiaccio.
INVENTARIO DI FENOMENI
Formazione di ghiaccio dovuta a
gocce di pioggia che cadono su
superfici a temperatura inferiore a
0°C.
Caduta di ghiaccio in chicci dai
cumulonembi. Fenomeno temibile
per i gravi impatti sulle attività
agricole
Il fenomeno può aver luogo in presenza di
compatti strati di nubi che riempiono
rapidamente il cielo nella fase successiva ad
una gelata.
Cumulonembi (vedi voce “rovesci”)
Alle condizioni che danno luogo ad una
gelata deve seguire un rapido peggioramento
dovuto ad esempio al rapido avvicinarsi di
una depressione atlantica.
(vedi voce “rovesci”)
Limitazione più o meno drastica
della
visibilità
(per
visibilità
orizzontali inferiori ai 1000 m si
parla di nebbia per visibilità inferiori
ai 100 m si parla di nebbia fitta). La
nebbia in banchi si sviluppa allorchè
la fonte di umidità necessaria per la
formazione di nebbia si presenta solo
in aree particolari (es: vicinanza di
corsi d’acqua, zone umide, marcite).
La nevicata può avvenire con fiocchi
assai diversi per forma e dimensione.
Nelal maggior parte dei casi il fenomeno si
verifica con cielo sereno o poco nuvoloso
La maggior parte dei casi di nebbia si
riscontra in presenza di condizioni
anticicloniche, in cui un anticiclone dinamico
mantiene un’inversione termica con base al
suolo. Da considerare comunque che la
nebbia può svilupparsi in condizioni
circolatorie assai diverse.
Le tipiche nubi “da neve” in Valpadana sono
gli strati e i nembostrati
La situazione circolatoria caratteristica della
nevicata in provincia di Cermona è quella per
cui un sistema frontale atlantico interessa
l’area determinando uno scorrimento di aria
caldo-umida mediterranea su un “materasso
freddo” pre-esistente, frutto ad esempio del
precedente ingresso nel «catino padano» di
aria artica o polare continentale
DI
In ambito padano il fenomeno si
manifesta con alte temperature sono
accompagnate da vento debole ed
elevata umidità relativa (condizioni
di afa)
Il cielo si presenta per lo più sereno con
velature per cirri. Attività di nubi convettive
ad evoluzione diurna (cumuli umili, qualche
cumulo congesto o cumulonembo) può
accompagnare l’evolversi del fenomeno.
PIOGGE
ESTESE
E
PERSISTENTI
Tali piogge presentano intensità che
vanno dagli 1-2 agli 8-10 mm l’ora
Nubi basse (strati) e medie (nembostrati) sono
le nubi caratteristiceh di tali fasi.
Le ondate di caldo di lunga durata (1-2
settimane in media) sono legate a strutture
anticicloniche caratteristiche (promontori
subtropicali) che producono apporto di aria
torrida da latitudini più meridionali, spesso
resa umida dal passaggio sul Mediterraneo.
Ondate di caldo di breve durata ma forte
intensità sono attribuibili all’effetto del foehn
ovvero al fenomeni di compressione dovuti
alle correnti a getto.
Sono determinate dallo scorrimento di aria
calda
mediterranea
su
aria
fredda
preesistente. Tale fenomeno si genera in
presenza di un sistema frontale atlantico. In
tali occasioni il catino padano si riempie di
nubi (strati e nembostrati sono le più
caratteristiche) e si verificano piogge deboli o
moderate per lo più continue e vento per lo
più da est – sudest. A volte l’area cremonese
può risultare esclusa dalle precipitazioni
allorchè si qualifichi come zona di
alimentazione di sistemi precipitanti più ad
ovest.
GELICIDIO O
VETRONE
GRANDINE O
“TEMPESTA”
NEBBIA
ESTESA
NEBBIA
BANCHI
e
IN
NEVICATA
ONDATE
CALDO
Il gelicidio non è particolarmente evidente e ciò costituiscie
un fattore di pericolo per coloro che, a piedi o in auto, si
trovano ad di fronte a tale fenomeno.
La grandine è un evento dannoso per l’agricoltura, un tempo
in grado di dar luogo a vere e proprie carestie. Non vi è nulla
di più triste delle colture danneggiate dalla grandine, anche se
le impressioni iniziali sul’entità del danno possono rivelarsi
eccessive.
Gli effetti sul paesaggio sono considerevoli: i contorni degli
oggetti divengono sfumati, i colori e gli stessi suoni sono
alterati.
Durante la nevicata i nembostrati conferiscono al cielo il
caratteristico aspetto plumbeo. La presenza di suolo innevato
si verifica mediamente 5 – 10 giorni l’anno e conferisce al
paesaggio effetti cromatici unici. Da notare anche l’effetto
mattutino e serale, allorchè la neve assume tonalità rosee e
l’effetto notturno allorchè la neve, riflettendo la luce della
luna o le luci artificiali, determina una luminosità del tutto
particolare: “A mezzanotte la luna batteva sulla neve ed era
come di giorno” (Giovanni Guareschi, Mondo piccolo,
Rizzoli, Milano, 1953)
Uno dei tratti caratteristici delle ondate di caldo è dato dalla
presenza di velature con cielo lattigginoso e paesaggio che
appare di conseguenza più piatto e monotono.
La pioggia ed il cielo grigio smorzano i colori rendendo il
paesaggio piatto e monotono: “Era una sera di febbraio e
pioveva e le strade delal bassa erano piene di fango e di
malinconia.” (Giovanni Guareschi, Mondo piccolo, Rizzoli,
Milano, 1953). Le situazioni alluvionali sono spesso
associate alle fasi di piovosità persistente tipiche dei periodi
autunnali e primaverili: “Andò a spalancare la finestra e, in
fondo, sull’orizzonte di quella gran distesa d’acqua che
pareva il mare, c’era la riga deltramonto, sottile sottile, come
se l’avessero disegnata col lapis rosso” (Giocvanni
Guareschi, ibidem).
INVENTARIO DI FENOMENI
ROVESCI
Gocce di pioggia di dimensioni tali
da rimbalzare su superfici rigide
(strade asfaltate, platee di cemento).
L’intensità della pioggia in occasione
dei rovesci è in genere elevata,
aggirandosi su valori istantanei di 20
mm/ora e oltre fino a superare nei
casi più estremi i 100 mm / ora.
Le nubi che producono rovesci sono i
cumulonembi, spesso organizzati in famiglie
(linee temporalesche) che si muovono sulla
pianura come grandi vele spinte dal vento
dominante nella media troposfera.
I
cumulonembi
si
sviluppano
in
corrispondenza con situazioni frontali (es:
temporali da fronte freddo) e, in estate, in
corrispondenza con irruzioni di aria fredda
atlantica nella media troposfera. Da segnalare
i temporali serali e notturni prodotti dal
raffreddamento per irragiamento verso lo
spazio di nubi convettive sviluppatesi nele
ore pomeridiane.
I cumulonembi sono giganti meteorologici, con altezze che
possono raggiungere e talora superare i 10 km. I
cumulonembi maturi presentano la caratteristica “incudine”,
dovuta al fatto che la nube raggiunge l’invisibile confine con
la stratosfera (tropopausa). Quantomai varie sono le
caratteristiche cromatiche assunte dai cumulonembi in
funzione della loro composizione, dell’altezza del Sole e
delle ombre portate da nubi vicine.
STRATOCUM
ULI
Nubi basse ed a ridotto sviluppo
verticale, la cui genesi è spesso
legata ad effetti orografici dovuti
all’interazione dell’arco alpino o
appenninico con la circolazione.
Coltre di nubi grigie e a base
uniforme, Se il sole si rende visibile
attraverso la coltre esso si presenta
come un disco senza alcun alone
Agli stratocumuli non
associate precipitazioni.
I colori di queste nubi sono oltremodo variabili in funzione
della genesi, dello spessore, della composizione (acqua
liquida ed eventuali cristalli di ghiaccio), dell’altezza del sole
e del periodo dell’anno.
Struttura vorticosa
relativamente
rara, associata ad un cumulonembo.
Cumulonembi (vedi voce “rovesci”)
Le stutture circolatorie in grado di produrre
stratocumuli sono svariate. Si possono ad
esempio avere stratocumuli in coinidenza con
promontori anticiclonici oppure nella fase di
varabilità che segue ad un passaggio frontale.
Le stutture circolatorie in grado di produrre
altostrati sono varie. Ad esempio si ha genesi
di strati in occasione degli scorrimenti d’aria
calda in quota che precedono l’arrivo di un
fronte caldo.
La tromba d’aria concentra in un piccolo
spazio la vorticità, determinando fenomeni
violenti quali sradicamenti di alberi,
scoperchamento di tetti, ecc.
STRATI
TROMBE
D’ARIA
sono
di
norma
Gli strati possono dar luogo a pioviggine,
pioggia o neve.
I colori di queste nubi sono alquanto variabili in funzione
della genesi, dello spessore, della composizione (acqua
liquida ed eventuali cristalli di ghiaccio), dell’altezza del sole
e del periodo dell’anno.
La tromba d’aria è un evento estremo in grado di produrre
danni a cose e persone. E’ sinonimo di tornado.
Piccola galleria fotografica
La Pianura padana invasa dalla nebbia - 19 ottobre 1997 (fonte NASA)
Banco di nebbia su suolo innevato (Pianura fra Crema e Cremona, 4 marzo 2005, ore 8.0)
Molto nuvoloso per stratocumuli (Pianura a Nordovest di Crema, 1 aprile 2005, ore 7.15)
Cirri e scia di condensazione di un Jet (Foto: Cons.Incr.Irrigaz.Territorio cremonese)
CONCLUSIONI
1. il lavoro mostra che per ogni paesaggio è possibile e
auspicabile considerare i fenomeni atmosferici come elementi
che lo caratterizzano e lo rendono unico.
3. tali attività possono godere di ampi spazi
d’interdisciplinarietà coinvolgendo non solo il mondo agricolo
ma anche il mondo dell’arte, dell’urbanistica, dell’architettura
paesaggistica, ecc.
2. la sensibilizzazione della collettività sul rapporto fra
fenomeni atmosferici e paesaggio può essere un’interessante
prospettiva per incrementare la cultura del territorio in coloro
che lo abitano e ne fruiscono.