VIVERE SANO
Alimenti:
il Latte
a cura della REDAZIONE
ome è possibile che un alimento essenziale
come il latte possa far male alla salute? Eppure
sui giornali e sul web si moltiplicano le pagine
che, con taglio particolarmente allarmante, invitano
a non consumare più quello che è stato, dalla notte
dei tempi, uno degli alimenti più usati dall’uomo.
In realtà esistono numerose ricerche sulla relazione tra consumo di latte e rischio oncologico, anche se
la risposta certa, che sia di condanna o di assoluzione,
non è ancora disponibile.
Innanzitutto è importante ricordare quanto sia
difficile dimostrare l’effetto negativo di un singolo
alimento sullo sviluppo dei tumori: sono necessari
studi epidemiologici su vasta scala, nessuno dei quali,
al momento, ha dato un risultato univoco. Inoltre è
possibile che un alimento aumenti il rischio nei confronti di un certo organo e lo diminuisca nei confronti di un altro. Qualche risposta in più si avrà probabilmente con la pubblicazione, nei prossimi anni, dei risultati del ramo dello studio EPIC che analizzerà proprio il consumo di latte e latticini e l’incidenza del
cancro nei Paesi europei.
C
Le ricerche passate
Altre ricerche effettuate negli anni passati mostrano che un apporto elevato di calcio (contenuto nei
prodotti caseari) ha un effetto protettivo nei confronti dei tumori del colon, ma altri studi dimostrano invece che potrebbe aumentare il rischio di cancro dell’ovaio e della prostata, cioè di tumori legati agli ormoni. Per quel che riguarda il cancro al polmone, i risultati sono contrastanti: la maggior parte delle prove
contro il latte dipende da inferenze, cioè si basa sul
fatto che il latte aumenta il rilascio nell’organismo di
alcuni fattori di crescita che, in laboratorio, agiscono
da “fertilizzante” per la crescita delle cellule tumorali.
Gli studi epidemiologici, però, non hanno mai dimostrato che le donne che bevono molto latte sono più a
rischio delle altre.
I latticini possono influenzare il cancro alla prostata anche per via dell’effetto del calcio sul metabolismo della vitamina D, i cui recettori sono presenti
sull’epitelio della prostata. Attraverso una complessa
cascata ormonale, un eccesso di calcio provocherebbe
un aumento del rischio di trasformazione delle cellule epiteliali. Nell’Harvard Physicians Study, uno dei
più grandi studi epidemiologici, chi consumava almeno due porzioni di latticini al giorno (tutti i giorni) aveva un rischio aumentato del 34 per cento.
Nel caso del cancro ovarico il responsabile sembra
essere un altro componente del latte, il galattosio,
che agirebbe come fattore proinfiammatorio.
Il rischio generale di sviluppare un tumore è stato
messo in relazione soprattutto col consumo di formaggi, forse per via dell’apporto elevato di grassi, ma
anche in questo caso mancano dati sicuri.
COME COMPORTARSI
IN PRATICA?
Eliminare latte e latticini dalla dieta non è
necessario se se ne fa un consumo moderato. È
però importante tenere d’occhio l’apporto di
calcio che è presente anche in alimenti vegetali
ricchi di questo minerale (per esempio semi di
sesamo, di lino, cavoli, spinaci, arance, legumi e
mandorle).
Per quel che riguarda i bambini, il latte materno
è da preferire fino allo svezzamento. Latte e
formaggi fanno parte della dieta sana se
consumati con moderazione (anche perché i
formaggi sono grassi e calorici), ricordando che
latte di mandorle o di riso o succhi di frutta,
secondo il gradimento del bambino, possono
sostituirli.