25/11/2016 Fenotipi neuropsicologici e comportamentali nelle sindromi genetiche Beatrice Brugnoli – Neuropsichiatra Infantile Si definisce sindrome malformativa una condizione clinica caratterizzata dalla concomitanza e variabile combinazione di più problemi afferenti a una delle seguenti categorie: -MALFORMAZIONI MAGGIORI -MALFORMAZIONI MINORI -ANOMALIE IN DIFETTO O IN ECCESSO DELLO SVILUPPO STATURO-PONDERALE -ANOMALO SVILUPPO PSICOMOTORIO CAUSA UNICA SPESSO MA NON NECESSARIAMENTE LEGATA AD UNA ANOMALIA DEL PATRIMONIO GENETICO DEL SOGGETTO AFFETTO 1 25/11/2016 Il percorso diagnostico non deve mai considerarsi definitivamente concluso. Il follow-up di un paziente è fondamentale sia per la verifica della diagnosi già posta sia per la conferma di una diagnosi sospetta. Nel corso dei primi mesi/anni di vita il bambino sviluppa difficoltà problematiche cliniche nuove in termini di crescita e/o sviluppo psicomotorio. Anche il suo aspetto somatico dimostra in modo sempre più evidente la presenza di note dismorfiche. Anomalie dell’accrescimento Note dismorfiche Ritardo psicomotorio 2 25/11/2016 A(E) A Modello deterministico ambientale A A B B Modello di regolazione sociale Modello interazionista reciproco Modello interazionista B(F) B Modello deterministico costituzionale di sviluppo G G G Modello di sviluppo transazionale G Da Sameroff, 1985 CARATTERISTICHE COGNITIVE DI OGNI SINDROME DISSOCIAZIONI ESISTENTI ALL’INTERNO DEL PROFILO NEUROPSICOLOGICO PIU’ E’ SPECIFICO IL PROFILO PER QUELLA SINDROME PIU’ SI PUO’ ORIENTARE E FOCALIZZARE IL PERCORSO RIABILITATIVO E DEFINIRE IL PERCORSO EDUCATIVO 3 25/11/2016 VALUTAZIONE COGNITIVA STATO DEGLI APPRENDIMENTI GRIFFITHS LEITER INTERNATIONAL PERFORMANCE SCALE-REVISED WIPPSI – SCALA WECHSLER A LIVELLO PRESCOLARE WISC – SCALA DI INTELLIGENZA WECHSLER PER BAMBINI WAIS – SCALA DI INTELLIGENZA WECHSLER PER ADULTI CPM – MATRICI PROGRESSIVE DI RAVEN I CLINICI SI TROVANO QUOTIDIANAMENTE DI FRONTE ALL’ONEROSO COMPITO DI IDENTIFICARE LA PRESUNTA CAUSA DELLE DIFFICOLTA’ DI APPRENDIMENTO ESIBITE DA UN BAMBINO. I RISULTATI DELL’ANALISI INTRAINDIVIDUALE NON RAPPRESENTANO IL MOMENTO FINALE DEL PROCESSO DI INTERPRETAZIONE MA SOLO L’INIZIO. IMPORTANZA DELL’ANALISI DEI CLUSTER PIUTTOSTO CHE I PUNTEGGI DEI SUBTEST. ES. di cluster: ragionamento fluido (Gf), intelligenza cristallizzata (Gc), memoria a breve termine (Gsm), elaborazione visiva (Gv), immagazzinamento e recupero a lungo termine (Glr). L’ANALISI INTRAINDIVIDUALE NON FA DIAGNOSI IL CLINICO SI’. 4 25/11/2016 Range di applicazione: 6 anni e 0 mesi a 16 anni e 11 mesi Può essere somministrata da psicologi professionisti e neuropsichiatri infantili CONTIENE 15 SUBTEST: 10 PRINCIPALI E 5 SUPPLEMENTARI Abilità complessiva: QI I dieci subtest principali generano 4 indici: indice di comprensione verbale: ICV indice di ragionamento visuo-percettivo: IRP indice di memoria di lavoro: IML indice di velocità di elaborazione: IVE Campione di stadardizzazione: 2200 IAG – INDICE DI ABILITA’ GENERALE ICC – INDICE DI COMPETENZA COGNITIVA indice di comprensione verbale: ICV IAG indice di ragionamento visuo-percettivo: IRP indice di memoria di lavoro: IML ICC indice di velocità di elaborazione: IVE 5 25/11/2016 CORRELAZIONE TRA WISC-IV E WIAT-II IL QI RAPPRESENTA UN BUON PREDITTORE DEL PROFITTO SCOLASTICO SIA NEI SOGGETTI NORMALI CHE CLINICI. NELL’INSIEME LA WISC IV SI RIVELA UNA MISURA VALIDA ED ATTENDIBILE DI ALCUNE ABILITA’ COGNITIVE COME COMPRENSIONE VERBALE, RAGIONAMENTO VISUOPERCETTIVO, MEMORIA DI LAVORO E VELOCITA’ DI ELABORAZIONE. E’ NECESSARIO DEFINIRE SE L’INDICI DI QI PUO’ ESSERE INTERPRETATO COME UNA STIMA VALIDA E ATTENDIBILE DELL’ABILITA’ INTELLETTIVA GLOBALE DEL BAMBINO. COSI’ PER TUTTI GLI ALTRI INDICI. AL TERMINE SI PUO’ ARRIVARE A DEFINIRE I PUNTI DI ‘FORZA NORMATIVI’ (indice maggiore di 115) E I PUNTI DI ‘DEBOLEZZA NORMATIVI’ (indice minore di 85). SI ARRIVA ALLA DEFINIZIONE DI ‘RISORSE CHIAVE’ E ‘DIFFICOLTA’ AD ELEVATA PRIORITA’’. 6 25/11/2016 . Una delle sindromi genetiche rare più frequenti frequenti,, legata ad una alterazione del cromosoma 15. CARATTERISTICHE PRINCIPALI • Ipotonia infantile • Lievi dismorfismi • Ipogonadismo (genital hypoplasia; incomplete puberty) • Obesità • Bassa statura • Disabilità • Disturbi del comportamento DISABILITA’ INTELLETTIVA NELLA SINDROME DI PRADER-WILLI • QIT intorno al 60 • La maggior parte presentano un ritardo lieve • 40% ha QI sopra il 75 and non rientra nel ritardo. • Ci sono difficoltà scolastiche maggiori di quelle che ci si aspetterebbe sulla base del QI • Nella maggior parte delle situazioni la comunicazione è buona; alcuni hanno difficoltà di linguaggio anche gravi. 7 25/11/2016 DIFFICOLTA’ DI COMPORTAMENTO NELLA SINDROME DI PRADER-WILLI • I problemi di comportamento di solito iniziano dopo l’inizio dei problemi di alimentazione • Carattere capriccioso • Difficoltà nel cambiamento della routine • Tratti ossessivi-compulsivi • Presenza di disordini psichiatrici con inizio nell’età adulta • Problemi di comportamento in età evolutiva che possono avere un impatto sull’inserimento scolastico, sulle relazioni familiari. Iperfagia: Iperfagia: caratteristiche e conseguenze • Inizia dopo il 1 anno di vita • Generalmente tra il 2 e il 4 anno • Iperfagia • Sono alla ricerca pressochè costante di cibo • Nelle situazioni più gravi mangiano cibo anche poco invitante, mentono rispetto a quello che hanno mangiato, cercano soldi per procurarsi il cibo • Iperfagia non è correlata al peso 8 25/11/2016 Profilo cognitivo variabile: da border-line a grave. Il ritardo non coinvolge in modo uniforme tutte le aree del funzionamento. Non ci sono tuttavia differenze significative tra QI verbale e QI di performance. Sembrerebbe esserci una migliore capacità di discriminazione visuo-percettiva, ma i risultati sono molto variabili. Difficoltà nei processi sequenziali. Associazione con DDAI. Ordine temporale delle informazioni Disturbo dell’apprendimento che si manifesta con un ritardo della comprensione. Difficoltà nelle operazioni di moltiplicazione. Difficoltà nelle acquisizioni delle nozioni di temporalità (giorni, mesi,…) Scarsa padronanza delle esperienza. Difficoltà nell’organizzazione narrativa. 9 25/11/2016 Intenzionalità comunicativa conservata. Linguaggio povero e ipostrutturato. Meglio in comprensione che in produzione. Fragilità emotiva con comportamenti di irritabilità. Compulsioni. Skin picking. Comportamenti disadattivi soprattutto inattività e linguaggio ripetitivo. Aspetti ossessivi-compulsivi. La depressione è frequente nell’adulto. 10 25/11/2016 Alterazione del cromosoma 7 Microcefalia Facies ‘elfica’ Ipertelorismo Iride stellata Labbra grosse e carnose Mento piccolo Anomalie renali e cardiovascolari Disabilità cognitiva Relativa preservazione di alcune abilità linguistiche Compromissione delle abilità visuo-spaziali, visuocostruttive e di pianificazione Evidente dissociazione a specchio con la sindrome di Down Profilo cognitivo disarmonico 11 25/11/2016 Abili conversatori con un linguaggio fluente e infarcito di vocaboli ricercati e inusuali, ma spesso senza comprenderne il significato. Ottime capacità metalinguistiche e narrative. Buone competenze morfosintattiche. Aspetto critico la morfologia del linguaggio. Socievoli ed estroversi anche con gli estranei. Iperattività. Facile distraibilità. Accentuata ansia e insicurezza. 12 25/11/2016 PIU’ COMUNE CAUSA DI DISABILITA’ INTELLETTIVA FAMILIARE. ESPANSIONE DELLE TRIPLETTE CGG DEL GENE FMR1 LOCALIZZATO SUL CROMOSOMA X. ESISTONO SOGGETTI ‘HIGH FUNCTIONING’ ANCHE SE RARI. PREVALENZA: 1 SU 3.600 MASCHI E 1 SU 4.000 FEMMINE. IL GENE FMR1 MUTATO PUO’ CAUSARE DIVERSI TIPI DI DISABILITA’ TRA CUI DEFICIT COGNITIVI DDAI AUTISMO PROBLEMI DI CARATTERE SOCIO-EMOZIONALE Ritardo psicomotorio aspecifico e/o associato a -ritardo del linguaggio -autismo -disturbi del comportamento soprattutto ritirodisturbi della relazione -familiarità per disabilità intellettiva -funzionamento ai limiti inferiori della norma associato a tratti di isolamento 13 25/11/2016 Disabilità intellettiva aspecifica Disabilità intellettiva associata a dismorfismi facciali Familiarità per disabilità intellettiva Disabilità intellettiva associata ad ADHD Difficoltà di apprendimento negli individui di sesso femminile DISABILITA’ INTELLETTIVA ritardo di grado moderato/severo in genere compreso tra 30 e 50 Area debole Working memory DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO -problemi specifici nell’ambito del ragionamento matematico e astratto -discrepanza tra le competenze verbali e di performance, a favore di quest’ultime -problemi di memoria a breve termine -deficit delle funzioni esecutive -difficoltà di pianificazione motoria fine 14 25/11/2016 PROBLEMI NEUROLOGICI -Disprassia motoria -Epilessia Iperattività/impulsività, scarsa concentrazione, instabilità motoria (DDAI 70%) Ipereccitabilità sensoriale e difficoltà a discriminare le informazioni sensoriali importanti da quelle non essenziali Comportamento caotico Difficoltà emotive Ansia generalizzata e fobia sociale (58%) Eccesso di disponibilità Tendenza all’evitamento dei conflitti Atteggiamento fobico Comportamenti etero e auto aggressivi 15 25/11/2016 ASPETTI COMUNICATIVI RITARDO NELLO SVILUPPO DEL LINGUAGGIO Il ritardo migliora con l’età ma diventa peculiare in età scolare: produzione accelerata con eloquio impulsivo pluridislalie perseverazione verbale difficoltà a utilizzare il linguaggio nelle situazioni sociali comprensione migliore dell’espressione MODALITA’ COMUNICATIVE INUSUALI Eloquio accellerato e impulsivo, mancanza di fluenza e ritmo, stile tangenziale della conversazione, difficoltà ad utilizzare il linguaggio nelle situazioni sociali, presenza di ripetizioni inappropriate. DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO Dal 25 al 30% dei casi Evitamento dello sguardo, comportamento sociale atipico di “voltare le spalle”, comportamenti ripetitivi, stereotipie delle mani, autolesionismo, evitamento del contatto, ipersensibilità per i cambiamenti. 16 25/11/2016 Presa in carico riabilitativa del paziente e della famiglia Sostegno al paziente e alla famiglia Supporto all’integrazione scolastica e al percorso formativo Empowerment della famiglia FISIOTERAPIA TERAPIA PSICOMOTORIA LOGOPEDIA e/o CAA RIABILITAZIONE NEUROPSICOLOGICA (metodo Feuerstein o metodo Terzi-Rapizza) TERAPIA OCCUPAZIONALE 17 25/11/2016 La sindrome di Rett è una condizione caratterizzata da un'alterazione dello sviluppo neurologico, che colpisce prevalentemente il sesso femminile. È stata descritta per la prima volta nel 1966 dal pediatra austriaco Andreas Rett, e nel 1983 la sindrome è stata riconosciuta a livello internazionale. La prevalenza della sindrome classica è stimata essere 1/10000-15000 femmine, ma le conoscenze attuali riguardo le due forme, classica e atipica,con un fenotipo clinico più lieve, fanno supporre che potrebbe essere molto più elevata. La sindrome è di natura genetica ed il principale gene responsabile della malattia è stato scoperto nel 1999. gene MECP2,sul cromosoma X. Risultano affette prevalentemente le femmine, mentre nei rari maschi esiste uno spettro fenotipico ampio che comprende sia un quadro classico di RS sia un quadro caratterizzato solamente da ritardo mentale lieve 18 25/11/2016 La storia clinica è di difficile interpretazione. L'ipotono è solitamente presente nei primi 6 mesi di vita e lo sviluppo psicomotorio può essere rallentato nel primo anno di vita. Il quadro tipico esordisce più avanti. - disfunzione comunicativa - perdita delle abilità acquisite - perdita delle performance motorie. Stadio 1, (6 - 18 mesi) pre-regressione Stadio 2, (1 - 4 anni) regressione rapida La perdita delle abilità riguarda soprattutto le abilità motorie delle mani, che vengono interessate da continue stereotipie; inoltre, nelle bambine che avevano acquisito il linguaggio, viene persa questa abilità. Stadio 3, pseudostazionario: inizia alla fine dello stadio della regressione. Stadio 4, (dopo i 10 anni), tardo deterioramento motorio. 19 25/11/2016 CANALE DI COMUNICAZIONE ATTRAVERSO IL CONTATTO OCULARE. Il trattamento è sintomatico Per quanto riguarda gli aspetti riabilitativi, questi sono rivolti sia agli aspetti motori sia a quelli cognitivi, attraverso la comunicazione aumentativa e metodi di potenziamento cognitivo. DISTURBO DELLA COMUNICAZIONE DISTURBO DELLA DEAMBULAZIONE PRESENZA DI MOVIMENTI STEREOTIPATI A CARICO DELLA MANI TRATTI AUTISTICI CHE PIANO PIANO SCOMPAIONO DIGRIGNAMENTO DEI DENTI SOSPENSIONE DEL RESPIRO RITARDO MENTALE APRASSIA EPILESSIA SCOLIOSI AMPIA ETEROGENEITA’ CLINICA 20 25/11/2016 E’ un esempio di malattia ‘regressiva’: le abilità acquisite vengono perdute. Inquadrata un tempo nel gruppo dell’autismo oggi è considerata una malattia genetica a sé stante. -La ricerca avanza per molte malattie genetiche, metaboliche, progressive. -Investire vale sempre la pena anche perché ciò che non facciamo oggi non sempre può essere recuperato domani. -L’inclusione di ogni alunno va letta in un’ottica sistemica prima di tutto nel presente. 21