Bioetica: un bilancio storico e prospettive per il futuro INDICE 1. Qualche premessa 2. Un po’ di storia… 3. La Bioetica contemporanea: alcuni paradigmi 4. Problemi aperti, possibilità per il dialogo e l’evangelizzazione Testi di riferimento E. Sgreccia, Manuale di Bioetica. I. Fondamenti ed etica biomedica, Vita e Pensiero, Milano 1999. A. Pessina, Bioetica. L’uomo sperimentale, Bruno Mondadori, Milano 1999. F. Bellino, La storia della bioetica e la svolta biopedagogica, Cacucci, Bari 2001 Palazzani L. Paradigmi bioetici: principi, virtù, esperienza, personalismo, in Russo G. Bioetica fondamentale e generale, SEI, Torino 1995 Qualche premessa Bioetica perché: Attualità del dibattito in merito (cfr. il recente referendum) Coinvolgimento dell’opinione pubblica Riflessione in merito alla vita, soprattutto quella umana 4 Le origini della bioetica Alcuni problemi storiografici: “preistoria” della BE? NO (laicismo): vi è una rottura con la tradizione etica precedente (teologia) L’etica “tradizionale” non sarebbe adeguata allo studio dei nuovi problemi. La BE è una disciplina NUOVA Le origini della bioetica La medicina ippocratica – Nascita della professione medica – Divisione della medicina dalla religione, ma non dalla morale – Il paternalismo ippocratico e la beneficialità Il cristianesimo – Dal medico al malato: la centralità della persona – Il significato teologico dell'assistenza L'etica professionale – USA, 1847 primo codice dell'AMA 6 Le origini della bioetica I discorsi di Pio XII (1940-1950) Il post - Norimberga (1946-47): dalla medicina “per curare” alla medicina “per uccidere” – La nascita dei Codici di Deontologia medica (ad esempio: Codice di Norimberga, 1947; AMM, Dichiarazione di Helsinki, 1964) – La riflessione sui diritti dell’Uomo (Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo, 1948) 7 Gli antefatti storici Tuskegee, Alabama (anni ‘30-’60): studio sulla sifilide su 600 braccianti e mezzadri di colore, di cui 399 - pur se infetti e con la disponibilità negli ‘40 della penicillina - non vennero curati Jewish Chronic Hospital, New York, 1965: iniezione del virus dell’epatite B attivo in 700 bambini orfani, istituzionalizzati e gravemente ritardati Willowbrook Hospital, New York, 1964: iniezione di cellule tumorali su anziani istituzionalizzati, dementi e soli 8 Le origini Al di là degli scandali: necessità di una riflessione non superficiale Il senso del progresso tecnico: può bastare a se stesso? Il momento storico: la guerra fredda e la crisi dei missili di Cuba. La possibilità distruttiva del progresso tecnico 9 La comparsa del termine Il termine “bioetica” viene introdotto da Van Rensselaer Potter Bioethics: the science of survival (Persp. Biol. Med. 1970, 14:120) Bioethics: bridge to the future (Prentice-Hall, Englewood Cliffs, 1971) Viene usato per la prima volta dal Magistero nella Enciclica “Evangelium Vitae” (1995) definisce la bioetica come: «una nuova disciplina che combini la conoscenza biologica con la conoscenza del sistema dei valori umani» identifica il problema principale della bioetica nella sopravvivenza di specie umana, nazioni e culture, attraverso la promozione di un cambiamento ambientale ottimale. L’istinto di sopravvivenza non basta più (Global Bioethics, 1988) 11 La Bioetica La nuova disciplina: guida all’uso del sapere (knowledge to use knowledge) CONSUMO DELLE RISORSE TERRA POPOLAZIONE La sua articolazione: NATURA 12 La comparsa del termine Hastings Center: prosegue la ricerca iniziata da Potter, ma con una diversa accentuazione Ambito: etica biomedica e problematiche connesse Metodo: interdisciplinare Alcuni autori di rilievo: D. Callahan e W. Gaylin 13 La comparsa del termine André Hellegers introduce il termine “bioetica” nel mondo accademico, scienze biomediche, politica, mass-media 1971: The Kennedy Institute for the Study of Human Reproduction and Bioethics (Georgetown University) BE: non una nuova disciplina, ma parte della “vecchia” etica medica Autori: Hellegers, W. T. Reich e Beauchamp Childress Le origini: due interpretazioni L'INTERPRETAZIONE DI POTTER – La bioetica deve collegare la conoscenza biologica con i valori umani, deve individuare direttamente nella biologia i nuovi fini morali (eventualmente anche nuovi principi per i nuovi problemi) L'INTERPRETAZIONE DELL'ENCYCLOPEDIA – Nuova metodologia di esame dei problemi etici della biomedicina (nuovi e vecchi) alla luce di principi che l'etica ha già: "studio rivitalizzato dell'etica medica" (LeRoy Walters). Per Potter ciò era un restringimento della bioetica. Ribadirà il concetto in Global Bioethics (1989) L’emergere di nuovi problemi 1962: caso Meyers, dialisi e allocazione delle risorse 1967: primo trapianto di cuore e limiti tra terapia e sperimentazione 1968: definizione di morte cerebrale da parte del Ad Hoc Committee of the Harvard Medical School 1975: caso Quinlan, SVP e sospensione delle cure 1978: nascita di Louise Brown a seguito di FIVET 1985: pubblicazione - in Gran Bretagna - del Rapporto Warnock su embriologia e fecondazione artificiale 1997: nascita della pecora Dolly, ottenuta con la clonazione 2000: pubblicazione - in Gran Bretagna - del Rapporto Donaldson su produzione di CSE anche con la c.d. “clonazione terapeutica” Le origini della bioetica: l’emergere di nuovi problemi In sintesi, le grandi aree tematiche che contribuiscono alla nascita della bioetica negli Stati Uniti sono: la sperimentazione su soggetti umani l’uso sociale della medicina l’alta tecnologia in medicina e l’allocazione delle risorse Le origini della bioetica: l’emergere di nuovi problemi cambiamento del contesto pratico/teorico nel quale si esercita la medicina estensione del potere di intervento da parte del medico (intervento, accanimento, abbandono terapeutico) modificazione del rapporto medico/paziente (dal paternalismo, all’autonomia, all’alleanza terapeutica) passaggio dalla medicina preventivo-diagnosticoterapeutica alla medicina dei desideri, e dalla medicina riparativa alla medicina sostitutiva Le origini della bioetica: gli ambiti di ricerca professioni sanitarie ricerche sull’uomo anche se non direttamente terapeutiche politiche sanitarie, medicina del lavoro, politiche di controllo demografico interventi sulla vita di altri esseri viventi o in generale sull’ecosistema (Encyclopedia of Bioethics, 1978) a cui oggi si aggiungono: biodiritto educazione Alcuni paradigmi bioetici Il principialismo (Beauchamp & Childress) Il paradigma dell’esperienza(Pellegrino) L’etica delle virtù (A. Mc Intyre) Il personalismo Il manifesto di bioetica laica 20 Il principialismo risposta a: una preoccupazione clinica, ovvero la necessità di fornire indicazioni concrete agli operatori sanitari l’esigenza sociale di fissare direttive pubbliche in una società pluralista e di arrivare al consenso sociale da cui necessità di: individuare principi formalmente accettabili da tutti senza valutarne i fondamenti teorici elaborare un linguaggio comune 1. Autonomia è contrapposto al "paternalismo” e rispetta le opzioni personali, preferenze, libertà di scelta richiede che il soggetto agente abbia intenzione, conoscenza/informazione ed azione coerente viene applicato nel caso di: segreto; consenso informato; comunicazione della verità; rifiuto delle cure; aborto; living will, ecc. non può essere applicato in caso di: salute pubblica; costi elevati; incapacità legale/fisica/mentale; autonomia del medico/altri Referente di questo principio: il paziente 2. Beneficialità / non maleficenza Il medico ha come obiettivo "essenziale" il miglior interesse del paziente ed è autorizzato a trattare il paziente anche senza informazione/ consenso e tacendo o manipolando la verità Ha come elementi impliciti: 1. non infliggere alcun male o danno (primum non nocere); 2.prevenire/ rimuovere il male o il danno; 3. promuovere il bene del paziente E’ giustificato dalla realtà della malattia e dalla riduzione di autonomia del malato, pur nel rischio di degenerazione nel paternalismo Inapplicabile in caso di: prelievo di organi da vivente; sperimentazione non terapeutica; richiesta di eutanasia, suicidio assistito 3. Giustizia Si basa sull’equità sociale e sulla solidarietà interumana nella ripartizione degli oneri Casi simili devono essere trattati in modo simile Uguale possibilità di accesso ai beni (cure) Limiti/conflitti: – diritto a quante/quali cure? – quale sarebbe il minimo decente? – quali priorità per risorse limitate? – selezione dei riceventi nei trapianti – malattie determinate da proprie scelte di vita I conflitti del principialismo: il caso Arthur Nel novembre 1981, in Gran Bretagna, il dott. Leonard Arthur, uno stimato pediatra, prescrive ad un neonato affetto da S. di Down - dopo che il bambino era stato respinto dalla madre diidrocodeina e “solo” cure infermieristiche Accusato di tentato omicidio, al processo che ne seguì egli venne assolto dall’accusa I limiti del principialismo Ingannano sia dal punto di vista teorico che pratico Non guidano l'azione ma sono semplici nomi per collezionare argomenti o situazioni morali Mancano di correlazione sistematica fra loro e spesso sono in conflitto (doveri prima facie non cognitivismo etico!) Compresenza di 2 diverse teorie etiche: deontologismo (applic. d. principi) + teleologismo (ricerca dei fini). Difficoltà nei casi problematici Il paradigma dell’esperienza Critica del precedente modello: troppo astratto! W. T. Reich: non “cosa devo fare”, ma “cosa succede attorno a me” e “che persona devo diventare” Una nuova “casistica”: l’etica chiede una sapienza speculativamente pratica (phronesis) Filoni ispiratori: dalla fenomenologia all’ermeneutica e al personalismo 27 L’etica delle virtù (Mc Intyre) Riferimento primario: il pensiero di Aristotele Etica: non solo “conoscere il bene”, ma “essere buoni” Declino della metafisica accantonamento del discorso sulle virtù, suo abbandono (cfr. Hobbes, Hume, Kant e la modernità in genere) e capovolgimento (Machiavelli, Nietzsche) L’etica delle virtù come “terza via” tra il teleologismo utilitarista e il deontologismo 28 Alcuni autori E. D. Pellegrino: relazione tra sistema etico e persone virtuose. In campo medico: il bene del paziente e le virtù del medico H. T. Engelhardt: se la virtù preminente è l’autonomia… no ad ogni morale sostanziale. 29 Il personalismo Alcuni chiarimenti iniziali: Almeno tre filoni: relazionale (Apel, Habermas), ermeneutico (Gadamer), ontologico (scuola tomista, Sgreccia) Centralità della persona (trascendente / immanente, identità / relazione, soggetto spirituale) Principi, virtù e norme: 3 livelli dell’agire 30 Principi di una BE personalista il principio di difesa della vita fisica il principio terapeutico o della totalità il principio di libertà / responsabilità il principio di socialità / sussidiarietà 31 1. Il principio di difesa della vita fisica il significato del corpo (non solo materiale) la vita fisica come valore “fondamentale” la tutela della vita la promozione della salute 32 2. Il principio terapeutico o della totalità Un intervento sul corpo umano è consentito alle seguenti condizioni: lo scopo è di salvaguardare il tutto o la vita del soggetto l’intervento deve essere diretto sulla parte malata o causa di malattia non vi devono essere alternative il beneficio deve essere pari o superiore al rischio si deve richiedere il consenso del paziente 33 3. Il principio di libertà responsabilità libertà da assenza di costrizione libertà di scelta o libero arbitrio libertà morale o di autonomia Libertà-per vs libertà-da 34 Il principio di libertà - responsabilità la responsabilità come dovere di ponderare e di rispondere del proprio agire l’elemento conoscitivo, volitivo e affettivo la dimensione soggettiva, oggettiva e trascendente la responsabilità verso se stessi, verso l’altro, verso terzi 35 4. Il principio di socialità realizzare se stessi nella realizzazione del bene comune la promozione della vita e della salute i casi: la sperimentazione non terapeutica; il trapianto di organi e tessuti 36 Il principio di sussidiarietà Principio “classico” della morale sociale, formulato da Pio XI (Quadragesimo Anno). Viene ripreso anche nella Pacem in Terris, Mater et Magistra e nella Gaudium et Spes In BE: ciascuno deve ricevere i mezzi per la promozione della propria salute il caso: l’allocazione delle risorse nella sanità 37 Principi a confronto Bioetica nord-americana p. di autonomia p. di beneficialità/non maleficenza p. di giustizia bilanciamento TEORIE ETICHE DIVERSE La qualità della vita Bioetica personalista p. di difesa della vita fisica p. di libertà e responsabilità p. terapeutico o di totalità p. di socialità/sussidiarietà armonizzazione/gerarchia LA PERSONA UMANA INTEGRALMENTE CONSIDERATA La sacralità della vita 38 Il Manifesto di BE laica (1996) Premesse: importanza delle scoperte tecnologiche (max quelle circa l’uomo) sproporzione tra BE laica e BE “fattuale”: non è un’etica senza valori 39 Il Manifesto di BE laica (1996) La conoscenza: non è “hybris”, ma coincide con il progresso dell’umanità. Anzi, è un valore etico fondamentale Principi di azione: autonomia (no a q.siasi autorità), tolleranza (rispetto delle convinzioni / etica senza fede), qualità della vita, equità (il meglio per il maggior numero di persone) 40 Il Manifesto di BE laica (1996) Alcuni presupposti: Separazione tra etica e religione Fondamento etico: l’accordo consapevole e “locale” (non generalizzato) Alcuni firmatari: Flamigni, Mori, Petroni 41 Appunti critici Ipertrofia della dimensione culturale Concezione “moderna” della religione, dell’autorità e dell’etica (bonum quia iussum) Ingenuo ottimismo circa il progresso tecnico Qualità della vita e principio di equità: OK Fondamento dell’etica: troppo fragile! Cfr. testo di P. Flores D’Arcais 42 Altre scuole in Italia Centro per la formazione e la ricerca in Politica ed Etica “Politeia” (Milano) Mori Consulta di Bioetica (Milano) Centro di Bioetica (Genova) L. Battaglia Società Italiana di BE (Firenze) Dipartimento di Medicina e Scienze Umane (Milano, S. Raffaele) Università Cattolica del S. Cuore di Roma (Sgreccia) Fondazione Lanza (Padova) Istituto Siciliano di BE (Messina) G. Russo 43 Alcune problematiche di oggi La tecnologia contemporanea Tra prassi e verità: le tecnoscienze Un cambiamento antropologico 44 La tecnologia contemporanea Una scienza eticamente neutrale? Mah… Diversi livelli di comprensione della realtà: tecnico, etico, culturale L’ “ottavo giorno della creazione”! Neutralità assiologica delle scienze sperimentali? “I fisici hanno conosciuto il peccato, ed è una conoscenza che rimarrà in loro per sempre” R. Oppenheimer, MIT 1947 45 La cultura tecnologica Verum est ens riconoscere, non creare senso (cultura m.evale, metafisica) Verum quia factum la scienza sperimentale galileiana. Valore etico del mondo = 0. (res extensa, materia bruta) Verum quia faciendum cultura TS. Sviluppo = progresso (intrinsece bonum). Occhio: vero = verificabile? tecnica: OK. Fede e filosofia, NO 46 Una nuova antropologia L’uomo come “macchina vivente”. La comparsa del cyborg I limiti inerenti la natura non vengono spiegati, anzi si evita di tematizzarli. MA le domande di senso ci sono comunque… Il mito del progresso indefinito e la medicina dei desideri Cfr. testo di Pessina 47 Un indicatore: il linguaggio Tipologie linguistiche Non verbale Descrittivo, denotativo, univoco, scientifico Verbale Narrativo, polisemico, ordinario, quotidiano evocativo 48 Un indicatore: il linguaggio Progressiva “neutralizzazione” del linguaggio sull’uomo effetto disumanizzante E- liminazione delle esperienze antropologiche significative (nascita, amore, malattia, morte, etc.). Quali parole per “dirle”? Nonostante tutto, a volte affiorano significative tensioni linguistiche… 49 Quali prospettive per la BE oggi? Una coscienza critica della civiltà tecnologica (Pessina). Cfr anche il testo di Fukuyama (L’uomo oltre l’uomo, Mondadori 2002) Nuova frontiera della Dottrina Sociale della Chiesa (cfr. Giovanni Paolo II, EV n. 5) La cura della vita come interesse non solo dei credenti, ma di ogni uomo Difesa dello specifico della vita umana rispetto al resto del creato 50