Lo storico latino Tito Livio, nei suoi annali, ricorda che nel 186 a.C. i Galli transalpini avevano occupato una località presso l’attuale Aquileia per fondare una cittadina fortificata. Il Senato di Roma decise di impedire questo progetto inviando sul posto l’esercito. Quando giunsero sul luogo le legioni del console M. Claudio Marcello, gli occupanti si arresero. Furono sequestrate loro le armi ed il bottino che avevano saccheggiato. Allora i Galli inviarono a Roma, al Senato, loro rappresentanti che si lamentarono, sostenendo che il popolo era partito per l’Italia a causa della povertà sofferta e della scarsità di terre oltre confine. I Senatori decisero la restituzione di tutti i beni confiscati, a patto che i nuovi arrivati si ritirassero oltre le Alpi, confine considerato inviolabile. Per prevenire ulteriori invasioni, fu decisa la fondazione della colonia di Aquileia: il nome deriverebbe da Aquilis, dizioni contro gli Istri. Oltre ad inviare nuovi coloni, il Senato di Roma decise di potenziare il sistema stradale: nel 148 a.C. fu iniziata la costruzione della via Postumia, da Genova ad Aquileia attraverso la Pianura Padana; nel 131 a.C. fu costruita la via Annia, che saliva da Adria e passava per Concordia; fu successivamente sistemata la strada per il Norico, verso Aguntum (oggi Lienz) e, con un ramo attraverso la valle del Fella, fino a Virunum (oggi Zollfeld, presso Klagenfurt). Nella pianura friulana furono costruite altre strade secondarie e numerose vie agrarie, ad uso degli agricoltori. Intanto, all’inizio del primo secolo a.C., la città era divenuta un municipio e si stava sviluppando come centro commerciale e agricolo; al suo lato orientale sorgeva il porto fluviale, posto alla confluenza del Natisone con il Torre, luogo che allora doveva essere largo circa cinquanta metri, mentre oggi vi è solo Fig. 1 - Aquileia: schema delle mura di fortificazione. (Ricavato Da Aquileia a Venezia) Fig. 2 - La Venetia et Histria in età augustea. (Ricavato Da Aquileia a Venezia) un vocabolo forse di origine paleoveneta che significa “corso d’acqua torbido, scuro”. Nel 181 a.C. furono nominati triumviri Publio Scipione Nasica, Caio Flaminio e Lucio Manlio Acidino ed ebbero a disposizione numerose famiglie per costruire la nuova città. La posizione fu scelta su un fiume navigabile vicino al mare; il centro fu fortificato e furono aperti i primi scali del porto fluviale di cui si individuano bene ancor oggi i tratti delle mura e le banchine portuali. La cinta più antica risale ai tempi della fondazione; ampliata nel 171 a.C., fu poi modificata ancora nel III–IV sec. d. C. e nel V –VI sec. d. C., quando fu costruito un muro a linea spezzata che tagliava la città e terminava al porto. La nuova colonia fu rafforzata già a partire dal 169 a.C. a causa dell’ostilità dei Carni, che la consideravano una minaccia. I Romani dal canto loro la ritenevano una base di partenza per le spe- un piccolo corso d’acqua, la Natissa. Il porto sorgeva sulla riva occidentale; ciò che ne rimane è lungo circa trecento metri ed è costruito in lastroni di pietra d’Istria, resistente alla corrosione dell’acqua salmastra. Si vedono ancora le banchine, gli anelli d’ormeggio delle navi, gli accessi al centro, i ruderi dei magazzini, larghi 13 metri. Resti imponenti sono anche quelli del Foro romano, di cui è visibile parte del lastricato e del colonnato che sosteneva il portico. Delle abitazioni romane sono rimasti i pavimenti decorati con mosaici, di cui la città è particolarmente ricca e che sono presenti anche nella basilica cristiana. Ai tempi dell’imperatore Augusto furono aperte altre importanti strade per Cividale, per Emona (oggi Lubiana), per Trieste e Pola. Augusto infine riorganizzò l’Italia dividendola in undici regioni e Aquileia divenne capoluogo della Regio X Venetia et Histria. Ancora, nell’età di Augusto furo- Scheda n° 4. 2. 1 Progetto Integrato Cultura del Medio Friuli Storia a cura di Giuseppe Paludo La presenza romana: Aquileia La presenza romana: la fondazione di Aquileia Storia no fondate Iulium Carnicum (oggi Zuglio), Forum Iulii (oggi Cividale del Friuli), Iulia Concordia (oggi Concordia Sagittaria) e ad alla famiglia Giulia, cui apparteneva l’imperatore, richiama il nome Alpi Giulie. Aquileia era allora un centro commerciale e in essa si diffusero numerosi culti religiosi; dal III° secolo d. C. iniziò la predicazione del Cristianesimo. Secondo la leggenda, fondatore della Chiesa aquileiese fu l’evangelista San Marco. Testimonianza del momento cristiano è la basilica fatta costruire dal vescovo Teodoro dopo la fine delle persecuzioni anticristiane dell’imperatore Diocleziano. Dopo l’età di Augusto, la città fu assediata da Quadi e Marcomanni nel 168 d. C. e successivamente, per 22 giorni, dalle truppe dell’imperatore Massimino il Trace: in entrambi i casi non fu conquistata. Era ancora ben popolata quando, nel 401, i Visigoti di Alarico riuscirono a espugnarla. ne, qualche oggetto in metallo, piccole statuette in bronzo, monete. Sono frequenti i ritrovamenti di urne cinerarie in pietra. Tra gli insediamenti produttivi, sono presenti i resti di antiche fornaci, segnalati dal rinvenimento di resti di mattoni refrattari e laterizi esposti all’aria. Bibliografia La presenza romana: Aquileia • B. Forlati Tamaro... [et altri], Da Aquileia a Venezia, Garzanti – Scheiwiller, Milano, 1986 • G. C. Menis, Storia del Friuli, Società Filologica Friulana, 1969 • A. Tagliaferri, Coloni e legionari romani nel Friuli celtico, Arti Grafiche Friulane, 1986 • T. Maniacco, Storia del Friuli, Newton Compton, 1985 • I volumi della serie: T. Cividini, P. Maggi, Presenze romane nel territorio del Medio Friuli, P. I. C, Udine Fig. 3 - le strade della Venetia durante l’impero romano. (Ricavato Da Aquileia a Venezia) Nel 452 gli Unni di Attila la devastarono. Da quel momento gli abitanti si rifugiarono a Grado, il porto sulla laguna, e non tornarono più ad Aquileia. Il centro favorì la intensa romanizzazione del Friuli: conseguenza principale fu la centuriazione del territorio friulano, cioè alla suddivisione del terreno in campi regolari da assegnare ai coloni. Nell’area del Medio Friuli se ne possono ancor oggi intuire le tracce. Ulteriore traccia della presenza romana è segnalata dai toponimi, nomi dei paesi, che finiscono in –ano, come Mortegliano, o –acco, come Martignacco, ed indicano che il luogo anticamente era una proprietà fondiaria legata ai latini o alle popolazioni originarie dei luoghi. Testimonianze dell’età romana sono anche quelle legate agli insediamenti abitativi e rurali: emergono avanzi di muratura, laterizi, tessere di mosaico, frammenti di intonaco, frammenti di ceramiche, vasi e lucer- Per ricercare e approfondire • Evidenzia in una cartina geografica del Friuli le località di Aquileia, Concordia Sagittaria, Cividale, Zuglio. Prova poi a tracciare le strade che univano questi luoghi. • Sulla carta geografica del Friuli evidenzia i nomi dei paesi che terminano in –ano e in –acco. • Nel testo molto spazio è dedicato all’imperatore Augusto: ritrova informazioni su di lui. • Nel tuo paese ci sono testimonianze degli antichi Romani? Scheda n° 4. 2. 1 Progetto Integrato Cultura del Medio Friuli