LA PREISTORIA Nella bassa friulana

La nostra storia
LA PREISTORIA
in Friuli
PALEOLITICO
L’uomo del paleolitico ha lasciato in Friuli scarse
testimonianze, in quanto in quell’ epoca il nostro territorio
era quasi completamente ricoperto dai ghiacciai.
MESOLITICO
Nel Mesolitico il Friuli era attraversato da piccoli gruppi di nomadi
che fra l'8000 e il 7000 a.C. basavano la propria sussistenza sulla
caccia di grandi mammiferi e sulla raccolta di vegetali selvatici.
NEOLITICO
Dal 5000 a.C.,le nostre zone furono colonizzate dalle prime
comunità di agricoltori e allevatori, che occuparono la pianura
spostandosi periodicamente alla ricerca di nuove terre.
ETA’ DEI METALLI
L'età di metalli (3000-300 a.C.) vede lo sviluppo della
metallurgia, con la fabbricazione di strumenti per l'attività
agricola e per la guerra. Si espandono le forme di commercio.
CASTELLIERI
I castellieri si svilupparono tra il XV e il III secolo a.C.; erano piccoli
insediamenti, villaggi fortificati, sorti in genere in posizione elevata facilmente
difendibile. I resti sono diffusi soprattutto sul Carso triestino.
LA CIVILTA’ ROMANA
La Fondazione di Aquileia
Porto
Foro
Anfiteatro
V.Julia
Augusta
Circo
Aquileia - fondata nel 181 a.C. dai romani per porre fine a
un’invasione di Galli transalpini e poi colonizzata - acquisì ben
presto un importante ruolo economico e commerciale.
Municipi
Dal I secolo a. C. Aquileia fu Municipium. Nell'antica Roma
repubblicana, i municipi erano le comunità cittadine legate a
Roma, anche se prive dei diritti politici propri dei cittadini
romani. La maggior parte dei municipi conservava i propri
magistrati e una certa autonomia amministrativa.
X Regio
Aquileia fu la capitale della X Regio Venetia et Histria,una
delle regiones in cui Augusto divise l'Italia intorno al 7 d.C.
Colonie
Una delle colonie più importanti di Aquileia fu l'isola di Grado,
situata a Sud della città. L’isola fu anche utilizzata come
rifugio dagli abitanti di Aquileia in fuga durante l'invasione
degli Unni.
DAL IV SEC.
AL PATRIARCATO
Concilio del 381
Da Aquileia dipendevano le diocesi di tutta la Venetia et
Histria. Nel 381 fu convocato da Sant’Ambrogio ad
Aquileia un concilio per confermare la messa al bando
dell’arianesimo.
Caduta di Aquileia
Ormai in decadenza, dopo vari assedi e invasioni
(terribile quella degli Unni), Aquileia entrò a far parte
del Regno longobardo nel 568 d.C.
I Longobardi
I longobardi lasciarono un profondo segno nella storia
del Friuli, creando un forte ducato con capitale Forum
Iulii, l’attuale Cividale.
Paolino di Aquileia
Ai longobardi subentrarono nel 774 i franchi. Paolino d’Aquileia
ricoprì la carica di Patriarca di Aquileia dal 787 all’802, anno della
sua morte, e ricevette dal re, poi imperatore, Carlo Magno importanti
incarichi culturali e religiosi.
L’arte religiosa di Aquileia
Il patriarca Popone attuò, nel 1031, un radicale restauro del
complesso patriarcale in forme romaniche. L'ampio
programma edilizio di Popone culmina con la costruzione del
grande Palazzo Patriarcale “turris celsa quod astra petit” .
Patriarcato di Aquileia
(o del Friuli) 1077 - 1420
Istituzione del duca del Friuli
Il 3 aprile 1077 il patriarca Sigeardo di Beilstein ottenne
dall'imperatore Enrico IV l'investitura feudale del
Principato ecclesiastico di Aquileia, feudo diretto del
Sacro Romano Impero. Il dominio si estendeva su tutto il
Friuli ed oltre.
L’ascesa di Udine
Il patriarca Bertoldo (1218-1251) ebbe fin dall'inizio un occhio di riguardo per la
città di Udine, che in breve tempo passò da piccolo villaggio a importante città.
Nel 1238 Bertoldo trasferì la sede del Patriarcato del Friuli da Cividale a Udine,
che assumerà in tal modo sempre maggiore importanza divenendo col tempo la
capitale istituzionale del Friuli.
La fine dello stato patriarcale del Friuli
Nel 1411 il territorio del Patriarcato del Friuli divenne campo di
battaglia per l'esercito imperiale e quello veneziano. Infine, dopo
alterne vicende, i veneziani occuparono Cividale e conquistarono
Udine, che cadde il 7 giugno 1420: era la fine dello stato
patriarcale friulano.
Dominazione Veneziana
in
Friuli
1420-1797
Annessione del Friuli
Venezia Giulia
Dopo l'esperienza del Patriarcato, il Friuli fu annesso alla
Repubblica di Venezia. Costituì lo scudo della Repubblica
contro l’Impero degli Asburgo e i Turchi.
Rivolta del “Joibe grasse”
Nel periodo veneziano Udine fu al centro di un'importante
rivolta popolare, conosciuta come Joibe grasse (giovedì
grasso). Il 27 Febbraio 1511, il popolo e i contadini dei
dintorni diedero origine a una violenta protesta sociale e
antinobiliare.
Guerre Gradiscane
Nella seconda metà del Cinquecento tra la Repubblica di
Venezia e l’Impero continuarono gli scontri. All’inizio del
Seicento i contrasti portarono le due potenze al conflitto
che prese il nome di “Guerre Gradiscane”.
La fortezza di Palmanova
Venezia intese quindi rafforzare i confini orientali e decise
di costruire una nuova, potentissima fortezza a forma di
stella, denominata Palma (ora Palmanova), proprio al
centro della pianura friulana.
Crisi del 1600
Dal XVII secolo la Repubblica Veneta entrò in un
processo di decadenza dovuto alla perdita di
molti suoi mercati tradizionali.
Il passaggio all’Austria
Il Friuli occidentale e centrale rimase veneziano fino al
1797. In seguito alle campagne napoleoniche anche
questa parte del Friuli venne ceduta all'Austria.
L’Ottocento
Periodo napoleonico
• Con la vittoria di Napoleone: le truppe austriache sono
costrette ad abbandonare Udine e Palmanova. E' l'inizio
della dominazione francese in Friuli.
Il Trattato di Campoformido
1798 - Trattato di
Campoformido. La
Francia cede agli
austriaci i territori
friulani. Essi saranno
francesi nel 1805,
poi di nuovo austriaci,
infine francesi.
Restaurazione e
Risorgimento
• Restaurazione. Nel
1815, tutto il Friuli
passò all'Austria
come provincia del
Lombardo-Veneto
Il confine del ‘66
• Nel 1866, dopo la
Terza guerra di
indipendenza, il Friuli
occidentale fu
annesso all'Italia
mentre il Friuli
orientale rimase
soggetto all'Austria
fino al termine della
Prima guerra
mondiale.
Il Novecento
Grande Guerra
1915-1918.
La Guerra dell’Italia contro
l’Austria si combattè
principalmente sul Carso. Scarsi
furono i progressi degli italiani nel
1915, 1916, 1917.
Guerra di trincea
Trincee del Carso nel 1915. Sullo
sfondo il fiume Isonzo e la bassa
Friulana.
Il nuovo confine
• Alla fine del conflitto,
l’Italia ottiene nel 1920 la
Venezia Giulia (Trieste, il
Goriziano, l'Istria).
Il fascismo
Sostenuto dai poteri
economici e politici, anche in
Friuli e nella Venezia Giulia il
movimento fascista agì con
violenza, sino a ottenere il potere
nel 1922.
Fascismo
Mussolini a Trieste, nel 1938.
Nei confronti delle
minoranze slovena e croata fu
imposta una politica di
snazionalizzazione, limitando
ogni loro espressione culturale e
civile.
Guerra e resistenza
Dopo il fallimento della guerra di
aggressione fascista e il crollo del
regime, dal 1943 iniziò anche in Friuli
un movimento di resistenza popolare
contro l’occupatore nazista e il
collaboratore fascista.
Resistenza
1944.
Nella Bassa friulana il movimento di
resistenza fu molto presente. La
repressione nazi-fascista fu
durissima.
La caserma “Piave” di Palmanova fu
luogo di imprigionamento e tortura
di partigiani.
La Liberazione
I partigiani sfilano a Palmanova.
Nell’aprile 1945 gli
angloamericani e i partigiani
liberarono il nord del Paese.
Nasceva la nuova Italia.
L’Italia repubblicana
Dopo il referendum del 1946 l’Italia
divenne uno Stato repubblicano. Il
Paese è una nazione democratica,
che guarda all’Europa.
Classe IV B
Liceo Scientifico “A. Einstein”
ISIS Malignani